Un articolo rabbioso di Corbellini pubblicato sull’Unità il 23 luglio segna la rottura sull’argomento OGM
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Immediate le risposte, pacate e costruttive, di Farinetti e Buiatti
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Davvero impressionante il modo in cui sull’Unità del 23 luglio nell’articolo “Agricoltura, il pensiero corto della sinistra” Gilberto Corbellini commenta la parte del DL del Governo sulla competitività relativa alle regole sulle colture OGM. Il decreto si sviluppa su una serie di provvedimenti e solo in un brevissimo passaggio affronta la questione relativa all’impiego di piante OGM in agricoltura, un passaggio che conferma il divieto di semina, ma la mancata rimozione di questo divieto ha toccato dei tasti molto sensibili, tanto da indurre Corbellini a usare parole durissime nei confronti di alcuni personaggi che il Governo Renzi ha interpellato per avere un parere. Tra questi il fondatore de Eataly, Oscar Farinetti, che ha replicato sulle stesse colonne dell’Unità nell’articolo “Non capisco i toni, contrastare gli Ogm è un favore al bene comune” con argomentazioni che vale la pena leggere:
Scrivo per tutti coloro che hanno letto la sua polemica. Non lo faccio per parlare di Ogm, visto che il Professore per primo non è entrato nel merito. Bensì per ragionare sui suoi toni. Sono astiosi, ingiuriosi, altezzosi, in una parola «cattivi». Questo modo di affrontare l’argomento Ogm è frequente, soprattutto da parte di chi ne è a favore.
Corbellini è riuscito in sequenza, parlando di Petrini e Slow Food, del sottoscritto e Eataly, della Coldiretti, della Serracchiani, di Renzi e Martina, dunque del governo, a darci esplicitamente degli insensati, nostalgici, ingannevoli, egoisti, ignoranti, in cattiva fede, superstiziosi, familisti, clientelisti, criminilizzatori, distruttori, bugiardi, irresponsabili, offensivi. Ma di sicuro dimentico qualche altra ingiuria.
Ecco vorrei semplicemente dire che un linguaggio così annulla la forza di qualsiasi contenuto. Vorrei dire che questi toni ci allontanano dalle soluzioni. Vorrei dire che giudico questo modo di affrontare i problemi uno dei principali fattori della profonda crisi, prima di tutto culturale, in cui ci troviamo.
A chi frequenta il web la risposta di Farinetti appare immediatamente come una delle più chiare ed efficaci argomentazioni che si possano usare verso quei personaggi che intervengono senza entrare nei contenuti, citando autori celebri o comunque di riferimento in un anacronistico appello al principio di autorità, e facendo unicamente leva sul fatto di attribuire una serie di difetti all’avversario fino a giungere all’ingiuria e alla diffamazione, una replica dalla quale Corbellini emerge come uno che usa i mezzi dei “troll”, solo che anziché farlo su Internet lo fa dalle pagine di un quotidiano.
Non meno importante e più tecnica la replica che, sempre dalle pagine dell’Unità arriva nell’articolo dal titolo eloquente “Gli Ogm non possono essere il futuro” a firma del genetista Prof. Marcello Buiatti:
L’articolo é un circostanziato attacco al Pd in quanto tale e specificamente al Presidente del Consiglio, al ministro dell’Agricoltura Martina, a Farinetti, Slow Food, la Coldiretti, la Serracchiani e soprattutto agli «intellettuali snob e tecnofobi, gli adepti (sic!) di quei misteri gaudiosi che sono cibo biologico e chilometro zero».
Quale il peccato di queste persone e della agricoltura biologica? Il fatto che sono contrari alla introduzione nel Paese delle piante Ogm che secondo Corbellini sono il futuro della agricoltura, la punta più avanzata della scienza che salverà il Mondo dalla fame.
Vediamo dunque le caratteristiche di queste piante soprattutto, e che effetti hanno sull agricoltura. Ebbene, innanzitutto le piante geneticamente modificate (Pgm) in commercio sono essenzialmente quattro (soja, mais, cotone, colza) modificate per soli due caratteri (resistenza ognuna a un insetto, resistenza a un diserbante) e non sono il «nuovo che avanza» perché sono state tutte «prodotte» nei primi anni ottanta del Novecento e dopo quella epoca purtroppo le molte altre prodotte non sono riuscite ad entrare nel mercato.
Per controllare quello che dico basta andare nel sito dello ISAA che é il sito delle grandi imprese produttrici che pubblica l’andamento nel mondo degli Ogm.
Con l’intervento di Buiatti si passa dalle schermaglie giocate sulla dialettica eristica ai fatti propri del metodo scientifico, quello che si deve fare quando si vuole fare della critica scientifica. Dopo aver infatti rimarcato la componente strettamente ideologica dell’attacco di Corbellini, il genetista porta correttamente il discorso sui fatti, e i fatti sono essenzialmente che il contributo della modificazione genetica non è quello che si vuole far passare, le piante OGM effettivamente impiegate sono essenzialmente quattro e si tratta di realizzazioni di una trentina di anni fa. Un po’poco per parlare di vantaggi straordinari e di “nuove tecnlogie”.
Una volta detto che le piante OGM non sono quello che un’efficace campagna di comunicazione vuole far credere, il prof. Buiatti passa a mostrare quello che è il vero cuore della questione e che non viene mai preso in considerazione dai vari Corbellini, l’aspetto strettamente economico e sociale:
In questo sito troverete che solo queste quattro piante sono prese in considerazione anche se coprono quasi 180 milioni di ettari. Da questi dati la domanda: come mai tanto terreno occupato da Ogm?
