I temi della mancanza di selezione naturale nella specie umana e della sovrappopolazione in un articolo del prof. Ferdinando Boero “zoologo, ecologo-evoluzionista” all’università del Salento e al Cnr.
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L’occasione per le affermazioni in oggetto è stata la pubblicazione su Internazionale di un articolo intitolato “2 + 2 non fa 22” nel quale il prof. Ferdinando Boero, che come recita la presentazione a lato dell’articolo stesso è “ecologo-evoluzionista. Lavora all’università del Salento e al Cnr-Ismar. “.
Nell’articolo troviamo riproposta la vecchia e ormai smentita ipotesi di T. R. Malthus sulla progressione geometrica della popolazione umana che verrebbe indicata come causa di sovrappopolazione e infine di povertà:
È dai tempi di Malthus che gli scienziati si ostinano a spiegare che la crescita infinita postulata dagli economisti dominanti è impossibile, visto che il pianeta non è infinito. Continuano a non capirlo, gli economisti, e questo è un problema non da poco visto che è a loro che i governanti danno retta (anzi, i governanti sono di solito economisti: Prodi, Amato, Tremonti, Letta, Monti).
Il prof. Boero compie un errore grossolano indicando un’identità tra la crescita economica di cui si occupano gli economisti (sostanzialmente il PIL, di cui non si occupa la biologia) e la crescita della popolazione di cui si occupò l’economista Malthus e che fu ripresa nella teoria di Darwin come assunto di partenza. Ma va detto a sua parziale giustificazione che questa connessione tra malthusianesimo ed ecologismo fu realizzata dal Club di Roma fondato nel 1968 da Aurelio Peccei che commissionò lo studio The limits to Growth. Per sapere che le teorie di Malthus sono errate basterebbe oggi leggere pubblicazioni anche divulgative, come quella segnalata su CS più di due anni fa “Goodbye Malthus“.
Ma non basta, al problema della presunta sovrappopolazione l’articolo affianca quello della mancanza di selezione naturale per via dei progressi della medicina:
Noi non permettiamo più che ci sia selezione naturale, nella nostra specie. I malati, i deboli, i “difettosi” sono aiutati, vivono, si riproducono, e i loro geni restano. Non c’è la selezione. Se gli insetti avessero evoluto la medicina, la resistenza al Ddt non si sarebbe affermata. Qui ora subentra l’etica, e potremmo disquisire se sia più importante la specie o l’individuo (ora è l’individuo). Ma non è lì che voglio andare. Voglio mettere insieme i due punti di vista, quello ecologico-economico di Valentini e quello evoluzionistico di Cattaneo, Dusi-Pievani.
Ecco dunque che all’ossessione per la sovrappopolazione si affianca quella per l’eugenetica, l’idea che le cure mediche portino ad un peggioramento della specie denota una visione dell’Uomo come animale d’allevamento “potremmo disquisire se sia più importante la specie o l’individuo (ora è l’individuo)“, dove si intravede un malcelato dispiacere per il primato dell singolo su quello della specie, proprio il contrario di quello che avverrebbe negli allevamenti appunto. Ma l’idea che la specie, in questo caso l’umanità, sia il vero soggetto da tutelare altro non è che l’applicazione della nuova religione dell’Umanità di August Comte:
Comte si allontana dal liberalismo dell’individuo del collega John Stuart Mill, pur mantenendo un’impronta utilitaristica, per avvicinarsi ad una concezione di Essere Supremo-Umanità, che ricorda vagamente il Leviatano di Hobbes e lo Stato di Hegel, il Grand Etre (Grande Essere), un concetto derivato da quello del Culto della Ragione e dell’Essere Supremo di Robespierre. La triade positivista, oltre al Grande Essere (l’Umanità), è composta dal Grande Feticcio (la Terra) e dal Grande Ambiente (lo Spazio).
L’articolo è una conferma lucida e, a quanto pare condivisa da altri esponenti del darwinismo, del fatto che la teoria darwiniana sia il supporto delle teorie socio-economiche di Malthus e di quelle eugenetiche di Galton, e lo è da ormai da 150 anni, cioè sin dal suo apparire: di quale altra conferma si ha bisogno?
Una visione ideologica che, come tutte le ideologie non tiene conto dei fatti contrari, “tanto peggio per i fatti” è l’atteggiamento che si trova dietro ogni ideologia. Non basta che lo studio delle curve di popolazione abbia smentito la crescita indefinita quando si raggiungono i limiti ambientali o, nel caso della popolazione umana, un diffuso benessere, per le cassandre siamo fermi al secolo scorso, neanche la fatica di andare a guardare su Wikipedia:
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Come si vede le popolazioni tendono a stabilizzarsi e non a crescere indefinitamente come ipotizzato da Malthus.
