La rivendicazione dei diritti delle donne è stata fin dal principio strumentalizzata per altri fini.
La vera lotta delle donne passerà solo per un riconoscimento di questo dato e da un conseguente rifiuto delle passate e attuali strumentalizzazioni.
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La festa della donna nacque dal congresso dell’Internazionale socialista che nel 1907 si riunì per discutere tra altre questioni anche quella, ma la liberazione della donna era solo uno strumento come altri per l’affermazione del socialismo, nella rivendicazione del suffragio universale fu infatti esclusa la collaborazione con le donne borghesi che lottavano per la stessa richiesta:
“…il Congresso votò una risoluzione nella quale si impegnavano i partiti socialisti a «lottare energicamente per l’introduzione del suffragio universale delle donne», senza «allearsi con le femministe borghesi che reclamavano il diritto di suffragio, ma con i partiti socialisti che lottano per il suffragio delle donne”.
Fonte Wikipedia
Il vero motivo per il quale la festa si celebra l’8 marzo è perché in quella data nel 1917 ebbe inizio la Rivoluzione russa di febbraio che vide anche lo svolgersi di una manifestazione di donne che chiedevano la fine della guerra. Ma sull’origine della data si sono poi sviluppate delle credenze errate che continuano a prevalere sulla verità. Sempre da Wikipedia:
La connotazione fortemente politica della Giornata della donna nelle sue prime incarnazioni, le vicende della seconda guerra mondiale ed infine il successivo isolamento politico della Russia e del movimento comunista nel mondo occidentale, contribuirono alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie Cotton o Cottons avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente verificatasi in quella città il 25 marzo 1911, l’incendio della fabbrica Triangle, nella quale morirono 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini, in gran parte giovani immigrate di origine italiana ed ebraica). Altre versioni citavano la violenta repressione poliziesca di una presunta manifestazione sindacale di operaie tessili tenutasi a New York nel 1857, mentre altre ancora riferivano di scioperi o incidenti avvenuti a Chicago, a Boston o a New York.
Nonostante le ricerche effettuate da diverse femministe tra la fine degli anni settanta e gli ottanta abbiano dimostrato l’erroneità di queste ricostruzioni, le stesse sono ancora diffuse sia tra i mass media che nella propaganda delle organizzazioni sindacali.
Da quegli inizi le donne non hanno smesso di essere strumentalizzate, la tristemente nota Margaret Sanger si fece paladina dell’aborto. Da “Inchiesta sul darwinismo”:
Margaret Sanger (1879-1966) è ignota ai più, ma la sua influenza è molto superiore alla sua notorietà; la sua vicenda testimonia la continuità tra il pensiero eugenista di cui furono portatori H.G. Wells e J.S. Huxley e le successive politiche di birth control promosse da diverse agenzie internazionali.
Il primo evento di rilievo che vide protagonista Margaret Sanger fu la fondazione, nel 1917 a New York, della Bcr («Birth Control Revue»). L’anno successivo la Sanger si trasferì in Inghilterra, dove incontrò Wells, del quale sarebbe divenuta l’amante. Quest’ultimo nel 1935, in occasione di un discorso alla Barber’s Hall di Londra, ebbe a dire di lei: «Quando sarà scritta la storia della nostra civiltà, sarà una storia biologica e Margaret Sanger ne sarà l’eroina». Come “eroina” della nostra civiltà Margaret Sanger era però molto particolare; Wells, autore dell’Open Conspiracy, nel 1935 era evidentemente d’accordo con le politiche eugenetiche da lei portate avanti fino a quel momento; nel 1939 l’eroina Sanger avrebbe inoltre proposto il “Negro Project” per la riduzione della popolazione di colore negli Usa. Nel 1921 Margaret Sanger aveva fondato la Abcl (American Birth Control League), istituzione che nel 1925 promosse la Sesta Conferenza Internazionale Neo Malthusiana e per il Controllo delle Nascite. Tra gli aderenti dell’Abcl figurerà anche Eleanor Roosevelt. Nel 1922 la Sanger pubblicò The Pivot of Civilization [Il cardine della Civiltà] in cui riuniva teorie neomalthusiane ed eugenetica; il libro recava la prefazione di H.G. Wells. In quello stesso anno si svolse la Quinta Conferenza Internazionale Neo Malthusiana, a cui la Sanger prese parte. Nello stesso anno si sposò con il petroliere Noah H. Slee, che divenne finanziatore del movimento per il birth control.
Nel 1927 organizzò a Ginevra una Conferenza mondiale sulla popolazione finanziata dal marito e dalla Fondazione Rockefeller; la successiva si sarebbe tenuta solo nel 1954 a Roma, organizzata sotto l’egida dell’Onu. Alla conferenza di Ginevra parteciparono tra gli altri J.S. Huxley e John Maynard Keynes. Nel 1929 fondò l’Ncflbc (National Committee on Federal Legislation for Birth Control). Nel 1952 fondò a Bombay, divenendone presidente fino al 1959, l’Ippf. Da tale successione di eventi appare dunque evidente che la comparsa di una tendenza verso il birth control nel secondo dopoguerra non era un evento nuovo. Si trattava in realtà del riaffiorare di un fenomeno carsico la cui sorgente risiedeva nel pensiero eugenetico maturato in ambienti fabiani negli anni Venti e Trenta.