La risposta sta nel comportamento ormai soprattutto finanziario delle tre maggiori multinazionali della agricoltura (Monsanto, Dupont, Syngenta) che non fanno più ricerca ma guadagnano dalle royalties dei brevetti e dai giochi nelle Borse internazionali in cui il titolo sale tutte le volte che un nuovo Paese accetta di coltivare Ogm e quando persone note dichiarano che sono fondamentali per la vita.
…quando i Governi hanno aperto la strada agli Ogm i messi delle imprese hanno comprato moltissime piccole aziende locali come le nostre e cacciato i contadini, salvo una parte come braccianti. Questo anche usando le armi come in Paraguay, e perdendo tutta la biodiversità delle piante locali insieme ai linguaggi delle comunità distrutte spostate nelle favelas. È quindi diminuita la quantità di cibo disponibile e si sono coltivati soprattutto la soia e in piccola parte il mais esportati per la nutrizione degli animali dei Paesi sviluppati. Tutto qui il grande vantaggio degli Ogm che ha dato un potere incredibile alle multinazionali ed ha eliminato colture e culture anche in Cina, India e recentemente Africa.
La ragione per non far entrare nel nostro Paese Ogm é questa perché noi siamo il Paese con maggiore diversità di piante e di cibi della Europa e abbiamo come concorrente sui cibi solo la Cina.
Gravissima la denuncia che viene fatta e al cospetto della quale le argomentazioni di Corbellini appaiono in tutta la loro inconsistenza. Questi ed altri problemi di natura economica legati all’industria OGM non possono essere omessi quando si parla della questione. E riguardo alla vera innovazione tecnologica, dopo aver mostrato che gli OGM realmente impiegati (lasciamo perdere le pagliacciate del tipo “banane alla vitamina A”) in realtà sono vecchie realizzazioni che non sono state seguite da niente di veramente importante, vengono indicate delle tecniche veramente nuove per ottenere delle varietà utili:
Abbiamo quindi bisogno continuo di nuove varietà di tutte le piante della nostra tradizione (solo il mais ha da questo punto di vista un certo interesse) e per questo ci sono metodi molecolari, questi si molto recenti, che ormai si usano in tutto il mondo che permettono di accelerare la selezione di varietà nuove. È su questi veramente nuovi metodi che punta il progetto del bistrattato ministro Martina che investirà una notevole cifra di denaro per i tanti laboratori italiani in grado di fare questo lavoro checché ne dica il nostro amico Corbellini.
Ma Buiatti non si ferma qui, manca ancora da dire qualcosa sull’aspetto degli OGM legato alla salute:
Detto questo il lettore si chiederà come mai non ho parlato dei pericoli per la salute degli Ogm ma lo ho fatto perché il problema da questo punto di vista non sono tanto gli Ogm quanto parte di EFSA, la agenzia europea di controllo dei cibi. Questo perché, a dimostrare la potenza delle multinazionali, le linee guida di EFSA sono state scritte da una signora che é poi diventata capo del marketing di Syngenta. Non é per caso infatti che le linee guida impediscano a EFSA di usare laboratori indipendenti per analizzare il materiale transgenico e quindi, quando ci sono obiezioni ai dossier da controllare la agenzia chiede una risposta alla stessa impresa produttrice che usa i suoi laboratori, per cui i produttori si auto-controllano.
Ecco quindi le forti ragioni e non la ignoranza delle sinistre per cui siamo per la utilizzazione delle nuove tecnologie e non di quelle del secolo scorso e per la difesa del meraviglioso patrimonio della nostra agricoltura e delle nostre tradizioni locali.
E con questa vera e propria “bomba” sugli studi relativi ai pericoli per la salute derivanti dagli OGM, Buiatti chiude un articolo del quale va letto e annotato ogni singolo passaggio.
Come ricorda all’inizio del suo articolo Buiatti, non esiste un’agricoltura di sinistra o di destra, così non esiste una scienza di parte, cosa che ci impegniamo a dimostrare su queste pagine, esiste una scienza ideologizzata che si riconosce per la mancanza di argomenti tecnici e una scienza reale che fornisce dati e indicazioni verificabili da chiunque.
Corbellini e coloro che si schierano dalla sua parte adesso dovrebbero rispondere sui punti posti da Buiatti. Se questo avverrà ne daremo correttamente notizia.
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Integrazione del 30 luglio 2014: abstract della replica di Seralini su Elsevier
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41 commenti
Studio francese: «Ogm tossici»
Lo studio fu oggetto di critiche e a seguito di forti pressioni fu ritirato, ma non perché fosse sbagliato, perché il numero di soggetti (che alla prima verifica andava bene) venne in uno studio apposito ritenuto insufficiente.
“The paper, from a research group led by Gilles-Eric Séralini, a molecular biologist at the University of Caen, France, and published in 20121, showed “no evidence of fraud or intentional misrepresentation of the data”, said a statement from Elsevier, which publishes the journal. But the small number and type of animals used in the study mean that “no definitive conclusions can be reached”. The known high incidence of tumours in the Sprague–Dawley strain of rat ”cannot be excluded as the cause of the higher mortality and incidence observed in the treated groups”, it added.”
