“Un governo del terrore funziona nel complesso meno bene del governo che, con mezzi non-violenti, manipola l’ambiente e i pensieri e i sentimenti dei singoli, uomini donne e bambini.”
da Ritorno al Mondo Nuovo, Aldous Huxley, 1958
Dal blog “Di male in meglio”
Di Arianna Pomozzi
E lei gli parlava della musica soave che esce da una cassetta e di tutti i giochi piacevoli ai quali si può giocare, e delle cose deliziose da mangiare e da bere, e della luce che si fa quando si preme un piccolo bottone nel muro, e delle immagini che è possibile capire, sentire e toccare così come si vedono, e di un’altra cassetta che produce i buoni odori, e delle case rosa, verdi, azzurre, argentee, alte come montagne; e tutti erano felici, e nessuno era mai triste o adirato, e ciascuno apparteneva a tutti gli altri, e delle cassette in cui si poteva vedere e sentire ciò che succede dall’altra parte del mondo, e dei bambini chiusi in graziosi nitidi flaconi – tutto era nitido, niente cattivi odori, niente sporcizia – e la gente non si sentiva mai sola, ma tutti vivevano insieme allegri e felici come durante le danze estive lì a Malpais, ma molto più felici, e la felicità c’era ogni giorno, ogni giorno …
da Il Mondo Nuovo, Aldous Huxley, 1932Un governo del terrore funziona nel complesso meno bene del governo che, con mezzi non-violenti, manipola l’ambiente e i pensieri e i sentimenti dei singoli, uomini donne e bambini.
da Ritorno al Mondo Nuovo, Aldous Huxley, 1958
Quando ho letto, solo di recente, Il Mondo Nuovo di Aldous Huxley, scritto nel 1932, mi sono chiesta sinceramente come in tutti questi anni possa essermi sfuggita da sotto il naso una cosa del genere. Sì, avete letto bene, “cosa”, perché non saprei definire quest’opera dato che ormai, per chi ha cognizione di cosa io stia parlando, è fuori da ogni ragionevole dubbio che trattasi non di semplice romanzo distopico fantasociale ma sembrerebbe più di essere stati catapultati in piedi di fronte ad un progetto preciso, un libretto di istruzione di quello che sarà il mondo futuro, il nostro.
L’autore immagina (o suggerisce?) un mondo dove non c’è più traccia di alcuna religione, Dio è morto ed è stato sostituito anche nei culti (che ricordano più certo panteismo e spiritualismo deista) da Ford, l’anno zero sarà quindi il 1908, anno in cui viene lanciato il modello T della Ford, la stessa T che avrà sostituito il simbolo della Croce cristiana. Non esistono più stati, divisioni o confini geografici ma un unico centro amministrativo, Londra, e semplici distretti amministrativi che fanno sempre capo a Londra, un mondo dove sarà semplicissimo muoversi in pochi minuti ma omologato nei servizi, nelle tendenze e negli svaghi, sotto ogni punto di vista. Londra è anche il centro della produzione in serie degli esseri umani, dove, grazie alla manipolazione genetica degli embrioni, vengono prodotti in laboratorio e già alla nascita suddivisi in caste, con colori e prestazioni fisiche differenti, a seconda del ruolo che dovranno occupare e del lavoro che dovranno svolgere in una struttura sociale super organizzata ma tutti assolutamente uguali tra loro e soprattutto perfetti. Questi individui verranno condizionati fin dalla nascita anche psicologicamente attraverso l’utilizzo di tecniche di comunicazione adeguate come l’ipnosi e i messaggi subliminali, fin dall’infanzia verranno addestrati alle pratiche della sessualizzazione precoce, come la masturbazione, la pornografia e i rapporti sessuali indiscriminati fin da piccolissimi perché quello che assolutamente non dovranno fare è praticare sentimenti di unione, di affetto o di fedeltà per un solo individuo. In un sistema siffatto naturalmente il concetto di famiglia e quello di genitori che ne consegue sono scomparsi, ritenuta, la famiglia, una pratica arcaica e anzi un luogo restrittivo e nocivo per la felicità dell’uomo, il quale deve tendere solo al soddisfacimento dei bisogni immediati, dei piaceri e del godimento individuali: sono banditi dal linguaggio comune le parole che richiamano la famiglia o la vita coniugale e soprattutto la parola “madre” con tutto il suo valore di fecondità che si porta dietro, tant’è che le donne del mondo nuovo indosseranno con disinvoltura sociale una cinta malthusiana e saranno addestrate fin da piccole alle pratiche e agli esercizi malthusiani. Ad essere bandita è anche la storia e tutto ciò che viene dal passato che possa rivelarsi portatrice di verità