In una pubblicazione scientifica su Nature si sostiene la molteplicità dei sessi biologici.
Quando la scienza si piega all’ideologia.
Ho avuto la possibilità di avere tra le mani il numero di Febbraio 2015 di Nature, una delle più prestigiose riviste della comunità scientifica internazionale insieme a Science. Uno dei temi di quel numero anticipati in copertina era il “gender”, per cui ho subito pensato alla cosiddetta Teoria del Gender (che secondo alcuni non esiste, ma i suoi principi sono comunque considerati veri da chi ne nega l’esistenza).
Tale presunta teoria afferma che la sessualità di ogni essere umano è costituita di quattro elementi: il sesso biologico (maschile o femminile); il genere, “gender” in inglese (sarebbe l’orientamento sessuale, che secondo alcuni può avere un numero davvero elevato di forme: eterosessuale, omosessuale, bisessuale, trans, transessuale, transgender, intersex, intergender…); l’identità di genere (cioè il sesso e il genere a cui il singolo individuo afferma di appartenere) e il ruolo di genere (cioè che ruolo occupa un dato genere nella società e nella famiglia). Oltre a questo complesso di strutture, la Teoria del Gender afferma che può essere lecito il passaggio (psicologico o anche fisico) da un genere ad un altro.
Quando sono andato a leggere l’articolo di Nature intitolato “Sex redefined” (il cui testo è liberamente consultabile al link) ho scoperto con stupore che il suo messaggio era che si dovrebbe concettualmente andare oltre anche la semplice “fluidità del genere” e ammettere pure quella del sesso biologico, la prima componente della sessualità. Tutto è sintetizzato dalla tabella allegata al mio articolo, che è una copia con Excel di quella presente sulla rivista cartacea. Essa rappresenta lo “spettro sessuale”, cioè mostra ai due estremi il caso dei sessi noti, maschile e femminile, in tutti gli aspetti (dal genetico al più propriamente corporeo), mentre in mezzo tutte le presunte “vie di mezzo” fisiche tra maschile e femminile.
(Fare click sull’immagine per ingrandire)
Dal momento che siamo tutti pieni di impegni e mi dispiace rubarvi tempo, anticiperò subito la tesi del mio articolo, in modo che, se volete, dopo aver letto la proposizione successiva, potrete saltare subito all’ultimo paragrafo (dove parlerò delle ripercussioni sociali degli argomenti dell’articolo di Nature e di una sorpresa finale) evitando la parte più monotona. A mio avviso, la “ridefinizione di sesso” è inutile perché tutto ciò che costituisce la parte centrale dello spettro sessuale è fatto solo di malattie e malformazioni e non di una vera e propria alternativa biologica ai sessi maschile e femminile.
Siccome abbiamo a che fare con Nature e non con Voyager, dobbiamo analizzare quanti più casi riportati possibili per dimostrare quanto il tentativo di negare il bipolarismo sessuale sia in realtà una grande arrampicata sugli specchi.
Iniziamo dal caso della signora australiana che durante un’amniocentesi scopre che il figlio è sano, ma che lei ha buona parte delle cellule del proprio corpo con cromosomi sessuali maschili (XY). L’articolo stesso sostiene che probabilmente quando la donna era a sua volta un embrione, parte del suo corpo si fuse con l’embrione di un gemello maschio mai venuto alla luce. Di conseguenza, aggiungo io, si è trattato solo di un malfunzionamento durante la gestazione, la signora è solo una donna con delle cellule “rubate” dal fratello.
L’articolo prosegue dicendo che esistono molti casi di discrepanza tra il sesso genetico e il sesso mostrato dalle gonadi e/o dal resto dell’anatomia, questa condizione è detta “Disorder of Sex Developement” (DSD, da notare il fatto che l’acronimo stesso parla di disordini, non di alternative biologiche ai due sessi “standard”). Secondo alcuni ricercatori, una persona su 100 possiede uno di questi DSD, ma in questo piccolo 1% della popolazione rientrano anche quelli che hanno solo uno squilibrio ormonale, quindi questo 1% è già associato ad una categoria forzatamente allargata.
Gli scienziati hanno scoperto che sono molti i geni che possono essere coinvolti in un DSD, per cui sono molti i gradi con cui esso si può manifestare, quindi l’articolo procede con una sorta di ordine cronologico dei momenti dello sviluppo sessuale in cui possono manifestarsi tali disordini.
Fatta la considerazione banale per cui in un embrione il sesso non è la prima cosa che si forma (e ci mancherebbe pure!), viene spiegato che dopo la formazione dei reni si creano dei rigonfiamenti che poi diventeranno le gonadi maschili o femminili, le quali a loro volta produrranno gli ormoni che indirizzeranno la formazione dei genitali dell’uno o dell’altro sesso bloccando lo sviluppo dei genitali “scorretti”, cioè quelli diversi dal sesso previsto dai cromosomi.
A inizio del millennio si scoprì che esistono geni predisposti allo sviluppo delle ovaie e alla soppressione dei testicoli, come uno chiamato WNT4. Il testo pone l’esempio di individui XY che con copie extra di questo gene sviluppano genitali e gonadi atipiche, come un utero rudimentale. “Copie extra”, appunto, cioè geni di troppo rispetto ad una norma di cui implicitamente si ammette l’esistenza.
Nel 2011 si è scoperto un altro gene detto RSPO1 che se non funziona normalmente induce i soggetti XX (femmine) a sviluppare gli “ovotesticoli”, gonadi con aree che presentano uno sviluppo sia di ovuli sia di testicoli. Di nuovo, ci troviamo di fronte a un gene che non funziona normalmente.
Siccome si è dimostrato che lo sviluppo sessuale biologico è caratterizzato da una rete di attività genetiche, il clinico Eric Vilain si aspetta un “cambiamento filosofico del nostro modo di vedere il sesso”, ma stiamo vedendo quanto in realtà parliamo solo di processi molto sofisticati scientificamente, ma nulla di speciale filosoficamente.
Come succede spesso quando si legge di una scoperta sensazionale in biologia, ci accorgiamo che tale scoperta per la precisione riguarda i topi. Nel 2009 e poi nel 2011 ricercatori hanno scoperto che disattivando un gene delle ovaie, le cellule relative alla produzioni di ovuli diventavano produttrici di sperma e viceversa che, disattivando un altro gene, cellule testicolari diventavano cellule delle ovaie. Tutto ciò sorprese gli scienziati perché succedeva post-nascita. Capisco quindi che l’esperimento non sia stato affatto banale, ma dal punto di vista della tesi dell’articolo non si è scoperto una “via di mezzo” dei sessi, sono sempre i soliti due con in più una maggiore conoscenza dei meccanismi che determinano il sesso.
L’articolo supera l’argomento gonadi per passare agli altri caratteri sessuali, ma tratta di nuovo una malattia, la sindrome detta CAIS per la quale le cellule di un individuo XY sono purtroppo sorde agli ormoni maschili, per cui i testicoli sono presenti ma i genitali esterni sono femminili. Una malattia a tutti gli effetti, per cui l’autore, lo scrittore freelance Claire Ainsworth, subito precisa che casi come questi vengono subiti da una persona su 4’500, siccome però lo scopo di Nature era di dimostrare lo spettro sessuale, andiamo avanti con altri casi da buttarci dentro.
Viene citata una DSD detta CAH che produce un eccesso di ormoni maschili, per cui gli individui XX presentano genitali ambigui (che è meglio che non descrivo). Una forma più tenue di CAH, comporta invece tratti facciali maschili, maggior peluria, cicli mestruali irregolari e problemi di fertilità. Meno male che è la forma più tenue!
L’articolo per poco si dà una zappa sui piedi quando spiega che molti individui giungono a scoprire che sono affetti da una DSD perché sono andati a farsi analizzare problemi di sterilità. Mi sa che più che di spettro sessuale stiamo descrivendo uno spettro e basta, con tutte queste malattie su malattie!
Quasi a mo’ di barzelletta, viene riportato anche il caso di un uomo di 70 anni, padre di quattro figli, che scoprì casualmente, durante un intervento, di avere un utero. Se però non se ne accorto per 70 anni ed ha addirittura avuto dei figli, allora è solo una piccola malformazione avvenuta durante la gravidanza della madre di quest’uomo, non uno stato intermedio maschio-femmina!
Si torna quindi di nuovo a qualcosa di più consistente ma lo si fa citando la sindrome di Turner, che avviene quando un individuo XY per errore “perde” il cromosoma Y e il risultato è una donna con altezza ridimensionata e ovaie sottosviluppate (ma di nuovo si precisa subito che ne è affetta una su 15’000). Ormai abbiamo capito il problema di fondo di questo articolo: per espandere lo spettro sessuale, si inseriscono blande malformazioni, per aggiungervi casi più significativi, si citano malattie.
Siccome si vuole riportare di tutto e di più, viene presentata anche la storia di una donna che era incinta di un bambino maschio di cui una parte delle cellule attraversarono la placenta e si fusero col corpo della madre. Queste cellule maschili vennero ritrovate 27 anni dopo la nascita del bambino, il che è una notizia interessante, quasi divertente, ma non dimentichiamo il tema dell’articolo, per cui ci tengo a sottolineare che la donna era una donna e il bambino era un maschietto “e basta”. Sempre per allungare il brodo, si cita anche il fatto che una donna, analizzata dopo la sua morte, presentava nel cervello cellule XY. “Era una donna che sapeva pensare da uomo?” vi chiederete voi che sicuramente vorreste farci una battuta, ma parlando seriamente, di nuovo stiamo trattando di una “comune donna”, perché quelle cellule XY svolgevano il regolare compito di cellule neuronali.
Siamo giunti all’ultimo paragrafo. Se non avete saltato la parte precedente, vi ringrazio per la pazienza, se invece l’avete fatto, non vi rimprovero ma invito anche voi a riflettere su altre due questioni presenti nell’articolo di Nature.
Cominciamo col dire che chi fosse stato così ingenuo da ritenere che l’articolo trattasse solo di scienza, senza mettere in mezzo la politica, si sbagliava. Riporto testualmente:
Biologists may have been building a more nuanced view of sex, but society has yet to catch up. True, more than half a century of activism from members of the lesbian, gay, bisexual and transgender community has softened social attitudes to sexual orientation and gender. Many societies are now comfortable with men and women crossing conventional societal boundaries in their choice of appearance, career and sexual partner. But when it comes to sex, there is still intense social pressure to conform to the binary model.
