Nel parlare di un saggio scientifico ci si può porre il problema degli “spoiler”, cioè delle anticipazioni sulla trama che rovinano l’effetto sorpresa?
Me lo chiedo perché, benché “I Cieli in una Stanza” del prof. Bruno Cordani sia un saggio sulla meccanica celeste, esso presenta una struttura avvincente che accompagna il lettore alla riscoperta di tale disciplina. Sarebbe un peccato rivelare tutte le curiosità, le riflessioni e gli approfondimenti più belli a chi intendesse andare oltre la recensione che sto per fare.
Partendo da Tolomeo e arrivando ai giorni nostri, Cordani ci pone di fronte ad una storia in cui il protagonista è lo studio del moto dei corpi celesti, mentre gli uomini che se ne sono occupati incarnano di volta in volta lo spirito della sete di conoscenza.
Parallelamente al racconto degli sviluppi storici della meccanica celeste, alternati da brevi richiami alla matematica atta a comprenderla, si può trovare nel testo una seconda trama non meno importante della prima, quella delle implicazioni epistemologiche dei temi affrontati.
Una prima precisazione è che la rappresentazione tolemaica (Terra al centro del Sistema Solare) non è una “teoria”, ma un meccanismo con cui descrivere e prevedere i moti celesti. Di conseguenza, non ci sorprende che fu abbondante in Tolomeo il ricorso agli “equanti” (punti fissi al centro delle orbite che non coincidevano con il centro della Terra), anche se oggi diremmo che non era giustificato a livello dinamico (cioè era solo un utile espediente cinematico). Nell’arco di 14 secoli gli aggiustamenti matematici resero il sistema tolemaico sempre più sgraziato e complicato, infatti la “rivoluzione” di Copernico nacque per esigenze di semplicità e di estetica.
Pochi sanno però che anche Copernico dovette introdurre complicazioni matematiche per far funzionare la sua descrizione, non con gli equanti ma con un uso maggiore, rispetto a Tolomeo, degli epicicli (orbite secondarie il cui centro stava su quelle principali, ruotante insieme al pianeta).
Ci ricorda Cordani
Secondo le buone regole dettate dagli epistemologi, una teoria può, anzi deve, essere sostituita da una nuova solo se
1) la vecchia teoria risulta falsificata da qualche esperimento “cruciale”,
2) la nuova teoria ha un potere predittivo superiore rispetto alla vecchia.
Orbene, nessuno dei due punti vale nel caso presente [la descrizione Copernicana].
Questa non è l’unica precisazione su Copernico, infatti si insegna nelle scuole che egli presentò la sua descrizione “ufficialmente” come puramente matematica, non reale, ma Cordani è tra i sostenitori dell’ipotesi che Copernico invece credesse nella realtà fisica della sua “teoria”.
Ciò che è sicuro è che a Copernico e ai suoi predecessori mancava una teoria fisica per spiegare i moti celesti, soprattutto nel caso dell’eliocentrismo (Sole al centro del Sistema Solare), perché gli studiosi dell’epoca avevano il diritto di non credere che la Terra si muovesse, che ruotasse, e che le stelle fisse fossero tali solo a causa di distanze al di sopra della nostra comprensione.
Quando si passa a Keplero e alle sue tre leggi, di nuovo le osservazioni del prof. sono filosoficamente molto intriganti:
Queste tre leggi, più che direttamente ricavate da osservazioni, furono intuite genialmente e solo in seguito verificate essere in accordo con i risultati sperimentali. […] Ne risulta una vivida dimostrazione di come l’impresa scientifica non sia un’arida e meccanica deduzione del risultato B dal risultato A, e nemmeno una banale e burocratica presa d’atto di misurazioni sperimentali. Al contrario, fantasia e creatività giocano un ruolo preponderante.
Ho ritrovato in questo passaggio le stesse identiche idee di un grande divulgatore, Giorgio Israel.