Insomma i topi si ammalavano davvero, ma erano troppo pochi.
Non sanno più che pesci pigliare…
No. I topi si ammalavano sia con sia senza gli OGM perchè appartenevano a un ceppo sensibile ai tumori e quindi non c’era una vera differenza fra trattati e controllo. Ecco perché si parla di un problema dovuto a “the small number AND type of animals used”.
Liquidarla come una semplice questione di numeri (come se l’incidenza statistica fosse una robetta da niente, tralatro) vuol dire raccontare una realtà diversa dai fatti.
Per essere davvero esaustivi avreste anche dovuto raccontare da dove venivano i finanziamenti di Seralini, di come abbia manipolato i giornalisti che hanno scritto i primi articoli sui suoi risultati e della “fortuita” coincidenza fra la pubblicazione del suo lavoro e l’uscita di un suo libro su questo tema.
Detto questo, a me i toni di Corbellini non piacciono.
Al di là di quanto sia affidabile da un lato o dall’altro la tecnologia ogm,il problema lampante quì è un’altro ed è riassunto nel punto due da Giuliani.
Che uno dell’Unità si scagli contro il divieto di seminare Ogm e arrivi a sostenere multinazionali con tutto quanto ricade sulle spalle dei contadinoi locali,indica che si è giunti alla frutta…
L’80% (se non più)dei terreni coltivat non sono in mano ai produttori locali, ma a poche multinazionali che, per esempio negli Usa, controllano la quasi totalità del mercato di soia e mais ogm,per un giro di affari di milardi di $ l’anno…
I contadini che utilizzano gli Ogm negli ultimi 10-15 anni hanno visto incrementare i costi, il costo medio di un campo di mais e soia è aumentato del 300% circa per loro.Tanto più che uscire dal giro delle multinazionali è davvero difficile, le penali per recedere il contratto sono salatissime in caso di retromarcia dei coltivatori..
Quindi a chi giova?
È una conquista tecnologica per aiutare l’agricoltura locale,i lavoratori o va a dare forza ad un certo capitalismo e ad un certo sistema di sfruttamento e condizionamento?
Come fa uno dell’Unità a condividere certe cose?
Poi,sulla “qualità” degli ogm le cose non sono comunque chiarissime.
Un conto è criticare le multinazionali, un conto è criticare uno strumento tecnico che usano per trarne profitto.
Le multinazionali fanno ricerca da anni su prodotti OGM che possono essere sfruttati per creare monopoli ma gli OGM possono essere usati in molti altri modi, per esempio “salvando” specie vegetali locali (tipo la papaya delle Hawaii, che senza gli OGM oggi non mangerebbe più nessuno). Il punto è che questo tipo di ricerca non interessa alle multinazionali perché, dal loro punto di vista, rende poco economicamente.
Per questo la ricerca sugli OGM andrebbe sostenuta con denaro pubblico, ma non per creare altra soia o altro cotone.
E comunque mi fa strano leggere discorsi così “de sinistra” da queste parti… 😉
@Greylines
“Chiaro che se si parte dal presupposto che le multinazionali mettono a tacere ogni studio “negativo” allora non se ne esce”
Mah, non è mica un presupposto, ci si basa sui fatti e sui numerosissimi scandali avvenuti ovunque. E’ un costume assodato che tentano in ogni modo di far tacere ogni voce contraria tramite la corruzione, ad ogni livello, soprattutto ai vertici politici-economici. Del resto ha una logica di ferro: perché mai dovrebbero perdere enormità di soldi che è l’unica cosa che interessa loro?
O lei pensa che a questa gente interessi qualcosa dei loro simili, prima del profitto?
Basterebbe ricordarsi a livello sanitario.
Sono d’accordo con Greylines…! 😯
Caro Greylines, come emerge dal discorso fatto con Virginia, sono d’accordo sul fatto che il problema non sia riducibile a OGM sì/no e sulle considerazioni che fai.
Riguardo alla sinistra, per quello che tale termine possa effettivamente significare oggi, effettivamente mi trovo a rispecchiarmi molto nelle idee di una certa sinistra storica, ad esempio nelle posizioni di Chomsky (da un bel po’, non solo adesso che ha fatto quell’articolo con Lewontin, Tattersall & CO.), e per molti versi con la visione sociale di Pasolini.
@frank10
Non ho mai detto che le multinazionali sono buone e hanno a cuore il benessere dell’umanità. Se però consideriamo sbagliata ogni cosa che loro sfruttano per rinforzare i loro guadagni allora dovremmo rinunciare a una marea di cose (tipo che non dovremmo neanche star qui su internet a parlarne).
Le faccio un esempio: diverse case farmaceutiche hanno spesso nascosto trial con esito negativo su certi farmaci messi in circolazione, ma sono state più volte colte con le mani nel sacco grazie a ricerche indipendenti (systematic review e cose simili).
1) Questo non significa che tutto quello che fanno le case farmaceutiche sia per principio sbagliato.
2) Perché qualcosa di simile non è accaduto anche con gli OGM? Perché la Monsanto è più brava a mascherare le sue malefatte? O, più semplicemente, perché non ci sono prove scientifiche che i prodotti OGM facciano male?
@Greylines
I farmaci hanno effetti collaterali molto ben evidenti anche a breve distanza dall’assunzione: è più facile smascherarli. Anche se non è che sono stati smascherati sempre subito… passano anche decenni prima di conoscere certi scandali. Inoltre le ricerche indipendenti costano parecchio, ora che si trovano fondi, volontari, si discute i risultati può passare molto tempo.
