Dopo l’ “Ora della Terra” celebrata il 31 marzo, eccoci dunque giunti alla “Giornata della Terra”.
Se la prima era un’iniziativa del WWF, adesso siamo di fronte ad un’iniziativa sponsorizzata dall’UNESCO.
Ma le radici sono sempre le stesse: dietro un proclamato amore per la Natura si cela la visione dell’uomo come problema.
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“Clima, la sconfitta degli scettici del riscaldamento globale”, questo titolo apparso su la Repubblica l’11 aprile scorso proclamava la sconfitta di chi contesta l’origine umana del riscaldamento globale, lo studio a cui si riferisce costituisce però un clamoroso caso di disinformazione.
Forse è il momento di cominciare a domandarsi quali siano gli interessi dietro il fenomeno del Global Warming Antropico.
Sul sito oggiscienza è stato pubblicato un articolo che irride chi afferma che il riscaldamento globale si è arrestato dalla fine degli anni ’90.
Ma le fonti segnalate per la confutazione di quest’affermazione dimostrano tutt’altro.
“Dibattito sui blog e scienza ufficiale: chi è che bara?”
Così titola Climate Monitor portando all’attenzione dei lettori un’importante riflessione sul confronto tra “scienza ufficiale” e i liberi dibattiti che si svolgono sui blog specializzati.
Una realtà che riguarda solo due argomenti e rivela un contrasto tutto da approfondire.
Chi potrebbe non essere d’accordo con l’ “Ora della Terra”?
L’ “Ora della Terra” si presenta come una nobile iniziativa, ma andando a scalfire la patina buonista si trova che si tratta un’ipocrita tentativo di colpevolizzare ancora una volta l’umanità, e magnificare “Gaia”.
Con buona pace di quei paesi che hanno veramente bisogno dell’energia elettrica.
Nella controversia sul riscaldamento globale interviene uno studio del CNR di Padova che recupera dei preziosissimi dati raccolti nella Firenze del ‘600.
Si tratta di una “finestra” di soli 16 anni, ma è una finestra dalla quale si scorge un panorama poco piacevole per i sostenitori dell’AGW.
Mentre non c’è ancora chiarezza sui cambiamenti climatici e sui meccanismi che li regolano, c’è chi propone soluzioni da film di fantascienza di serie “C”.
Nei giorni scorsi l’attenzione è stata catturata dallo scandalo dei documenti trafugati dall’Heartland Institute.
Sembra che si tratti di un falso, ma questo è il problema minore.
Il vero problema sono le affermazioni intolleranti e antiscientifiche fatte in tale occasione da alcuni commentatori schierati dalla parte dei sostenitori dell’AGW.
Esiste uno strana connessione tra ambiti profondamente diversi come quelli del neodarwinismo e del Global warming: è la metodologia usata per costruire il consenso che li sostiene.
Ecco perché lo svelamento delle tecniche usate nel secondo caso è utile a capire quelle utilizzate nel primo.
Cosa unisce due tematiche tanto diverse tra loro?
Non l’oggetto dello studio, ma la politicizzazione della scienza e la repressione/ridicolizzazione del dissenso.
Ecco allora che l’inverno più freddo degli ultimi 27 anni potrebbe raffreddare anche gli scienziati politicizzati
Negli USA è nata un’iniziativa per la denuncia dei meteorologi che contestano la tesi della responsabilità umana per il riscaldamento globale.
“Denunciate i meteorologi ‘negazionisti’ e li ‘convinceremo’ a dire le cose come stanno”.
Se questo è il futuro del dibattito scientifico prepariamoci a tempi difficili.
Sembrerebbe una nota pubblicità il cui slogan è: “Ti piace vincere facile”?
E invece si tratta della cifra che la UE ha messo a disposizione per studiare l’impatto delle popolazioni preistoriche di 6/10.000 anni fa sul clima.
Un risultato è però già stato ottenuto, abbiamo la prova che studiare l’AGW è un gran bel business.
Una notizia dall’Australia informa della comparsa di uno squalo “ibrido” per via del Global Warming.
Ma da quando un ibrido è un esempio di “evoluzione in azione”?
E un riscaldamento del mare di 0,135° per decade (fermatosi negli ultimi 10 anni) sarebbe la causa della migrazione?
Venerdì 30 su La 7 è andato in onda l’annunciato “speciale” sul collegamento tra l’alluvione di Genova e il riscaldamento globale.
Riconosciamo a Mario Tozzi di aver posto l’attenzione sull’incuria dell’Uomo come causa dei disastri, ma quel che è mancata è proprio la dimostrazione del collegamento col riscaldamento globale.
Nella trasmissione “Che tempo che fa” del 17 dicembre si è parlato di razzismo, di episodi che riguardano il rapporto con gli immigrati.
C’è però anche una forma di razzismo più grave perché non riguarda il comportamento di singoli individui, ma quello di grandi società e dei governi.
Sarebbe un bel gesto di coraggio parlare quel tipo di razzismo.