Anche per Keplero però viene rotta un’altra credenza comune (descrizione migliore della copernicana, migliore della tolemaica), perché nel saggio si ammette che il suo modello non costituiva un vero progresso rispetto al sistema tolemaico, perché era rigido e incapace di concedersi a correzioni atte a includere dati nuovi.
Il salto di qualità “epistemologico” arrivò solo con Galileo, perché solo con lui si esce dalla mentalità pre-scientifica che caratterizzò anche Copernico e Keplero (che spiegavano i loro sistemi con la “magnificenza del Sole” o con “l’anima del mondo”). Galileo fu il primo a dare dignità a fenomeni “umili” (caduta dei gravi, oscillazione dei pendoli…) che però venivano trattati appunto con una procedura nuova, il metodo sperimentale.
La metafisica però non sparisce del tutto, se per esempio si pensa all’altro grande fondatore della scienza moderna, Newton: il suo postulare uno spazio e un tempo “assoluti” fu una presa di posizione metafisica che per la prima volta diede una natura autonoma a questi due elementi della realtà, slegandoli dalle relazioni con i corpi e con gli eventi.
Proprio parlando di Newton si giunge ad una delle riflessioni più profonde del saggio: cosa intendiamo per “spiegazione scientifica”? La teoria della gravitazione di Newton permetteva di descrivere come si muovono i corpi celesti sotto attrazione gravitazionale, ma senza dire il perché si attraggono. Nello stesso periodo in Francia appariva convincente un’interpretazione cartesiana dei moti celesti dovuta a “vortici” che spiegavano le forze a distanza, tale teoria era però vaga e qualitativa, mentre quella di Newton era quantitativa. Cosa “convince” di più, una teoria piena di calcoli che permettono di predire i fenomeni senza riuscire però a “figurarseli” oppure una teoria intuitiva e comprensibile che però non quantifica le sue affermazioni? La posizione corretta esiste oppure dipende dai tempi che cambiano?
A prescindere dalle vostre preferenze, è certo che
La storia della scienza si sviluppa in maniera tortuosa e imprevedibile, non lasciandosi ingabbiare in facili schematismi; ma soprattutto non si ripete mai banalmente, né come farsa né come tragedia.
Basta pensare a come, nel corso della storia, una traiettoria fuori dalle previsioni di un certo pianeta, in un caso abbia portato ad una mirabile conferma della Teoria della Gravitazione di Newton (Urano perturbato da Nettuno), in un altro caso alla necessità di ricorre alla Relatività Generale (Mercurio).
A proposito di Einstein, non tutti sanno che la Relatività Ristretta, benché abbia permesso di spiegare molti fenomeni e abbia contribuito all’eliminazione dell’ipotesi dell’etere, non nacque da una lunga analisi dei dati ma da una sorta di pregiudizio filosofico: la “relatività galileiana” (incapacità di distinguere con esperimenti meccanici uno stato di quiete da uno di moto rettilineo uniforme) doveva essere estesa anche ai fenomeni elettromagnetici; una sorta di desiderio di unificazione prima ancora che di descrizione di fatti.
Oltre alle osservazioni epistemologiche, ciò che ha fatto più presa (almeno su di me) del saggio di Cordani sono state le curiosità sugli scienziati citati. Oltre a riportane quasi sempre una breve biografia, alcuni aneddoti e osservazioni sono molto accattivanti. Per non fare “spoiler”, lascio ai nostri lettori una serie di domande:
Eulero, il matematico che ha dato un grosso contributo alle basi ideologiche dell’Illuminismo, ne condivideva le idee?
Perché Alberto Einstein, nonostante sia considerato all’unanimità uno dei più grandi fisici di tutti i tempi, ebbe un corso di studi universitari “senza infamia e senza lode”?
Come si difese Heisenberg dagli scienziati americani che lo disprezzavano per aver preso parte al tentativo nazista di costruire una bomba atomica per la Germania?
