Due fallimenti ravvicinati puntano l’attenzione sull’agenzia spaziale russa Roscosmos.
Scoperte spese anomale per 1,8 milardi di $.
Il primo fallimento è avvenuto lo scorso aprile quando la capsula Progress ha mancato l’incontro con la stazione spaziale ISS andando fuori controllo e finendo disintegrata nell’atmosfera pochi giorni dopo. Solo un paio di settimane dopo un vettore Proton che avrebbe dovuto mettere in orbita un satellite messicano ha avuto un problema al terzo stadio quando aveva già raggiunto un’altitudine di 161 Km.
https://youtu.be/NKRT2BRN2HM
La tecnologia alla base della Progress e del Proton è nata in epoca sovietica e si tratta di mezzi con una lunga e collaudata carriera operativa che dovrebbe garantirne la sicurezza. La Russia si trova in questo momento a gestire una competizione tecnologica con gli USA nell’ambito di una nuova Guerra Fredda che altro non è che una riedizione della corsa allo spazio che avvenne all’epoca della prima Guerra Fredda, e in questo contesto ogni fallimento diventa un pericoloso segnale di debolezza. Probabilmente per questo motivo l’agenzia spaziale Roscosmos è stata oggetto di un’indagine amministrativa per verificare il corretto svolgimento dell’attività, l’esito ha mostrato un’inaspettata cattiva gestione delle imponenti risorse affidate, Tatyana Golikova a capo della Audit Chamber, una Camera di controllo delle attività economiche, come riferito su Russia Today ha testualmente detto:
Sulle prime non riuscivo a credere agli ispettori
Parlando alla Camera il vice Primo ministro Dmitry Rogozin ha esplicitamente accusato la corruzione come causa dei recenti insuccessi. Rogozin ha riferito di frodi e abusi per circa 180 milioni di Dollari, ma complessivamente le cifre sono rilevanti, si parla di un’equivalente di 1,8 miliardi di Dollari.
Contemporaneamente alla continuazione dei vecchi programmi Soyuz, Progress e Proton, la Russia sta portando avanti un progetto interamente concepito in era post sovietica, quello del vettore Angara sul quale è puntata l’attenzione per verificare le capacità della nuova industria russa.
La Roscosmos adesso dovrà fare attenzione a non commettere altri errori, il confronto con gli USA si basa sulla credibilità dell’industria russa e su un nuovo impulso dato allo sviluppo di nuove tecnologie militari che hanno iniziato un rinnovamento proprio a partire dall’industria missilistica con la realizzazione di nuovi missili balistici intercontinentali e su un sistema antiaereo e antimissile (S 500) che viene indicato come in grado di intercettare anche attacchi missilistici in modo superiore agli analoghi sistemi USA.
Nei prossimi giorni la prima importante verifica per la Roscosmos, sulla stazione spaziale ISS dovrà essere portato il nuovo equipaggio composto dal russo Oleg Kononenko, il giapponese Kimiya Yui e l’americano Kjell Lindgren.
Il vettore informa l’agenzia spaziale, sarà il vecchio Soyuz-FG e non la versione aggiornata Soyuz-2.1а, forse una misura prudenziale per puntare su mezzi più collaudati. La nuova corsa allo spazio si sta rivelando difficile per entrambi i protagonisti, in ogni caso alla Roscosmos certamente qualcosa cambierà.
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10 commenti
L’america sta collaudando un nuovo spazioplano.
Comunque mi sa proprio che fino a quando non cambieremo paradigma energetico rimarremo inchiodati sulla Terra. La nuova Età dell’Oro per l’umanità coincide con la colonizzazione dello spazio, putroppo sono tutti troppo impegnati a fare le proprie guerre.
Posto il link diretto perché quello che ho messo non funziona:
http://www.popsci.com.au/space/secret-air-force-space-plane-gets-darth-vaderstyle-engine,403306
I motori ionici sono il futuro, però forniscono una spinta leggera ma prolungata, credo che possano servire una volta nello spazio, per portare in orbita grandi carichi al momento non vedo alternativa ai motori chimici, che poi sostanzialmente sono ancora quelli a ossigeno liquido / idrogeno liquido o kerosene.
Secondo me sono solo un sacco di balle…
Cioe’, non solo costerebbe uno sproposito portare in orbita i componenti di una nave stellare di tale tecnologia, ma poi, aspettare centinaia di anni perche’ possa accelerare abbastanza da acquistare una velocita’ accettabile, per poi aspettare ancora migliaia e migliaia se non milioni di anni per approdare… dove? su un pianeta come Marte? Su un satellite come la Luna? A cercare LGM?
Altro che Età dell’Oro dell’Umanità… Sarebbe la auto-condanna a morte per esaurimento delle risorse…
Invece di masturbazioni mentali per elaborare motori che non sono realizzabili tra centinaia di anni, pensassero a tecnologie piu’, e’ proprio il caso di dirlo, terra-terra, magari per far fruttificare meglio le piante, o il riciclo dei rifiuti, o la medicina che curi meglio e con meno effetti le persone…
E non tiratemi fuori la solita scusa della necessita’ di esplorare, o della ricaduta tecnologica di improbabili missioni spaziali.
Colombo ha menato il Levante per il Ponente perche’ con la caduta di Costantinopoli, gli arabi avevano tagliato la via per i rifornimenti delle spezie. Per una necessita’ impellente, insomma.
