Bob Dylan: il Nobel è nudo

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Non è un rifiuto è qualcosa di peggio, è la negazione di valore.

Bob Dylan ci regala la caduta del premio Nobel, il simbolo del politically correct.

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La vicenda è nota a tutti, l’Accademia svedese ha assegnato lo scorso ottobre il prestigioso premio Nobel per la letteratura al cantante Bob Dylan, il fatto ha sorpreso tutti e fatto imbufalire qualcuno come testimoniato dal titolo di Repubblica “Nobel a Dylan, dibattito aperto. Baricco: “Cosa c’entra con la letteratura?”“.

Il tutto prendeva subito una piega ancor più inaspettata con l’irreperibilità del cantante che sembrava proprio non aver nessuna premura di dire anche un solo “ah, grazie…”. Poi alla fine dopo un paio di settimane di ricerche insistenti e ansiose si è fatto sentire con un’intervista al Daily Telegraph che è stata riportata sull’Huffington Post dal quale prendiamo queste passaggio:

In una intervista, in esclusiva mondiale, al Daily Telegraph, il cantautore pare felice: “E’ una gran bella cosa, è incredibile. Chi potrebbe sognare una cosa del genere?”,

Quel “pare felice” suona però come una continuazione dello schiaffo lungo ben due settimane che Dylan aveva già dato all’istituzione stessa del premio Nobel.

Giunge infine lo schiaffo conclusivo, Dylan non andrà a ritirare il premio perché ha altro da fare e non ci dice neanche cosa: “Bob Dylan non andrà a ritirare il Nobel: “Occupato in precedenti impegni”“.

Quello che il cantautore ha affermato nel modo più efficace possibile è una negazione della sacrale importanza che questo premio ha nell’immaginario collettivo, Dylan non dice nulla espressamente, non fa una critica, semplicemente lo snobba come si fa con le cose poco importanti. Ed è questo il grande messaggio che regala, ci libera da questo rispetto devozionale verso un premio arbitrariamente assegnato da un giuria altrettanto arbitraria che ha l’enorme potere di stabilire chi è stato ad apportare “considerevoli benefici all’umanità”.

Una commissione che ha stabilito in via preventiva che Barack Obama è un modello di uomo di pace, ma con la coscienza appesantita da un enorme numero di morti causati da guerre evitabili e dalle esecuzioni senza processo della sua “kill list“. Una commissione che ha attribuito lo stesso premio per la pace a Henry Kissinger dopo che questi supportò il colpo di stato di Pinochet caldeggiando la caduta di Salvator Allende. La stessa commissione che ha attribuito il premio per la pace al documentario sul riscaldamento globale di Al Gore “An Inconvenient Truth” pieno di inesattezze e rivelatosi in definitiva un mero strumento di propaganda.

Il Nobel è anche quel premio dato a J. Watson e F. Crick per la scoperta del DNA e negato ostinatamente a Rosalind Franklin alla quale i due avevano illecitamente sottratto dati fondamentali per il loro lavoro.

Il premio veniva attribuito nello stesso momento in cui moriva un altro famoso premiato, quel Dario Fo che davvero non si capisce quali “considerevoli benefici all’umanità” avesse apportato, un rivoluzionario un po’ atipico che di fronte alla fama non esitò a vestirsi con il frac e inchinarsi al monarca svedese.

Ma in questo Dylan è molto più contestatore e coerente, non ha tempo di mettersi il il frac e omaggiare la corona, la sua opera di una vita ha detto altro e sono contento che non si smentisca accodandosi al conformismo più estremo che vede nel premio svedese qualcosa che raggiunge la massima sacralità.

Il mio grazie a Bob Dylan per averci liberato da questa sudditanza verso un gruppo elitario di diciotto aristocratici perfetti sconosciuti che stabilisce chi deve essere elevato agli altari dell’intera umanità.

Il Premio Nobel con Dylan torna ad essere quello che è giusto che sia, un premio come tanti, un riconoscimento arbitrario attribuito da diciotto sconosciuti svedesi in adempimento alla volontà postuma di un ricco industriale che fece fortuna ideando e vendendo esplosivi, tanto che ad un falso allarme sulla sua morte un quotidiano francese scrisse parole spietate:

Il mercante di morte è morto! Il dottor Alfred Nobel, che fece fortuna trovando il modo di uccidere più persone possibili, più rapidamente di quanto non si facesse prima, è morto ieri.

Parole alla luce delle quali il Nobel ad Obama appare giustificato, ed è altrettanto giustificato anche gesto di Dylan.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

23 commenti

  1. massimo ippolito on

    Un problema si pone. Chi potrebbe ritirare quel premio allora? Serve trovare uno che abbia il tempo libero per andare in Svezia,che sia abituato a ritirare il Nobel senza merito. E che al momento sia in Europa. Obama ?
    La domanda seria che pongo è: in un mondo che ambisce ed esercitazioni la tecnocrazia, c’è ancora tempo e voglia di educare alla bellezza e a formare uomini e donne che la sappiano rappresentare ? (Con arte e letteratura)?

    • GIUSEPPE CACIOPPO on

      Faccio rispettosamente notare che se il vate Dylan avesse veramente voluto
      contestare il premio avrebbe dovuto rifiutarlo. Tanto più che qualche dollaro
      in banca c’ e l’ ha. Invece i novecentomila verdoni se li mette in tasca senza
      battere ciglio. Caro vecchio Dylan, quell’ ipocrisia che hai agli altri rimproverato,
      con un refolo leggero ritorna nel vento !

