Si apre una questione importantissima che è quella della lotta per la libertà di ricerca e di pensiero.
L’ordine degli psicologi cerca di intimidire coloro la pensano in modo diverso dal politically correct, la loro battaglia è la nostra.
Che i vari ordini professionali degli psicologi stessero impiegando la loro autorità per impedire la partecipazione di loro affiliati ad iniziative nelle quali si accennasse anche solo all’esistenza di una teoria del gender era noto da tempo, ma si trattava di notizie che restavano all’interno di una ristretta cerchia di persone direttamente interessate.
Ma si tratta di una minaccia alla libertà di ricerca e di pensiero che va oltre il caso specifico degli psicologi, si tratta di un tentativo di intimidazione che se dovesse avere successo potrebbe riguardare subito dopo la categoria degli insegnanti e quindi indirettamente le famiglie e la loro possibilità di esercitare il diritto di educazione dei propri figli.
La situazione degli psicologi italiani è stata denunciata pubblicamente con un articolo pubblicato dallo psichiatra Tonino Cantelmi sul quotidiano Avvenire “Omogenitorialità liberi di dissentire?” sul quale tra l’altro si legge:
la faccenda è grave: sembra quasi che uno psicologo oggi non sia un cittadino libero di esprimere le sue opinioni, e soprattutto non sia un ricercatore libero di mettere in discussione alcuni temi sui quali l’Ordine ritiene di aver espresso un giudizio inappellabile A onor del vero alcuni procedimenti, peraltro iniziati sulla base di esposti copia-incolla chiaramente strumentali, si sono risolti in una bolla di sapone: lo psicologo aveva pienamente diritto di dire la sua opinione e la commissione deontologica lo ha riconosciuto. Ma l’intimidazione esercitata dagli autori degli esposti è riuscita perfettamente.
Quello stesso psicologo, per certo, si sottrarrà a ulteriori dibattiti.
Va sottolineato che oltre al diritto alla libera opinione su questioni scientifiche, il modo di procedere in questione tende a decretare in modo coercitivo quali teorie siano giuste e quali sbagliate a dispetto di una mole di evidenze che indurrebbero quantomeno ad un atteggiamento ben più prudente:
A essere onesti, esaminando tutta la letteratura scientifica sul tema, emerge che la maggior parte delle affermazioni oggi circolanti siano imprudenti perché la maggior parte degli studi sono stati condotti con modalità sbagliate, metodologie non sempre corrette e conclusioni azzardate. In definitiva, sulla base della letteratura scientifica l’unica affermazione corretta a mio parere è questa: non è possibile affermare che la letteratura scientifica si sia pronunciata in modo chiaro, univoco e definitivo, e non è possibile affermare con certezza che lo sviluppo di bambini cresciuti in contesti omogenitoriali sia equivalente a quello dei bambini cresciuti in famiglie eterosessuali.
Non si tratta quindi di sostenere il diritto di fare una qualsiasi arbitraria affermazione, ma di quello di esercitare una critica competente ad una teoria. Tutto il mondo scientifico dovrebbe sobbalzare di fronte a iniziative di questo tipo, ma invece quello che emerge è un disinteresse che danneggia in primo luogo la scienza stessa alimentando l’idea che essa sia facilmente asservibile alle esigenze di un qualsiasi potere in grado di far sentire la propria pressione.
Pieno sostegno dunque agli psicologi oggetto delle operazioni di intimidazione, un passo concreto in tal senso è la costituzione di pool di avvocati che in modo disinteressato difenderanno il loro diritto alla libertà di espressione.
E un grazie agli psicologi che si sono esposti e si esporranno liberamente sull’argomento, con l’impegno che se dovesse venire il turno dei docenti o altre categorie a subire analoghe intimidazioni e pressioni, sfideremo a nostra volta divieti e ingiunzioni.
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59 commenti
Credo che sia interessante questa breve testimonianza del dottor Federico Paolino:
https://www.youtube.com/watch?v=IRjQQHPfQz8
Grazie, l’ho visto tutto, Federico Paolino testimonia direttamente l’esistenza di una forma di discriminazione che si esprime non solo per mezzo degli ordini professionali ma anche con l’abbandono da parte di amici.
Si parla di omofobia ma questa è una fobia ancor più grave perché ritenuta accettabile da una larga parte dei media.
Ci vedrei una specie di finestra di Overton inversa.
Loren Marks non è una donna, ma un uomo. Loren Marks, della conservatrice università del sud (Luisiana), vale la pena dirlo, visto che si ricorda che la Patterson è madre lesbica.
Quello che dice Paolino è falso e non lo dico io, lo dice la Corte della California che ha escluso il Dott. Marks dall’elenco di esperti, perchè non è affatto esperto e ha volontariamente manipolato i dati che ha analizzato, per sua stessa ammissione (Caso 10-16696 11/01/2010, DeBoer v. Snyder, Corte Distrettuale della California).
Lo studio di Loren Marks, assieme a quello di Regnerus, è stato poi preso in considerazione dal dott. Darren Sherkat in un audit.
Non è affatto un caso che Marks e Regnerus abbiano pubblicato assieme e nella stessa rivista (Social Science Research), perchè hanno beneficiato entrambi degli stessi revisori. Revisori che avrebbero dovuto essere indipendenti e invece erano pagati dall’istituto conservatore Whitherspoon. Lo stesso istituo che ha dato 800.000$ (10 anni di stipendio) a Regnerus per fare la sua “ricerca”.
Ricerca che secondo Paolino sarebbe ben fatta e invece è risultato che (v. audit Darren Sherkat):
1) Le affermazioni non sono supportate dai dati (le persone che studiato non sono omosessuali)
2) Non ha condotto ricerca originale (non ha raccolto i dati ma ha usato una banca dati commerciale disponibile online relativa ad un ridotto campione)
3) Ha ignorato gravi problemi dei suoi dati: percentuale di donne, di afro-americani e altre minoranze etniche non corrispondono a quella della popolazione, 26 donne hanno detto di aver fatto sesso vaginale prima dei 10 anni, 20 uomini che hanno fatto sesso con più di 100 donne, 16 donne con più di 100 uomini, presenza di prostitute e carcerati nel campione.
Fatti molto gravi. Ci sono stati 20 autori che hanno cercato una difesa, ma molti di questi sono pagati dallo stesso istituto Whitherspoon, si può verificare.
Questo contro appelli di centinaia di esperti contro la manipolazioni di Regnrus.
A seguito è stato emesso un Comunicato ufficiale dello stesso Dipartimento di Regnerus:
“Il dottor Regnerus ha il diritto di effettuare le proprie ricerche e di esprimere il suo punto di vista. In ogni caso, le idee di Regnerus sono personali e non riflettono la posizione del Dipartimento di Sociologia della University of Texas di Austin. Né riflettono la posizione dell’American Sociological Association, la quale afferma che le conclusioni tratte dal suo studio sui genitori omosessuali sono FONDAMENTALMENTE VIZIATE sia dal punto di vista metodologico che intellettuale; afferma inoltre che la ricerca viene citata in modo inappropriato nel tentativo di colpire i diritti civili e le famiglie omogenitoriali.”
