Una rivoluzione attraversò la vita di Alessandro Luterani: era diventato una star.
Dopo l’intervista con Burelli e uno straordinario articolo su Nature, ci fu un’esplosione di richieste e inviti. Il Nuovo Darwin passò dal mondo accademico al mondo divulgativo fino a quello popolare in pochi giorni. Prima tutti i giornali, poi tutte le reti televisive, dal digitale al satellitare.
All’inizio portava Angelo sempre con sé, ma questi non amava le luci della ribalta e preferiva restare a casa e far fare tutto ad Alex. “Meglio così, vorrei evitare che venisse trattato come un fenomeno da baraccone” era quello che si ripeteva sempre il Nuovo Darwin, ma egli per primo non sapeva fino a che punto fosse sincero.
In un tempo sorprendentemente breve, dalla biologia evolutiva Alex era passato a diventare un riferimento per ogni sorta di campo d’indagine. Cominciavano col chiedergli come immaginava la Scienza e la Tecnologia dopo cento anni, ma inevitabilmente gli chiesero anche di Economia e Politica. Inutile dire che gli chiesero anche di religione, ma ebbe la furbizia di non offrire un’opinione precisa, così da non inimicarsi nessuno. Dopo pochi mesi gli ponevano domande anche di Arte, Musica e Cucina.
Fu piacevolmente costretto a viaggiare tantissimo perché tutti i paesi civilizzati facevano a gara a prenderselo come professore onorario in una propria università e come direttore in un proprio centro di ricerca. Per questo motivo ormai vedeva raramente Henry ed Angelo e aveva trasformato il suo laboratorio, già ex-biblioteca, in un bunker con password d’accesso segretissima, per proteggere da ogni forma di minaccia la sua cara I.E.M..
“Non è ancora giunto il momento di costruirne una copia”, diceva a tutti quelli che gli chiedevano se avrebbe concesso il suo utilizzo ad altri scienziati per ripetere il suo e realizzare altri esperimenti, “e per fortuna nessuno dei miei paper ha tutte le informazioni necessarie affinché qualcuno possa ricostruirla autonomamente nel proprio garage” era la battura che ripeteva ormai in continuazione.
Nella sua nuova vita da Nuovo Darwin non aveva più rivisto Viola, ma non gliene importava più: dimenticate presto le osservazioni che gli aveva fatto Angelo a proposito della sua storia con Sara, in ogni albergo di ogni città in cui viaggiava riusciva sempre a non dormire da solo: poteva avere donne di ogni ramo della Scienza e della Finanza, o comunque la prima che gli capitava che lo riconosceva perché l’aveva visto in televisione.
Un po’ per patriottismo, un po’ perché se lo meritava, il paese in cui lo trattavano meglio era comunque l’Italia. “Noi abbiamo uno strano (perché ingiustificato) senso di inferiorità in tutti i campi che non siano turismo e cucina”, disse ad Henry in una conversazione telefonica precedente ad un suo raro ritorno a villa Giver, “eppure non stiamo affatto messi male in molte altre cose, per esempio la ricerca. Ma i più non lo sanno e quando vado in una città o trasmissione italiana mi trattano con reverenza inferiore solo a quella nei riguardi del papa o del Presidente della Repubblica”.
Si trovava in un taxi quando stava facendo quella conversazione. Aveva deciso di prendersi qualche settimana di vacanza per scegliere con calma in quale università stabilirsi professionalmente oppure se restare libero da impegni e scrivere un libro sulla sua vita e la sua visione del mondo.
Giunto al cancello d’ingresso della villa, notò molti capannoni, tendoni e veri e propri padiglioni nel giardino che introduceva alla villa. Dovunque c’erano persone che non stavano un attimo ferme, alcune erano vestite di stracci, altre indossavano divise o pettorine. “Che cosa diamine mi sono perso?!”, pensò Alex quando scese dal taxi, ma era troppo stanco per indagare ed era sicuro che sarebbe bastato chiederlo ad Henry.
Fece un po’ di fatica a farsi spazio tra la gente, doveva fermarsi spesso perché la strada era completamente bloccata e ad un certo punto dovette addirittura far passare una barella.
Quando finalmente giunse al portone, dovette suonare il campanello molte volte prima che una serva lo aprisse, quindi chiuse subito il portone alle sue spalle spingendolo con la schiena per chiudere fuori tutta quella confusione. Si tolse gli occhiali da sole che aveva preso l’abitudine d’indossare per non farsi riconoscere per strada e cercò Henry con lo sguardo. Lo vide in cima alle scale che si innalzavano davanti l’ingresso, vestito in modo eccentrico come sempre, ma ora c’era qualcosa di nuovo.
La novità era quella più ovvia, Alex era il Nuovo Darwin, per cui, finalmente, Henry non l’avrebbe mai più, nemmeno involontariamente, guardato dall’alto in basso.
“Finalmente ci rivediamo, eh, Alex? Stai sempre sull’Olimpo e ormai non ti si vede più tra i comuni mortali”, lo salutò così Lord Giver. Henry scese le scale e gli strinse la mano: “Allora, detto tra noi, pensi che te lo daranno un premio Nobel?”. Alex si limitò a sorridere, ma il suo silenzio era chiaramente un “più sì che no”.
Fece credere che preferiva parlare d’altro: “Henry, non indovinerai mai chi mi ha invitato a cena per dopodomani!”
“Il prof. Burelli?”
“Macché, la sua voglia di assorbire parte del mio successo è stata stroncata dopo due giorni. Lui non è me, giornalisticamente non è la stessa cosa. Tu conosci Albert Einstein?”
“Che domande, sì!”
“Bene, sai il nome di uno dei suoi professori universitari?”
“Ehm…no”
“Nemmeno io, ovviamente. No, sono stato invitato a cena nientedimeno che dal Presidente Alfieri”
“Accidenti, Alex! È come se mi avessi rubato l’ultima figurina introvabile di un album di calciatori! Sai cosa si dice di lui? Che le sue mani giungono più lontano di dove arrivi lo sguardo”
Il Presidente Alfieri era un uomo ricco e potente anche per uno come Lord Giver. Lo chiamavano tutti “Presidente” non perché fosse il Presidente del Consiglio dei Ministri, ma perché da che tutti ne avevano memoria era sempre stato “Presidente di qualcosa”: di una fabbrica, di un’industria, di una multinazionale, di una corporation. Era nell’aria una sua discesa in politica…in particolare una sua ascesa in una carica tutt’altro che provinciale.
Mentre Alex ed Henry discutevano su quali altri personaggi importanti potevano essere stati invitati alla cena di Alfieri, si sentiva da fuori un brusio crescente che si trasformò in un mix di urla, schiamazzi e applausi.
“A proposito, Henry, mi spieghi che cosa sta succedendo là fuori? La tua villa sembra diventata un campo profughi!”, chiese Alex mentre provava a capirci qualcosa guardando da una finestra.
“In questo momento staranno festeggiando Angelo”
“Perché? Non è passato ancora un anno dall’esperimento, se volessimo attribuirgli una data di compleanno.”
“Infatti non è né il suo “compleanno” né l’onomastico, questi festeggiamenti in suo onore li fanno due o tre volte al giorno”. Henry non mise nessun particolare sentimento in quest’ultima affermazione, mentre Alex era ancora più confuso di prima: “Perché lo festeggiano sempre?! Che cosa ha fatto?”
Henry si sedette su una poltrona vicino al portone d’ingresso per far capire ad Alex che era giunto il momento di un suo monologo.
“Vedi, Alex, è iniziato tutto alcuni mesi fa, poco dopo l’ultima apparizione di Angelo in televisione. Eravamo rimasti praticamente solo io e lui, ma pure io viaggio spesso per lavoro, così un giorno dico ad Angelo “Angelo, ormai sei grande e responsabile, per cui ti darò una certa quota di soldi una volta alla settimana, cioè una paghetta. Usa con saggezza questi soldi, ma sappi comunque che potrai considerarli tuoi e potrai spenderli come meglio credi”. Non ho voluto esagerare, gli dò 2000 euro a settimana. Mi aspettavo che li spendesse per vestiti, libri o giocattoli…o torte al cioccolato, invece li ha spesi per aiutare le prime persone in difficoltà che incontrava per strada”
“Lasciami indovinare, Henry, ha iniziato con i poveri più vicini ed ora tutti i derelitti vengono a casa tua?”
