A un anno di distanza dalla pubblicazione di uno studio sulla manipolazione dell’opinione pubblica tramite Twitter giunge una conferma sperimentale: la manipolazione non solo è possibile ma viene attuata.
Ci eravamo occupati poco più di un anno fa della possibilità di manipolare l’opinione pubblica mediante un uso strumentale di un sociale come Twitter. Nell’articolo “Principi di manipolazione sociale” si era mostrato come da uno studio pubblicato sulla rivista AIP Chaos, emergesse la possibilità di orientare il consenso su Twitter agendo nelle fasi iniziali di un fenomeno mediatico.
La tecnica è semplice, basta sfruttare l’influenzabilità delle opinioni nella fase iniziale della diffusione di una notizia, infatti, secondo lo studio riportato su Chaos, l’opinione che prevale sul lungo periodo è quella che all’inizio aveva anche un modesto vantaggio sulle altre, situazione espressa dal seguente grafico:
Come emerge dal grafico l’opinione partita in leggero svantaggio (linea blu) sulla lunga distanza finisce per perdere consensi in modo significativo.
Nel corso della recente ondata migratoria verso la Germania un numero consistente di tweet ha orientato l’opinione pubblica verso l’idea che la Germania fosse disposta ad accogliere in massa e con grande disponibilità tutti coloro che avessero voluto indirizzarsi in quella direzione.
Un brillante professore, membro dell’Accademia russa delle scienze, Vladimir Shalack, ha deciso in tale occasione di impiegare un software da lui ideato per verificare la fonte dei messaggi diffusi via Twitter (Scai4Twi, Content Analysis System for Twitter), i risultati riguardo alla provenienza sono stati sorprendenti.
I messaggi che sono stati presi in considerazione erano quelli che parlavano di rifugiati (hashtag #refugee), tra di essi la metà indicava la Germania come il luogo migliore dove recarsi:
Analizzando l’hashtag #RefugeeWelcome, sull’accoglienza riservata ai migranti, il numero di riferimenti alla Germania saliva ulteriormente:
Poiché il contenuto dei messaggi verteva sulla generosità dell’accoglienza dei tedeschi verso i profughi, essi avrebbero dovuto essere inviati da qualcuno presente in Germania e testimone di tanta generosità. L’analisi dei luoghi di provenienza dei tweet originali ha mostrato però un risultato del tutto inatteso:
Il 19,2% dei tweet sull’accoglienza tedesca ai rifugiati proveniva non dalla Germania ma dal Regno Unito e al secondo posto si piazzavano gli USA con un 17%, contro la Germania stessa che troviamo solo al rezo posto con un modesto 6,4%.
Unendo queste cifre con quanto affermato nello studio pubblicato su Chaos, abbiamo il quadro di una situazione nella quale una massiccia immissione di messaggi, molti dei quali originati tramite l’uso di malware che impiegano computer di utenti ignari, ha interessato Twitter provocando l’effetto di condizionamento delle opinioni.
E’ bene sottolineare che i dati, e le conclusioni qui riportate, non sono stati sottoposti a verifiche peer reviewed o ad altro tipo di controllo, con le dovute cautele però il software impiegato può essere considerato un mezzo idoneo a studiare il fenomeno dell’impiego dei fenomeni legati ai social per manipolare il consenso od orientare la popolazione verso determinate scelte ritenute desiderabili da una qualsiasi minoranza equipaggiata con mezzi informatici relativamente modesti.
Ciò premesso, possiamo fare solo congetture su chi e perché abbia voluto orientare il flusso migratorio, ma ora sappiamo che manipolazioni di massa tramite Twitter, e altri social, sono una realtà possibile.
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28 commenti
Condizionamento, certo, e sarebbe anche interessante capire bene il motivo… Ecco perché per me i social possono morire contenti.
Se avessimo tutti quanti il fegato di ignorarli, li affosseremmo in mezza giornata.
Utopia, certo, ma che bello sarebbe. Un mio sogno ricorrente.
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Se invece non se ne può fare a meno (per le più svariate motivazioni, compresa la dipendenza da social), allora mi sembra normale che bisogna anche accettarne i limiti e farsene una ragione. Non siamo noi a usare loro (vere macchine da guerra sul fronte del far i sghei), ma loro a usare noi.