In ogni caso, sul cibo il problema è enormemente più delicato, dato che riguarda *tutta* la popolazione mondiale, non solo certe nicchie di persone con una specifica patologia. E quindi anche più facilmente “peggiorativi” in quanto già debilitati.
Se, come sostengono numerosi enti di controllo, c’è la seria possibilità che queste sostanze si accumulino nell’organismo innescando una reazione negativa solo dopo molto tempo, capirà lo scettismo dovuto.
Nel dubbio, essendo argomento che riguarda 7 miliardi di esseri umani più altri milioni di animali, dovrebbe valere il principio di precauzione, e visti i numeri e le possibili conseguenze, un *estremo* principio di precauzione.
Qui, invece siamo di fronte a gente che *dice* di aver fatto tests (a breve termine però) che risultano innocui, ma poi nega a chiunque di poterli analizzare con le scuse più ridicole. E’ serietà questa? O non fa pensar male?
Ricordo anche che pochi anni fa si era totalmente entusiasti per la clonazione umana: la rivoluzione che salverà il mondo etc etc Fino a quando guarda caso si è scoperto quanto dannosa era per la salute quella tecnica (aldilà delle implicazioni etiche).
Per non parlare delle assicurazioni apodittiche sull’amianto: il nuovo materiale da usare ovunque, la panacea per ogni costruttore, la scienza tutta concorde: è sicuro etc e adesso dopo decenni ci troviamo milioni di tetti da smaltire con costi incalcolabili per la salute e l’economia.
Insomma, non vorremo mica fare anche la figura dei fessi che credono alla benevolenza di certa gentaglia che vuol vendere il suo prodotto in tutta la terra per risolvere pure la fame nel mondo, eh??
Buongiorno Greylines, ho fatto un’integrazione pubblicando l’abstract dell’articolo con il quale Seralini risponde alle critiche verso il suo studio.
(Per ingrandire andare sull’immagine posta nell’integrazione e cliccarci sopra)
Seralini afferma che il ceppo di topo impiegato è lo stesso che era stato usato in precedenza per l’autorizzazione al commercio, quindi era quantomeno errata sin dall’inizio la scelta di quel ceppo di topi.
Sui finanziamenti agli studi e sul sospetto di coinvolgimenti di interessi personali, lo stesso Seralini rovescia le accuse verso i suoi detrattori.
Si denuncia poi qualcosa che è in qualche modo emerso anche nell’articolo di Buiatti, cioè l’indisponibilità dei dati degli studi fatti dalle compagnie che commercializzano gli OGM, e questo mi sembra oggettivamente grave.
In conclusione quello che manca è qualcuno che ripeta uno studio di lungo termine, meglio se contemporaneamente e in università indipendenti.
Infatti.
Estratti da un articolo:
http://naturalsociety.com/monsanto-hides-toxicity-test-results-roundup-calling-commercial-secret/
“Il glifosato aveva ricevuto il certificato di sicurezza nel 1988, dopo che furono condotte, dalla Monsanto stessa, delle ricerche presso gli Younger Laboratories di St. Louis, Missouri.
I risultati di tale ricerca non sono stati resi pubblici in nessun luogo al mondo, ed ancora una volta la Monsanto si rifiuta di rivelarli. Se veramente non si fossero manifestate reazioni negative nei ratti e nei conigli esposti al glifosato, perché non “farsi assolvere” una volta per tutte rendendo di dominio pubblico i dati?
[…]
Nel frattempo, altri esperimenti sulla tossicità del glifosato (il principale “ingrediente” del RoundUp), sono stati condotti in Europa e Tony Tweedale – il consulente sugli OGM per tossicità e valutazione del rischio – ha chiesto alla European Food Safety Authority (EFSA) di rendere pubblici altri due studi condotti sul tema. Uno è il test condotto dall’ente di controllo tedesco, studio nel quale hanno valutato una “Accettabile dose giornaliera” [acronimo inglese ADI], di glifosato; nell’altro hanno valutato la tossicità cronica all’esposizione.
[…]
non crediamo esista una dose “sicura” di esposizione al glifosato dato che la tossina si accumula nel corpo ed interagisce con altri pesticidi ed erbicidi nel causare gravi problemi di salute ed anche l’EPA riconosce che questo potrebbe essere un problema.
[…]
[l’EPA]si è anche rifiutata di rendere pubblici i propri studi sulla tossicità del RoundUp, asserendo che contengono informazioni commerciali confidenziali.
[…]
La Pesticide Action Network (PAN) Europe aveva precedentemente chiesto agli enti di controllo tedeschi di rendere disponibili tutti gli studi a lungo termine condotti sulla tossicità del glifosato. La risposta è stata un altro rifiuto, nuovamente motivato con la riservatezza commerciale.
[…]
sembra che gli enti di controllo di vari Governi del mondo non facciano altro che proteggere l’azienda più odiata al mondo, nascondendo alla gente i veri livelli di tossicità del loro prodotto più “commerciale”. ”
Mentre in USA hanno il dominio del mais e della soia, in India, la Monsanto ha raggiunto addirittura il *95%* delle sementi di cotone… Praticamente un monopolio assoluto.
Che poi, per arrivare a questi risultati, hanno drogato il mercato con enormi incentivi statali (soldi nostri) per far illudere che il mais sia così economico… Senza quelli, altro che libera concorrenza o vantaggio di nuove tecnologie!