“Di più, Alex. Angelo metteva da parte quello che non spendeva, così che ha potuto comprare strumenti da pronto soccorso per medici ed infermieri che paga part-time per aiutare al meglio le persone più in difficoltà. Siccome viviamo in una “valle di lacrime”, la voce si è sparsa presto, per cui ora, rispetto ai professionisti, prevalgono i volontari”
“Sembrava strano che riuscisse a fare tutto questo con 8000 euro al mese”, sentenziò Alex
“Certamente ci sono molte persone che lasciano delle offerte, anche generose, a quella che credono sia un’associazione; la chiamano “Associazione Angelo” oppure solo “Doppia A”, ma in realtà Angelo non ha mai fondato niente, è solo lui che aiuta chi può. Molti sono così poveri che di fatto devono la propria sopravvivenza alla Doppia A. La Chiesa locale è impazzita, lo trattano da rock star. Per questo puoi sentire questi festeggiamenti due o tre volte al giorno”.
Henry si rialzò dalla poltrona perché era terminato il suo monologo (in genere preferiva gli aforismi).
Alex comprese meglio la situazione, ma continuava a ritenerla una storia incredibile. Pensò che dopo una bella doccia avrebbe fatto un giro in giardino per vedere di persona Angelo in azione nella sua Doppia A.
Circa mezz’ora più tardi, uscì dall’ingresso sul retro della villa e trovò diverse tende anche lì, separate da una lunga tavolata. “Sembra la Caritas”, pensò, perché in quella zona si serviva ai tanti bisognosi che frequentavano la villa un pasto caldo, acqua e pane; per i più piccoli anche la frutta. Dal momento che quelli che servivano alla mensa erano tra i pochi che non si muovevano in continuazione nello svolgere il proprio compito di volontariato, Alex fece il giro della tavolata e si avvicinò ad una donna che serviva i primi piatti: “Buongiorno, mi scusi, sono un amico di Angelo, sa dirmi dove posso trovarlo?”
“Qui siamo tutti amici di Angelo e tutti lo vogliono trovare. Angelo però è quello che più di tutti non sta un attimo fermo; mi dispiace, non so dirti dove si trova in questo preciso momento”
“Grazie lo stesso…ma lei ci ha mai parlato con Angelo? Come le sembra?”
Il volto di quella donna si illuminò: “Sì, un paio di volte, è un ragazzo d’oro, sempre felice, sempre sorridente. Ha un cuore più grande di questa villa. Credo che sia un santo ma guai a dirglielo! È una persona umilissima!”
“Non l’è mai sembrato, dal modo in cui parla, un po’ infantile per la sua età?”
La donna sembrava essersi offesa: “Infantile?! Magari fossimo tutti infantili come lui! Badi a come parli! Ma lei chi è scusi? Si allontani, che devo andare a prendere una nuova pentola…”. La donna sparì di colpo e andò verso un fornello a gas a qualche metro di distanza dietro la tavolata. Alex si sentì stupido e disorientato, per cui stette due minuti con le mani tra i capelli per farsi venire un’idea per trovare e soprattutto trattenere Angelo dalla folla. Trovò un’unica soluzione. Si spostò verso un ragazzo che distribuiva bottigliette d’acqua e gli disse: “Scusami, ragazzo, potresti farmi una grande cortesia? Puoi spargere la voce che il papà di Angelo è qui e che lo sta aspettando nella sua stanza dentro la villa? Grazie”
“Il padre di Angelo è qui? Davvero? Sarà un padre fiero di lui! D’accordo, farò spargere la voce, ma non credo che si potranno incontrare nella villa”
“Perché no? Dentro è vuota e silenziosa”
“Silenziosa sì, ma vuota no: Angelo ci tiene tutti i senzatetto che non hanno un posto per dormire, tutte le stanze tranne la cucina, quella di Lord Giver e l’ex-biblioteca sono occupate. Se non fosse che quello scienziato pazzo lo tiene sigillato, sarebbe di grande aiuto aprire ai poveri anche il “laboratorio”.
Alex era sempre più sorpreso di come si fosse trasformata la vita da quelle parti, ma aveva davvero il desiderio di rivedere Angelo: “Fa’ così, allora, fai spargere la voce che il padre di Angelo lo aspetta sul tetto della villa…o è occupato anche il tetto?”
“No, il tetto è libero, cioè non ci sono persone, solo i panni da lavare. Certo, centinaia di panni, ma credo che sia il posto migliore per incontrarsi”
Alex ringraziò il ragazzo e rientrò nella villa, camminò lentamente lungo uno dei corridoi del primo piano (dal momento che immaginava le stanze davanti a cui passava piene di persone che cercavano di dormire), quindi salì le scale fino alla porta che apriva sulla terrazza. Quando la aprì, pensò di trovarsi di fronte ad un muro, invece era un’ampia barriera fatta di lenzuola bianche. Provò ad aprirsi un varco per cercare una posizione da cui guardare il giardino dall’alto, ma sembrava di stare in un labirinto fatto di panni stesi. Giunto finalmente al limite della terrazza, non poté non emozionarsi alla vista sottostante: dall’alto le persone sembravano ancora più numerose. C’era chi correva e chi non poteva muoversi perché era mutilato, c’era chi era vestito di stracci e chi da medico. Il brusio era fatto però di parole urlate ma non disperate, tutti volevano contribuire, anche chi era venuto perché senza una casa o perché aveva fame.
“Effettivamente ce lo spirito di Angelo in questa associazione”, pensò Alex. Col trascorrere dei minuti, Alex si accorse che la sua richiesta aveva preso piede: sempre più persone gridavano l’un l’altro “il papà di Angelo è qui, sulla terrazza”. Ad un certo punto Alex fu sicuro di aver visto un ragazzo vestito con un jeans e una maglietta, dai capelli castani, entrare di corsa nella villa. Inaspettatamente, Alex sentì il proprio cuore battere sempre più forte, forse perché tutte quelle persone gli avevano fatto crescere a dismisura il desiderio di rivedere il proprio figlio “di laboratorio”.
Alex si sentì improvvisamente toccare ad una spalla: “Papà, sei tu?”
“Angelo! Finalmente!”, gridò Alex abbracciandolo.
“Sono così contento di rivederti, papà. Purtroppo devo scendere di nuovo, abbiamo dei problemi con dei bambini con l’influenza…”
“Aspetta un attimo, Angelo, cosa vuoi che cambino cinque minuti con me? Henry mi ha raccontato com’è iniziato tutto, ma vorrei sentirlo anche da te. Cosa ti ha fatto intraprendere questa “missione”?”
“Niente di particolare, papà, un giorno passeggiavo per strada, ho visto un uomo così povero che non aveva un posto dove dormire. Henry aveva detto che con i miei soldi potevo fare quello che volevo, così l’ho aiutato. All’inizio era uno solo, ora sono in tanti e in molti sono venuti per aiutare”
Alex gli sorrise: “Sono fiero di te! Ma tutte queste persone lo sanno che la tua nascita è stata…particolare?”
“Vorrai dire artificiale? Sì, papà, ma nessuno mi fa domande precise, forse perché non ce n’è mai il tempo, o forse perché tu l’hai spiegato così bene in televisione”
“Bene, meno male, sono contento per te”
“Ora che cosa farai? Io devo scendere…”
“Non lo so, Angelo, penso che cercherò un punto tranquillo nella villa per iniziare a scrivere un libro. È un impegno in cui sarò io a deciderne gli orari, sono un po’ stufo di rispettare appuntamenti in continuazione”
Angelo lo salutò aprendosi una strada tra i panni stesi: “Ok, papà. Perché allora non dai una mano anche tu? C’è molto da fare!”
“Certamente, Angelo, inizierò domani!”. Angelo scomparve come per magia, quindi Alex rimase ancora un altro po’ affacciato alla terrazza, per poter vedere quella sua cara testa castana confondersi tra le gente.
Rientrato nella villa, recuperò il suo computer portatile dalla valigia e cominciò a cercare un posto per lavorare. Non trovando una sola stanza che non fosse occupata e non volendo posizionarsi in cucina, pensò che aveva ancora a disposizione il laboratorio tutto per sé. Vi giunse, inserì la password ed entrò.
