A un anno dall’esperimento sociale svolto su Facebook si passa alla pratica?
Dalla manipolazione sociale al salto di paradigma.
Era giusto un anno fa quando su Facebook venne compiuto un esperimento di condizionamento di massa che non mancò di sollevare polemiche, la notizia fu ripresa da tutti i media, ad esempio Repubblica titolò “Facebook manipola gli algoritmi e prova che le emozioni social sono contagiose“, ce ne occupammo anche su CS con un articolo dell’8 luglio che ebbe molte letture “Principi di manipolazione sociale“.
Adesso Simone Cosimi, lo stesso autore che su Repubblica si occupò di quella vicenda, non ha potuto fare a meno di porre la domanda se ci si trovi nuovamente di fronte ad un esperimento del social di Mark Zuckerberg nel momento in cui è stato messo a disposizione degli utenti un filtro arcobaleno in occasione della sentenza della Corte Suprema degli USA che legalizza in tutti gli stati dell’unione i matrimoni gay: “Facebook, la foto profilo arcobaleno celebra il matrimonio gay: un altro esperimento sulle emozioni degli utenti?“, nell’articolo leggiamo:
Secondo un portavoce di Menlo Park (quartier generale di Facebook, nota di CS), William Nevius, oltre un milione di persone ha aderito alla funzione lanciata dal social nelle ore successive alla sentenza della Corte. E nel corso del fine settimana il numero ha continuato a crescere fino a superare i 26 milioni e ricevendo mezzo miliardo di like e commenti. Ottima notizia.
Ma, nella soddisfazione per una tale mobilitazione a supporto di una storica decisione, qualcuno si è domandato, fra il serio e il bizzarro, se anche stavolta non si fosse trattato di un qualche tipo di esperimento socioinformatico. Fra questi, per esempio, un ricercatore del Mit di Boston, Cesar Hidalgo, che su Facebook ha lanciato l’esca: “Dev’essere un esperimento di Facebook”. “È uno studio nel quale voglio assolutamente far parte”, gli ha invece fatto eco Stacy Blasiola, una Ph. D dell’università dell’Illinois.
L’articolista non parla da una posizione critica ma favorevole verso la decisione della Corte Suprema, non stiamo in questo caso a discutere su questo argomento, ma non ha potuto fare a meno di portare all’attenzione il fatto sollevando una questione trasparenza:
Critiche a parte, qualche dubbio rimane. E d’altronde non sarebbe neanche così strano se Facebook mettesse a frutto queste iniziative per capirne di più sui suoi utenti. Ciò che si rimprovera al colosso è semmai non fare esattamente chiarezza su queste operazioni.
Ma volendo andare oltre alle questioni di correttezza verso gli utenti è necessario porre la questione sugli effetti che tali iniziative possono avere sulla manipolazione del consenso. L’esperimento di un anno fa mostrava come fosse possibile influenzare gli utenti alterando quello che leggevano su Facebook, nello stesso periodo fu condotto anche uno studio su Twitter nel quale si mostravano i meccanismi di costruzione del consenso in base alle scelte effettuate dalla maggioranza nei primi momenti in cui un determinato argomento viene trattato:
L’opinione predominante, condivisa dalla maggioranza delle persone, emerge rapidamente su Twitter, qualunque sia l’argomento, e una volta stabilizzata difficilmente può cambiare. Lo ha scoperto una nuova analisi automatizzata, che potrebbe essere utilizzata per prevedere – ma forse anche per influenzare – come si orienterà l’opinione pubblica
Quello che è accaduto con la presa di posizione riguardo i matrimoni gay sembra rientrare a pieno titolo in questo tipo di dinamiche, come riferito su Repubblica a partire dall’innesco della situazione con il lancio dell’opzione profilo arcobaleno (a cui ha contribuito lo stesso Zuckerberg) la scelta di tale profilo è diventata “virale” giungendo ad un milione di utenti in poche ore fino a 26 milioni in un fine settimana.
Ma la scelta non è stata limtata a Facebook, nello stesso momento una serie di logo molto rappresentativi seguiva la stessa strada comparendo in versione arcobaleno:
Come esperimento sociale siamo a questo punto davanti a qualcosa di davvero imponente, uno tsunami mediatico dagli effetti globali.
Davanti ad una situazione di questa entità vengono in mente le teorie del New Age quando proponevano un “cambio di paradigma”, un salto improvviso nei riferimenti sociali che avrebbe dovuto verificarsi attraverso il raggiungimento di una “massa critica”. Il cambio di paradigma si basa sulla convinzione che se un numero sufficientemente alto di persone comincia a pensare in un certo modo si innescherà una reazione a catena in grado di coinvolgere l’intera popolazione. Il principio venne veicolato attraverso la teoria della “centesima scimmia” che si diffuse in quegli anni, un mito senza fondamento ma che all’epoca della massima propagazione del New Age ebbe molto credito.
Ed è proprio ad un esperimento sulla massa critica che abbiamo assistito nei giorni scorsi, un’attuazione dell’esperimento della centesima scimmia che potrebbe aver segnato il momento di un cambio di paradigma.
.
.
.
114 commenti
I social sono “strumenti” o perlomeno così dovrebbero essere intesi; per quel che riguarda “onde emotive” inarrestabili che basano il consenso su argomenti sociologici, culturali, etici, ecc… direi che non c’é niente di nuovo (la storia, anche antica, é piena di situazioni in cui una “idea” o una “visione” diventano dominanti per la concomitanza di avvenimenti che permettono ad una minoranza di persone di prevaricare la maggioranza (in genere perché la seconda é comunque succube, supina o anche semplicemente ignava…).
.
Il vero problema dei social, a mio parere, é che sono tutti “privati”, e quindi “gestiti” e “utilizzati” per massimizzare una RESA economica; il tutto con innegabili capacità/potenzialità di “passar sopra” a qualsiasi tentativo “pubblico” o di “interesse pubblico” di regolamentazione o anche di semplice “intromissione” nelle dinamiche stesse dei social. A livello globale (mondiale) davanti al “social” si para infatti una pluralità di “pubblico” (in genere coincidente con la Stato dove “lavora” il social) e non un blocco unico correlato a un “pubblico ineresse”; viene implicitamente a mancare, quindi, una visione comune di contrasto che possa eventualmente far prevalere l’ “interesse pubblico” in se.
.
Non é più un problema di semplice potere o di banale prevaricazione ideologica; ormai é il denaro l’ “essere supremo” a cui tutti volenti o nolenti ci si deve rapportare (e a senso unico…); il denaro che da “strumento” storico del potere viene ormai a coincidere col potere stesso proprio perché una volta che ce l’hai é innegabile la necessità di mantenerlo e quindi é implicita la sudditanza alle regole che governano lo stesso come fonte decisoria finale (su qualsiasi questione).
Certamente i grandi social sono anche delle grandi realtà economiche, ma questo non implica che agiscano solo per profitto, anche se non ho approfondito credo che nelle rivelazioni di Snowden si parli di accordi di collaborazione che queste grandi realtà devono osservare con agenzie governative.
Sta diventando sempre più difficile essere contrari al matrimonio omosessuale. Una minoranza è riuscita a impossessarsi con le proprie pretese e con molta abilità delle coscienze di buona parte delle popolazioni occidentali e il conformismo fa il resto estendendo sempre più questa ondata di consensi verso un istituto civile perlomeno inutile e forse persino dannoso, per la collettività, oltre che inusuale e innaturale.
Hanno fatto credere che tutti abbiano voglia (e quindi diritto, secondo le mentalità attuale) di avere un partner ufficiale riconosciuto dallo Stato, quando tra gli omosessuali questo desiderio appartiene a una minoranza di questa minoranza. L’obiettivo era sdoganare l’omosessualità come normale e rispettabile e per far questo si è stati pronti a calpestare l’istituto del matrimonio tra uomo e donna che la modernità aveva opportunamente già provveduto a indebolire. Tutto per i “capricci” di una minoranza che, nonostante si faccia chiamare “gay” (gaia, gioiosa), soffre intimamente per questa propria condizione anche se attribuisce agli altri, ai non gay, la causa di tutte le proprie sofferenze ?
Forse, no. Forse c’è sotto qualcosa di più grosso, se si pensa che in questo modo si sta mettendo a rischio la libertà di pensiero, di espressione e, in particolare, di religione. Da qui è facile ipotizzare che a breve solo le confessioni che riconoscono il matrimonio gay e lo somministrino come sacramento possano essere tollerate dagli Stati in cui questo è stato riconosciuto (anche considerando che in una confederazione di Stati, quale sono gli USA, questo riconoscimento è stato imposto anche agli Stati che non ne volevano sapere di riconoscerlo). Forse questo è il vero obiettivo di tutte queste manipolazioni dell’opinione pubblica.
Penso anch’io che il vero obiettivo sia quello di arrivare alla messa fuori legge ogni forma di opposizione reale, ogni pensiero che dissenta dal politically correct, delle forze di controllo sull’operato dei poteri sovranazionali, il riferimento è alla Chiesa Cattolica, l’unica realtà mondiale che ad esempio ha avuto il coraggio di dire che le banche sono state salvate sulla pelle dei poveri.
Allora orientare l’opinione pubblica verso un cambio di paradigma serve a creare i nuovi “cattivi” contro cui combattere è doveroso e discriminare lecito.
.
Abbiamo tradotto sul nostro blog un’interessante articolo di Edward Feser sul soggetto del matrimonio (sic) omosessuale: smonta le discussioni al soggetto e mostra quali errori non fare:
http://pellegrininellaverita.com/2015/07/03/edward-feser-il-matrimonio-e-matrix/comment-page-1/#comment-14635
Buon articolo di filosofia! Forse è riassumibile con il famoso finale di Eretici di Chesterton: ” Non ci resterà quindi che difendere non solo le incredibili virtù e saggezze della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile: questo immenso, impossibile universo che ci guarda dritto negli occhi. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Saremo tra coloro che hanno visto eppure hanno creduto.”