E passando all’eugenetica, non basta ai darwinisti che anche il deterioramento della specie umana sia stato smentito da un personaggio che apprezzano solo quando fa loro comodo, il riferimento è a S. J. Gould che al riguardo ha scritto quanto segue:
“…per chiudere il cerchio di una logica errata, assumono che la cultura umana, consentendo la sopravvivenza di persone deboli che sarebbero destinate a morire nel proibitivo mondo della competizione darwiniana autentica, abbia ridotto il potere della selezione naturale a tal punto che in Homo sapiens non ci può essere più alcun cambiamento evolutivo (volgarmente definito come “miglioramento”).
Questa situazione in apparenza solleva una serie di questioni etiche riguardo al fatto che curare le malattie sia una lama a doppio taglio, che i geni per una vista inefficiente si stiano diffondendo in un mondo in cui gli occhiali son venduti a poco prezzo, et cetera ad infinitum. (Mi scuso per il mio cinismo che si fonda su na certa conoscenza storica di questi argomenti, ma certe implicazioni neoeugeniche di queste affermazioni, per quanto involontarie nelle loro versioni contemporanee, non possono essere ignorate o considerate semplici sciocchezze).”
Stephen Jay Gould, L’equilibrio punteggiato – Ed. Codice pagg. 247-248
Errori su presunte dinamiche malthusiane smentite da tempo a cui si sommano altri errori su una presunta degenerazione della specie umana per via della cura dei malati si sommano in questo articolo di un darwinista che chiama in causa altri esponenti di spicco del darwinismo che non avendo avuto nulla da obiettare confermano quanto dichiarato.
Ecco allora che tutto questo teorizzare di esponenti darwinisti trova infine il suo naturale sbocco in proposte socio-politiche aberranti come quelle che insistentemente il politologo Giovanni Sartori lancia dalle autorevoli colonne del Corriere della Sera, l’ultimo riferimento è a quella del 23 novembre scorso nell’articolo “Una modernità fuori misura“:
Il rimedio vero sarebbe una drastica riduzione delle nascite (specialmente in Africa) che ci restituirebbe un pianeta vivibile. A questo effetto le maggiori responsabilità sono della Chiesa cattolica (per l’Africa e anche parte dell’America Latina).
Ancora una volta Sartori si fa portavoce di istanze malthusiane che vedono in una riduzione delle nascite nell’Africa, già sottopopolata, la soluzione a problemi di inquinamento che vengono invece da un’economia consumistica che niente ha a che vedere con le incolpevoli popolazioni africane.
E allora ogni volta che Sartori parla e che lo fanno esponenti darwinisti come Boero e gli altri citati nel suo articolo, è doveroso ricordare che le loro teorie sono il residuo di un errore ottocentesco, le idee di Boero e Sartori sono dei veri fossili viventi che si aggirano ancora facendo danni alla scienza e non solo.
La teoria di Malthus e quella di Galton nacquero per salvare le classi dominanti dell’Inghilterra vittoriana prima, e dell’America WASP poi, dal calo demografico che le vedeva fare meno figli rispetto alla classe operaia o rispetto agli irlandesi ritenuti inferiori, gli stessi irlandesi che avrebbero insieme agli italiani e agli ebrei emigrati negli USA “minacciato” la purezza della razza WASP che pure ne aveva bisogno per via del calo demografico.
Confidiamo che la verità si affermerà, ma per il momento dobbiamo continuare a subire le elucubrazioni malthusiane ed eugeniste residue di un pensiero sconfitto dai fatti ma sostenuto dall’ideologia dominate.
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6 commenti
Ad ogni tuo articolo, caro Enzo, mi si svela più netto il confine tra scienza e filosofia. Per lunghi anni ho creduto, ingenuamente, che il carattere predittivo della prima servisse solo a determinare la traiettoria dei gravi o la spontaneità delle reazioni chimiche; scopro invece che dietro un’apparentemente innocua filantropia si nasconde un’interpretazione della realtà che pretende di indirizzare attivamente le sorti dell’umanità. Lo vedo negli occhi di molti studentelli di scienze, così tronfiamente gaudenti e zeppi di certezze, per i quali l’etica è nulla più di un orientamento personale senza alcuna ricaduta sul collettivo, che hanno perduto il gusto della ribellione giovanile perché non c’è oramai più nulla a cui ribellarsi: tutto è permesso, legittimato da una politica a-morale che, questa sì, trova spesso legittimazione nei filosofi atei che vengono fatti passare per scienziati. E mi sorprendo di me stesso quando, ascoltando opinioni contrarie all’aborto o alla legittimazione delle coppie di fatto, senta dentro di me un fuoco che si ravviva, come un urlo che mi sveglia da un torpore maligno; mi sorprendo perché non più di qualche anno fa avrei reagito con livore a quelle che consideravo posizioni anacronistiche finalizzate solo a giustificare il potere della Chiesa.