Era da molto che non gettava uno sguardo all’indirizzo della I.E.M., anche se tutto era cominciato da lì. Ricordandosi che tutte le riflessioni filosofiche che potevano emergere doveva batterle sulla tastiera, cominciò a lavorare.
Scrivere un libro toglie molto più tempo di quello che sembra, per cui si fece tardi senza che se ne accorgesse. Uscì dal laboratorio giusto per trovare qualcosa da mettere sotto i denti nella cucina della villa (ormai anche i servi preferivano occuparsi dei bisognosi all’esterno di essa) e decise di dormire su un divano che aveva spostato in laboratorio.
L’alba seguente si rese conto che la vita a villa Giver iniziava prestissimo: prima colazione da distribuire a centinaia di persone tra bisognosi e volontari. Dopo che anche Alex ebbe fatto colazione, decise di cercare un spazio in cui poter dare una mano. Fu così che visse il giorno più umiliante della sua vita: la stessa fama che lo costringeva a stringere molte mani nel resto del mondo, a concedersi ad autoscatti e a firmare autografi, in quel piccolo mondo era un peso da sopportare.
“Ecco il padre che si ripresenta. Avrà finito la sua tournée?”, mormoravano alcune infermiere.
“Il tipico padre che prima lo fa, poi non si ripresenta più e vuole essere pure chiamato “papà”, disse tra sé con poca discrezione un barbone.
“Viveva qui da anni con un amico pieno di soldi, ma non ha mai fatto nemmeno l’1% di quello che ha fatto il figlio” era un giudizio ripetuto da molti volontari quando avevano un attimo di sosta e riconoscevano Alessandro Luterani.
Ad un certo punto Alex non ce la fece più e mentre spostava degli scatoloni vuoti che andavano buttati, fece come se stesse pensando ad alta voce: “Questo posto è pieno di volontari ma vi trovo pochi che abbiano una buona volontà”; ma anziché l’appoggio di qualcuno, si ritrovò di fronte un signore che urlò: “Lei che cosa ha fatto tutto questo tempo, oltre che andare in televisione per ricevere gli applausi?!”
Alcuni avevano sentito quel signore e mormoravano “Sì, giusto, lui è bravo solo a prendere applausi”
Alex si offese: “Secondo voi perché mi riempivano di applausi? Perché sono un calciatore? No, perché sono lo scienziato che è riuscito a trasformare uno scimpanzé nel ragazzo che ora tutti ammirate come un santo!”
“Qui l’unica scimmia che vedo è lei, caro “scienziato”, disse sarcastica una dottoressa, strappando un applauso da tutti i presenti. Alex si allontanò da li, nero come la pece, e uscì dal cancello della villa per andare dovunque lo portassero le sue gambe infuriate.
Trascorse il resto della giornata allontanandosi il più possibile a piedi da villa Giver, decise di camminare lungo la spiaggia per raggiungere gli scogli di Capo Miseno e rintanarsi lì finché la sera non avrebbe allontanato dalla villa la maggior parte delle persone. “Ipocriti, ipocriti….”, si ripeteva lo scienziato, “domani starò tutto il giorno a scrivere un libro che quella massa di ignoranti non potrà mai comprendere, non ne capiranno nemmeno il titolo perché sono solo degli ignoranti ipocriti”. Così fece.
Il giorno dopo Alex ritenne che il suo laboratorio fosse il luogo più bello del mondo: le pareti sigillate in acciaio lo rendevano fresco e silenzioso e le pagine del suo libro venivano scritte in modo fluido e ordinato.
Uscì solo per andare in bagno e per rubare dalla cucina qualcosa da mangiare, non volle incontrare nemmeno Henry o Angelo. Quando si fecero le 19:00, scelse l’abito più elegante dalla sua valigia per prepararsi per l’appuntamento a casa Alfieri. “Però farò bene a cambiarmi in macchina, ci sono troppi barboni lì fuori che potrebbero sporcarmi il completo o peggio ancora rubarlo”, pensò.
Riuscì a realizzare il suo programma senza farsi vedere da nessuno e arrivò puntuale in un albergo dove avrebbero cenato Alfieri e i suoi privilegiati ospiti.
La cena, però, fu di una noia mortale. Se fosse stato un giornalista, Alex si sarebbe sentito nel Paese dei Balocchi, perché ognuno degli invitati era un pezzo grosso della politica o del mondo del lavoro e avrebbero ciascuno meritato un articolo in prima pagina. Anche se erano tutte persone dal curriculum invidiabile, nessuna era interessata a comprendere nel dettaglio il lavoro di Luterani, non lo potevano comprendere più di un qualunque cittadino mediamente istruito. Del resto, parlavano soprattutto di soldi, di politica e di calciomercato. L’unica cosa che un pochettino interessò Alex fu il fatto di scoprire in anteprima mondiale un acquisto che avrebbe compiuto un certo presidente di una certa squadra di calcio, ma fu un entusiasmo di pochi secondi. Noia a parte, Alex non poteva dire di essere stato trattato male: la cena era ottima e Alfieri ci teneva ad apparire un signore degno del suo soprannome, sembrava addirittura sincero quando disse che erano false le voci che giravano su un suo prossimo ingresso in politica, dicendo che non ne era degno. Tutti gli invitati guardavano con ammirazione Alessandro Luterani, per cui per un paio d’ore Alex si sentì meglio dopo l’umiliante giorno precedente.
Il senso di autostima però svanì quando rientrò nella villa. All’inizio pensava che fosse per il ricordo ancora vivo di tutte quelle malignità nei suoi confronti, ma si rese conto che c’era qualcosa in più. Lo capì quando cercò di prendere sonno sul suo divano in laboratorio: era tutto un fatto di sguardi.
“Gli sguardi di ammirazione sono bellissimi”, pensava Alex, ”e ne posso avere quanti ne voglio non appena metto piede fuori dalla villa; eppure non hanno niente a che vedere con gli sguardi che riceve Angelo da tutti quelli che collaborano con lui. Per quanto siano numerose e diverse tra loro le persone che stanno qui, tutte, ma proprio tutte, mostrano di volergli bene. Ora che sono l’ospite sognato in tutti i “salotti buoni”, provo invidia per un ragazzino che ho prodotto io in laboratorio che ha creato una banale mensa dei poveri. Meglio la mensa che il salotto. Se solo fossi come Angelo…ma lui è migliore di me”.
Mentre provava di nuovo a prender sonno, Alex improvvisamente ebbe un’illuminazione, infatti pensò: “Angelo non è migliore di me, è più evoluto di me! I test che ho fatto sul suo DNA dicono che è tipico di quello di un essere umano a meno di uno 0,001%, ma se in questa piccola differenza non ci fossero solo normali incertezze sperimentali? Se avessi prodotto qualcosa “di più” di un uomo? Ciò spiegherebbe la sua superiorità morale, la sua instancabilità nell’aiutare il prossimo!”.
Alex si alzò dal divano e cominciò a pensare ad alta voce: “Ma certo, deve essere così! Chi potrebbe mai diventare santo dopo una sola lettura dei Vangeli?! Anzi, subito dopo l’aver imparato a leggere?!”. Alex scoppiò in una fragorosa risata di soddisfazione: “Perché diamine non ci ho pensato prima?! La ragione di tutte le sue stranezze era quella più ovvia, cioè l’esperimento che l’ha prodotto!”
Alex si voltò verso la I.E.M., ammirandola in tutta la sua lucentezza. “Noi siamo fatti di cellule e le cellule hanno tutta la loro struttura racchiusa, a livello informatico, nel DNA. Non c’è niente di speciale in Angelo che non sia qualcosa che gli ho dato io, tramite la I.E.M. Siccome però sono pur sempre uno scienziato, la mia ipotesi deve essere testata sperimentalmente”.
La I.E.M. richiedeva un lavoro di programmazione la cui difficoltà era proporzionata al grado di mutazione da ottenere. “Per dare anche a me un progresso evolutivo dell’ordine dello 0,001%, dovrò solo fare delle facili modiche, quindi inserire un campione del mio DNA”.