Regnerus non è stato quindi “linciato”, è stato giustamente richiamato ad essere corretto. Infatti il suo “studio” è stato rifatto con metodo corretto e pubblicato sulla stessa Social Science Research con risultati opposti:
Cheng, Simon, and Brian Powell. “Measurement, methods, and divergent patterns: Reassessing the effects of same-sex parents.” Social science research 52 (2015): 615-626.
Non si registrano commenti di Regnerus o dei suoi “difensori” a riguardo. quindi la critica è chiaramente incontestata.
Possiamo pure aggiungere che Loren Marks e Mark Regnerus sono i soli autori dei loro “studi” mentre gli studi seri (Patterson inclusa) sono tutti condotti in ampie equipes a garanzia di correttezza del metodo applicato.
Quindi ritengo che se Paolino è in buona fede, non voglio dire di no, ha chiaramente per lo meno una visione distorta e superficiale della letteratura medica e delle cose in generale (pare evidente che lavora con gli aborti delle giovani ma quante famiglie omo-genitoriali ha visto, non è dato sapere, forse nessuna).
E’ emblematica sua “stima” di alcune centinaia come numero delle famiglie omogenitoriali, che è ovviamente irragionevole, visto che sarà piuttosto in linea con quella fatta in altri stati del mondo (l’Italia è in Europa a tutti gli effetti) e per altri è anche verificabile dal lavoro del Prof. Baiocco dell’Università la Sapienza. Un problema piuttosto di visibilità, ma questo non sorprende se a livello istituzionale le famiglie omogenitoriali si trova ad avere a che fare con professionisti poco preparati sul tema come il dott. Paolino.
P.S. Curioso che i commenti del video di Paolino siano disabilitati!
L’Ordine degli Psicologi serve a mettere ordine nell’attività professionale e clinica degli psicologi, non nella ricerca accademica.
Quindi se qualcuno vuole esercitare la professione di psicologo verso la popolazione non può farlo caoticamente, nuocendo o rischiando di nuocere. Questo è deciso dall’Ordine che mette ordine, appunto. Quindi uno psicologo accademico può benissimo dire che secondo lui l’omosessualità è una malattia, ma per l’interesse della popolazione, -poichè ci sono evidenza molto forti che le c.d. “terapie riparative” siano pericolose per i pazienti-, non è permesso aderire all’ordine e rischiare la salute mentale dei pazienti per ragioni ideologiche.
E’ dunque permesso dissentire, ma non subordinare la salute della gente a ciò che si vuole.
La questione è analoga nel tema dell’omogenitorialità. La letteratura è compatta e molto chiara e riflette le evidenze accademiche e cliniche che documentano come avere due genitori dello stesso sesso non sia un problema per la salute dei bambini.
Si veda ad esempio il What We Know Project della Columbia University, che raccoglie l’ampia letteratura -quasi 80 studi nazionali ed internazionali- e pure quella sparuta contraria, di cui esistono puntuali e autorevoli smentite e critiche, come gli eclatanti e scandalosi casi Regnerus, Marks e Sullins, trattati per esempio dall’audit del Prof. Darren Sherkat, che non è un attacco ideologico -come insinua Avvenire-, ma una dettagliata e motiva critica scientifica, metodologica ed epistemologica.
Infatti Avvenire conferma la sua poca onestà intellettuale (vero la quale la comunità scientifica sobbalza!), perchè cita una associazioni di pediatri non rappresentativa, di cui si può verificare su internet la natura (alcune dozzine di pediatri e un chiaro orientamento politico conservatore).
Sulla questione esiste una chiarissima sentenza della Corte Suprema della Florida:
La Corte Suprema della Florida ( Third District Court of Appeal State of Florida, July Term, A.D. 2010 Florida Department of Children and Families, Appellant, vs. In re: Matter of Adoption of X.X.G. and N.R.G):
“Le relazioni e studi documentano che NON CI SONO DIFFERENZE tra la genitorialità omosessuale o il benessere di questi bambini. Queste evidenze sono suffragate e approvate da:
the American Psychological Association,
the American Psychiatry Association,
the American Pediatric Association,
the American Academy of Pediatrics,
the Child Welfare League of America and
the National Association of Social Workers.
Di conseguenza, sulla base della natura ROBUSTA delle evidenze disponibili in questo ambito, questa Corte è convinta che la questione sia ampiamente FUORI DISCUSSIONE e che sarebbe IRRAZIONALE sostenere il contrario; il MIGLIORE INTERESSE del bambini non si preserva proibendo l’adozione alle coppie omosessuali.” (maiuscolo aggiunto dal sottoscritto)
Questa sentenza prende in considerazione le evidenza scientifiche e cliniche delle più grandi e autorevoli associazioni degli USA.
L’Ordine degli Psicologi prende atto di questo fatto e -nell’interesse dei pazienti e delle loro famiglie- impedisce che un atteggiamento anti-scientifico e anti-etico sia messo in atto contro l’interesse dei pazienti.
Trovo “orwelliano” l’intervento di Hawk…
Sicuramente è scritto in “lingua di legno” e fa riferimento a studi che definirei di “cartone”, già la disciplina in questione non è una scienza esatta, quando poi pretende di esserlo a questi livelli c’è solo da piangere…
Certo un commento costruttivo il suo.
La letteratura è “non esatta” quando fa comodo, ma quando Avvenire cita studi chiaramente disonesti o sedicenti associazioni, allora anziché puntigliosa disperazione ci sono chiassose risa di entusiasmo…
L’Ordine degli Psicologi serve a mettere ordine nell’attività professionale e clinica degli psicologi, non nella ricerca accademica.—->Quindi se qualcuno vuole esercitare la professione di psicologo verso la popolazione non può farlo caoticamente, nuocendo o rischiando di nuocere.
” Questo è deciso dall’Ordine che mette ordine, appunto.” (‘??????????????!!!!!!!)——>
Quindi uno psicologo accademico può benissimo dire che secondo lui l’omosessualità è una malattia, ma per l’interesse della popolazione, -poichè ci sono evidenza molto forti che le c.d. “terapie riparative” siano pericolose per i pazienti-,——-> non è permesso aderire all’ordine e rischiare la salute mentale dei pazienti per ragioni ideologiche.
Spazio e tempo sono assoluti lo dice “l’ordine degli scienziati”,l’ha detto l’ordine degli scienziati dunque sono assoluti.Siccome l’ordine degli scienziati ,serve a mettere ordine appunto altrimenti ci sarebbe il caos,essendo che se non fossero assoluti nuocerebbero gravamene alla popolazione,allora non è permesso dire i il contrario,è dunque permesso “dissentire”.
—–
un saluto ai filosofi:
Visto? gli psicologi curano gli altri da squadristi della ragione,in barba anche agli epistemologi.Tocca lasciare continuare che la disoccupazione li porti via tutti,non bisogna rischiare la nostra salute mentale e raziocinante per alcuni di loro. X)
Conosce la differenza tra un ordine professionale e una comunità scientifica?
Non esiste infatti alcun “ordine professionale per gli scienziati”, ovviamente. Esiste quello per gli ingegneri ad, esempio, per certificare che non ci sia esercizio abusivo di professioni con pericolo per la popolazione (ingegneria civile, aeronautica, chimica, ecc. ecc.).