La tecnica è sempre quella: in una prima fase si fanno prezzi estremamente concorrenziali in modo da eliminare qualsiasi concorrenza nel settore. Quando i più piccoli hanno chiuso o venduto, si passa alla seconda fase di alzare i prezzi quanto vogliono, tanto nessuno ormai potrà più opporsi.
“Seralini afferma che il ceppo di topo impiegato è lo stesso che era stato usato in precedenza per l’autorizzazione al commercio, quindi era quantomeno errata sin dall’inizio la scelta di quel ceppo di topi.”
E lui l’ha usato lo stesso? Sapendolo? Allora è scemo.
“Sui finanziamenti agli studi e sul sospetto di coinvolgimenti di interessi personali, lo stesso Seralini rovescia le accuse verso i suoi detrattori.”
Il che equivale a una non-risposta.
“In conclusione quello che manca è qualcuno che ripeta uno studio di lungo termine, meglio se contemporaneamente e in università indipendenti.”
Di studi ne fanno da tempo e non sono emersi problemi. La stessa Slow Food – non certo un gruppo pro-OGM – ha dovuto riconoscere che non ci sono problemi sanitari per gli OGM.
Chiaro che se si parte dal presupposto che le multinazionali mettono a tacere ogni studio “negativo” allora non se ne esce.
Mi sembra che emerga sempre più chiaramente una doppia categoria di problemi, da una parte quelli di tipo commerciale/economico e dall’altra quelli di tipo biologico.
Rispetto al secondo tipo potremo certamente dare spazio ad un’analisi degli studi che saranno disponibili, ma anche rispetto al primo tipo di problemi sarà opportuno occuparsene.
Ora i punti base sono due : il primo è che la tecnologia ogm è molto rozza il gene esterno va a finire in luoghi random sul genoma il che fa si che grazie al fatto che l’ espressione genica è strettamente dipendente dalla posizione del gene nel genoma i risultati siano miseri in termini di efficienza ( solo pochi successi ).
Il secondo e più socialmente rilevante punto è che contadini che non hanno più in mano il controllo delle sementi sono né più né meno che schiavi delle multinazionali. Il resto è secondario o comunque difficilmente provabile (come il caso della tossicità). Gli Ogm sono insomma l’ennesimo episodio della guerra capitale vs. genere umano. Gilberto Corbellini è così legato a ideologie di tre secoli fa che neanche se ne accorge.
Eppure da quello che si legge sembrerebbe una specie di scontro tra oscurantisti e menti illuminate, invece è una tecnica che non solo mostra i suoi limiti, ma che potrebbe essere soppiantata lavorando sugli incroci. Senza contare che nel caso del Roundup dopo pochi anni si sviluppano specie resistenti all’erbicida e al coltivatore resta una semente che non da vantaggi ma vincola alla società produttrice.
non solo, parlavo non molto tempo fa con Marcello Buiatti che mi diceva anche come, il fatto che l’inserto transgenico venga necessariamente inserito in multi copia, ad una analisi genetico-fisiologica dei mutanti, faceva trovare copie ridondanti dell’inserto ovunque. anche in regioni funzionali. Questo può essere silente in certi contesti, ma emergere in modo sfavorevole al variare delle condizioni di vita dell’organismo (età, nutrizione, clima, malattie, stress di varia natura)
Grazie, interessantissima questa informazione. Il fatto riferito conferma che in fondo anziché essere una tecnica ultra tecnologica è invece grossolana in quanto non tiene conto (e non può farlo) di una serie di interazioni correlate alla modifica che si va utilizzare.
Eh no! Proprio adesso che aveva avviato un bel confronto sugli OGM l’Unità chiude…
Chiude l’Unità: le pubblicazioni verranno sospese da venerdì 1° agosto
io non sono contraria allo studio dell’ingegneria genetica, penso solo ai benefici delle produzioni eterologhe utilizzando i microrganismi confinati nei bioreattori. O dei passi avanti del sapere fisiologico fatti grazie a questa tecnica di base. Ma, come dice Alessandro, lo stato dell’arte è ancora molto rozzo, e come giustamente dice Marcello, la ricerca scarsa. Dove per ricerca, non si intendono le potenzialità produttive del metodo, ma proprio l’analisi profonda e meticolosa della tecnica e una sua eventuale messa a punto. La produzione di ogm microbici è stata talmente utile da essere subito usata come strumento per studiare/produrre altre cose. Ma non si sa granché dello strumento in sè. Soprattutto da un punto di vista genetico evolutivo. Nonostante si legga a mantra che è una tecnologia innocua, è stata studiata su microbi per pochi cicli riproduttivi o su piante annuali. il tutto poi distrutto a fine ciclo. quali dati evolutivi possono essere studiati con batterie così brevi? in ambienti super omologati? discutevamo qui proprio giorni fa sul DNA spazzatura, ruolo, locazione, tasso di mutazione, si sa poco e nulla.. così come poco e nulla di sa delle cosiddette mutazioni spontanee (radiazioni, chimiche ) ne’ se siano effettivamente comparabili come meccanismo di ingegnerizzazione a quelle indotte con transgeni. Però si fa un sillogismo certo sulla loro sicurezza evolutiva per una mimesi mai approfondita se non in linea vagamente teorica. Ma se si prova a dirlo.. pare siano dettagli di poco conto. o oscurantismo ascientifico
D’accordo su tutto.
