L’IME (Istituto mediterraneo di ematologia ), un centro di eccellenza a livello mondiale, potrebbe chiudere per mancanza di fondi
Ma il problema è risolvibile, basta solo la volontà politica, come CS ci impegniamo a sostenere la richiesta di salvarlo.
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Il caso è approdato sulla stampa il primo dicembre scorso con un articolo pubblicato sul Corriere della Sera che così riassumeva la questione:
L’Istituto mediterraneo di ematologia guidato dal professor Lucarelli ha rappresentato per anni una «diplomazia sanitaria» con i Paesi di Medio Oriente e Africa. Aveva trovato i fondi per sopravvivere, ma il ministero della Sanità ha detto no. Che ne sarà di quei bambini?
L’IME in poche parole è un centro ospitato presso l’Università di Tor Vergata e specializzato in cure d’avanguardia per la thalassemia, una malattia dei globuli rossi diffusa particolarmente nelle regioni mediorientali e africane. Essendo la convenzione con il Policlinico in scadenza il 31 dicembre ed essendosi nel frattempo accumulati debiti per 7 milioni di Euro, è stata decisa un’ingiunzione di sgombro dei locali alla scadenza fissata.
Ma il problema aveva trovato una soluzione, nella legge di stabilità si erano trovati con un emendamento fondi per 15 milioni che sarebbero stati erogati nei prossimi tre anni, tutto risolto dunque, almeno così sembrava. Dietro l’obiezione di spese troppo elevate l’emendamento salta e l’IME si trova messo nella condizione di chiudere.
Ma davvero la gestione dell’Istituto era stata troppo “allegra”?
Ad analizzare la cosa ci ha pensato Eugenio La Mesa, con un’esperienza di blogger di economia alle spalle, che sulla sua pagina Facebook ha analizzato i dati:
Leggendo i bilanci IME, ho scoperto una cosa INTERESSANTE sul costo del personale, il Ministero della Salute da un dato del 34% + alto rispetto al bilancio ufficiale. E comunque è il 30% del totale costi.
Nell’articolo di Sergio Rizzo sul Corriere del 1 dicembre, il Ministero motiva la scelta di chiudere dicendo:”Argomentano piuttosto i costi di gestione sono troppo alti: CIRCA 3 milioni e mezzo servono per retribuire i DIPENDENTI, una cinquantina di persone”
Bene, nel bilancio 2013 c’è scritto:
“Il costo del personale dipendente dell’attività tipica ammonta complessivamente a Euro 2.594.001 (2.745.358 nel 2012).”
“CIRCA” 900K PER IL MINISTERO
Quindi per il ministero, “CIRCA” equivale a 900K euro (3,5 milioni-2,6 che risultano a bilancio). Il 34%, mica noccioline!
1,9K NETTI AL MESE
A bilancio risultano 56 (6 in + di “una cinquantina”) persone, quindi con un costo medio di 46K annuo (2,6M diviso 56). Considerando che il netto è di solito circa la metà del costo, ogni persona in media guadagna 23K netti all’anno, pari a 1,9K mese per 12 mensilità (ovviamente è una media, immagino che i medici prendano di + e gli infermieri di meno, nel bilancio non è specificato).
E sono turnisti, con notti, sabati/domeniche,festività, etc.
E sono un ECCELLENZA MONDIALE come prestigio e risultati.
COMPENSO VERTICI AZIENDALI 4 VOLTE DI + IN MEDIA
Sempre dal sito IME, risulta che:
Presidente: Prof. Aldo Morrone € 170.430
Direttore Generale: Prof. Valentino Martelli € 154.932
Direttore Scientifico: Prof. Guido Amedeo Lucarelli € 183.000
Quindi in pratica i vertici costano in media quasi 4 volte di più rispetto ai dipendenti.