Dall’articolo di Feser prendo questo passaggio che sviluppato aprirebbe da solo un dibattito:
“Quindi, per difendere “il matrimonio tra persone dello stesso sesso” si deve rifiutare la legge naturale, che a sua volta richiede di respingere l’essenzialismo classico e la metafisica teleologica, che a sua volta mina la possibilità di rendere intelligibile il mondo o la capacità della mente di capirlo.”
Perfetto anche per me, professore.
EDIT: era in risposta alla richiesta sotto di mettere l’articolo per intero su CS.
Un’idea, e se lo riportassimo per intero qui su CS con il permesso di Simon?
Per noi avete il via libero!
Ok anche da parte mia. E vorrei vedere. Più gira quell’articolo, meglio è! 🙂
Enzo, attendi un attimo rima di riportarlo. Lo stiamo revisionando in velocità.
Devo dire che resto sempre un po basito verifico che c’è stupore rispetto alla piega che oggi sta prendendo l’umanità circa i diritti dei gay.
Penso che la quantità di persecuzioni che queste persone hanno subito nei secoli non abbia uguali, e spero che nessuno mi faccia esempi “illuminati” di periodi storici in cui l’omossessualità era normalmente accettatta.
La realtà è che in tutto il mondo ci sono stati dei periodi storici nei quali per motivi normalmente religiosi o morali, l’omossessualità è stata repressa in tutti i modi.
Tanto per citarne qualcuno si può parlare delle decine di migliaia di omosuessuali morti nei campi di concentramento nazisti, unitamente alle migliaia sterilizzati a forza dai nazisti stessi.
Poi magari si potrebbe passare a quello che fece Stalin (“cito : « l’omosessualità è il prodotto di decadenza delle classi sfruttatrici, che non hanno niente da fare […] in una società democratica fondata su sani principi, per tali persone non c’è posto. »
« L’origine dell’omosessualismo è collegata alle circostanze sociali quotidiane; per la stragrande maggioranza della gente che si dedica all’omosessualismo, tali perversioni si arrestano non appena la persona si trovi in un ambiente sociale favorevole […]. Nella società sovietica con i suoi costumi sani, l’omosessualismo è visto come una perversione sessuale ed è considerato vergognoso e criminale. La legislazione penale sovietica considera l’omosessualismo punibile, con l’eccezione di quei casi in cui lo stesso sia manifestazione di profondo disordine psichico. »)
Poi mettiamoci che ancora oggi in una 50ina di nazioni l’omossessualità è un reato, con pene che vanno dalla multa alla pena di morte.
Aggiungiamo infine che tutti noi siamo stati ragazzi, e fino a una 30ina di anni fa (ma da qualche parte ancora adesso) essere omosessuale in una scuola italiana significava sottoporsi a prese in giro e vessazioni di tutti i tipi, a cui ho assistito ed aimè ho pure partecipato (il branco…).
Ora…..se io fossi stato omosessuale, mi sarei organizzato per difendermi ed avrei fatto esattamente come stanno facendo loro, approfittando del meritato ruolo di vittime che atteggiamenti, come quelli che ancora oggi purtroppo traspaiono anche dal suo commento, gli hanno assegnato.
Siamo noi (mi ci metto pure io) ad aver creato la vittima omosessuale nella storia. Li abbiamo uccisi, derisi, ghettizzati, chiamati “froci” (si può dire ?), ridicolizzati per secoli. Tra tutti i peccati, all’omosessualità è stato dato il grado di “Peccato che grida vendetta agli occhi di Dio” , insieme all’Omicidio volontario, Oppressione dei poveri e Defraudare la giusta mercede a chi lavora (sinceramente , prima di questo santo Papa, non mi sembra di aver visto molte volte una chiesa battagliera contro questi ultimi due peccati. Meglio fare una bella predica contro i matrimoni gay, che ci stava sempre bene)
Ora , le vittime (i gay) , approfittando della simpatia riscossa grazie a tutte queste persecuzioni , hanno gioco più semplice a chiedere dei riconscimenti. E per i nostri figli questo è scontato , la battaglia contro queste cose è una battaglia di retroguardia e già persa. E’ una questione di tempo.
E più sarà lunga l’attesa di queste concessioni , e maggiori saranno poi le concessioni stesse che dovranno essere date, perchè sempre meno logico e giusto sembrerà , all’opinione pubblica, il negare quei diritti minimi ed assolutamente “atei” (unioni civili) che se concessi avrebbero da tempo disinnescato richieste ben più importanti e determinanti (matrimonio equiparato, adozione, etc etc), non consentendo più al movimento gay di prensetarsi come vittima.
L’eccesso di simpatia verso i gay non è una semplice azione di marketing odierna, ma il risultato di tanti errori del passato, che sarebbe ora che venissero riconosciuti senza se e senza ma.
Una volta ci ho provato a spiegare ad un mio amico (etero ma gay-friendly) che non avevo nulla di personale contro i gay e che, seppur dispiaciuto per ciò che hanno subito in passato e per ciò che subiscono ancora oggi in altri paesi, ero comunque contrario ai matrimoni e alle adozioni per le coppie dello stesso sesso. Quel mio amico mi rispose che la mia era comunque una forma di discriminazione analoga al razzismo.
Mi dispiace Mentelibera65, il vittimismo non è sempre onesto e “accontentarlo un po’” non basta più.
Lo stupore nasce dal domandarsi come sia stato possibile che un comportamento deviato e negativo sia per la società quanto per le singole persone omosessuali, riesca a riscuotere un così ampio consenso in tutto il mondo occidentale. Le persecuzioni, vere o presunte, patite dagli omosessuali, soprattutto nei paesi protestanti o nei regimi totalitari, non possono in nessun modo giustificare il ribaltamento della Realtà che oggi si vuole realizzare anche in Italia.
“Se io fossi stato omosessuale”, posto che l’omosessualità è un comportamento e non ha niente a che vedere con l’identità, prima di organizzarmi per difendere i miei presunti diritti, mi sarei chiesto se davvero credo che tale comportamento possa regalarmi la felicità. E se, osservando la Realtà, mi fossi reso conto che l’essere umano è maschio e femmina e che questo dato di realtà è pieno di significato, mi sarei ben guardato dal chiedere cose assurde (come il “matrimonio gay), ma, piuttosto, avrei cercato una soluzione al problema omosessualità.
Se Dio mi concedesse un solo desiderio , lo utilizzerei per chiedere che lei rinasca gay davvero , per rendersi conto della senquela di fregnacce che ha pensato in tutta la vita precedente . Si vergogni di giudicare persone di cui non sa nulla se non per sentito dire , sono le persone come lei che fanno muovere le masse a favore dei movimenti omosessuali . Lei è proprio il tipico esempio di Come siamo arrivati a questo punto . Odiate le persone , altro che Cristiani .
Forse è più aggressiva questa risposta dell’intervento di Giancarlo, cerchiamo di ribattere affermazioni con argomenti.
Non avendo argomenti lei vomita odio come un demonio ed ha pure la sfacciataggine di dire che io odio le persone. Io ho portato argomenti, caro MENTALIBERA65, senza esprimere una sola parola di odio. Impari ad argomentare, se le riesce, oppure taccia evitando di fare figure penose.
Se lei fosse omosessuale la penserebbe esattamente come loro e farebbe di tutto per vivere la sua vita accettandosi per quello che è. Purtroppo non lo è.
È di matrimoni tra persone dello stesso sesso che stiamo parlando, non del fatto di accettare gli altri oppure no.
La questione della costruzione del consenso è l’argomento del post, altri aspetti li ha chiariti l’interessantissimo articolo di Feser.
Hai ragione Enzo la mia risposta era aggressiva , ma la tesi di Giancarlo è offensiva in modo profondo e subdolo, tutt’altro che scientifica , e decisamente fuori tema rispetto al tuo articolo . Perdonami ma quando leggo nelle parole il disprezzo profondo per le persone non riesco a stare zitto. Grazie della tua moderaziOne.
Caro MENTELIBERA65, vorrei capire cosa ho detto di offensivo nei confronti delle persone con tendenze omosessuali e quali parole sprezzanti avrei pronunciato.
Lei, piuttosto, non ha saputo fare altro che augurarmi del male (rinascere gay) ed esprimere profondo disprezzo nei miei confronti. E’ incredibile la sfacciataggine con cui tenta di ribaltare la realtà dei fatti.
Giancarlo, nel 1990 l’OMS ha eliminato l’omsessualità dalle malattie e l’ha definita ““una variante naturale del comportamento umano”.
Quindi augurarle di rinascere omosessuale significa augurarle di fare una esperienza di passaggio attraverso questa condizione. E’ come se le avessi augurato di rinascere in Cina o rinascere donna.
Il solo fatto che lei invece pensi che in questo modo io le abbia augurato “il male”, significa che lei è ormai ideologicamente convinto che l’omosessualità sia una malattia, e questo contro l’opinione della un bel pezzo dell’umanità e del mondo scientifico.
Lei dice che non ho argomenti, ed ha ragione perchè contro l’ideologia dell’omosessuale malato e peccatore non si può opporre logica. Lei è un tifoso che non cambierà mai squadra, ed è impossibile che la cambi perchè ormai è stato formato così : al malcelato fastidio e disprezzo verso queste persone. Altro che essere contro le unioni civili . Lei è infastidito dalla esistenza stessa dei gay, anche se non lo può dire apertamente. Il resto delle sue opinioni viene di conseguenza.