Altro esempi: a livello accademico un biologo può sostenere che la PCR (l’analisi per amplificazione di tracce genetiche) funziona in base alla memoria dell’acqua, ma se lo dice prima di entrare nell’Ordine Professionale dei Biotecnologi lo si invita a ripassare, perchè ne va della saluta della gente.
Nel caso in discussione a livello intellettuale non esiste alcuno squadrismo, ma esiste una tutela dell’ordine professionale nell’interesse di chi fruisce di un servizio, specie se ne va della sua salute.
Quanto alla fattispecie, epistemologicamente, la invito a leggere l’audit del lavoro di Regnerus condotto dal Prof. Darren Sherkat e dirmi -nel merito- se il lavoro di Regnerus può essere considerato epistemologicamente corretto, soprattutto alla luce della rettifica del lavoro di Cheng Simon e Brian Powell, sul cui approccio epistemologico non risulta alcuna critica autorevole, sebbene giunga a deduzioni opposte a quelle di Regnerus.
Io sono un elemento della popolazione—–> in che senso sono a rischio se uno è omosessuale?
La vedo dura fare epistemologia senza un pò di logica formale,benché non si riduca solo a quella.
Può spiegarsi meglio?
In che senso sono a rischio visto che sono un elemento della popolazione che potrebbe essere messa a rischio, se un omosessuale diventa etero o rimane omosessuale?
Puo essere che se lo è o non lo è—-> allora io nè ho un danno o un non danno alla mia salute?
Lo dice l’apa dunque è corretto,è corretto perchè lo dice l’apa?
Il rischio non lo corre lei, ma lo corre il paziente dello psicologo, ovvero il paziente omosessuale, se venisse sottoposto alla c.d. terapia riparativa, che non funziona ed è pericolosa, poiché induce depressione e suicidio. Per questo cercare di “convertire” un paziente omosessuale è considerato anti-etico.
Analogamente esiste un concreto e ingiustificato rischio per i genitori omosessuali, di venire discriminati a livello sociale e istituzionale perchè considerati, ingiustamente, inadeguati. Ancora a livello di terapia familiare, una psicoterapeuta ideologizzato potrebbe essere indotto a cercare la fonte di un problema -che può esistere in ogni famiglia- presumendo un’inadeguatezza che non è giustificato presumere e non mi stupirebbe fosse il caso del Dott. Paolino, citato in un commento, se crede che il lavoro di Regnerus meriti considerazione.
Dunque non lo corre la popolazione e l’affermazione era ideologica.
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Affermi che c’è una correlazione rappresentativa?Mi dici con quali criteri dici rappresentativa? E cosa c’entra con l’omogenitorialità?
O meglio in che senso se lo fosse,implica che questo annullerebbe differenze su un altro argomento quale l’omogenitorialita.oppure le statistiche sulla questione A implicano la questione B (omogenitorialità)?
Dan, popolazione era intesa, mi pare ovvio, nel senso di ciascun individuo… Ognuno è la popolazione, o sbaglio?
Come dire che se discutiamo solo di ingegneri civili che fanno grattateceli il rischio di crollo non lo corre tutta la popolazione ma solo chi vi vive. Quindi no, come vede -e come le fa notare Cipriani-, non era una affermazione ideologica, visto che discutiamo delle prerogative degli Ordini Professionali.
Quanto al resto delle sue domande, ovviamente gli studi sono disegnati per essere rappresentativi. Nel caso stiamo discutendo di omogenitorialità, e non mi è chiaro a quali “A” e “B” lei si riferisca.
Ma essere un elemento che appartiene all’insieme, per te significa essere l’insieme?
Lo dice l’apa ed è valido,è valido perchè lo dice l’apa?
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A monte potevo già chiederli come fa a avere una qualunque correlazione statistica,prima che le leggi dunque la politica,permettano la stessa famiglia omo genitoriale di adottare.Dal momento che,lo stesso campione,viene influenzato dal sussistere di una legge e il suo parere, “etico” era in effetti superfluo.Come viene detto in quel video,gli avvocati,quindi le leggi e la politica, lo facevano già a prescindere di qualunque statistica o studio o epistemologia o logica in merito.Sono soltanto un adeguamento alla politicaaltrimenti non ci si troverebbe nel totale paradosso:di avere statistiche contemporaneamente a leggi che non prevedevano l’adozioni e che quindi non potevano avere campioni rappresentativi.Tanto che mi trovo una carrellata di psicologi che confermano,che la psicologia dipende dalle idee politiche.Cosa che nella storia per altro è sempre stato nota a tutti.Perchp le statistiche in un campo sociale,non in una scienza esatta,sono influenzate dalla politica.E tutto mi si puo dire tranne che proprio per questo non nè si deve dubitare.
Ho letto questo messaggio Dopo:nel senso che la statistiche A sulle probabilità di suicidio provano l’idoneità B sulla probabilità di un “giusto” sull’omogenitorialita,o viceversa?
Le statistiche non si “disegnano” .
“Risa di entusiasmo” ? Ma dove vive ? Da chi le avrebbe sentite ? Qui c’è solo da piangere. Gli studi “disonesti” sono semplicemente gli studi che a lei e all’ideologia a cui fa riferimento non piacciono. Nella scienza è normale che ci siano studi pro e contro una questione, mi occupo di altre cose scientifiche, biomediche, ed è tutto un susseguirsi di studi pro e contro qualcosa, su basi molto più solide di queste…
Si rallegri piuttosto, sinché ci sono studi contrari alla sua ideologia, significa che l’argomento ha ancora un qualcosa di scientifico, qualcosa che perderebbe del tutto se avesse ragione lei, ossia se i soli studi validi fossero quelli che piacciono a lei e agli ideologi della sua fazione.
Ho voluto evidenziare lo stridore tra quello che evoca lei riguardo alle fonti da me citate (pianto) rispetto all’assenza di tale atteggiamento verso le fonti di Avvenire, che invece -con tutta evidenza- meritano lo scoramento da lei evocato.
In ambito biomedico, ne converrà, non è tutto un susseguirsi di studi pro e contro -come se non ci fosse alcun progresso e non si capisse nulla-, ma di studi che nell’oscillare del dibattito riducono in margine di incertezza e conducono alla conoscenza.
Ad esempio si è dibattuto sull’origine dell’ulcera gastrica, ma oggi mi rallegro del fatto che non ci siano studi “contro” l’ipotesi batterica in favore di quella psicosomatica.
Allo stesso modo non vedo perchè mi dovrei rallegrare di leggere manipolazioni come quella di Regnerus e non perchè non mi piaccia il suo presupposto ideologico, ma perchè lo ha usato per snaturare i dati e non per constatarne la validità, con tutta evidenza che la invito a constatare.
Ricordiamoci sempre che sino al 1973 l’OMS dichiarava l’omosessualità una malattia, perché tale era considerata dagli psicoanalisti (a cominciare da Freud), smise di essere considerata ufficialmente tale solo per le pressioni politiche dei primi movimenti per i diritti degli omosessuali e non per delle ricerche di tipo scientifico. Questo significa che in questo campo c’è poca scienza e molta politica e significa anche che quando si parte da delle basi di tipo politico-ideologico è difficile che si pervenga poi a dei risultati di tipo scientifico. Il famoso “garbage in, garbage out” vale in tutti gli ambiti che vogliano dirsi scientifici. Se parto da delle premesse, non dico sbagliate, ma politiche e ideologiche e non di tipo scientifico, non potrò poi costruire sopra di queste un discorso scientifico, ma solo un discorso politico-ideologico.
