Nel 1989 i due attivisti gay Marshall Kirk (laureato ad Harvard in Psicologia e morto in circostanze misteriose nel 2005) e Hunter Madsen (anche lui laureato ad Harvard in Scienze politiche ed esperto di tattiche di persuasione e social marketing) pubblicano il libro After the Ball. How America will conquer its fear & hatred of Gays in the 90’s (Dopo il ballo. Come l’America sconfiggerà la sua paura e il suo odio verso i gay negli anni ’90).
Il libro è oggi fuori stampa (ma è reperibile di seconda mano) e poiché non è mai stato tradotto in altre lingue è possibile che molti omosessuali non anglofoni non lo conoscano (qui se ne trova un breve riassunto). Esso illustra tutte le strategie che la comunità gay dovrà seguire per farsi accettare e sconfiggere l’omofobia (definita a volte dagli autori homohatred, cioè odio per gli omosessuali) e al tempo stesso enumera molte verità scomode per la comunità gay.
Poiché il libro è lungo circa 400 pagine ed è diviso in tre parti, abbiamo deciso di dedicare un articolo a ogni parte, più un quarto articolo dedicato alle considerazioni che si possono trarre dal testo.
Essendo gli autori uomini, l’omosessualità su cui si concentrano è prevalentemente quella maschile. A quella femminile sono riservati solo alcuni accenni.
PARTE I: PROBLEMI
Il mito del 10% e la derubricazione dal DSM
Il libro si apre affermando che la “rivoluzione gay” (il “ballo” del titolo) è fallita. Dopo le speranze degli anni ’70 e ’80, infatti, gli omosessuali continuano a non essere accettati dalla società. Tuttavia, una nuova opportunità si presenta: “Per quanto cinico possa sembrare, l’AIDS ci dà una possibilità, benché piccola, di affermarci come una minoranza vittimizzata che merita legittimamente l’attenzione e la protezione dell’America” (p. XXVII).
Ecco, quindi, alcuni dei modi in cui gli omosessuali vengono ancora “discriminati”:
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I media non coprono gli eventi gay, anche se, secondo un sondaggio del 1984, più della metà degli intervistati riteneva che la stampa desse troppo spazio ai gay;
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I cittadini (soprattutto gli studenti) non vengono educati circa la natura dell’omosessualità;
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Agli etero non interessa leggere un “trattamento serio” della vita gay (ad esempio i critici letterari non recensiscono i romanzi a tematica omosessuale);
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Agli etero non interessa guardare film o telefilm che parlano di gay e che potrebbero contribuire alla loro “educazione” sul tema;
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Non ci sono eroi gay, nel senso che se qualche personaggio famoso (del presente o del passato) è omosessuale, non viene detto.
E tutto questo, lamentano gli autori, nonostante gli omosessuali siano ben il 10% della popolazione americana (e mondiale). Gli autori, infatti, chiamano “big lie” (grande bugia), la credenza degli etero secondo cui i gay sarebbero molto pochi.
In effetti, però, è proprio così, dato che la cifra del 10% è stata smentita da tempo e che, secondo stime recenti, la comunità LGBTQ americana raggiunge poco meno del 4%.
Il famoso 10%, infatti, viene dal famoso Rapporto Kinsey sulla sessualità maschile e femminile. Il problema è che Kinsey (che, ricordiamolo, era un entomologo) raccolse molti dei suoi dati da persone che erano o erano state in prigione, o che si prostituivano. Anche la famosa scala Kinsey, inoltre, è piuttosto dubbia per attestare l’orientamento sessuale di una persona. Per di più, nel V capitolo del rapporto vi è una scheda che riguarda la sessualità dei bambini e che farebbe supporre che, per avere quei dati, Kinsey si sia servito di pedofili (come suggerito anche dal documentario Kinsey’s Paedophiles e da questo articolo ).
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Gli autori poi lamentano il fatto che, nonostante nel 1973 l’American Psychiatric Association (APA) abbia eliminato l’omosessualità dal DSM-II (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders), non considerandola più un disordine, vi è ancora chi crede che lo sia.
Ma come andarono davvero le cose con l’APA?
(Il paragrafo seguente è tratto da The Born Gay Hoax e da Homosexuality and Mental Health ai quali rimando per le citazioni in lingua originale, le fonti e ulteriori approfondimenti)
Per gli attivisti la rimozione dal DSM era essenziale per poter promuovere l’omosessualità come uno “stile di vita” equivalente a quello etero. Franklin Kameny del Gay Liberation Front disse:
“Ritengo che l’intero movimento omofilo resterà in piedi o crollerà in relazione alla questione se l’omosessualità sia o no una malattia, e in relazione alla nostra posizione a riguardo”.
Per più di due anni, quindi, gli attivisti fecero continue irruzioni durante riunioni della Commissione nomenclatura dell’APA, terrorizzando i presenti con vere e proprie tecniche da guerriglia e impossessandosi dei microfoni per leggere le loro dichiarazioni. Nel 1991 l’attivista Eric Pollard scrisse, riferendosi a quel periodo:
“Ho contribuito a creare un’organizzazione davvero fascista. Ci siamo serviti di modalità sovversive, prese in larga parte dal Mein Kampf, che alcuni di noi hanno studiato come modello”.
Uno dei motivi per cui l’APA cedette alle pressioni, nonostante l’assenza di qualunque elemento a favore della rimozione dal DSM, venne fuori nel 2007. Nel 1973 il presidente eletto dell’APA era il dottor John P. Spiegel. Nel 2007 la nipote di Spiegel, Alix Spiegel, rivelò che suo nonno era omosessuale . Così, nel dicembre 1973, tramite un referendum, l’APA votò per derubricare l’omosessualità dal DSM (si rimanda ai testi di cui sopra per l’intera storia della derubricazione, che ebbe diverse tappe). Per la prima volta nella storia della medicina, una diagnosi (o l’assenza di essa) avvenne per votazione. In pratica è come se domani, per votazione, si decidesse che l’anoressia e la bulimia non sono disturbi alimentari ma varianti dell’alimentazione, o che il disturbo bipolare non è un disturbo della personalità, ma una variante della personalità.
Gli attivisti furono i primi a riconoscere che si trattò una decisione politica e non scientifica.
Kay Lahusen: “Fu più una decisione politica che medica”.
Barbara Gittings: “Non fu una decisione medica, e credo fu per questo che avvenne così in fretta. Dopotutto, erano passati solo tre anni da quando le femministe e i gay fecero irruzione per la prima volta nelle riunioni dell’APA durante una sessione di terapia comportamentale. Fu una mossa politica”. “Ecco dove siamo arrivati in dieci anni. Abbiamo spaventato persino l’APA”.
Dottor Simon LeVay: “L’attivismo gay fu chiaramente la forza che guidò l’APA a derubricare l’omosessualità”.
Gli attivisti erano interessati a rimuovere l’omosessualità dal DSM anche per un altro motivo: solo attraverso la rimozione, infatti, potevano far passare l’idea che “si nasce così” e che la condizione omosessuale è immutabile.