L’unica cosa che la potrebbe scuotere sarebbe un dolore personale, tipo la nascita di un figlio omosessuale e vederlo ferito e preso in giro e malmenato per il solo fatto di essere “femminile” nei modi. Allora forse scoprirebbe che l’uomo col giudizio uccide molto di più che con la spada, e che anche lei , col suo pensiero , contribuisce a coltivare per l’oggi e per le generazioni future questo disprezzo di fondo che nulla ha a che vedere col problema delle unioni civili.
Non si preoccupi è in buona compagnia, il suo modo di pensare attraversa il mondo da quando è nato, ma cambierà…come sono cambiate molte cose che sembrava non potessero cambiare mai.
Ora smetto di risponderle perchè abbiamo invaso anche troppo questo post che era su un argomento diverso.
Ah si, certo, certo! L’OMS! Quella che si si sta già dando da fare per normalizzare anche la pedofilia, certo, come no. L’Associazione degli psichiatri americani ha declassato, nell’ultima pubblicazione del manuale di riferimento (Statistical Manual of Mental Disorders), la pedofilia da “disordine” a “orientamento”. Questo dopo che dieci anni prima la pedofilia era stata declassata da malattia a disordine. Insomma, lo scenario appare segnato: l’OMS finirà per dichiarare che la pedofilia è una “variante naturale della sessualità umana” e il Ministero per le pari opportunità farà delle campagne per combattere la “pedofobia”, mentre nei corsi di educazione sessuale previsti dalle linee guida di “Standard per l’educazione sessuale in Europa” si insegneranno le tecniche con le quali i bambini possono soddisfare sessualmente degli adulti.
Questo si che è progresso, altro che quei cialtroni dei cattolici, che sono sempre ancorati ai vecchi stereotipi sessisti. Immagino che lei , oltre a non essere omofobo, non sia nemmeno pedofobo, vero? Bravo, bravo MenteLibera65, lei si che sa stare al passo coi tempi.
Giancarlo, con la pedofilia non scherzerei troppo…
.
Si tratta di aspetti diversi della sessualità, tra l’altro la pedofilia (deviazione/malanno/mania/crimine orribile verso i bimbi, spesso abusati, che diventano mezzo di piacere) è, guarda un po’, trasversale a tutti gli orientamenti sessuali e riguarda persino persone che in teoria avrebbero deciso di appendere l’esercizio della sessualità al chiodo… Perciò non passiamo dall’oggetto del contendere qui dibattuto a quella caciara dell’allora tutto sarà concesso per creare il baubau di turno. Respinto.
Ecco, bravo Giuseppe, non scherziamo sulla pedofilia. Questo, però, vallo a dire a quelli dell’OMS che, dopo aver normalizzato l’omosessualità, adesso si stanno occupando della pedofilia.
Posso non essere d’accordo con quel famigerato e citatissimo documento-guida, e con molti degli obiettivi in esso prefissati, manco magari col linguaggio usato che si presta molto all’equivoco qui evocato, ma non possiamo far passare la tua tesi, Giancarlo. Pena il far violenza alla verità. Respinto.
Verità? Che paroloni signor Giusppe.. faccia il bravo.
Che cosa è la Verità?
Mistrel, non ti ci mettere con le solite domandone… Cerchiamo di essere semplici qualche volta, senza voler a tutti i costi parare verso quell’alta filosofia che allontana le persone dalla vera comprensione di un concetto che sta al puro livello del cuore. La verità? Quella dei fatti, il giusto discernimento tra ciò che una cosa è e non ciò che noi intendiamo vedere!
ML65,
riporto un pezzo del tuo intervento:
“Penso che la quantità di persecuzioni che queste persone hanno subito nei secoli non abbia uguali, e spero che nessuno mi faccia esempi “illuminati” di periodi storici in cui l’omossessualità era normalmente accettatta.
La realtà è che in tutto il mondo ci sono stati dei periodi storici nei quali per motivi normalmente religiosi o morali, l’omossessualità è stata repressa in tutti i modi.
Tanto per citarne qualcuno si può parlare delle decine di migliaia di omosuessuali morti nei campi di concentramento nazisti, unitamente alle migliaia sterilizzati a forza dai nazisti stessi.
Poi magari si potrebbe passare a quello che fece Stalin (“cito : « l’omosessualità è il prodotto di decadenza delle classi sfruttatrici, che non hanno niente da fare […] in una società democratica fondata su sani principi, per tali persone non c’è posto. »”
.
Il fatto che tu sia partito dal nazismo e dal comunismo non è casuale, torno a citare Michel Foucault, filosofo ateo e omosessuale, che individua nei secoli XVII – XIX, l’origine e lo sviluppo, nella mentalità borghese e illuminista, della repressione sessuale.
Riguardo all’omosessualità afferma:
“La sodomia, quella degli antichi diritti civile o canonico- era un tipo particolare di atti vietati, il loro autore ne era soltanto il soggetto giuridico….
Non bisogna dimenticare che la categoria psicologica, psichiatrica e medica dell’omosessualità si è costituita il giorno in cui -il famoso articolo di Westphaldel 1870 sulle “sensazioni sessuali contrarie” può essere considerato come data di nascita…. Il sodomita era un recidivo, l’omosessuale è ormai una specie. “
Michel Foucault: La volontà di sapere, U.E. Feltrinelli pag. 42.
.
Allora ti invito ad un approfondimento sulle persecuzioni degli omosessuali, è stata quella stessa modernità che adesso accusa il passato medievale-rinascimentale, ad inventare la categoria dell’omosessuale e a punirla in quanto tale.
Infatti episodi come quelli citati del ‘900 non ne potrai trovare nei secoli precedenti che infatti abbondano di omosessuali famosi e noti ai contemporanei, ho citato al riguardo Leonardo e Michelangelo.
La modernità ha quindi inventato l’omosessuale come categoria e poi dopo averne fatto un emarginato si è mobilitata per “liberarlo”.
Curioso come fatto vero?
Che dire Enzo…Il fatto non è curioso…è semplicemente inesatto. Nel senso che solo in tempi moderni si è provveduto a codificare e giustificare in modo “filosofico” (e tu ha fatto una ottima ricerca sul tema) l’avversità verso gli omosessuali, fino a teorizzarne e qualche volta a praticarne lo sterminio (a dire il vero non sono stati gli unici che hanno beneficiato di queste attenzioni, altri gruppi di persone hanno avuto queste belle opportunità, tipo gli Ebrei)
Nell’antichità , e limitiamoci al medioevo altrimenti viene fuori un trattato, ci si limitava in modo molto più rozzo ed efficente ad ammazzarli, senza dover postulare chissà quale ragione filosofica.
Cito : “Mentre in oriente, dove l’Impero sopravvisse grazie all’Impero bizantino, continuò ad essere applicato il codice teodosiano che prevedeva la pena di morte per gli omosessuali passivi e gli effemminati, ma anzi il codice fu riformato da Giustiniano nel 533 attraverso norme più restrittive che punivano con il rogo anche gli omosessuali attivi e qualsiasi atto omosessuale paragonandolo all’adulterio[1], in occidente la caduta dell’Impero Romano d’Occidente provocò la perdita di molte leggi di diritto romano, tra cui anche i codici Teodosiani.”
Non parliamo poi del Basso Medioevo, quando l’impiccagione per i genitali ed il rogo andava per la maggiore. Le mie fonti sono enciclopediche , io non c’ero. Può anche darsi che in realtà fossero amati e rispettati e queste cattive enciclopedie moderne riportano tutte falsità , ma allora sono falsi pure gli scritti dei vari teologi della chiesa che , per esempio Tommaso D’aquino che nella Summa Theologiae definisce l’omosessualità come un peccato orribile, ben peggiore dell’adulterio e dello stupro, pari solo alla bestialità[6]. E quelli erano tempi in cui se la chiesa condannava qualcosa, si poteva stare certi che chi la faceva veniva punito. Non vado avanti, perchè il suo post è malizioso, perchè non solo cerca di spostare i termini della questione , quando sa benissimo che nascere in occidente omosessuali 500 anni fa significava esporsi a rischio di morte , e morte atroce, ma vuole anche evidenziare che alcuni “atei” siano stati autori di scempi, come se questo assolvesse la Chiesa e la cultura da essa imposta per secoli , dalle sue responsabilità sul modo di pensare delle persone e sui conseguenti delitti da esso derivato , non solo verso gli omosessuali.
Omosessualità e stupro…
.
Vado a ricordo, ma mi pare che nella Bibbia ci sia un passaggio in cui un padre, per evitare che si compiano degli atti omosessuali, offre in cambio la propria figlia vergine perché se ne faccia quel che si vuole…
Chiaro che oggi siamo nel terzo millennio e la cosa è superata, ma pensate che messaggio può aver trasmesso nei secoli una simile giustificata azione…
@MenteLibera65
Nessuno nasce omosessuale, non dica sciocchezze. L’unico modo di capire chi “è omosessuale” è quello di osservarne il comportamento. Del resto è evidente che l’orientamento sessuale non fa parte dell’identità, dal momento che può mutare nel tempo. Quindi l’omosessualità, cioè la pratica omosessuale, è solo un comportamento, determinato da un orientamento (preferenza, gusto sessuale) mutevolissimo. Niente che abbia a che fare con l’identità di una persona.
In parole povere
La Chiesa è l’unico artefice del Male propinato agli omosessuali secondo te
Al contrario, la realtà dice che le discriminazioni vengono fatte a prescindere dall’appartenenza Religiosa
Giancarlo, tu insisti su una tesi che non è quella sostenuta dalle maggiori associazioni di psicologi e medici del mondo. Puoi pensarla come ti pare, ma non dire che io dico sciocchezze, perchè non faccio altro che riportare l’attuale pensiero medico e psicologico sulla materia. Tu affermi, senza dubitare, certezze che non sono certe, ma solo ideologiche, dimenticandoti che sei su un blog che si chiama critica scientifica, dove il dubbio dovrebbe essere la stella polare di ogni discorso.