Alex aveva trovato il suo nuovo “1”: lavorò quasi tutta la notte per riprogrammare la I.E.M. adattandola al suo DNA e al minore tasso di mutazione. Terminata la riprogrammazione, Alex cominciò a spogliarsi parlando da solo: “Alex, di’ la verità, perché lo fai? Potrebbe essere rischioso, potresti fare la fine dei primi scimpanzé. Forse perché il successo sul lavoro, il successo con le donne non era quello che volevi veramente? Angelo è geneticamente programmato per farsi amare da tutti, credere che esista qualcosa più appagante di ciò è un’illusione, una menzogna nei confronti della mia anima…metaforicamente parlando”.
Alex, ormai completamente nudo, programmò in esecuzione automatica la I.E.M. e l’apertura del cilindro d’acciaio. Si sdraiò nella capsula, si infilò gli aghi nelle braccia, indossò la mascherina ed attese sdraiato.
Poco dopo la capsula si richiuse facendogli calare un buio totale davanti agli occhi, poi sentì il liquido immesso in essa bagnargli la schiena, poi le gambe, poi lo ricoprì del tutto.
Dopo qualche secondo Alex pensò: “Devo dire che temevo peggio, non è doloroso, è rilassante. Mi farò ora una bella dormita di sei ore…” [CONTINUA]
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“alla luce delle sue nuove perplessità.”
Sono sempre le stesse a dire il vero, purtroppo ^^
“L’esperimento di M&M, preso da solo, non è una prova della quiete terrestre, se è quello che voleva sapere. È una prova a sfavore dell’etere e a favore, successivamente, della Relatività di Einstein.”
Si ho capito che lei la pensa così, ma a me interessa di più comprendere a fondo il perchè delle cose non prendere per buono qualcosa senza capirlo…
“Quando dico “fermo rispetto all’etere” intendo che se attribuisco all’etere un sistema di riferimento e lo considero per convenzione “fermo”, un certo corpo (la Terra nel nostro caso) che “visto dall’etere” è fermo, sarà detto “fermo rispetto all’etere” (questa è sempre relatività galileiana).”
E fin qua tutto ok.
I “geocentristi” non accettano la prova del parallasse? […] Lei intuisce le ragioni: me le dica.”
Farò di più. Le riporto degli estratti da un paio di articoli contrari al moto di rivoluzione che trovo facilmente in rete:
Estratto 1:
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«Ora la prova “principe” [citando un’affermazione di Zichichi che sostiene che Galileo non portò una valida per sostenere l’eliocentrismo], la misura che Galileo tanto desiderava sulla “parallasse”, venne effettuata circa duecento anni dopo nel 1837 dall’astronomo F.W. Bissel.
Peccato che anche questa prova possa essere spiegata altrettanto bene sia se la Terra giri su una piccolissima orbita attorno al centro del mondo con il quale rimane sempre in contatto (bascula secondo Crombette) con il Sole attorno ad essa, sia che la Terra giri su una vasta orbita attorno al Sole (basta «posizionare» le stelle alla distanza giusta).»
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Estratto 2:
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«Per determinare la parallasse stellare si sfrutta il supposto cambiamento di posizione assunto dalla Terra durante il suo moto orbitale, cioè la parallasse annua. La tecnica sottintende la conoscenza del diametro dell’orbita terrestre e richiede l’osservazione dello stesso oggetto celeste a sei mesi di distanza per determinarne lo spostamento apparente rispetto allo sfondo. La distanza delle stelle è calcolata sulla base delle parallassi misurate e, impiegando la trigonometria, con l’aiuto del raggio R dell’orbita (supposta, TS) della Terra attorno al Sole. In questo caso, è trascurabile sapere dove, sul globo terrestre, sia situato l’osservatorio (per esempio a Chicago o a Roma), giacché lo sbaglio commesso durante la misura è senza grande importanza. Al contrario, se la Terra non descrive che la piccola orbita del suo stesso raggio, due constatazioni sono da fare:
– la distanza stella-Terra è ridotta molto fortemente e non costituisce più che la 1/23.425ª parte della distanza attualmente accettata;
– non è allora più indifferente sapere dove sono piazzati gli osservatori. Le differenze tra le parallassi misurate, ciascuna separatamente, vengono ad essere significative. Ed è apparentemente questo il caso: basta consultare le parallassi dei diversi Osservatori astronomici. Alla fine tutto si riduce a quale misura si prende come base: se si prende come base del calcolo il raggio terrestre, le stelle potrebbero essere molto più vicine di quanto oggi si suppone e la posizione degli osservatori sulla Terra non è indifferente: in ogni caso le parallassi stellari da sole non possono provare niente. Quindi non esiste ancora la prova che è la Terra a girare intorno al Sole.»
“Il motivo per cui non capisce perché il punto di M&M doveva essere il centro dell’universo è dovuto al fatto che non conosce nemmeno la relatività galileiana.”
Come e ho già detto sono andato a leggermi la relativapagina di Wikipedia e non mi è parso di non comprendere qualcosa… ma daltronde la laurea ce l’ha lei, abbia pazienza…
“la velocità di un’onda dipende dal mezzo, se la luce che viene dalla mia destra ha la stessa velocità di quella che viene da sinistra e io sto immerso nell’etere, vuol dire che io sono fermo. se infatti mi muovessi verso sinistra, la luce da sinistra dovrebbe giungere più velocemente e viceversa.”
E fin qui tutto ok.
«Se però io sono il pianeta Terra e ci sono prove che non sono fermo, allora è la luce ad essere “speciale” e ci vuole la relatività speciale.»
Mi scusi, ma io continuo a trovare il suo ragionamento evidentemente viziato dato che alla sua conclusione vi antepone i presupposti “comodi” alla conclusione alla quale vuole giungere, nella fattispecie: “e ci sono prove che non sono fermo”.
Ma io ho posto come presupposto del mio quesito l’esatto contrario! O meglio: ho chiesto di ignorare altre supposte “prove”e di concentrarsi solo su M&M.
Basterebbe infatti riscrivere nel seguente modo la sua affermazione per capire cosa voglio dire…
«Ipotizziamo che io sia il pianeta Terra. La velocità di un’onda dipende dal mezzo, se la luce che viene dalla mia destra ha la stessa velocità di quella che viene da sinistra e io sto immerso nell’etere, vuol dire che io sono fermo. Se infatti mi muovessi verso sinistra, la luce da sinistra dovrebbe giungere più velocemente e viceversa.»
Come può constatare ho solamente anticipato l’ipotesi da lei stesso fatta di essere lei stesso la Terra ponendola all’inizio del discorso ed eliminando la premessa di cui sopra posta da lei a conclusione del ragionamento…
La conclusione risultante è corrispondente esattamente a quello che affermano i Geocentristi… e cioè: “se la luce che viene dalla mia [della Terra] destra [a favore del moto di rotazione] ha la stessa velocità di quella che viene da sinistra [a sfavore del moto di rotazione] e io [la Terra] sto immerso nell’etere, vuol dire che io sono FERMO [quindi che non c’è il moto di rivoluzione]”.
Parlerò della questione del parallasse perché la ritengo la più importante.
Se la Terra compie un piccolo moto orbitale intorno al suo centro, quale forza causa tale moto?
Applicando le leggi della dinamica di Newton e quella omonima della gravitazione su due corpi celesti di cui uno molto più massivo dell’altro (Sole e Terra), il moto del corpo più piccolo, nel sistema di riferimento solidale a quello maggiore (cioè il moto visto dal Sole) è una conica (ellisse, circonferenza, parabola o iperbole in base alle condizioni iniziali, nel nostro caso un’ellisse) [sto escludendo il caso banale dello scontro frontale tra i due corpi]; se avessero ragione i geocentristi invece il moto della Terra visto dal Sole sarebbe un epicicloide (moto rotatorio eseguito contemporaneamente al moto rotatorio avente per centro un punto della traiettoria maggiore e che si muove lungo essa). In breve il moto immaginato dai geocentristi non sarebbe figlio della gravitazione di Newton.
In pratica i geocentristi alla Locatelli non seguono la Gravitazione newtoniana, né la Relatività Ristretta né la Relatività Generale né la Meccanica Quantistica; hanno costruito una Fisica tutta per loro!
Le consiglio di lasciarli perdere.
