Una nuova mutazione sociale sta per affacciarsi, il diritto alle attenzioni sessuali. Ma per ogni diritto che nasce la faccia nascosta è il dovere.
Cosa ci aspetta nel prossimo futuro.
Se quella della normalizzazione della pedofilia è una finestra aperta ufficialmente da quattro anni, e della quale più d’uno si è già accorto, una nuova finestra si sta aprendo tenendo per il momento un basso profilo ma che sembra adesso sul punto di essere pronta ad essere proposta in modo più palese al grande pubblico, si tratta del diritto al “sesso”, il diritto a ricevere prestazioni sessuali.
In realtà i prodromi di questa nuova tendenza sono nell’aria già da qualche anno, nel 2014 ad esempio Repubblica titolava “Anche i disabili hanno diritto al sesso”: proposta di legge per istituire gli assistenti”. Quello che va notato è come in occasioni analoghe l’apertura della finestra di Overton avvenga su questioni estremamente limitate numericamente ma che toccano la sensibilità dell’opinione pubblica, in questo caso la situazione triste di alcuni portatori di handicap. Vediamo cosa scriveva Repubblica:
il sesso spesso è ancora tabù nei palazzi del potere, soprattutto quando si tratta di andare a toccare una legislazione che in Italia accomuna sotto lo stesso cappello prostituzione, pornografia e, in modo piuttosto anomalo, anche l’assistenza sessuale ai disabili (la fonte del diritto rimane sempre la famigerata legge Merlin del ’58). Ma quella dei portatori di handicap non è semplicemente una rivendicazione epicurea, quanto piuttosto una necessità, perché può capitare, spesso, che senza assistenza, la sfera sessuale gli sia praticamente preclusa a vita.
Il meccanismo è chiaro: una stessa azione che se compiuta verso persone in salute è definita “prostituzione”, se compiuta nei confronti di portatori di handicap diventa non solo accettabile ma un “diritto”. A questo punto tutti sappiamo che una volta che un comportamento o un desiderio viene definito, proposto e infine accettato come un “diritto”, il gioco è fatto, sarà solo questione di tempo e quel diritto verrà imposto.
Non essendo finora state sollevate particolari obiezioni sull’argomento, questo è adesso pronto per essere riversato nei media in modo tale da diventare una questione di cui si parla, o meglio siamo pronti a sentir parlare di una nuova “battaglia di civiltà”. Altri ballon d’essai sono stati lanciati successivamente come ad esempio nella rubrica del politicamente corretto sul Corriere, la 27 ora, che nel 2016 usciva con un titolo che rappresentava una vera fake news “Io donna disabile: ho diritto al sesso Ma punite chi abusa del nostro handicap“, dove il falso sta nel fatto che nell’articolo l’intervistata non parla mai del dichiarato diritto al sesso che compare nel titolo. Ed ecco così che giungiamo allo scorso mese di marzo quando su La Stampa, uno dei quotidiani del gruppo bicefalo La Stampa – Repubblica, esce con un titolo che evidenzia una presa di posizione forte per la mancanza di una legge sul nuovo diritto: “Basta tabù, anche noi disabili ab biamo diritto al sesso”.
Ma la campana di inizio dello spostamento della finestra di Overton sul nuovo “diritto” è stata suonata il 12 luglio scorso da un vero condottiero del plitically correct, nientemeno che Piero Angela il quale dall’autorevole e seguitissima vetrina nazionale e popolare di Superquark (dal terzo minuto) ha parlato, o meglio fatto parlare, della figura professionale dell’assistente sessuale:
Ma la macchina per le trasformazioni antropologiche sta già andando oltre, una volta consolidata la campagna sui disabili viene fatto capire che se la questione riguarda loro può riguardare anche altri gruppi. Nel mese di giugno è spuntata infatti la rivendicazione del diritto alle pratiche sessuali dei migranti: “Cercasi donne per soddisfare le voglie sessuali di 44 migranti“, caso lanciato dal Giornale e confermato da un quotidiano locale. Un esperimento si sono affrettati a precisare i responsabili della cooperativa che ha lanciato l’appello su Facebook. Concordo, si tratta di un esperimento sociale. Anche in questo caso si tratta di cambiare il nome alle cose per normalizzarle. Solo nel settembre 2016 a Calais era scoppiato uno scandalo per la discutibile abitudine dei volontari (più che altro donne sembra) di fare sesso con i migranti, come denunciato da vari quotidiani tra cui l’Independent.