Penso che tu non abbia capito il senso generale del mio post, ma non mi sorprende perchè sarebbe come spiegare ad un leone che la carne rossa non va mangiata.
Giuseppe Invece mi ha capito benissimo, ed ha fatto un intervento molto acuto ed esattamente nel senso da me indicato.
@MenteLibera65
Nel 1992 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rimosso l’omosessualità dall’elenco dai disturbi psichiatrici definendola “una variante naturale del comportamento sessuale umano”. Come vedi, si parla di “comportamento sessuale umano”, non di identità. Esattamente quello che ho detto io. L’omosessualità designa un comportamento, non l’identità di una persona. E’ corretto dunque dire che si nasce maschi o femmine, perché la mascolinità e la femminilità entrano profondamente nell’identità di una persona. Al contrario, non ha alcun senso dire che “si nasce omosessuali”, dato che l’omosessualità è un comportamento che potrebbe anche non essere adottato, oppure adottato e poi abbandonato, oltre al fatto che l’omosessualità è un qualcosa di non accertabile sul piano biologico e non si vede quindi come potrebbe far parte dell’identità di una persona.
Beh, però adesso non mi si vorrà mica spacciare il medioevo come epoca di tolleranza verso l’omossessualità, vero? O dobbiamo ricordare dove Dante pose Brunetto Latini?
Appunto…
Io del suo discorso condivido solo l’aspetto che riguarda il senso di liberazione e di libertà, che la popolazione omosessuale dopo secoli di angherie subite è ora espressa in tante parti del mondo
Ma lasci perdere il vittimismo sempre ostentato di queste persone, non sono quelli che hanno sofferto di più nella storia, semplicemente hanno sofferto cosi come soffrono molte altre persone, che non appartengono a questa comunità
E poi mi lasci dire che queste persone dovrebbero imparare a manifestare la loro diversità dialogando con chi non è come loro, una modalità di espressione circense o peggio volgare non costruirà certo un rapporto di tolleranza e amicizia con chi non è omosessuale ed ha opinioni morali diametralmente opposte alle loro
NON facendo
@Muggeridge
Condivido. Tra poco sarà difficile anche essere contrari alla poligamia, bandita dallo Stato italiano. Interessante come nel caso dell’islam, nelle relazioni poliamorose, si parla di sfruttamento della donna, e invece quando a poliamorizzarsi sono gli occidentali si parla di “ammmore” http://youtu.be/oqX6TT00ICk
Propongo anche questa storia http://www.tempi.it/usa-montana-nozze-gay-battaglia-legalizzare-poligamia#.VZbVrdkaxaB
Come aveva ben predetto il giudice capo John Roberts nella sua dissenting opinion, la poligamia è una logica conseguenza della legalizzazione delle nozze gay, e il divieto di tale pratica costituisce solo un’ingiustizia nei confronti dei (pochi) poligamy-friendly…
Dal punto di vista logico è giusto chiedere la poligamia o l’incesto, infatti se “love is love”, se l’assenza di fecondità non è un ostacolo al matrimonio (termine che deriva da “mater”…), perché dovrebbero esserci ostacoli a queste forme di unione oltretutto feconde?
.
Appunto.
Mettere sullo stesso piano un rapporto omosessuale tra adulti consenzienti (che chiedono di legittimare la loro unione) e l’incesto, non sta in piedi. Chiaro, Enzo, che si tratta di un paradosso per analogia per tirare acqua al mulino tuo, ma è fine a se stesso, improponibile da tutti i punti di vista. Respinto.
Giuseppe, avrai capito che il paradosso per analogia è il sistema attraverso il quale non si concede una unghia a qualcuno , con la scusa che così facendo prima o poi dovrai concedergli tutto il braccio o il corpo.
E’ il sistema attraverso il quale i diritti delle persone sono stati soffocati per anni.
E’ anche il sistema praticato dal più forte, finchè è più forte. Poi arriva qualcuno più forte di lui, e allora l’ex più forte comincia a lamentarsi e parla di “diritti delle minoranze”. Basti vedere che la Chiesa stessa è passata, in secoli, da paladina del credo unico imposto col potere temporale all’attuale posizione di paladina della libertà di scelta religiosa.
@Cipriani
Respinto in base a quale principio o morale ? E se gli incestuosi fossero anche loro “adulti e consenzienti” ? Lo sa che così facendo sta discriminando una categoria/minoranza di persone ?
@Mentelibera65
Mi pare di capire che lei, invece, non è molto contrario.
Ad ogni modo http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/germany/11119062/Incest-a-fundamental-right-German-committee-says.html
Se lo dicono loro che è un “fundamental right”…
Vabbé che tutti noi, dicono le Scritture, siamo figli di una serie di incesti…
.
Ma, Salvo, non ti pare che nel caso dell’incesto “consenziente” di genesi moderna si aprirebbero oggi le cateratte del cielo con scomunica e chissà che altro?… Non conviene certo a chi ha vincoli con i dogmi religiosi portare avanti sto povero e improponibile paradosso, dai?!
A parte gli scherzi, Giuseppe, sarebbe interessante sapere in base a quali principi consideri su piani diversi un’unione stabile omosessuale e un’unione stabile (eventuale) incestuosa, dato in entrambi i casi l’essere adulti consenzienti che chiedono di legittimare la loro unione.
@Cipriani
La mia era una provocazione, se non l’avesse ancora capito. Volevo solo capire cosa ne pensasse lei, che si dice ateo. Dunque, nella sua visione atea, cosa ne pensa riguardo le relazioni incestuose ?
Law, sarò onesto… Credo che su quella china si creerebbero più problemi di quanti se ne volessero risolvere (penso al caso di un rapporto incestuoso tra genitori e figli, con tutte le conseguenze sull’integrità familiare); al contrario dell’oggetto qui in questione, che i problemi tende invece a risolverli.
Per fortuna non è una questione aperta: sono convinto che troveremmo anche qui il partito dei sostenitori, che non mi vedrebbe però dalla sua parte.
E così rispondo anche a Salvo, ma non capisco cosa c’entri il mio agnosticismo in proposito.
@Giuseppe, perdonami se paio insistente, ma non ho compreso: quali sarebbero i problemi che il matrimonio gay risolve mentre quello incestuoso (che potrebbe benissimo essere anche ‘solo’ fratello e sorella o zio e nipote, talvolta pure coetanei) crea?
Il creare o meno problemi (a chi?) è per te il principio che si dovrebbe seguire quando si decide se concedere il matrimonio a una “categoria” (brutto termine, passatemelo) prima non contemplata?
Allora… Tu sai che in Italia le persone omosessuali non possono sposarsi e nemmeno c’è una forma di riconoscimento delle unioni civili, dunque si risolverebbe intanto questo annoso problema già affrontato in molti Stati.
.
Sull’altro, ammetto di non saperne troppo, ma di sicuro il nucleo centrale di una società, la famiglia, sarebbe minata dal suo interno se fosse legalizzato l’incesto ai più diversi gradi. Mi sembrava chiarissimo.
Si sbaglia, Cipriani, le persone omosessuali in Italia possono sposarsi eccome, anche tra loro. E lo posso fare fintantochè un gay (maschio) sposa una lesbica (femmina).
Ora, prima di tirare fuori “l’acqua calda”, noti quanto segue: la vera DISCRIMINAZIONE (ingiusta) inizierebbe proprio nel momento in cui la legge non fosse più “cieca” davanti all’orientamento sessuale dei cittadini che vogliono contrarre matrimonio.
E questa situazione in Italia (=la “cecità” della legge al riguardo), almeno per ora, è lo status quo!
Nessuno chiede a due persone che si sposano quale sia il loro orientamento sessuale, così come non interessa a nessuno la loro appartenenza etnica, credo religioso etc. (anche davanti a questi fattori accidentali la legge dev’esser cieca, e di fatto lo è). L’unica condizione è che siano di sesso opposto.
Tuttavia, nel momento in cui si dovesse concedere il “matrimonio gay”, (uso le virgolette perchè è un po’ come parlare di cerchi quadrati) lo Stato non potrebbe più essere cieco davanti all’orientamento sessuale dei cittadini e inizierebbe a discriminaere tutte quelle persone dello stesso sesso che vorrebbero contrarre matrimonio pur non essendo omosessuali! (es. per motivi econimici, politici, sociali e qualsiasi altra ragione possa sussistere). Senza contare che sarebbe interessante capire come possa essere attuabile un tale stato di cose…
Ecco che allora, per evitare l’ingiusta discriminazione, non di “matrimonio gay” si deve parlare, ma di matrimonio tra coppie dello stesso sesso, ma è qui che nasce il problema: se il matrimonio non è un istituto di diritto naturale (=non ha una sua essenza) ed è una pura convenzione sociale, così come può essere il fatto che al semaforo ci si ferma col rosso e si transita col verde, non si capirebbe più sulla base di cosa si debba vietare tale “contratto” a CHIUNQUE ne faccia richiesta (lascio immaginare a lei tutti i casi possibili). Davvero, a quel punto un principio equo di discrimine viene completamente meno. Ed ecco un buon motivo per lasciare le cose come stanno.
Vianegativa, good! L’ermeneutica del complesso psicosociale contemporaneo essoterizzato!
Mi fa piacere che qualcuno l’abbia notato, Minstrel!
Vianegativa, la questione posta come la poni tu apre uno scenario per me nuovo a cui non avevo mai pensato, ma c’è chi ha affrontato il problema da questo punto di vista prima di te?