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Conosco persone che perdono ore giornaliere a curare il loro profilo facebook, a far di conto, a tenere le briglie del mostro che hanno in casa… Sono ignari schiavi, insomma.
“Essere schiavi è più confortevole che essere liberi.”
S. Ignazio di Loyola
Sono in totale accordo con Lei Sig Cipriani. Lo stesso mio sogno.
Io sono uscito dalla “schiavitù”. Usavo FB (2008) per i giochini e poi per qualche anno non l’ho proprio usato. Alla fine mi sono cancellato definitivamente. Motivo? Ho imparato a detestarlo.. “persone che perdono ore giornaliere a curare il loro profilo facebook”… da pazzi! Per non dire di come si ammazza continuamente l’Italiano, cosa che mi infastidisce profondissimamente..
Una piazza in cui uno dice la sua ma non si sa bene a chi.. il destinatario della comunicazione facebookiana è praticamente inesistente.
Ho tentato con twitter per seguire gli annunci del Prof e avere le barzellette di Flavia Vento sempre fresche (eh eh) ma ho lasciato perdere e ancora mi arrivano email che mi chiedono di confermare l’account…ma chissene!
Che poi… non c’ho nemmeno whatsapp io!
Sarò antidiluviano… non so. Sicuro non sono modernista!
Mi associo a lei, Cipriani. Personalmente ho un account facebook e twitter, ma non li uso certo per giocherellare o mettere in mostra la mia privacy. Piuttosto li uso come raccolta d’informazioni, e qualche volta anche per scambio di messaggi tra amici.
Sono d’accordo anche sul fatto che queste armi di distrazione di massa creino vere e proprie dipendenze, come quelle videoludiche, tra l’altro.
Ricordiamoci, però, che la tv è la trappola più usata al mondo per intrattenere/instupidire i popoli, con, ovviamente, conseguente manipolazione delle notizie.
Magari ritornassimo a riempire le piazze, i parchi, esplorare la natura… Un’utopia anche la mia, si capisce.
A quanto ho capito, gli USA e il Regno Unito hanno fatto proprio, nei confronti della Germania, il proverbio napoletanto “Armammece e jate!”, cioè “Armiamoci (noi tutti) e andate (voi, non noi, a combattere e/o affrontare questo problema)!”
Sì, e mi sembra che ultimamente dagli USA non giungano gesti molto amichevoli verso la Germania, a partire dal telefono della Merkel intercettato dall’NSA, dalla destabilizzazione dell’Ucraina e relativo blocco dei commerci con la Russia, al caso Volkswagen.
E li chiamano alleati…
Ma Il fatto che i dati siano stati manipolati tramite l’utilizzo di malware è una certezza provata o una presunzione collegata alla provenienza dei messaggi ?
Non ci potremmo trovare di fronte al rimbalzo di messaggi provenienti da parenti che diffondevano notizie ricevute dai loro cugini migranti in germania, e collegati al maggior utilizzo (in USA e UK) dello strumento twitter, rispetto agli altri paesi (sopratutto africani) ?
Il programma impiegato è intelligentemente regolato per computare solo i messaggi originali e non i retweet, sembrerebbe quindi strano che i parenti dei migranti residenti in UK e USA (ma quanti siriani o nord africani migranti ci saranno che sono fuggiti un USA e in UK che oltretutto ha bloccato il tunnel sotto la Manica?) si siano messi a twittare sull’onda dell’entusiasmo trasmesso dai parenti magari sentiti al telefono.
Riguardo ai malware, il programma è stato in grado di individuare “sciami” di messaggi che partivano simultaneamente, indizio forte dell’impiego di net-robot.
Anche la percentuale relativamente alta di messaggi dall’India (che ospita numerosi centri per servizi su internet) depone a favore dei “botnet”, a meno di non ipotizzare un incomprensibile entusiasmo degli indiani per la migrazione in Germania.
I social network sono un servizio fatto da imprese private a favore della socializzazione e scambio culturale fra utenti. Il servizio ha valenza quindi pubblica ma soprattutto economica perchè l’impresa privata ci lucra e agisce sempre e solo con l’obiettivo di aumentare la stessa resa economica. A mio parere questo é il vero problema: l’utente diventa “oggetto” e “soggetto” di una attività economica basata sulla “valorizzazione” e “sfruttamento” di sentimenti, modo di pensare, ricerca di scambio culturale dello stesso utente.