Quello che fino a poco tempo fa era prostituzione o abuso si sta trasformando in un “diritto”, cosa potrebbe impedire che dopo i disabili e i migranti tutti possano rivendicare un loro diritto a fare sesso con qualcuno se ne hanno voglia? Niente ovviamente.
E se nasce un nuovo diritto dovremmo ormai sapere che nello stesso istante nasce anche un nuovo dovere. E quale sarebbe il nuovo dovere relativo al nuovo diritto? La risposta è logica, nel caso in questione il nuovo dovere dovrebbe essere quello di concedersi a chi ne farà richiesta per non apparire egoisti e cattivi. Quando in un gruppo di adolescenti qualcuno sentirà dell’attrazione per qualcun altro/a, un rifiuto potrebbe essere percepito come un gesto di egoismo, come quando adesso non si divide un pezzo di pizza con un compagno che ha fame e non ce l’ha.
Illazioni, esagerazioni, fantasie, saranno prevedibili obiezioni a quanto qui esposto, ma più propriamente si tratta solo di facili previsioni. E anche in questo caso il primo ad averle fatte è stato Aldous Huxley nel Mondo Nuovo:
Lenina scosse la testa: «Non so per quale ragione» rifletté ad alta voce «ma non mi sento attratta dalla promiscuità in questi ultimi tempi. Certe volte si è così. Non trovi anche tu, Fanny?».
Fanny espresse con un cenno la sua simpatia e la sua comprensione. «Ma bisogna fare uno sforzo» disse sentenziosamente «bisogna comportarsi bene. Dopo tutto, ognuno appartiene a tutti gli altri.»
«Sì, ognuno appartiene a tutti gli altri» ripeté Lenina lentamente: e, sospirando, rimase in silenzio per un istante; indi prendendo la mano di Fanny le diede una piccola stretta. «Hai ragione, Fanny. Come al solito. Farò uno sforzo.»
Una facile previsione dicevo, ma non è mia.
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23 commenti
Ma quindi anche il classico nerd sfigato ha diritto ad una stra-gnocca disponibile?
A saperlo prima…
A parte le battute anche io noto il passaggio da sessualità/procreazione/relazione a sessualità come bisogno biologico al pari di bere, mangiare o avere un alloggio dignitoso, il che ovviamente è sbagliato.
hihihihi!!!
È uno dei passaggi fondamentali per trasformare definitivamente l’uomo in scimmia … Ritorno alle origini?
Ciao pathfinder:
L’ultimo numero di “focus” pubblicizzato in tv conferma quello che dici, vai a vedere quel che è scritto in copertina
http://www.abbonamenti.it/r40049
e fatti grasse risate : )
Della serie ridere per non piangere.
Sottile il gioco di colori nella parola “biologico”. Come a dire: dato che è biologico, è necessariamente logico….concetto alquanto particolare.
Vista come la vede Focus anche uccidere è bio-logico, se uno vuole la mia roba o la mia femmina devo difendermi o no? Torniamo veramente indietro, al branco; questi veramente predicano un abbandono della logica razionale prettamente umana a favore dell’istintività animale.
Non c’é dubbio…
Di più, se uno vuole la tua roba o la tua femmina e tu sei di impedimento ha diritto di ucciderti perchè gli precludi la soddifazione di un diritto, tutto molt.
Si, e probabilmente arriveremo anche al punto che rifiutare le avances sessuali di un omosessuale sarà considerato reato di “omofobia“…
In realtà una cosa del genere già esiste. Alcuni “attivisti” sostengono che avere preferenze circa il sesso del proprio partner è discriminazione. Anche nel caso in cui a farti le avance sia un trans. 😉
Anche defecare é biologico: faranno un articolo pure su quello?
Beh daltronde quando lo scandalo degli stupri perpetrati dai “poveri” immigrati pei paesi del nord Europa diventerà incontenibile e non piú insabbiabile anche qui da noi del sud, bisognerà pure giustificare in qualche modo le politiche dei nidtri filantropici ed umanissimi governanti Europei, servili a Washington e al grembiulame internazionale…
Bisogna inoltre pure contenere i sentimenti insurrezionali del volgo inculcandogli sensi di colpa e responsabilità che li soffochino…
Interessante riflessione comunque: grazie Enzo.