L’OMS (quello che decreto recentemente che la carne rossa è altamente cancerigena ma che NULLA ha mai detto contro il rischio OGM), organismo internazionale del tutto estraneo ad interessi politici ed economici, vero ?
@Hawk
Se non ti garba l`Avvenire, allora citiamo la Repubblica:
http://www.repubblica.it/salute/prevenzione/2014/07/11/news/aids_nuove_linee_guida_oms_subito_pillola_preventiva_per_omosessuali-91279599/?refresh_ce
Questa notizia e` vera ? perche` gli omosessuali si ammalerebbero 19 volte di piu` del resto della popolazione ? per un pregiudizio omofobo ? o ci sono altre motivazioni ? questi motivi possono essere divulgati o sono un segreto di stato ?
Che vi siano problemi in seno alla comunità omosessuale è noto, come vi sono in seno a quella afroamericana, dove la criminalità è ben più frequente della media degli USA.
Tuttavia a nessuno verrebbe in mente di escludere le coppie di colore dalle adozioni e neppure verrebbe in mente di dire che gli Obama non possano essere buoni genitori.
Dunque lei confonde giudizio e pregiudizio, che non può essere usato per discriminare a priori qualcuno.
Il mio discorso e` diverso, e non e` centrato tanto sulle adozioni ma piu` in generale. Cerco di spiegarmi meglio.
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Inanzitutto gli omosessuali praticano l`omosessualita tra di loro, questo non e` un pregiudizio ma un dato di fatto banale, cioe` usano comportamenti, regole, ecc. , codificati all`interno della loro comunita`, possiamo assumerlo come definizione.
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Questa situazione dovrebbe essere l`ideale: non abbiamo “cattivi” eterosessuali che impongono questi “modi operandi”, come potrebbe essere una situazione di apartheid imposta – per riprendere la tua analogia – ma allora, a questo punto, sono portato a chiedermi: se l`omosessualita` e solo una variante normale del comportamento umano, perche`dovrebbe portare ad un rischio cosi` elevato ? Io vorrei che queste motivazioni venissero alla luce, e se ne potesse parlare liberamente, perche` non credo possano essere addebitate genericamente alla societa`.
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Facciamo ora un caso concreto: prendiamo un ragazzino “fluido” o “confuso”, ed educhiamolo secondo le linee guida ministeriali: da una parte viene raggiunto dal messaggio che il sesso bisogna farlo in ogni occasione – opportuna o meno opportuna – altrimenti scatta la “repressione” o la “penuria orgonica” (e io credevo che Freud e Reich non avessero superato il rasoio popperiano!) e poi perche`, tra le altre cose, e` “sano” e “naturale”; dall`altra, contestualmente, viene bombardato da messaggi sull`importanza di una prevenzione continua ed ininterrotta, per evitare tutti gli “inconvenienti” che questo tipo di sessualita` comporta.
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Secondo me aggiungiamo confusione a confusione: perche` ad un atto cosi` naturale e sano dovrebbero conseguire tutte queste problematicita` ? Se io ti indicassi una fonte di alta montagna e ti dicessi: puoi berne tranquillamente perche` e` purissima, pero` ricordati prima di bollirla a lungo, di filtrarla e di irradiarla con i raggi gamma, come semplice precauzione, non valuteresti questo messaggio come contraddittorio ? Non ti starei forse nascondendo, con la scusa della generica precauzione, la verita` sostanziale di quella fonte ?
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Io vorrei solo che ci fosse un`informazione libera sulle cause profonde dell`intrinseca rischiosita` di certi comportamenti (di tutti quelli a rischio).
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Non sarebbe meglio informare il suddetto ragazzino, piuttosto che consigliarli una qualsiasi condotta sessuale – condotta che, secondo la vulgata, puo` sempre essere emendata da una generica precauzione ?
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Dov`e` il pregiudizio allora, se queste informazioni sono composte da dati epidemiologici, anatomici, fisiologici ed evoluzionistici ?
Hawk lei è stato molto accurato nelle sue risposte, ma io le consiglio di non perdere il suo tempo su questo blog. Qui ci sono complottari, qui usano il giornale del Vaticano per parlare di libertà di opinione, questi o sono matti o sono scemi.
Bene, allora credo che non avrà niente in contrario se il tempo non glielo farò perdere neanche a lei, non abbiamo bisogno di idioti.
Diego Fusaro: ” Complottismo. Un’altra parola della neolingua”
http://www.pandoratv.it/?p=6905
si prende una forma di “male radicale”, il complottismo di chi s`inventa storie e fandonie, e la si usa per silenziare, come complottistico, tutto cio` che, anche con buon senso e buone argomentazioni, mette in discussione l`assetto dominante.
o sono matti o sono scemi….bhè speriamo ci sia un tertium datur,perché una conclusione del genere se non è da scemi,lascia comunque perplessi.
Per esempio è un complotto SE è logicamente impossibile che:
SE non ci sono leggi sulle adozioni allora non ci possono essere dati rappresentativi sulle famiglie omogenitoriali.
La prima nazione quindi che ha dato il via al processo,non la di certo fatto sulla base di inconcludenti descrizioni di campionamenti di studi presi da una società,la quale, si bhè sai,dichiarava illegale tali tipo di adozioni.Si ma allora come ha fatto ad avere campioni rappresentativi?Prima della legge e dunque prima delle ideologie politiche?
Per altro quello che voi chiamate complotto altri lo chiamano ragion di stato,certo è vero che non tutte le affermazioni che si inventano su internet sono vere e quindi bisogna distinguerle,ma questo non significa che Machiavelli sia un Santo.E non significa che per portare avanti gli “interessi” della nazione e a volte di gruppi presenti in una nazione,non si usano strategie fuori dalla legge stessa,perchè la ragion di stato è la ragione stessa a cui sono finalizzati gli scopi di un qualunque Stato:
Avere una maggior potere rispetto alle altre nazioni, e difendere lo stato da ogni minaccia interna o esterna.
“impara” dagli Stati uniti o dalla Russia.Pensi che si domini il mondo e si diventi le più grandi potenze della storia con la santità la bontà le cene filantropiche,il politically correct, o i dibattiti dei media?
Beata ingenuità.
Hawk e Michelel sono la stessa persona.
Ed anche poco furba perché ha usato lo stesso gravatar per i due nick!
Ecco la sua correttezza e integrità di comportamento.
Comunque tutte le sue argomentazioni sono state a suo tempo smontate in un articolo pubblicato su CS:
http://www.enzopennetta.it/2015/06/adozioni-omosessuali-il-consenso-scientifico-poggia-su-un-castello-di-carte/
Io non vedo malizia e manco stupidità, tantomeno mi spingerei a determinare che è uno non integro… Brutta scivolata questa, Enzo, e mi spiace. Ti pare che uno cambia nome e risponda come fosse quell’altro del nome di prima? Non voglio giustificare una leggerezza, ma dev’essere successo che usa due nomi per cavoli suoi e gli è scappato nelle stringhe quell’altro… O no?