Tradotto dall’inglese all’italiano politicamente corretto, siccome i biologi hanno scoperto che una volta su cento qualcosa non va nello sviluppo della sessualità biologica, del tipo uomini che nascono con l’utero, allora sarebbe bene che la società rinunciasse al bipolarismo maschio-femmina e approvasse almeno le unioni civili, meglio ancora matrimoni ed adozioni per i gay. Da notare che se quello spettro sessuale in figura presentasse una qualche forma di corrispondenza con l’orientamento sessuale, del tipo “eterosessuale agli estremi, bisessuale al centro e omosessuale negli altri casi”, allora sarebbe stata una vera rivoluzione scientifica perché si sarebbe trovata una spiegazione biologica alla manifestazione dei vari gender, ma purtroppo abbiamo visto che non è così, è l’autore che sta inserendo in modo pretestuoso le “questione gay” in un articolo che è stato fin qui solo un elenco di disturbi fisici.
Ora ammirate questa che secondo me è una palese contraddizione: prima viene detto che
This pressure has meant that people born with clear DSDs often undergo surgery to ‘normalize’ their genitals. Such surgery is controversial because it is usually performed on babies, who are too young to consent, and risks assigning a sex at odds with the child’s ultimate gender identity
è sbagliato scegliere di intervenire chirurgicamente sui bambini affetta da una grave DSD quando sono troppo piccoli per decidere autonomamente sulla loro identità sessuale, però
doctors and parents should at least wait until a child is old enough to communicate their gender identity, which typically manifests around the age of three, or old enough to decide whether they want surgery at all.
ossia a tre anni il bambino/a può già dire quale sia la sua identità di genere. A tre anni! Quando cerco di tornare con la mia mente al ricordo più vecchio che ho, visualizzo mio padre che gioca con me a fare i colpi di testa con un pallone nel bosco di Capodimonte, ma non sono affatto sicuro che tale ricordo risalga ai miei tre anni, probabilmente dopo e di certo non avevo ancora la più pallida idea che, aldilà del fatto che ero un maschietto in un mondo diviso in maschietti e femminucce, il genere fosse una cosa su cui potevo pensare, riflettere, valutare e scegliere!
La “propaganda gender” si fa più forte nelle battute finali:
Yet if biologists continue to show that sex is a spectrum, then society and state will have to grapple with the consequences, and work out where and how to draw the line. Many transgender and intersex activists dream of a world where a person’s sex or gender is irrelevant.
Che detto in modo rude significa che se i biologi continueranno a raccogliere casi volti a dimostrare il fantomatico spettro sessuale, le società che non l’avessero fatto saranno “costrette” a dover approvare i matrimoni gay. Lo dice la Scienza!
L’alternativa dovrebbe consistere nello stabilire un criterio per affermare se un individuo sia maschio o femmina, ma “alla luce dei dati raccolti” elencati nell’articolo, nasce un problema:
So if the law requires that a person is male or female, should that sex be assigned by anatomy, hormones, cells or chromosomes, and what should be done if they clash?
Cioè, quel’1% di persone che purtroppo hanno subito una DSD con che criterio le cataloghiamo sessualmente? Valutando caso per caso, con un metodo scientifico, in particolare senza le forzature che abbiamo visto? No, ma
“My feeling is that since there is not one biological parameter that takes over every other parameter, at the end of the day, gender identity seems to be the most reasonable parameter,” says Vilain. In other words, if you want to know whether someone is male or female, it may be best just to ask.
In pratica, quale sia il sesso è una cosa che può decidere il singolo, alla faccia della coerenza “pensiero-realtà”: è il pensiero che stabilisce la realtà. Immagino quel vecchio di 70 anni che, scoperto di aver sempre avuto un utero, impone ai nipoti di farsi chiamare “nonna”. Dopotutto, citando Voltaire, “la pace è preferibile alla verità”, specialmente quando si ha la possibilità di evitare questioni in famiglia. Ho citato di nuovo quel caso particolare per farvi osservare che se il sesso dovrà essere quello dichiarato verbalmente dal singolo, allora anche un individuo che sia maschio dal DNA ai peli se dice di voler essere chiamato ”Beatrice” allora dovrà essere accontentato, è un fatto di coerenza.
Ora veniamo alla seconda questione finale, la sorpresa a cui alludevo. A cavallo tra la terza e la quarta pagina dell’articolo si legge:
Scientists are now finding that XX and XY cells behave in different ways, and that this can be independent of the action of sex hormones. “To tell you the truth, it’s actually kind of surprising how big an effect of sex chromosomes we’ve been able to see,” says Arnold. He and his colleagues have shown that the dose of X chromosomes in a mouse’s body can affect its metabolism, and studies in a lab dish suggest that XX and XY cells behave differently on a molecular level, for example with different metabolic responses to stress. The next challenge, says Arnold, is to uncover the mechanisms. His team is studying the handful of X-chromosome genes now known to be more active in females than in males. “I actually think that there are more sex differences than we know of,” says Arnold.
La sorpresa è che le differenze tra uomo e donna non sono solo riprodotte a livello “informatico” nei cromosomi, cioè i cromosomi XX e XY non si limitano a contenere le informazioni che ad una scala maggiore si manifestano nella mia barba e nei miei baffi e nelle curve delle donne, ma già a livello cellulare la singola cellula XY si comporta, a prescindere di quale parte del corpo faccia parte, in modo diverso da quella XX!
Detto scherzando, è come dire che non sono solo “io” (sul piano mentale) che vorrei andare a vedere un film horror al cinema mentre la mia ragazza no, anche le mie cellule sono d’accordo (piano microbiologico). Concludendo, in questo brano che pare anomalo rispetto al resto dell’articolo, la differenza uomo-donna non è disciolta come si cerca di fare nel resto del testo, ma è addirittura rafforzata rispetto a quello che sapevo prima!
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104 commenti
Articolo molto chiaro e ben argomentato.
G. K. Chesterton diceva: “Spade sguaineremo per dimostrare che le foglie sono verdi in estate”. Forse sarebbe il caso di prendere alla lettera tale citazione ?
Cosa non si fa per qualche “importante” e “rivoluzionaria” pubblicazione…
Grazie per i complimenti, Salvo. Chesterton è stato profetico!
Ok HTagliato, sei stato chiarissimo. Spesso quando c’è una spinta ideologica si tende a trovare le eccezioni per poi aggrapparsi a quelle per cambiare le regole. “C’è stata una signora australiana che” , bene , benissimo. Vogliamo cambiare la definizione di sesso biologico che si usa sul Pianeta Terra per l’evento accaduto alla signora australiana? Semplicemente ridicolo. Semplicemente.
Ma anche “identità” è una parola semplice. Si tratta di “corrispondenza”. Quello che è definito sessualmente, lo riconosco come tale. Cioè quello che è geneticamente maschio, lo riconosco come maschio. Ecco cos’è l’identità. Una corrispondenza fra ciò che è e ciò che avverto. Per supportare chi dice che questa identità può non esserci ( e quindi non essere più un’identità), arrivano gli scienziati che dicono che il punto è ancora più in origine: anche il sesso è relativo. Del resto, come diceva un editore di Science (o di Nature, adesso a memoria non ricordo): “La scienza la fanno gli scienziati”. Capirai. Affermazione vera e tremenda insieme.
Grazie Max, apprezzo e condivido le tue considerazioni, in particolare il modo in cui definisci l”‘identità”.
Grazie anche da parte mia.
Gli arrampicatori sugli specchi non si fermano qui. Mi è capitato di leggere un articolo che, volendo negare l’esistenza delle “gender thoery”, arrivati a prendere in considerazione il fatto che i casi di “sesso intermedio” rientrano nell’ambito delle patologie, con un fumoso giro di parole si affermava in sostanza la fluidità e opinabilità di ciò che sarebbe patologico.
Prego, GIGI57, in pratica le è capitato un articolo in cui si ragionava come Chiara Lalli, secondo la quale il concetto di patologia è opinabile.
Non volevo fare il nome 😀
Capisco, ma già se ne parlò su Critica Scientifica 😀
In un certo senso è proprio così, il concetto di malattia si rifersice allo stato di sofferenza di un organismo. Se l’organismo non soffre o non è impedito a svolgere una vita che egli può ritenere soddisfacente, non ha senso chiamarla “malattia” o “patologia”.
Grandioso, ora anche il concetto di malattia fisica è soggettivo!
Per ora la matematica non urta i sentimenti di nessuno, altrimenti, per chi vorrà, 2+2=5
Dipendendo dalla fame, 2+2 mele possono sembrare troppe o troppo poche. Questo è il concetto.
Molta scienza non è più conoscenza della realtà ma interpretazione di essa piegata al Pensiero che in un dato momento storico si vuole affermare. Un Pensiero che risulta comodo e più remunerato..
Temo che lei abbia ragione, Paolo Serra, la Scienza la fanno gli uomini e gli uomini non sono atomi, hanno una loro filosofia, un background culturale, interessi…
Strano che tutto ciò (filosofie, interessi, ideologie, culture etc) possa tranquillamente fare il suo ingresso in L.aboratorio e devastare ciò che dovrebbe essere, non dico la ricerca della verità, ma almeno di un oggettività e contemporaneamente negarlo a quell’Unico impiccione di un vecchio con la barba bianca.
Vietare l’accesso a tutti no? macché.. due pesi due misure. ma non eravamo nella grande era della Ragione? si saran scordati di dirci come usarla.. mah!
Mi perdoni HTagliato ma ho dimenticato di ringraziarla per il bell’ articolo. Fa sorridere vedere certi studi scientifici ma inorridisco se penso alle conseguenze nel caso si vada sempre più su questa strada.
Ancora complimenti
Grazie, Paolo.
Parafradando la mitica Tina Turner ‘what science has to do with it ?’ Il 14 Giugno a Roma si commemorera
Marcello Cini che tanti anni fa nel suo L’ape e l’architetto aveva fatto capire quanto la scienza fosse predata dalle ideologie dominanti. Marcello Cini è stato un riferimento importante per gli scienziati (e non solo) della sinistra italiana e soprattutto un uomo libero e coerente aldilà di tanti aspetti ideologici che mi trovano in disaccordo chissà cosa avrebbe pensato di questa propaganda raffazzonata e becera. Bravo Htagliato a farcela conoscere ma quanto dolote nel vedere la logica maltrattata la confusione di piani del discorso la malafede..