Caro Htagliato, ho l’impressione che il nostro Tommy si alimenti principalmente sul sito http://www.losai.eu . In questo caso secondo me c’è ben poco da fare…
Per quanto riguarda il suo racconto, aspettiamo tutti gli sviluppi finali. L’intenzione di trasmettere un messaggio morale è evidente, anche se magari andava sviluppata in modo un po meno scolastico…ma nessuno di noi è Alessandro Manzoni (io per primo) …quindi….va bene così! 🙂
Lo dico perchè senno qui i complimenti si sprecano, ma lei non credo che cerchi il consenso totale a tutti i costi!
Salve.
Caro Mentelibera65, anche io preferisco la morale implicita, però richiedeva più tempo e più abilità, per cui mi sono adeguato. Spero di non avervi annoiato.
L’arrampicata sugli specchi per difendere il Geocentrismo mi sembra un thriller che per coincidenza sta procedendo in parallelo al mio racconto, per cui anche io attendo gli sviluppi finali!
Ma sai Htagliato…quando si assume una posizione preconcetta, che tende a dubitare di ogni versione “ufficiale” delle cose, sia che si parli di scienza che di cronaca che di medicina che di cultura etc etc, a quel punto si è già decisa quale è la verità su ogni cosa. Temo che ne tu ne Enzo potrete mai smontare chi ha già deciso che avete torto….
Ma perché tirare in ballo tutti questi argomenti?
Usiamo il rasoio di Occam: la massa del sole è circa 333.000 volte quella della terra, lo stesso rapporto che ci sarebbe tra un uomo di 80 Kg di peso e un fagiolo di 2,4 grammi, se a questo punto immaginiamo un sistema uomo – fagiolo su un asse appoggiato su un fulcro, dove si posizionerebbe il baricentro?
All’interno dell’uomo, quindi se mettessimo in rotazione il sistema vedremmo il fagiolo girare intorno all’uomo.
Quindi senza scomodare MM, Einstein e la parallasse, non c’è dubbio che il sistema solare possa essere considerato eliocentrico.
Detto questo se siete d’accordo suggerirei di chiudere l’OT.
Quindi concludo facendo i miei complimenti ad htagliato, resto in attesa di vedere come va a finire… 🙂
Grazie prof. , mi mancava la sua semplicità ed esaustività!
😀
@Htagliato:
“Parlerò della questione del parallasse perché la ritengo la più importante.”
La ringrazio per il tempo che mi ha dedicato e sono interessato ANCHE a questo tema e ho letto con interesse la sua risposta che certamente utilizzerò per continuare la mia ricerca sul tema dibattuto.
Detto questo però, se così la vogliamo chiudere, per me rimane anche che non ha risposto alla mia domanda… alla fine dei conti… il che non ha di certo fugato i dubbi che avevo…
“L’arrampicata sugli specchi per difendere il Geocentrismo mi sembra un thriller che per coincidenza sta procedendo in parallelo al mio racconto, per cui anche io attendo gli sviluppi finali!”
Se questa era una (infelice) battutina su di me beh allora le rispondo, anche se doveva essere già chiaro da un bel po’, che io non sto facendo nessuna arrampicata sui vetri per difendere niente…
Io ho posto un quesito per avere una risposta dal “fronte opposto” dei geocentristi per poterla poi in futuro misurare con le loro argomentazioni.
Sto solo cercando di sbrogliare un punto che ho trovato interessante leggendo degli articoli divulgativi riportanti le critiche di studiosi come Crombette sulle certezze del mondo ufficiale sul moto di rivoluzione terrestre, critiche che mi parvero interessanti quando le lessi e che la lettura dell’articolo di Htagliato e soprattutto dei toni canzonatori con i quali ha voluto liquidare la questione mi hanno riportato alla mente facendomi venire voglia di porre il quesito che ho posto.
Nessuna arrampicata sugli specchi quindi, e nessun thriller…
@Menteliberas
“ho l’impressione che il nostro Tommy si alimenti principalmente sul sito http://www.losai.eu”
Beh, la sua impressione l’ha colta in fallo allora… le mie fonti sono altre…
Ma a parte questo, se anche fosse stato Topo Gigio a dirmi di scrivere quello che ho scritto, in un dibattito serio e onesto, contano gli argomenti…
O vogliamo tornare all’ipse dixit?
Mi pareva si fosse contrari su questo blog (e io condivido).
“In questo caso secondo me c’è ben poco da fare…”
Allora non perda tempo no? -.-
@Enzo:
“Ma perché tirare in ballo tutti questi argomenti?”
“Quindi senza scomodare MM, Einstein e la parallasse”
Io ho posto un solo e molto circostanziato quesito… e non ho avuto risposta…
Non sono io che ho voluto parlare di relatività, di etere luminifero e di parallasse…
“Usiamo il rasoio di Occam: la massa del sole è circa 333.000 volte quella della terra, lo stesso rapporto che ci sarebbe tra un uomo di 80 Kg di peso e un fagiolo di 2,4 grammi, se a questo punto immaginiamo un sistema uomo – fagiolo su un asse appoggiato su un fulcro, dove si posizionerebbe il baricentro?
All’interno dell’uomo, quindi se mettessimo in rotazione il sistema vedremmo il fagiolo girare intorno all’uomo.”
Mi pare che Crombette, citato dai Geocentristi, offra una soluzione all’enigma, o melgio un’ipotesi.
Riporto una citazione dall’opera di Crombette “Galileo aveva torto o ragione?” tratta da uno degli articoli divulgativi di cui ho già accennato:
«Si sa che le attrazioni reciproche degli astri che compongono il sistema solare hanno per effetto di disturbare temporaneamente la marcia dei pianeti sulle loro orbite; è ciò che chiamiamo perturbazioni. La costatazione di alcune di queste perturbazioni ha consentito la scoperta di molti pianeti. Finché tutte le perturbazioni non saranno spiegate, è lecito presumere che restino dei pianeti da scoprire. D’altra parte, le orbite dei pianeti sono, in generale, eccetto quelle di Mercurio e Nettuno, tanto più ellittiche quanto più si allontanano dal sole, il che tenderebbe a far pensare che esse subiscono un’influenza esterna a questo astro principale. Infine, alcuni astronomi hanno già parlato di un astro nero che ruoterebbe ai confini del nostro sistema solare. Il perfezionamento della spiegazione del sistema solare reclama imperiosamente l’astro nero, pianeta molto grosso transplutoniano. Più questo astro sarà lontano, più la sua massa dovrà essere considerevole per spiegare le perturbazioni… Ma immediatamente si pone una domanda: se esiste all’estremità del sistema solare, all’opposto del sole, un tale astro, tutto l’equilibrio di questo sistema se ne troverà cambiato, giacché, già attualmente, la presenza dei pianeti conosciuti fa sì che il centro del sistema solare non si situi al centro del sole, ma che il sole sia scentrato in rapporto al centro di gravità del suo sistema. Una nuova massa considerevole avrà necessariamente per effetto di riportare questo centro di gravità più lontano ancora dal centro del sole e forse anche, se la massa addizionale è abbastanza grande, al di fuori del sole. Ci si troverebbe, pertanto, in presenza di un insieme gravitante attorno a un centro comune esterno alle masse giranti principali, come avviene oggi per la maggior parte delle stelle. La meccanica ci insegna che quando un corpo girante nello spazio si suddivide in due parti secondarie, queste descrivono delle orbite attorno al loro centro di gravità comune che si trova tra di esse a delle distanze rispettive inversamente proporzionali alle loro masse»
“Detto questo se siete d’accordo suggerirei di chiudere l’OT.”
Beh, io non ho trovato risposta al mia quesito… se ci si vuole fermare va bene, ne prendo atto…
Vuole continuare a fare ricerche per valutare meglio il “dibattito” eliocentrismo VS geocentrismo? Va bene, buon divertimento, ma qui su Critica Scientifica è stato un caso eccezionale che se ne sia parlato e non credo si ripeterà.
Un corpo nero intorno al sistema solare per spiegare le orbite più ellittiche?
Per ora è un ipotesi, che comunque implicherebbe che il baricentro non sia nè il Sole né la Terra…della serie “tra i due litiganti il terzo gode”.
Ma fino a prova contraria, da parte nostra vige l’eliocentrismo per le varie ragioni esposte.
Ho fatto del mio meglio per rispondere alle sue domande, credo che lei semplicemente non le abbia accettate perché per sua stessa precisazione non ha le competenze per criticarle veramente, ha solo posto sullo stesso piano la Fisica ufficiale e teorie contrarie a tutto ciò che è stato corroborato e contrarie ai criteri di semplicità alla Occam.