Erwin Schrödinger, quando lavorò alla sua famosa equazione alla base della Meccanica Quantistica, era da solo o in una particolarmente piacevole compagnia?
Molti conoscono la famosa frase di Einstein “Dio non gioca a dadi con l’Universo” con cui il genio tedesco criticava il probabilismo intrinseco della Meccanica Quantistica, ma quanti sanno la risposta di Niels Bohr, uno dei suoi fondatori?
Nella sezione del libro dedicata alle epoche più recenti c’è un lungo excursus sulla cosiddetta “Meccanica Razionale”, che probabilmente rappresenterà la parte più ostica per il lettore, ma è un esercizio che vale la pena compiere per completare la storia del modo in cui la nostra conoscenza del Sistema Solare sia cambiata nel tempo. Per quelli che non conoscono tale ramo della fisica e che sono abituati a pensare al Sistema Solare come ad un “meccanismo ad orologeria perfetto ed eternamente immutabile”, probabilmente si manifesterà una nuova “rivoluzione copernicana”.
Dopo aver masticato un po’ la matematica degli insiemi di Cantor, dei tori, divisi in risonanti e non-risonanti, delle variabili angolo-azione, del Teorema KAM e di Nekhoroshev, scoprirete che esiste un particolare tipo di “caos” che non è generato dall’eccesso di corpi fisici da studiare, ma da interazioni difficili anche solo da approssimare quando si ha a che fare con le famigerate perturbazioni di un sistema in equilibrio.
Tali perturbazioni mostrano una specie di “faccia violenta nascosta” della matematica, in cui tori vengono deformati se non distrutti, andandosi però a mettere in uno spazio affollato di altri tori sopravvissuti, mettendo in crisi le nostre certezze in una stabilità perpetua.
Guarderete Mercurio in modo diverso per una certa ragione e per un’altra non ignorerete più le lacune degli anelli di Saturno, importanti quanto gli anelli stessi.
Nell’ultimo capitolo del libro, il prof. Cordani presenta alcune sue idee filosofiche, le quali sono cose che vanno oltre il dato tecnico e quindi sono, come ammesso dall’autore, opinabili.
Le sue posizioni filosofiche non sono banali, hanno per esempio avuto su di me un certo fascino che però non mi ha impedito di trovarmi in disaccordo su alcuni punti.
Dopo aver premesso di non appartenere o anche soltanto aderire ad alcuna chiesa o religione organizzata, in un primo momento ribadisce idee epistemologiche già esposte: la scienza non è figlia solo di fenomeni di massa, come per esempio l’ascesa della borghesia (se si volesse usare un’ottica marxista, rifiutata da Cordani), ma anche dalla componente personale, per esempio la fede in un ordine cosmico, spesso di matrice religiosa.
Anche nella matematica pura ho avuto il piacere di leggere, a proposito di Gödel, qualcosa di diverso dalla solita predica sull’attuale crisi delle certezze:
ogni sistema formale di tipo ipotetico-deduttivo, abbastanza potente da includere l’aritmetica, è necessariamente incompleto, contiene cioè affermazioni che non si possono provare essere né vere né false. Il geniale e sorprendente risultato di Gödel viene spesso interpretato come limitativo delle nostre capacità intellettive; al contrario, esso dimostra la limitatezza del ragionamento puramente meccanico: vi sono verità intellegibili ma non formalizzabili e che un computer non potrà mai dimostrare.
In modo simile a come fatto su Critica Scientifica, pone dei dubbi circa il contributo antropico al Riscaldamento Globale, notando delle forti corrispondenze tra cambiamenti climatici a lungo termine e le oscillazioni dei parametri che descrivono la traiettoria terrestre.