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Per stare sul tema, ognuno è libero di pensarla come vuole, compresi gli psicologi non in linea con la famigerata (per voi) teoria gender, ma un conto è l’opinione personale sacrosanta e un conto applicare le proprie ideologie in campo professionale, o no?
E no Cipriani, la scivolata è tutta tua.
Oltre che dell’utente binome.
Quindi per te usare due nick è normale, buono a spersi.
Le persone corrette ne hanno uno solo e non sentono il bisogno di averne due sui quali confondersi.
Mi dispiace ma devo pensare che se a presentarsi con due diversi nomi fosse stato uno che la pensava diversamente da te non avresti fatto questa arrampicata sugli specchi per difendere l’indifendibile.
Gentile Pennetta, semplicemente discuto su Tempi e preferirei evitare di attirare qui i troll che trovo a fronteggiare su quel sito. L’avatar non era u problema, lo sarebbe stato il nickname, per questo non ho cambiato mail.
Ma a questo punto lascio il mio completatore automatico compilare i campi e resto MicheleL.
Ora se vuole discutere me lo dica.
Non mi sono spiegato bene, come al solito. Ma sono un po’ più elastico di te… E sostengo senza problemi che i nick esistono e si possono cambiare, non tanto per apparire personaggi diversi quanto per cambiare come si cambia vestito. Fa parte del gioco della rete. Del resto il nostro ha risposto come fosse il primo, non ha cercato di fare il “furbo” fingendo di essere un altro che se la cantava… Dagliene atto, Enzo, ti prego, s’è sbagliato senza malizia… Diamine, quando fai così mi sembri tornare indietro ai tempi del lecca-lecca.
Scusa, Enzo, ma sei come Gesù Cristo con Pietro? Lo chiamava Pietro quando era in sintonia con lui e Simone quando lo era meno… Mi pare che mi chiami Giuseppe nel primo caso e Cipriani quando vuoi prendere le distanze… Chissà cosa penserebbe freud…
Questa dei nick che si cambiano come i vestiti proprio non la capisco, qui siamo tutti da anni con lo stesso nome, tu compreso, e sai perché?
Per una questione di riconoscibilità, chi cambia nick come un vestito lo fa per vezzo e non è adatto a discutere tra persone serie.
La spiegazione data qui sopra da Michelel è molto meglio, almeno ha motivi argomentati.
Vedi che l’avevi presa troppo di petto? E che l’avevi offeso gratuitamente? Come avevo evidenziato da subito, capendo che non c’erano intenti truffaldini… Amen
La ringrazio Giuseppe per la fiducia. Vorrei comunque precisare che non mi sento offeso e di questi tempi purtroppo ci sono molti troll dai molteplici nick per cui la reazione dell’autore del blog è quanto meno comprensibile. Il fatto è chiarito, preferisco continuare la discussione e lasciare stare.
L’ha detto Micheal dunque ha Ragione Hawk,lo ha detto hawk dunque ha ragione Micheal.
Se Micheal che sarebbe l’ordine degli epistemologi stabilisce epistemologicamente l’etica dell’ordine degli psicologi,e il singolo psicologo non puo dissentire epistemicamente dai primi,perchè se no viola la deontologia allora il problema e del singolo psicologo…….o dell’etica (deontologia)dell’ordine degli psicologi.x)
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Propongo un cambio da siffatta ipotesi:un qualunque psicologo è sul piano epistemico libero di criticare sempre con l’uso dell’epistemologia,che comunque appartiene alla ragione umana,qualunque posizione epistemologica,visto è appurato che le autorictas sono fallaci sul piano logico per quanto vadano rispettate e studiate non significa MAI che non si possa dissentirne con validi argomenti,nè che da sole lo provino solo perché sussistano autorictas.
Paventare che questo sia un rischio per la popolazione (perchè questo è il termine usato) o per i pazienti,è fallace e ideologico.Sopratutto, vediamo di renderci indipendenti dalla politica di tanto in tanto nella storia.
La libertà di critica a uno studio se corretta o il porre problemi,non viola nessuna etica,anzi forse è il contrario.Ed proficua perchè permette di porre dei problemi che cercheranno poi di essere risolti,ma senza domande,senza dubbi,non ti rimangono che affermazioni perentorie,tipo inconsistenti analogie tra l’ingegnere è la psicologia.
La questione dei nick l’ho spiegata sopra. Purtroppo un bisticcio tecnologico ha causato la confusione, me ne dispiaccio.
Quanto alla questione mi pare che lei ancora confonda il piano accademico (della teoria, in cui si ha lo spazio per sperimentare) da quello professionale (della pratica, in cui si ha la responsabilità della salute dei pazienti).
Sul primo piano nessuno nega la libertà di ricerca, che non è libertà di mistificazione, come ben sintetizza la presa di distanza del dipartimento di Regnerus, che ne riconosce la libertà di dire quello che vuole, anche se non condivide e con altrettanta libertà lo critica.
Sul secondo un Ordine Professionale deve porre delle tutele a protezione della popolazione e della sua credibilità e serietà, per cui pratiche che la ricerca evidenzia come inefficaci e pericolose non possono essere ammesse solo per ragioni ideologiche che invece possono valere nell’ambito accademico.
A nel senso che la ragioni ideologiche non valgono sul piano deontologico ma valgono sul piano accademico,quindi valendo sul piano accademico,ogni teoria accademica è ideologica,e dunque la questione sarebbe per gli psicologi che non dovrebbero dissentire sul piano deontologico nè approfondire teorie,perchè cosi sarebbe sufficiente il piano deontologico.Ma allora ogni speculazione teorica della psicologia è meramente ideologica.
Quindi è sufficiente il piano deontologico per legittimare la Petterson,che scrisse nessuno dei dati da me raccolti non è epistemicamente valido,però segue un dettato deontologico,per cui le sue conclusioni sarebbero incriticabili,in quanto le altre posizioni sarebbero ideologiche a priori.Se poi ogni piano speculativo epistemico è ideologico,allora la “scienza” (retorica?) psicologica è ideologica,se invece quello deontologico non lo è allora l’etica sarebbe scientifica.
Per altro nessuna conclusione in merito può essere definita sperimentale.La statistica non è “sperimentale” e qualunque campione statistico in merito a queste ricerche,varia nel tempo e nello spazio,e non permette mai conclusioni definitive,al più,per le conclusioni definitive bastano le norme deontologiche “scientifiche”,reperite dalla politica del momento.
Ma dire che la libertà di ricerca non è libertà di mistificazione non implica razionalmente che ogni ricerca contraria è una mistificazione.
Interessante prospettiva a “tutela dei cittadini e dei pazienti”,sempre più persuaso dopo Popper della credibilità di Adler.
Per altro temo,che il piano della “ricerca” A non implica conclusioni sul piano di “ricerca” di B,semplicemente non ha senso concludere sul piano di ricerca B dal piano di ricerca A.
Infatti non è che SE non ci sono le coppie omogenitoriali o meno ci sono correlazioni con il suicidio di un omosessuale.
Perchè se questa è l’esperienza dell’esperto andiamo di male in peggio.
@Hawk
Le affermazioni “scientificamente dimostrate” hanno una potenza ineguagliabile nella formazione dell’opinione pubblica.
