Contro lezione sulla cannabis#1 : la non confrontabilità con alcol e tabacco

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Uno degli argomenti usati dal versante antiproibizionista e ripreso nella trasmissione RAI da Saviano è il confronto con altre sostanze legalizzate come alcol e tabacco ma si tratta di un paragone fuorviante in quanto le sostanze hanno caratteristiche diverse.

Quello che caratterizza l’effetto della Cannabis è l’azione sul sistema nervoso ed è su questo punto  che il divieto si basa e quindi va verificata la presunta analogia rispetto a tabacco e alcol.

Il principio attivo del tabacco è la nicotina che agisce sui recettori  per l’acetilcolina (Ach) dove ne imita l’azione del neurotrasmettitore  che sono appunto stati chiamati nicotinici. Questa sostanza, come del resto è esperienza diffusa, non provoca alterazioni negative delle capacità cognitive o di altri aspetti psicologici che sono circoscritti ai sintomi da astinenza, né tanto meno si registrano effetti a medio lungo termine.

Negli alcolici la sostanza attiva è l’etanolo che a bassi dosaggi ha effetti benefici e manifesta quelli nocivi solamente con un uso eccessivo, come riportato nel seguente articolo:

Alcohol: Balancing Risks and Benefits

Nel caso della Cannabis la situazione è la seguente, il principio attivo responsable del maggiore effetto ai fini terapeutici riguardo a patologie infiammatorie, immunitarie, psichiatriche è il cannabidiolo (CBD), mentre la sostanza di interesse tossicologico è principalmente il tetraidrocannabinolo (THC). Nelle piante coltivate a scopo “ricreazionale” negli anni ’90 il contenuto medio di sostanza attiva (THC, )era tra il 3 e il 4,5%; nel 2008, questo valore era salito all’8%, nell’ultimo decennio sono state infine prodotte diverse varietà di cannabis con un contenuto di THC superiore al 20%, in alcuni casi fino al 30%.

Le proprietà positive, cioè medicinali, della Cannabis sono legate all’esistenza di una patologia e quindi l’uso ricade nella stessa fattispecie di sostanze come la morfina di cui nessuno contesta la legalizzazione a fini clinici e divieto ad uso ricreazionale. Gli effetti indesiderati tendono ad aumentare in modo proporzionale all’uso, a livello neurologico un’alterazione della corteccia cerebrale (riduzione) è stata registrata in uno studio del 2014 pubblicato su PNAS:

Al tempo stesso è stato ipotizzato che il cervello per compensare il danno reagisce con un aumento di connessioni in altre aree:

I danni a livello cognitivo sono rilevabili con certezza a breve termine ma la loro persistenza a lungo termine è dibattuta, quello che appare certo è invece l’aumentato rischio di sviluppare comportamenti psicotici, come riferito sul sito della Fondazione Umberto Veronesi:

Una ricerca evidenzia l’alterazione delle funzioni cerebrali dovuti dalla marijuana anche dopo astinenza Marijuana, danni visibili anche dopo un anno di astinenza «La marijuana una droga leggera? Può anche  raddoppiare il rischio di schizofrenia. La verità è che non esistono droghe leggere o pesanti, è un concetto da superare: sono tutte droghe con effetti deleteri, il rischio e la gravità con cui si manifestano in una condizione patologica sono individuali».

È molto netto Roberto Cavallaro, responsabile dell’Unità per i disturbi psicotici dell’ospedale San Raffaele di Milano, a commento di una nuova ricerca sugli effetti negli adolescenti di questa sostanza. L’Università di Pittsburgh e l’Università dello Stato dell’Arizona hanno preso sotto esame mille ragazzi maschi dai 13 ai 18 anni che facevano un uso regolare di marijuana.

La scoperta più incisiva è che pure dopo un anno di abbandono della cannabis facilmente i giovani continuassero a vivere esperienze subcliniche di paranoia ed episodi di allucinazioni, come quelle osservate durante il consumo continuato.

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IL DANNO AUMENTA CON LA DURATA
Inoltre: per ogni anno in più di uso settimanale della droga, si è visto che la probabilità di sperimentare, ancora dopo dodici mesi di astinenza, sintomi psicotici ‘sotto soglia’ aumentava del 29 per cento.