Ciao Tommy, vorrei chiarire che la questione che hai sollevato merita risposte come qualunque altra, hai ragione questa è una delle caratteristiche del sito, devo inoltre darti ragione almeno su due punti:
1- qui non solo si può discutere di tutto, e inoltre non vale l’argomento per autorità
2- tutte le fonti meritano di essere analizzate, il sito citato “Lo Sai” è gestito da persone di grande onestà che cercano di scavare su vari argomenti, ho già detto in passato che questo può comportare anche delle aperture su affermazioni molto opinabili, ma preferisco questo alla cecità di siti come Query del CICAP che difende le affermazioni ufficiali come impostazione di default.
.
Detto questo possiamo convenire sul fatto che ci dobbiamo attenere alle scoperte effettivamente avvenute, per cui non esiste alcun pianeta X finché non verrà scoperto, e fino a quel momento il baricentro del sistema sarà il sole.
.
E per concludere, poiché l’universo non ha confini e non ha centro, per cui ogni punto può essere centro come avviene su una sfera come la terra dove nessuna città è il centro ma sono tutte equivalenti sulla superficie sferica, confrontarsi su questo tema diventa un esercizio superfluo.
Spero che si possa serenamente convenire su questo.
@Htagliato:
“Per ora è un ipotesi”
Beh, non è niente quindi… ipotesi che comunque io ho riportato solo perchè ci sono stato trascinato perchè non era mia intenzione parlarne…
“che comunque implicherebbe che il baricentro non sia nè il Sole né la Terra…della serie “tra i due litiganti il terzo gode”.”
Il che per me non cambierebbe niente… sarebbe però di certo interessante sotto vari punti di vista scoprire che è il sistema solare a girare attorno alla Terra perchè situerebbe quest’ultima in punto privilegiato dello spazio, sottoposto a forze talmente calibrate da rendere ancora più incredibile e raffinato il (solo apparente o no, chissà) fine-tuning… con tutte le dovute conseguenze ed implicazioni filosofiche (e non solo) del caso…
“Ho fatto del mio meglio per rispondere alle sue domande”
E io la ringrazio per il tempo speso.
“credo che lei semplicemente non le abbia accettate perché per sua stessa precisazione non ha le competenze per criticarle veramente”
La mia precisazione sulla mia impreparazione riguardava la relatività.
Le sue risposte non è che “non le ho accettate”, non perlomeno nel senso che ritengo fatot affermazioni sbagliate. NOn le ho accetate solo relativamente al quesito che avevo posto perchè al di fuori dei limiti posti nel quesito stesso (cioè mitarsi solo ad M&M 1887).
Io ho posto un quesito ben preciso circostanziadolo bene, lei però mi ha risposto non rispettando i requisiti del quesito stesso e sostenendo che vi si dovesse rispondere solo tramite vie traverse (prima la densità di El, poi la parallasse). Io però avevo chiesto di limitarsi solo ad M&M chiedendo se ci fosse a suo parere un motivo logico empirico che facesse escludere categoricamente una sua interpretazione favorevole alla quiete terrestre, ma basandosi solo su M&M!
Il motivo per il quale ho voluto circonstanziare il quesito solo ad M&M è dovuto alla mia consapevolezza che alle altre argomentazioni, diciamo “classiche” (come la parallasse), i “geocentristi” oppongono ipotesi e interpretazioni alternative sulle quali non ho sprecato tempo a chiedervi il parere, immaginando già le possibili risposte visti i toni usati nel suo iniziale articolo…
Leggendo alcuni articoli divulgativi a favore della quiete terrestre mi sono reso conto però che l’esperienza di M&M è ritenuta fondamentale e questo è il motivo per il quale ho posto il quesito che ho posto circostanziadolo al solo M&M 1887.
“ha solo posto sullo stesso piano la Fisica ufficiale e teorie contrarie a tutto ciò che è stato corroborato”
No, questo è quello che ha tratto lei… io ho posto un quesito sui dati di un esperimento ben preciso, quesito al quale non ho avuto una risposta…
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@Enzo:
“Detto questo possiamo convenire sul fatto che ci dobbiamo attenere alle scoperte effettivamente avvenute per cui non esiste alcun pianeta X finché non verrà scoperto, e fino a quel momento il baricentro del sistema sarà il sole.”
Come ho già chiarito Enzo, non era mia intenzione arrivare a parlare dell’ipotesi dell’astro nero ne richiederne un’opinione su questo blog…
Al pianeta nero ci sono dovuto arrivare perchè tu stavi cominciando a trattarmi come uno talmente sprovveduto da non aver mai nemmeno sentito parlare delle leggi fondamentali della gravitazione…
Ma invece, ben conscio di tutto ciò, ma conoscendo anche la soluzione alternativa di Crombette che pretende di fornire appunto una soluzione alterantiva all’eliocentrismo ma rimanendo all’interno delle note leggi di gravitazione, ho pensato di concentrarmi solo su M&M 1887 essendo ritenuto dai geocentristi una questione fondamentale, una sorta di chiave di volta direi.
“E per concludere, poiché l’universo non ha confini e non ha centro, per cui ogni punto può essere centro come avviene su una sfera come la terra dove nessuna città è il centro ma sono tutte equivalenti sulla superficie sferica, confrontarsi su questo tema diventa un esercizio superfluo. Spero che si possa serenamente convenire su questo.”
Ribadisco che non è mai stato il mio intento quello di sostenere che la Terra si trovi al centro fisico assoluto dell’universo…
Come già spiegato sopra però se anche la Terra non si trovasse nel centro fisico assoluto dell’universo ma anche “solo” al centro del sistema solare (e che quest’ultimo quindi le ruotasse attorno) penso che questo avrebbe importantissime conseguenze di varia natura…
Non ritengo quindi che fare luce su questo argomento sia irrelevante e superfluo…
Detto questo se si vuole chiudere l’OT per me è ok.
Io però ne traggo solo che non mi è stata data una risposta pertinente, e non di certo di non aver compreso le argomentazioni trasverse al mio quesito che mi sono state portate…
Tommy, tu stesso hai dichiarato :
INZIO “Come già spiegato sopra però se anche la Terra non si trovasse nel centro fisico assoluto dell’universo ma anche “solo” al centro del sistema solare (e che quest’ultimo quindi le ruotasse attorno) penso che questo avrebbe importantissime conseguenze di varia natura…
Non ritengo quindi che fare luce su questo argomento sia irrelevante e superfluo…”
“Sarebbe però di certo interessante sotto vari punti di vista scoprire che è il sistema solare a girare attorno alla Terra perchè situerebbe quest’ultima in punto privilegiato dello spazio, sottoposto a forze talmente calibrate da rendere ancora più incredibile e raffinato il (solo apparente o no, chissà) fine-tuning… con tutte le dovute conseguenze ed implicazioni filosofiche (e non solo) del caso…” FINE
Da quello che scrivi è evidente che la tua ricerca in questo senso non è serena , ed è invece piena di pregiudizi scientifici. Tu sei psicologicamente predisposto a dar credito ad ogni teoria o scienziato che spinga verso una soluzione per la quale nutri una netta preferenza.
In cuor tuo tu desidereresti che fosse dimostrata una forma di geocentrismo, per motivi meta-fisici (religiosi ?) e per motivi sociologico-politici (dimostrare che la versione ufficiale è stata creata ad arte per ingannare il mondo).
Sono questi i reali motivi che ti spingono , e non la ricerca della verità qualunque essa sia.
Tutti abbiamo una visione un po ideologica e preferenziale della realtà, ma chi fa ricerca scientifica deve attenersi ai fatti ed al pregresso scientifico di centinaia di anni di studi e ricerche, anche esse fondate sui fatti.
Per questo penso che nessuno, con nessun argomento, sarebbe in grado di convincerti del contrario, anche perchè tu non dici quello che hai studiato personalmente, ma riporti scolasticamente gli studi di scienziati a te “simpatici”, partendo dal presupposto (per te inattaccabile) che questi scienziati abbiano ragione, mentre tutto il resto del mondo torto.
Lei da meno credito ad Einstain (la cui opera ha rivoluzionato la fisica ed il mondo tecnico così come lo conosciamo oggi ) che a Crombette.