E non si e’ messo a progettare catapulte spaziali che lancino gli uomini dall’altra parte del Mare Oceano, o tute sottomarine per attraversarlo, ma e’ ricorso a “tecnologia disponibile”, e anzi, anche di basso costo, le tre celebri caravelle, e manodopera che non aveva (quasi) nulla da perdere.
Quanto alle ricadute tecnologiche, per inventare la “penna spaziale”, abbiamo dovuto tirar fuori dalla saccoccia i miliardi di dollari per le missioni spaziali? Non era meglio inventarla direttamente? 😀
Anch’io sono d’accordo nell’inutilità di portare avanti un’esplorazione/colonizzazione spaziale, non solo per l’inutile dispendio di forze e di risorse, che d’altronde non si risolverebbe in alcuna sorta di reale guadagno (diverrebbe un cancro che alimenta se stesso, un po’ come i mercati azionarij; con Marte e con la Luna non se ne fa niente, in pratica), ma anche perché distoglierebbe l’attenzione da problematiche più vere ed importanti (come sottolinea l’utente Piero di sopra).
Come ho già avuto modo di dire a me l’esplorazione spaziale sembra un passo inevitabile, aggiungo però che bisogna stabilire obiettivi realistici.
Nessuno può contestare che le comunicazioni intercontinentali, la televisione, la meteorologia, il sistema GPS non sarebbero quelli che conosciamo oggi se qualcuno negli anni ’60 e ’70 non avesse sognato la conquista della Luna.
Ma per essere ancor più realistici bisogna aggiungere che il vero motore delle esplorazioni spaziali è quello militare, sin dalla prima corsa allo spazio il vero obiettivo era sviluppare vettori per le testate nucleari e un sistema di spionaggio satellitare, nonché telecomunicazioni di nuova concezione e infine, più precise informazioni meteo sui teatri operativi.
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Oggi niente è cambiato, la credibilità di un sistema missilistico si gioca sui risultati dell’industria aerospaziale, il controllo dello spazio significa poi poter puntare alla neutralizzazione dei sistemi satellitari avversari.
Le stazioni orbitali e, teoricamente, quelle lunari potrebbero costituire in futuro dei sostituti dei sottomarini nucleari, cioè delle piattaforme di lancio di armi di rappresaglia inattaccabili in un ipotetico “primo colpo”.
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Ben poco idealismo, non mi faccio illusioni, ma a maggior ragione questa sfida è da tenere sotto controllo.
Prof, sa meglio di me (del resto lo ammette lei stesso piu’ avanti) che GPS e meteo satellitare sono una tecnologia di origine militare, gestita da militari (ancora oggi e’ possibile sommare un segnale di “noise” per aumentare l’indeterminazione in tempo di guerra, anche per questo l’Europa e la Russia stanno portando avanti la costellazione Galileo e Glonass).
E’ come dire “non avremmo le affettatrici ai supermercati per farci le sottili fette di prosciutto di Parma se qualcuno n-mila anni fa non avesse inventato una sbarra di ferro affilata per ammazzare i nemici”.
Le propongo una domanda: secondo lei, per il bene dell’Umanita’, e’ servita di piu’ l’invenzione del calendario o il passaggio dal bronzo al ferro?
Rispondo dicendo che scelgo la logica dell’ “et et” rispetto a quella dell’ “aut aut”, quindi ferro e calendario insieme a sviluppo economico e programmi spaziali.
Come dicevo si tratta di equilibrio, fare progetti realizzabili e investire cifre sostenibili, l’unico vero scandalo cono le spese militari, rispetto a quelle il resto è sempre poca cosa.
E così vedremo il programma spaziale andare avanti per assicurare il predominio su questo ultimo campo di battaglia.
Certo prof., va bene la missione su Plutone, vista la distanza favorevole, ma l’ennesima missione su Marte per vedere se c’e’ acqua nel buco del …. del Monte Snoopy, ebbbbbasta!
(tra l’altro, mi ricordo di aver letto, e chiedo a lei una conferma, che ogni volta che si dice “si cerca l’acqua” sul pianeta xy, tutti pensano che si cerchi una pozza o per lo meno ghiaccio, ma in realta’ ci si “accontenta” di ione OH).
Resta comunque il fatto che di una nave spaziale capace anche solo di arrivare dopo l’orbita di Giove, (non parliamo poi di uscire dal sistema solare), dotata di equipaggio umano a bordo, non se ne parla per almeno 2-300 anni…
Piero, se affrontiamo il tema del sensazionalismo di certi annunci con me sfondi una porta aperta, il clima degli anni ’60-’70 è stato sostituito da una specie di polpettone hollywoodiano in cui ogni mese c’è bisogno di un annuncio sensazionale che riguarda, pensa un po’, la possibilità della vita su altri pianeti.
Questo è stucchevole e a costo di passare per nostalgico sottolineo ancora che lo spirito dei primi voli umani e delle conquiste della prima corsa allo spazio non aveva niente a che vedere con cose come la pagliacciata del reality per andare su Marte.
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Pienamente d’accordo con te, e a questo si riferiva il mio dire che i programmi dovrebbero essere realistici.
PS sulla ricerca di sparuti ioni per intendere acqua non sono aggiornato, certo che sarebbe surreale…