    • L’unico vero rifiuto del premio fu quello di Sartre, ma non fu una contestazione del premio stesso come lui ebbe a scrivere:
      “«Le ragioni per cui ho rinunciato al premio non riguardano l’Accademia svedese, né il premio Nobel in sé, come ho spiegato nella mia lettera all’Accademia dove ho richiamato due tipi di motivazioni: personali e obiettive.”….
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      Il gesto di Dylan appare invece qualcosa che riguarda proprio il premio in sé, e come dicevo non è una contestazione ma qualcosa di molto più forte (consapevolmente o meno) ed è la sua degradazione a fatto non importante.

  2. Il miglior Nobel fu quello a Madre Teresa che da quel palco gliele cantò per bene a questi cialtroni, dicendo chiaramente che l’aborto è contro la pace.

  3. Giuseppe Cacioppo on

    Il Nobel per la pace fu dato ad Arafat che era famoso per fare accordi di giorno e progettare attentati di notte,
    A Obama che ha destabilizzato tutto
    il medio Oriente.
    Quello per la letteratura tra altri al
    povero dei cui meriti letterari parleranno le future generazioni.
    Non sono un fisico e chiedo al prof.
    Masiero , sembra che Cabibbo non
    abbia preso il Nobel per…demeriti
    religiosi, solo sospetti?

    • Cabibbo era probabilmente troppo cattolico per avere un premio per la fisica. Questi avrebbe messo in crisi il cliché del conflitto tra fede e scienza.

      • Questa cosa per cui Cabibbo non avrebbe vinto il Nobel perchè cattolico è una storiella che si racconta solo in Italia. Il nobel fu assegnato a Maskawa e Kobayashi per la violazione CP, e non per la matrice CKM in sè.

  4. gianfranco56 on

    se dylan ritira i soldi e non si presenta, rimane un emerito pirla…..d’altronde, che cosa abbia apportato all’umanità costui come Fo è difficile capirlo….rimane un mistero;

  5. Almeno un altro Nobel lo salverei: Sabin (era polacco…), l’ho anche conosciuto da anziano (e le mie figlie sono andate nella scuola a lui intitolata). E’ quello che non volle brevettare il suo vaccino antipolio perché aveva fretta di salvare più bambini possibile da questa malattia.

  6. Secondo me da una parte si da troppa importanza al premio Nobel (mai capito come sia diventato così fonte di richiamo nel tempo…bho…) e al Dylan (certamente non é l’ultimo arrivato ma vecchio e bruciato dal fumo può anche aver concluso che é semplicemente meglio non andarci per non essere sotto particolari “riflettori” che, alla sua età e nella sua condizione, non é in grado di valutare e soprattutto controllare).

    • Concordo sulla prima parte, ed è del resto quello che ho anche affermato nell’articolo, sul resto in fondo ha poca importanza il perché del comportamento di Dylan, quello che pesa è la desacralizzazione del premio stesso.

  7. stò cò frati e zappo l'orto on

    Meglio sarebbe che gli eredi dei Nobel istituissero un “Fondo per le vittime dell’invenzione”piuttosto che gettarli a questi buffoni.

      • stò cò frati e zappo l'orto on

        Il debito che hanno con la coscienza del mondo è sicuramente inferiore al credito derivato dall’utilizzazione pacifica delle loro invenzioni.Oggi come oggi non sanno neppure più a chi regalare quel denaro macchiato dal sangue di milioni di innocenti e vanno alla ricerca,per galleggiare, di personaggi improponibili.ps.Per decenza non aggiungo altro.

  8. stò cò frati e zappo l'orto on

    il debito che hanno con la coscienza del mondo è sicuramente superiore ……..

  9. No, gentile Pennetta. Dylan non snobba “diciotto aristocratici”: snobba Thomas Mann, Albert Camus, Kawabata Yasunari, Czesław Miłosz, Gabriel García Marquez, Derek Walcott, Seamus Heaney, Wisława Szymborska, José Saramago, per citare solo i primi che mi vengono in mente. Tutti autori immensamente più grandi di lui (letterariamente parlando). Non stiamo a raccontarci che il premio non ha autorevolezza solo perché ogni tanto premia qualcuno che non ci piace. E liquidare Alfred Nobel come un «ricco industriale che fece fortuna ideando e vendendo esplosivi», mi perdoni, è imbarazzante.

    • Gentile Guido, non posso essere d’accordo con lei.
      Il premio l’hanno attribuito i 18 aristocratici, quelli da lei nominati non sono dei grandi perché hanno accettato il premio, la loro grandezza non dipende certo dal fatto che gli accademici di Svezia lo abbiano deciso.
      Il premio è un’istituzione da superare perché crea un’elite influente in base ai voleri della commissione e del suo pensiero centrato su politically correct.
      Riguardo Alfred Nobel confermo che egli fu solo un abile uomo di ingegno e d’affari che prosperò con le industrie degli armamenti e che ha poi cercato con i suoi soldi di cancellare il sangue su cui ha prosperato, ma non risarcendo le vittime bensì istituendo un egoistico premio che salvasse il suo buon nome davanti ai posteri, e a giudicare dal suo intervento ci è largamente riuscito.
      Per il resto si imbarazzi chi lo difende.

      • stò cò frati e zappo l'orto on

        Enzo dire la verità in questo mondo imbarazza coloro convinti che dietro la facciata ci siano sempre ed in ogni caso solo fiori e profumi.
        Vere le tue parole Enzo,verissime.
        Solo il dispiacere che le tue parole e di altri non usciranno mai dal ristretto(relativo)numero di lettori

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