e bellezza umana: l’intera opera di Shakespeare che sarà il linguaggio adoperato dal Selvaggio, essendo gli unici libri con cui egli è cresciuto, comparirà tra i libri proibiti. Ad essere vietati ancora, sono soprattutto i sentimenti di disagio, la sofferenza, il dolore, il senso di solitudine, tutto ciò che è imperfetto e che limita la realizzazione di una piena felicità, a questo scopo la droga sarà istituzionalizzata, una droga perfetta senza effetti collaterali, pronta all’uso nei momenti di possibile sconforto o infelicità. Così come il concetto di vita, anche quello di morte è stato trasformato, banalizzato, svuotato di ogni senso, più in linea con il presente, l’unico tempo possibile, tanto che le persone andranno a morire volontariamente (cremate), perché condizionate a questo fin dalla nascita, prima di diventare vecchi, la vecchiaia e la malattia, che con la “madre”, saranno altri tabù del mondo nuovo. Quello che emerge è quindi un mondo perfetto, limpido e organizzato, volto al piacere e alla felicità immediata, realizzato non attraverso costrizioni o l’uso della forza militare ma semplicemente attraverso il condizionamento psichico effettuato con precise tecniche di comunicazione che inducono gli individui stessi ad accettare la loro condizione stabilita per loro fin dalla nascita, senza nulla a pretendere, dove desiderio e ribellione non esistono, dove però il prezzo da pagare sarà altissimo, quello della verità e della libertà stessa.
Mi fermo qui, perché davvero non vi ho raccontato niente e ancora non conoscete niente di quella terribile e fredda vicenda che si cela dietro questo romanzo o meglio, direi, dietro questo personaggio che è l’autore stesso, Aldous Leonard Huxley. Vi resterà da leggere la sua biografia, la sua e della sua famiglia, e fare i giusti collegamenti con le sue opere, questa in particolare. Sì, perché, in questa avventura letteraria, a dire il vero, quello che mi ha colpito maggiormente, non è stato tanto il racconto ma l’analisi lucida, oggettiva e distaccata che lo stesso Huxley farà della sua opera più di vent’anni dopo, nel constatare egli stesso l’avvento della sua attuazione già nel suo di tempo, il 1958, attraverso il saggio Ritorno al Mondo Nuovo, che oramai si trova sempre allegato nella stessa pubblicazione dell’opera del 1932. Per quanto ne dica certa critica, solo ad una lettura superficiale può sembrare che l’autore voglia evitarci il peggio, attraverso consigli e considerazioni su tematiche specifiche che stanno prendendo piede nella modernità, egli ci parla di sovrappopolazione, droghe, libertà di pensiero, tecniche di persuasione di massa, bioetica, supremazia della tecnica e controllo sociale ma una lettura più attenta ci mostra una perfetta dimestichezza da parte dell’autore con le materie trattate, così come, attraverso una conoscenza maggiore della sua storia, la sua e della sua famiglia, sarà invece difficile non credere che egli stesso abbia in qualche modo contribuito alla realizzazione di quella società distopica descritta nel suo romanzo. Dal suo saggio viene fuori tutto il suo cinismo, il pessimismo e la sfiducia nei confronti di un’umanità che non può salvarsi attraverso il progresso e la scienza, la stessa scienza, quella pura, che anche nel racconto sarà ridotta e piegata all’applicazione tecnica e finalizzata al mercato consumistico, temi quelli di Huxley, molto cari ai transumanisti per cui rimane un punto di riferimento imprescindibile. Ricordiamo che Huxley, oltre ad essere un fervente ateo, darwinista e malthusiano convinto, fu anche fratello di Sir Julian Sorell Huxley, primo direttore dell’UNESCO, e presidente per diversi anni della “Eugenetics Society”, noto per i suoi studi finalizzati alla rifondazione della teoria genetica all’interno della teoria darwiniana della selezione naturale. In certa cultura progressista di origine sessantottina, Aldous Huxley viene ricordato soprattutto per il suo breve saggio Le porte della percezione, il quale ha avuto il merito di sdoganare nella società moderna l’utilizzo delle droghe per il raggiungimento di stati psichici alterati vicino al misticismo: diventerà infatti il padre spirituale di certa cultura hippy vicina alla spiritualità orientaleggiante e ai miti della New Age, venendo citato da diversi artisti che in qualche modo a quel periodo e a quell’esperienza si rifanno, dai The Doors (il cui nome è un omaggio all’opera) a Franco Battiato.
