La teoria dell’evoluzione di fatto non viene spiegata sui manuali scolastici, chiunque può constatarlo.
Per ovviare a questa grave lacuna sul piano culturale ecco su CS una esposizione a puntate della storia e dei temi del darwinismo.
Il dibattito sulla validità della teoria neodarwiniana è spesso di difficile accesso ai non specialisti, la ricostruzione di come la teoria è nata e si è sviluppata può essere invece di facile comprensione ed è fondamentale per comprenderne i profondi meccanismi e accedere poi al livello scientifico.
Dopo anni di denuncia su queste pagine di una sorta di riduzione a racconto superficiale e al tempo stesso corposo e confuso della teoria, su CS viene fornito uno strumento di formazione per tutti coloro che invece vogliono che la teoria venga compresa bene.
Contrariamente a quanto qualcuno afferma, CS è il luogo dove con più forza viene chiesto l’insegnamento chiaro ed esaustivo della teoria darwiniana come argomento fondamentale di ogni percorso scolastico, ecco quindi che coerentemente si fornisce un contributo ampio e completo come nessun altro ha finora proposto.
Si inizia con la prima parte in cui si espone quella teoria ancora impregnata di pensieri legati all’alchimia che fu quella di J. B. Lamarck del 1809, e che fu il più rilevante tentativo prima di quello darwiniano del 1859.
Qui il video:
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Video interessante, che dà una buona idea del tipo di dibattito scientifico in corso all’epoca. Solo un appunto: Cuvier aveva eccome una teoria alternativa da opporre all’evoluzionismo di Lamarck. Era infatti un tenace sostenitore dell’immutabilità delle specie, arricchita dal suo catastrofismo. Il fissismo era considerata una spiegazione più che soddisfacente da molti studiosi dell’epoca, quindi non è vero che si è rimasti in assenza di una qualsiasi teoria. La storia della scienza dunque conferma che la critica a una teoria e la formulazione di ipotesi alternative vanno sempre di pari passo.
Cuvier non dava nessuna spiegazione di come il catastrofismo potesse operare, più che una vera teoria si trattava di una narrazione.
Non si può neanche dire che il catastrofismo sia stato accettato come teoria dai suoi contemporanei o dalle generazioni dal 1810 fino al 1859, semplicemente si rimase in una situazione di incertezza.
Cuvier una spiegazione la dava eccome: le specie sono immutabili ma alcune sono state sterminate da catastrofi ed estinzioni di massa, motivo per cui non ne ritroviamo i fossili. Il fissismo era la visione prevalente alla quale Cuvier aveva aggiunto un pezzo in più, che peraltro ebbe abbastanza successo (anche se venne reinterpretato in chiave biblica nel mondo anglosassone, tirando di mezzo il Diluvio Universale, del quale lui non parlava). Esisteva, quindi, una teoria dominante – il fissismo (con diverse sfumature) – e una serie di ipotesi che la sfidavano (uniformitarismo ed evoluzionismo), sostenute da studiosi come Lyell, Saint-Hilaire e Lamarck, e che inizialmente ebbero poco successo. L’aumento di dati che lo contestavano e la formulazione di ipotesi che spiegavano meglio i fenomeni naturali segnò la fine del fissismo ma alcuni aspetti del catastrofismo di Cuvier in un certo senso riemersero negli equilibri punteggiati di Gould ed Eldredge.
So che è off topic, ma vorrei segnalare un articolo molto interessante , dal cuore della rivoluzione tecnologica, la silicon valley, pubblicato sul Corriere della sera del 29 aprile 2019:. Si tratta di un’intervista al fisico Federico Faggin . lo sviluppatore della tecnologia MOS che permise la fabbricazione dei primi microprocessori.
Cito testualmente : ” Il mondo interiore controlla il comportamento esteriore. Ecco il dramma del nostro tempo: se ci convinciamo di essere macchine, finiremo per diventare macchine, riducendo l’universo a formule matematiche senza senso. L’altro grande problema è quell’idea che ci ha inculcato Darwin: il più forte vince sempre e si prende tutto. ha contribuito a svilire ogni valore di umanità”.
Direi che è un pò particolare(evito il termine “strano”) che l’uno contesti quello che scrive l’altro(entrambi da me, “popolo”,tenuti nella massima considerazione).In fondo si tratta di leggere;evidentemente nessuno può ritenersi “detentore della Verità” ,quello che altri(gli autori delle varie teorie)hanno scritto.Più che il ping pong(in questo caso)amo il ben più riflessivo Tennis.Dunque quale è la risposta di Pennetta !?