Salò o le 120 giornate di Sodoma siamo noi
La terribile distopia dove Pasolini rappresentava il mondo della mercificazione liberista come una prigione degli orrori era una metafora di quello che avrebbe atteso la società degli anni Settanta.
Pensavamo che fosse solo questo, una rappresentazione simbolica, rivoltante proprio perché simbolica di una degrado umano e sociale.
Ma più che una distonia era una profezia, quel mondo di orrori si è veramente realizzato, lo scandalo della pedofilia che travolge e travolgerà le élite globaliste e progressiste è la realizzazione fedele del film di Pasolini.
Ci siamo in mezzo e dobbiamo decidere da che parte stare.
16 commenti
La ‘Fine dei Tempi’, prefigurata nel libro dell’Apocalisse ….. ecco io non ci ho mai creduto e non credo comincerò a farlo ora.
Però spero vivamente che quanto in proposito mi dice mia moglie, cattolica praticante, sia tutto vero e, sopratutto, spero molto presto.
Perché credetemi, proprio non ce la faccio più ad assistere a tutto questo schifo, e mi rendo perfettamente conto che la situazione è in rapidissimo peggioramento.
Della serie: non ci credo, ma ci spero !!!!
E’ significativa questa convergenza di giudizio religioso e laico, chi ha un minimo di umanità non ce la fa a sopportare tutto il peso di un’umanità sempre più senza orientamento, violentata e senza speranza.
Non esiste Cultura Tradizionale che non contempli una base scritturale circa quei processi che si potrebbero definire, in modo alquanto improprio, “fine del mondo”. E per chi conosce le ragioni metafisiche dell’universalità delle notazioni cosmologiche, neppure desta stupore la ricorrenza ubiqua e puntuale di corrispondenze tra queste Culture, spessissimo fino al dettaglio. La sola differenza, in realtà apparente, che corre tra i tre monoteismi di matrice abramitica, e tutte le altre Tradizioni, riguarda la modalità di svolgimento del divenire temporale; nei primi tre casi, esso è lineare, in tutti gli altri è ciclico. Per ragioni che qui non posso neppure accennare, riguardo a questo specifico tema, le cosmologie dei tre Monoteismi, per quanto adeguate a bisogni esplicativi minimi, sono tuttavia insostenibili in termini metafisici e persino logici; nonché lontane e persino contraddittorie rispetto alla comune esperienza di ognuno. Che impone l’evidenza che TUTTO in natura è ciclico; dal ritmo circadiano, all’alternarsi delle stagioni, allo sviluppo stesso degli organismi viventi. Per chi volesse, insuperabili approfondimenti si trovano in “Tempo ed eternità”, di A.K.Coomaraswami (edito sia da Luni, che da Mediterranee).
Salva questa premessa, prima ancora che credere come cristiano, so, come filosofo, dell’ineluttabilità della chiusura del Ciclo; solo che non avrei pensato fino ad ancora una decina di anni fa, che, probabilmente, avrei assistito a questi eventi. “Motus in fine velocior”, questo è uno dei segni certi che la fine di un mondo (cosa diversa dalla “fine del mondo”) sta arrivando. Oggi, il mutamento, connotato da un’accelerazione costante, sembra voler frantumare le forme (l’espressione “società liquida” mi pare una buona raffigurazione di quanto intendo).
Ma, naturalmente, non si tratta solo di questo; e neppure si tratta solo dell’impressionante accuratezza delle previsioni di taluni testi sacri; penso ai “Visnhu Purana”, Indù, fra altri, che, migliaia di anni prima di Cristo, descrivevano le condizioni di disfacimento del nostro mondo di oggi. Un mondo che dalla prospettiva dell’India vedica di allora, doveva risultare inconcepibile per laidezza.
Riguardo poi, al “credere” o non credere, ciascuno viene determinato dalla propria natura. Come cristiano, credere per credere, preferisco puntate su Giovanni apostolo, che su qualche eruditissimo intellettuale moderno; figlio, peraltro, del mondo, che sta per spegnersi.
Quanto a Pasolini, non riesco a condividere l’apprezzamento a lui indirizzato da persone di cultura che certamente stimo, come Enzo Pennetta o magari Marcello Veneziani. Pasolini fu vero maestro di funambolismo.
