Secondo quanto riferito dalla prestigiosa rivista scientifica, le stesse quattro mutazioni casuali in due settimane sono avvenute 24 volte in 96 esperimenti.
Evidentemente qualcosa non torna.
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Sul blog di Luca Bellucci sul “Fatto Quotidiano” si parla di razzismo, e come di consueto si finisce per dire che l’approccio darwiniano sarebbe un antidoto ad esso.
E allora, come di consueto, ricordiamo che le cose non stanno esattamente così.
Nel decennale della scomparsa del grande paleontologo si moltiplicano le celebrazioni, ma di una parte importante del suo lavoro non si trova traccia.
Un parte per alcuni scomoda, da tenere nascosta.
Si tratta di uno studio pubblicato su Nature e ripreso da National Geographic con il titolo “Noi e i gorilla parenti ancora più stretti”.
Si tratta con tutta evidenza di una parentela che manda all’aria l’abero evolutivo sinora accettato, ma per National Geographic “l’albero è sempre lo stesso”.
Qualcosa si sta muovendo nel dibattito sul darwinismo (inteso come insieme di teoria scientifica e ideologia positivista).
Il moltiplicarsi delle estremizzazioni delle sue posizioni da una parte, e l’emergere di contraddizioni sempre più evidenti dall’altra, potrebbero essere gli indizi che sta per verificarsi una “catastrofe”.
Terminiamo l’analisi del numero 1/2012 dell’Almanacco della Scienza di MicroMega con l’ultimo saggio inserito “Vota Dio”.
La scelta di un brano di narrativa e di questo titolo costituiscono evidentemente un messaggio che, anche per un neodarwiniano, non può essere casuale.
“l’Intelligent Design non rispetta i parametri che caratterizzano e distinguono il metodo scientifico”.
Questo il motivo della condanna dell’insegnamento dell’ID nel famoso processo di Harrisburg, nel 2005.
Il fatto è che non si può scientificamente dimostrare il finalismo di un processo evolutivo.
Questo implica che non sia dimostrabile neanche il suo contrario.
Ma è proprio ciò che viene fatto sull’almanacco della scienza di Micromega.
Dopo la pubblicazione di un’intervista al prof. Telmo Pievani su CS si era espresso un giudizio molto critico verso alcune prese di posizione dello stesso.
Con uno stile ormai raro, la redazione del sito che ha ospitato l’intervista del prof. Pievani si è dimostrata disponibile ad ospitare anche una mia replica.
Non ha importanza chi, agli occhi dei lettori, riscuoterà più consensi, il risultato più grande è stato già ottenuto: il confronto delle idee.
L’articolo di apertura dell’almanaccco della scienza di Micromega è ricco di spunti su cui riflettere, tra questi un’inaspettato ridimensionamento del ruolo della selezione naturale.
In questi ultimi tempi si stanno moltiplicando i riferimenti alle connessioni tra evoluzione umana e cambiamenti climatici.
Sembrerebbe però un collegamento un po’ forzato.
“Siamo il frutto del caso”, sono parole dietro le quali non può che celarsi un chiaro riferimento a quel “Per i credenti, il mondo non è frutto del caso né della necessità, ma di un progetto di Dio” di Joseph Ratzinger (Caritas in Veritate 57-136).
Così, il prof. Pievani, ancora una volta, usa impropriamente il termine “scienza” per fare della propaganda.
E sul quotidiano avvenire qualcuno se ne accorge.
L’almanacco di Micromega apre con un articolo del prof. Pievani che con tracotante sicurezza annuncia una presunta conquista della scienza:
Il non-senso dell’evoluzione umana è un dato scientifico accertato.
Ma l’unica cosa ad essere accertata sembra essere la non scientificità delle sue affermazioni.
Richard Dawkins, che qualcuno ha soprannominato il “levriero di Darwin”, dopo non aver saputo indicare un solo caso di evoluzione con aumento d’informazione verificata sotto i nostri occhi, adesso non sa citare il titolo dell’opera principale di Chrales Darwin.
Nel corso della trasmissione “Che tempo che fa” del 19 febbraio scorso, il prof. Eodardo Boncinelli ha affermato che è improbabile che la vita sia sorta altre volte nell’universo.
Quindi il meccanismo per caso e necessità non è soddisfacente per il resto dell’universo: perché dovrebbe esserlo per la Terra?
Qualcuno potrebbe pensare che esista una “fissazione” nei confronti del responsabile del sito Pikaia, ma le cose sono esattamente all’opposto.
Sono i sostenitori del neodarwinismo ad essere fissati con chi si oppone.
Ma, si badi bene, non parlano mai delle obiezioni, solo degli obiettori.