A dire il vero, sono giunta a questa incredibile scoperta letteraria grazie ad un altro interessantissimo libro, il saggio di Enzo Pennetta dal titolo inequivocabile L’Ultimo Uomo – Malthus, Darwin, Huxley e l’invenzione dell’antropologia capitalista in cui l’autore ci conduce lungo la storia dell’ideologia progressista che ha sorretto, anche attraverso la manipolazione occulta, una certa visione di progresso, dell’uomo e dell’umanità fino a condurci ai più recenti esperimenti di ingegneria sociale come il controllo delle nascite e la teoria gender. Enzo Pennetta, da scienziato cattolico, traccia soprattutto la storia del potere, quello che divide il mondo tra ricchi e poveri, quello delle élite e del materialismo dei potenti del mondo moderno che vedono nella religione un ostacolo alle loro ambizioni di dominio e supremazia nei confronti dei più deboli: lo fa però opponendo al darwinismo non il creazionismo, come certo bigottismo laico potrebbe essere indotto a pensare, ma attraverso l’analisi storica e scientifica dei fatti che ha visto, ad un certo punto nella storia, strumentalizzare politicamente e culturalmente l’opera di Charles Darwin creando i presupposti di quello che oggi chiamiamo “darwinismo sociale”, ovvero la teoria per cui il concetto di lotta per la sopravvivenza verrà trasposta dal regno animale direttamente a quello umano in modo da giustificare l’introduzione di teorie e politiche economiche antisociali e antiumane che da quel momento in poi tracceranno la nostra storia e saranno la base delle stesse politiche ultra-liberiste dei nostri giorni, quelle della concorrenza e della mano invisibile del mercato che si autoregola, responsabili di quel disastro economico, culturale ed esistenziale che è oggi sotto gli occhi di tutti.
Il libro di Pennetta, come dal titolo e dalla stessa immagine di copertina tratta dal film “Salò e le 120 giornate di Sodoma” è anche un omaggio a Pier Paolo Pasolini, per il quale, il tema di un nuovo tipo umano creato e modificato antropologicamente dal mercato (modificando la percezione culturale della biologia stessa), come nessun altro fascismo era riuscito a fare, fu un tema centrale di tutta la sua poetica, dai saggi e gli scritti fino al cinema, dove al centro c’è il corpo dell’uomo con la sua sessualità, il corpo sociale e l’alienazione adoperata dal modernismo, dalla globalizzazione e dal mercato dei consumi sulla purezza delle culture primitive, dell’umanità e dei sentimenti, lo stesso materialismo che, come in Pennetta, spazzerà via dalla cultura contemporanea il senso del sacro, valore fondamentale per la sopravvivenza di un’umanità autentica. In un suo scritto, Pasolini dichiarerà: “(…) mi pento dell’influenza liberalizzatrice che i miei film eventualmente possano aver avuto nel costume sessuale della società italiana. Essi hanno contribuito, infatti, in pratica, a una falsa liberalizzazione, voluta in realtà dal nuovo potere riformatore permissivo, che è poi il potere più fascista che la storia ricordi. Nessun potere ha avuto infatti tanta possibilità e capacità di creare modelli umani e di imporli come questo che non ha volto e nome. Nel campo del sesso, per esempio, il modello che tale potere crea e impone consiste in una moderata libertà sessuale che includa il consumo di tutto il superfluo considerato necessario a una coppia moderna. Venuti in possesso della libertà sessuale per concessione, e non per essersela guadagnata, i giovani – borghesi, e soprattutto proletari e sottoproletari – se tali distinzioni sono ancora possibili – l’hanno ben presto e fatalmente trasformata in obbligo. L’obbligo di adoperare la libertà concessa: anzi, d’approfittare fino in fondo della libertà concessa, per non parere degli «incapaci» o dei «diversi»: il più tremendo degli obblighi. L’ansia conformistica di essere sessualmente liberi, trasforma i giovani in miseri erotomani nevrotici, eternamente insoddisfatti (appunto perché la loro libertà sessuale è ricevuta, non conquistata) e perciò infelici.”