Grazie, Alessandro, l’importante è accorgersi e far notare i maltrattamenti della logica inseriti nella scienza.
A propositi di cattiva ricerca, di questo articolo pubblicato dalla rivista medica ‘Lancet’ ne avete trattato?
Riporto alcune frasi:
“A lot of what is published is incorrect.”
“The apparent endemicity of bad research behaviour is alarming. In their quest for telling a compelling story, scientists too often sculpt data to fit their preferred theory of the world.”
“Can bad scientific practices be fixed? Part of the problem is that no-one is incentivised to be right.”
Qui il resto:
http://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736%2815%2960696-1.pdf
Interessante articolo, nonostante il non lieto fine.
“The good news is that science is beginning to take some of its
worst failings very seriously. The bad news is that nobody
is ready to take the first step to clean up the system.”
Una cosa che mi sembra emergere con evidenza è che nessuno ha difeso lo studio di Nature, la risposta ritengo essere nel fatto che si tratti di un lavoro indifendibile che htagliato ha esposto e criticato in modo ineccepibile.
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La seconda cosa, collegata alla prima, è che nessuno dei commentatori abituali e critici del sito è intervenuto per dire la sua.
Non posso che pensare che questo sia il sintomo di una mentalità non obiettiva che difende per partito preso il mainstream scientifico e che quando, come in questo caso, dovrebbe dare un giudizio negativo, preferisce sparire piuttosto che parlare male di una rivista “sacra” come Nature.
Io, che di solito sono critico verso le opinioni cattoliche spacciate per “critica scientifica”, vorrei rispondere, ma prima dovrei leggermi e tradurre per bene l’articolo originale(che non è uno studio scientifico, ma il punto di vista personale di una giornalista scientifica britannica) , quindi ho bisogno di un po’ di tempo. In ogni caso anche se dopo aver letto e tradotto l’articolo originale per conto mio dovessi trovarmi d’accordo con voi, trattandosi di un’opinione scientifica, non invalida il valore e la credibilità di una rivista come Nature.
Non è uno studio scientifico falsificato, o inficiato da gravi errori metodologici, ma un commento personale basato su studi scientifici seri, attraverso il quale si sostiene una certa visione politica che è propria della giornalista, ma non è necessariamente condivisa da tutta la linea editoriale di Nature.
La stessa cosa che ha fatto HTAGLIATO, che analizzando in chiave personale gli stessi studi, li ha strumentalizzati a sostegno della sua visione cattolico-tradizionalista della società.
Siamo sempre nel campo delle opinioni, del dibattito e della strumentalizzazione della scienza, la scienza pura è un’altra cosa.
E secondo me la risposta su come affrontare e regolamentare questioni squisitamente politiche come le unioni omosessuali, le adozioni, la fecondazione eterologa, la transizione di genere, l’aborto, il fine vita, le politiche ambientali… non si possono trovare esclusivamente nella scienza(la scienza ognuno la interpreta a seconda di come gli fa più comodo) , le decisioni vanno prese sul campo politico, nel rispetto della democrazia. Ad esempio se si facesse un referendum su un progetto di legge ambientalista per ridurre le emissioni gassose, e la maggioranza degli italiani fosse favorevole alle energie alternative e diffusione di tecnologie per contenere lo spreco energetico, si dovrebbe rispettare la volontà democratica. Idem per il contrario. A prescindere da quello che dice la scienza sul global warming!
Mi faccia capire Andrea-C, ma se la “scienza pura” non la trovo su Nature dove diamine la devo leggere?
Non ha pensato che proprio perché è Nature chi legge può facilmente credere di trovarsi di fronte ad una scoperta scientifica e invece è solo l’opinione di un giornalista? Un’opinione portata avanti anche male.
Ma c’è scritto chiaramente che la sezione in cui è stato pubblicato l’articolo di Claire Ainsworth si chiama “News &Comment” , cioè divulgazione delle nuove ricerche scientifiche e opinioni/interpretazioni ad ampio raggio(politiche, sociali, ambientali, filosofiche ) sulle novità della scienza.
Insomma giornalismo e divulgazione, in cui è ammessa anche l’espressione di punti di vista personali, non convenzionali, e non necessariamente condivisi dalla comunità scientifica.
La ricerca pura, senza commenti , senza opinioni, senza discussioni, e senza punti di vista politico/ideologici e proiezioni sul futuro , si trova alla sezione Research!
D’accordo, sono contento che sia possibile distinguere su Nature la “scienza pura” da quella “chiacchierata”, ora resta da risolvere il secondo problema, ossia perché la tesi dell’articolo sia stata argomentata così male, rispetto al prestigio di cui gode la rivista.
Adesso su Nature c’è la sezione “chiacchiere da bar”, interessante.
le riviste scientifiche non sono obbligate a pubblicare solo i risultati grezzi degli studi scientifici, ma solitamente ospitano anche un dibattito, dei punti di vista non conclusivi, che in quanto tali sono sempre opinabili.
Non ho ancora avuto tempo di tradurre il lungo articolo originale, ma se è stato pubblicato forse è meno stupido e meno fuorviante di quello che pensate
@Andrea-c
siete meravigliosi, riuscite a confermare quello che dico anche quando lo negate!
Quindi lei afferma che io avrei sostenuto che tutta la rivista Nature avrebbe dovuto essere invalidata… ma quando?
Ho detto che piuttosto che criticare un articolo apparso su Nature avete fatto finta di niente.
Ma lei ha sviato il discorso riuscendo ad evitare di dire che quell’articolo è un obbrobrio, se lo studi pure, ma intanto ha insinuato che htagliato lo ha strumentalizzato.
E per finire, il fatto che siate intervenuti dopo che ho fatto la mia osservazione qualche pensiero maligno lo suscita.
“Quindi lei afferma che io avrei sostenuto che tutta la rivista Nature avrebbe dovuto essere invalidata… ma quando?”
Cosa significa “quando la scienza si piega all’ideologia”? sembra una chiara accusa alla rivista scientifica Nature di fare propaganda ideologica!
Ma pubblicare un articolo, magari anche influenzato dall’ideologia(ammesso e non concesso che l’interpretazione di Htagliato sia corretta e non faziosa) , non significa che “la scienza si piega all’ideologia”, ma solo che la divulgazione scientifica non è mai imparziale, e di solito ai giornalisti scientifici viene anche concessa la libertà di opinione. L’importante è che ci sia una distinzione chiara tra l’opinione, e i dati scientifici, e le eventuali prove conclusive.
Sarebbe certamente scorretto presentare un’opinione come “scientificamente provata”, ma da una lettura superficiale non mi pare che Claire Ainsworth abbia fatto questo, ha solamente discusso e presentato al pubblico i risultati di nuove ricerche, alla luce della nuova controversa teoria secondo cui la sessualità non sarebbe nettamente binaria(maschio/femmina)
Nel testo compare varie volte la parola “MAY”(potrebbe), e in conclusione si legge “my feelings”, cioè sensazioni, convinzioni personali…insomma le idee di questi biologi convinti che vada ridefinita la concezione binaria tradizionale di identità sessuale(maschio-femmina, senza vie di mezzo e sfumature) non vengono mai spacciate come certezze scientifiche assoluti, ma come “my feelings”, “if” “may” ecc..
Certo che se Htagliato riporta solo le parti che gli fanno più comodo a sostenere la sua critica, chi legge è portato a dargli ragione in maniera automatica, senza comprendere perfettamente il contenuto dell’articolo originario
“Certo che se Htagliato riporta solo le parti che gli fanno più comodo a sostenere la sua critica, chi legge è portato a dargli ragione in maniera automatica, senza comprendere perfettamente il contenuto dell’articolo originario”
I vari “forse”e “a mio avviso” sono moralmente punti a favore di un opinionista, ma dal punto di vista del rafforzamento di una tesi sono del tutto indifferenti.
Se ci sono nell’articolo di Nature brani che ho saltato in cui il bipolarismo sessuale biologico viene messo in discussione in modo convincente, faccia pure un “copia-e-incolla”.
Oppure era domenica, e qualcuno può aver pensato che Nature non ha bisogno di essere difesa da un prolisso attacco d’uno studente in un blog. Altri possono abere avuto ben più importanti eventi divulgativi da celebrare.
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Ohé, Enzo, mica gira tutto intorno a voi.
Capisco che il mio articolo sia uscito di Sabato, ma finora nessuno ha realmente difeso la tesi dell’articolo di Nature e/o il modo in cui è stata argomentata, per cui, mi vien da pensare che “l’attacco prolisso di uno studente” sia stato sufficiente a smontare questa pubblicazione della prestigiosissima Nature.
Oppure era da sabato che l’articolo era stato messo.
PS non ho mica detto che doveva intervenire Flores D’Arcais a commentare l’articolo di Nature, il riferimento era ai soliti commentatori critici del blog che, guarda la coincidenza, sono saltati fuori quando ho fatto notate che erano spariti.
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Comunque grazie ancora, avendo scelto di denigrare htagliato e sorvolare sull’infimo livello dell’articolo su Nature anche stavolta hai confermato che siete di parte e precisamente di fede scientista.
+12h di fuso orario, per me l’articolo è stato pubblicato domenica notte. Con gente che contesta anche il fuso orario mi sembra ci sia poco da dire. Il post è la solita routine di disinformazione e ideologia, così lontano dalla pretesa critica scientifica… Non va più in là di un’opinione personale, di qualcuno che ha già dichiarato in passato di dover esprimere un giudizio su tutte le cose importanti della vita, e non ha tempo di conoscerle direttamente. Cosa vuole che si stia a discutere?
“Il post è la solita routine di disinformazione e ideologia, così lontano dalla pretesa critica scientifica”
Quindi non farà il minimo sforzo per spiegare nel dettaglio, anzi, nello spiegare sul serio perché è d’accordo con il giornalista di Nature e con le sue argomentazioni?
” Non va più in là di un’opinione personale, di qualcuno che ha già dichiarato in passato di dover esprimere un giudizio su tutte le cose importanti della vita, e non ha tempo di conoscerle direttamente”
Premesso che so a quale discussione sta alludendo e dico solo che non ha capito proprio niente, perché, GVDR, insiste a parlare di me?