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Mentre la manipolazione sociale (della cui esistenza diretta o indiretta non ci piove…) può comportare una “riperimetrazione” degli spazi di libertà (ovviamente, in particolare, la libertà di poter essere liberi dai condizionamenti), essere soggetto e/o oggetto di valutazione economica alla fine incide di più sulla propria stessa libertà in quanto “attività” più subdola, implicitamente ineludibile e quasi sempre inavvertibile (del resto si rischia di diventare “parte” stessa del sistema che poi rischia di diventare esso stesso IL problema).
L’orientamento delle masse in epoca moderna nasce giustamente proprio per fini commerciali, qui siamo di fronte agli eredi di Bernays, che dovrebbe essere studiato come uno dei capitoli più importanti dei corsi di storia moderna.
Sconcertante, ma vero! Pare che la società attuale sia stata investita da uno tsunami di parole talmente violento da non lasciare scampo. Eppure le soluzioni ci sono ma non sono tanto sicura se esistano coscienze pronte a farsi investire da un anti-tsunami!
Martina, concordo con entrambe le considerazioni.
Enzo, ma tu credi a tutto quello che leggi? o solo a quello che ti piace di più?
No perché nel caso non lo sapessi Komsomolskaya Pravda è un giornale spazzatura pieno di bufale e propaganda anti-americana di bassa lega. Roba paragonabile al blog di Beppe Grillo, o a quotidiani pieni di cazzate come il Daily Mail!
Da un blog che si chiama “critica scientifica”, mi aspetterei un minimo di spirito critico!
Andrea-c, io ho iportato quanto è stato riferito essere un ricerca di Vladimir Shalack, che è un accademico russo sul quale si può documentare anche lei, che poi il suo studio sia stato riportato su una pubblicazione non eccelsa (comunque non vorrà dire che se una notizia è sul Daily Mail o su Beppe Grillo automaticamente è falsa, stran logica…) viene dopo la qualifica di chi ha fatto lo studio.
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Aggiungo, legga bene per favore, che lo studio viene riportato con le cautele del caso ma che risulta comunque interessante come spunto di lavoro.
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L’unica cosa che emerge con certezza è che lei è intervenuto per dare addosso al sottoscritto e senza alcun costrutto. Di interventi così veramente non so che farmene.
Non è vero, gli argomenti per smontare questa stupidaggine creata da un quotidiano spazzatura russo ce l’ho eccome.
La maggior parte dei Tweet sull’accoglienza tedesca vengono da account UK e USA semplicemente perché sono le nazioni in cui l’uso di twitter è più diffuso(ci sarebbero anche Giappone e Indonesia, ma sono geograficamente e politicamente troppo lontane dalle questioni che riguardano i paesi europei. Non a caso il Regno Unito, che è più vicino alle questioni europee, ha twittato più degli USA pur avendo molti meno utenti attivi degli USA), mentre in Germania è utilizzato pochissimo.
Se vuoi ti posso anche postare i link delle fonti statistiche a supporto di quello che dico, ma si tratta di dati facilmente reperibili ovunque. In Germania l’uso dei social network made in USA, come Facebook e Twitter, sonp in declino da qualche anno a questa parte, specialmente dopo lo scandalo NSA. Sono stati in buona parte rimpiazzati da social tedeschi come MeinVZ!
I tedeschi sono un popolo molto sensibile alla difesa dei propri diritti civili, privacy in primis!
Non sono venuto a darti addosso, ma soltanto a darti una svegliata, per smontare questa notizia bufala bastava saper fare 2+2.
E’ triste constatare che ci sono persino accademici come Vladimir Shalack, incapaci di fare ragionamenti semplici e logici(o forse ottenebrati dal pregiudizio politico)
Andrea, secondo me ancora non ci siamo, lei sta giudicando il quotidiano come se esistessero quotidiani che pubblicano solo verità e altri che pubblicano la verità assoluta. Le dico che per quel che mi riguarda non credo alla metà di quello che scrivono il Corriere e Repubblica, per cui se vogliamo non parliamo più per niente di quello che scrivono il quotidiani.
