Un caso in cui l’intervento dei “fact checkers” ha impedito la ricerca della verità.
Alla fine di marzo del 2020, in piena emergenza Covid 19, sui social inizia a circolare il video di una trasmissione della Rai, il TG Leonardo del 16 novembre del 2015 nella quale si palava di un virus chimera prodotto in Cina, un agente patogeno con effetti analoghi a quelli del Sars-Cov-2, causa della epidemia covid19.
Immediatamente i media si affannavano a minimizzare la notizia e non potendola ridurre a bufala veniva ridicolizzato chiunque sollevasse dubbi.
Le cose però stavano diversamente, nessuno aveva pensato che fosse lo stesso virus mentre reale era la preoccupazione che nei laboratori potesse essere stato prodotto il Sars-Cov-2.
Ma ancora una cosa sfuggiva nella fretta di minimizzare la vicenda, la ricerca del 2015 diceva che il rischio di epidemie naturali è basso.
5 commenti
Da un punto di vista scientifico, occorrerebbe ammettere che quella di una produzione artificiale del virus è almeno una concreta possibilità. Serietà, a questo punto, imporrebbe di favorire ricerche ulteriori in tal senso, perché anche solo il pericolo che una tale eventualità sia stata effettivamente quella realizzatasi giustificherebbe ampiamente un tale interesse. Il fatto che si faccia tutto il contrario dimostrerà per eventuali storici del futuro, che affrontino la cosa in modo imparziale, che, senza alcuna possibilità di dubbio, le analisi fatte da chi sospetta delle vere finalità di certi poteri, ad es., quelle condotte su un piano filosofico e politologico da un G. Agamben, sono assolutamente rispondenti al vero.
La fretta di smentire l’ipotesi di una eventuale ingegnerizzazione del COVID SARS, impedendo un qualsiasi dibattito a tal proposito (che sarebbe il sale stesso della Scienza), è quanto meno sospetta.
Ciò ovviamente non implica necessariamente che tale ipotesi sia vera, ma diciamocela tutta: questo clima maccartistada parte delle stesse autorità non può che giustificare atteggiamenti complottisti.
Infatti, ma come sappiamo anche la sola ipotesi provoca reazioni scomposte.
Buongiorno Enzo Pennetta, non sono riuscito a intervenire sull’interessante post di Pasolini. Mi sembra di capire che il commentario ha un limite di tempo, oppure no?
La ringrazio e mi complimento per il blog che scopro (purtroppo) solo adesso.
Buonasera Fabio, sì esiste un limite temporale automatico perché in passato si accendevano discussioni interminabili e spesso pretestuose.
Grazie per le considerazioni.