la questione economica sugli ogm non è proprio così semplice da spiegare e pur avendo rudimenti di base di politiche agricole preferisco rimanere sulla genetica, che ho approfondito. Le sementi si comprano comunque da decenni, specie in agricolture intensive che vogliano massimizzare la resa produttiva, si lascia fare miglioramento genetico alle ditte produttrici di sementi e chiaramente queste devono rientrare nei costi e li fanno pagare col prodotto. Ma ti garantiscono qualità varietale, pressoché totale percentuale di germinazione dei semi, omogeneità delle caratteristiche morfologiche della pianta (es. altezza media, epoche di maturazione omogenee etc) tutti fattori su cui sono disegnate perfino le macchine di semina, raccolta etc e che massimizzano economicamente la produzione per chi compra il seme, che ne trae perciò poche sorprese e buon profitto. tuttavia questo genere di produzioni omogenee sta raggiungendo da tempo i suoi limiti e si tende a reintrodurre una certa variabilità in campo, che se a parità di pianta risulta essere meno produttiva, nell’ottica globale della variabilità ambientale sembra alla lunga pagare di più. Per fare questo gli investimenti non possono che concentrarsi sulle varietà locali e sul loro miglioramento tradizionalmente fatto con gli incroci assistiti comunque da studi biotecnologici che rendono oggi questo processo selettivo molto più mirato e rapido. Questo ha anche due fattori in più non di poco conto, uno.. che i dati su rese di pgm (che poi non sono nemmeno la panacea che si vuol propagandare) sono riferiti a contesti agricoli profondamente diversi dai nostri. il costo di ammortamento delle spese (macchinari etc) di appezzamenti agricoli estesissimi è infinitamente piccolo rispetto alla situazione di polverizzazione dei fazzoletti italiani, in cui per ottusità ogni piccolo pezzetto di proprietà o possiede macchinari etc o paga profumatamente il lavoro a terzi. questa fotografia già di per sè economicamente non va nella direzione di una agricoltura dispendiosa, semmai di altre scelte, anche di brand Italia, che se anche piccolo in percentuale, si traina anche il convenzionale. Ad ogni modo.. io preferisco parlare di genetica.. su cui certamente vedo poco dibattito serio (Seralini non fa parte del dibattito serio auspicabile)
“Un articolo RABBIOSO di Corbellini Immediate le risposte, PACATE (?) E COSTRUTTIVE, di Farinetti e Buiatti”
Ohhhh!Bene!Si sa il dialogo è tutto.Lo dice sempre il ns. Presidente
“A chi frequenta il web la risposta di Farinetti appare immediatamente come una delle più chiare ed efficaci argomentazioni che si possano usare verso quei personaggi che intervengono senza entrare nei contenuti…”…
Però che personaggio.Birbaccione.Si concede TROPPO alla passione per le proprie opinioni.E senza entrare nel merito.Sarà mica a libro paga di..
“il lettore si chiederà come mai non ho parlato dei pericoli per la salute degli Ogm ma lo ho fatto perché il problema da questo punto di vista non sono tanto gli Ogm quanto parte di EFSA, la agenzia europea di controllo dei cibi. Questo perché, a dimostrare la potenza delle multinazionali, le linee guida di EFSA sono state scritte da una signora ..”
Visto???.Infatti da lettore mi chiedo: esistono prove della dannosità degli ogm? No. Il problema..NON SONO TANTO GLI OGM…MA LE MULTINAZIONALI !!!!
E poi PROF. Pennetta “Insomma i topi si ammalavano davvero, ma erano troppo pochi.”
Ma forse Le dispiace??? o forse NON si possono TRARRE CONCLUSIONI RAGIONEVOLMENTE INDICATIVE DA QUELLO “STUDIO”????
E dire che “non esiste un’agricoltura di sinistra o di destra, così non esiste una scienza di parte, cosa che ci impegniamo a dimostrare su queste pagine, esiste una scienza ideologizzata che si riconosce per la mancanza di argomenti tecnici e una scienza reale che fornisce dati e indicazioni verificabili da chiunque”.
Appunto.
Mah.Esco a prendere una boccata d’aria fresca.
E pensare che ci avevo creduto davvero.
La scienza, anzi la Scienza
Pazienza.Addio , dopo mesi di lettura quotidiana a “critica scientifica”.
…che profumo di INCENSO !!Devo aver lasciato aperto il vasetto della boswellia.(con questo tempo è l’unica ancora di salvezza,credetemi)
Gentile CCCP,che dire?
-Le risposte a Corbellini sono davvero pacate rispetto ad un intervento aggressivo.
-Le insinuazioni sui libri paga non mi interessano, anche Galilei era pagato da qualcuno.Quello che importa sono gli argomenti.
-Da lettore e persona si chieda se esistono prove che dimostrino che gli OGM sono innocui.
-Le affermazioni insinuanti e polemiche sono inutili.
Se vuole vada pure, buonasera.
la ricerca dovrebbe essere fatta da tutti (multinazionali comprese) ma verificata da università ed enti preposti. Purtroppo la ricerca è poca in tutti i settori, soprattutto quelli di base. L’equivoco però è che “ricerca” non è commercio. Non è vendita. Nella ricerca non c’entrano le fasi produttive, finché non si sono sperimentate le tecniche. La questione annosa è che da una parte c’è chi invoca la fine del ragionevole dubbio in virtù di una sicurezza (parlo di pgm) “ormai” provata. Dall’altro c’è un fermo totale e un voler nemmeno finanziare la sperimentazione. Nel mezzo tante possibilità che restano inesplorate.