Bella domanda. E’ molto probabile comunque, ma dovrò cercare nella letteratura inerente l’argomento…
Della strategia per ribaltare la realtà (letto l’articolo di Feser, grazie Simon) fa parte anche questo mettersi nel ruolo di vittime da parte degli omosessuali come se fossero chessò, gli ebrei, gli armeni, i neri africani, i rom e così via. Diciamo che si sono accodati all’elenco delle vittime che rivendicano un riscatto, ma non si tratta di un etnia e questo già mostra un’anomalia e una forzatura. I numeri delle vittime che vengono citati per fare impressione sono sicuramente esagerati dalla propaganda, pare che tutte le civiltà passate non abbiano fatto altro che andare a caccia di gay, cosa che è piuttosto improbabile. Certo, la maggior parte delle società del passato e buona parte di quelle attuali (si pensi a tutto il mondo escluso l’Occidente), non sono tolleranti nei confronti dell’omosessualità, ma in generale sono poco tolleranti verso le diversità, quelle di tipo fisico comprese (si pensi agli albini in Africa e all’eliminazione dei malformati in epoca classica, in cui peraltro l’omosessualità era abbastanza accettata, ma il matrimonio tra omosessuali improponibile…).
Anch’io come il Feser dell’articolo linkato da Simon, penso che alla lunga la realtà finisca per imporsi, ma non so quando i danni derivanti da questa fuga dalla realtà saranno così evidenti, anche perché , come ho scritto sopra, il matrimonio omosex è per una minoranza delle minoranza, una minoranza poco silenziosa, tanto da apparire quasi una maggioranza per quanto si discute di loro e di questi argomenti ogni giorno.
La mia sensazione è che ci sia un collegamento tra le nefandezze dell’integralismo che avanza con ISIS e compagnia e queste fughe dalla realtà dei Paesi leader dell’Occidente. Penso che tanto più questi ultimi si lanciano nel legiferare contro il diritto naturale, tanto più il resto del mondo ritenga lecito combattere, sino ad annientarli, i popoli e gli Stati che pretendono di imporre questa visione del mondo e dell’uomo a tutti. Non vorrei che se la legge della rivalsa storica citata da Mentelibera qui sopra a giustificazione di questa fuga in avanti dell’Occidente dovesse risultare sempre valida, in un domani non troppo remoto ci trovassimo un Occidente sotto il tallone di ferro di un sin troppo realistico integralismo in cui l’abolizione dei matrimoni gay sarebbe solo la più trascurabile delle perdite dei diritti cosiddetti civili, pur essendo la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Hai ragione , muggerridge. Per evitare di essere invasi dagli islamici imponiamo il velo alle donne ed aboliamo gli alcolici . Così sono contenti e non vengono . Una bella idea , proprio da occidentale orgoglioso della propria libertà e democrazia conquistata col sangue (degli altri ovviamente).
Per quanto riguarda le persecuzioni sugli omosessuali , lei stesso ammette che buona parte delle nazioni anche attuali non sono tolleranti con gli omosessuali , ma in fondo che vuole che sia ….sono loro ad essere omosessuali , a noi che ci frega , giusto ? Il termine tollerante poi indica proprio l’incapacità di assegnare agli uomini il diritto di vivere come vogliono , senza che altri li debbano ostacolare . Per molti qui la libertà degli altri è un optional . La vostra però guai a toccarla . Anche io qui sono un ‘tollerato’ .
Ma io vorrei capire cosa aggiunge la dimensione legale? Se lo scopo è l’accettazione coercitiva bè la legge positiva non è riuscita in questo senso a impedire nè furti nè omicidi, che sono questioni di più ampio consenso nonchè buonsenso; e ciò per il banale motivo che nessuno può pontificare sul cuore di un uomo.
Mi pare che il mio ragionamento fosse un po’ diverso (e un po’ più raffinato) dalla caricatura che proponi, Mentelibera. A parte che gli islamici verrebbero lo stesso e quindi per le regole democratiche dovrebbero essere loro e decidere cosa è lecito e cosa non lo è, dico solo che siamo di fronte e in mezzo a due estremismi, l’estremo laicismo e l’integralismo islamico, così diversi eppure così simili per intolleranza (che il laicismo sia intollerante lo si vede appunto dall’imposizione forzata non democratica e calata dall’alto del matrimonio gay negli USA…ricordiamoci sempre il referendum californiano…).
Le persecuzioni degli omosessuali come le hai descritte tu sono ingigantite dalla propaganda. Anche Pennetta ha smontato qui sopra questa “leggenda”, comunque l’intolleranza attuale da parte del resto del mondo verso l’omosessualità è dovuta al fatto che questa tendenza è sentita come innaturale, do ragione a questa posizione, ma do torto alla persecuzione verso gli omosessuali come verso qualsiasi altro essere umano.
A me interessa eccome che l’omosessuale sia trattato come una persona, ma non è il solo a subire ingiustizie, perché allora io non posso non pensare alla strage di esseri ancora più indifesi con i milioni di aborti che si effettuano ogni anno, per i quali i laicisti non muovono nemmeno un dito, promuovendo al contrario la continuazione della strage. Queste vite umane nascenti hanno o no diritto di vivere come vorrebbero, “senza che gli altri li debbano ostacolare” ? Hanno diritto a quella “tolleranza” di cui vai parlando ? Quella ai loro danni mi pare un’ingiustizia ben più clamorosa di quella che riguarda i gay (che terrei distinti dagli omosessuali tout court, dal momento che il movimento gay rappresenta solo alcuni omosessuali, quelli delle lobbies e di alcune elites occidentali).
@MUGGERIDGE, di nuovo fate confusione tra obbligo e possibilità.
Cito quello che dici : “imposizione forzata non democratica e calata dall’alto del matrimonio gay negli USA” . Ma quale imposizione ? Ma è obbligatorio sposarsi tra Gay in USA ? Le unioni civili tra persone dello stesso sesso sono una opportunità, e non un obbligo per nessuno. Non limitano i diritti di nessuno. Sei tu col tuo pensiero che provi a limitare i diritti degli altri (sto parlando di unioni civili, non di adozione, procreazione assistita , etc etc. ) . L’imposizione c’è stata da parte del governo federale verso quei governi che non avevano ancora dato questa possibilità. E’ prevista dalla legge federale americana, ed è stata usata altre volte su tanti argomenti (per esempio l’abolizione delle distinzioni tra bianchi e neri, ma magari a e lei piacerebbe ancora andare su un autobus per soli bianchi). Anche li gli stati del sud non erano d’accordo. Gente illuminata eh….
Le persecuzioni ingigantite dalla propaganda ? Ho già risposto su questo a Enzo, leggi il post e leggiti un po di enciclopedie. Se ci credi bene, se non ci credi amen. Per fortuna per cambiare il mondo dalle credenze di un tempo non è stata necessaria l’unanimità.
Sugli aborti (che nel nostro discorso non c’entrano niente meno di niente) neppure le rispondo, ma sono contro anche io. Facciamo un bel movimento di opinione e promuoviamo un referendum, invece di dire che la colpa è degli altri.
Salve.
“Per fortuna per cambiare il mondo dalle credenze di un tempo non è stata necessaria l’unanimità.”
Ti sei espresso male, forse intendevi dire ‘liberare’
E tu saresti una mente libera e tollerante??
Si intendevo dire “liberare”. Io sono una mente libera, ma assolutamente intollerante verso chi discrimina gli altri per ragione di razza, colore , religione , credo politico e tendenze sessuali. Se oggi potete esprimere liberamente le vostre opinioni è perchè , in passato, gente che la pensava come me ha lottato per questo.
Salve.
Essere intollerante con gli intolleranti (o discriminare chi discrimina) è una posizione “autofaga”, Mentelibera65: come può affermare la validità del principio se è il primo a contravvenirvi?
Senza contare che partendo col (buon) principio di non discriminare si può terminare (come credo già ora succeda) con quello (cattivo) di non discernere.
Mi pare che si giochi con le parole. E’ chiaro che la popolazione, almeno quella californiana, aveva detto no ai matrimoni gay, questi sono stati calati dall’alto, alla faccia della democrazia e del rispetto della volontà popolare.
Se un giorno caleranno d’alto poligamia e pedofilia per coerenza dovresti dire che si è data un’opportunità a chi ha queste intenzioni, senza che sia obbligatorio essere poligami e pedofili (ma del resto in Olanda già ci stavano provando…, quindi la strada è quella, per fortuna che c’è ancora un mucchio di gente che si oppone a questa deriva).
Che furbi che sono questi americani con le loro innovative analisi di mercato…
Cambiando un po’ argomento, segnalo il dissenso laico del giudice capo John Roberts, riguardo alla normalizzazione delle nozze gay avvenuta qualche giorno fa negli USA http://www.tempi.it/chi-siamo-noi-per-giudicare-il-matrimonio-discorso-davanti-alla-storia-del-giudice-dissenziente-sulle-nozze-gay#.VZa0Rtkayc3
Se magari è anche vero che l’omosessuale è una categoria “moderna”, e questo ha determinato il nascere dell’omofobia, non è altrettanto vero che nella Bibbia l’omosessualità è sempre vista negativamente? E questo, al di là che nel passato illustri omosessuali siano passati a miglior vita senza tante critiche, non ha fomentato il continuo rinfocolarsi di critiche verso queste persone, almeno solo per il fatto che sono peccatori? Non mi sembra una cosa di poco conto: perché è difficile conciliare il rispetto che a parole si dice di avere per loro con la condanna senza appello che ne fa la Sacra Scrittura. Anche da qui nasce, secondo me, tutta la diatriba moderna e dei nostri anni…
Dalla dottrina cattolica è condannato il peccato (in questo caso gli atti omosessuali) e non il peccatore (l’omosessuale che compie atti omosessuali).