Anche le idee sul Neodarwinismo sono molto simili alle nostre, ma anziché terminare nella speranza di una soluzione scientifica al problema, Cordani punta ad un’interpretazione fortemente filosofica:
Quella che dal nostro limitato punto di vista appare come una evoluzione è in realtà una caduta progressiva nel nostro piano di esistenza di forme sempre più alte. L’ultima caduta, temporalmente parlando, è stata quella dell’Uomo, il quale conserva perciò una esistenziale nostalgia per la perduta casa celeste.
Subito dopo Cordani descrive l’idea per cui l’Uomo non costituisce il vertice dell’evoluzione ma una particolare forma primitiva, del tutto non-specializzata, rispetto al quale una scimmia appare più definita in un certo tipo di adattamento: l’Uomo è una sorta di potenzialità pura.
Visto che stiamo nel campo delle opinioni, non per polemizzare ma anzi proprio perché affascinato da queste tematiche, approfitto per dire che se pure condivido con Cordani l’idea che la scienza sia un riflesso di un ordine superiore, la mia opinione nasce dalla scienza in generale e non dai contenuti che attualmente esprime. Non solo non sono d’accordo che la Meccanica Quantistica suggerisca che il mondo materiale non esiste senza un soggetto che l’osservi, ma sono addirittura contrario all’idea in sé che la scienza di un certo momento storico suggerisca qualcosa.
La scienza non offre mai verità definitive, per cui è sconveniente usare i suoi contenuti per dar forza ad una propria visione filosofica: la scienza non è affidabile per chi brama la Verità (con la “V” maiuscola).
Questa almeno è stata la mia reazione finale alla lettura di “I Cieli in una Stanza”, una delle tante che si possono fare, ma è proprio la possibilità di offrire più interpretazioni il segno che un’opera abbia un certo valore e qualcosa di interessante da dire.
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31 commenti
Caro HTagliato, complimenti per questa tua recensione, che mi ha creato la suspense e la curiosità sufficienti a comprare il libro!
È inutile dire che sono d’accordo con te, là dove sei d’accordo e anche là dove sei in disaccordo con l’epistemologia di Cordani. Proprio ieri, in un dialogo bellissimo con Bersanelli, abbiamo parlato del vasto significato della scienza naturale, al di là di chi la considera solo dalla sua specola/spelonca ristretta, in una coincidenza di consonanze con ciò che scrivi. Una domanda vorrei farti: ho sempre creduto che Keplero, allievo di Brahe che ha raccolto i dati, non avesse fatto altro che tradurre questi nelle sue 3 leggi, come si fa in analisi matematica quando da una tabella di dati si ricava l’espressione analitica di una funzione. In Cordani si legge invece che Keplero avrebbe realizzato un processo inverso: avrebbe intuito le 3 leggi e poi constatato che si adattano ai dati di Brahe. Puoi approfondire?
Grazie Giorgio, segnerò nella mia lista personale di possibili mestieri quello di “venditore”.
Sono lieto che andiamo d’accordo sulle questioni epistemologiche, ma non c’è niente di speciale dietro: molto banalmente sono opinioni che ho prima appreso da te e poi ci ho ragionato sopra per valutarle, accettarle alla luce dei miei studi e riflessioni e poi ripresentarle come mie.
Per quanto riguarda Keplero, nell’articolo ometto un passaggio, come indicato dalle parentesi […], ora lo riporto qui:
“E questo fatto rende conto del lungo tempo impiegato per la loro scoperta la cui genesi, frutto di tentativi ed errori, è fortunatamente narrata molto accuratamente da Keplero stesso.”
Riporto anche ciò che rivela Cordani sulla Terza legge di Keplero, enunciata nove anni dopo le prime due:
“La terza legge fu “dedotta” più con considerazioni di tipo misticheggianti che con metodi che oggi riconosceremmo come scientifici. Basti pensare che ai cinque pianeti venivano associati, in maniera alquanto strampalata, i cinque solidi regolari, detti anche “Platonici”.
