La CNN è scesa in campo contro le fake news, era ora, hanno pensato in molti immaginando che finalmente avrebbero chiesto scusa per quelle sulle armi di Saddam o sui sondaggi a favore di Hillary Rodham-Clinton.
Ma invece hanno solo finito per ‘incartarsi’ da soli…
L’idea a dirla tutta non è neanche originale, hanno scelto l’immagine di una mela per dire che se uno la spaccia per banana si tratta di una fake news, la stessa cosa si tramanda che facesse anche san Tommaso D’Aquino all’inizio delle lezioni quando indicando proprio una mela diceva:
«Questa è una mela. Chi non è d’accordo, può andar via».
Questo lo spot di trenta secondi della CNN:
Noi che abbiamo fatto di questo il nostro motto tradotto nella frase latina “Adaequatio rei et intellectus” non possiamo che essere d’accordo, il problema è però che a quanto pare lo spot potrebbe essere accusato di omofobia in quanto l’affermazione che una mela non è una banana è fin troppo facilmente utilizzabile per dire che se un essere umano ha le gonadi maschili (vogliamo fare cromosomi XY per essere più precisi…) è un maschio e non una femmina, come prontamente fatto notare da qualcuno:
https://youtu.be/mgKBC-ETvgk
San Tommaso 1 – politically correct 0, risultato finale, grazie all’assist della CNN (forse sarebbe più corretto classificare come un autogol).
A questo punto lo spot ha quindi iniziato a prendere più l’aspetto di una specie di bugiardino, quei foglietti che si trovano nelle scatole dei medicinali e che mettono in guardia contro i danni che il farmaco commercializzato può arrecare, un po’ come dire ‘usatelo con cautela perché mentre vi divertite davanti al tiggì vi intossicate di balle’.
Chissà se qualcuno dalle parti della CNN se ne è accorto, comunque ormai il danno è fatto. Lo spot dell’emittente USA è così ben riuscito che adesso potrebbe benissimo essere preso in prestito da Citizen GO nella sua campagna “I bambini sono maschi, le bambine sono femmine”:
Ma non è tutto, il messaggio della CNN può essere analizzato anche in modo più sottile, uno come Magritte avrebbe ad esempio avuto molto da ridire sull’affermazione “questa è una mela”, ecco infatti cosa scriveva in un suo celebre dipinto:
“Ceci n’est pas une pomme” (questa non è una mela). Magritte giustamente metteva in guardia dal rischio di identificare un’immagine con l’oggetto rappresentato.
Quando la CNN afferma dunque che l’immagine della mela non è una banana dice il vero, ma quando invece afferma che l’immagine di una mela è una mela mente, ed è esattamente il tipo di menzogna che passa attraverso i media.
Le grandi agenzie di stampa, e i loro ripetitori su carta o virtuali, propongono solo l’immagine che loro dipingono della realtà e la chiamano realtà. Le fake news o bufale, sono per loro utili in quanto servono a far credere che se quel disegno non è una banana deve per forza essere una mela, ma come abbiamo visto non è una mela, è la rappresentazione che la CNN fa di una mela, qualcosa che fa pensare ad una mela ma non lo è e che noi dovremmo prendere come fosse un fatto.
Quando leggiamo i giornali o guardiamo la tivvù pensiamo allo spot della CNN e ricordiamoci di quello che ci ha insegnato Magritte ripetendo: questa non è una mela.
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18 commenti
Correttore di bozze:
c’è un refuso ***e scriveva*** in: “Magritte giustamente metteva in guardia dal rischio di identificare un’immagine con l’oggetto rappresentato ***e scriveva*** .” ?
Grazie! Anche se un po’ in ritardo ho provveduto.
Grazie, Enzo. Repetita iuvant.
Su Tommaso sei tu il maestro, io sono solo un allievo!
Prof. Pennetta esiste ancora quella cosa degli articoli a richiesta? In materia di fake news sarebbe interessante un articolo su questa faccenda dei vaccini su cui si è creato da ambo i lati un polverone e a farne le spese è solo la scienza e la libertà personale. E’ anche molto vicino alla sua formazione direi che ne pensa?
Ci sarebbe certo da scriverne qualcosa, spesso si tratta solo di mancanza di tempo, e l’argomento vaccini va elaborato con molta attenzione.
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Proprio ieri mi sono imbattuta in quest’articolo. http://www.breitbart.com/tech/2017/10/25/university-of-illinois-professor-claims-math-education-perpetuates-white-privilege/
La professoressa Rochelle Gutierrez, dell’università dell’Illinois, insegna agli aspiranti professori come insegnare matematica e ha scritto un articolo dicendo che la matematica è razzista, perché è stata inventata e sviluppata da greci ed europei e quindi i neri si sentono svantaggiati. Nomi come Pitagora e termini come pi non fanno che rafforzare quest’idea.