A scuola e all’università mi hanno insegnato che le risposte alle domande devono essere sempre “Sì, perché…/No, perché…”, invece, a quanto pare, nella vita “reale” molti preferiscono il “Sì/No, che te lo dico a fare il perché…”
Hai ragione Htagliato, non è questo il modo di rispondere al tuo post. E probabilmente avrei anche investito del tempo a cercare di spiegare dove penso tu sbagli. Ad esempio che è sbagliato prendere ciò che è una norma statistica per una norma etica (di nuovo, quel “is/ought problem”). Oppure che quello che i psicologi intendono quando dicono che un bambino di tre anni comincia a comunicare la sua identità sessuale non c’entra nulla con la capacità di un bambino di elaborare riflessioni a riguardo. E avrei investito del tempo, di nuovo, per ricordarti quando doloroso possa essere per le persone veramente affette da questa discussione essere definite “malate” solo sulla base di una loro rarità statistica. Di come mi pare tu ti limiti a considerare il lato accademico, polemico, di una discussione che è centrale nel riconoscere la dignità di molte persone, non meno vere di me e te.
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Purtroppo, invece, ogni conversazione è ora viziata. Io, personalmente, non sono intervenuto perché ero impegnato in altro. Per Enzo, invece, non può che essere una ammissione di colpa. Anzi, l’occasione di screditarmi. Se queste son le basi, mi domando che senso abbia continuare a confrontarmi con voi. Tenetevi la vostra “marcia in più”.
Ma scusi Gvdr, + 12 ore di fuso orario (circa) dall’Italia significa che lei si trova immediatamente ad ovest della linea del cambiamento di data (si trova quindi in Nuova Zelanda o dalle parti delle isole Marshall? E in che struttura sta lavorando?).
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E in tal caso quando qui erano le 0,26 di Sabato da lei erano le 12,26 dello stesso Sabato, ma di quale Domenica notte va parlando?
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Se invece lei è negli USA, come ha affermato in un altro post, quando ho pubblicato l’articolo per lei era addirittura ancora Venerdì!!!
Esattamente in questo momento la Domenica notte negli USA deve ancora arrivare!
Questa l’ora attuale ad Honolulu, la parte più occidentale degli USA, dove la differenza è circa -12, non +12:
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PS detto questo evito di rispondere alle solite frasi fatte che lei ha scritto.
E francamente, visto che non sa neanche che ore sono e che giorno sia nel luogo in cui afferma di trovarsi mi vengono seri dubbi pure sulla sua dichiarata attività di ricercatore.
Ho affermato di essere negli USA? Può citare? O è una altro dei suoi ad hominem?
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Ok, era Sabato a mezzogiorno (a dire il vero non avevo guardato l’ora di pubblicazione, errore mio).
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Si tenga pure tutti i dubbi di questo mondo. Del resto, lei ha la mia mail e ci metterebbe ben poco a fare una ricerca su google. Avevo pure postato la mia homepage da qualche parte, altri l’han gia trovata. Del resto, lo dimostra per l’ennesima volta, l,i portante per voi è distruggere l’avversario.
Caro Gvdr, intervengo qui in un minuto secondo che purtroppo è l’unico a disposizione mentre sono in altre faccende affaccendato. Enzo non dice che tu hai affermato di essere in USA, fa diverse affermazioni seguite da un punto interrogativo. Sono Query, non affermazioni.
Enzo ha solo punzecchiato e gli effetti si son sentiti anche qui, a -12h fi fuso orario… 😉
Ovviamente la tua parola ‘distruggere’ non è esagerata, è semplicemente di fantasia, o dovuto a stress.
Anche tu, come chi ha scritto l’articolo credi che l’idea di due sessi sia semplicistica? Di due sessi ha avuto bisogno la natura, non di più. Tu hai fonti segrete che dicono il contrario? Ma non basta ammettere che l’hanno sparata grossa? verità ed eleganza insieme. ops, il mio minuto è finito, mannaggia. alla prossima. Torno a lavoro.
@Gvdr,
lei il 27 maggio scorso ha detto di essere un emigrante con permesso di soggiorno in scadenza:
http://www.enzopennetta.it/2015/05/lideologia-del-xxi-secolo-e-malthusiana/#comment-37587
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Il permesso di soggiorno in scadenza fa pensare agli USA, poi afferma di essere a circa +12 ore di fuso orario, incrociando i due dati, pur con degli errori di approssimazione, viene fuori che si trova una zona dalle parti delle Hawaii, anche se rispetto a quelle isole si troverebbe oltre la linea del cambiamento di data e quindi semmai dovrebbe essere a -12 ore di fuso orario.
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Adesso, comunque stiano le cose, si arrampica sugli specchi… facciamo così, dica dove si trova dato che in passato ha confermato che ci sono diverse ore d fuso orario.
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Resta il fatto singolare che lei ha affermato che quando l’articolo è stato pubblicato (IL GIORNO PRIMA) era da lei Domenica notte quando invece la Domenica notte è in corso in questo momento in Europa e Asia.
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Infine le faccio notare che la denigrazione appartiene al suo modo di fare (vedi hatagliato), io ho solo fatto notare che lei ha fatto un errore davvero grossolano che non potevo far finta di non vedere.
@MAX: “Enzo non dice che tu hai affermato di essere in USA, fa diverse affermazioni seguite da un punto interrogativo.” <- Ah si? Enzo scrive: "Se invece lei è negli USA, come ha affermato in un altro post, ". Peccato che io non l'abbia mai affermato. L'intento di Enzo era quello di attaccare la mia persona e la mia credibilità.
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@Enzo: "Il permesso di soggiorno in scadenza fa pensare agli USA" <- Già, perché nel resto del mondo il permesso di soggiorno non scade mai. O è in malafede, o è completamente fuori dal mondo.
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"afferma di essere a circa +12 ore di fuso orario, incrociando i due dati, […], viene fuori che si trova una zona dalle parti delle Hawaii, […] e quindi semmai dovrebbe essere a -12 ore di fuso orario." <- O forse lei ha preso una cantonata, io non ho detto di essere negli USA (ma di avere un permesso di soggiorno in scadenza). Ma no, certo, lei non sbaglia mai! Meglio mettere in dubbio la mia credibilità!
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"Adesso, comunque stiano le cose, si arrampica sugli specchi" <- L'articolo è pubblicato sabato, senza controllare l'ora, ho pensato fosse domenica. Errore madornale! Colossale! Il punto, caro Enzo, è che le persone hanno, spesso, meglio da fare di leggere il suo blog.
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Invece lei ha ben pensato di dedurre che la mancata risposta fosse una ammissione di sconfitta. Che fosse il weekend, che magari s'abbia altre cose da fare, che ci sian cose più importanti del suo blog, lei lo sa benissimo. Ma l'occasione le è sembrata troppo ghiotta, e l'ha subito sposta in pieno. Il che dice molto circa la sua missione in questo blog.
@MAX, Enzo, la mia homepage è linkata nel nome. E a chi me l’ha chiesta non ne ho mai fatto mistero. L’homepage in questione è, da vergognosamente troppo tempo, work in progress, non me ne vogliate.
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P.S. Enzo, dato che in fondo credo ci sia comunque del terreno comune, nonostante tutto, ti faccio un mezzo regalo: questo bel libro, che ho appena finito, di Claudia Malacrita su quanto feroce, e istituzionalizzata, possa essere l’eugenetica: http://www.utppublishing.com/Special-Hell-A-Institutional-Life-in-Alberta-s-Eugenic-Years.html
Tu ne darai la colpa a Darwin e ai Darwinisti, io penso che chi è capace di tanta ferocità trovi appigli e scuse per esprimerla in ogni dove (scienza o religione poco importa).
@Gvdr
ma si rende conto che sta facendo un casino solo per non dire dove si trova?
Ma che è tutto sto mistero, manco fosse 007 in missione segreta!
PS un grazie intero per il mezzo regalo.
No, Enzo, il casino e’ nato perche’ tu hai preferito mettere in dubbio la mia credibilita’ personale, sulle ali di una tua personalissima cantonata. Io non ho mai fatto mistero della mia identita’, e anzi questa non e’ la prima volta che link la mia homepage. Se tu confondi +12 con -12, Hawaii con New Zealand, credi che i permessi di soggiorno scadano solo negli USA, pensi che se qualcuno nel weekend faccia altro e non risponda al tuo blog ti stia dando ragione, mi spiace, ma e’ un problema tuo. Potresti, almeno, scusarti.
E insomma, dopo questo scambio di battute di grande rilevanza, quel che rimane in sostegno dell’articolo di Nature è un “ad hominem” nei confronti di htagliato, semplice studente e quindi forse non perfettamente titolato all’uso della logica…
Edited: vedo solo dopo che la conversazione è continuata sotto (sembrerebbe più on topic), my bad! 😉
Due sole piccole osservazioni: ha senso chiamare “malato” chi presenta un’anomalia genetica con la quale convive con normalità? Nel caso invece dell’omosessualità, di cui non si conosce l’esatta origine, non sarebbe utile prima di cominciare ogni discorso fare le dovute distinzioni tra casi egositonici ed egodistonici?
” ha senso chiamare “malato” chi presenta un’anomalia genetica con la quale convive con normalità?”
Nei casi esposti nel mio articolo, sì, perché per “malattia” intendiamo una malformazione o un cattivo funzionamento di qualcosa (per esempio molte DSD implicano infertilità). Il fatto che il malato abbia imparato a convivere con un’anomalia genetica è buona cosa per lui, ma resta una patologia.
“Nel caso invece dell’omosessualità, di cui non si conosce l’esatta origine, non sarebbe utile prima di cominciare ogni discorso fare le dovute distinzioni tra casi egositonici ed egodistonici?”
Guardi che io non ho fatto nessun discorso sull’omosessualità, l’ho citata, ma il tema dell’articolo era la Teoria del Gender e il presunto “spettro sessuale” dei sessi biologici.
La distinzione tra omosessualità egodistonica ed egosintonica è puramente sociale/culturale, ovvio che un omosessuale che nasce in una famiglia molto religiosa e riceve un’educazione cattolica(o ebraica, o musulmana), avrà molta più difficoltà ad accettare ed affermare la propria omosessualità, rispetto a chi nasce e cresce in ambiente sociale in cui l’omosessualità è considerata una “variante normale della sessualità umana” e non c’è nessuna forma di discriminazione verso gli omosessuali!
Per favore non portiamo la discussione fuori tema, qui si parla di una pluralità di sessi biologici non di omosessualità.
Stavolta non consento divagazioni, si discuta solamente di quanto scritto su Nature.
@Flavio,
chi ha parlato di omosessualità?