COSTO DIPENDENTI 30% DEL TOTALE
i costi totali sono 8,6 milioni, quindi il costo dei dipendenti è il 30% dei costi totali. Questo fatto non è citato nella dichiarazione del Ministero nell’articolo, dicono solo quanto costano i dipendenti, non tutto il resto (citano anche i vertici aziendali, 500K anno,su quello sono d’accordo. comunque anche sommando questi costi, si è ben lontani dal costo totale)
In ogni caso il Ministero ha detto una cifra diversa da quella c’è nel bilancio ufficiale, sarebbe interessante sapere da DOVE l’abbiano presa.
FACT-CHECK
Mi rendo conto che il giornalista ha POCO tempo per scrivere l’articolo e spesso non ha appunto il tempo materiale di verificare ogni dato, e serve anche una competenza non banale.
Tranquilli, il fact-check lo faccio io, 10 anni fa per 3 anni ho gestito un sito che faceva proprio questo, confrontavo le dichiarazioni dei politici in tema di economia (tasse, lavoro, PIL, etc) con i dati ufficiali disponibili, e vedevo chi aveva ragione. Nel 99,99% dei casi, quanto detto dal politico (di OGNI colore politico) non corrispondeva ai numeri ufficiali.
La rubrica si chiamava “lo sbugiardino” (ne parlo’ anche, citandolo, Alberto Alesina, direttore del dipartimento Economia di Harvard, in prima pagina su Sole 24 Ore, pochi giorni prima del faccia a faccia in TV Prodi-Berlusconi).
Dall’analisi dei dati emerge dunque che le accuse di aver speso male i soldi pubblici appaiono infondate, resta quindi la domanda su chi e perché le abbia formulate con un tempismo calibrato per far saltare l’emendamento “salva IME”.
Nel frattempo, il 22 dicembre, è stata inviata una lettera al Ministro Lorenzin dal Garante per l’infanzia e l’adolescenza e diverse testate giornalistiche hanno iniziato ad occuparsi della vicenda, oltre al Corriere sono seguiti servizi su La 7, RAI, TGcom 24 e altri che presto saranno mandati in onda.
Si è pensato anche di fare una petizione online con change.org “l’IME (centro di eccellenza mondiale per la cura della TALASSEMIA Non deve chiudere“, che invitiamo a firmare.
Intanto la fine del mese si avvicina e i tempi per intervenire si fanno sempre più ridotti, auguriamo ai medici e a tutte le persone che hanno consentito all’IME di operare, ma a maggior ragione ai pazienti, che questo sforzo per il salvataggio dell’Istituto abbia successo. Chiediamo quindi a chiunque sia in grado di spendersi a favore dell’IME di porre in essere ogni possibile iniziativa in tal senso.
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PS: avevo anche pensato di sottoporre la questione a di “Dibattito scienza“, un gruppo su Facebook con ben 4.304 membri che così si presenta:
Dibattito Scienza è un gruppo nato con lo scopo di portare la scienza e il metodo scientifico all’interno del dibattito politico. Questo spazio serve a ospitare commenti, opinioni e notizie che abbiano a che fare con il rapporto tra scienza e politica nel nostro Paese.
A tal scopo diversi giorni fa avevo fatto richiesta di adesione al gruppo, purtroppo non potrò farlo perché a tutt’ora la richiesta non è stata accolta. I casi sono due:
-il gruppo è pressoché defunto (l’ultimo post è dell’8 novembre), quindi i fondatori non aprono più neanche la pagina di Facebook.
-il sottoscritto non è stato ritenuto idoneo alle finalità del gruppo e quindi la richiesta non può essere accolta.
In ogni caso la cosa appare un po’ triste, è un mese e mezzo che non vengono inseriti post. Un “gruppone” di oltre 4.000 persone che si occupano di scienza ad ad ogni livello, una volta pieno di energie, non riesce più ad esprimere nessuna vitalità: se la scienza non interessa a loro figuriamoci ai politici.
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2 commenti
Che brutta cosa. Pare che quando si parli di eccellenza in Italia si faccia confusione.
Qui davvero non si capisce chi abbia messo i bastoni tra le ruote. Spero che innanzitutto l’Istituto si salvi e poi che si faccia chiarezza su quanto è avvenuto.