Evidentemente la tipa in questione ignora due cose:
1) i numeri ARABI
2) negli USA, gli studenti asiatici raggiungono risultati pari o migliori degli studenti bianchi.
Ma il meglio viene alla fine. La professoressa dice che non esiste una cosa come la verità oggettiva. “Le cose non possono essere conosciute oggettivamente, ma devono essere conosciute soggettivamente”.
Quindi mi viene da pensare che il risultato di 2 + 2 dipenderà da chi fa l’addizione. La matematica quantistica, insomma.
Emanuela ha colpito ancora…, continui così. Ho solamente un appunto da fare: non conviene rispondere con argomentazioni razionali alla demenza.
Eh lo so, lo so. Come diceva qualcuno, se parli con gli stupidi rischi di fare la figura dello stupido. Ma ovviamente il mio commento era rivolto ai lettori di CS e non all’emerita prof. Gutierrez. 😉 Giusto per far vedere dove ci sta portando il relativismo.
Emanuela è una cacciatrice di notizie e una commentatrice insuperabile, grazie!
Letto ieri anch’io un articolo che aveva per oggetto lo stesso episodio, ma da una fonte diversa. Episodio di una demenza unica. Sembra una gara a chi formuli l’ipotesi più stupida… Forse c’è un premio da vincere?
Ormai episodi del genere sono all’ordine del giorno e francamente comincio ad essere un po’ preoccupata. Fra 10 o 20 anni i ragazzi “educati” in questo modo entreranno nel mondo della politica e dell’industria e della cultura e mi chiedo cosa succederà (nulla di buono, ovviamente).
Che le cose debbano essere conosciute soggettivamente mi trova anche concorde, ma d’altra parte non ha alcun senso parlare di una verità oggettiva contrapposta ad una verità soggettiva: la verità ha sempre un soggetto che la pensa ed enuncia perché convinto che questa corrisponda alla realtà dell’oggetto conosciuto, realtà che non dipende da alcuna relazione ente-intelletto. E infatti, per rimanere in tema di citazioni tommasiane, si può dire che «entitas rei praecedit rationem veritatis, sed cognitio est quidam veritatis effectus». La conoscenza (del soggetto) come effetto della verità (ontologica, dell’oggetto), dunque.
Ci si potrebbe chiedere se la proposizione “Le cose non possono essere conosciute oggettivamente, ma devono essere conosciute soggettivamente” sia da considerarsi una affermazione con valore oggettivo o soggettivo, dovendo seguire il ragionamento proposto si dovrà definire la proposizione soggettiva, dunque ci troviamo di fronte a una autofagia logica, infatti l’affermazione dovrebbe avere un valore oggettivo per assumere la posizione di principio non soggettivo.
Deve essere di scuola gesuitica.:)
Desideravo rispondere al sig. Vomiero. Guardi sono a contatto tutti i giorni con i biologi e alcuni dei miei piu’ cari amici sono docenti e professori di biologia. Oltretutto, la ricerca e’ il mio lavoro (se e’ possibile:vivo dall’altra parte del mondo e rispondp con ritardo, non chiudete i commenti del post cosi’ presto per favore). Quindi parlo con cognizione di causa non per luoghi comuni.
Quando parlavo di teorie matematiche non pensavo alla statistichella (poi francamente anche qui ci sarebbe molto da commentare). Mi riferivo alla teoria del caos alla modellizzazione di sistemi biologici con equazioni stocastiche non lineari oppure con il gruppo di rinormalizzazione della meccanica statistica. Poi ora va di moda Rovelli, Rovelli e’ un bravo fisico ma ora lo si fa diventare una star dello scibile.Lo stesso vale per Zichichi.
I fisici stanno lavorando ai sistemi complessi almeno dagli anni settanta, non e’ vero come afferma lei che stanno scoprendo ora la complessita’. Al contrario, ancor oggi in biologia (e questo mi e’ stato riferito da persone del campo che non lavorano in qualche universita’ di provincia italiana) si applica per lo piu’ un bovino approccio empirico riduzionista. Questo approccio e’ altamente incontrollabile dal punto di vista della teoria dei sistemi complessi. Per questo avviene quello che afferma lei, cioe’ che si ha una descrizione’ multisfacettata del sistema su cui si sta indagando.
Mi e’ stato risposto che un lavoro di equipe tra fisici e biologi si sta gia’ applicando da vario tempo e soprattutto negli Stati Uniti. Il fatto e’ che rimangono gruppi di ricerca di nicchia, mentre la comunita’ scientifica continua imperterrita per la sua strada.
Mi piace molto l’interpretazione alla Magritte, che mi pare, prof.Pennetta, ci trovi molto d’accordo. La mela e la rappresentazione della mela, il territorio e la mappa, la realtà e il modello, l’osservato e l’osservatore.