La sua presa di posizione è però rivelatrice della sua dipendenza dalle testate che dicono la verità: auguri.
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Fatta questa precisazione, la sua argomentazione è un’arrampicata sugli specchi per tenere il punto sulla sparata che ha fatto nel primo intervento.
Scopro che lei è un vero esperto di twitter (amo i tuttologi), e non come quello sprovveduto di Shalack che è solamente uno che si occupa di:
“Theory of logical consequence, logical analysis of the Internet, content analysis of the texts, antique logic, combinatory logic, definition theory, logical methods of consistent pattern detection.”
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Mi basta solo mostrare la sua supponenza, tutte le altre considerazioni e cifre (e postali sti link… che ti fa fatica?) che ovviamente possono essere contestabili con altrettante contro deduzioni, compresa la sua tirata di orecchi a Shalack (poveretto se la prenderà a male) e il presunto smontaggio della bufala, le lascio a completamento del quadro generale.
1- Non ho mai scritto da nessuna parte che altri giornali come Repubblica e Corriere pubblicano la verità assoluta
2- Il “principio di autorità” è una FALLACIA LOGICA. Pure i premi Nobel posso dire cazzate, figuriamoci un LAUREATO IN FILOSOFIA “Graduate, Department of philosophy of the MSU, 1984.” che si improvvisa ricercatore di ” analisi logica di internet” (WTF?) …normalmente quel campo di ricerca si chiama SNA(social network analysis) e viene portato avanti da ricercatori laureati in scienze statistiche, e specializzati in informatica, in collaborazione con esperti in sociologia, psicologia e altre materie.. è un campo multidisciplinare molto complesso, non è roba da semplici laureati in storia della filosofia!
Ergo il prof Shalack potrebbe essere una persona davvero competente, ma anche no…il suo curriculum non ci dice nulla in tal senso.
3) Io non sono un tuttologo, ho fatto solo un’osservazione elementare. Il numero di tweet provenienti da una determinata nazione, vanno messi in rapporto al numero di tweetters attivi presenti in quel territorio. Giusto?
Altrimenti è come osservare i numeri grezzi di malati di cancro per stato, senza metterli in rapporto al numero complessivo dei cittadini(e ad altri fattori). Se ragioniamo come il prof. Shalack dovremmo dedurre che siccome in Russia ci sono più malati di cancro che Ucraina, allora vivere in Russia è “cancerogeno” rispetto a vivere in Ucraina…senza tenere conto che la popolazione complessiva della Russia è 3-4 volte maggiore di quella dell’Ucraina!
In Germania ci sono pochissimi tweetters attivi(meno del 2% di tutti i tweet mondiali vengono dalla Germania, i tedeschi twittano assai meno degli italiani) , mentre in UK e USA ce ne stanno molti ma molti di più.
Sul totale dei tweet internazionali, circa il 27% vengono dagli USA e il 6% dal Regno Unito!
4) spero che approvi questo commento, sbagliare può capitare a tutti, e ammettere l’errore è più dignitoso che bannare!
Adrea:
1- lei ha esordito in modo aggressivo parlando di giornali spazzatura, secondo logica lei ritiene che ce ne siano che non pubblicano balle, adesso non ritratti. Semmai eviti di puntare su argomenti di questo tipo anziché stare sulla notizia.
2- se anche i Nobel possono dire cazzate, è possibile che ce ne siano anche nel suo intevento, faccio solo notare che anziché fare lo sborone da tastiera sarebbe meglio usare toni più costruttivi e umili.
3-lei non ha capito la questione: non si analizzano i tweet che semplicemente parlano dell’argomento, ma quelli in in cui si indica qual è il paese migliore dove andare.
Quindi, fatte tutte le proporzioni che vuole, perché cavolo gli inglesi o gli americani dovrebbero indicare la Germania come paese migliore dove avviarsi come migranti?
Poi, non ha letto nelle risposte che sono stati individuati SCIAMI di tweet?
Questi come li spiega, con il fatto che secondo il sito “a world of tweets” gli americani e gli inglesi amano mettersi d’accordo e twittare all’unisono?