In realtà, per quanto le si siano cercate, a tutt’oggi non esiste alcuna prova che “gay si nasce” e che tale condizione sia immutabile. Secondo l’ultimo rapporto del dr. Paul McHugh (il più importante professore di Psichiatria della Johns Hopkins University), ad esempio, l’orientamento sessuale sarebbe il risultato di una complessa interazione tra fattori biologici e ambientali:
“La ricerca indica che sebbene sia possibile che dei fattori genetici o innati influenzino l’emergere di attrazioni per lo stesso sesso, questi fattori biologici non possono offrire una spiegazione completa e anche i fattori ambientali ed esperienziali possono avere un ruolo importante. L’opinione più comunemente accettata nelle conversazioni popolari – il concetto del “nati così”, secondo il quale l’omosessualità e l’eterosessualità sono biologicamente innate o il prodotto di fattori evolutivi molto precoci – ha portato molti non-specialisti a pensare che l’omosessualità o l’eterosessualità siano in una data persona immutabili e interamente determinate a prescindere da scelte, comportamenti, esperienze di vita e contesti sociali. Tuttavia, come mostra la seguente trattazione della letteratura scientifica pertinente, questa opinione non è adeguatamente supportata dalla ricerca.” (ovviamente dopo la pubblicazione del rapporto di McHugh, la tollerante e scientifica comunità LGBTQ ha subito minacciato ritorsioni contro la Johns Hopkins University ).
Ma d’altronde sono gli stessi attivisti ad ammetterlo.
Il dr. Lillian Federman, che vinse anche un premio della Lambda Literary Foundation, disse: “E noi continuiamo a domandare diritti, ignorando il fatto che la sessualità umana è flessibile, comportandoci come se fossimo fissati in una categoria per sempre. […] Le ristrette categorie delle politiche identitarie traggono ovviamente in inganno”.
La scrittrice lesbica Jennie Ruby scrisse: “Non credo che lesbiche si nasca, credo lo si diventi. Il movimento dei diritti gay ha (per molte buone ragioni) adottato una politica di identità.” Nei link più sopra si possono trovare molte altre citazioni simili, complete di fonte.
Una prova che la sessualità umana è flessibile e non fissa viene da una ricerca effettuata l’anno scorso, attraverso la quale si è scoperto che le adolescenti lesbiche restano incinte da due a sette volte di più delle loro coetanee etero. Persino i maschi gay mettono incinta le donne molto più dei maschi etero (infatti lo studio mostra che gli adolescenti omosessuali o bisessuali sono molto più sessualmente attivi degli adolescenti etero). Secondo un precedente studio australiano del 2000, il 93% delle lesbiche intervistate aveva avuto rapporti con uomini.
Addirittura nel 2016 una ricercatrice dell’APA e attivista lesbica ha riconosciuto che “i gay non sono nati così”. Ma d’altronde il fatto stesso che esistano molti ex omosessuali dimostra che la condizione omosessuale non è né fissa, né genetica, e come vedremo nel prossimo articolo anche Kirk e Madsen la pensano così.
Stereotipi veri
Gli autori proseguono quindi con l’analizzare alcuni stereotipi della comunità gay, stereotipi che però essi stessi riconoscono essere veri.
Promiscuità e malattie sessualmente trasmissibili. Il primo stereotipo è che i gay sono “malati di sesso”. Leggiamo da pag, 47:
“Aimè, riguardo questo punto il mito è confermato dai fatti. C’è molta più promiscuità tra i gay (perlomeno tra i gay maschi) che tra gli etero […] e quindi le conseguenze della promiscuità – le malattie sessualmente trasmissibili – sono tra i gay da cinque a dieci volte più alte della media.”
Per quello che riguarda la promiscuità, qui si possono trovare alcuni dati, e già nello studio riportato più sopra abbiamo visto che gli adolescenti omosessuali sono più sessualmente attivi dei loro coetanei etero. Dallo studio australiano del 2000 citato prima, invece, è risultato che il 9% delle lesbiche ha avuto più di 50 uomini (mentre fra le etero solo il 2% raggiunge questa cifra).
Riguardo le malattie sessualmente trasmissibili, questo rapporto del Center for Disease Control and Prevention, conferma che gli omosessuali maschi continuano a costituire la maggioranza dei casi di AIDS (che, ricordiamolo, all’inizio si chiamava Gay-Related Immune Disorder). Come si può notare, nella fascia di età 13/24 anni gli omosessuali sono il 92% dei casi di AIDS di quel gruppo.
Gli omosessuali sono maggiormente a rischio anche per epatite (qui e qui), sifilide, gonorrea, cancro anale, diarrea cronica, herpes e altre malattie (qui e qui ).
Per quello che riguarda le lesbiche, lo studio australiano citato più su mostra che esse sono maggiormente a rischio di cancro al seno e alla cervice, di epatite C, vaginosi e obesità. Inoltre, hanno da 3 a 4 volte in più la possibilità di fare sesso con uomini a rischio sieropositività.
Salute mentale. Un altro mito confermato dagli autori è l’alto tasso di depressione, infelicità, solitudine e suicidi/tentati suicidi tra gli omosessuali. Ovviamente tali dati vengono spiegati con la discriminazione a cui sono sottoposti gli omosessuali. Tuttavia, prima di tutto (come si può leggere anche nel rapporto di McHugh) le prove a sostegno della discriminazione come causa degli scarsi esiti di salute mentale fra gli omosessuali sono piuttosto labili (si è anche scoperto che il più famoso studio sul tema, secondo cui il “pregiudizio” toglie dodici anni di vita ai gay, era stato falsificato ).
Secondo, il fatto che questi problemi sussistano ancora oggi che i gay hanno tutti i “diritti” degli etero (e anche qualcuno in più), e anche nei paesi più gay-friendly, dimostra che la discriminazione non c’entra niente (si veda qui, qui , qui e qui ).
In questo articolo ad esempio, l’omosessuale inglese Simon Fanshawe si chiede come mai gli omosessuali continuino a comportarsi da adolescenti:
“Pensiamo solo alle droghe, al sesso e all’apparire, e la chiamiamo cultura. Le cifre lasciano a bocca aperta: il 20% degli omosessuali maschi di Londra usa metanfetamina, una droga terribilmente pericolosa, e gli studi mostrano che chi ne fa uso ha un rischio due volte maggiore di diventare sieropositivo. Dal 1999, in Gran Bretagna i casi di HIV sono in aumento. Negli ultimi cinque anni, i casi di sifilide tra gli uomini omosessuali sono aumentati di 616 volte.”
Terzo, se per cadere in depressione e tentare il suicidio bastasse essere discriminati, i neri d’America avrebbero dovuto scomparire tutti durante lo schiavismo e le leggi razziali, e lo stesso dicasi per altre categorie di discriminati storici come ebrei e cattolici irlandesi.
Infine, non si può non notare come negli anni il concetto di discriminazione si sia notevolmente allargato, per cui oggi siamo arrivati al punto che il semplice dire “Non sono d’accordo con te” o “Non condivido quello che fai” viene considerato discriminatorio, e quindi l’unico modo per non “discriminare” i gay è applaudire tutto quello che dicono e fanno.
Come nasce un omofobo
Gli autori quindi ci spiegano come nasce un omofobo.
Ad esempio, immaginiamo una coppia di genitori con figli. Uno dei genitori (o entrambi) vedono in TV, o per strada, o in un’altra situazione, un gay o qualcuno che ritengono essere gay, e reagiscono in maniera negativa. Anche se la loro reazione è minima, il bambino, essendo molto ricettivo, percepisce la contrarietà del genitore, e se episodi del genere si ripetono il bambino riceve l’imprinting omofobico.