Cantore di un comunismo evangelico, certo, ma dalla sponda di coloro che il Vangelo lo odiavano in modo furibondo.
Denunciatore degli abusi del Potere, certo; ma a patto che tale Potere restasse una specie di ipostasi nera, indeterminata, priva di connotati nell’attuale; senza che una sola volta avesse fatto un solo nome di coloro che il Potere, vero, profondo, detengono.
Maestro di morale, dal basso delle innominabili sentine in cui si immergeva, una volta smessi i panni del guru fustigatore di politica e di etica.
Mammona non l’ha inventata lui, e lo stigmatizzarne i misfatti, però dal campo di coloro che di Mammona (ossia, il “secolo” “questo mondo”) sono i servitori, ne fa un pericolosissimo infiltrato.
Di Pasolini si parla da allora e se ne riparlerà ancora, e sempre in punta di inginocchiatoio. Di Augusto Del Noce, ad esempio, suo contemporaneo, che razzolava meglio di quanto predicava (e predicava ben più alto di Pasolini) se ne parlava poco allora, e non se ne parla più oggi.
Ecco, questo d.e.v.o. evidenziarlo.
Ciao Francesco, intervento molto denso di contenuti e condivisibile, anche la parte su Pasolini in realtà non ci trova troppo distanti.
Il motivo per cui la sua opera è oggi importante è la grande capacità di vedere prima quale orrore stesse nascendo, anche Del noce sicuramente lo ha denunciato in anticipo prevedendo ad esempio il tradimento della sinistra che sarebbe diventata un partito radicale di massa.
La particolarità di Pasolini è di averlo visto dall’interno e con una feroce chiarezza che, anche all’interno del versante cattolico, mancò ad altri, nessuno vide certe cose e le conseguenze sono oggi evidenti.
Nessun mettere sul piedistallo, un riconoscimento e un modo per osservare meglio certi fenomeni sociali.
Certo, Enzo, non ho mai pensato che tu avessi un poster di Pasolini nel tuo studio , ed è ovvio che il tuo citarlo fosse parecchio “sub conditione”.
Se si decontestualizzano certe posizioni di Pasolini, allora non v’è dubbio che esse sono condivisibili; ma (fatale congiunzione oppositiva che nega nella secondaria quanto affermato nella principale) il fatto vuole sia proprio il contesto sede del vero significato. Come che sia, non sta bene parlare male dei morti; anzi, che riposino tutti in pace. Pasolini uomo non riguarda noi; il suo pensiero sì; e questo pensiero, contestualmente, è tossico.
Che dire allora di Marco Rizzo? Certamente uomo integro ed integerrimo; certamente condivisibili le sue analisi critiche alla sostanza del neoliberismo; con pari certezza da respingere in toto l’apparato ideologico da cui sorge il suo pensiero. Il che porta alla conclusione che una critica radicale al liberismo (neo o paleo che sia) rimane coerente e conclusiva anche senza lo schieramento di strumenti ideologici, se è vero che esso può essere impugnato, ad esempio, dai keynesiani; oppure da punti di vista come il mio, né comunista, né keynesiano.
Vorrei chiedere ad Enzo il permesso per una brevissima digressione sul darwinismo; proprio in margine a quanto ho scritto nello scorso post, a proposito delle differenti concezioni dello svolgersi temporale, da una parte nell’indirizzo ciclico, dall’altra, in quello lineare. Atteso che la concezione lineare del tempo nasce da una precisa interpretazione del mito biblico (che quindi non è strettamente scritturale, ma ermeneutica) che si è imposta su quella greca, avente in Esiodo il più noto esponente, (ciò atteso) i darwinisti mostrano di ignorare il debito contratto col loro peggiore nemico, la religione di derivazione abramitica. Presso tutte le culture a cosmologia ciclica, infatti, il darwinismo non avrebbe avuto terreno su cui sorgere, non avendo senso alcuno, nelle cosmologie cicliche, la nozione di “evoluzione”. Tale nozione, che a noi tutti occidentali, appare ovvia, intuitiva, diretta, attinente alla natura delle cose, in realtà n.o.n. l.o. è. affatto. Essa è figlia, piuttosto, di presupposti impliciti alla nostra cultura, delle vere petizioni di principio, ossia premesse non dimostrate; una specie di cavallo di Troia “metafisico”, come magari direbbe un Wittgenstein. Basterebbe solo questo a minare le fondamenta teoriche del darwinismo; senza minimamente entrare nel discorso biologico. Mi auguro che si riprenda a parlare di questo tema, perché sarà facile e piacevole sistemare la partita col darwinismo.