4-non banno mai gli argomenti ma solo gli arroganti, e se permette, dopo l’esordio di stasera, lei si è guadagnato la “zona moderazione”
5-visto che sbagliare può capitare a tutti aspetto che lei faccia un’ammissione in tal senso.
Al di là degli studi più o meno attendibili… Il fatto, Enzo, è anche che lo stesso motore di ricerca google, assieme a facebook e twitter, ci stanno mettendo lentamente nel sacco: ci catalogano tutti, col nostro consenso quotidiano, ed è così che entriamo (quasi) inconsapevolmente come “notizie di comportamento, gusti e tendenze” nei loro data base, che tutto mediano per ricavarne preziose informazioni che ci marchiano a sangue, personalmente e come gruppi sociali… Insomma, una sorta di grande fratello di orwelliana memoria, solo che là era palese e solo un romanzo. Ecco perché io coltivo quel sogno… per continuare a sognare la mia libertà.
Tutto vero Giuseppe, anche io che pure uso quasi tutto l’utilizzabile per via di questa attività di CS che richiede di stare nel gioco secondo le sue regole, so di farlo a scapito di una cessione di informazioni a sconosciuti che possono sapere subito quasi tutto della mia rete di conoscenze personali, i miei orientamenti politici ecc…
Da mezzo come Linkedin però ho voglia di uscire, o trovo inutile e solo una cessione di privacy.
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Ma quelle che pagheranno di più l’utilizzo di questi mezzi sono le generazioni che hanno usato FB, instagram, tumblr ecc… mettendoci di tutto, senza rendersi conto che un giorno potrebbero provare imbarazzo per tante stupidaggini dette e fatte, stupidaggini che ovviamente anche la mia generazione ha fatto ma di cui non è rimasta traccia.
Chi assume invece del curriculum comincia a chiedere l’amicizia su facebook…
La cosa ha anche un senso, lì la gente racconta tutto…
Le statistiche sul numero di tweet per nazione si trovano qui:
http://aworldoftweets.frogdesign.com/
Ammetto di aver esordito in maniera po’ troppo brusca e poco diplomatica, e di questo ti posso anche chiedere scusa, ma sugli argomenti non ritratto e non mi rimangio nulla.
Anzi, riflettendoci meglio ho notato un errore ancora più grossolano(ma come ho fatto a non pensarci prima?!) che rafforza ancora di più la mia tesi.
Ovvero(scoperta dell’acqua calda) I TEDESCHI PARLANO TEDESCO E TWITTANO IN TEDESCO(ma chi l’avrebbe mai detto! 😀 )
Certo, talvolta usano anche tag in inglese, ma così come gli Italiani twittano quasi tutto in italiano, i francesi in francese, spagnoli e sudamericani(eccetto i brasiliani) in spagnolo e così via…anche i tedeschi twittano soprattutto in tedesco.
Quindi grazie al cavolo che i tweets in lingua inglese, partono tutti dai paesi anglofoni!
UK, USA, AUSTRALIA, CANADA, INDIA sono tutti Paesi in cui l’inglese è la lingua principale, e anche in Nepal pur non essendo lingua ufficiale l’inglese è molto diffuso(molto più parlato che in Europa)
A questo basta aggiungerci il fatto che UK e USA sono in cima alle classifiche mondiali per numero di tweets, e i grafici del dottore in storia della filosofia russo, si spiegano benissimo anche senza tirare in ballo assurde e improbabili teorie del complotto. (è poco credibile che i siriani vanno in Germania perché gli inglesi tramite twitter gli hanno detto che è una figata… magari ci vanno per evitare le bombe? )
Il grande genio russo, per verificare il vero andamento dei tweet tedeschi, avrebbe dovuto cercare “Flüchtlinge Willkommen” !
Andrea, le osservazioni sui contenuti sono sempre bene accette, quello che mi infastidisce sono i toni, peraltro molto comuni sul web, di scontro da talk show come purtroppo insegnano molte trasmissioni dove se non ci si azzuffa il pubblico non è contento, che poi essendo per mia natura rissoso mi ci adeguo subito….
Credo che adesso ci stiamo capendo su questo punto.