Mi sembra che la malattia sia riferita alle anomalie genetiche e cromsomiali, quindi se si definisce “malattia” la sindrome di Down sono malattie anche queste e Nature non le può presentare come varianti normali.
Certo, ma ci sono casi anche come l’uomo che aveva l’utero e nemmeno se ne era accorto. E’ quindi giusto ricordare a quest’uomo che è “malato” o “affetto da un disturbo”? Potrei parlare degli albini, di chi per cause genteiche è in leggero sopvrappeso, di chi nasce con qualche piccola deformazione o con una morfologia non proprio in linea con i canoni di bellezza o anche di me, che pur non mancando l’appuntamento con il raffreddore da fieno, non sento la necessità e nemmeno l’esigenza di andare dal medico o inizare una cura perchè, a parte il consumo di fazzoletti, la cosa non mi causa il benchè minimo “disturbo”. Non giriamoci troppo attorno: è chiaro qui l’intento demonizzatore degli omosessuali che vivono in pace ed armonia con il proprio corpo e proprio per questo parlavo dell’importanza di discernere tra casi egosintonici ed egodistonici. Se infatti guarda il link nel commento qui sotto di Gigi57 vede come c’è, chi facendo pessimo uso delle proprie competenze professionali, riesce addirittura a distorcere una definizione data dalla stessa OMS per far si che sia il proprio credo religioso a voler (maldestramente) piegar la scienza.
@Flavio
lei afferma:
“Non giriamoci troppo attorno: è chiaro qui l’intento demonizzatore degli omosessuali che vivono in pace ed armonia con il proprio corpo e proprio per questo parlavo dell’importanza di discernere tra casi egosintonici ed egodistonici. “
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Non accetto processi alle intenzioni.
L’unica cosa evidente è cvhe è lei e altri che la pensano come lei a difendere uno studio indifendibile per motivi ideologici.
Continuate così, a me va bene, sapesse a quanta gente state aprendo gli occhi.
La mia è ovviamente un’opinione e l’intenzione a mio modo di vedere è invece abbastanza chiara perchè non mi sembra che questo blog affronti abitualmente, giusto per fare un esempio, discussioni sulla definizione dei vari tipi di sindrome di Asperger. E po si lasci dire che la demonizzazione del comportamento omosessuale esiste, infatti il catechismo cattolico lo definisce senza troppi giri di parole una “grave depravazione” e un “atto intrinsecamente disordinato”.
La distinzione tra stati egodistonici ed egosintonici andrebbe ricordata e chiarita a certi ideologi come Grillini, che finiscono poi anche con l’andare incontro a figure barbine, come si può vedere nel filmato sotto.
Detto questo spero di non alimentare il vaso di pandora della questione inerente all’omosessualità, ancora tutta da chiarire e che soprattutto c’entra ben poco con il tema in esame.
https://www.youtube.com/watch?v=5Cf4I3tS9VQ
Della serie “come tirarsi la zappa sui piedi”. Questo Giancarlo Ricci è abbastanza ignorante oppure in malafede, perchè parla di “malattia” omosessuale riferendosi ad un articolo dell’OMS che parla di “orientamento sessuale non desiderato” quando quest’articolo si riferisce a tutti gli orientamenti, eterosessualità inclusa. Secondo il ragionamento di Ricci quindi anche l’eterosessualità può essere considerata una malattia!
Un po’ di onestà intellettuale non farebbe male.
La figura dell’ignorante l’ha fatta il povero Grillini e la zappa sui piedi se la tira lei, dimostrando di non aver ascoltato o di non aver capito quanto detto da Ricci, il quale non ha mai parlato di “malattia omosessuale” (brutto vizio quello di dire bugie!) ma semplicemente ricordato che viene ufficialmente riconosciuta l’esistenza di un “disturbo di orientamento sessuale non desiderato” e che quindi si deve dare opportuno sostegno psicologico a chi ne sia affetto.
Detto questo mi scuso e non aggiungerò altro, visto che siamo completamente fuori tema.
Parla di disturbo…dimenticandosi di dire che quell’articolo dell’OMS cita l’egodistonia anche della sessualità eterosessuale o prepuberale. Secondo lei è una grossa svista quella del dott. Giancarlo Ricci oppure malafede?
A precisa domanda: “voi curate anche gli eterosessuali che vogliono cambiare?” Ricci risponde: “sì…” per poi ribadire il concetto sulla villana insistenza del povero Grillini.
Però bisogna ascoltare e cercare di capire il dibattito.
Ricci: “Non è vero che hanno derubricato che l’omosessualità sia una malattia…” e un minuto dopo: “Rimane il fatto che nell’ IC10, il manuale dell’OMS in vigore oggi, rimane il disturbo relativo all’orientamento sessuale”. Ed infatti cita l’articolo F66.1 ma scorda che quell’articolo non parla di omosessualità ma di tutti i tipi di sessualità, eterosessualità e sessualità prepuberale incluse.
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Infine questo Ricci non ha per nulla negato che lui tratti solo gli omosessuali, perchè se guarda bene alla fine, quando è incalzato da Franco Grillini, è incapace di rispondere affermativamente, anche perchè il nome della sua associazione non lascia molto spazio all’immaginazione. quindi lui tratta solo omosessuali. E credenti, come ha osservato giustamente Franco Grillini, senza che anche in questo caso Ricci negasse,
Questo Ricci è quindi una persona ignorante o in malafede? Io propenderei più per la seconda, poi che ognuno si faccia la propria idea…
“Infine questo Ricci non ha per nulla negato che lui tratti solo gli omosessuali…”
Che nell’icd 10 sia presente il disturbo relativo all’orientamento sessuale non se l’è inventato Ricci, il quale non specifica i vari tipi di orientamento (non ce n’era bisogno visto il tema del dibattito) ma sta di fatto che dice chiaramente di “sì” alla domanda tendenziosa di Grillini, evidentemente indispettito dal fatto di essere di essere stato palesemente smascherato.
Poi lei è libero di negare l’evidenza.
Che poi non gli siano capitati casi di eterosessualità egodistonica è un altro paio di maniche e non è colpa di Ricci. Da ciò ciascuno tragga le conclusioni che ritenga opportune.
Il problema è che lei commette l’errore di operare una schematicamente superficiale associazione tra orientamento sessuale e disagio identitario, perché non ha capito quale sia il punto attorno al quale ruota questo approccio alla questione.
Non ho capito poi quella ossessione nel tirare in ballo il fatto che si tratterebbe di “credenti” (e poi che ne sa?), come se ciò bastasse a inficiare l’intero impianto dell’approccio al problema.
Quindi la persona ignorante e in malafede non è Ricci…
Cioè “si ma anche no”?
La disonestà di questo Ricci è patente ed è provata dalle parole che ho riportato.
Se lo lasci dire, la prossima volta che vuole puntualizzare su egosintonia ed egodistonia, si trovi qualche esempio migliore. O qualche argomento migliore.
“La disonestà di questo Ricci è patente ed è provata dalle parole che ho riportato…”
Domanda di Grillini: “com’è che curate solo gli omosessuali e gli eterosessuali no?”
Risposta di Ricci: ” NO, assolutamente no” (nel senso che non è vero).
Allora se lo lasci dire lei, la prossima volta che vuole difendere l’indifendibile cerchi di trovare argomenti migliori.
Questo è un evidente OT.
Punto.
Così come Htagliato anch’io son contento. grazie Andrea-C per aver chiarito.
Fortunatamente è solo divulgazione.
Dunque non correrò il rischio di sentirmi a-scientifico nel dire che lo spettro sessuale sia un boiata pazzesca.
E se qualcuno me lo sbatterà in faccia con un “guarda che lo dice la scienza!” (perché è questo l’effetto della “divulgazione”) gli potrò sbattere in faccia una sonora risata..
Non è mia intenzione denigrare La Scienza, demolirla o accettarla solo quando sostiene la mia visione.. assolutamente.. è solo una sana preoccupazione.
L’articolo postato in commento da LOVINSKI ad esempio me ne fa venire un po’.
“The case against science is straightforward: much of the
scientific literature, perhaps half, may simply be untrue.
Afflicted by studies with small sample sizes, tiny eff ects,
invalid exploratory analyses, and fl agrant confl icts
of interest, together with an obsession for pursuing
fashionable trends of dubious importance, science has
taken a turn towards darkness”
Dr. Richard Horton, editor-in-chief of the Lancet
http://www.thelancet.com/pdfs/journals/lancet/PIIS0140-6736%2815%2960696-1.pdf
La divulgazione: ne sono un fruitore, utente finale, un semplice essere umano che desidera e vuole conoscere, non è il mio lavoro ma solo la mia passione dunque perdonate se oso intromettermi tra voi.
@ GVDR, RISPOSTA AL COMMENTO DEL 1 GIUGNO 2015, 4:23:
“Ad esempio che è sbagliato prendere ciò che è una norma statistica per una norma etica (di nuovo, quel “is/ought problem”).”
Che c’entra l’etica? Qui si parla solo di scienza e se sia giusto o no ridefinire i sessi biologici. In ogni caso, non credo che i sessi biologici siano i soliti due perché è in essi che viene diviso il 99% della popolazione (usando la percentuale espressa nell’articolo), cioè non è un fatto di maggioranza ma perché c’è un significato biologico chiaro e preciso al bipolarismo sessuale (la riproduzione). Di conseguenza lo “spettro sessuale” non ha ragione di esistere, sono solo malattie o malformazioni.
“Oppure che quello che i psicologi intendono quando dicono che un bambino di tre anni comincia a comunicare la sua identità sessuale non c’entra nulla con la capacità di un bambino di elaborare riflessioni a riguardo.”
Ok, quindi il bambino “comunica” la sua identità di genere in un senso più ampio. Spero che abbia ragione lei, perché così ha più senso, ma un nuovo dubbio nasce a proposito: uno psicologo che analizza un bambino di tre anni dal punto di vista sessuale darà una risposta “classica” del tipo “è maschio/ è femmina” o si adatterà alla Teoria del Gender e dirà “è al x% maschio e al (1-x)%femmina”?
“E avrei investito del tempo, di nuovo, per ricordarti quando doloroso possa essere per le persone veramente affette da questa discussione essere definite “malate” solo sulla base di una loro rarità statistica. Di come mi pare tu ti limiti a considerare il lato accademico, polemico, di una discussione che è centrale nel riconoscere la dignità di molte persone, non meno vere di me e te.”
