Balle climatiche

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Con la motivazione di presunte fake news vengono diffuse fake news sul clima.

Propaganda e cattiva informazione sono diffusamente presenti sui grandi media, Dataroom in una trasmissione ha mescolato insinuazioni, luoghi comuni e accuse di ogni genere cercando di dimostrare che sul clima esistono fake news che ostacolano le iniziative volte a salvare il pianeta.


Di fatto è una propaganda ai programmi neomalthusiani che hanno come obiettivo di colpire la popolazione umana orientandola verso una povertà “desiderabile” e riducendo infine fortemente il numero di abitanti.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

14 commenti

  1. A proposito di salvataggio del Pianeta, oggi è la giornata mondiale delle api. Senza di loro non ci salviamo e il declino che stanno evidenziando la dice lunga sullo stato di salute dell’ambiente.

    • Rag. Giovanni Diabolik on

      Senza di loro non ci salviamo…

      Ma lo sa cosa sono i pronubi ?
      Lo sa che l’impollinazione non viene effettuata solamente dalle api ?
      Non che voglia mettere in discussione la loro indubbia utilità; solo un certo allarmismo del tutto fuori luogo.

      • Non tutte le piante si servono dell’impollinazione anemofila… Anzi la gran parte si serve degli insetti pronubi; senza di essi, per esempio, non mangeremmo ciliegie…

      • Confermo Rag. Diabolik:
        Numerosi altri insetti impollinano i fiori: ditteri, coleotteri, ecc…vogliamo ignorare i lepidotteri?…alcuni fiori addirittura sono impollinati dai pipistrelli, pensi! Inoltre all’interno degli imenotteri apoidei vi sono delle api selvatiche solitarie che a quanto sembra sono addirittura più efficienti delle api domestiche (alle quali si riferiscono gli allarmismi) nel lavoro di impollinazione.

        • Sì, ma non c’è storia. Si provi a osservare un ciliegio in fiore e a contare i pronubi al lavoro: api al 90%. Lo stesso accade con l’edera e altre specie da coltura. Non per nulla gli agricoltori che hanno bisogno di impollinare ricorrono alle arnie di apicoltori che le portano in frutteto in affitto o in semplice scambio merce.

  2. Questo blog mi permette osservazioni di estremo interesse. Il dibattito sul riscaldamento globale è un caso, da questo punto di vista, emblematico.

    1) Della questione climatica sento parlare da un po’, almeno dagli anni ’90 del secolo scorso. Da quando è venuta fuori, ho letto molti studi in proposito e già fin da allora, mi ero fatto una mia convinzione, che conservo tutt’ora. Ne parlerò alla fine, ma anticipo che quello che dirò prima rende del tutto secondaria questa come ogni altra conclusione di merito sullo specifico problema.

    2) Quello che emerge dal video del prof. Pennetta è che in effetti l’informazione di sistema “difende”, con i soliti strumenti ingannatori, la tesi del riscaldamento globale e tende a bollare come fake news le tesi contrarie. La conclusione che ne trae il prof. Pennetta, non è semplicemente che esiste una propaganda per promuovere una tale teoria non dimostrata, ma direttamente che tale teoria non sia vera e che sia soltanto un’invenzione dei padroni del discorso per promuovere l’impoverimento della popolazione.

    3) A volte mi meraviglio di come in questo tempo la memoria della maggior parte della gente sia corta: cose che io ricordo distintamente di pochi decenni fa, sembrano totalmente cancellate nella mente dei più e così, io che le rammento, mi sento talvolta ancora più vecchio di quanto in realtà non sia. Perché, soltanto 30 anni fa, le posizioni rispettive non erano affatto queste. Allora erano coloro che cercavano di combattere il sistema delle multinazionali che parlavano di riscaldamento globale, contrastati come portatori di fake news (allora il termine che si usava non era ancora questo, ma il senso era il medesimo). Vi era anche uno scrittore, ex attivista di Green Peace, tale Bjorn Lomborg, autore di best seller con i titoli: “False Alarm: How Climate Change Panic Costs Us Trillions, Hurts the Poor, and Fails to Fix the Planet”, “The Skeptical Environmentalist” and “Cool It”, dichiarato dal Time’ Magazine fra le 100 persone più influenti, invitato nello Show di Larry King e che faceva comparire i suoi interventi su testate come quelle del New York Times ( https://www.lomborg.com/about ; https://www.lomborg.com/about ). In questo link del 2014 compaiono dei video in cui Lomborg spiega come i combustibili fossili possano anzi combattere la povertà e salvare delle vite. I video erano promossi da … Bill Gates.

