La nuova teoria dell’evoluzione nella prima versione divulgativa scritta dallo stesso autore.
Qualche giorno fa è stato pubblicato su CS un articolo dal titolo “Evoluzione: arriva la TRE. L’alba di una rivoluzione scientifica“, un annuncio nel quale si forniva un link allo studio originale pubblicato sull’autorevole Physica A e nel quale venivano anche effettuati dei rimandi ad articoli apparsi su Repubblica e su Canale 5, solo le più note delle varie testate che hanno dato spazio alla notizia.
Ma tra lo studio originale e sulla pubblicazione peer review e la notizia sui media quello che ancora mancava era una versione divulgativa scritta dallo stesso autore.
Una versione che pur mantenendo il rigore originale sarà certamente più accessibile ad un pubblico non specialistico. Un pubblico che si intende rendere sempre più vasto.
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12 commenti
Buon giorno Professore
i neodarwiniani ci provano sempre buttando fumo negli occhi:
http://microbiologiaitalia.altervista.org/un-virus-conferma-la-teoria-dellevoluzione-charles-darwin/
http://science.sciencemag.org/content/early/2016/11/21/science.aai8446
poi chiedi una prova dell’evoluzione in questi articoli e non rispondono …
Il neodarwinismo è una religione. Ma non essendo rivelata, è fondata su illusioni umane. Solo quando sarà completamente abbattuta come tale, e prima o poi lo sarà certamente, potremo riconoscerla per quello che è stata davvero.
Sono le affermazioni come quella qui sopra in neretto che rendono di più l’idea di quanto l’ideologia accechi l’intelletto… Come se tutto il neodarwinismo fosse un insieme di quattro boiate da creduloni. Suvvia, diamo in grado di elevare il livello?
In generale il darwinismo non è una religione, ma una teoria della comparsa delle specie. Ma per alcuni, a loro detta, il darwinismo è una religione, nel senso di una “fede”. Penso a coloro che celebrano ogni anno Darwin in nome dell’ateismo, a un Boncinelli che afferma che Einstein si può falsificare, ma Darwin no, ecc.
Ci sono anche, Giuseppe, quelli che fanno della scienza una specie di religione, non conoscendola, non sapendola apprezzare nei suoi veri valori, non conoscendone i limiti. Naturalmente, alle spalle di questi creduloni vive tutto un mondo, con la complicità anche di alcuni scienziati disonesti.
Almeno lei, Masiero, contribuisca al giusto distinguo tra sano confronto dialettico e sciocca denigrazione generica del neodarwinismo che fa il paio con chi sostiene Darwin in nome dell’ateismo… Per me le due forme estreme sono entrambe da biasimare. E mi consenta di affermare che la fede nella scienza può avere un senso se uno la considera tale fino a prova contraria; per me fede nella scienza è da intendere come fede nella scienza onesta che conosce i propri limiti. Altrimenti, a generalizzare, si corre il rischio di fomentare i campanilismi da quattro soldi di cui sopra.
“una teoria della comparsa delle specie”…che fallisce proprio nello spiegare come si formano nuove specie.
Naturalmente il mio grassetto (e tutto il resto) era una provocazione e non va presa alla lettera. Provo a ridirlo in modo un po’ più serio: Il neodarwinismo è una teoria scientifica che è stata fatta credere – nel mondo della cultura soprattutto e per motivi di fede e ideologici – molto solida, quando invece non lo è affatto.
Poteva essere valida ai tempi di Darwin (che grande scienziato!) ma col tempo è sempre stata più evidente la sua insufficienza, che invece è stata culturalmente taciuta.
Quando ci sarà (e sono certo presto ci sarà) un nuovo paradigma che spieghi più adeguatamente il fenomeno dell’evoluzione biologica ne riparleremo. Adesso ci sono troppi tifosi di partito.
Sono d’accordo con Lei, eccetto sulla “scientificità” della teoria darwiniana, che secondo me è solo speculazione incontrollabile.