Ma non sempre sono veramente basate sulla scienza sperimentale, a volte si tratta di costruzioni fatte su studi, “paper”, inconsistenti. Dei veri “castelli di carte”…
Il caso dei genitori omosessuali.
La notizia viene divulgata nel 2013 nel modo più autorevole possibile con un articolo sul Correre della Sera a firma del Prof. Vittorio Lingiardi: Si cresce bene anche con genitori gay Ecco i risultati di 30 anni di ricerche.
L’argomento dovrebbe essere inattaccabile, se dopo ben 30 anni di ricerche e con l’avallo di uno stimatissimo professore di Psicologia Dinamica dell’Università “La Sapienza”, si è giunti alla conclusione che crescere con genitori dello stesso sesso e omosessuali non ha alcun effetto negativo sul bambino. Ma su quali prove si basa questa conclusione?
L’articolo su Corriere della Sera porta come primo esempio uno studio della American Academy of Pediatrics :
Il 20 marzo 2013 l’American Academy of Pediatrics (Aap) ha pubblicato un importante documento in cui, oltre a ribadire le conclusioni di una ricerca pubblicata nel 2006 («adulti coscienziosi e capaci di fornire cure, siano essi uomini o donne, etero o omosessuali, possono essere ottimi genitori»), afferma che, «nonostante le disparità di trattamento economico e legale e la stigmatizzazione sociale», trent’anni di ricerche documentano che l’essere cresciuti da genitori lesbiche e gay non danneggia la salute psicologica dei figli e che «il benessere dei bambini è influenzato dalla qualità delle relazioni con i genitori, dal senso di sicurezza e competenza di questi e dalla presenza di un sostegno sociale ed economico alle famiglie».
Motivo di più, conclude l’Aap, per sostenere definitivamente la legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso. Love makes a family è il titolo di una pubblicazione dell’American Psychological Association.
Andiamo dunque a vedere su quali studi si basa l’articolo dell’Aap del 2013 “Promoting the Well-Being of Children Whose Parents Are Gay or Lesbian” e di conseguenza l’affermazione “Si cresce bene anche con genitori gay Ecco i risultati di 30 anni di ricerche”, i lavori citati dalla Aap sono 21.
1- Si tratta di una autocitazione del medesimo documento dell’Aap.
2; 3; 4; 5; 6;7- Sono documenti statistici sulla popolazione degli USA
8;9- Ancora due documenti della stessa Aap nei quali si afferma la superiorità educativa delle coppie sposate rispetto a quelle non sposate.
10- Articolo multi autore nel quale gli autori sostengono che il riconoscimento civile delle unioni tra persone con tendenze omosessuali porterebbe dei benefici ai figli di queste persone.
11- Si tratta di una raccolta di informazioni circa l’omosessualità rivolta ai pediatri.
12- Un libro sull’omogenitorialità curato dalla dottoressa Abbie Goldberg, dichiaratamente militante pro gender.
13- Una rassegna di Stacey e Biblarz, ricercatori gay-friendly, che hanno preso in considerazione 21 ricerche sull’omogenitorialità dalle quali emerge che “i ricercatori frequentemente minimizzano i risultati che indicano, nei bambini, differenze circa il genere e i comportamenti e le preferenze sessuali che potrebbero stimolare importanti domande teoriche…“
14- Una rassegna di 34 ricerche curata da Fiona Tasker. Delle ricerche analizzate in questa rassegna una sola aveva un numero di soggetti superiore a 100; una ricerca ha 7 soggetti. Circa terzo delle ricerche non prende in considerazione lo stato di salute dei bambini. 26 ricerche su 34 (più del 76%) utilizza un campione di convenienza. 12 ricerche non hanno un gruppo di controllo; solo 4 ricerche hanno utilizzato, come gruppo di controllo, coppie eterosessuali con bambini concepiti naturalmente. Tutte queste limitazioni sono ammesse dalla dottoressa Tasker, che comunque afferma: “La ricerca passata in rassegna suggerisce che l’accudimento gay o lesbico non influenza il benessere dei bambini per quanto riguarda lo sviluppo”. Al di là di questo, la stessa Tasker riconosce una percentuale più alta rispetto alla popolazione generale di ragazzi con un orientamento non eterosessuale tra i figli di genitori gay o lesbiche.
15- Siamo in presenza della prima vera ricerca. I campioni sono costituiti però da25 madri lesbiche con i loro figli; 38 madri sole eterosessuali con i loro figli; 38 coppie eterosessuali con i loro figli. Hanno rilevato che i figli senza padre sono molto più dipendenti dalla madre rispetto a quelli cresciuti con il padre; e che i bambini cresciuti senza padri mostrano atteggiamenti più femminili rispetto a quelli cresciuti con il padre.
16- Si tratta di un libro nel quale Ellen Perrin fornisce consigli a pediatri, medici, infermieri e psicologi sull’approccio con figli di genitori con tendenze omosessuali o adolescenti con tendenze omosessuali.
17- Siamo alla seconda ricerca dell’elenco: Wainright, Russell e Patterson hanno avuto a disposizione le interviste a 12.105 adolescenti e da queste hanno selezionato un campione di 18 ragazzi dai 12 ai 18 anni cresciuti da coppie lesbiche e 18 ragazzi di pari età cresciuti da famiglie eterosessuali. Curiosamente “La valutazione delle relazioni romantiche e il comportamento sessuale non sono stati associati con il tipo di famiglia”; gli autori non hanno nemmeno pubblicato i dati relativi a queste variabili.
18- Si tratta di un confronto tra bambini adottivi di coppie omosessuali ed etero, manca un confronto con bambini non adottivi.
19- Una rassegna curata dal Prof. Peter Lamb, dichiaratamente schierato su posizioni LGTB, il quale sostiene tra l’altro che l’assenza del padre non è rilevante per lo sviluppo.
20- Un parere della dottoressa Patterson stilato per la stessa American Academy of Pediatrics, secondo la quale “I campioni piccoli e non rappresentativi presi in considerazione, e la giovane età della maggior parte dei figli suggeriscono alcune perplessità”; nonostante questo “non c’è una differenza sistematica tra genitori gay e non gay nella salute emotiva, profilo genitoriale e atteggiamento nei confronti della genitorialità.
21- L’ultimo documento è una presa di posizione dell’American Medical Association contro le discriminazioni nei confronti delle persone con tendenze omosessuali.
Dopo questo esame dei riferimenti a supporto dell’affermazione che “trent’anni di ricerche documentano che l’essere cresciuti da genitori lesbiche e gay non danneggia la salute psicologica dei figli” appare non scientificamente supportata.
Ma una frase di Lingiardi è rivelatrice al riguardo, infatti leggiamo nell’articolo sul Corriere:
“È infatti importante che le donne e gli uomini di scienza si esprimano sulla base di ipotesi condivise e possibilmente verificate empiricamente.”
La verifica empirica viene quindi dichiaratamente indicata come desiderabile ma non necessaria, ma senza di essa, ricordiamo, non si fa scienza. Ma nonostante questa riconosciuta non scientificità delle affermazioni sull’omogenitorialità, immediatamente dopo si legge:
Il tema della genitorialità omosessuale è di solito affidato a ideologie o visceralità di politici il più delle volte impreparati.
