Soros punta sulla candidatura Bonino per condizionare il prossimo governo italiano, sulla sua strada solo il nome di Federico Iadicicco che viene attaccato pesantemente dall’ONG “Avaaz” del finanziere ungherese.
Al di là degli schieramenti politici nel collegio Senato Roma 1 si gioca uno scontro diretto, chi vuole dire no a Soros ha una possibilità di farlo.
Il 7 febbraio l’ONG Avaaz fondata e sostenuta dal finanziere George Soros ha lanciato la sua campagna contro Federico Iadicicco, l’unico candidato in grado di imporre uno stop al suo tentativo di ipotecare le scelte del prossimo governo. Il segnale è stato dato con un post su FacebooK:
La prima cosa che emerge dal messaggio è la paura di essere sconfitti, nonostante il peso di immagine della candidata sorosiana Emma Bonino si ammette chiaramente che le sorti della prossima elezione potrebbero decidersi su poche centinaia di voti, Avaaz fornisce così involontariamente un’importante informazione, dai loro dati il confronto nel collegio del Senato Roma 1 è del tutto aperto e potrebbe sfociare in una clamorosa sconfitta.
La comunicazione con cui è stato costruito il messaggio rivela uno strano stato d’animo nel quale la volontà di entrare di peso nel voto per condizionarlo viene trattenuta dalla consapevolezza che una presa di posizione così netta contro un candidato sul quale non c’è nulla da dire in negativo appare troppo palesemente faziosa. Avaaz cerca di non tradire il suo scopo a favore del padrone Soros e tenta una contorsione comunicativa con la quale la “campionessa dei diritti civili” viene opposta a qualcuno che evidentemente a loro parere non lo è avendo avuto un ruolo nell’organizzazione del Family Day. Tutta qui l’accusa di Avaaz.
Soros aveva già infiltrato i precedenti governi come esposto qui su CS lo scorso agosto nell’articolo “Soros, il problema indicibile“, particolarmente significativa era stata la presenza di una sua persona, Costanza Hermanin, nel Ministero della Giustizia col ruolo di segretaria particolare di Gennaro Migliore come riportato sul sito del Ministero:
La carriera di Costanza Hermanin si è svolta all’interno della Open Society di George Soros dal 1° maggio 2009 al 28 febbraio 2016, il giorno dopo è passata direttamente al Ministero della Giustizia, come risulta dal suo curriculum personale.
Questo il modo di operare di Soros, l’uomo che dichiaratamente è stato dietro tutti i colpi di stato degli ultimi venti anni (regime change, secondo la lingua politicamente corretta) e che lo scorso ottobre ha spostato 18 MLD di Dollari nella sua ONG, la Open Society Foundations, con la finalità di continuare ad influenzare le scelte democratiche di intere nazioni.
Il legame tra Emma Bonino e Soros è profondo, testimoniato dal premio a lei assegnato nel 2015 e confermato dagli stessi interessati:
Il voto al collegio Senato Roma I è molto più che un semplice confronto tra partiti, è la possibilità di sconfiggere il potere eversivo di chi ha interferito con le sorti di interi popoli.
Siamo in un confronto elettorale diverso da quelli precedenti, chi va a votare stavolta non ha davanti a sé la scelta di un partito ma quella tra l’affermarsi, forse irreversibile, delle forze globalizzanti della società liquida ordoliberista e l’inizio di una fase nuova in cui lo Stato torni ad essere un corpo solido a tutela delle persone.
Sarà un referendum sull’ingerenza di Soros e della sua ONG, il 4 marzo a Roma I si giocherà una battaglia decisiva e, senza guardare in faccia i simboli elettorali, chi vuole fermare le mani della Open Society Foundations non ha altra scelta che puntare sull’unico che può farlo: Federico Iadicicco.
1 commento
non che per la Bonino siano mai stati un problema, i voti: perde ogni volta, ma la mettono in posti sempre migliori….
“Per limitarci all’ultimo decennio (mentre era Senatrice in carica), Emma si è candidata al Parlamento Europeo nel 2009, Lista PannellaBonino. Zero eletti (con un buon score della Bonino, nativa di Bra, nel cuneese, nella Circoscrizione del Nord-Ovest: 72.000 preferenze), e fiasco.
Nel febbraio del 2010 si candida, col centro-sinistra, a Presidente della Regione Lazio. Viene battuta da Renata Polverini. La Polverini è travolta dallo scandalo di Batman Fiorito e altri personaggi, ed è costretta a dimettersi. La Bonino torna alla carica nelle successive elezioni regionali anticipate (febbraio 2013). Stavolta corre con la Lista Amnistia Giustizia Libertà . Altro fiasco (la Bonino raccoglie qualcosa come 310 preferenze nell’intera provincia di Roma, e 53 voti in Ciociaria, ovvero nella provincia di Frosinone).
Non sazia, Emma si candida nel novembre successivo alle elezioni regionali… della Basilicata. La Lista della Rosa nel Pugno, con lo storico simbolo radicale, non elegge nessuno. In compenso, qualcuno si ricorda, in Lucania, della Bonino, che raccoglie la bellezza di 28 preferenze nell’intera provincia di Potenza, e 13 nella provincia di Matera.”
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/caso-emma-bonino-storia-politica-incredibile-anche-numero-166630.htm