Di Marcello Foa
Il cuore del mondo
E’ uno dei paradossi della nostra epoca: viviamo in un mondo che assomiglia sempre di più a quello descritto da Orwell, anzi è una via di mezzo tra quello descritto da Huxley in Mondo Nuovo e quello del Grande Fratello di 1984.
Una società in cui attraverso gli aspetti ludici, il divertimento, un certo esibizionismo, ogni cittadino racconta spontaneamente la propria vita “per condividerla con gli amici” su Facebook o su Instagram o su Twitter, manda email che vengono copiate dai servizi segreti americani, usa programmi informatici che violano la sua privacy, potra con sè il cellulare che implica la tracciatura di tutti i suoi spostamenti e, attraverso la carta di credito, la mappatura di tutti i suoi acquisti.
Siamo controllati dal momento in cui ci svegliamo fino al momento in cui ci addormentiamo. Certi modelli di televisione della Samsung ascoltano e registrano tutto quello che dite in casa, lo stesso accade con il browser di Google Google Chrome in aperta violazione della privacy, dunque senza il vostro consenso, attiva un softare in grado di registrate tutto quello che dite di fronte al Pc.
L’ex agente della Nsa Snowden ha svelato l’incredibile capacità di controllo e di spionaggio della superagenzia di sicurezza statunitense, che non si limita a dare la “caccia ai terroristi” ma di fatto si prodiga per controllare singoli cittadini, governi di altri Paesi, aziende in concorrenza con quella americana.
L’aspetto paradossale è che queste denunce basate su riscontri oggettivi (non si tratta di supposizioni!) lasciano indifferenti la maggior parte della gente, che non si rende conto dei rischi insiti in questo sistema. Un giorno tutte le informazioni raccolte su di voi potranno essere usate contro di voi. In un colloquio professionale o per indurvi a compiere acquisti o assumere comportamenti sociali che in apparenza sembreranno “vostri”, frutto del vostro libero arbitrio, ma in realtà saranno indotti dai social media, secondo tecniche di manipolazione sociale ai più sconosciuti.
Io lancio ancora una volta il grido d’allarme, proponendovi un articolo molto intelligente di Enzo Pennetta, in cui, attingendo a diverse fonti dimostra come Facebook si stia muovendo proprio in questa direzione, attraverso sperimenti per condizionare le opinioni di chi frequenta i social media con risultati inqiuetanti: Facebook è in grado di orientare emozioni e giudizi, anche politici. E’ noto che ogni insulto contro i Rom o razziale o contro i gay, comporti l’immediato intervento del Grande Fratello Zuckerberg che può bloccare o bannare la comunità. Lo stesso non accade per le pagine Facebook che promuovono l’odio contro i cristiani e i cattolici, che possono essere insultati, derisi, disprezzati, dileggiati liberamente.
Invito a leggere l’articolo di Pennetta, che conclude la sua analisi con queste parole:
Facebook si sta dunque trasformando in uno strumento di formazione e orientamento del consenso, ma ancor di più, come avrebbe detto Guenon, una fonte di “état d’esprit”.
Uno strumento antidemocratico che consegna nelle mani di una sola persona un potere che mina la formazione del giudizio dei cittadini e mette conseguentemente a rischio un’autentica dinamica democratica sostituendola con una parvenza della stessa svuotata di significato, in pratica il social sta diventando lo strumento di un totalitarismo subdolo.La prima, e per ora unica, vittima delle politiche di orientamento degli stati d’animo operate da Facebook sono i cristiani, il tempo dirà quali saranno le ricadute di una scelta della quale dovranno ritenersi responsabili.
La denuncia è forte, riflettete. Quando gli effetti devastanti di queste e di altre forme di lavaggio del cervello e di controllo sociale saranno chiari a tutti e la gente comincerà a rendersi conto di non essere più libera o addirittura di vedere la propria identità sociale cancellata con un semplice click (ci vuole un attimo a bannare una persona, a cancellare i suoi scritti, le sue foto, i suoi contatti sociali a trasformarla in un’entità fantasma ma voi naturalmente non considerate nemmeno questa ipotesi), quando tutto ciò accadrà sarà troppo tardi per ribellarsi.
Bisogna muoversi adesso. Pretendere adesso che le nostre libertà fondamentali non vengano schiacciate.
Altrimenti voi, anzi noi, saremo sudditi anzi schiavi del moderno, gaudente Grande Fratello.
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