Secondo gli autori, quindi, l’omofobo è una persona che nutre un odio totalmente irrazionale e pregiudizievole verso gli omosessuali. Non pensano che possano esserci delle ragioni per cui una persona non condivide lo “stile di vita gay” o trovi disagevole vedere un film su una storia d’amore omosessuale. Gli autori, quindi, mettono sullo stesso piano il non condividere lo stile di vita degli omosessuali con il picchiare gli omosessuali. Quello che succede ancora oggi con il concetto di “hate specch”: esprimere il proprio disaccordo verso qualcuno o qualcosa viene equiparato al prendere a randellate quella persona.
I bottoni sbagliati
A questo punto gli autori passano ad analizzare i “bottoni sbagliati” (pag. 134) che negli anni precedenti il movimento gay ha premuto nel tentativo di cancellare i pregiudizi:
- La discussione, o l’aumento della consapevolezza (pag. 136). Questa tattica non ha funzionato perché, secondo gli autori, è fondata sul presupposto erroneo che il pregiudizio sia una credenza che si possa confutare argomentando, e non invece un sentimento. Essi scrivono: “Le argomentazioni contro l’omofobia o qualsiasi altro pregiudizio non possono essere vere argomentazioni nel senso aristotelico del termine: nessuno può provare che una persona non debba odiare i gay, perché questa è una questione di opinione”. E più avanti: “Per noi tentare di discutere con gli omofobi significa rischiare di portare la discussione nel loro territorio, il che darà attenzione e, implicitamente, validità a molti dei loro assunti. Per cui, se vogliamo discutere con loro, faremmo meglio a fare appello alle emozioni forti”. Quindi in pratica stanno dicendo che l’unico modo per discutere con gli “omofobi” è fare discorsi di pancia, lasciando da parte i fatti, altrimenti c’è il rischio che gli “omofobi” abbiano la meglio nella discussione.
- Combattere, o assaltare le barricate (pag. 140). Usare la violenza avrebbe l’effetto di suscitare irritazione e fastidio negli eterosessuali, e quindi come tecnica è da sconsigliarsi.
- Tattiche shock, o l’inversione di genere (pag. 144). Gli autori fanno qui riferimento alle marce del gay pride, considerate controproducenti perché rafforzerebbero troppo lo stereotipo del gay che gli etero/omofobi hanno in mente. Gli autori quindi affermano: “Quando sei molto diverso, e la gente ti odia per questo, ecco cosa devi fare: per prima cosa metti un piede nella porta, rendendoti il più simile possibile a loro; dopo, e solo dopo – quando l’unica tua piccola differenza è stata accettata – puoi iniziare a imporre altre tue caratteristiche, una alla volta” (corsivo degli autori). Proprio per questo, quindi, gli autori consigliano ai gay di dissociarsi pubblicamente dal NAMBLA (North America Man/Boy Love Association, nota associazione pro pedofilia).
I bottoni giusti
Ed ecco invece i bottoni giusti che devono essere premuti per eliminare il pregiudizio.
- Desensibilizzazione (desensitization). Se i gay riuscissero a vivere accanto agli etero in maniera visibile ma inoffensiva, alla fine gli etero smetteranno di essere “allarmati”: verranno cioè desensibilizzati. “Per desensibilizzare gli etero verso i gay e l’omosessualità, inondateli di materiale omosessuale presentato nella maniera meno offensiva possibile. Se gli etero non possono chiudere la doccia, perlomeno alla fine si abitueranno a venire bagnati” (pag. 149).
- Bloccaggio (jamming). Questa tecnica consiste nel presentare messaggi che creino nell’omofobo una sorta di dissonanza cognitiva. In breve, occorre correlare il bigottismo omofobo a tutti quegli attributi che il bigotto si vergognerebbe di possedere e a conseguenze sociali che troverebbe spiacevoli. Ad esempio, si può presentare il bigotto come una persona riprovevole che fa o dice cose “non cristiane” e viene poi criticato o zittito. Oppure si possono mostrare i gay mentre soffrono a causa dell’omofobia.
- Conversione (conversion). Questa tecnica consiste nell’inondare i media di immagini di omosessuali (da soli o in coppie) che risultino in tutto e per tutto uguali all’americano medio. Devono cioè essere indistinguibili da un etero, ma avere l’etichetta “gay” attaccata sopra. In questo modo il bigotto, vedendo una persona per la quale ha uno stereotipo positivo, proverà sentimenti ed emozioni positive, solo che in questo caso la persona in questione è un omosessuale, e così il bigotto viene “convertito”. Gli autori affermano (prevedendo possibile critiche dalla comunità gay) che si tratta di immagini menzognere, perché non tutti i gay sono indistinguibili dagli etero, ma questo non ha importanza. La menzogna viene qui utilizzata per un buon fine, e quindi è giusta.
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Nella seconda parte vedremo le otto strategie che gli autori consigliano per una campagna propagandistica di successo.
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39 commenti
Un libro che nessun attivista omosessuale conosce, perché nessuna organizzazione lgbt l’ha degnato. Per quanto riguarda la derubricazione nel 1973, va ricordato che prima c’è stato un voto interno tra gli uffici dell’APA e poi solo in seguito, su pressione degli psichiatri contrari alla decisione si arrivò al referendum. Per quanto riguarda le tattiche usate dagli attivisti si deve tenere conto, che anche neri, femministe e il movimento dei consumatori e antipsichiatra avevano fatto la loro parte, raggiungdendo delle vittorie ben prima degli omosessuali. Per quanto riguarda la questione “scienza vs. poltica” va ricordato pure che la decisione di inserire l’omosessualità nel 1952 nel DSM non era basata su nessuna base scientifica e che anche una nuova generazione di psichiatri – quella che aveva votato a favore – era entrata in rotta di collisione con quella precedente sulla scientificatà della psicoanalisi.
Si veda Homosexuality and American Psychiatry di Bayer, 1981.
Ottima sintesi. Ancora una volta in questo sito di critica “scientifica” il 90% dell’articolo è ideologia e il 10% scientifico è parziale.
Sarebbe stato utile aggiungere che l’APA ha resistito CONTRO la derubricazione, quando gli studi seminali di E. Hooker avevano scientificamente evidenziato che l’equazione omosessualità=patologia era falsa.
Ma l’autrice ha già deciso. Il voto è come votare l’anoressia come non patologia, non come votare l’isteria come patologia ginecologica come non esistente. Sarebbe bastato leggere un articolo scientifico sulla vicenda, come questo: Drescher, Jack. “Out of DSM: depathologizing homosexuality.” Behavioral Sciences 5.4 (2015): 565-575 ma qui la scienza non sembra importare.
Quanto poi all’attivismo, il fatto che nessuno tranne gli omofobi conosca questo libercolo, la dice lunga su tutto lo spessore del testo e sul perchè sia l’ennesimo tentativo di sostenere un fantomatico gombloddo.
C’è un articolo apparso su Box Turtle Bulletin, uno splendido sito di storia, cultura e sicenza gay, dove si parla di questo libro e sempre da qui ho preso l’argomentazione che “nessuno conosce questo libro”.