Nell’articolo non ho avuto nessun imbarazzo a usare parole come “malattie” e “malformazioni” perché il discorso era solo scientifico, cioè era solo per un fatto di definizione. Sono due cose molto diverse il non usare la parola “malato” per non urtare la sensibilità di qualcuno e il non usarla perché una data situazione biologica non sia una malattia! Inoltre non mi sono basato sulla rarità statistica, ma sul fatto che c’era qualcosa che non funzionava o che funzionava male dal punto di vista biologico.
Personalmente, la dignità di ogni persona la riconosco per principio, non ho bisogno di studi scientifici o meno, di nuovo si stanno confondendo due cose diverse, cioè il riconoscere l’esistenza di intermezzi biologici tra i sessi biologici al fine di ridefinire il sesso, e il riconoscere il “diritto di esistenza” verso persone che purtroppo sono nate con dei problemi. Facendo un’analogia meno drammatica: io sono miope e indosso gli occhiali, ma non uso la scusa del rispetto nei miei confronti per andare dicendo che esiste uno “spettro della capacità di vedere”, dico solo che i miei occhi non mettono a fuoco gli oggetti lontani, un dato reale e basta.
“c’è un significato biologico chiaro e preciso al bipolarismo sessuale (la riproduzione)” <- E, come in molte cose in biologia, ci sono controesempi che sfuggono alla nostra chiara classificazione. E la natura, pare, se ne frega di cosa "ha ragione di esistere". Persone non classificabili secondo quei criteri esistono. Se tu vuoi insistere a chiamarle indiscriminatamente "malate" e "malformate" liberissimo, ma lo fai *solo* in base ad una normalita' statistica da te percepita come "giusta".
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"uno psicologo che analizza un bambino di tre anni dal punto di vista sessuale darà una risposta “classica”"? <- Dipende da qual'e' la domanda. Tu la fai semplice, ma non lo e'.
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"il discorso era solo scientifico" <- Il discorso non e' solo scientifico. Non lo e' neanche nell'articolo che commenti. E la scienza ha ripercussioni sulla nostra societa'. I termini "malato" e "malformato" non hanno, solo, un significato negativo, ma si accompagnano a sopprusi e violenze.
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"non uso la scusa del rispetto nei miei confronti per andare dicendo che esiste uno “spettro della capacità di vedere”" <- L'esempio mi pare strano, e ancor piu' strane le tue conclusioni. Da una parte mi pare evidente, dimostrato dai miei e dai tuoi occhiali, che in natura ESISTA uno spettro della capacita' di vedere, che va dalla cecita' totale a chi ha dieci decimi, passando per mille sfumature (chi non vede in tre dimensioni, chi non vede i colori, chi vede colori anche quando sente suoni, chi ha una lieve miopia, chi ha dodici decimi…). Dall'altra l'esempio mette sullo spettro una cosa "positiva" e una "negativa" (sono, o meno, capace di vedere): per quanto riguarda i sessi biologici non esiste questa dicotomia.
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A me pare che, nel 99% dei casi, l'identificazione del sesso biologico sia chiara, e cada all'interno dei due gruppi soliti (maschi e femmine). C'e', pero', un 1% dei casi dove, per vari motivi, tale classificazione e' problematica. Alcune di queste persone, in aggiunta, hanno anche altri problemi medici (spesso, ma non sempre) e sono infertili (spesso, ma non sempre). Ora, riconoscere la loro esistenza, far notare che, in quei casi, la classica dicotomia e' difficilmente applicabile, e occorrebbe tenerne conto (e ad esempio essere piu' cauti prima di praticare degli interventi chirurgici irrimediabili) mi pare doveroso.
“E, come in molte cose in biologia, ci sono controesempi che sfuggono alla nostra chiara classificazione.”
Capisco che non sempre è facile identificare un sesso biologico, ma il punto è l’interpretazione di questa difficoltà: sono state scoperte persone che sono in grado di autofecondarsi? Oppure che possono sia dare il seme sia portare una gravidanza? È stato scoperto un terzo sesso? No, è fantascienza, non si parla di nuove funzioni biologiche ma solo di deficit, ciò che si è scoperto sono casi in cui un uomo o una donna abbiano avuto un problema nello sviluppo sessuale, ma in principio erano comunque o uomini o donne.
“Dipende da qual’e’ la domanda. Tu la fai semplice, ma non lo e’.”
La domanda è se il bambino sia maschio o femmina.
” I termini “malato” e “malformato” non hanno, solo, un significato negativo, ma si accompagnano a soprusi e violenze.”
È vero ma non mi sento minimamente in colpa per le parole che ho usato perché ho descritto delle situazioni corporee, non ne ho fatto una faccenda di persone.
“per quanto riguarda i sessi biologici non esiste questa dicotomia.”
Allora spiego meglio la mia analogia: non esiste realmente uno spettro della capacità di vedere, perché esiste un solo modo corretto di vedere, tutto il resto è deficit (non vedo bene gli oggetti lontani, o i vicini, o i colori eccetera), analogamente lo spettro sessuale dell’articolo mostra o casi banali in cui c’è stato un errore nella gestazione o una squilibrio ormonale, o casi più gravi i cui un dato sesso biologico non si è manifestato bene al livello delle gonadi e/o di altri caratteri. Non sono cose “nuove” o in più, solo deficit, per quanto mi dispiaccia per le persone che ne sono affette.
” Ora, riconoscere la loro esistenza, far notare che, in quei casi, la classica dicotomia e’ difficilmente applicabile, e occorrebbe tenerne conto (e ad esempio essere piu’ cauti prima di praticare degli interventi chirurgici irrimediabili) mi pare doveroso.”
Il problema non è la loro esistenza ma la loro spiegazione scientifica: non vedo l’esigenza di cambiare il concetto di sesso biologico con le basi a disposizione nell’articolo di Nature, per le ragioni esposte nell’articolo e nei miei commenti.
Lei pensa che la ridefinizione di sesso sia un favore nei confronti delle persone affette da un DSD: capisco le nobili intenzioni, ma non per questo dobbiamo stravolgere la realtà.
“Lei pensa che la ridefinizione di sesso […] non per questo dobbiamo stravolgere la realtà.” <- Son d'accordo. Ridefinire delle nostre categorie concettuali (che sono, sempre, artificiali) non significa stravolgere la realta', che e' piuttosto insensibile alle nostre categorizzazioni. Significa, solo, ridefinire dei nostri concetti per renderli maggiormente in grado di esprimere tutta la diversita' che si trova su questo pianeta.
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"non vedo l’esigenza di cambiare il concetto di sesso biologico" <- tu no, molti altri, direttamente toccati dai problemi che per noi sono solamente astratti, si.
“tu no, molti altri, direttamente toccati dai problemi che per noi sono solamente astratti, si.”
Perché la mette sempre sul piano umano? In pratica, per non urtare la sensibilità di una persona affetta da un DSD, dobbiamo dirle che anche i concetti biologici di “maschio” e “femmina” sono relativi. Questa la vedo l’apoteosi del politicamente corretto, un falso rispetto verso queste persone. Finché non si vedranno vere “novità” nel campo dei sessi biologici (e non cose come la sindrome di Turner o uomini nati con l’utero) penso che andrebbero chiamate le malattie e le malformazioni con il loro nome. Certo, senza essere brutali con chi ne fosse affetto, ma senza nemmeno prenderci in giro.
Gvdr afferma:
” Significa, solo, ridefinire dei nostri concetti per renderli maggiormente in grado di esprimere tutta la diversita’ che si trova su questo pianeta.”
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Allora direi di smetterla di fare sofismi, i sessi biologici sono 2, (XX; XY) che si stia a discutere su questo denuncia solo il livello di follia raggiunto dalla cultura-scienza contemporanea.
@HTagliato: “Perché la mette sempre sul piano umano?” <- Perche' questo topic ha pesantissime ripercussioni sul piano umano. Non dovrebbe proprio essere la vostra "marcia in piu'" la sensibilita' per il prossimo?
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"penso che andrebbero chiamate le malattie e le malformazioni con il loro nome" <- Opinione, lo ripeto, legittima. Ma e' la sua opinione, e non ha nulla di scientifico. Io, invece, sono della opinione che chiamare malate persone solo perche' non si adeguano alla norma statistica e' una violenza spietata. La malattia, semmai, tutta da provare, sarebbe l'infertilita' di alcuni di loro (non di tutti). La diversita' non e' malattia.
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@Enzo: E quelli che non sono XX o XY cosa sono? Perche' di questo si sta parlando.
Da quanto ho capito dall’articolo, si è cercato di far passare – molto discretamente agli occhi di un non esperto in materia – il concetto che mutazione porti inevitabilmente ad una sorta di “progresso evolutivo”, quando invece tutti sanno che mutazioni o errori di copiatura del DNA non hanno mai portato un reale contributo utile all’individuo.
A questo punto non mi stupirebbe il fatto che, in un futuro relativamente lontano, si sostenesse l’ermafroditismo della specie umana. Ops, sta già accadendo, anche se in forma opinabile…
“tutti sanno che” <- sarebbe meglio sostituirlo con "Enzo ha sempre sostenuto che, e noi gli crediamo in barba a cinquant'anni di scienza". 😉
Cinquanta o centocinquanta anni (Darwin & co.) non m’importa. Io, più che al prof. Pennetta, credo alla scienza, quella vera. In cui, coincidenza, rientra anche il professor Pennetta.
Altra cosa è, invece, lo scientismo. A cui è molto comodo aggrapparsi.
Questa è una mia “opinione”, se così si può chiamare.
E quali sarebbero, dunque, le prove che “mutazioni o errori di copiatura del DNA non hanno mai portato un reale contributo utile all’individuo”? Son tutto orecchi.
Ma mi prende in giro ? La drosophila melanogaster, per esempio, e i suoi relativi migliaia di esperimenti le dice niente ?
Può essere tutto orecchi o tutto occhi, ma se non sa usare queste sue caratteristiche è inutile il dialogo.
E io ribalto la domanda, quali sarebbero, dunque, le prove che “mutazioni o errori di copiatura del DNA hanno portato un reale contributo utile all’individuo”? Son tutto orecchi.
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PS evitare di citare il falso caso dell’E. coli e il citrato, nonché tutti gli esempi di microevoluzione please…
Pure un ignorante come me conosce il caso del grano Creso che utilizziamo oggi per la pasta!