Quanto a paranoia e allucinazioni la possibilità balzava in alto del 112 e 158 per cento rispettivamente. La  ricerca, in pubblicazione sulla rivista American Journal of Psychiatry è importante «perché affina informazioni che avevamo già per quanto riguarda lo sviluppo di una malattia psicotica conclamata», osserva Cavallaro.

Che si spinge in un confronto tra il passato e l’aspetto attuale della marijuana. Allora, quando esplose la liberalizzazione da ogni tabù e l’uso della cannabis si diffuse, l’ “erba” che circolava conteneva al 3 per cento il principio psicoattivo Thc (Tetraidrocannabinolo), mentre oggi la concentrazione arriva anche al 18 per cento, come spiega Cavallaro.

L’argomento della presunta analogia tra fumo di sigaretta, uso di alcolici e cannabis è dunque da respingere in quanto le tre sostanze hanno caratteristiche tanto diverse a livello neurologico da renderle inconfrontabili e la Cannabis ha effetti incomparabilmente più nocivi.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

22 commenti

  1. C’è un’assonanza spaventosa con un altra sostanza-prodotto ;in fondo in fondo molto economico:l’assenzio.Si potrebbe scrivere fino alla fine dei giorni su questo argomento.Ma la Moda dello sballo nasce nelle nordiche regioni europee in grandissima crisi morale,mentale,religiosa(e pure politica)tra la fine del’ottocento e il primo decennio del novecento.Mentre il bisogno della “canna”(sogno di tutti i depressi è poterla acquistare per pochi euro….idem per l’assenzio:Unica differenza i pochi centesimi francesi) emerge nelle stesse regioni europee e si espande nelle colonie culturali(purtroppo noi siamo una colonia culturale!).Stessa crisi morale,mentale,religiosa.Unica differenza la “qualità” dei Guru che la propagandano come soluzione a tutti i problemi e a tutti i mali.Amen.

  2. Egregio Prof.,
    sinceramente sull’argomento sono confuso.
    Il dato empirico mi dice che mia moglie da quando assume l’olio di cannabis (con tanto di prescrizione medica) è riuscita a risolvere tutta una serie di seri disturbi che, per decenni e con tutti gli esami possibili, non si è mai riusciti a determinarne la causa.
    Ed al momento le sue capacità cognitive non sembra che ne abbiano subito nocumento.

    • Enzo Pennetta on

      Buonasera Giusavo, nell’articolo ho già risposto su questo punto, basta leggerlo.

      • Prof. ho letto il suo articolo e non volevo una risposta, essendo la mia una considerazione.
        Mi piacerebbe conoscere il suo parere su un documentario che le ho segnalato tempo addietro. L’autore è Massimo Mazzucco, che è comprovato non essere un coglione qualunque.
        Chi scrive testi della portata di “L’Ultimo Uomo”, non può che essere una persona di adamantina curiosità intellettuale, e sono certo che avrà un’oretta da spendere per guardare il video.
        Cordialmente.
        Link: https://www.youtube.com/watch?v=sDyVAFPeI1I

  3. dott.Pennetta. Non ci siamo. State parlando di una sostanza che non conoscete se non per qualche articolo vagante in rete. questo blog ha perso credibilità. Peccato.

      • molto volentieri! magari ci troviamo di persona che a scrivere un tomo non ne ho voglia.

        • Massimo Ippolito on

          Come non ne ha voglia, Andrea?
          Mi piaceva conoscere il suo punto di vista e gli argomenti o i dati che portava.
          Scuotere la testa senza esprimere e argomentare mi lascia perplesso.
          Fiducioso in attesa.

          • uso il mio pochissimo tempo libero per leggere non per scrivere. Le consiglio di leggere gli studi effettuati sul THC e non solo sul cannabidiolo.l’uso che se ne può trarre in medicina è molto vasto.sicuramente sono informazioni non reperibili nei comuni testi di medicina occidentale. Basta spostarsi un po piu a oriente e si scopre che veniva usata come medicinale piu di mille anni fa.

          • Massimo Ippolito on

            Grazie Andrea,mi sono fatto un’idea più precisa riguardo la consistenza della sua critica. E con me, anche gli altri lettori di CS.
            Buon lavoro!