Insomma, gli studi su cui si basa l’apertura alle adozioni omosessuali sono dichiaratamente più delle “ipotesi” che dati sperimentali, ma si accusano i politici di essere impreparati e di affidarsi a ideologie o addirittura “visceralità”.
Nell’articolo sul Corriere si chiama poi in causa l’American Psychoanalytic Association che esprime una raccomandazione:
È nell’interesse del bambino sviluppare un attaccamento verso genitori coinvolti, competenti, capaci di cure e di responsabilità educative. La valutazione di queste qualità genitoriali dovrebbe essere determinata senza pregiudizi rispetto all’orientamento sessuale.
Ma si omette di dire che in un documento dell’Apa si legge anche:
There is no credible evidence that shows that a parent’s sexual orientation or gender identity will adversely affect the development of the child.
“Non esiste una credibile evidenza che mostri che l’orientamento sessuale o l’identità di genere influenzino negativamente lo sviluppo del bambino”. Quindi non si parla di omogenitorialità ma di orientamento sessuale (di quale genitore, di uno o di entrambi?) e inoltre si afferma che “Non esiste una credibile evidenza”, frase che non fornisce molte certezze.
L’articolo infine termina così:
Posizioni analoghe sono sostenute dalle maggiori associazioni dei professionisti della salute mentale: dall’American Psychiatric Association alla British Psychological Society, dall’Academy of Pediatrics all’Associazione Italiana di Psicologia.
“Posizioni analoghe”, questa è la frase chiave. Non si parla più di dimostrazioni scientifiche ma di “posizioni”, i 30 anni di ricerche che campeggiano sul titolo catturando l’attenzione e la fiducia di chi legge si sono trasformati in “posizioni”.
E questo è un segno di onestà intellettuale, alla fine dell’articolo non era più possibile parlare di evidenze sperimentali ma tuttalpiù di “posizioni”.
E sulle “posizioni”, che a loro volta sono influenzabili dalle ideologie, dalle mode o possono essere anche “viscerali”, non si può giocare la crescita di un bambino.
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Credo che una critica ragionata debba essere motivata in modo puntuale da una persona autorevole nel campo. Loren Marks come ho già indicato ha provato a farlo e anche se era -per sua stessa ammissione- animato da intenti ideologici, ha dovuto -ancora, per sua stessa ammissione- forzare la sua analisi su diversi punti e fare affermazioni non giustificate (si veda Caso 10-16696 11/01/2010, DeBoer v. Snyder, Corte Distrettuale della California).
Dunque credo che il tentativo riportato di screditare la posizione della AAP manchi del tutto di spessore scientifico, perchè gli studi in questione sono comunque peer reviewed e nel loro testo quelli con campioni modesti dicono chiaramente del loro limite. Ci sono studi con 500 soggetti e altrettanti controlli. Inoltre il fatto che ad esempio il Prof. Peter Lamb esprima il suo sostegno alla comunità omosessuale non invalida il suo studio, come il fatto che Sullins sia un prete cattolico non invalida il suo, di studio, mentre sono altri i punti -dettagliati scientificamente- che ne mettono in discussione la credibilità.
La critica che viene fatta inoltre tocca solo alcuni studi, probabilmente i più facili da criticare, e lo fa in modo molto superficiale, mentre esistono dozzine e dozzine di studi (oltre 70) raccolti ad esempio dal What We Know Project della Columbia University , dove con criteri rigorosi sono raccolti gli studi disponibili, anche quelli di carattere contrario, di cui ho discusso nei post sopra.
Si noti che alcuni dei curatori (che non sono autori ma hanno solo voluto raccogliere in modo obiettivo la letteratura) sono omosessuali, ma ciò, come il fatto che Regnerus fosse del conservatore Texas e nemmeno che abbia ricevuto 800.000$ di finanziamento, è significativo perchè una pregiudiziale deve essere confermata nei fatti con contestazioni dettagliate (come quelle di Sherkat a Regnerus).
Sono omosessuali anche alcuni membri delle equipes che hanno condotto alcuni studi, ma vale quanto detto sopra, oltre al fatto che sono appunto equipes e non singoli autori -come nel caso di Regnerus, Marks e Sullins, che non sono stati zittiti e liquidati perchè “sudisti” o prelati, ma sulla base di dettagliate analisi metodologiche.
Si noti poi che la letteratura non mira a dire che qualsiasi coppia omosessuale è equivalente a qualsiasi coppia eterosessuale, ma che non c’è ragione per discriminare a priori gli omosessuale in relazione alla genitorialità, perchè -in base ai dati oggi presenti, che sono comunque notevoli, in accordo alla Corte Suprema della Florida, non c’è motivo che induca a farlo, ma anzi paia non esserci differenza tra le famiglie. Si parla quindi di figli reali, giovani nati e cresciuti in seno a queste famiglie, con vite reali con le quali nessuno “gioca” e in relazione alla quali servono risposte non solo sociali e scolastiche, ma anche politiche ed amministrative.
E comunque è interessante notare come la libera partecipazione a conferenze sulle quali si discute su una teoria tutt’altro che scientificamente dimostrata, venga repressa con metodi totalitaristici.
E questo ad alcuni sta bene, e lo abbiamo visto anche qui.
I fascismi nascono così.
Pennetta, quanto dice rappresenta perfettamente la sua posizione, la prendo quindi come un’autoriflessione da parte sua.
@Giulio,
la sua affermazione la prendo come una autoriflessione che esprime solo un suo desiderio.
http://www.thepublicdiscourse.com/2013/10/10996/
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Ormai in alcuni Paesi l’omogenitorialità é lecita da 5-10 e più anni. E’ questione di qualche anno ancora,
e quando i “fatti”/”dati” non potranno che essere iterativamene constatati non potrà più essere contestata la differenza fra qualità di crescere in una famiglia uomo+donna rispetto al crescere in ambiente con omocoppia. Il tempo galantuomo fornirà definitivamente quella conclusione che già da subito, anche la persona meno culturalmente preparata MA banalmente CON l’esperienza di semplice mamma o di semplice papà in una normalissima coppia uomo+donna con figli, ha sempre percepito o intuito. Andatelo a dire poi alle varie APA e compagnia cantando.
Le deve essere sfuggito il messaggio che ho pubblicato sullo studio di Regnerus al centro del link che ha postato. Lo trova più su.
Senta, sono dati ufficiali canadesi… con studio di terzi semplicemente richiamato… Ho capito che avete “inventato” la Regnerusfobia 🙂 ma alla lunga, se manca la sostanza, di aria fritta si tratta e aria fritta rimane.
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In ogni caso, come ho scritto… il tempo é galantuomo (sempre) e i nodi arrivano al pettine (sempre) qualsiasi sia la liturgia semi-scientista destinata più o meno inconsciamente (come ormai spesso succede) a “manomettere”/”integrare” campioni di dati e relativa elaborazione. Determinazione del campione statistico ed elaborazione statistica: di fatto uno dei pochi percorsi oggettivi che può attivare la ricerca sociologica in questo momento.