Huxley omaggerà il Mein Kampf come esempio eccezionale di propaganda per l’imbonimento delle masse sotto la dittatura nazista, la stessa ammirazione l’avrà per lo stesso Adolf Hitler, a cui riconoscerà il genio nell’ideazione di quell’architettura perfetta sui cui sarà costruito il superstato nazista insieme al fatto stesso che Hitler amò della Chiesa il suo potente apparato amministrativo e burocratico perfettamente gerarchizzato, escludendo invece l’aspetto propriamente religioso, essendo costui totalmente avverso al Cristianesimo. In Ritorno al Mondo Nuovo Huxley scriverà che per governare un popolo bisognerà partire dall’origine e cioè dalla sua stessa biologia e per prima cosa si dovranno attuare quelle tecniche specifiche di condizionamento culturale per l’accettazione del nuovo stato di cose, ammettendo che ad uno stato di forte libertà sessuale e dei costumi corrisponde sempre e inevitabilmente una mancanza di libertà di pensiero e di opinione. E’ quella antropologia capitalista di cui parla, anche sulla scia di Pasolini, Enzo Pennetta nel suo libro, la quale prende piede attraverso l’utilizzo di una polizia del pensiero, di quella psicodittatura che, in questo nostro tempo, è sotto gli occhi di tutti: dalla televisione ai giornali, passando per i social network e la rete, viviamo una cappa oscurantista, un senso di soffocamento culturale adoperato dalle élite e dal potere che con leggi specifiche che toccano palesemente la censura, vogliono far passare concetti, idee, visioni e nuovi modelli umani (in linea con il nuovo progresso capitalistico) a sostegno del pensiero unico dominante, quello del mondo globalizzato diviso in caste con un centro unipolare, quello del dominio politico ed economico dell’oligarchia anglosassone, portatore di quel progetto di ingegneria sociale caro al Mondo Nuovo, dove non c’è più spazio per il diverso, l’unicità, il pensiero libero e dissidente.
Solo l’amore umano può salvarci.
Arianna Pomozzi – Dimaleinmeglio
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12 commenti
“un nuovo tipo tipo umano creato e modificato antropologicamente dal mercato come nessun altro fascismo era riuscito a fare”, questo passaggio, su un articolo peraltro rilevante, merita un commento. È sorprendente come per citare un sistema di condizionamento sociale forte e pervasivo si citi il fascismo, che, anche culturalmente, fu una dittatura moderata e permissiva, e non si si usi, mai, il termine, storicamente più giustificato di “comunismo”!
Se ci sono stati sistemi politici che hanno tentato di controllare ed etero dirigere, tramite i più raffinati metodi di coercizione, gli esseri umani questi sono stati i regimi che si ispiravano a tale ideologia!
Questo accade nella generalità delle analisi che mi capita di leggere e questo articolo non fa eccezione!
A mio parere, questo è l’ effetto, di una sorta di sottomissione culturale al marxismo cui, in particolare il mondo cattolico si è assoggettato, e che, tramite l’ omissione dell’ analisi di errori ed orrori dello stesso, ha reso incapace la radice cattolica della nazione a reagire efficacemente al pensiero unico ateo e relativista del “progressismo”, che ha le radici maggiori, anche se non uniche, in questa ideologia!