E’ come per il testo di Mario Mieli, che non conosce nessuno. Materiale utile per una sparata omofoba, quando la realtà delle idee delle persone di cui si parla non interessa, perchè la sentenza è già scritta, prima del processo, in qualche riga di antichi testamenti.
Sarà anche che non lo conosce nessuno, intanto il circolo gay più importante di Roma è a lui intitolato…
Allora togliamo tutte le scuole a nome di Nicola Tesla (“mai fidarsi di un ebreo”), o a Friedrich Nietzsche (“quando una donna ha ambizioni accademiche di solito c’è qualcosa che non ha con i suoi genitali”), o a Edison (“le donne nel pensiero diretto sono secoli dietro agli uomini”), o a Winston Churchill (“odio gli indiani, sono persone animalesche con una religione animalesca”), ecc. ecc.
Le persone dicono molte cose, occorre capire chi li ricorda, per quale motivo lo fa. Ecco, questo i detrattori del circolo intitolato a Mieli, non si sono mai degnati di farlo.
Di fendere le parole di Mario Mieli, sopratutto quelle riguardanti la pedofilia e coprofilia e davvero impossibile, anche circostanziandole nei tempi e contesti in cui le predicava.
Inoltre non mi pare che la persona in questione abbia altri meriti, tali da essere ricordato e portato a esempio.
Infatti nessuno le difende. Come nessuno difende le frasi di Tesla, Edison, Nietzsche o Churchil.
Mieli è simbolo perchè vittima, ricordato per il suo gesto estremo.
@Massimo, si può criticare quanto riportato nell’articolo, invece gli attacchi verso il sito sono trollaggio e comportano l’esclusione. Buonasera.
Una delle tante assurdità di questo articolo e di altri basati sull’ideologia eterosessualista è che mettere in fila le incidenze di malattie mentali e sessuali tra omosessuali dovrebbe, per chi sà quale rapporto di causa-effetto, far desistere la società dall’approvare l’omosessualità. Anche le minoranze razziali soffrono di questa disgrazia. Che fare? Invitare i neri a coprirsi il volto di bianco per rassomigliare ai bianchi come consigliavano i sudafricani ai cinesi negli anni ’60? E perché non invece puntare sulla prevenzione promuovendo modelli positivi di persone lgbt nella società?
Sì certo. Eterosessualista, omofoba, eteronormativa… altre etichette?
Wow! Questo commento sicuramente risponde punto per prunto al mio intervento.
Andrea, comincia con il cambiare atteggiamento se vuoi discutere.
Nello specifico, incidenza malattie nel mondo omo,sono descritti dei dati oggettivi, non si stanno tirando delle conclusioni.
Che sono dati oggettivi non lo escludo né lo contesto. Quello che mi chiedo è perché l’autrice li abbia elencati, o meglio “ora che siamo a conoscenza di questi dati, che facciamo?”.
Ci ragioniamo e ne discutiamo.
“Una prova che la sessualità umana è flessibile e non fissa viene da una ricerca
effettuata l’anno scorso, attraverso la quale si è scoperto che le
adolescenti lesbiche restano incinte da due a sette volte di più delle
loro coetanee etero. Persino i maschi gay mettono incinta le donne molto
più dei maschi etero (infatti lo studio mostra che gli adolescenti
omosessuali o bisessuali sono molto più sessualmente attivi degli
adolescenti etero).”
Wow! Durante l’adolescenza si fanno le prime scoperte sessuali! Avete scoperto l’acqua calda?
Sono i due autori del libro (così come molti attivisti) a dire che la sessualità umana è flessibile e che gay non si nasce.
Nemmeno etero si nasce, secondo questo ragionamento.
Infatti si nasce uomini o donne, non etero o omo.
Da quando lo sperma e l’ovulo si fondano è tutto un divenire, un percorso tra biologia e ambiente. Quando nasciamo la biologia non è che s’interrompe e prende l’avvio l’ambiente, come l’educazione dei genitori o la competizione tra pari. La biologia è sempre in atto, tanto quando impariamo qualcosa, quanto, al momento della pubertà, gli ormoni sessuali vanno a creare le caratteristiche sessuali secondarie.
Mi fa piacere che tu faccia partire la persona dalla fusione di ovulo e seme.
La biologia è sempre in atto giustamente bisogna rispettarla e la sua osservazione conferma che i sessi sono due e sono complementari, altre combinazioni non danno frutto.
E sia chiaro che sto parlando da un punto di vista biologico.
Come dire che l’attività del contadino non da frutti, perchè il frutto lo dà il seme. Certo, ma anche no.
Che da un rapporto sessuale tra due maschi non nasca nessun bambino, credo che sia un segreto di pulcinella anche tra noi gay.
La cosa “sorprendente” (per qualcuno avvezzo ad una forma mentis per cui è evidente e indiscutibile che il sole giri intorno alla terra, perchè “si vede”), è che una coppia omosessuale può svolgere il ruolo genitoriale bene quanto una eterosessuale (v. PubMed).
Certo, poi quando si osserva bene il fenomeno ci si rende conto che non è banale, che il cosmo è complesso, così com’è complessa la storia della società umana, del concetto di famiglia e di genitore, nei secoli, nelle epoche e nelle ere.
nessuno nega che due brave persone, attratte dallo stesso sesso oppure no, siano in grado di accudire un bambino.
E’ altrettanto innegabile che è più completa per un bambino l’esperienza di una relazione con un uomo e una donna, perchè i due rappresentano l’intero campionario umano, danno vita alla relazione uomo/donna (altrimenti irriproducibile) e ricalcano la biologia da cui ognuno proviene, di cui abbiamo già parlato.
No, altro dato oggettivo, persone omo sono più attive sessualmente delle persone etero, anche durante l’adolescenza, tutto qua.
Articolo molto interessante pieno di ottimi spunti di riflessione: spero la prossima pubblicazione della seconda parte.
Premetto che dobbiamo il massimo rispetto per le persone con tendenze omosessuali alla stessa stregua che lo dobbiamo per tutte le persone con tendenze autolesionistiche (hai ben visto, Emanuela, di stabilire un’analogia con l’anoressia) e non solo rispetto teorico ma reale atteggiamento di sostegno psicologico e fisico per uscire fuori o per lo meno tenere sotto controllo le loro pulsioni nocive e sempre, ovviamente, molto amore reale e amichevole affezione mentre dobbiamo rigettare con fermezza qualunque atteggiamento incapace di vedere l’essere umano presente dietro tali comportamenti autolesionistici.
Tanto per cominciare il nostro rispetto deve cominciare con l’uso di un linguaggio appropriato: definire qualcuno come un anoressico, un omosessuale, un bipolare, uno psicotico, etc, non esprime il giusto rispetto che dovremmo avere: molto meglio parlare di una persone con tendenze all’anoressia o sofferente di anoressia, di una persona con tendenze bipolari o sofferente bipolarità, una persona con tendenze omosessuali o soffrente omosessualità, una persona con tendenze psicotiche o sofferente psicosi.
Non possiamo ridurre una persona umana ad un accidente o espandere un dettaglio per generalizzarlo a tutta la sua persona, almeno chi è cristiano non dovrebbe farlo.