La stessa Sanger ricorda, in The Pivot of Civilization, l’importanza rivestita da Annie Beasant, che abbiamo incontrato alle origini della Fabian Society, tra i pionieri del movimento di controllo delle nascite. La forte caratterizzazione eugenetica del controllo delle nascite emerge anche dal suo libro Woman and New Race del 1920, in cui auspicava l’avvento di una nuova, migliore razza americana: «Questo è l’inizio. Le donne si scuotono dalla loro schiavitù. Affermano il proprio diritto ad essere libere. Nella loro libertà, il loro pensiero va alla razza». Una dichiarazione dalla quale emerge una strana associazione tra l’emancipazione femminile e i programmi eugenetici, un’associazione non dichiarata che verrà riproposta in seguito per veicolare tali programmi.
Margaret Sanger fu la fondatrice della Planned Parenthood, quella istituzione che dopo aver promosso l’aborto persino quello a “nascita parziale” (termine della neolingua per indicare un infanticidio) e avrebbe finito col vendere al miglior offerente parti di feti umani in un macabro commercio dalle finalità oggettivamente ignobili e poco chiare. Per quessto “merito” la Sanger, definita un’eroina dalla Planned Parenthood, è stata posta dalla rivista LIFE tra i 100 americani più importanti del XX secolo.
Ma l’esempio più sensazionale di sfruttamento e di autentico raggiro delle legittime aspirazioni delle donne è rappresentato dalla campagna orchestrata da Edward Bernays per vendere loro il veleno delle sigarette, era il 1929:
….nel 1929, durante la tradizionale parata di Pasqua che si svolge a Broadway, Bernays assolda un gruppo di suffraggette che al momento convenuto estraggono e si accendono le sigarette di fronte al pubblico e ad una troupe di giornalisti avvertita appositamente per l’evento. All’indomani l’esito è quello sperato: le sigarette sono ribattezzate «torce della libertà», un simbolo di emancipazione femminile. Il vero scopo dell’iniziativa, puramente commerciale, è rimasto nascosto.
Da “L’Ultimo uomo”.
Donne sfruttate per fini politici, tradite per avere i loro soldi a scapito della salute, un movimento strumentalizzato fin dall’inizio. E ancora i diritti delle donne verranno identificati non con quello ad una maternità assistita e garantita, la salute riproduttiva non sarà la salute loro ma la possibilità di abortire (altro mirabile successo della neolingua) verrà loro facilitato l’accesso al lavoro ma non la scelta di non lavorare per dedicarsi ad altro se questa fosse la loro volontà.
L’ultima umiliazione arriva con l’artificioso abbinamento delle rivendicazioni delle donne con le battaglie dei movimenti LGBTQ sull’imposizione dell’ideologia del Gender (sì quella che viene applicata ma che dicono che non esiste, come la Mafia nel film Jonny Stecchino). E così il MIUR che dovrebbe occuparsi di scuola promuove con una circolare un sito LGBTQ delegato alla distribuzione di materiale didattico e all’organizzazione di concorsi.
Sfruttate per propagandare la Rivoluzione socialista, strumentalizzate per attuare l’eugenetica, vendute all’industria del tabacco e infine usate per le campagne a favore del gender e per vendere il loro utero per dare i loro figli a ricchi gay.
Povere donne, tradite da sempre da chi dice di volerle liberare.
Il primo gesto di vera ribellione sarebbe di rigettare tutti gli 8 marzo, giornate basate su un falso racconto, rifiutare le commerciali mimose, diffidare di tutte le manifestazioni organizzate e cominciare ad affermare giorno per giorno i loro diritti di donne che non vogliono assomigliare agli uomini, diritti di esseri umani, senza farsi dire da altri quali sono.
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4 commenti
Ottimi spunti per riflettere! Dovremmo indire (visto che vanno di moda le giornate di questo e di quello) ‘la giornata della donna che desidera somigliare alla Vergine Maria’, troppo lungo o fuori moda?
Io di questa giornata salvo tutto quel che porta di buono, indipendentemente dalle derive identificate nell’articolo. Può farci meditare tutti, uomini e donne di buona volontà, riguardo alle tante discriminazioni del genere femminile che ancora ci portiamo dietro e che possiamo contribuire a superare… E allora sarà giornata della donna ogni giorno, senza più bisogno di celebrarla. Utopia la mia?
Da uomo sposato con una donna (oggi bisogna precisare) nonché padre di bizzosa prole, mi domando come si possa perseguire una emancipazione della donna a scapito della gioia della maternità. Una bischerata (mi si scusi il francesismo) solenne che fa comodo solo a lor signori adoratori del PIL che col ricavato si possono mantenere mogli, serve e ganze a volontà.
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