Chi non comprende la differenza non ha compreso il modo di operare di Gesù (battezzati cristiani inclusi).
Questo lo so, Htagliato, ed è chiaro per me che sto attento alle sfumature… Forse è meno chiaro per chi prende troppo alla lettera certe condanne del peccato, che tra l’altro rimane trasgressione di una categoria legata al credo religioso.
Lasciami anche dire che, riferito poi a (davvero) gravi trasgressioni sessuali, trovo un po’ comodo e ipocrita quel condannare il peccato e non il… Come se chi pecca fosse un’entità astratta, scissa dall’atto. Con tutto quel che ne consegue.
Nessuna ipocrisia anzi, la scissione è chiara e netta: una cosa sono le persone, un’altra le azioni che compiono.
Le persone vanno amate di per sé, senza giudicarle, anche se compiono il male. È proprio questo il bello del messaggio di Cristo: nessuno è l’incarnazione di un male, sono solo scelte, è proprio con questa scissione che si può amare chiunque. Se invece le persone si identificano al 100% con le loro scelte, allora chi sbaglia diventerebbe ontologicamente inferiore.
Si potrebbe discutere a lungo tra la norma morale teorica e la sua applicazione reale (la chiamano taluni l’utopia di Gesù)… Ma mi fermo qui perché ci avviteremmo in un infinito e lezioso precisare quisquiglie. Non avertene a male, ma a parole siamo tutti bravi, poi quando siamo toccati in prima persona allora, riguardo alla scissione tra peccato e peccatore, cominciano i veri problemi.
Esatto e in quelle occasioni si vedono i veri cristiani, Giuseppe. La sfida di Gesù è molto esigente ma non impossibile.
Sono d’accordissimo, Law: qui si vedono i veri cristiani. E ti posso dire che ho avuto la grossa fortuna di conoscerne una che è davvero tale.
Certo che nella bibbia l’omosessualità è sempre vista negativamente; questo perché la bibbia è Parola di Dio, e Dio non ha paura di dire la verità.
Vede, Cipriani, l’omosessualità praticata, oltre ad essere un gravissimo peccato, è un comportamento oggettivamente deleterio, causa di grande infelicità e problemi per chiunque ne sia coinvolto, a tutti i livelli. Vittime dell’omosessualità non sono soltanto le persone che la praticano, ma anche i genitori di queste persone ad esempio; lei sarebbe felice di avere un figlio omosessuale? Non credo. Per non parlare poi di eventuali “figli” adottati; lei sarebbe felice di essere “figlio” di due uomini? Capisce di quali e quanti disastri esistenziali è responsabile questo comportamento sbagliato?
Naturalmente questo non giustifica in alcun modo eventuali atteggiamenti discriminatori o offensivi nei confronti di queste persone, ma il giusto rispetto che deve essere osservato per le persone con tendenze omosessuali non può arrivare al punto di falsificare la realtà delle cose. Giusto non condannare le persone omosessuali, ma certamente lecito e, secondo me, anche giustissimo condannare il comportamento omosessuale.
Che hai fatto tu, Giancarlo, con questa arringa?
Ti sei arrogato il diritto di DISCRIMINARE PESANTEMENTE chi è diverso da te e dai dettami della tua religiosità di facciata. Respinto.
Non è forse vero che la pratica dell’omosessualità preclude alla gioia di realizzarsi secondo la propria natura maschile o femminile? Io mi sono semplicemente limitato a ricordare quali sono le conseguenze dell’omosessualità, non ho discriminato nessuno. Il discrimine tra il comportamento etereo e quello omo l’ha messo la natura, non certo io. Non è colpa mia se una relazione eterosessuale è significativa e piena di meravigliose conseguenze, mentre una relazione omosessuale non ha alcuna conseguenza positiva, né per le persone omosessuali né per la società.
Questione di punti di vista… Direi. Ma fermiamoci qui, che la solfa mia e tua ormai l’anno capita tutti.
Si, certo: punti di vista!
Secondo te il fatto che il comportamento omosessuale sia naturalmente sterile è solo un mio punto di vista, vero? E che questo comportamento sterile generi enormi sofferenze a tantissime persone… anche questo è solo un mio punto di vista, vero?
Visto che insisti…
.
Che il comportamento omosessuale sia naturalmente sterile è un dato di fatto, com’è sterile, del resto chi decide di non accoppiarsi per le più diverse ragioni: questo non determina il grado di felicità… E sappiamo anche quante unioni non sterili, secondo natura, hanno avuto un esito infelice.
.
Perdonami, Giancarlo, il basso livello dell’argomentazione ma mi adeguo al livello della tua.
@Cipriani
Vuoi dire che gli omosessuali non soffrono per il fatto che non possono avere figli? Secondo te il fatto che il loro comportamento omosessuale impedisca loro di realizzarsi secondo la propria natura maschile o femminile non è per loro (e non solo per loro!) causa di grandi sofferenze? Il loro comportamento, in relazione alla sterilità, è paragonabile a quello di coloro che decidono liberamente di non avere figli? Non capisci la differenza tra il “non poter avere figli” ed il “non voler avere figli”? Un conto è se io vivo in una condizione (quella omosessuale) che mi impedisce di avere un comportamento sessuale fecondo e quindi, di fatto, mi impedisce di avere una famiglia; tutto un altro conto se io, liberamente, scelgo di non avere figli.
Che c’entra poi che unioni feconde abbiano avuto un esito infelice? L’infelicità di coppia può essere generata da un sacco di motivi, generalmente legati all’egoismo, mica c’è solo la sterilità?
La bassezza e l’inconsistenza, aggiungo io, delle argomentazioni, caro Giuseppe, è tutta tua. Io ho posto un problema molto semplice: non solo il comportamento omosessuale è un gravissimo peccato, cosa che riguarda solo noi cattolici. Il fatto però è che questo comportamento genera tantissima sofferenza ad un sacco di persone non solo omosessuali, ma anche a coloro che per vincoli familiari, ad esempio, vedono sfumare la possibilità di diventare nonni. Per non parlare poi delle ingiuste e vergognose sofferenze patite dai bambini adottati o fatti fare da donne pagate per questo. Sono argomentazioni basse queste? La sofferenza delle persone non è argomento degno della tua attenzione?
Giancarlo, riesci a immedesimarti talmente nella sofferenza degli omosessuali che par quasi che certe sofferenze le provi sulla tua persona… Dal momento che la tua è solo retorica per esemplificare la tua tesi, perché non prendi per buone quelle che risultano essere le vere sofferenze dell’omosessualità, cioè l’avere sul collo il soffio di persone che continuano a voler “curarla” per far rientrare una “malattia/peccato” nello steccato della normalità?
Grazie a Dio, caro Giuseppe, mi son sempre ben guardato dal vizio dell’omosessualità, al punto che sono sposato con la bellezza di tre figli. Quindi, mi creda, certe sofferenze non mi appartengono davvero. Questo però non significa affatto che la mia sia solo retorica. In fondo, perché non riuscire a realizzarsi secondo la propria natura non dovrebbe essere fonte di grande sofferenza? Me lo spieghi, visto che è tanto sicuro che gli omosessuali soffrono a causa dei cattivoni come me. Intanto però le lascio un dato su cui riflettere: l’OSCAD, l’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori, ci fa sapere che in Italia giungono, mediamente, una trentina di “segnalazioni” all’anno comprendenti anche offese o minacce. Trenta segnalazioni, caro Giuseppe, non trentamila. E poi si tratta di segnalazioni, non di denunce.
L’Italia è uno dei paesi più sicuri per le persone omosessuali, altro che omofobia. La causa dell’altissimo tasso di suicidi, droga ed alcool presente nella popolazione omosessuale va ricercata nella pratica omosessuale che tradisce profondamente le legittime aspirazioni alla gioia proprie di ogni essere umano. Basterebbe un po’ di onestà e di umiltà per cominciare a risolvere il problema.
Che ne dici, Giancarlo? Ci fermiamo qui?
Impegniamoci nel nostro piccolo a essere sempre più tolleranti (e amorevoli) verso chiunque non troviamo in sintonia con le nostre corde, il nostro sentire.
Qui sta l’inizio della fine di ogni conflitto.
@ Cipriani
La tolleranza è un beneficio che riservo ai minorati. Alle persone normali posso garantire il rispetto, niente di più. Tuttavia, rispettare le persone non significa accettarne automaticamente i comportamenti. Mi riservo il diritto di giudicare e condannare, se credo, qualunque comportamento, quello omosessuale in primis. Ed esigo rispetto verso la mia persona, così come anche io rispetto tutti.
Vabbé, diciamo allora che ciascuno raccoglierà quel che semina… In buona o cattiva fede. Buona vita
Oggi il signor Cipriani si sente giudice XD
Respinto ! Respinto ! Respinto !
Qualcosa la accoglie ? Che so, magari il mio umorismo ? 🙂
Accolto!
Giuseppe For President….Qui è difficile , ma lottiamo con tenacia , vero Giuseppe ? Certo che questa discussione che è emersa è tutto meno che scientifica….:-). Dobbiamo ringraziare Enzo, che propone post “politici” , spacciandoli per studi sociologici o scientifici…:-).. E’ un politico di razza. 🙂
Infatti nulla di scientifico
A me pare di vedere uno scontro ideologico, con qualcuno che gioca al professore “respingendo” gli alunni negligenti e qualcun’altro che si professa intollerante al necessario, ma allo stesso tempo paladino della liberta’ delle minoranze…
Dai, Freezer75, stemperiamo… Qualche volta si gioca senza prendersi troppo sul serio. Sei forse convinto che i problemi sollevati dal post di Enzo li dobbiamo risolvere noi qui oggi?