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Come ho specificato nell’articolo, il lavoro di Vladimir Shalack mi è parso un ottimo spunto per verificare la presenza di dinamiche di orientamento che finora erano state solo ipotizzate teoricamente, e ho per primo evidenziato che non se ne potevano trarre conclusioni definitive in quanto mancava una pubblicazione dettagliata del metodo seguito e delle cifre grezze.
Quindi le sue osservazioni lungi dall’essere un problema per me o una smentita del mio articolo possono invece aiutare a farsi un quadro più chiaro della questione.
Anche le sue ultime considerazioni sono degne di attenzione, ma anche in questo caso per capire ci vorrebbe una lettura completa dello studio, cosa al momento impossibile per entrambi.
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Sull’hashtag in tedesco le cose potrebbero stare come dice lei ma anche no.
Mi spiego, su temi internazionali spesso suTwitter si usano hashtag in inglese in ogni parte del mondo, tutti ad esempio credo che ricordino il #lovewins riguardo i matrimoni gay, ma nessuno in Italia, e credo altrove, si è mai sognato di trasformarlo in #lamorevince…
Anche adesso ad esempio, guardando sulla pagina Twitter leggo più della metà di hashtag in inglese, e sono quelli su temi internazionali.
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Nella sua risposta continuano a mancare spiegazioni alternative agli sciami di tweet e all’origine dal netbot, chiaro segno questo di manipolazione. Che quindi manipolazione ci sia stata mi sembra innegabile, sono d’accordo che resta da chiarire quale sia stata l’entità, ma per questo servirebbero ulteriori informazioni di cui nessuno di noi al momento dispone.
PS dato il tenore di questo ultimo scambio mi sembra giusto superare la zona di moderazione.
La mia idea è che tutti i siti di news hanno moltissimi follower falsi, probabilmente gestiti robot, che ritwittano tutte le notizie(o perlomeno quelle più popolari) in modo tale da amplificare la diffusione, e far sembrare che un determinato quotidiano online sia molto più letto e condiviso di quello che realmente è.
Ma nella maggior parte dei casi non credo che ci sia una strategia propagandistica studiata a tavolino, vanno in automatico ritwittando tutte le news più importanti.
In questo modo si viene a creare una sorta di reazione a catena, per cui una news che è davvero più rilevante delle altre(comunque il problema dell’accoglienza dei profughi non è una cosa da poco, non è una notizia insignificante che viene artificialmente spacciata per più importante di quello che è) a causa di tutti questi fakebot che ritwittano in continuazione comunicati stampa, e notizie dei vari quotidiani, invade twitter in maniera ultravirale!
Quei paesi che hanno più attività su twitter, più account di organi mediatici(agenzie stampa, giornali, tv) e più relativi fakebot, sono quelli in cui una certa notizia viene ritwittata di più. Aggiungici la questione linguistica( i giornali tedeschi, e relativi follower sia veri che falsi, twittano soprattutto in tedesco), e si spiega tutto senza dietrologie.
Nei link che seguono puoi vedere che il Corriere della Sera ha più del 50% di follower falsi, Fox News idem, e Repubblica addirittura un 70% di fake. L’uso dei bot e dei retweet automatici nel campo dell’informazione sembra la norma!
https://www.twitteraudit.com/corriereit
https://www.twitteraudit.com/FoxNews
https://www.twitteraudit.com/repubblicait
Pingback: Twitter e manipolazione sociale: è possibile trovare le tracce. | Lo Sai
Caro Enzo, come gia’ altre volte ho scritto, per me l’intera cultura e’ in realta’ ingegnerizzazione sociale.
Di piu’, l’essere umano e’ esploso proprio quando si sono trovate queste tecniche, altrimenti saremmo al livello di ottime formiche, per me, non di piu’. E non lo dico con fierezza, anzi! sto invece dicendo che dovremmo renderci conto che l’essere umano e’ fatto per essere dominato. E non sto citando alcun filosofo nazista, sto dicendo che la scelta e’: totale liberta ad essere formiche intelligenti, oppure ingegnerizzazione e progresso.
Non sono contento di tutto cio’, lo voglio pero’ lasciare scritto. Smettiamocela con alti ideali. Gli alti ideali sono, di nuovo, anch’essi inoculati per strategia di ingegnerizzazione sociale.