Ottenuto con bombardamenti di radiazioni (e mi dicono che sia stata un modo piuttosto comune di ottenere nuove sementi), che neanche la roulette e’ altrettanto casuale.
E’ evidente che molte cose che mangiamo sono state ottenute cosi’ e’ perche’ le sementi sono diventate piu’ forti, o piu’ prolifere…etc… quindi mutazioni positive indotte da cose ultracasuali.
A meno di sostenere che la casualita’ non esiste, ma mi sembra piuttosto strano. Altrimenti tutti a giocare al casino’!
@Luigi
microevoluzione, ritenta.
Bello il paragone col casinò, vincere però con una probabilità su 36 è già molto difficile (non conosco nessuno che ci campa la famiglia) lei punterebbe su un numero che ha la probabilità di uscire di uno su 10^170?
Luigi il paragone non regge. Lei afferma “Ottenuto con bombardamenti di radiazioni…” Ma questo significa che tali radiazioni sono state impresse da una intelligenza, una mente, in questo caso l’uomo.
Micro-macro… che differenza fa? Se uno si aspetta che al grano crescano le gambe e si metta a correre, non e’ cosi’ che funziona l’evoluzione.
Pero’ si e’ creata una nuova specie di XXX semplicemente bombardandolo di radiazioni per qualche anno, non vedo che differenza fa, per passare a cose piu’ macroscopiche, una volta che gli anni a disposizioni sono miliardi.
Infatti e’ molto semplice: non punto su una probabilita’ 1/36 perche’ non vado molto al casino’. Se andassi tanto (e non ci fosse lo zero che e’ li’ per far guadagnare il banco) potrei anche puntare, perche’ sarei sicuro che alla fine 1 volta su 36 vinco e se gioco 10 mila volte e mi piace l’emozione, mi passo delle belle serate a costo zero.
Piu’ collegato al mio lavoro, sapete quante possibilita’ ci sono di fotografare un tappo di spumante appena esce dalla bottiglia? Pochissime, infatti bisogna usare il flash che anche a 1/4000 di otturatore viene notevolmente mosso, quindi diciamo che ti esce di fotogramma in 1/400 di secondo, quindi considerando i riflessi umani, il fatto che vada fotografato sul flash e non ci sia raffica, e il fatto che c’e’ lo shutter lag che e’ di tempo comparabile (se hai una macchina buona! Altrimenti ciao proprio, hai lo shutter lag di 1/10 s o peggio per le macchinette ed e’ completamente a caso), e che chi stappa mai che ci azzecchi a dirti quando scattare, direi che la probabilita’ facendolo ravvicinato non e’ piu’ di 1/100.
Eppure quante foto abbiamo nel cassetto che “per caso” (sappiamo che tutti i fotografi puntano a quei momenti rari e piuttosto che scattare “a caso” ci provano, anche se la probabilita’ e’ bassissima) sono venute con il tappo per aria e il fumetto che esce? Quante ne esistono su internet, considerando i milioni di compleanni e le miliardi di fotografie, di tappi di spumante che se ne vanno?
Esistono tante fotografie “impossibili” di cui la probabilita’ e’ “una su un milione” che eppure vengono fatte.
Ecco, io non so quale sia la probabilita’ di evolvere, ma so che di eventi molto improbabili ne ho filmati e fotografati parecchi, e non lavoro da 1 miliardo di anni.
D’altronde se si crede che un fenomeno non sia probabilistico non ci vuole tanto a dimostrarlo: basta sviluppare una teoria non probabilistica e far vedere che riproduce meglio i dati, tipo il grano creso… son convinto che Monsanto pagherebbe bene per avere qualcosa di meglio dell’andare a casaccio senza spendere miliardi di miliardi in biotech ogm…
PS: Salvo, e le radiazioni che vengono dal Sole o dall’Uranio naturale quale mente ce le ha impresse per miliardi di anni?
Luigi, vuole farmi andare sul teologico ? Se la mette così…
Quale mente ha originato quel Sole ? O, meglio ancora, da dove sono sbucate fuori quelle particelle primordiali che hanno generato il “grande botto” ? Ah giusto, il caso. Guardi che sempre di una qualche forma di religione si tratta il credere nel “dio caso”.
Ci esponga, piuttosto, un esempio concreto della domanda del prof. Pennetta, dato che GVDR non risponde (magari è impegnato, oppure avrà di meglio da fare che seguire questo sito, guarda “caso” proprio quando occorre un suo parere).
Luigi, la differenza tra macro e micro evoluzione esiste eccome, lei per negarlo usa un esempio volutamente esagerato e questo è segno di poca serietà intellettuale, perché invece non si pone la domanda se dal grano possa venire fuori una palma?
Comunque dopo 50.000 generazioni controllate di E. coli abbiamo sempre e solo E. coli, questa si chiama scienza sperimentale, il resto sono speculazioni se non proprio mitologia.
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Poi l’esempio del tappo dello spumante è disarmante, io le pongo la probabilità di imbroccare una combinazione su 10^190, quella dell’emoglobina, e lei mi risponde con un misero 1 su 100, ma che mi prende in giro?
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Si legga questo articolo e in futuro eviterà di proporre paragoni del genere:
http://www.enzopennetta.it/2011/06/dawkins-e-la-scalata-al-monte-improbabile/
Enzo, Salvo, state mettendo sul tavolo una serie di argomenti che non c’entrano niente. La domanda era “mutazioni o errori di copiatura del DNA hanno portato un reale contributo utile all’individuo”. Non era l’origine di una nuova specie in seguito ad una mutazione puntuale (cosa, per’altro, che vi siete sognati voi: il processo di speciazione e’ dovuto all’accumulazione di molte mutazioni nel corso di successive generazioni!). Micro/Macro qui c’entra come il cavolo a merenda!
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La realta’ e’ che l’esperimento di Lenski dimostra proprio che mutazioni casuali nel genoma di E. coli hanno apportato vantaggi agli individui: l’abilita’ di utilizzare l’acido citrico dovuta a duplicazione di citT [1], una aumentata dimensione cellulare [2], una fitness maggiore [3]. Questi sono chiari vantaggi per l’individuo!
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Un altro esempio e’ la rapida evoluzione batterica. Ogni anno vediamo specie diverse, grazie a mutazioni puntuali, errori di copiatura, ricombinazioni, … Queste specie sono spesso piu’ rapide nel diffondersi, acquistano resistenza agli antibiotici e riescono ad invadere con successo piante a animali che prima era loro precluso (tre indubbi vantaggi per l’individuo, il batterio).
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[1] Blount, Zachary D., et al. “Genomic analysis of a key innovation in an experimental Escherichia coli population.” Nature 489.7417 (2012): 513-518.
[2] Philippe, Nadège, et al. “Evolution of penicillin-binding protein 2 concentration and cell shape during a long-term experiment with Escherichia coli.” Journal of bacteriology 191.3 (2009): 909-921.
[3] Wiser, Michael J., Noah Ribeck, and Richard E. Lenski. “Long-term dynamics of adaptation in asexual populations.” Science 342.6164 (2013): 1364-1367.
“GVDR non risponde (magari è impegnato, oppure avrà di meglio da fare che seguire questo sito, guarda “caso” proprio quando occorre un suo parere)” <- Si, ho anche altro da fare, tipo dormire la notte. Qui si va avanti ad insulti ed insinuazioni, invece. Contenti voi.
Intanto dopo aver letto e tradotto completamente l’articolo originale, devo rilevare che NON SI FA NESSUN CENNO A MATRIMONI GAY, UNIONI CIVILI, ADOZIONI, ECC… , perché ovviamente non c’entrano niente con l’intersessualità di cui si parla nell’articolo. I gay sono MASCHI a tutti gli effetti, le lesbiche FEMMINE. Ergo non mi sono sbagliato affatto nell’accusare Htagliato di mistificazione e traduzione faziosa, per far leva sull’indignazione facile di chi appena legge “matrimonio gay” traduce APOCALISSE, FINE DELLA CIVILTA’ UMANA, SATANA, etc…
Nella conclusione dell’articolo originale in cui si discutono le nuove ricerche sui disordini della differenziazione sessuale dal punto di vista politico, si propone di ridefinire il concetto di genere riconoscendo legalmente un TERZO GENERE INDEFINITO soltanto in relazione a quei bambini affetti da DSD che non dovessero riconoscersi in nessuno dei due sessi (maschile o femminile)
Cioè la proposta di far scegliere all’individuo il sesso che preferisce, riguarderebbe solo quelle rarissimi casi di persone affette da DSD in mancanza di parametri sessuali biologici sufficienti a dirimere la questione.
“So if the law requires that a person is male or female, should that sex be assigned by anatomy, hormones, cells or chromosomes, and what should be done if they clash? “My feeling is that since there is not one biological parameter that takes over every other parameter, at the end of the day, gender identity seems to be the most reasonable parameter,” ”
TRADOTTO LETTERALMENTE: Così se la legge esige che una persona sia maschio o femmina, che il sesso dovrebbe essere attribuito da anatomia, ormoni, cellule o cromosomi, cosa si dovrebbe fare se questi(anatomia, ormoni, cellule o cromosomi) cozzano tra loro? ” La mia opinione è che quando non c’è un parametro biologico che prende il sopravvento su ogni altro parametro, alla fine della fiera, l’identità di genere sembra essere il parametro più ragionevole”
“Intanto dopo aver letto e tradotto completamente l’articolo originale, devo rilevare che NON SI FA NESSUN CENNO A MATRIMONI GAY, UNIONI CIVILI, ADOZIONI, ECC… , perché ovviamente non c’entrano niente con l’intersessualità di cui si parla nell’articolo. I gay sono MASCHI a tutti gli effetti, le lesbiche FEMMINE. Ergo non mi sono sbagliato affatto nell’accusare Htagliato di mistificazione e traduzione faziosa”
La mia traduzione NON è stata letterale e l’ho scritto nell’articolo: “Tradotto dall’inglese all’italiano politicamente corretto” era un modo scherzoso per dire che la mia traduzione non era semplicemente del testo in sé, ma di quello a cui mirava l’autrice perché solo una persona MOLTO ingenua non avrebbe letto tra le righe un riferimento alle battaglie gay-friendly, infatti il testo diceva: “True, more than half a century of activism from members of the lesbian, gay, bisexual and transgender community has softened social attitudes to sexual orientation and gender.” ma rispondiamo senza prenderci in giro: a cosa ci si riferisce quando si parla di attivismo degli LGBT?