A mio avviso buttarla sullo studio Seralini è un modo per non parlare di OGM. Ci sono tante altre riflessioni da fare che quasi penso sia comodo per tutti parlare dell’unica cosa che incrosta le due fazioni.
mi sono solo ora accorta di aver tralasciato il “secondo punto” economico a vantaggio delle varietà (biodiversità) locali. Questo fattore rientra nella convenzione di Rio del 1992, che tra le altre cose stabilisce :
“la ripartizione giusta dei vantaggi derivanti dallo sfruttamento delle risorse genetiche”.
Perché gli ogm minano questa importante convenzione? e perché questo va a scapito dei paesi poveri?
La ricerca farmacologica (proprio come avviene per le risorse di giacimenti di oro, petrolio etc) negli anni ha fatto man bassa di materiale biologico proveniente proprio dai Paesi sottosviluppati, ricchi però di biodiversità e quindi di sempre nuovi principi attivi da inserire nel circuito farmaceutico. Spedizioni intere venivano fatte raccogliendo ogni sorta di materiale organico (vivo e morto), piante, animali, escrementi.. di tutto. Senza pagare un centesimo laddove da quei prodotti uscisse una nuova molecola commerciale. Chiaramente questi popoli non avendo possibilità tecnologiche per usare da soli questo enorme potenziale, non potevano trarne alcun miglioramento economico. Un ladrocinio che venne messo a freno con questa convenzione in cui fu “vietato” questo genere di appropriazione di biodiversità altrui senza accordi fra le parti. Ovvero.. io ti posso anche fornire la cacca del mio insetto sconosciuto o le spore dei miei funghi anonimi, ma se ne produci un farmaco e lo vendi, paghi al mio Stato parte dei guadagni, così davvero fai il bene del mio Paese e magari prima o poi la mia economia interna e il livello di istruzione migliorerà al punto da utilizzare da solo queste risorse.
Il miglioramento genetico tradizionale basato sugli incroci delle piante locali ha un doppio vantaggio perfettamente ricadente nel Cappello Rio’99 e cioè utilizza la propria biodiversità per migliorare le proprie piante (senza dover comprare il “gene per” magari proveniente dall’organismo X di nazionalità ricca e favorisce una tecnica davvero alla portata di una agricoltura locale tramandabile di generazione in generazione che permette una quasi totale indipendenza.
Cosa succede in questi paesi con gli OGM invece?
si scavalca questa convenzione perché, invece di cercare di massimizzare i tratti fenotipici di una specie attraverso la biodiversità locale (es. aumento di una vitamina, resistenza idrica etc) si inserisce un gene di provenienza di altra nazione/organismo (quindi non locale, quindi su cui il Paese povero non ha la proprietà della biodiversità) e soprattutto non si restituisce un sistema colturale e tecnico che poi sia autosussistente nel tempo.
Quindi, la biodiversità non viene recuperata con certosini lavori in loco, la tradizione di queste metodiche non viene tramandata ai giovani, e la figura attiva del contadino-miglioratore in campo diventa quella del semplice seminatore passivo dipendente dagli stati venditori.
Senza contare i non meno importanti aspetti di disgregazione cultural-sociale che queste perdite comportano.
ecco mi sembrava un’aggiunta importante.
Grazie Virginia, non posso che essere d’accordo sul fatto che questa aggiunta è importante, e mi sento anche di dire che tutti i tuoi commenti hanno costituito un vero valore aggiunto sull’argomento.
ti ringrazio. Leggerti/vi è un gran piacere e divertimento
Grey cosa intendi con: facciano male? e facciano male a chi? animali? piante? microbi? uomo? e come ? alimentarmente? evolutivamente? un esempio di esperimento dirimente la questione? (o le questioni?)
leggendo l’articolo ed i commenti non si può che constatare quanto la disinformazione abbia agito a fondo su certi argomenti e sopratutto su come ciò che dovrebbe essere scientifico e quindi neutrale ed invece qui è sopratutto fortemente ideologcizzata.
Noto oltretutto come molti parlino di pratiche e tecniche agricole pur non avvendo lontanamente esperienza in pratica ma per sentito dire.
Vorrei ricordare al sig. Buiatti che le specie GMO coltivate e regolarmente in commercio,nonchè in forte espansione,vanno ben oltre le 4 da lei menzionate e vanno dal riso, grano duro,canna da zucchero,barbabietola da zucchero,pomodori,patate,zucchine,melanzane,fagioli,palma da cocco,mango,papaya,aranci,meli,pesche oltre ad un’innumerevole varietà di piante officinali(non dimentichiamo che oggi il 100% dell’insulina è prodotto da coltivazione GMO).
