Nel campo dell’economia la politica ha lasciato il posto ai tecnici stipendiati dalle banche.
Adesso anche nel campo del clima la politica sembra lasciare il posto ai tecnici sul libro paga delle corporations.
Una tendenza preoccupante.
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Mentre tutti gridano allarmati per il pericolo “CO2”, nel convegno di Erice il prof. Zichichi, molto “politically uncorrect”, invita a guardare alle vere emergenze.
“Esclusa in modo definitivo l’influenza dell’attività solare: l’aumento è dovuto solo a cause umane”, così recita un titolo sul Corriere del 31 luglio.
E l’ignaro lettore chiuderà il giornale convinto che le cose stiano veramente così.
Lo stesso lettore in fondo prende per buono quello che viene raccontato sulla crisi economica…
I ricercatori del Swiss Federal Institute of Technology di Losanna hanno dichiarato che l’era glaciale finì col rilascio di “gas esilarante”.
Uno studio pubblicato su Nature rivela una manipolazione dei dati sul clima con la quale è stata nascosta la tendenza, iniziata 2000 anni fa, verso un periodo di glaciazione.
Ma allora ridurre la CO2 non serve per salvare il pianeta e il Protocollo di Kyoto può essere tranquillamente bruciato.
Anzi, la CO2 andrebbe incrementata…
Si è aperta oggi la Conferenza Rio + 20.
Pochi i leader e incerti i risultati, le premesse sono però chiare: chi è sottosviluppato resti tale. Per il suo bene ovviamente.
E mentre si addita nella CO2 l’immaginario nemico dell’umanità, si tace sulle conseguenze della scoperta di immensi giacimenti petroliferi.
Lo scorso aprile 49 tra scienziati e astronauti della NASA inviarono una lettera all’amministratore dell’agenzia spaziale degli USA per protestare riguardo al sostegno dato alla tesi del Riscaldamento globale antropico.
Il motivo è che la NASA sta “perdendo la faccia” nel sostenere teorie non provate scientificamente.
La notizia avrebbe dovuto avere grande risonanza su tutti i media, invece non ce n’è traccia sui principali organi d’informazione.
Com’è possibile che affermazioni importanti di un grande scienziato come Rubbia vengano ignorate?
Fatti come questo mettono in seria discussione l’obiettività dell’intero sistema dei media.
Sabato 9 giugno, alle ore 12,30 su Radio Globe One sarà trasmesso un incontro sull’argomento “pollosauro”, darwinismo e global warming antropico, con Fabrizio Fratus ed Enzo Pennetta.
“Apocalypse Soon” è un titolo degno di un film di Francis Ford Coppola, ma in realtà è l’annuncio che viene lanciato dalle autorevoli pagine di Scientific American.
L’incubo è sempre lo stesso, il riscaldamento globale, e per alimentarlo la “scienza” non esita a falsare i risultati.
Non è elegante dire “avevamo ragione” ma… avevamo ragione.
Solo 3 giorni fa era stata segnalata su CS la natura malthusiana del legame tra darwinismo e teoria dei cambiamenti climatici causati dall’uomo(AGW).
E proprio il giorno dopo sul Corriere della Sera la connessione tra AGW e neomalthusianesimo riceveva la più inequivocabile delle conferme.
Mancano ormai solo pochi mesi allo scadere della profezia dei Maya sul 2012, ma sembra che qualcuno stia preparando un’altra profezia per il 2050: un’estinzione di massa per l’umanità.
Si tratta di una vecchia conoscenza, il Club di Roma, ma inaspettatamente c’è qualcos’altro.
Abbiamo segnalato più di una volta la tendenza a criminalizzare i critici della responsabilità umana nel Riscaldamento Globale (AGW – Anthropic Global Warming).
Adesso qualcuno ne trae le logiche conseguenze: i “negazionisti” compiono dei crimini contro l’umanità.
Ma poiché abbiamo anche segnalato un parallelismo tra critiche all’AGW e critiche al darwinismo, aspettiamoci di tutto.
Lo scienziato inglese James Lovelock balzò alla ribalta nel 1979 per aver formulato l’ipotesi “Gaia” con la quale sosteneva che la Terra fosse un unico organismo.
Ambientalista della prima ora e sostenitore del Riscaldamento climatico causato dalla CO2, adesso afferma di essere stato troppo allarmista.
Dopo l’ “Ora della Terra” celebrata il 31 marzo, eccoci dunque giunti alla “Giornata della Terra”.
Se la prima era un’iniziativa del WWF, adesso siamo di fronte ad un’iniziativa sponsorizzata dall’UNESCO.
Ma le radici sono sempre le stesse: dietro un proclamato amore per la Natura si cela la visione dell’uomo come problema.