In un articolo su la Repubblica Francesco e Luca Cavalli Sforza affrontano la fine del determinismo genetico alla luce dello studio dei meccanismi epigenetici.
Forse sarebbe ora di fare un po’ di autocritica.
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Abbiamo segnalato più di una volta la tendenza a criminalizzare i critici della responsabilità umana nel Riscaldamento Globale (AGW – Anthropic Global Warming).
Adesso qualcuno ne trae le logiche conseguenze: i “negazionisti” compiono dei crimini contro l’umanità.
Ma poiché abbiamo anche segnalato un parallelismo tra critiche all’AGW e critiche al darwinismo, aspettiamoci di tutto.
Nata nel XVII secolo per servire gli interessi dell’Inghilterra, la Royal Society continua a svolgere egregiamente la sua missione.
I suoi scienziati hanno consentito alla Gran Bretagna di eccellere nelle tecnologie militari, con T. Malthus le hanno anche fornito una teoria socioeconomica, appoggiando Darwin le hanno fornito una “fons juris”, adesso l’opera continua con una assurda e antiscientifica difesa del malthusianesimo.
Sembra proprio che negli USA il darwinismo sociale sia considerato una piaga dal presidente Obama, quello che aveva fatto sognare la Repubblica per le sue vedute progressiste.
Ma come, da quelle parti non arrivano gli articoli del prof. Pievani e del prof. La Vergata a spiegare che il darwinismo sociale non esiste?
Chi potrebbe non essere d’accordo con l’ “Ora della Terra”?
L’ “Ora della Terra” si presenta come una nobile iniziativa, ma andando a scalfire la patina buonista si trova che si tratta un’ipocrita tentativo di colpevolizzare ancora una volta l’umanità, e magnificare “Gaia”.
Con buona pace di quei paesi che hanno veramente bisogno dell’energia elettrica.
“La lezione del Club di Roma”, si intitola l’articolo apparso il 1°marzo sul quotidiano “La Repubblica” in occasione del 40° anniversario della pubblicazione del libro “The Limits to growth”.
Ma più che il 1° marzo sembra che sia il 1° aprile: in un articolo dal taglio decisamente propagandistico si sfiora infatti il ridicolo.
Dopo che recentemente si era parlato della “impronta idrica”, sul Corriere della Sera viene proposto il “peso insostenibile” delle nostre importazioni.
Ci colpevolizzano per la tazzina di caffè che prendiamo, ma tacciono sulle politiche neocoloniali del FMI
La “scienza” sembra ormai destinata a dispensare solo cattive notizie: Global Warming; sovrappopolazione; esaurimento delle riserve energetiche; nuove e inevitabili pandemie in agguato; possibili impatti di asteroidi…
Ma cosa ci fa una buona notizia in tutto questo?
“Scientocrazia” è un termine coniato per indicare un popolo i cui cittadini decidano liberamente… ma in base a quello che dicono gli scienziati (anche conosciuti come “tecnici”).
Una delle ultime frontiere della scienza è l’ “impronta idrica”, cioè quanta acqua si consuma per le varia attività umane.
Ma a ben vedere è solo l’ultimo dei modi per colpevolizzarci di… esistere.
E’ stato pubblicato il nuovo libro di Edoardo Boncinelli, in esso si fa un elogio dell’errore.
Ma vedere negli errori la via per il miglioramento non è altro che riproporre il feroce meccanismo economico malthusiano.
Una posizione che rischia di diffondere una filosofia fatalista e, in ultima analisi suicida, come dimostrano le prime reazioni all’articolo.
Nel sito dell’UAAR si lamenta che nel New Hampshire sia stata proposta una legge per chiedere che nelle scuole l’evoluzione sia insegnata come “una teoria, includendo i punti di vista politici e ideologici dei teorici e le loro posizioni riguardo l’ateismo”.
Si tratta di una legittima richiesta, ma secondo loro questo sarebbe “creazionismo”.
Mentre la teoria dell’evoluzione neo-darwiniana cerca ancora i suoi anelli mancanti, o passaggi evolutivi, il darwinismo sociale riceve continue conferme “sperimentali”.
L’ultima testimonianza in un articolo intitolato Why do we ignore the civilians killed in American wars? Pubblicato sul Washington Post il 6 gennaio scorso.
Nella trasmissione “Che tempo che fa” del 17 dicembre si è parlato di razzismo, di episodi che riguardano il rapporto con gli immigrati.
C’è però anche una forma di razzismo più grave perché non riguarda il comportamento di singoli individui, ma quello di grandi società e dei governi.
Sarebbe un bel gesto di coraggio parlare quel tipo di razzismo.
Forse non tutti sanno che anche l’evoluzionismo ha avuto i suoi martiri che, forse, un giorno potrebbero essere celebrati.
Ma i loro persecutori furono degli scientisti che riconoscevano nel darwinismo una valenza ideologica.