L’Uomo potrebbe essersi evoluto secondo il gradualismo classico o secondo la teoria degli equilibri punteggiati.
Ma nel primo caso non possiamo dire che un fossile sia di “Homo”, nel secondo l’evoluzione è incompatibile con il meccanismo darwiniano.
Sembra di essere in presenza di una sorta di “Principio di indeterminazione”, come quello di Heisenberg, che impedisce di dire contemporaneamente che l’Uomo si sia evoluto col meccanismo darwiniano e che i fossili possono testimoniarlo.
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La notizia è stata pubblicata nientemeno che su Nature l’11 luglio scorso, è poi stata prontamente ripresa sul sito del prof. Formenti e infine è approdata su Pikaia con il titolo “partenza anticipata”.
Ma sarebbe stato più adatto il titolo: “falsa partenza”.
La notizia della composizione di un brano musicale grazie ai meccanismi neodarwiniani era apparsa come un trovata pubblicitaria e come tale l’avevamo criticata invitando Pikaia a fare altrettanto.
Ma in realtà si trattava di uno studio pubblicato su PNAS, e adesso anche il portale dell’evoluzione, da buon ultimo, si è associato al coro di approvazione.
Ma a tutto considerato il brano potrebbe essere un “Requiem” per il darwinismo.
Solo pochi giorni fa si commentava la notizia della composizione di una “musica darwiniana”.
Un’assurdità che sembrava avere come attenuante quella di non essere stata presa in considerazione dai grandi organi d’informazione.
Ma l’illusione è durata poco.
Dopo aver constatato che il “darwinsmo” è costituito da un insieme di teorie, e che esso è lo strumento principale dell’ateismo, affrontiamo adesso la scientificità della teoria darwiniana.
Ma con MicroMega sorprendentemente su una cosa siamo d’accordo: il conflitto è politico.
Siamo contenti che finalmente sia stato ammesso.
Il Transumanesmo è un movimento che si propone di raggiungere l’immortalità mediante la tecnologia.
Si tratta dell’estremizzazione del movimento Umanista che affonda le radici nell’eugenetica e ha avuto tra i suoi sostenitori nomi come Francis Crick e Jacques Monod.
Un movimento che ha i suoi presupposti nell’evoluzionismo e nell’ateismo.
Il 26 giugno su MicroMega è stata pubblicata una risposta ad un articolo intitolato DARWIN INCIAMPA NEL “PROGETTO” SULL’UNIVERSO pubblicato su Avvenire a firma di Roberto Timossi.
La replica firmata da Pierfranco Pellizzetti evita però di affrontare le osservazioni scomode di Timossi.
“Ogni anno la ricerca fa nuove scoperte sul mondo dei primati. Con un’unica certezza: prima o poi ci raggiungeranno”
Con queste parole si conclude la presentazione di un articolo apparso su Repubblica riguardo le abilità delle scimmie.
Si tratta di un’affermazione che farebbe inorridire qualsiasi scienziato serio, solo che gli scienziati seri sembrano essere un specie in via d’estinzione.
La scienza manca ormai di serietà, manca di metodo, manca di prudenza, manca di ogni qualità, c’è un “deficit” di tutto questo, per dirla alla latina.
La musica darwiniana è un brano musicale ottenuto applicando alla musica il dogma darwiniano dell’onnipotenza della selezione naturale.
Il risultato è stato talmente cacofonico da risultare imbarazzante per i darwinisti, in definitiva si è trattato di un punto a favore dei sostenitori dell’Intelligent Design.
Riconosciamolo, è sbagliato voler insegnare il creazionismo nelle ore di scienze, su questo hanno ragione i darwinisti.
Adesso facciano però il passo successivo: anche il neo-darwinismo non può essere insegnato nelle ore di scienze.
La cieca fede nell’onnipotenza del caso non è infatti scienza, potrebbero però richiedere di essere inseriti nell’ora di religione.
Nella conferenza sull’evoluzione del CICAP si insiste molto sull’insegnamento della teoria darwiniana nelle scuole.
La relatrice paragona il darwinismo ad un muro, mai paragone fu più felice.
Un muro che imprigiona l’intelletto e delimita il confine del conformismo ideologico.
In un articolo dell’11 giugno il sociologo Francesco Alberoni parla della civiltà anglosassone basata sull’egoismo e così estranea a quella europea.
Il darwinismo e l’inglese scientifico ne costituiscono indispensabili strumenti di penetrazione.
Il paragone della teoria darwiniana con un “muro” (identificata arbitrariamente con l’evoluzione tout court n.dr.) è stato felicemente avanzato dalla Dott. Mautino nel corso della conferenza tenuta nel giugno 2011 in Svizzera.
Vediamo adesso quali sono i mattoni di questo muro.
La società sognata nella prima metà del ‘900 dal biologo J.B.S. Haldane, basata sulla teoria di Darwin e sulla sostanziale animalità dell’Uomo, venne descritta in un romanzo dallo scrittore A. Huxley.
Adesso il prof. Veronesi ci comunica che l’attuazione del programma è a buon punto.
Il CICAP accusa i critici del darwinismo di utilizzare le “piccole crepe” della teoria per infilare dei “cunei” che facciano crollare il muro.
Ma la verità è che non si tratta di piccole crepe bensì di grandi cedimenti strutturali che avrebbero già fatto crollare il muro darwiniano se non fosse stato massicciamente puntellato.