La precisione del linguaggio deve estendersi anche alle categorie che utilizziamo: il concetto di eterosessuale sia non esiste sia, negli umani, ripete senza ragione una realtà ovvia, il fatto che la sessualità possa solo essere tra due persone di sesso opposto. L’uso del temrine uomo e donna, maschio e femmina , sono, ognuno individualmente, sufficienti per definire la sfera sessuale. Non esiste quindi la categoria gli “eterosessuali”, come non esiste esiste la categoria di chi mangia e beve normalmente, di chi non si scarifica, di chi non si auo-castra, etc.
La nozione di omosessualità è invece un ossimoro: nella specie umana non c’è sessualità possibile tra individui dello stesso sesso. E non è l’uso degli organi sessuali che definisce la sessualità di un atto, o allora diremmo che usando di un coltello per uccidere abbiamo cucinato visto che tale coltello è un coltello da cucina: ma è il fine ricercato più o meno esplicitamente.
Esistono invece uomni e donne con tendenze omosessuali.
Vi sono poi gli atti, i quali non sono persne, anche se chi li compie ne porta responsabilità: gli atti “omosessuali” sono abominevoli, lesionistici e, oggettivamente, contro la ragione d’essere degli organi sessuali, come sono abominevoli il farsi vomitare di un bulimico per poter mangiare sempre di più, o l’atto di infliggersi ferite o suicidarsi. Dobbiamo ben distinguere quindi gli atti dalle persone che sono sottomesse a tali pulsioni.
Tutto questo per dire che quel che Emanuela ci ha descritto è la prova provata del fatto che siamo entrat in una società che non ama i suoi concittadini più deboli, che invece di autarli a vivere la loro umanità pienamente li abbandona all’auolesionismo, al degrado della loro salute mentale , fisica e morale, li mette da parte creando come una “razza” umana da parte in realtà aumentando lo stigma, anzi facendo passare lo stigma della malattia ad uno stigma della persona.
Il nsotro sforzo, a frone di questo spsostamento della finestra di Overton, deve essere quello di sempre ricordare ed insegnare alle nuove generazioni cosa significhi essere un umano vero: una persona temperante e non sottomessa a pulsioni incontrollate, una persona priudente che non si lascia adescare da discorsi propagandistici, una persona coraggiosa che sa prendersi in mano per sorpassarsi, una persona giusta che capisce il proprio ruolo nella società.
Una diagnosi di anoressia implica un profilo psicologico distinguibile. Se lei prende dei professionisti capaci e sottomette loro profili mescolati di anoressici e di persone sane sapranno significativamente fare la differenza. La tendenza all’omosessualità (o come lei la definisce, la “sofferenza”) non implica alcuna differenza significativa e questo è osservato e confermato da centinaia di studi, da E. Hooker in avanti (oltre 50 anni), come non la implica la tendenza al mancinismo.
Possiamo allora parlare di persone con tendenze eterosessuali. Qui il problema è che da un lato si ha la pretesa di definizione scientifica e dall’altra la si butta sull’ideologia e sulla metafisica.
Più precisamente sulla “tendenza”, essa presumerebbe un diverso orientamento da cui si parte. Ora, gli omosessuali non hanno lotta interiore in questo, senso. Non si “sforzano” di essere omosessuali, ma lo sono spontaneamente come lo sono gli eterosessuali. Si tratta quindi più propriamente di “orientamento”, giacchè la pulsione è analoga a quella eterosessuale. O sono “tendenze” tutte e due o non lo è nessuna.
Sulla questione poi dell’eterosessualità come unica sessualità, la stessa biologia la sconfessa, giacchè non c’è un modo solo diretto di favorire il proprio patrimonio genetico, ma chiaramente anche indiretto, soprattutto nelle specie sociali, in cui si favoriscono coloro con i quali si hanno legami di parentela.
Il sesso per altro, pare evidente, sopratutto nei primati, ma in generale nei mammiferi, ha un ruolo molto più vasto e complesso di quello procreativo e ignorare questo fatto evidente per ragioni ideologiche non fa altro che tradire l’ipocrisia di voler giustificare un fragile giudizio morale con uno pseudo giusnaturalismo.
Le analogia che lei fa confermano questo suo bisogno di giustificazione. Lei associa comportamenti di rigetto, di autolesione. Il sesso, come già detto, non è funzionale solo all’incontro di gameti e se mai l’analogia è il cibarsi per piacere anzichè per stretta necessità o il lesionarsi per fare esercizio fisico (che a livello microscopico produce micro-lesioni funzionali all’ipertrofia), nel momento in cui si osserva che lo scopo dell’azione non è semplicemente sfamarsi o muoversi, ma più ampiamente vivere la propria vita in un senso dettato dalle conseguenze potenziale dell’atto, ovvero convivialità nel caso del cibo e migliore forza fisica nel caso dell’allenamento. In breve, gli organi sessuali non servono solo a fare figli e la società tutta è in larga parte governata dal loro uso e presenza.
L’analogia inoltre che lei fa tra omosessualità e il generale egosimo e cinismo che è sempre più frequente nella società è del tutto ottusa. Gli omosessuali infatti chiedono PIU’ legami, più responsabilità (l’obbligo di fedeltà dalle unioni civili ha preteso di toglierlo Alfano). In questo quadro è quanto meno assurdo dire che gli omosessuali parteciperebbero allo sfaldarsi della società, mentre è l’esatto contrario. Giova inoltre notare che gli omosessuali sono da sempre parte della società vessata e discriminata e che la loro protezione entri in un progetto di emarginazione dei deboli è ancora più assurdo. Analogamente assurdo è associare gli omosessuali a chi è tollerante verso l’immigrazione selvaggia, ma almeno questo fino ad ora ce lo siamo risparmiati…
Vero che tra gli omosessuali c’è un problema di superficialità nei rapporti, vero che il “love is love” è una cosa assurda, perchè ci si lega per gli altri, non per la coppia, ma è altrettanto vero che questo è un problema per TUTTI e non solo per gli omosessuali (come lo era la GPA o l’utero in affitto). Peccato che per certuni, specie per omofobi e più in generale per i moralisti, i problemi diventano evidenti solo quando li osservano nell’altro, nello “xenos”, nello straniero e questo è tipico degli xenofobi, categoria che raccoglie omofobi e razzisti, spesso nella stessa persona.
Allora fatti scientificamente oggettivi non importano rispetto ad una votazione voluta per ragioni ideologiche (v. APA e chi ha voluto la votazione contro le evidenze) e un libercolo che nessuno conosce diventa la radice di una teoria del complotto.
La tendenza all’omosessualità (o come lei la definisce, la “sofferenza”) non implica alcuna differenza significativa e questo è osservato e confermato da centinaia di studi: infatti avere una tendenza non implica attuare tale tendenza ma ciò è vero anche per chi ha tendenze all’anoressia ma le controlla e non le attua. La differenza invece appare pienamente appena attuano la loro tendenza.
Possiamo allora parlare di persone con tendenze eterosessuali : questa frase non la capisco, immagino che vuoi dire “parliamo allora di uomini e donne”.