Questa recensione mi ha fatto venire voglia di comprare il libro, la storia della scienza prima che lo studio delle teorie sono alla base del mio insegnamento.
Credo quindi che dal libro di Cordani avrò molto da attingere.
Credo che se un libro ti lascia qualcosa, ti dice qualcosa che non dimenticherai, allora hai fatto bene a leggerlo.
Tale discorso vale anche per gli autori lontanissimi dal proprio pensiero (per esempio L’Anticristo di Nietzsche rafforzò la mia fede).
Verissimo o forse neanche un po’… In questo solco, per esempio, da adolescente sono stato folgorato in negativo da un libro intitolato “Educazione morale del giovane”, regalatomi da uno zio frate francescano perché mettessi la testa a posto… Da quello ho capito come si compiono i lavaggi di cervello.
Devo confessare una cosa: mi sentivo un po’ annoiato e avevo voglia di discutere di qualcosa, così ho deciso di trovare un giro di parole per inserire la parola “fede” nel commento di risposta a Enzo e …magia! Subito Giuseppe Cipriani riporta equilibrio nella forza con un contro-esempio di libro che allontana dalla fede!
Non si faccia influenzare però ora, sviluppi il suo pensiero: cosa intende per lavaggio del cervello?
Perché per lei quel libro ne è un esempio?
Sarebbe troppo OT, ma a distanza di 40 anni ricordo sgradevolmente le “norme morali” che imponeva… Del resto era un libro già datato allora, distante dalla realtà dei ragazzi “moderni” che avevano e hanno bisogno di fare esperienze per scoprire il mondo e non di briglie di certa risma… Un grosso pregio comunque l’ha avuto: era stampato su carta ideale per le pirole della mia cerbottana.
@CIPRIANI: mi delude fortemente… non riesco a concepire un crimine piu orrendo di bruciare un qualsivoglia libro o strapparne deliberatamente le sue pagine.
Forse scrivo questo perché a me è sempre piaciuto comprarli, leggerli e conservarli in biblioteca, anche quelli i cui contenuti non ho minimamente condiviso; a futura disposizione dei miei due nipoti.
Da quanto ho letto, nonostante l’età oramai matura, non si è mai pentito di questo crimine.
“Fahrenheit 451”, visto che piace qui rendere reali i romanzi di fantascienza, è un libro che consiglio per rinfocolare paure di società future castranti… Riguardo alla fine di quel tomo, non sono pentito, e roghi (o messe al bando) di libri ne sono stati fatti di peggiori.
@CIPRIANI:
Evidentemente dai roghi del passato e i vari ‘Index librorum prohibitorum’ non è mai stato in grado di apprendere qualche utile insegnamento, visto il suo minimizzare….
Sempre più contento di trovarmi ‘dall’altra parte della barricata’.
Grazie Htagliato, dovevo andare in biblioteca a vedere di recuperare l’introvabile libro “Guida al riconoscimento delle erbe di campi e prati” (sì, su internet c’è, ma poi se lo ordini non te lo trovano…), ma chiederò anche di questo, sperando che sia già arrivato. In questo modo dovrebbe sentirsi meno “venditore”… 🙂
Prego, Muggeridge…comunque “venditore” è pur sempre un mestiere, bisogna saperlo fare…e io ho già fatto guadagnare a Bruno Cordani tre clienti 😉
Cipriani e’ un americanista convinto ,tipo Trumph:vedrai cosa fara ai mediorientali quando salira al potere li sommergera di testate e li radera al suolo,giusto hai si 7000 testate nucleari ma dopotutto le spareresti in maniera equidistributa nella tua stessa nazione?
Signori, perdonatemi, ma basta con questo “Cipriani, Cipriani, Cipriani”, è vero che non è (per un fatto di stile che sceglie di adottare) tra i più profondi dei commentatori, ma proprio per questo credo che uno solo “contro di lui” per articolo basti. Non lo dico per una questione di “regole del sito” ma perché la cosa si fa noiosa.