Crombette che , come dice il sito CESHE, che ne diffonde l’opera , sostiene che “Così Gerusalemme, luogo in cui si operò la Redenzione, non è dunque solo al centro della Terra, come indica il Salmo 73, ma è anche il centro del Mondo: l’Universo è veramente geocentrico, e più ancora cristocentrico (per la morte in croce di Cristo), il che non dovrebbe sorprendere i lettori del Nuovo Testamento. San Paolo afferma infatti (Col. I, 16): “É in Gesù Cristo che sono state create tutte le cose… tutto è stato creato da Lui e per Lui”
Questo è il suo approccio “scientifico”? . L’opera di un autore che più che scienziato era un teologo, che ha ritradotto la bibbia secondo suoi criteri diversi dalla chiesa, e che definire “fazioso” è dire poco. L’opera di qualcuno che ha risolto l’equazione del mondo partendo dal fondo, cioè da un risultato da far venire a tutti i costi.
Per credere in DIo non c’è bisogno di tutte queste sovrastrutture, glielo assicuro. Persone ben più ignoranti e ben più semplici hanno trovato Dio e la felicità nei loro cuori guardando il mondo per quello che è , e non per quello che dovrebbe essere seguendo pedissequamente storie antiche.
I più grandi, e forse i più veri doni che ci ha fatto Dio sono stati metterci l’amore nei cuori e l’intelligenza nei cervelli, per renderci liberi di scoprire poi da soli tutto il resto. Non si fidi di chi vuole ingabbiare la sua mente al contenuto di un libro, si ricordi che se fosse stato sufficiente quello Gesù Cristo non avrebbe annunciato la discesa dello Spirito Santo.
Ma sopratutto non leghi la sua fede alla dimostrazione della veridicità di questa o quella teoria teologica. E non sprechi tutte le sue energie in questa sterile ricerca.
Senza l’amore non contano nulla. “E se avessi il dono della profezia, e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, se ma non avessi l’amore,
non sarei nulla” (San Paolo, lettera ai Corinti).
@Menteliberas…
Tutti i suoi interventi sono stati assolutamenti inutili e l’unica cosa che ha saputo mostrare di sé é che nella sua sconfinata arroganza si diverte é giocare allo psicanalista da strapazzo continuando a permettersi di farmi dire e farmi pensare cose che non ho mai scritto (e di questo ce n’é la prova) ne mai pensato pretendendo di conoscere pure i miei piú interiori intenti e pontificando addirittura sulla mia fede sullla quale pretende pure di saperne qualcosa…
ALLUCINANTE…
É lo stesso identico atteggiamento che hanno gli evoluzionisti nei confronti di chi li critica…
Detto questo mi é chiaro che lei é assolutamente privo di argomenti…
Per questo da questo momento la ignoreró, sempre che, vana speranza, non voglia rispondere al mio quesito con argomenti pertinenti.
Le persone come lei a mio parere non meritano ne rispetto ne attenzione.
Farebbe bene a cambiare il suo nickname in uno piú appropriato ed adeguato alla sua sconfinata arroganza.
Tommy , dalla sua reazione si vede che ho colto nel segno. Buona Giornata!
@Htagliato:
Mi sono reso, continuando a riflettere sulle sue risposte, di essere stato troppo categorico sulle conclusioni che ho tratto dal nostro dibattito e, per rispetto e gratitudine del tempo e dell’impegno che ha speso per rispondermi, riformulo in maniera piú consona le mie conclusioni: per quanto ho capito dalle argomentazioni da lei portatemi, quindi il problema della densitá dell’ipotetico “etere luminifero” e la parallasse stellare, non mi sembra che nessuna delle debba ritenersi condizione necessaria al fine di formulare un’interpretazione dei risultati di M&M 1887, esperienza quest’ultima che quindi potrebbe prestarsi a varie interpretazioni a prescindere dalle due suddette argomentazioni.
Non essendo quindi in grado di escludere un’interpretazione di M&M (la rilevazione di una velocità costante della luce) a favore della quiete terrestre debbo ritenerla ancora possibile.
Della non necessarietà delle due suddette argomentazioni mi dichiaro certo per quanto riguarda la parallasse stellare mentre mi riservo il dubbio per l’etere luminifero e il problema da lei posto dell’ipotetica densità che dovrebbe avere qual’ora esistesse.
Con questo quindi rimango aperto all’ipotesi che ancora non abbia compreso qualcosa di quanto mi ha spiegato a riguardo dell’etere luminifero.
Proverò a continuare a rifletterci.
Concludo ringraziandola ancora per il tempo dedicatomi.
Saluti.
“Non essendo quindi in grado di escludere un’interpretazione di M&M (la rilevazione di una velocità costante della luce) a favore della quiete terrestre debbo ritenerla ancora possibile.”
La ringrazio per la pazienza con cui ha studiato le mie risposte, ma come potrà immaginare dovrò ribadire che sbaglia a considerare l’interpretazione della quiete terrestre per l’esperimento di M&M. ancora aperta.
Pur volendo escludere tutti i motivi esterni a M&M a favore dell’eliocentrismo per concentrarsi solo su M&M, restano valide le obiezioni di Giorgio Masiero per cui il punto fermo rispetto all’etere dovrebbe essere proprio quello dove si trovavano i due scienziati, non il centro della Terra.
Noi due abbiamo già provato a spiegarglielo, applicando solo la Relatività Galileiana, ma lei diceva di non comprenderne i passaggi logici. In effetti senza una lavagna o un foglio di carta è difficile da spiegare, ma ci proverò un’ultima volta: il punto in cui si trovavano M&M doveva essere incollato all’etere perché nell’etere la velocità della luce è c e lì infatti era sempre c, ma il punto agli antipodi è in moto rispetto a quello di M&M, quindi non è incollato all’etere, quindi lì si è già fuori dal punto centrale dell’etere, e quindi dell’universo.
Buongiorno,
vorrei permettermi di rompere per primo questo OT, per così dire, amarognolo, che mi sta di sopra, ringraziando ancora htagliato per la pubblicazione del suo raccontino, di cui apprezzo la resa paradigmatica di ruoli e funzioni attribuiti ai protagonisti Alessandro e Angelo e l’intento morale ed educativo.
Debbo dire che, al riguardo, mi interesserebbe anche un parere del signor Max (sempre che ne abbia le possibilità), in quanto, da come ho capito, ha anch’egli scritto un’opera letteraria (un giallo?) con tema darwiniano.
Ringrazio Loro dell’attenzione.
Grazie Alio Alij, per me è stato per il gusto di provare qualcosa di nuovo per CS usando la pausa estiva come periodo di prova.
Non perda dopodomani la prossima puntata!
Certamente, e grazie ancora.
Si, bella anche questa puntata. Mi è piaciuto il concetto di uomo più evoluto come più buono e altruista, non so se consapevolmente o meno preso nientemeno che da Chesterton.
In effetti più che al genere della fantascienza il racconto è di tipo filosofico e morale e per questo conta poco la verosimiglianza di alcune situazioni, ma contano i concetti sottostanti.
Ottimo Muggeridge, ha interpretato bene lo stile del racconto, anche se non mi sono ispirato a Chesterton.
È vero che non è prettamente fantascienza, però intanto Alex si è messo anche lui nella I.E.M….;)
@Htagliato:
Niente da fare… non comprendo perchè il punto agli antipodi rispetto ad M&M non dovrebbe considerarsi fermo come M&M… perchè se il motivo è il moto di rotazione della Terra allora entrambi i punti sarebbero in moto rispetto all’etere…
Nemmeno comprendo la precisazione sulla necessità che M&M debba essere il centro dell’universo…
Nel tentativo di capire però sono andato a rileggermi uno degli articoli che mi aveva causato dubbi sul moto di rivoluzione per veder se trovavo qualche contro-argomentazione che mi facesse capire le sue argomentazioni e rileggendolo ho constatato che la mia memoria mi ha tradito perchè io ricordavo che tutto il discorso ruotasse attorno solo a M&M 1887 mentre invece ruotava attorno alla combinazione di M&M 1887 + Michelson 1924, esperimento con il quale M avrebbe contribuito a rendere definitivo l’accertamento del moto di rotazione e nel quale si sarebbe rilevata la composizione della velocità della luce… esperimento questo che sarebbe stato sostanzialmente taciuto dai media e a livello divulgativo.