Condivido l’affermazione pur apprezzando l’articolo. Se si ripete a lungo una cosa inevitabilmente essa fa parte dell’ambiente in cui viviamo. Non esiste ambiente privo di condizionamenti. I cattolici in Italia si sono fatti condizionare dalla paura. Quando ero ragazzino i dirigenti comunisti erano scomunicati, pochi anni dopo, in previsione di una loro vittoria, la solfa era cambiata. In Germania, per identiche ragioni (paura) “better red than dead”, immaginatevi perché declinato in inglese. Oggi viviamo nella paura dell’Islam, ben nascosta, quindi odiando Oriana Fallaci, Magdi Allam, e pochi altri coraggiosi.
I buonisti pacifisti sono feroci col nemico, quando sono in tanti. Don Abbondio era solo una pecora, questi mordono.
Quanto all’ Islam sta accadendo oggi quello che avvenne otto decenni addietro con il nazismo, si liscia il pelo del lupo pensando di rabbonirlo, quando si capirà che non serve sarà troppo tardi!
A me sembra proprio che aver usato il termine al plurale implichi il superamento della questione sollevata, è come se ‘fascismo’ sia ormai diventato una categoria che non indica esclusivamente il ventennio e così è generalmente percepito.
Il termine fascismo usato come sinonimo di violenza e di sopraffazione politica viene dalla retorica resistenziale che per sessanta anni ha continuato a martellare sul termine.
Retorica che ha fatto credere che l’ Italia sia stata liberata dai partigiani e non dall’ America ( mai un ringraziamento il 25 aprile per i tanti ragazzi che non hanno riattraversato l’ Atlantico)! Retorica che ha cercato di celare che ampie frange della resistenza intendevano sostituire il fascismo non con la democrazia, ma con una dittatura ben più feroce!
Retorica che ha cercato di nascondere che buona parte degli integerrimi antifascisti del dopoguerra erano stati entusiasti fautori del braccio destro alzato!
Gentile dottor Pennetta se insisto sulla precisione e sui contenuti del linguaggio che usiamo è perché ritengo che certi termini, usati e abusati per scopi ideologici, finiscano per perdere la loro efficacia descrittiva.
Bisognerebbe che tutti quanti facessimo uno sforzo per sottrarci al colonialismo ideologico del pensiero dominante che si attua anche attraverso le parole!
Una volta tanto concordo col dott. Pennetta.
Il termine fascismo indica tutti gli “ismi” che si sono succeduti nella storia, intesa come imposizione ideologica dall’alto, e formazione/deformazione delle menti. Ci si può leggere dal Comunismo al Nazismo all’islamismo etc etc.
Sul fascismo italiano , ancora dopo 70 anni , non si è tutti d’accordo , quindi venire qui a presentare l’ennesima versione di parte direi che non sia il caso. Se nell’uso comune è divenuto sinonimo di coercizione, se ne faccia una ragione e magari una qualche motivazione ci sarà.. In ogni caso ognuno si tiene le sue convinzioni.
L’articolo parlava di ben altro, e come al solito mi sembra che ci si concentri sul dito, e non sulla luna.
..concordo con la critica costruttiva che hai sollevato…bastava che l’autrice avesse usato il termine “totalitarismi” e la parola sarebbe stata più consona…perché ciò avrebbe compreso il totalitarismo ex URSS ( mai giudicato dalla storia ) quello si che aveva come presupposto la creazione di un uomo nuovo…dalle ceneri dell’Essere in sé sussistente…
Parole,parole,parole……Cosa ci vuol fare! Il Popolo Italiano fu ammaliato,conquistato da una parola magica:Assegni Familiari ! Oltre al pensare di distaccarsi da quel tipo di “socialismo”degli anni venti,trenta e dal liberalismo capitalistico percui eccitò un popolo che vedeva il passaggio dal mondo rurale a quell’industria , che in effetti “dopo”verrà.
Tradito da una guerra(da una serie di guerre) impossibile da vincere, ha cercato(il popolo italiano) “una vendetta”(anche contro se stessi,perchè prima fascisti) nel peggiore nemico.Traditi da un Capo pieno di parole che colpivano il cuore e la mente,per tutti L’INVINCIBILE!