Non posso che darti ragione, caro Htagliato… L’attacco ad personam che subisco qui su CS, quasi quotidianamente, da parte di taluni che mi stuzzicano, suscita reazioni mie non sempre apprezzabili per lo stile e i contenuti (e può essere anche che sia io il primo a provocare…). Il tutto, davvero, risulta alla lunga stucchevole e il confronto va a perdersi in meandri poco consoni al livello che meriterebbero alcuni dei post.. Anche la tua recensione è passata in secondo piano, il vero tema da te proposto, e mi spiace se ho avuto una qualche colpa in questo…
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Mi riprometto, per rispetto tuo, che sei una bravissima persona (non ci vuol molto a capirlo), di migliorare il mio stile… Per oggi ho delle gare di atletica di ragazzi da seguire all’aria aperta e non potrò essere con voi, ma nei prossimi giorni ci risentiamo di sicuro… Un caro saluto a tutti.
Grazie del complimento, Cipriani, cerco solo di fare da paciere, un paciere armato, ma sempre un paciere.
Gli e’, pero’ caro acca, che Cipriani e’ il piùccheperfettissimo esempio del soldatino del Nuovo Impero, ligio alle direttive del Ministero della Verita’ al punto che, da perfetto abitante del mondo di 1984, consulta sempre il manuale della Neo-Storia al punto da NEGARE pervicacemente persino, nonostante gli siano stati spiattellati in faccia articoli di giornale coevi, del subitaneo impennamento dei prezzi dovuto all’euro, che i suoi sodali di partito tempo addietro avevano abilmente cavalacato, ma adesso, non essendo piu’ la propaganda idonea all’uopo, venivano ostinatamente negati a puro sprezzo del ridicolo…
A Cipria’, che famo ce se li magnamo ‘sti salami che ti ritrovi sugli occhi?
Lo so, Piero, mi ricordo quel commento sull’euro, lasciò ammutolito pure me…,ma non abbiamo nessun obbligo a fare un profilo così dettagliato dei commentatori a tutti i lettori, altrimenti ci spostiamo in blocco su Facebook dove almeno lì ci sono anche le facce.
E Trump che “c’azzecca” (tanto per dirla alla Di Pietro) ?
Ma guarda che Trump e’ un genio lo stavo ammirando,e un miliardario dunque va da se,e un’afermazione indimostrabile ma vera.Di tutto si puo dire che e’ indimostrabile ma vero,non spendo un centesimo per quel libro perche’ c’e’ almeno un sofisma,indimostrabile ma non spendero per esso un solo cent,sempre al dire di Platone,d’altronde i gusti letterari son letterari.
“c’e’ almeno un sofisma”
Quale? Lo chiedo per fare conversazione, potrei anche darle ragione se amplia questo punto.
Scusi e lei perche non si e’ trovato d’accordo su alcuni punti del libro?Non e’ dunque necessario ampliarlo.
Se i punti di disaccordo suoi sono proprio quelli miei che ho già segnalato nell’articolo, allora non c’è bisogno di ampliarlo, d’accordo.
Avevo inteso che ce ne fossero altri.
Oppure può ampliarlo:—-perché —-non si e’ trovato d’accordo su alcuni punti del libro?
Su due cose non sono d’accordo:
1) l’idea che la Meccanica Quantistica suggerisca una visione “spiritualistica/idealistica” della Realtà. Credo che quella che più divulgatori hanno visto come “l’esistenza degli oggetti solo grazie ad un Soggetto” abbia una spiegazione molto più terra-terra, ossia che ogni misurazione quantistica è fatta attraverso strumenti fatti di atomi che si intrecciano in modo complicato e imprevedibile con gli oggetti da studiare, il che è molto diverso dal credere in una realtà che non abbia una sua realtà autonoma.