Chiaro che qui si mettono in gioco il proprio sentire di fondo e una buona dose di ideologia, ma questo (ammettilo anche tu) vale per tutti… Accolto!
Certo, Mentelibera65, si lotta con tenacia, cercando di porre in luce il nostro sentire… Devo anche aggiungere, per spirito di verità (e qui spero che Minstrel non salti fuori di nuovo con la domandona), che partecipare alla discussione con cuore aperto, come sostenevo ieri mi pare, è arricchente, in quanto con buona volontà si riesce alla lunga ad accogliere anche il pensiero dell’altro e a vederne (anche se non sempre è possibile) il lato buono.
La faccenda è squisitamente filosofica in primis, non scientifica.
Fa piacere che in 60 commenti non vi abbia nemmeno sfiorato questa idea… anyway nel blog croce.via linko una discussione fra me e un filosofo il quale tenta di smontare feser. Alla fine faccio alcune domandine semplici, le propongo anche a voi. Magari la vostra scienza può rispondere per voi.
Ovviamente per comprendere meglio si può seguire la discussione, ma anche senza penso si capiscano.
Non pensiate ad una operazione di crossposting, voglio solo capire come rispondete.
In corsivo le dichiarazioni che mi hanno portato alle domande.
.
oviamente, non mi oppongo a prescindere: prima che la scienza psicologica arrivasse a constatare, per quanto era in suo potere, la non differenza tra i figli delle coppie gay e quelli delle coppie etero, si è passati per decenni in cui gli Stati, giustamente, per prudenza, non concedevano l’adozione alle coppie gay, e dunque i dati sui figli cresciuti in queste formazioni familiari si sono potuti raccogliere solo sulla base di famiglie omogenitoriali che si erano formate spontaneamente (senza ricorrere all’adozione statale). Allorché la letteratura scientifica s’è fatta solida, gli stati hanno cominicato a concedere l’adozione alle coppie omosessuali. Lo stesso a mio avviso dovrebbe valere per il poliamore: prima è bene che, se nascono dei figli spontaneamente in questi aggregati, vengano monitorati dagli psicologi, e poi, se nei prossimi decenni dovessimo constatare che non nuoce ad un bambino vivere in una famiglia basata su 3 o 4 case, tre o quattro nuclei familiari, si potrebbe concedere l’istituzionalizzazione della pratica.
.
Dunque gli stati possono concedere eventuali adozioni in base alla letteratura della scienza psicologica? Dunque esiste un “vero” che è dato dalla letteratura scientifica psicologica? Dalla scienza in generale? Dunque non è vero che la costituzione si basa sul nulla, ma si basa quanto meno sulla mitologia del “progresso della scienza”?
E la scienza su cosa si basa? E soprattutto perché la costituzione si deve basare sulla scienza?
Ci sono dunque altri principi al di sopra della Costituzione che la fondano (oltre al nulla…)?
.
“Preciso, come già spiegato, che è irrilevante solo all’interno della disputa “se legalizziamo i matrimoni gay, dobbiamo legalizzare anche la poligamia?”, perché la domanda di che cosa sia legalizzabile in un determinato sistema di diritto ha come referente ultimo la Costituzione.
.
Perché dovrebbero essere legalizzabili nei paesi che solo riconoscono il matrimonio nella costituzione? Quali ragioni ci sono per affermare che se questa possibilità non ci fosse nella costituzione quindi, di sicuro non bisogna permetterlo?
O ci sono altri principi al di sopra della Costituzione che la fondano (oltre al nulla…)?
.
Da qui: http://forum.infotdgeova.it/viewtopic.php?f=18&t=20136&start=182
Troppo complicato, MInstrel, troppa carne al fuoco…
A questa tua rinuncio, ma almeno te lo dico.
@Cipriani
Almeno questo 🙂
Questo tipo di discussione se non fosse polarizzata da ideologie un po’ vane e avvenisse tra persone che cercano il bene per se stessi, per gli altri, per il bene comune senza preconcezioni avrebbe una tutt’altra tenitura.
Le domande che si porrebbero sarebbero: cosa possiamo fare per vivere felici? per permettere agli altri di vivere felici? per creare un ambiente dove tutti possano vivere felici?
Se queste fossero le domande poste e che si cercassero davvero, cioè onestamente, le risposte le più idonee allora vedremmo le ideologie scomparire ed il Reale riprendere il suo posto.
La ricerca della felicità è lo scopo dell’etica: l’eudaimonia il solo fine del discorso e del dialogo.
L’antico “conosci te stesso” dell’oracolo di Delfi diventa la chiave di volta di tale ricerca delle felicità, in quanto è nell’essere quel che davvero siamo che viviamo felici: quest’insegnamento è compartito da millenni in tutte le culture che vi hanno riflettuto anche se poi espresso in termini differenti.
L’uomo cerca la felicità e la può trovare solo diventando se stesso.
Rispondere alla domanda di cosa sia l’uomo è quindi la prima tappa da compiere ed è una conditio sine qua non per poi dare la risposta alla domanda su cosa fare per essere davvero felici, risposta che è un semplice truismo: sii quello che sei.
In fin dei conti che io sia maschio o femmina, malato o in buona salute, povero o ricco, colto o ignorante se io non sono quello che dovrei essere, cioè un uomo completo, allora non sarò mai felice.
Quel che costituisce un uomo non fa l’uomo, ma l’uomo è fatto di quel che lo costituisce: certo ci vuole il DNA umano, senza questi nessun uomo, ma non basta; ci vuole un’ottimale socializzazione e l’essere utile alla società secondo le proprie capacità; bisogna essere e comportarsi secondo la propria specie animale, ad esempio non voler volare agitando le braccia nel vuoto; bisogna usare della propria volontà informata dall’intelligenza; etc etc. Tutto questo è necessario anche se non basta, ancora bisogna che l’uomo assumi pienamente, senza vigliaccheria tutti i suoi costituenti per viverli pienamente: facendolo diventa felice e diventa quel che è.
Infatti se un cane non può per volontà propria essere altro che quel che è, noi umani per essere quel che siamo dobbiamo volerlo e se un cane che ha una vita da cane è felice in quanto tale senza l’aver voluto noi uomini dobbiamo voler avere una vita da uomo per essere felici.
Tutto questo è puro e semplicissimo buon senso.
Tutte le questioni e tutte le discussioni dovrebbero semplicemente rivolvere intorno a questo punto: come aiutare ogni umano intorno a noi, compresi noi stessi, ad essere genuinamente felici?
Mi si chiederà se c’è un diritto ad essere infelici? E la risposta è no, ma che è dovere di ognuno essere felice, in quanto l’infelicità di ogni umano intacca negativamente la felicità degli altri umani.
Dovere di essere felici, dovere di essere completamente umani.
Completo questa tua analisi, Simon, considerando che più che un diritto l’infelicità (dovuta alle più svariate cause, talvolta anche banali) è spesso uno stato che ci supera e, purtroppo, ci annienta… Per questo l’antidoto è la compassione (nel senso più ricco del termine) che qualcun altro ci può riservare. E lo stesso vale per ciascuno di noi: se tutti fossimo in grado di essere compassionevoli nei confronti del prossimo, contribuiremmo a risolvere i nostri e gli altrui problemi nel volgere di pochissimo tempo (e tutte le ideologie, causa di infelicità, farebbero una brutta fine)… Accolto.
Sino a quando si poteva dissentire senza trovarsi contro tutti i media e lo Stato stesso si poteva dire che c’erano degli psicologi come Nicolosi specializzati proprio nel riportare gli omosessuali insoddisfatti di questa loro condizione all’eterosessualità. Ora al massimo lo si può dire in blog liberi come questo. Non solo non si può più nominare sui media l’esperienza di Nicolosi e seguaci, ma gli stessi ex-omosessuali che hanno usufruito di questo aiuto, sono banditi da media e conferenze pubbliche, in quanto traditori della causa e manipolati dai “bigotti”. Questa è ovviamente intolleranza bella e buona e innegabile, la solita eterogenesi dei fini di chi si proclama campione di tolleranza. Questo anche per dire che l’articolo di Pennetta essendo sulla manipolazione delle coscienze mantiene dei riferimenti scientifici, poi nei commenti ci si può anche distaccare ed estendere gli interventi alla politica e altro, in questo caso infatti è ancora consentito 🙂
Il pezzo di Feser mi è piaciuto, ma aspettavo una soluzione finale, un invito all’azione per iniziare a ribaltare la situazione, per riportare l’occidente alla realtà. Per me si dovrebbe puntare sempre su una comunicazione immediata ed efficace. Personalmente ritengo che uno stato laico non debba riconoscere dei sentimenti e quindi quell'”amore” di cui si va cianciando per i matrimoni gay non è di pertinenza dello Stato. Non sono queste le basi del matrimonio civile, in nessun testo giuridico si parla di amore, alla base c’è la convenienza per la collettività a garantire l’esistenza della famiglia che è la cellula della società e questa cellula deve essere quella che produce i maggiori benefici per la società stessa, quindi la famiglia che nasce da uomo e donna, tutto il resto è sperimentazione irresponsabile o comunque è il riconoscimento di un istituto improprio per l’omossessualità reso disponibile solo per fini ideologici e come tentativo di colmare artificialmente l’anomalia (anche di tipo evolutivo) rappresentata dall’omosessualità, Quindi “love is love” non ha senso per uno Stato che voglia dirsi laico, però si potrebbe prendere a prestito lo slogan e far capire che questa norma deve allora valere per tutto e per tutti, a cominciare per esempio dall’aborto: “l’amore è amore anche per l’aborto ?” (love_is_love_for_abortion_too ?). Slogan e concetti di questa natura se si diffondessero, potrebbero iniziare a sgretolare il dominio della Matrix del pensiero unico dominante (senza dover aspettare che l’islam si imponga anche qui da noi 😉 )
Buonasera.