Ciao Arianna. Ti cito
“quellla psicodittatura che, in questo nostro tempo, è sotto gli occhi di tutti: dalla televisione ai giornali, passando per i social network e la rete, viviamo una cappa oscurantista, un senso di soffocamento culturale adoperato dalle élite e dal potere che con leggi specifiche che toccano palesemente la censura, vogliono far passare concetti, idee, visioni e nuovi modelli umani (in linea con il nuovo progresso capitalistico) a sostegno del pensiero unico dominante, quello del mondo globalizzato diviso in caste con un centro unipolare, quello del dominio politico ed economico dell’oligarchia anglosassone, portatore di quel progetto di ingegneria sociale caro al Mondo Nuovo, dove non c’è più spazio per il diverso, l’unicità, il pensiero libero e dissidente”
Mi sembra che tu metta un po tutto insieme, concetti e fatti diversi.
Intanto il “soffocamento” culturale fatto dalla cultura dominante è sempre esistito al mondo . Per almeno 1000 anni come si può negare che sia (per esempio) stato il cristianesimo ad avere una egemonia culturale ed anche fisica e reale, ben più totalizzante di quanto siano ora altri pensieri?
E’ vero che esiste una visione capitalistica e finanziaria della società che sembra ormai egemone, ma è anche vero che nessuno impedisce a questo come ad altre migliaia di blog di esistere e coltivare pensieri diversi. Tu ed il tuo poterti esprimere ne siete prova. Se avessi provato a fare una cosa simile 300 anni fa, proclamando urbi et orbi idee diverse da quelle della cultura dominante , ti sarebbe stato impedito (come pensiero, ed anche come donna)
E questo riguarda anche la tua frase sullo “spazio per il diverso, l’unicità di pensiero libero e dissidente “. Il problema è che probabilmente si considera solo il proprio pensiero come degno di essere espresso. Non mi sembra che mai , nel corso dell’umanità, ci sia stata così tanta libertà di esprimersi. Il problema semmai è l’opposto! Cioè troppa offerta di troppi pensieri diversi, e quindi l’impossibilità di approfondirne i dettagli e sedimentarne le caratteristiche, e discernere quelli migliori. Ma solo parlando di testate giornalistiche, cartacee o online, limitandoci alla galassia cattolica, non credo che ci siano meno di qualche centinaio di proposte (solo in italia) , forse di più.
Tutti possono esprimere il proprio pensiero dissidente, e non a caso abbiamo avuto recenti esempi di vittorie pubbliche di quello che sembrava un pensiero perdente ! (Trump, Brexit , etc etc) . Che poi sarebbe curioso sapere cosa c’è di eversivo e dissidente (e anche di veramente cattolico) nel pensiero di Trump, un miliardario capitalista “doc” plurifallito, pluridivorziato e pluririsposato, che qualcuno sta presentando come se fosse una novella Madre Teresa di Calcutta. Ma questo è un altro discorso..:-) )
Salve
P.S Bellissima la frase di Pasolini. Peccato che in vita la stessa parte politica che oggi lo scopre (o lo riscopre) lo considerasse soltanto un omosessuale comunista-sinistroide un po pornografo, che “ha fatto la fine che sotto sotto si era cercato”. Lui, come Oriana Fallaci e tanti altri, marchiati dal giudizio sulla propria vita privata e sulla propria origine anarchico-socialista, erano in realtà anni luce avanti agli altri. Ma qualche volta vestivano con l’eskimo , e allora….guai!
Il suo secondo Vangelo Secondo Matteo è stato prima contestato e censurato, salvo poi in tempi recenti venir considerato dall'”Osservatore romano” : “il miglior film su Gesù mai girato”. Meglio tardi che mai.
Evitiamo di guardare il dito invece della luna. Giustissimo. Guardando dove punta il dito possiamo anche accorgerci che a volte indica la luna in cielo, altre volte la luna nel pozzo. Ciò premesso, segnalo un libro che tratta un argomento affine: il condizionamento dei giovani fin da bambini:
“Solitudine digitale” Manfred Spitzer, Corbaccio. Spitzer è anche l’autore di “Demenza digitale”. Può piacere o no. E’ un medico psichiatra, non è obbligato a essere popolare. Incidentalmente: hanno ben tentato di zittirlo ed anche questo non mi pare sia fuori tema; chiedo scusa: O.T.
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