          • Debora Cattaneo on

            Le dico io qualcosa di serio: diversi studi provano la pericolosità dell’alcol rispetto alla cannabis, addirittura alcuni studi mostrano che la cannabis protegge dai danni epatici dell’alcol. Lascio qualche link utile per studiare, particolarmente al Prof. Pennetta che ne sa davvero poco, nonostante questo si permettere di sproloquiare e fare terrorismo mediatico sulla cannabis. Saluti.
            http://www.salute.gov.it/portale/documentazione/p6_2_5_1.jsp?id=104
            https://dottoremaeveroche.it/il-vino-fa-buon-sangue/
            https://t.co/PDWg7akwn4
            https://neurokaplan.com/2018/03/23/the-studies-that-didnt-make-the-top-5/
            https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/liv.13696

          • Massimo Ippolito on

            gentile Debora, mi aiuti.
            sono andato al primo link che propone e nn si parla di canne ma di fumo (di sigaretta). Forse ho cercato male, mi aiuta a trovare nei 3 pdf del primo link dove si parla degli studi che provano la pericolosità dell’alcol rispetto alla cannabis. se ne troviamo nel suo primo link, volentieri continuo la lettura. Grazie.

          • Debora Cattaneo on

            Si certo, i primi due link parlano di tabacco e alcol, questo perchè secondo l’articolo di Pennetta non produrrebbero danni al cervello. Nei restanti link può trovare info comparative su alcol e cannabis e altro ancora.

          • Debora Cattaneo on

            Faccio anche presente, che Josh kaplan, di cui ho inserito alcuni studi, è uno scienziato tra i massimi esperti di cannabis al mondo, mentre non mi è chiaro che tipo di esperienza abbia Pennetta nel campo per esprimersi su questi temi.

          • Enzo Pennetta on

            Gentile Debora, i link da lei postati non contraddicono i risultati delle mie fonti che restano validi ma si soffermano su aspetti particolari che se uno sapesse leggere si evincevano già nel mio articolo.
            L’unica cosa che emerge è il suo comportamento irritato e i suoi toni aggressivi e offensivi riguardo ai quali mi risparmio un facile umorismo.
            Colgo l’occasione per ribadire che chi vuole dire qualcosa deve farlo in modo dettagliato senza metterla in caciara e poi buttare lì una serie di link per dare l’impressione di aver calato delle carte vincenti.
            Interventi così non sono utili a nessuno quindi la saluto, potrà andare ad usare questi modi altrove.

    • Enzo Pennetta on

      “qualche articolo vagante in rete”, gli citi Harvard e PNAS e ti dicono che non sono seri, poi non ti contestano nulla nel merito restando su una vaga calunnia.
      Confermo quanto detto da Massimo Ippolito, chi legge si è fatto un’idea precisa su questa critica. Continuate così che siete i miei migliori alleati.

      • siete contro la dottrina sorosiana. Pure io. Siete persone intelligenti,sono sicuro che in futuro cambierete idea.buona giornata e buon lavoro.

  4. buona sera. non mi pronuncio sulle problematiche legate a particolari tipi di canapa costruiti per produrre ingenti quantità di cannabinolidi (mi risulta, e correggetemi eventualmente, che sia una famiglia di molecole). sono a conoscenza che da anni dove ciò è legale aziende del settore lavorano a ciò. la riflessione che propongo è però molto semplice e richiama quello che in letteraturatura è indicato come il primo studio sull’argomento commissionato dalla corona inglese e legato all’uso della sostanza da parte di militari dislocati nella colonia indiana, studio che fondamentalmente concludeva(detto con mie parole) che un uso della canapa moderato non era da ritenersi preoccupante come un uso moderato di alcol.
    relativamente all’abuso ho notato seri danni sia a carico di soggetti consumatori di canapa (e scusate se mi pongo la domanda se già prima erano rincoglioniti….) ma sopratutto a carico di consumatori di alcol, il cui uso mi pare molto, ma molto diffuso e non solo tra i più giovani, anzi…
    cordialmente.

  5. concetta tagliamonte on

    tralasciando l’uso in medicina , io mi pongo la domanda se l’uso ricreativo sia benefico sul modello di societa’ che vogliamo per i nostri figli

    io ho guardato il documentario di Mazzucco , al punto in cui viene chiesto al giovane che si sottopone al test come si sentiva egli risponde bene , allegro e in pace

    sentimenti positivi ma in tutti i contesti ? e questo che vogliamo anche quando ci verranno sottratti anche i piu’ elementari diritti sociali e verranno compensati con un ‘ allegra fumata?

  6. Ci saranno molti cortocircuiti con la sua contro-lezione, prof. Purtroppo immaginare una vita senza droghe sembra difficile; è triste.

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