Il presente articolo è stato modificato lasciando inalterata la sostanza per evitare di incorrere in pretestuose censure o atti volti a silenziare il dissenso.
La decisione è stata presa in seguito a quanto accaduto al Sig. Vittorio Di Battista (padre di Alessandro Di Battista) e riportata sul Corriere della Sera del 29 maggio 2018 nell’articolo “Vittorio Di Battista è indagato per offese al presidente Mattarella“.
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La notte del 25 maggio per la prima volta nella storia della Repubblica il Quirinale è intervenuto contro la libera informazione, poi il 27 contro la volontà popolare.
Ma per la notte della Repubblica forse è la fine.
Dopo la vicenda del discorso di Giuseppe Conte consegnato alla stampa ma poi pronunciato senza alcuni passaggi vincolanti sui temi cruciali della moneta unica, fatto le cui conseguenze sono grandi e ancora non pienamente valutate, la Presidenza appariva già in una posizione di difficoltà, adesso con la scelta del 27 la crisi è manifesta. I fatti sono noti, almeno per chi si informa fuori dei grandi media, la vicenda è stata denunciata in un servizio di Byoblu di Claudio Messora che a pochissima distanza dalla nascita della sua ControRassegna dimostra di aver fatto centro dimostrando che la buona informazione ha una forza in sé dirompente, ed è per questo che viene fortemente avversata, qui di seguito il video in questione:
https://youtu.be/Is14CT_aqqo
Ed ecco la reazione immediata dell’Ufficio Stampa del Quirinale giunta in piena notte:
L’intervento è di quelli che anziché indebolire le affermazioni contestate le rendono sempre più credibili, un tentativo di intimidazione che nella sua grossolanità è anche maldestro, in piena notte l’Ufficio Stampa del Quirinale sembra sia stato affidato ad uno sprovveduto che lasciato solo davanti alla tastiera è intervenuto con modalità che richiamano quelle di un troll che risponde ad un post su Facebook.
Come fatto rilevare da Marcello Foa in un intervento del 27 maggio, la stampa italiana ha pensato bene di tenere un comportamento analogo mostrando di quanta partigianeria fosse capace:
Già indebolita dall’informazione libera adesso la stampa “presstitute” è vistosamente incapace di orientare l’opinione pubblica, parafrasando Giovanna Botteri “che ci stiamo a fare noi giornalisti?”. Una domanda con la quale forse la corrispondente RAI dagli USA ha firmato il suo più bel servizio.
I nuovi uomini della politica hanno imparato presto come muoversi e adesso sanno come bypassare i meccanismi dell’informazione manipolata, gli stregoni della notizia, come direbbe lo stesso Foa, non riescono più a fare il loro incantesimo. La comunicazione con gli elettori e con tutta la cittadinanza è diretta, mentre il M5S ha operato attraverso la rete sin dall’inizio Matteo Salvini non rilascia interviste che saranno manipolate ma vi si rivolge direttamente attraverso le dirette su Facebook come ha giustamente sottolineato Maurizio Blondet. A riprova di questo il candidato ministro Paolo Savona per rivolgersi alle persone non ha scelto la grande stampa ma un sito di libera informazione come Scenari Economici, a fronte di questo al momento la possibilità di condizionare l’elettorato con la stampa è molto bassa.
“La notte della Repubblica” era il titolo di una trasmissione televisiva a cura di Sergio Zavoli, un approfondimento giornalistico sugli anni di piombo, precisamente tra il ’69 e l’89, una notte che negli anni ’60 aveva avuto il colore del cielo di Bascapé dove tramontò la politica di Enrico Mattei, per proseguire negli anni ’70 dove assunse quello del rapimento Moro che delle politiche di interesse nazionale di Mattei era stato il prosecutore. Ma la notte della Repubblica non finì nel 1989 come detto dagli autori, proseguì con la decapitazione della classe politica denominata Tangentopoli, poi assunse i colori scuri del Britannia per poi proseguire ancora con il governi tecnici, e quindi antidemocratici, iniziati con il Monti-Napolitano.
La notte della Repubblica è infine giunta fino ad oggi dove con la vicenda dell’affossamento del governo emerso dalla volontà pooplare ha aggiunto un nuovo capitolo buio, ma qualcosa è cambiato. Negli anni che vanno dai ’60 al 2011 chi si opponeva alla subordinazione della nazione alle politiche di interessi terzi era quasi del tutto un protagonista solo e spesso isolato, adesso proprio grazie all’informazione indipendente è un intero popolo ad avere consapevolezza dello stato delle cose e ad opporvisi.
La notte della Repubblica può adesso finire e questo è possibile in questo momento come mai lo è stato in passato, ma non sarà una passeggiata, le forze in contrarie sono ancora forti e lo hanno fatto capire, ma per la prima volta hanno dovuto mostrarsi per quel che sono e questo è un segno di debolezza.
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