Ciao Francesco, certamente sia l’evoluzionismo che il marxismo devono molto allo storicismo che poi è frutto del tempo lineare, che come tu fai giustamente notare è proprio della religione giudaico cristiana.
La partita col darwinismo però non sarà così automatico sistemarla, è una fede materialista e difficilmente i suoi seguaci cambieranno idea, ci vorrà tempo.
Salute a te, Enzo,
il darwinismo è una religione, ed è quasi impossibile che un fedele cambi idea a seguito del confronto degli argomenti altrui.
Si discute perchè è nella nostra natura, ed anche perché, diciamocelo pure, con certi soggetti è divertente…
I figli(con relativa tonaca) del Compromesso Storico,fortissimamente voluto da coloro(in ambito ecclesiastico)che usando la Fede dei Poveri di Spirito,non possono scollarsi dal Potere Temporale hanno sepolto sotto un cumulo di rocce l’unico filosofo e pensatore,che riusciva a mettere in moto i meccanismi della Mente;idoneo ad amici e nemici.Ovvero Augusto Del Noce.La solita pessima Chiesa utile solo a gestire il potere,nulla in ambito culturale.Pessima in campo politico.ps.Notare che queste osservazioni,modestissime,non provengono da ambienti di “destra”.Semmai da un progressismo consapevole.
Divertente leggere che nonostante il “compromesso storico” a livello cinese ci siano dei probabili cinesi(hacker)che si divertono a sabotare l’inviolabile sito del Vaticano.ps.Domanda da 100 pistole:che cosa prevedevano di trovare questi baldi figli del Celeste Impero nei meandri vaticani ?
Del Noce fu, e anzi è, uno di quei giganti che si stagliano troppi alti nell’orizzonte della Storia, per poter trovare posto nelle cronache terminali del mondo che egli (pre)vide con la lucidità del vero genio.
Né reazionario, né progressista (termini antitetici di un’opposizione vuota di contenuto, e, pertanto, contenenti senza contenuto); né clericale, né laicista; tomista, miracolosamente esente dallo scolasticismo dei primi della classe. Cristiano autentico, per quel che si può desumere dalla sua modestia, schiva e pudica.
Vorrei scriverne a lungo, ma lascio la parola a un Marcello Veneziani ispirato.
Di mio solo questo aggiungo: vide da lontano lo scatenarsi di iene e sciacalli, e il debordare delle acque oscure; ci mise in guardia inascoltato e solitario.
http://www.marcelloveneziani.com/ritratti/ritratti-augusto-del-noce/
Come tutti i grandi geni abbandonato, direi perché” troppo” sincero.ps. E probabilmente chi voleva oscurarlo,anche perché troppo ingombrante ha perfettamente compiuto la sua missione(tutti quei signori che non vogliono discutere con la propria coscienza,in primis).
Francesco,dire che il darwinismo è una religione ha un senso ma relativamente.Piuttosto alcuni materialisti totali-assoluti fanno una scelta(anche se assurda) tra Darwin e Wallace(idem le sue conclusioni scientifiche).Scelgono,loro(i materialisti) Darwin(e non capisco bene perché lo ritengono uno di loro)piuttosto che Wallace.Mah la mente umana sarà grande ma anche tanto strana.
Verissimo, la mente umana ha sfaccettature oltre che bizzarre. C’è un preciso termine nella Bibbia ebraica (termine che, per quanto mi sforzi, non ricordo) che esprime proprio questo. Sta scritto che Dio, una volta fatto l’uomo, ci pensò su e mise nella sua mente un pizzico di questa specie di follia. in effetti, la cosa torna; si immagini una storia, o magari una persona, tutta logica, totalmente trigonometrica, perfettamente consistente e coerente. Una storia così vincerebbe qualsiasi insonnia; una persona così ti ridurrebbe in coma dalla noia.
Esiste una mail per comunicare con il dott. Pennetta?
Grazie
Buonasera, può scrivere a prof.pennetta@alice.it
grazie