    4) Dobbiamo, dunque, constatare che, se oggi i padroni del discorso hanno fatto propria la “questione climatica”, fino a poco tempo fa non era così. Forse le cose sono più complicate di come possono apparire e gli spin doctors consulenti del potere sono molto più scaltri e contorti di quanto gli esponenti della controinformazione possano immaginare. Essi sanno che quando una cosa rischia di essere troppo evidente, invece di negarla, la cosa migliore è assumerla all’interno di una più grande menzogna, propagandando con grande pompa quella mezza verità, accuratamente isolata da ogni altra più scomoda e opportunamente reinterpretata. In questo modo, si ottengono due effetti apparentemente opposti ma complementari: coloro che sono inclini a credere alle menzogne, accoglieranno più facilmente la menzogna, supportata da una parziale verità: quelli che invece sono fin dall’inizio sospettosi su quanto gli viene raccontato dai canali ufficiali, tenderanno a credere che sia tutto menzogna e diverranno pronti a smentire anche quella piccola parte di verità, limitando così l’effetto dell’evidenza proprio fra coloro su cui potrebbe avere, in diverse condizioni, qualche effetto concreto.

    5) Devo dire che lo spettacolo dei critici del sistema che sostiene con grande convinzione quello che il sistema ha sostenuto fino a pochi anni fa, ha per me un effetto davvero strano ed un tantino inquietante.

    6) In ogni caso, io che all’epoca mi ero convinto che il riscaldamento globale fosse uno dei tanti effetti distruttivi prodotti dall’essenza contro natura dell’attuale Sistema globale, rimango esattamente della convinzione a cui ero giunto e poco mi importa chi sia a sostenerlo, magari con strumenti che, proprio impedendo il dibattito, impediranno anche su questo tema ogni possibile ed effettivo approfondimento.

    • Per riassumere brevemente: lei è convinto che siano le attività umane che producono il riscaldamento globale? E non pensa minimamente che le cause possano essere altre (naturali) che noi umanità, nel nostro piccolissimo, stiamo (forse) un pochino favorendo?

      • Come ho cercato di precisare sin dall’inizio, il mio intervento non è stato incentrato sulla questione della veridicità o meno della teoria del riscaldamento globale di derivazione antropica. Tale questione meriterebbe un discorso a sè, ma risulta a mio avviso secondaria, rispetto a quello che era l’oggetto vero e proprio dell’argomentazione del prof. Pennetta che è quello dell’utilizzo popagandistico che è fatto di tale teoria, da parte dei canali di informazione main stream strumenti governati dai “padroni del mondo”. La trattazione della questione del riscaldamento globale, può a mio avviso essere intrapresa soltanto dopo che sia adeguatamente sviscerata l’altra, altrimenti rischierebbe di sviare l’attenzione che deve concentrarsi su ciò che è più importante. Svilupperò ancora i miei argomenti, sperando di chiarire meglio ciò che penso.

        1) Mi sembra incontestabile che il video del prof. Pennetta mostri come nell’informazione main stream la tesi del riscaldamento di origine antropica venga oggi difesa a spada tratta, senza porre in essere un reale dibattito e ricorrendo come al solito all’unico che sembra rimasto, cioè quello ex auctoritate. Se si aggiunge che questa teoria viene ormai regolarmente utilizzata come pretesto per interventi vari, sia a livello internazionale (basta leggere alcuni dei documenti di Davos, sia nazionale (basta pensare alla “transizione ecologica del governo Draghi), credo che sia innegabile che essa rientra nell’agenda di propaganda dei “padroni del mondo” che sono anche i “padroni del discorso”.

        2) Credo d’altra parte di avere adeguatamente mostrato, nel post precedente, come fino a non molto tempo fa le cose andassero diversamente. Solo chi sia molto ingenuo e completamente inavvertito delle modalità propagandistiche proprie del Sistema, può pensare che un autore come Bjorn Lomborg, che non era per nulla uno specialista del settore e non aveva alcun curriculum specifico (è laureato in scienze politiche), possa essere balzato su tutti i media main stream e divenuto, secondo il Time’s Magazine, una delle 100 persone più influenti del pianeta, in virtù delle sue capacità di convincimento del pubblico. D’altra parte i personaggi che hanno promosso le sue tesi, sono quegli stessi, come Bill Gates che adesso propagandano il nuovo racconto.