Ancora una frase tua incomprensibile “Ora, gli omosessuali non hanno lotta interiore in questo, senso. Non si “sforzano” di essere omosessuali, ma lo sono spontaneamente come lo sono gli eterosessuali. “. Forse dire “Ora, le persone con tendenze omosessuali non hanno lotta interiore in questo, senso. Non si “sforzano” di avere tendenze omosessuali, ma lo sono spontaneamente come lo sono gli uomini e le donne”, ma in questo caso sono d’accordo con te, Massimo, in quanto anche chi ha tendenze all’anoressia non ha una lotta interiore per “diventare” anoressico, ma lo è “spontaneamente”. Chiunque è malato non lotta per essere malato, casomai, se sano di mente, per sanare la propria malattia e poter diventare un uomo e una donna non malati.
Ancora una frase tua senza significato ”Sulla questione poi dell’eterosessualità come unica sessualità, la stessa biologia la sconfessa… “, traducendo, immagino che tu voglia dire “Sulla questione poi della sessualità come unica sessualità, la stessa biologia la sconfessa,” … il che è un’ovvia ridondanza e il tuo discorso sul lato sociale non la contraddice ma la suppone.
”Il sesso per altro, pare evidente, soprattutto nei primati, ma in generale nei mammiferi, ha un ruolo molto più vasto e complesso di quello procreativo” concordo con te non c’è dubbio alcuno, in quanto la sessualità, cioè la tutta sfera delle relazioni sessuali (quindi tra uomo e donna) implica l’insieme delle personalità coinvolte. Nel caso dell’uso di organi sessuali per fini non rilegati alla sessualità, ma a varie forme di auto o omo-erotismo, dobbiamo riconoscere che escono dalla sfera sessuale in quanto tale e rimangono in una sfera erotica non propriamente sessuale: come già detto se uno usa di un coltello da cucina per ammazzare non può dire decentemente che cucinava pe ril solo fatto di … tagliare: restiamo realistici.
”In breve, gli organi sessuali non servono solo a fare figli e la società tutta è in larga parte governata dal loro uso e presenza.” Bella frase, i coltelli non servono solo a preparare i pranzi in famiglia, e la società tutta è in larga parte governata dal loro uso e presenza: questo è molto profondo ma non aggiunge niente ad una miglior comprensione del giusto uso dei coltelli e, mutatis mutandis, degli organi sessuali.
Incomprensibile questa frase tua ” Gli omosessuali infatti chiedono PIU’ legami, più responsabilità (l’obbligo di fedeltà dalle unioni civili ha preteso di toglierlo Alfano). “. La riscrivo sperando di chiarirci: “Le persone con tendenze omosessuali chiedono più legami, più responsabilità (l’obbligo di fedeltà dalle unioni civili ha preteso di toglierlo Alfano)”: francamente non vedo in cosa le persone con tendenze omosessuali dovrebbero avere più legami e responsabilità che gli uomini e donne che essi stessi sono. “Le persone con tendenze anoressiche chiedono più legami e più responsabilità” … ma sulla base di che cosa? Sono supercittadini? Hanno invece diritto di chiedere alla società di aiutarli a combattere queste loro tendenze se possibile, o perlomeno a minimizzarne gli effetti nefasti per loro stessi e per la società. Se poi, intendi che perennizzare una situazione lesionista è una cosa buona, allora non mi rovi d’accordo: se uno ha tendenze alla bulimia non lo metto, per legge, nell’obbligo di vivere in una pasticceria, se uno ha tendenze alla pedofilia non lo gli posso imporre di vivere fedele con bambini, se uno ha tendenze omosessuali non posso imporgli di vivere con persone dello stesso sesso, il rischio in tutti questi casi essendo sempre quello di invischiarsi sempre di più nelle proprie tendenze e, Dio non voglia, commettere atti lesionisti su loro stessi o su altri.
Non vedo cosa c’entri il discorso “scientifico”: intendi forse tutti li gli studi di proctologia?
Tengo duro, come mi chiede la piattaforma, il mio commento è in attesa di moderazione…Come se qui i commenti fossero “moderati” 🙂
Provo con google, forse un problema del mio accout diretto? Mah…
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Vedo dal sistema che il mio precedente commento è bloccato, forse troppo lungo, perchè cita tutto il precedente, abbrevio.
Prima di usare termini con precisi significati psicologici dovresti studire la psicologia o citare delgi esperti.
Da come parli sembra che tu non conosca l’esistenza delle lesbiche, ci cono si uomini che donne omosessuali.
Inoltre hai deciso che si tratta di una malattia, una tendenza. Non fa una piega, peccato che la premsessa sia tutta da dimostrare. Come vedi la frase illogica è la tua, perchè parti da un presupposto contraddetto da chi le malattie e la biologia le studia.
Poi insiti a riformulare le mie frasi, ma se vuoi fare un monologo pubblica un altro commento. Io ho detto quello che ho detto, ovvero che la sessualità come la intedi tu è bigotta e irrealistica, ovvero da “non lo fo per amor mio ma per dare un figlio a Dio”.
Sei tu che hai un’idea irrealistica e innaturale della sessualità. “Ragionando” come te non dovremmo nemmeno baciarci, perchè la bocca è fatta per mangiare. Assurda infatti è l’idea di dire che l’erotismo non è sesso. Puoi tenerti la tua definizione, ma allora non stai parlando della realtà, ma del tuo mondo, in cui le persone dicono quello che vuoi e hai ovviamente ragione.
I coltelli sono fatti da uomini come te. La natura ha creato uomini come te. Pretendere di capire ciò che ti ha generato come ciò che generi è come pretendere di sapere cosa gli altri vogliono dire e chiudere con questo il discorso. Mi spiace ma che gli organi sessuali non servano solo a fare figli è e resta una evidenza con cui devi fare i conti se prentedi pure di giudicarne moralmente l’uso.
Quante alle coppie, che paragoni a singoli, vaneggiando di anoressici e pasticceri, certo, se non capisci la differenza tra uno e due penso che la discussione rischi di essere lunghina. Sorvolo quindi su questo banale concetto nella speranza che ci arrivi da solo.
La ragione per cui si riconosco i legami affettivi è l’interesse sociale al consolidare i legami tra persone e sopratutto tra le famiglie di origine. Le coppie sanno benissimo che sono tali e i diritti dei figli prescindono dalle scartoffie. Viceversa la società trae giovamento da queti ponti. Per essere uno che si lamenta che la società si sfibra sembri capire ben poco di cosa la fondi.
Resta tuo onere provare che l’omosessualità (piuttosto che il cattolicesimo…) sia nociva al pari di anoressia, pedofilia o altri assurdi paragoni che possono venire in mente ad un’omofobo.
Sullo sfondo resta l’affetto spontaneo onesto e sano di adulti omosessiali che dsiderano stare assieme e offire il loro legame quale ponte per tutte le persone che li conoscono. Ancora più indietro ci sei tu straparli di anoressia, pedofilia, coltelli, effeti nefasti, gombloddi, bulimia, pasticceria e non possono che provare pena per te e per il tuo Dio alieno che ti fa sragionare in questo modo.
Se non ci vedi nulla di scientifico in questo sito, allora siamo in due.