Ciao Giorgio,
che una teoria scientifica sia stata resa strumento di una teoria sociale (che potremmo chiamare ideologia) è quanto chiunque può constatare se solo prova ad analizzare i fatti nel loro insieme, ma è anche quanto più non si vuole mostrare.
La descrizione della società che hai fatto è sotto gli occhi di tutti ed è impressionantemente simile a quella descritta con spirito profetico nel 1934 da Aldous Huxley nel romanzo “Il mondo nuovo” che non mi stancherò mai di consigliare.
Il fratello dell’autore della Sintesi Moderna, quel Julian Huxley ricordato anche in questo articolo, parlava non per ispirazione o intuito, ma descriveva un mondo che veniva preparato in nome della nuova e più perfetta ideologia, quella basata sull’autorevolezza della scienza.
In un mondo dominato dall’ideologia scientifica, dove ogni valore è relativo, dove non esiste più famiglia ma individui, dove la sofferenza esistenziale è messa a tacere dalle droghe, dal sesso libero e svincolato dalla riproduzione, nessuno penserà più a ribellarsi.
Lo diceva Aldous Huxley, non noi.
Get.mo prof. Pennetta la ringrazio per la pubblicazione di questi interessanti articoli che ci aiutano a vedere chiaro in un mondo succube delle ideologie! Non ho dubbi che la verità trionferà, anche se non so ancora quando e che prezzo ci toccherà pagare in termini di morti (aborto in primis e tutte le altre amenità messe in circolo da questa gente). Un piccolo segno di speranza mi pare possa venire dalla Croazia dove il Referendum ha dimostrato che la deriva non è irreversibile e che dove ci si da un po da fare la gente capisce dove sta il vero e il bene nonostante le classi dirigenti.
Mi chiedevo se lei o chiunque altro potesse consigliarmi delle buone letture (anche in inglese) sull’argomento ambientalismo/ecologismo/neomalthusianesimo/club di Roma/Sierra Club/ Energia nucleare etc. in quanto sono al momento impegnato in una tesi di laurea sull’ambientalismo in italia ma le letture che mi vengono “proposte” sono tutte a senso unico. E’ una marea di gente che si compiace di sé stessa e vive di citazioni ed autocitazioni. Non che io poi preveda di essere in grado di scrivere tutto nella tesi (la così detta libertà di espressione è a senso unico, tutto quello che si oppone all’ideologia dominante viene bollato come “non scientifico” e quindi espunto senza nemmeno prendersi la briga di entrare nel merito) però mi farebbe piacere poter arrivare a capire di più sull’argomento al di là delle favole. Perché, come dimostra anche lei nei post su Greenpeace, sarà pur vero che non di solo pane vive l’uomo ma il pane gli serve comunque per campare (e i tanto vituperati carburanti fossili per far girare l’elica della barca, che non va ne a remi ne a vela ne ad energia solare). Grazie in anticipo per ogni suggerimento.
Caro Max,
perché non iniziare dal libro “Inchiesta sul Darwinismo” dello stesso Pennetta?
Buonasera Max T e benvenuto,
innanzitutto grazie per il sostegno al lavoro che si porta avanti qui su CS, spero che sempre più persone, ancor più importante se studenti universitari come lei, si accostino ad un pensiero critico sulla scienza, per difendere quella vera da quella strumentalizzata.
Riguardo l’inserimento di argomenti critici al paradigma dominante in una tesi le raccomando di procedere con i piedi di piombo e ovviamente col supporto del relatore che deve quindi condividere le sue vedute. Francamente penso che prof. di questo tipo siano più di quanto si possa pensare, solo che fanno meno rumore, anche perché hanno meno spazi.
Riguardo a dei testi sull’argomento le consiglio qualcosa di Michel Schooyans:
http://www.ibs.it/libri/schooyans+michel/libri+di+michel+schooyans.html
E, anche se è autoreferenziale, mi associo all’indicazione di Giorgio P.
I libri di Cascioli e Gaspari credo possano aiutarti:
http://www.ibs.it/ser/serfat.asp?site=libri&xy=riccardo+cascioli+antonio+gaspari
Si leggono facilmente e a mio avviso con gusto; il modo di argomentare è sempre logico e il contenuto scientifico.
Se sei predisposto al mal di pancia per le bugie del pensiero dominante, prendi una camomilla prima di cominciare.