Oppure “Many transgender and intersex activists dream of a world where a person’s sex or gender is irrelevant.” ossia, se il gender diventa irrilevante, diventa innanzitutto irrilevante per quanto riguarda il matrimonio. Altro che matrimonio tra persone del sesso opposto o dello stesso sesso, se prende piede la teoria del gender, e quindi il nostro concetto di sesso viene distrutto, il matrimonio dovrà essere tra persone e basta!
Da notare che la parte finale che lei ha tradotto LETTERALMENTE l’avevo riportata in testo originale ed era a disposizione anche di quelli che non avessero avuto la volontà o il tempo di leggere l’articolo intero, cioè il brano ” “My feeling is that since there is not one biological parameter that takes over every other parameter, at the end of the day, gender identity seems to be the most reasonable parameter” già c’era nel mio articolo e io l’ho contestato così com’è, cioè credo che un sesso non definito sia in realtà uno dei soliti due che però ha avuto dei problemi ad esprimersi, per cui deve essere la scienza a stabilire il sesso, non la volontà del singolo.
L’intero articolo, dall’inizio alla fine, prova a convincere il lettore dell’esistenza dello spettro sessuale e dire che questo non c’entri con la teoria del gender è estremamente ingenuo, e credere anche che il discorso riguarda solo rarissimi casi pure è davvero molto ingenuo. È un fatto di coerenza: se ciò che conta è l’identità di genere, cioè ciò che dice il singolo, allora uno può anche essere maschio al 100% e farsi chiamare “Beatrice”, naturalmente l’autrice non lo dice, ma la logica questo prevede.
“di quello a cui mirava l’autrice” <- Com'era Enzo la storia sui "processi alle intenzioni"?
Negare che l’articolo su Nature sia una lancia spezzata in favore della teoria del gender è l’unica possibilità esistente per salvare la faccia di chi l’ha scritto.
Nessun processo alle intenzioni, o l’intento è politico o l’autrice era in stato confusionale quando l’ha scritto.
Detto questo è la Ainsworth ch eusa il termine gay in uno dei pezzi riportati:
“Biologists may have been building a more nuanced view of sex, but society has yet to catch up. True, more than half a century of activism from members of the lesbian, gay, bisexual and transgender community has softened social attitudes to sexual orientation and gender. Many societies are now comfortable with men and women crossing conventional societal boundaries in their choice of appearance, career and sexual partner. But when it comes to sex, there is still intense social pressure to conform to the binary model.”
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PS Gvdr, per te quanti sessi biologici ci sono?
Quindi la sua posizione vale solo per “gli altri”. Sono solo le vostre intenzioni che non si possono giudicare?
<> <- Io non lo so, a cosa ci si riferisce?
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<> <- Qui si sta esplicitamente parlando di quelle situazioni in cui la scienza, al momento, ha difficolta' ad esprimersi, perche' l'individuo non cade all'interno della classificazione binaria. Dunque, per buona pace, ci si rivolge alla chirurgia scegliendo arbitrariamente uno dei due sessi biologici e normalizzando il corpo a quella scelta. La proposta e' quella di prendere in considerazione anche altre variabili, in questo processo, ad esempio la possibilita' di non intervenire.
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Da dove ti deriva questa necessita' fortissima di dividere le cose in "maschio"/"femmina"? Nessuno sta mettendo in dubbio la tua identita', perche' vuoi interferire con quella degli altri?
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Htagliato, mi sembra tu stia facendo confusione fra sesso biologico, genere e orientamento sessuale. Sono cose diverse (e per questo la domanda al bimbo, che tu fai semplice, non lo e'). <> non dipende dal sesso biologico.
Mi son saltate le citazioni (ho usate invece che “”). La prima e’
“a cosa ci si riferisce quando si parla di attivismo degli LGBT?”
la seconda
“deve essere la scienza a stabilire il sesso, non la volontà del singolo”.
Gvdr: quanti sessi biologici esistono per te?
Dipende dalla specie. Nei mammiferi, gli individui si possono generalmente classificare come biologicamente maschi o femmine. Tranni rari casi in cui questa classificazione non e’ possibile.
E allora di cosa abbiamo dovuto discutere per tutto questo tempo?
I sessi sono due e l’articolo di Nature è spazzatura, semplice no?
“Da dove ti deriva questa necessita’ fortissima di dividere le cose in “maschio”/”femmina”?”
Dal fatto che tale divisione nella specie umana è alla base della riproduzione, tutte le “vie di mezzo” dello spettro sessuale o appartengono in realtà ad una delle due categorie oppure una delle due categorie purtroppo ha avuto problemi nello sviluppo e risulta sterile. Tertium non datur; fatti, non opinioni. Non c’è nessun “terzo sesso”.
“Htagliato, mi sembra tu stia facendo confusione fra sesso biologico, genere e orientamento sessuale. Sono cose diverse (e per questo la domanda al bimbo, che tu fai semplice, non lo e’). non dipende dal sesso biologico.”
Conosco bene la differenza, è l’autrice che invece ha scritto un articolo in cui le cose nella parte finale si mescolano:
prima cita una carrellata di fatti quasi ridicoli (donna con cellule XY, uomo nato con l’utero) poi con malattie vere e proprie (sindrome di Turner, uomo con cellule sorde agli ormoni maschili); poi fa intendere che tutti questi risultati dovrebbero indurci a cambiare i nostri concetti di genere e guarda caso questa apertura non serve solo per i casi biologici più gravi in cui anche i biologi non sanno definire il sesso, ma si cita il contesto dell’attivismo LGBT, e sappiamo tutti di cosa si sta parlando.
“tale divisione nella specie umana è alla base della riproduzione” <- No, la presenza di individui fertili XX e XY basta alla riproduzione della specie, non serve censurare gli altri individui. La nostra classificazione non cambia nulla. E, per favore, cerca di contenerti. Definire "fatti ridicoli" la storia clinica di altre persone e', per me, inaccettabile. Non ho intenzione di continuare se questi sono i toni.
“sappiamo tutti di cosa si sta parlando” <- No, io non lo so. Di cosa si sta parlando?
@ GVDR, RISPOSTA AL COMMENTO on 1 GIUGNO 2015 22:31
“Perche’ questo topic ha pesantissime ripercussioni sul piano umano. Non dovrebbe proprio essere la vostra “marcia in piu'” la sensibilita’ per il prossimo?”
La sensibilità verso il prossimo, premesso che bisogna saper essere delicati quando si conversa con chi soffre, non esula dal dover dire la verità. È come se Gesù avesse detto ad un ceco “Io ho compassione per te perché la tua è solo una variante della capacità di vedere”. No, bisogna essere sensibili verso il malato riconoscendolo come persona, non usando sofismi per negare che abbia una malattia.
“penso che andrebbero chiamate le malattie e le malformazioni con il loro nome” <- Opinione, lo ripeto, legittima. Ma e' la sua opinione, e non ha nulla di scientifico."
La sindrome di Turner non è una malattia? E il CAIS? E il CAH? Gli ovotesticoli sono una variante sana delle gonadi? L'embrione che si mescola col corpo della madre oppure con quello del fratello sono tutte variazioni naturali? Ma lei l'ha letto l'articolo o aveva già pronta la sua OPINIONE?
Non fare il furbo, Htagliato, l’opionione e’ che la non aderenza ad una norma statistica, il non essere 46XX o 46XY “puri” sia di per se’ una malattia. Non lo e’, se non e’ accompagnata da ripercussioni sulla salute o la fertilita’ degli individui. Ma non e’ l’identita’ sessuale differente, in se stessa, ad essere una malattia (nella mia opinione).
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P.S. Si, l’avevo letto l’articolo, a suo tempo. E, devo dirti, che non ho una forte opinione. Mi pare che il tema riguardi molto poco la mia vita, e ritengo piu’ interessante, per me, ascoltare le opinioni di chi si e’ occupato a fondo della tematica.
Il punto è se i sessi siano 2 o più, che poi si voglia definire o no malattia situazioni diverse da XX o XY è un altro discorso e in fondo neanche ci interessa più di tanto.
E’ inutile insistere con l’identità sessuale, qui stiamo parlando (da tre giorni, dovrebbe essere ormai chiaro!) del fatto che esistano due sessi biologici o no.
E la risposta è che in biologia i sessi sono 2 e l’articolo su Nature è uno strafalcione scientifico difeso strenuamente da qualcuno contro la scienza stessa.
Buonasera,
spero di non apparire inopportuno intervenendo così tardi.
Se posso dire quel che penso, mi sento di concordare con le conclusioni tratte da htagliato. L’intento della problematica in discussione è ricercare possibilità empiriche che possano convalidare un superamento della dicotomia maschio-femmina nell’assegnazione del sesso biologico (solo di questo si sta parlando).
Se è vero che quell’1% della popolazione, per varie ragioni, sfugga alla classificazione suddetta, è altresì vero che non si rilevino delle entità biologiche ontologicamente indipendenti da potersi definire “sessi” alternativi al maschile e al femminile. I casi riportati nell’articolo sono chiaramente interpretabili come “decadimenti” (mi passino il termine, forse un po’ forte), pur intermedij, ripetto ai sessi maschile e femminile, per la qual cagione non sono ontologicamente indipendenti (non sono dei sessi in sé). Dunque, per quel che penso, la dicotomia maschio-femmina, pur essendo anzitutto un concetto culturale, è pure ancora un valido modello scientifico di descrizione del sesso biologico nella specie umana.
Ho letto i commenti dell’utente GVDR, e mi sento di dire che, per quanto lo stato di diversità che accompagna quell’1% di persone sessualmente “ambigue” possa provocare un certo stato di sofferenza individuale (magari solo sentendosi definire “malato”), le conclusioni tratte dall’articolo siano giuste, e che sia male piegare l’evidenza empirica alla soggettività sofferente di alcuni individui. L’oggettività è cieca e non deve guardare in faccia alle altrui sofferenze (per questo esiste l’amore fraterno) o alle odierne tendenze del politicamente ipercorretto.
Dico questo, volendo anche dire come apprezzi moltissimo gli interventi dell’utente GVDR, la cui grande attenzione razionale ed analizzatrice (sempre bibliograficamente supportata) si accompagna sempre (molto interessantemente) ad un naturale senso di empatia.
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P.S. Quella scaramuccia sui fusi orarij mi ha fatto proprio storcere il naso, se posso permettermi di dirlo.