Le ricordo che Enzo Pennetta non nega l’evoluzione come fatto, ma è epistemologicamente molto critico verso un approccio proposto dai (neo)darwinisti per spiegare come essa sia avvenuta.
Oltre ad invitare Enzo Pennetta a correggere quanto ho detto sul suo pensiero in caso fossi stato impreciso, lo invito anche a riflettere su un altro fatto, ovvero come sul suo sito siano frequenti interventi come quello di jonioblu1, che sostanzialmente tendono a negare il fenomeno tout-court. L’evoluzione non ha bisogno di prove, essendo un fatto, le prove servono alla sua spiegazione.
Il lavoro su Science è molto interessante. Mostra come una proteina virale possa mutare in contesti diversi in modo da aumentarne l’efficacia e come questi eventi generino una “speciazione” poichè le due versioni della proteina non sono compatibili e quindi vi è divergenza in un ideale albero filogenetico.
Che poi sul blog italiano ci sia un certo slancio al limite dell’ideologico, posso essere d’accordo, ed è questa la ragione per cui le rispondo qui, in attesa di vedere quale sarà lo slancio nella discussione di una teoria “alternativa” sostenuta questa volta da un autore di questo, di blog.
… il punto è proprio questo: perché appropriarsi di un articolo di “science” per dare una notizia fuorviante …
La notizia come riportata da quel piccolo blog non è fuorviante, perchè non “svia”, è piuttosto precipitosa, perchè accelera in una direzione che è comunque quella indicata dagli autori, che però, come ogni buon scienziato, sono molto più cauti di chi gestendo un piccolo blog o un giornale cerca l'”effetto”.
Lei parla di “neodarwiniani” e lo sono sia gli autori di Science che quelli del blog. Tuttavia tra i due gruppi non è possibile trovare molte altre similitudini.
Una volta ancora è importante ribadire il concetto di autorevolezza di una fonte e prendere con il dovuto peso il contributo di ciascuno in base a quanto è competente e onesto, sia intellettualmente che scientificamente. Per questo è importante citare sempre la fonte quando si fa una affermazione.
Approfitto di questo annuncio per fare una richiesta all’autore: puntuale critico dello scenario che con il suo contributo ha cercato di migliorare, penso sarebbe corretto da parte sua rivisitare brevemente i suoi interventi in questo sito (come la “torta casuale”, quello sui “limiti”, sull'”ininfluenza dei vincoli”, “l’evoluzione del gattopardo”, ecc.), sottolineando i punti più critici in essi sollevati e come la sua teoria sarebbe innovativa, rispondendo a tali critiche, da lui stesso evocate.
Riallacciandomi a quanto già ribadito da Nando qui non si tratta di mettere in discussione i fondamenti dell’evoluzione biologica, che a livello scientifico, è considerata oramai un dato di fatto, corroborata da centinaia di prove di natura interdisciplinare, dalla paleontologia alla biologia molecolare. Semmai si può discutere sui possibili meccanismi multifattoriali alla base del processo e ancora, cercare di integrare lo scenario generale con modelli fisici specifici il più possibile fecondi, magari proprio laddove la teoria neodarwiniana si manifesta più debole. Ed è proprio questo, mi pare, anche il caso dell’articolo in questione, mi spiace per i più entusiasti, ma dopo aver letto l’articolo originale, non mi sembra di scorgere nessuna rivoluzione concettuale. Insomma, nessun cambiamento di paradigma. Non vengono aboliti o esclusi infatti ne il concetto di storicità dell’evoluzione biologica, ne le principali componenti neodarwiniane classiche, genetiche, epigenetiche, ambientali e di selezione naturale. Vengono proposti invece dei modelli, dove il meccanismo della risonanza diventa alternativo al modello di Eldredge e Gould degli equilibri punteggiati, per spiegare principalmente i fenomeni della stasi evolutiva e delle esplosioni biologiche come quella cambriana. Mancherebbero ancora, inoltre, anche a detta degli autori stessi, sia prove sperimentali che capacità predittive. Questa almeno è la mia interpretazione, anche se l’articolo rimane comunque interessante. Gli autori eventualmente mi correggeranno.