        3) La prima cosa che si deduce da tutto questo è che, se i padroni del discorso stanno adesso utilizzando la teoria del climate change, non l’hanno però inventata, tanto che quando è sorta, la hanno per un bel pezzo combattuta. Il punto di svolta è si registra dapprima con la popolarità che meteorologi come Mercalli (di cui non metto in dubbio la buona fede) hanno improvvisamente assunto, divenendo di colpo delle star, proprio come adesso alcuni virologi e poi, soprattutto con il grande evento mediatico legato a Greta Tumberg.

        4) Curiosamente Lomborg sembra avere molti punti di somiglianza biografica con Greta: come Greta è uno scandinavo, è danese, mentre Greta è svedese, non era uno specialista ed all’improvviso ha avuto una specie di conversione e si è convinto di dovere consegnare al mondo le sue riflessioni per il bene dell’Umanità. A seguito di questo, come Greta, ha avuto un’esplosione mediatica.

        5) Se ci si chiede quale sia l’utilità mediatica della teoria del riscaldamento globale, è possibile osservare dapprima che essa ha soppiantato, come pretesto, la dottrina economica del rigore nei conti pubblici. Quest’ultima è servita essenzialmente a smantellare le strutture pubbliche nazionali che consentivano una possibilità di intervento efficace sull’ economia da parte dello Stato, potenzialmente controllabile, almeno in una certa misura dai cittadini attraverso il voto e si è sciolta come neve al sole, non appena questa “missione” è stata compiuta. Adesso che le strutture nazionali di governo economico non ci sono più e che ad es. la situazione italiana è passata da uno scenario che faceva parlare gli economisti addirittura di economia mista (fra quella capitalista e quella socialista), con la presenza di potentissime realtà di intervento diretto sul mercato come l’IRI o colossi nazionali a controllo pubblico come l’Eni, ad una in cui il governo italiano non può che essere l’esecutore di decisioni prese altrove, adesso non si tratta più di tenere i conti in ordine ma di spendere. Rispetto a questa esigenza, la storia del 3% debito/pil, non può più giovare e dunque, fino a nuovo ordine va dimenticata.
        6) Il cinsistente programma di spesa ha tre obiettivi:
        a) fungere da costrumento insieme ai lock down ed alle altre misure restrittive, come misura espansiva. I due strumenti sono in grado di pilotare verso le direzioni volute. Come spiega il documento uscito a dicembre a cura del Gruppo dei Trenta (di cui Draghi è codirettore) e intitolato “Reviving and Restructuring the Corporate Sector Post-Covid – Designing public policy interventions, ” This may require a certain amount of “creative destruction” as some firms shrink or close and new ones open, and as some workers need to move between companies and sectors, with appropriate retraining and transitional assistance.” (p. 3) e pertanto “Policymakers will vary in their weighting of preserving the status quo and existing jobs, versus allowing or encouraging the process of “creative destruction” in which firms fail, allowing jobs and resources to flow from unsuccessful firms to ones that are better suited for the new economy.” (p. 17) Anche se il documento non lo dice, sembra che le ditte che saranno più adatte alla nuova economia saranno le multinazionali del digitale (tipo Amazon, Glovo, ecc) mentre le “unsuccessfull”, saranno inevitabilmente le piccole e medie azinde schiacciate dai lock down e dalle altre misure folli. Le risorse umane e strumentali a cui dovrà essere consentito di migrare verso le aziende favorite, potranno esserlo meglio grazie a consistenti flussi di denaro che finanzieranno l’acquisto delle risorse in svendita da parte delle unsuccessfull firms. ”
        b) Il secondo obiettivo è quello di aumentare, ma soprattutto ristrutturare il debito degli stati. Attualmente stati come l’Italia sono indebitati, ma una gran parte dei loro creditori sono interni e piccoli/medi risparmiatori. Inoltre, mediamente, gli italiani hanno ancora un certo patrimonio e risparmio privato che ha permesso a molti di non essere ancora, dopo due anni di restrizioni, alla canna del gas. Ciò comporta ancora una certa indipendenza e per i padroni del mondo non va bene. Perciò, occorre, costringere i privati ad attingere ai loro risparmi, esaurendoli, attraverso le misure restrittive dell’attività economica e spingere gli stati ad indebitarsi attraverso i vari aiuti che andranno poi restituiti.
        c) Infine, il flusso di danaro serve come anestetico, per regolare nei tempi la distruzione creativa che ottenga gli effetti voluti, senza provocare troppe ribellioni. Non è infatti possibile lasciare a se stessi gli stati su questo compito. Il documento dei “trenta” spiega che However, even governments that support such adaptation in principle may need to take measures to manage the timing of creative destruction to account for the knock-on effects of excessively rapid shifts, such as for insolvency regimes that could become overwhelmed. ” (p. 3).
        6) Ma difendere la teoria del riscaldamento globale ha un effetto ancora più subdolo: quello di gettare confusione sul tema della c.d. decrescita. Le parole crescita e decrescita sono orwelliane e non aiutano. Infatti la falsa economia che nasconde la vera scienza economica che è una scienza occulta, chiama da tempo crescita, che associa una falsa idea di ricchezza e benessere, l’occupazione delle risorse attraverso l’iperproduzione senza scopo, che è la causa della totale povertà di più della metà della popolazione mondiale. Così facendo, ha costretto gli economisti dissidenti a parlare di decrescita per indicare il processo inverso di riappropriazione delle risorse da parte dei popoli attraverso la riconnessione della produzione ai bisogni. Sarebbe un discorso assai lungo da svolgere, ma quello che voglio sottolineare è che, dopo l’ultima operazione propagandistica, nella mente di coloro che vorrebbero opporsi all’agenda internazionale, povertà dei popoli e descrescita sarnno indissolubilmente associati, mentre la verità è l’esatto contrario.