Ne ho parlato nel dettaglio in http://www.enzopennetta.it/2016/02/realta-quantistica/
2) Non mi piace l’idea in sé che una data teoria scientifica possa suggerire qualcosa. La Meccanica Quantistica, la Relatività Generale sono le ATTUALI descrizioni dei fenomeni noti ATTUALMENTE e con i dati a disposizione. La scienza è sinonimo di rigore e sarebbe un offesa nei confronti di tale rigore fare speculazioni del tipo “per Einstein tutto è relativo” oppure “esiste solo lo Spirito” oppure “siamo figli di caso e necessità”.
Pensi alla Chimica: è una scienza in tutto e per tutto, ma nessuno si mette a fare filosofia con la chimica oppure accende dibattiti su cosa essa “suggerisca”.
Anche il dire che l’evoluzione biologica non sia un fenomeno naturale ma una specie di fenomeno demiurgico per me significa arrendersi a non dare una risposta scientifica. Anche la materia oscura attualmente è un bel mistero, ma nessuno direbbe cose del tipo (immagino degli esempi) “è fatta delle anime dei defunti” oppure “è una degenerazione dell’essere, non un ente fisico”.
Spero di aver soddisfatto la sua voglia di approfondire.
Imprecisione mia linguistica in merito:ma -perche’- si e trovato in dissenso su quei punti?
Mi perdoni, Dan, forse sono io ad essere poco concentrato oggi, ma la sua precisazione non mi aiuta: ho detto quali sono state le uniche due cose su cui non ero d’accordo con Cordani e ho spiegato perché, lei invece cosa mi sta chiedendo?
Quindi non si dovrebbe discutere della LQ,ma la sua interpretazione e sempre una delle possibili della LQ dunque non ha senso discuterne.Si pero perche ne discuti?Nel senso che se il realismo ontologico e’ una interpretazione della LQ,ma della LQ non ha senso parlarne (ovvero si amette una proposizione del tratactus ) come linea di interpretazione:su cio di cui non si puo parlare si deve tacere,perche puntualmente non tacere su una delle posizioni realiste della LQ?Tipo il mondo esiste”
Non c’è niente di male nel discutere (in questo caso è una conversazione a distanza tra me e Cordani) delle diverse interpretazioni della MQ, è una cosa di cui si può parlare perché sul piano filosofico non esiste una posizione ortodossa e una eretica e riflettere sulla vera natura delle cose, quella che va oltre i dati misurabili, è un desiderio nobile.
Dal punto di vista del “come si fanno i calcoli e come si misurano le grandezze fisiche” io, Cordani e tutti i fisici DOBBIAMO concordare.
La Natura però non è fatta solo di ciò di cui parla la Fisica.
Infatti lo e’ ma appunto non e’ che la metafisica e’ un desiderio come per Carnap.Ma non vi metterete mai in accordo sulle definizioni che date,semplicemente sarebbe come mettersi d’accordo tra chi afferma la realta e ‘ nel soggetto,la realta’ e’ nell’oggetto.Sono postulati a priori dalla MQ dunque che dire anche il realismo e’ un desiderio nobile.Sembra anzi che le interpretazioni della LQ sono prese di posizione a priori dalla MQ,se lo sono allora lo e’ pure il realismo,questo sarebbe il problema.Per dire se prendo le esplicazioni del positivismo,riducibilita delle teorie a un sistema coerente con tanto di atomismo logico,lo sa gia la realta’ esiste,proprio perche consta della parola esiste,sarebbe un desiderio (se si utilizza l’atomismo logico).
Sono d’accordo che le nostre posizioni filosofoche sono A PRIORI rispetto alla Fisica, per me in particolare viene prima l’assunzione della validità del Realismo, poi dopo i postulati della MQ.
Sono gli scientisti ad essere convinti che si possa invertite tale ordine logico, ma ne abbiamo già parlato spesso in altri articoli.