Tralascio le tue frasi dove offendi invece discutere (il che non mi soprende da parte di persone che non hanno più tanti aromenti) e mi limito a commentare quelle tue frasi “sensate”:
Non sono io che decido se una atteggiamento è secondo natura oppure no, ma appunto la “natura”: ad esempio è nella natura umana essere capaci di decodicificare facilmente le situazioni della vita quotidiana, vi sono però persone che, benché ricevano correttamente tutte le informazioni dai loro cinqe sensi, sono molto confusi nel fare un’analisi corretta della situazione data e quindi anche della vita e dell’ambiente e si comportano in modo poco sociale: sono chiamati Aspergers per metonimia (il che non mi piace, perché rifiuo identificare un essere umano ad un suo accidente). Queste persone possono compiere atti “contro” la loro natura di umani: ad esempio isolarsi, focalizzarsi morbosamene su certi dettagli e così via di seguito.
Nel caso di una persona con tendenze omosessuali abbiamo una chiara analogia : ricevono gli stessi “dati” che tutti gli uomini e donne, hano la stessa intelligenza (ma così anche coloro affetti da Apserger) ma non riescono a relazionarli che molto confusamente con la loro sessualità, genitalità, il che li può portare coloro tra loro che non praticano le virtù umane ad lasciarsi andare ad atti contro, appunto, la natura umana.
Adesso, è anche ovvio che è parte della natura umana poter essere malati, confusi, Asperger, omosessuali cioè essere affetti da accidenti che impediscono il pieno realizzarsi di tale natura: ciò non vuol dire che tali accidenti debbano essere ricercati, coltivati, sviluppati, ma per quanto possibile, devono essere eradicati o, per lo meno, diminuirne le conseguenze.
Quano all’erotismo: questo è un campo che include, o piuttosto interagisce con la sessualità, ma non si esaurisce in essa: vi è erotismo non sessuale, e vi è sesso non erotico. Ovviamente in questi due casi ci possiamo fuori di quel che dovrebbe essere la sessualità per noi umani e cioè sempre un incontro erotico e viceversa.
Auto-erotismo o omo-erotismo (che poi sempre è una forma di auto-erotismo in finis) trastulla sì gli organi genitali ma fuori da una relazione sessuale anche se all’interno di spazio erotico: siamo proprio nella confusione, cioè nell’impossibilità, per chi si dà a tale tipo di attvità, di far connettere il reale con l’immaginario, il sesso con l’erotico, l’oggettività con la soggettività. Capita, ma non è la natura dell’uomo.
Quanto alla nozione di amore, il discorso è più sottile e complesso: tra eros, agape, filia, storge, anteros, himeros, porthos e thelema ci sarebbe da fare un’analisi approfondita. Non c’è dubbio che ci possa essere filia tra persone dello stesso sesso con o senza tendenze omosessuali: vasto discorso, ma è sbagliato voler legiferare sulla base di tendenze che sono deviazioni della natura umana, in quanto il dovere della società è di massimizzare la felicità dei propri cittadini per quanto possibile e non condannarli a delle relazioni umanamente sbilanciate e, quindi, fondamentalmente insoddisfacenti. Probabilmente gli attivisti dell’ideologia omossessualista si sono scelti come nomignolo “gay” perché l’immagine che irradiano è esattamente il contrario e che il metodo Coué funziona spesso, almeno all’inizio.
Se ti comporti senza rispetto non è che puoi pretenderne molto di più. Sottolineo che non ti ho affatto insultato, ma ti ho usato cortesia quanta tu me ne hai riservata. Tu per primo non hai avuto rispetto delle mie frasi, che con pedanteria hai riscritto, in un assurdo dialogo con te stesso pretendendo una ragione che non hai.
La diagnosi di Asperger è psichiatrica, l’Asperger è raramente socialmente funzionale, ha un handicap che nei rapporti quotidiani causa difficoltà a lui e alle persone che ha intorno. Inoltre il suo profilo psicologico è chiaramente diverso da quello altrui. I mancini non hanno questi problemi nè profili psicologici significativamente diversi e lo stesso gli omosessuali.
Che poi a te dia fastidio vedere uno che usa la mano sinistra o bacia un altro uomo, è un problema tuo, evidentemente, perchè ti ostini a fare analogie tra chi ha e causa problemi e chi non ne ha.
La natura la sa più lunga di molti, soprattutto di chi non la studia. I biologi hanno sul tema parere molto diverso dal tuo. Il tuo è giusnaturalismo piuttosto fragile.
Sulla genitalità, un omosessuale non è più in difficoltà di un eterosessuale. Quasi tutti gli omosessuali possono avere relazioni eterosessuali a “livello genitale” (ed ecco perchè in epoche in cui erano forzati erano “invisibili” agli esperti, che per ciò sull’argomento esperti non erano, V. E. Hooker). Anche un eterosessuale può avere esperienze omosessuali. Il punto è l’affetto, ovvero l’orientamento.
Sull’erotismo ancora fai forzature al limite dell’assurdo. Sesso senza erotismo è impossibile per il maschio attivo e violenza sessuale per gli altri. L’eros è essenziale all’erezione. Assurdo poi che il sesso omosessuale sia “auto”, per quale ragione? E non lo sarebbe pure quello etero quando c’è contraccezione, ovvero quasi sempre? Il sesso è una chiara forma relazionale, anche se non procreativo e tu lo neghi qualifica chiaramente lo spessore della tua lezione di giusnaturalismo.
Lezione poi culminata con ” il dovere della società è di massimizzare la felicità dei propri cittadini per quanto possibile e non condannarli a delle relazioni umanamente sbilanciate e, quindi, fondamentalmente insoddisfacenti”. Come quelle di cui accennavo sopra? Quella per cui molti omosessuali si sono suicidati, hanno fatto la disperazione di mogli non amate o sono stati sottoposti a elettroshock? Hai un concetto strano di “massimizzare la felicità”.
Lo stato dovrebbe stare fuori dalla camera da letto dei cittadini e dovrebbe avere il dovere di riconoscere pulsioni virtuose e responsabili, soprattutto quando vengono da sentimenti onesti e profondi che creano legami solidi e utili a irrobustire il tessuto sociale.
Caro Massimo ho riscritto le tue frasi perché quel che tu esprimi usa segni (ad esempio eterosessuale) che non hanno nessuna corrispodenza con il mondo reale e non vedo cperché dovrei lasciamri mettere nel tuo inbuto ideologico: anzi è sommo rispetto da parte mia cercare di tradurre quel che affermi in un linguaggio intelleggibile sul quale sia possibile applicare logica e buon senso.
Il profilo psicologico di un uomo o di una donna affetti da tendenze omossessuali è indubbiamente differente da quello degli altri uomini e donne non affetti: se non fosse altro appunto quanto ai suoi centri di interesse erotici, quindi questa grande differenza con gli Apsergers non la vedo, la connessione tra chi sono ed il reale non si fa normalmente in ambo i casi, in particolare vi è massima confusione tra la sfera erotica e quella sessuale.
Ovviamente fai apposta di confondere la nozione di natura usata nei miei commenti (che è principio operante) con la nozione di natura in quanto insieme degli esseri viventi e non: quindi non mi spreco una contro-risposta al soggetto.
“Sesso senza erotismo è impossibile per il maschio attivo e violenza sessuale per gli altri. “ :ancora una frase incomprensibile tipica della subcultura dalla quale provieni, immagino, già non capisco cosa sia un maschio attivo: vuoi fforse parlare di uomo potente o impotente? Tu confondi attrazione fisica con erotismo apparentemente: ma le due cose sono concetualmente e fisicamente due meccanismi diversi: ti manca proprio il relazionare in armonia il mondo fisico con quello psicologico.