Dato che però l’articolo è lungo che dovrei continuamente riportarne dei brani per richiedere le sue contro-argomentazioni ho pensato di pubblicarlo sul mio Dropbox di modo che, se vorrà, potrà leggerlo e commentare le affermazioni riguardanti M 1924 che, a detta dei geocentristi, giustificherebbero un’interpretazione di M&M 1887 favorevole alla quiete terrestre.
Le riporto il link dal quale potrà scaricare il file .zip per poi scompattarlo in locale:
https://www.dropbox.com/s/3apffshh93obke3/Michelson.zip?dl=0
È sufficiente che apra il file “index.html” con un qualunque browser.
Se volesse farmi la cortesia di dargli una lettura per poi espormi le sue critiche io sarei interessato.
In caso contrario pazienza, la ringrazio comunque e mi terrò e mie perplessità.
“non comprendo perchè il punto agli antipodi rispetto ad M&M non dovrebbe considerarsi fermo come M&M… perchè se il motivo è il moto di rotazione della Terra allora entrambi i punti sarebbero in moto rispetto all’etere…”
No, perché l’esperimento di M&M sarebbe la prova che il punto in cui stavano ambo gli scienziati era fermo rispetto all’etere, pur essendoci il moto di rotazione che però diventerebbe un moto di rotazione intorno a M&M e non intorno all’asse, è da questo paradosso che si decide di non considerare la quiete terrestre.
“Nemmeno comprendo la precisazione sulla necessità che M&M debba essere il centro dell’universo…”
Perché se un punto è fermo rispetto a raggi di luce provenienti da tutte le direzioni, allora può essere usato come origine di un sistema di riferimento solidale all’etere (centro di una sfera) ma un qualunque altro punto materiale in moto rispetto a M&M non godrebbe di tale proprietà, per cui M&M sarebbe l’unico centro possibile.
“Se volesse farmi la cortesia di dargli una lettura per poi espormi le sue critiche io sarei interessato”
L’ho fatto. Volendo rispondere brevemente: i geocentristi non dimostrano di conoscere la relatività speciale.
La risposta lunga è che l’esperimento del 1924 non contraddice la relatività speciale perché essa riguarda il passaggio da un sistema di riferimento INERZIALE ad un altro (e in tal passaggio la velocità della luce è sempre c), ma non esiste un sistema di riferimento inerziale tale che in esso possa considerarsi fermo l’intero l’apparato di M&G . In altre parole il sistema di riferimento di M&G è in moto con la velocità di rotazione terrestre, ma questa è bassissima rispetto a c, per cui per M&G si segue la cinematica classica; oppure, volendo essere più precisi, la relatività speciale include il caso di sistemi di riferimento rotanti ma per essi la velocità della luce non è invariante da un sistema di riferimento ad un altro.
In sintesi, M&M/M&G sono in linea di principio spiegabili sia con la quiete terrestre sia con la relatività speciale, ma facendo un confronto tra le due teorie usando una scienza “seria” e non le filippiche contro Einstein, guardando a più fenomeni, il confronto ha una vittoria schiacciante della relatività speciale:
– per quanto riguarda il baricentro (commento di Pennetta), tutte le teorie fisiche pongono il Sole fermo mentre i geocentristi lavorano di fantasia e immaginano un corpo nero fuori il sistema solare;
– per quanto riguarda la parallasse, tutte le teorie fisiche spiegano bene tale moto apparente con la rivoluzione terrestre ma i geocentristi usano l’immaginazione postulando un moto intorno ad una piccola orbita senza alcuna giustificazione dinamica;
– per quanto riguarda l’affermarsi della Relatività speciale, per i geocentristi abbiamo solo complotti mentre nella vita reale la RS è stata corroborata dal decadimento dei muoni solari, dall’incremento di massa delle particelle accelerate artificialmente e da tutte le reazioni e decadimenti nucleari e dal più “semplice” effetto Compton. Per non parlare della Relatività Generale, che ha spiegato gli errori sul moto di Mercurio e senza la quale sarebbero inutili i GPS.
Queste sono le mie risposte. Capisco che lei è onesto, diplomatico, e vuole ascoltare con attenzione ambo le campane (tale atteggiamento è importantissimo e necessario nella stragrande maggioranza dei casi), ma spero che un giorno si renderà conto che nel “dibattito geo VS elio” una delle due campane è un campanellino da collare per gatti mentre l’altra è la campana del Big Ben.
@Htagliato:
Mi correggo: Michelson & Gale 1924.
@Htagliato:
Ho apprezzato molto la sua risposta, soprattutto la sintesi di quello che sarebbe lo stato dell’arte di entrambe le visioni e il fatto che finalmente abbia compreso qual’è il mio approccio alla questione: sentire entrambe le campane… semplice
Con buona pace degli psicanalisti da strapazzo alla Menteliberas…
Accolgo il suo augurio, la realizzazione del quale però, potrà avvenire, ammesso che avverrà, solo procedendo nella conoscenza di tutto ciò che ha elencato… il che è una meta estremamente ardua da raggiungere per una persona che purtroppo, come tutti i “contadini ottocenteschi”, è costretta a dedicare la maggior parte del suo tempo e delle sue energie a produrre inutilmente reddito per conto terzi (a lavorare) per percepire un umile salario che gli consenta di riempire il sacco… che tristezza…
Spero che riuscirò prima o poi a trovare il tempo e il modo di dedicarmi a tempo pieno solo allo studio delle cose che realmente contano…
Tanti saluti e grazie anche del tempo speso.
Se non la capisci, Tommy, la relatività di Einstein, almeno la sfrutti usando internet in questo blog per metterla in dubbio. Consolati, la maggior parte della gente è ignorante di fisica come te ma dai suoi successi ricava conclusioni opposto alle tue, cioè che la fisica è la sede ultima di tutte le conoscenze!
Che la verità stia in mezzo? vale a dire, come insegna Masiero, che le teorie scientifiche sono buone per quel tanto che ci sono utili?
@Wil:
Sulla relatività ho semplicemente detto di essere impreparato per esprimere un giudizio.
Non ho quindi messo in dubbio niente…
Si stratta solo di rimanere ancorati a ciò che effettivamente si sa e si comprende e non di non prendere per buono passivamente ciò che effettivamente non si sa e non si comprende.
Il che a mio parere trattasi solo di buon senso e ragionevolezza…
No, Tommy, rimettere in ciclo il geocentrismo vuol dire demolire la relatività, di Einstein e anche di Galileo. Proprio non la sai la fisica! Quanto al buon senso e alla ragionevolezza, forse la prova migliore che ne potresti dare è di cercare di comprendere solo ciò che hai gli strumenti di capire. Nel caso, prima studia la relatività galileiana e l’elettromagnetismo di Maxwell, e poi commenta l’esperimento di Michelson e Morley.
Tommy, Visto che sono stato chiamato in causa, non posso che approvare quello che dice WIL.
Lei pretende di capire ogni dettaglio di materie complesse e sofisticate, frutto dello studio di centinaia di anni delle menti più eccellenti della storia, e senza peraltro avere una fortissima preparazione universitaria di base. E laddove non capisce, ha la presunzione di affermare che se non capisce non crede, come se la sua comprensione fosse condizione indispensabile perchè una cosa sia vera.
Dove sarebbe ora il mondo, se tutti gli uomini la pensassero come lei?
Se i parlamentari, prima di approvare un finanziamento alla ricerca, dovessero capire nei meandri estremi il funzionamento del sistema proposto ?
Se, in altre parole, ognuno mettesse in dubbio conquiste scientifiche consolidate e condivise, per il fatto di non capirle? Il mondo sarebbe fermo.
Lei ha approfittato della enorme gentilezza e pazienza di Htagliato, che ha impegnato ore del suo tempo per spiegarle e rispiegarle meccanismi e teorie. E ogni volta lei ha trovato una eccezione o una postilla non compresa, per tornare , come nel gioco dell’oca, al punto di partenza.
Io , come altri, l’avevamo però capita da subito, ed è per questo che dal primo post sono stato subito aspramente polemico con lei. E penso che gli altri ora concordino con me, che nel suo caso la fisica c’entra poco , e c’entra prevalentemente la psicologia, esattamente come ho detto dal primo minuto. E ci ho preso in pieno.