Questo risulta facile, perche’ come diceva mi pare Bacon, l’essere umano preferisce credere che sia vero quello che preferisce credere che lo sia. E andiamo oltre al solipsismo, qua secondo me si spiega perche’ funzionano tanto bene le preghiere, i riti collettivi, le ideologie, il tifo. NON FREGA se sia veramente vero o no quello in cui crediamo, frega solo che venga ACCETTATO per vero! Se cosi’ succede, io vado a messa o al circolo comunista, e so che avro’ tanta energia positiva perche’ interagisco con altre persone che condividono con me questa costruzione mentale. Non importa nulla se e’ vera o no. Il bene che mi fa e’ reale! E deriva dalla convinzione collettiva. Parallelamente, per anni Berlusconi serviva a fornire un REALE SOGNO, non una realta’ da sogno.
Bene, ora arrivo al punto per cui scrivo questo commento.
Io non credo che la manipolazione dell’opinione pubblica funzioni che “io ti convinco, tu fai opinione, io dirigo l’opinione”, messa ai grandi numeri.
Secondo me funziona in un’altra maniera. Funziona come il taroccare il numero di visitatori. SE IL MIO SCOPO E’ AVERE FONDI PERCHE’ SUPERO TOT VISITATORI:
1) posso manipolare l’opinione pubblica e inoculare la voglia di visitarmi, cosi’ da arrivare ai TOT visitatori
OPPPURE, furbamente:
2) posso manipolare l’informazione e FAR CREDERE CHE siano arrivati TOT visitatori
Bene, su un evento espositivo e’ chiaro no? Allora proviamo ad applicare questo gioco sopra l’opinione pubblica.
Voglio dare una “legittimita’” a qualcosa (un Premier, una ideologia)? Posso:
1) intortare le persone e creare sta famosa opinione pubblica
OPPURE, furbamente:
2) fare del cherry-picking e dare l’impressione che tale opinione pubblica ci sia
Perche’, guardiamoci negli occhi, che accidente vuol dire opinione pubblica? Mica ha un candidato in Parlamento. E’ una raccolta di singoli eventi. BENE ALLORA IO INVECE DI DROGARE L’OPINIONE PUBBLICA ED INDURLA A TALI SINGOLI EVENTI (che poi semanticamente verranno etichettati come “il volere dell’opinione pubblica”), DROGO DIRETTAMENTE LA PERCEZIONE CHE TALE OPINIONE PUBBLICA CI SIA.
E questo, signori, e’ facilissimo in questa epoca dove anche i BIT (meccanizzabili, plagiabili, replicabili e simulabili) fanno opinione.
E’ una tecnica MOLTO differente da quanto hanno sempre fatto i partiti, favorendo le…manifestazioni spontanee, pagando centinaia di autobus. Li’ si attuava la tecnica 1), “io ti plagio, poi tu vai a fare il mio apostolo e costruisci una opinione pubblica”. No, ora siamo al “io industrializzo 4 disgraziati psicolabili che faranno altrettanto casino in rete che con la tecnica 1) , comunque la gente credera’ che si sia formata una opinione pubblica, invece e’ una falsa percezione”.
Il tutto si puo’ riassumere in “non confondiamo quel che l’opinione pubblica pensa (insomma la…media statistica delle idee) e quel che SI VUOL FAR FIGURARE CHE ESSA PENSI”.
Per chiudere in scherzo, e’ quel che e’ successo coi Beatles. A loro i fan andavano dietro perche’ invogliati (dal marketing, dalla musica) ora invece il marketing ingaggia direttamente dei professionisti per fare le stesse sceneggiate. Voglio farvi notare che in televisione il risultato e’ lo stesso. Pero’ con una tecnica, i manifestanti sono effettivamente il risultato di una propaganda, mentre con l’altra tecnica sono LA SIMULAZIONE del risultato di una propaganda.
Come diceva Magritte, questa non E’ una pipa, bensi’ E’ L’IMMAGINE di una opinione pubblica! E vogliono farci confondere le due cose! E io mi ci diverto ad incasinare la frase (ma penso si capisca).
Mi scuso per il caos, ho voluto fornire molti punti di vista per cercare di spiegarmi.