        • Grazie… Peccato che la sua profonda analisi sia relegata in un blog con non troppi lettori interessati, lo immagino visto lo scarso riscontro di interventi, e non espressa in ambiti documentati dove susciterebbe, a mio avviso, un bel dibattito costruttivo a beneficio di chi, come me, vorrebbe capirne di più.

  3. L’emergenza perpetua, definibile magari ”emergentismo” è uno strumento di dominio, e come tale ha come fondamento l’inganno.
    Gli antichi furono prima di noi, e ci superano in ciascuno dei singoli aspetti del vivere e del conoscere che hanno davvero attinenza e rilevanza con la profonda natura umana.
    Publilio Siro fu uno schiavo turco tradotto a Roma, e qui fatto liberto, pare, per via della sua eccellenza come aforismista e motteggiatore.
    In uno di questi brevissimi componimenti, formula i termini un processo fondante e universale dei rapporti umani e sociali, per descrivere il quale Machiavelli occupa delle pagine (lui mette nove parole): necessitas non habet legem sed ipsa sibi facit legem.
    Consegue che chi ha la potestà di far sorgere la necessità, trasforma tale potestà in Potere Assoluto.
    L’erosione delle libertà naturali e costituzionali principia con la stagione del terrorismo politico interno; tutto in quota ragion di Stato, Servizi nostrani e, nell’ordine, inglesi, e poi, a pari merito, russi e americani.
    Poi viene la prima “emergenza” globale, stavolta in quota direttamente alle élites, la stagione delle crisi energetiche. Si noti che essa scoppia quasi in contemporanea alla pubblicazione degli atti del Club Di Roma.
    Quindi esplode l’”emergenza” del terrorismo internazionale, che, a fasi alterne, tuttora permane. Nella quasi totalità dei casi, questo terrorismo ha come agente primario il mondo dei Servizi. Caso di scuola, l’auto attentato 11 Settembre.
    Nel mentre era già cominciata l’”emergenza” climatica/ambientale; enfatizzata, a seconda delle fasi della campagna, su questo o quel punto. Ricordate l’ex buco dell’ozono?
    Adesso siamo al CO2, e al riscaldamento (di origine antropica) dopo essere passati dalle catastrofi generate dalle flatulenze degli animali da allevamento.
    Infine, dopo alcune incursioni tattiche (ovina, suina, aviaria, ecc…), siamo giunti alla fondazione della nuova religione coviddara, la quale, come avevo previsto alla fine di Marzo 2020, è destinata a non finire mai. Ce lo assicura una di quelle fonti che sono l’Ufficio Stampa del Potere.
    https://www.huffingtonpost.it/entry/il-covid-sara-endemico-possibili-nuove-ondate-il-mondo-entrera-in-unera-di-pandemie_it_60a7c1a0e4b03135479661ee

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