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Ritorni ai suoi articoletti sull’omogenitorietà basati immancabilmente su “presupposti” correlati unicamente alle caratteristiche dell’omocoppia in se (dimenticandosi del resto del mondo… tra cui la “persona” che deve crescere.. ovviamente) con le conseguenti immancabili conclusioni a cui non si può non arrivare se non altro per il fatto che li si “vuole” (molto “scientificamente”) arrivare…
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Vedo che Hawk ha tirtato in ballo un autore, Regnerus, che qui nessuno ha citato e poi ci ha costruito sopra un dibattito a proprio favore.
L’articolo che ho pubblicato e ripreso per intero mostra una serie di studi dichiarati come fondamento dell’ininfluenza dell’omogenitorialità e aggiornati fino a tre anni fa e trovati non attendibili. Questo nessuna delle affermazioni di Hawk o chiccessia può cambiarlo.
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Le conclusioni sono dunque che:
1- la conoscenza sull’argomento è tutt’altro che definitiva e univoca.
2- dal punto di vista scientifico si può obiettare al riguardo in pubblici seminari senza dover subire l’intimidazione di un ordine professionale, visto che di questo tratta l’articolo.
3- affermare che tale dissenso metta in pericolo singoli o la comunità è un’affermazione falsa che ricorda quelle caratteristiche di regimi totalitari.
4- c’è un sacco di gente che trova condivisibile la pratica dell’intimidazione, e questo è gravissimo.
Io direi che per un bambino…
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1-Al primo posto vengono i genitori naturali e nell’ambito di questi
– quelli che mettono al primo posto l’amore per i figli
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2-Al secondo posto vengono le coppie adottive e nell’ambito di queste
– quelle composte da maschio e femmina e nell’ambito di queste
– quelle che mettono al primo posto l’amore per i figli
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3-Al terzo posto vengono le adozioni all’interno di una coppia, anche omosessuale, di cui uno dei genitori è quello naturale
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4-Le adozioni da parte di singoli e di coppie omosessuali non entrano nelle mie spire, anche se non sarei drastico nel considerare sempre negativa la cosa. Quest’ultima, lo ammetto, è una forma quasi pilatesca di prendere posizione, ma dipendesse da me non la prenderei mai in considerazione.
Sono quasi d’accordo con Cipriani. Io conosco però tre coppie sposate che non sono proprio riuscite ad adottare un bambino, non glieli hanno fatti adottare, pensavo quindi che fosse una delle cose più difficili, praticamente impossibile, quindi vorrei capire di cosa si discute qui da noi (all’estero saranno più faciloni). Questo a meno che per gli omosessuali non si facciano delle agevolazioni, cosa di cui non mi meraviglierei.
Comunque la cosa allucinante sono i problemi che può avere con l’Ordine professionale chi dissente da questa linea. Si è parlato di studi scientifici pro e contro come in altri campi, ma in altri campi non si rischia di essere espulsi dall’Ordine professionale se si è pro o contro una questione scientifica e anche questa è un’indicazione forte che siamo in piena ideologia, altro che scienza.
Credo che l’ideologia valga poco nel novero degli elementi che fanno da bilancia per una scelta così importante… Alla fine prevale il buonsenso, che non è stupido pensare a una via che detta la sana coscienza, ma una realtà in grado davvero di indirizzare le scelte più importanti, in qualsiasi campo esse siano (sto pensando, ad esempio, caso OT, ma significativo, al fine vita che quotidianamente viene “facilitato” nei nostri ospedali, e senza porsi troppe domande sul minuto più o meno di vita ancora da vivere “dignitosamente”, come fosse dignitoso il rantolare soffocato di un povero cristo).
E spero di non essere tacciato di ingenuità a pensarla così.
Stranamente concordo pure io,per una semplice ragione avrai dei ragionamenti tuoi per cui hai concluso cosi,almeno cosi si potrebbe discuterne.Tuttavia,ora immaginati se qualcuno ti dicesse,ed è questa la contestazione:quello che affermi non è scientifico,il mio su alcuni punti antitetico a questo è dimostrato scientificamente (cosa per altro che sarebbe palesemente falsa),non sarebbe una pretesa assurda buttare uno dei due dall’ordine degli psicologi,perchè una norma deontologica ,che non dipende da nessun studio scientifico,ha preso posizione declarata “scientifica”,ma indimostrabilmente tale?
Semplicemente la scienza non si occupa e non si occuperà mai di tali problematiche,non rientra nel suo CAMPO,fornire risposte in merito.
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Per me,la psicologia deve attenersi alle riflessioni sulle psicopatologie,fuori da queste si esprime come una normale opinione politica sulla società,specialmente su quelle che sono tematiche di etica sociale politica,se non lo capiscono continueranno a essere non tanto una scienza molle ma un’inesistente scienza,non si è mai gli educatore sociale di nessuno,visto che fra l’altro le tue riflessioni non sono che posteriori alle leggi, e nessuno ti ha eletto tale ,grazie.Se anche solo un bambino subirà la conseguenza di tali affermazione,la responsabilità sarà della psicologia.
Mi trovo a leggere questo blog perché avevo sentito parlarne male e a quanto pare Pennetta non delude le aspettative. Parla di ordini professionali schierati, quando è lui il primo a essere schierato. Caro pennetta il pensatore non deve essere schierato, ma libero da faziosità, lo dice chiaramente il Dal Ferro, RICKDUFER, nel suo ultimo vlog su YouTube. Il filosofo, lo scienziato e il psicologo non devono essere schierati. Lei invece sembra schierato dalla parte del Vaticano.
Vede Massimo, sentire parlare male di questo sito da lei e persone come lei per me è un complimento.
Se poi il suo riferimento è dufer è ancora più qualificante che lei non condivida.
E infine, chi afferma di non essere schierato (che vuol dire avere un giudizio sui fatti) o è in malafede, o riporta solo link e notizie. Anche il suo dufer quando dice di non essere schierato lo è, il suo “stronzate, stronzate!” non sarebbe essere schierato?
Se ne torni da dove è venuto per favore che qui c’è gente seria.
Vedo che molti messaggi di altre persone sono apparsi, anche in replica a me, ma nessuno di quelli che ho scritto io (almeno 5, argomentati nei dettagli, come è mia abitudine scriverne), di fatto negando il dialogo e il diritto di replica.
Prendo atto di questo suo atteggiamento censorio e francamente lo trovo molto ipocrita, considerato il modo in cui rivendica la libertà di espressione per chi ha idee che le aggradano.
Ho pensato di poter mettere in piedi un dialogo basato su fatti verificabili ed elementi oggettivi, ma pare evidente, anche dal fatto che lei non si è curato di rispondere ai miei messaggi, che il dialogo non le interessa e preferisce l’illusione di una pseudo-ragione che le deriva dal vivere in una teca in cui elimina il dissenso.
Spero che un giorno avrà l’onestà di cambiare titolo al suo blog, che la sua condotta impedisce di essere di critica scientifica, rendendolo di propaganda pseudo-scientifica.
Tranquillo Michelel, è solamente successo che quando avevo escluso l’account era stato escluso anche l’IP, adesso che ha scritto con un altro il commento è passato.
Ho provveduto a togliere dalla lista degli IP esclusi quello originale.
PS: ha visto come ci si sente quando qualcuno impedisce di parlare?
Ecco, questo trattamento che tanto l’ha irritata è lo stesso che lei ritiene giusto per gli psicologi.
Spero che avrà l’onestà di vergognarsi.