Se le persone con tendenze omosessuali si suicidano non è di certo a causa della società ( cf i numeri dei loro suicidi in Svezia, società molto tollerante verso chi è affetto da queste tendenze) ma in quanto vivono male la differenza tra chi sono fondamentalmente (natura umana) e le loro tendenze (accidenti): ci sono persone che hanno un locus di responsabilià interno (coloro che assumono in prima persona le proprie scelte giuste o sbagliate che siano) e coloro che l’hanno esterno ( che rigettano su terzi le conseguenze delle loro scelte). DIre che i suicidi o il loro malessere sia la colpa della società rileva chiaramente di questo meccanismo: in fin dei conti, voler sforzarsi a credere che cedere alle proprie tendenze sia una cosa buona, implica sempre una fattura da pagare prima o dopo. Lo stesso abbiamo con gli obesi: se una tendenza alla bulimia non è controllata, facile dire che è colpa dello sguardo della società sulla propria “ciccia” che è causa del proprio malessere.
E sono d’accordo con te che lo Stato non ha da mettere il suo naso nelle camere da letto: ragion per la quale non ha da legiferare al soggetto.
Caro Simon, il mondo reale non è quello che decidi tu, ma più evidentemente quello di tutti. Il fatto stesso che tu ti ostini a negare l’esistenza dell’omosessualità, relegandola a “tendenza” manifesta il fatto che quello che non applica la logica e il buon senso sei tu, piuttosto che l’intera comunità di psicologi, biologi, medici e in generale la società tutta. Nei hai quindi parecchia di strada da fare e rovesciare le mie frasi a poco gioverà alla fragilità dei tuoi argomenti, come la pretesa che la natura faccia come pare a te, quando te ne appropri riducendola al tuo soggettivo “principio operante”, che è in netta contraddizione con quanto si può osservare.
Ti invito a trovare un articolo che smentisca E. Hooker. Fino ad allora la tua frase “Il profilo psicologico di un uomo o di una donna affetti da tendenze omossessuali è indubbiamente differente da quello degli altri uomini e donne non affetti” è falsa o il test in questione potrebbe essere usato per distinguere (e discriminare) soggetti di ogni tipo, quindi la differenza non sarebbe significativa da un punto di vista della salute mentale, ma “altro”, che per te e solo per te sarebbe significativo.
Un maschio potente senza spinta erotica non lo è agli occhi di chi lo giudica. Un chiaro esempio di come tu giudichi le cose, ovvero dal tuo punto vista, in cui le cose sarebbero in armonia se sono come vuoi tu, ancora contro le evidenze (e.g. esistenza di persone omosessuali, ruolo della sessualità ben aldilà della riproduzione, ecc.). Le mie frasi sono chiare, se non sei in grado di argomentare le supercazzole serviranno a poco, ma per me possiamo benissimo chiudere su di esse, perchè hanno il valore dialettico dell’opposizione dogmatico del fondamentalista: “per me è così e basta”.
Il malessere non è solo suicidio e il fatto che tu ignori la sofferenza rispetto a sentimenti non vissuti, all’inganno di mogli non spontaneamente amate, al continuo negare della propria identità la dice lunga su come tu possa giudicare la c.d. “massimizzazione della felicità”. Che un obeso poi sia tale per problemi esterni al suo essere, è quasi sempre vero, quindi anche qui prendi un’altra cantonata. Vero è pure che gli omosessuali che soffrono per la loro omosessualità sono vittime di persone che pretendono di massimizzare la loro felicità incuranti della loro natura. Basti constatare che il tasso di suicidi e tentati suicidi tra i soggetti sottoposti a c.d. “terapia riparativa” è nettamente maggiore rispetto a quelli non ad essa sottoposti.
Per lo meno siamo d’accordo sul ruolo dello Stato. Stabilito che la pratica sessuale non rileva, il matrimonio serve a sancire il legame tra le famiglie dei coniugi e quindi ha senso a prescindere dal loro sesso e diritti e doveri discendenti da tale principio.
Ma secondo me quello che si dovrebbe capire (e sarà evidente nei prossimi articoli) è che le varie “lobby” e i “movimenti per i diritti di” non rappresentano le persone che dicono di rappresentare. Così come la maggior parte delle donne non si sente rappresentata dalle istanze del movimento femminista (che delle donne se ne frega), allo stesso modo la maggior parte degli omosessuali non è rappresentato dall’attivismo gay e dalla “comunità lgbt”. Questa lobby ha messo su un castello immane di bugie, alle quali vuol far credere non solo gli omosessuali ma anche il resto della società, e chiunque dissenta (etero o gay che sia) viene subito bollato come omofobo, hater, o rappresentante di una cultura “eterosessualista” o “eteronormativa”.
Massimo, i tuoi commenti vengono eliminati non perché tu dica chissà che “verità scomoda”, ma perché offendi, minacci e fai intimidazioni.
Ti trovi in un sito raffinato, frequentato da scienziati, filosofi, professori e ricercatori, non è il classico sito “alla youtube” dove entrano anche i bimbi di 7 anni cominciando a scrivere con le “k” al posto delle “c” e giocando a chi è più offensivo conoscendo a malapena le tabelline.
Non sei su “Uomini e Donne” dove le persone si mandano a quel paese con il minimo sforzo intellettuale e poi si sentono “vip”.
Se permettessero a te questo tipo di commenti, dovrebbero permetterli a chiunque e questo danneggerebbe il livello culturale del sito stesso, che mostrerebbe per lo più commenti dettati dalle pulsioni che da uno scambio razionale e virtuoso di idee.
Se non riesci a controllare queste pulsioni, se non le razionalizzi, se ti fai travolgere da certe emozioni, evita di frequentare certi siti, per favore.
Questa è una piattaforma che non permette di essere insozzata di commenti volgari, offensivi, sciocchi e intimidatori.
Poi anche questa storia dell’ ipocrisia e della censura su Pennetta è posta con un atteggiamento maleducato e infantile.
Tu scrivi che Pennetta scrive “fake news” e che merita di essere censurato per questo. Ma devi motivare il tuo giudizio su Pennetta, non puoi offendere qualcuno dandogli del falsario senza aver nemmeno argomentato.
Poi anche la questione della censura è mal posta.
Nel tuo caso sei stato censurato per maleducazione, nel caso di Pennetta si avrebbe una censura per motivi ideologici e politici e nemmeno argomentati.
Motivi che vanno ad intaccare gravemente la ricerca scientifica e filosoficamente, con ripercussioni per giunta antropologiche e sociali.
Non stanno sullo stesso piano.
E comunque non dialoghiamo a prescindere con chi palesa emozioni ostili e vendicative perché sappiamo che non può realizzarsi nessun dialogo in un terreno simile.
Se riesci a razionalizzare queste emozioni, se riesci a esprimere le tue idee educatamente e razionalmente, noi ti reputiamo aperto al dialogo, leggiamo molto volentieri le tue idee e le discutiamo insieme.
Se invece vuoi che questo sito sia un canale dove sfogarti e dire cattiverie, hai sbagliato posto.
Grazie Emanuela per questo articolo interessantissimo e ricco di citazioni che permettono di approfondire l’argomento.
Papa’…papà…dove stavi quando ti cercavo?