Vedo come tale articolo abbia stimolato una discussione per certi versi aspra.
Riguardo alla questione omosessuale, ammetto di non essere capace di assumere una posizione.
Da un lato, abbiamo un paradigma dominante volto alla ipersessualizzazione dei costumi (e dunque alla disumanizzazione dell’uomo) , di cui la questione gay è un’appendice fondamentale, la negazione di qualsiasi forma di opposizione o pensiero alternativo e la rivalsa dei nuovi pseudodiritti individuali sulla legge statal-costituzionale (come è stato detto di recente su CS).
Dall’altro, vedo una minoranza che desidera solo la propria tranquillità e di non essere umiliata, irrisa e condannata per una condotta ritenuta immorale o addirittura innaturale (che significherebbe, poi…qualsiasi manifestazione delle tendenze umane, per quanto insolita, è naturale in quanto tale e in quanto sensibilmente osservabile) o “antiteleologica”, per dirla più religiosamente.
Non mi so quindi decidere, e vedrò se qualcuno sarà interessato a rispondermi.
Conchiudo, in ogni modo, concordando con quanto detto dall’utente Simon de Cyrène nel suo recente intervento.
Buonasera Alio, la definizione che lei dà di “natura” (=ciò che è sensibilmente osservabile nel mondo corporeo) è di stampo positivistico e in tal senso sì, nulla è in realtà innaturale o contro-natura.
Ma quando si dice che una tendenza X è innaturale o contro natura, non a tale definizione bisogna fare ricorso, ma quella della filosofia perenne, dove natura equivale (attenzione: equivalenza, non identità) all’ essenza della cosa in quanto principio di attività. Quindi “contro natura” sta proprio per anti-teleologico (la religione non c’entra nulla): una cosa ha una propria teleologia intrinseca in virtù della sua natura/essenza e il frustrare queste tendenze naturali è andare “contro natura”, la natura propria di quella cosa. (Al fine di evitare inutili confusioni sarebbe infatti meglio parlare di nature, al plurale.)
–
“vedo una minoranza che desidera solo la propria tranquillità e di non essere umiliata, irrisa e condannata”
Benissimo, penso si possa dire che si sià un po’ tutti contro l’ingiusta discriminazione (almeno lo spero). E’ bene tenere a mente, tuttavia, che la propria condotta sessuale non può e non deve conferire particolari diritti/doveri. E questo taluni, sovente, tendono a dimenticarlo.
Grazie dell’interessamento, utente Vianegativa. Se è vero che una particolare condotta sessuale non debba far godere di particolari diritti una qualsivoglia minoranza per correttezza politica, si potrebbe anche ragionare dicendo come il matrimonio gay possa garantire una stabilità legale a tali coppie affine a quella tra coppie eterosessuali, per cui tale matrimonio sarebbe solo un contratto tra i consorti e lo Stato (il che legalmente è, d’altronde). Certo, di qui ne uscirebbe anche la problematica delle adozioni…
Sono ancora indeciso, purtroppo (non è comune che io non riesca a prendere posizione su qualcosa…), ma ringrazio comunque CS per offrire un luogo di confronto alternativo a quelli guidati dal paradigma dominante.
Grazie a lei, utente Alio.
Potrebbe interessarle QUESTO mio commento al riguardo, dove accenno per sommi capi un possibile motivo per lasciare le cose come stanno.
Saluti.
Oh, sì, avevo già letto quel commento.
P.S. riguardo alla questione della “teleologia della naturalità”, credo che la si possa considerare più una posizione etico-filosofica che non prettamente scientifica (dico questo, ritenendo comunque come di questi tempi vi sia gran deficienza e di etica e di filosofia).
Ammiro la sintesi del tuo post beppino. Riguardo all’argomento penso che tu abbia centrato il problema nella seconda parte del tuo intervento. Sulla prima parte è fuor di dubbio che ci troviamo in una fase in cui c’è un pensiero dominante , ma il fatto che sia dominante non significa che sia sbagliato o tutto sbagliato. Veniamo da secoli in cui i pensieri dominanti erano altri , e le libertà individuali e collettive molto compresse . È impossibile analizzare l’apparente eccesso di libertà odierna se non si parte dalla scarsissima libertà effettiva che fino a qualche secolo fa era diffusa in un mondo di privilegi feudali. Compito del uomo di buon senso è cercare all’interno degli eccessi attuali quelle istanze che meritano comunque di essere sostenute , e che spesso sono soffocate attraverso una ingegnosa opera di controinformazione tendente a fare dello status quo l’unica opzione possibile a fronte di non precisati ma immanenti rischi per l’umanità intera . Quanti diritti , nel passato dell’umanità , si sono calpestati e negati al grido di ‘dove andremo a finire’ ? Se non si fosse protestato e lottato contro chi usava questo sistema , oggi ancora esisterebbero i servi della gleba , e per andare da Roma a Firenze occorrerebbero 10 giorni a Dorso di mulo . Non so se è credente , ma se vuole una idea si rilegga il discorso di apertura del concilio Vaticano secondo pronunciato da Giovanni 23′ , dove il papa non ha timore a scagliarsi apertamente contro quelli che dicono sempre che nel passato si stava meglio .
Intendevo dire il post di alio , non beppino
Il problema è che i primi che si batterono per sradicare ingiustizie (vedi schiavitù, matrimoni intra-razziali, etc.) lo fecero usando argomentazioni basate sul buon senso e sulla morale naturale (e tra questi molti erano cristiani), cosa che adesso non avviene più.
Pertanto non credo l’obiezione tenga molto, onestamente.
Grazie per l’apprezzamento e per la lettura consigliata, utente Mentelibera65.
Comunicazione per enzo: l’articolo è stato revisionato ed è pronto per l’eventuale reblog. 🙂
Altra comunicazione: mio post di ieri finito in moderazione e mai più riemerso-stop 🙂
Al di la di considerazioni etiche sulla questione omosessuale io penso si debba partire da un dato indiscutibile: l’omosessualità interessa una percentuale limitata e trascurabile della popolazione umana. Indipendentemente da considerazioni circa la “sostanza” dell’essere omosessuale e indipendentemente dall’ovvia constatazione che un omosessuale é una persona con i suoi diritti e i sui doveri SE questa percentuale é minoritaria il “modo” di essere omosessuale e di vivere la tendenza omosessuale non può non tener conto del proprio “essere” minoranza.
.
Essere minoranza non vuol dire ovviamente rinunciare a rivendicare i propri impliciti o presunti diritti ma sicuramente non vuol dire “stravolgere” ciò che motiva e da senso all’ “essere” dell’altra parte, ovvero della “maggioranza”. In questo senso é impossibile non constatare “forzature” se non addirittura “derive” nelle “lotte” civili (specialmente dei gay, che và precisato costituiscono una parte degli omosessuali…): ad es. la teoria nata in ambienti gay secondo la quale una persona é quella che si sente di essere o che ritiene di essere in base alla “cultura” ricevuta (indipendentemente quindi dalla propria caratterizzazione fisica), se da una parte é “funzionale” (e non poteva essere diversamente…) alla citata lotta di rivendicazione dall’altra qualora imposta (come si tenta di fare…) alla fine sfocerà probabilmente in un mero “mettere la polvere sotto il tappeto”. In altri termini quello che la minoranza gay cerca di fare non é prendere atto della naturale diversità e arrivare a “gestire” insieme con la “maggioranza” la reciproca diversità tenendo conto delle esigenze di tutti, quanto piuttosto portare a far ritenere che non c’é diversità a priori. Il che, se da un punto di vista socio-culturale (e forse anche etico…) può avere un senso e potrebbe anche essere cosa buona e giusta, da un punto di vista della dinamica antropologica non é chiaro se possa alla fine essere di “giovamento” all’umanità stessa intesa nella sua globalità (… come specie). Se prevale l’idea che si é quello che si pensa di essere perché dovrebbe essere maggioritario nella società umana il “pensare”, anche implicitamente, al domani (attraverso i cicli iterativi del ricambio attraverso nuove nascite, ad esempio…) e non semplicemente limitarsi alla gestione del presente? Se prevale l’idea che si é quello che si pensa di essere come andrebbe affrontato, ad esempio, lo sviluppo di un bambino nel momento in cui la parte psicologica nella fase di crescita risultasse disallineata rispetto alla parte fisica? Ecc.
.
Altra cosa … speriamo sia una superficiale considerazione che queste idee potrebbero diventare prevalenti, anche solo per la banale costatazione che gran parte della “maggioranza” le ritenga giuste solo per far torto alla rimanente parte della “maggioranza” che é di parere contrario. In altri termini non vorrei che dei problemi della “minoranza”, alla fine, risultasse di effettivo interesse solo per pochi appartenenti la maggioranza; se fosse così i nodi arriverebbero al pettine, magari in ritardo, ma arriverebbero…
Un 20enne furbo potrebbe dichiarare di sentirsi 70enne e pretendere la pensione minima, come dargli torto?
Ovvero a giochi fatti, cioé a matrimonio gay legalizzato, il ventenne potrebbe benissimo “sposare” il marito settantenne in seconde nozze della mamma, avendo scoperto questi, proprio in tarda età, di “sentirsi realizzato” come omosessuale e di “amare” proprio il figliastro (e magari anche col consenso del padre naturale… oltre che della madre).
E visto che si fa becera ironia sui sentimenti, tutti vissero felici e contenti, compresi gli etero omofobi contrari al matrimonio omosessuale, in quanto anche per loro fu stabilito per statuto che si poteva cambiare partner senza incorrere in penalizzazioni, anzi con un premio alla carriera per quelli al terzo partner diverso… Respinto!