I compagni si sono già portati avanti con il lavoro: http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00769165.pdf con il DDL intitolato : ” Disposizioni in materia di sessualità assistita per persone con disabilità”.
Mi domandavo appunto se le fosse sfuggita questa cosa, prof Pennetta, ero tentato di segnalarle il tutto, perché la questione è nota da tempo, ma con “Superquark” su RaiUno viene definitivamente sdoganata ai massimi livelli. Non credo esista un “diritto alla sessualità” e comunque non è riconosciuto nemmeno all’interno del matrimonio a livello di codice civile. C’è forse qualche recente sentenza che va in questo senso, ma di fatto vi è l'”obbligo di fedeltà”, questo vuol dire che se uno dei coniugi o entrambi non fanno più sesso (cosa anche normale con l’avanzare dell’età), non si può esercitare questo presunto “diritto” al di fuori del matrimonio o farlo valere contro la richiesta di separazione e divorzio dell’altro coniuge. Quindi il diritto alla sessualità non è riconosciuto dal nostro ordinamento e se venisse riconosciuto si dovrebbe modificare in modo consistente l’attuale diritto di famiglia.
Sarà uno dei cavalli di battaglia per introdurre la prostituzione legalizzata:
1 – fare sesso è un diritto
2 – perciò mi deve essere garantito dallo stato
3 – quindi bisogna istituire strutture apposite.
Sarà bellissimo! Un luogo dove potrai comprare la droga ricreativa e
svuotare la prostata (nel caso tu l’abbia) in maniera sicura e
controllata, poi una volta più anziano/a quando tutto ti sarà venuto a
noia ci sarà pure la stanzetta dove suicidarsi con dignità…
“Noi abbiamo inventato la felicità, dicono gli ultimi uomini, e ammiccano.
[..] Ogni tanto un po’ di veleno: esso fa sognare gradevolmente. E alla
fine molto veleno, per gradevolmente morire.”
Friedrich Nietzche – Così parlò Zarathustra
Dobbiamo pur imparare qualcosa dalle altre culture, reintroduciamo le prostitute sacre, ce lo chiede la modernità, se non succede entro tre anni, vado in pellegrinaggio a piedi sul Lussari.
Io a nuoto a Barbana! 🙂
Salve a tutti. Seguo il blog ormai da anni e vorrei ringraziare il prof Pennetta e tutti gli altri autori per l’impegno che spendono su questo sito. Col tempo Critica Scientifica ha fatto traballare e alla fine abbattuto parecchie mie convinzioni, tipicamente neopositivistiche, rispetto al darwinismo e allo scientismo imperante. Vedo che si affrontano sempre con la medesima razionalità anche quegli argomenti rispetto le libertà sessuali e di genere offrendo un punto di vista originale e indipendente.
E niente, volevo solo ringraziarvi tutti..
Buonasera Manuele,
questo suo commento mi colpisce molto e la ringrazio.
Sin dall’inizio ho pensato che uno dei motivi fondamentali di questo sito fosse quello di rivolgersi non tanto a chi avesse delle convinzioni già radicate ma a chi cercava riferimenti diversi per riflettere sui punti grigi delle posizioni più diffuse e consolidate.
Ho spesso pensato a quelle tante persone che vedevo nelle statistiche e sapevo che leggevano senza prendere posizione, sono io a ringraziare per il suo intervento.
Buona serata.
Sono contento che l’abbia apprezzato.
Buona serata a lei.
Salve a tutti e salve prof. Pennetta.
da qualche mese, da quando ho scoperto il blog, vi seguo assiduamente.
Vi ringrazio tutti, sia articolisti sia coloro che intervengono nei dibattiti per il prezioso contributo alla veritá che date.
Per quanto riguarda l’articolo di sopra : ennesima analisi accurata e lucida… purtroppo.
La cosa triste è che cercare di fare alcuni ragionamenti con famigliari ed estranei è diventato un suicidio sociale ormai.
Buonasera Laocoon,
grazie anche a lei per le sue parole di apprezzamento.
Riguardo al resto possiamo dire che in questo luogo si cerca di trovare gli argomenti per non rendere un suicidio sociale difendere la ragione ma per poter al contrario appiccare fuochi alle barricate del pensiero politicamente corretto.
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