Chi parla di tecnologia grezza evidentemente non si è mai avvicinato ad un laboratorio genetico altrimenti avrebbe evitato certi commenti.
sorvoliamo su Seralinì la cui ricerca è stata ritirata per mancanza di fondamento scientifico(il che dice molto e non è nuovo a ceri inconvenienti)ma soffermiamoci sulle multinazionali: Auchan e Carrefour, cioè coloro che hanno finanziato le ricerche di Seralinì fatturano 5 volte monsanto-dupont-sygenta(per dire la coop da sola fattura più di monsanto) assieme, ed usano queste pseudo ricerche per lavarsi la faccia e riempirsi lo scaffale di qualunque indecenza,ma intanto informano disinformando e gonfiano il portafoglio sulle paure della gente(si ha sempre paura di ciò che non si conosce).
infine volevo ricordare che 88% dei brevetti GMO sono di dominio pubblico,che il brevetto sul glyohosate è scaduto 15 anni fa e che è un diserbante e come tale và trattato ma è altrettanto vero che è uno dei meno impattanti sull’ambiente poichè non ha azione residuale e viene completamente neutralizzato dal terreno in 48 ore(chiunque può fare una prova su un vaso ,tratta e dopo 2 giorni semina ciò che vuole e si renderà conto) cose che chiunque abbia avuto a che fare con la terra sa perfettamente.
Concludo scusandomi se son stato lungo ma la roba era tanta(e non ho risposto a tutto)con dei riferimenti per chi volesse farsi un’idea di cosa sia la Ricerca(una delle 200- fatte sugli GMO)
http://www.nfp59.ch/e_index.cfm
e già che ci sono pure :
http://www.marklynas.org/2013/01/lecture-to-oxford-farming-conference-3-january-2013/
Buongiorno Claudio,
visto che cita Auchan e Carrefour come finanziatori di Seralini, mi fa pensare che da parte di questi soggetti tutto questo interesse a confutare gli OGM non ci fosse, non mi sembra infatti che nei loro scaffali ci siano così tanti prodotti da colture “biologiche”.
-Il brevetto in questione non è quello sul Glyphosate, ma quello sul gene che conferisce la resistenza.
-Che il Glyphosate abbia poco impatto ambientale non lo direi con tanta certezza. Innanzitutto non è vero che viene neutralizzato in 48 ore, vede Claudio, i semi da lei piantati dopo due giorni non hanno avuto problemi perché l’assorbimento avviene per via fogliare mentre solo l’1% viene assorbito tramite radici. Quindi i semi sono cresciuti non perché la molecola fosse degradata, in quanto l’emivita della molecola nel terreno va da 3 a 130 giorni(http://www.cdpr.ca.gov/docs/emon/pubs/fatememo/glyphos.pdf)
Di contro dimostra tossicità per le cellule umane (http://www.scientificamerican.com/article/weed-whacking-herbicide-p/) e sono state riscontrati anche effetti teratogeni (http://www.earthopensource.org/files/pdfs/Roundup-and-birth-defects/RoundupandBirthDefectsv5.pdf).
Direi in conclusione che non di può parlare genericamente di OGM ma il discorso va affrontato caso per caso, in tal senso è significativo quanto già fatto notare da Virginia, cioè il fatto che lei inserisca in modo fuorviante in questo discorso specificatamente agrario la produzione di insulina che notoriamente non avviene da piante ma dal batterio E. coli, e che nessuno davvero si è mai sognato di mettere sotto accusa.
da cosa è prodotta L ‘insulina ??? dalle piante ogm?
questa si, mi è nuova
Scusa Claudio,
potresti meglio spiegare questa affermazione? magari è sulla terminologia che non ci capiamo. Sarei felice di approfondire con te, che sei esperto, alcune questioni genetiche degli ogm che non mi sono chiare.
—–
“Chi parla di tecnologia grezza evidentemente non si è mai avvicinato ad un laboratorio genetico altrimenti avrebbe evitato certi commenti.”
Per non parlare della squisita correttezza dei produttori di OGM:
vogliono spacciare i loro prodotti “fatti come la natura li ha fatti” !
E contro l’etichettatura degli OGM arrivano a dire:
“il diritto dei cittadini di sapere cosa mangiano è superato dal diritto dell’industria delle biotecnologie di imporre alimenti pericolosi a consumatori non informati quale [espressione del] diritto di libertà di parola di un’azienda, [considerata] come se fosse una persona [fisica]”.
Ci manca poco che ci puntino una pistola per invogliarci a mangiare quello che producono. Cosa sono tutte ‘ste storie per voler sapere cosa stiamo mangiando.
mi sembrava una buona chiusura..
https://www.jacobinmag.com/2014/08/the-new-scientism/
Virginia, con la gran quantità di rimandi a studi qualificati e con le considerazioni fatte nell’articolo segnalato, il tuo intervento più che una chiusura mi sembra che sia una riapertura dell’argomento!
Peccato che l’autore caschi, col darwinismo intoccabile, nello stesso tranello che vorrebbe criticare.
E poi, lo “scientismo”, vecchio e nuovo, non è tanto l’uso ideologico della scienza empirica, inevitabile da parte di tutte le Weltanschauung e che si può solo cercare di moderare e di esserne comunque tutti coscienti, ma la posizione positivistica 1) che la scienza empirica sia l’unica forma di conoscenza e 2) che ciò che non è scientificamente comprensibile sia privo di senso.
…a Settembre… 🙂
buone vacanze di nuovo
condivido… ma confido che questo genere di articoli, appariranno sempre più e migliorati.
c’è un sottobosco vociante scientifico sempre più scontento di una modalità di pensare e fare scienza (oltre che di come soppesarne l’utilità e il valore).
“…c’è un sottobosco vociante scientifico sempre più scontento di una modalità di pensare e fare scienza (oltre che di come soppesarne l’utilità e il valore).”
E noi cercheremo di farlo crescere… 🙂