Il DNA spazzatura e il paradosso del cretese

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Il DNA spazzatura non esiste, anzi sì o forse no…

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Una ricerca confusa e i paradossi della Sintesi Moderna

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 Era di poco più di un anno fa la notizia della scoperta che il cosiddetto DNA spazzatura, più tecnicamente conosciuto come DNA non codificante, in realtà o non esiste o è ridotto ad una porzione marginale del totale. Che almeno l’80% del DNA svolgesse una funzione era emerso dai risultati del progetto ENCODE condotto da un gruppo di scienziati provenienti da 32 centri di ricerca e composto da ben 440 elementi di diversa nazionalità. Immediatamente, troppo immediatamente, si era levata la voce dissenziente di altri colleghi che sul Guardian avevano tacciato i 440 di “non conoscere niente della biologia evoluzionistica“, l’episodio era stato raccontato in un articolo su CS. La reazione e l’accusa legata alla biologia evoluzionistica hanno una spiegazione nel fatto che una delle conseguenze, o meglio una previsione implicita nella teoria neodarwiniana dell’evoluzione per caso e selezione, è la formazione di una gran quantità di DNA che non ha alcuna funzione essendo solo il residuo dell’accumularsi graduale delle mutazioni.

In soccorso dei biologi che “conoscono la biologia evoluzionistica” ecco che finalmente sono arrivati Chris M. Rands, Stephen Meader, Chris P. Ponting e Gerton Lunter dell’università di Oxford che su PLOS Genetics hanno pubblicato il 24 luglio scorso un contro-studio che ribalterebbe il risultato del progetto ENCODE e di tutti e 440 i suoi autori. Il titolo è eloquente “8.2% of the Human Genome Is Constrained: Variation in Rates of Turnover across Functional Element Classes in the Human Lineage“, secondo questo nuovissimo paper dunque solo l’8,2% del DNA è codificante, altro che l’80% individuato dal progetto ENCODE.  La notizia è stata riportata sulla Stampa in un articolo intitolato “Il Dna è “pigro”: solo l’8% svolge una funzione” in cui si possono trovare dei chiarimenti:

I ricercatori britannici hanno messo a confronto il Dna umano con quello di altri mammiferi, come il topo, il coniglio, il cane e il cavallo. Le regioni del genoma realmente funzionali sono state identificate come quelle che si sono conservate intatte, al riparo da pericolose mutazioni, nel corso della storia evolutiva, lunga quasi 100 milioni di anni, che separa questi mammiferi dal loro antenato comune. 

In poche parole i ricercatori non hanno stabilito se il DNA preso in esame svolgesse realmente qualche tipo di funzione, hanno invece messo a confronto il DNA umano con quello di altri mammiferi e hanno visto quale percentuale di DNA si sia conservata intatta tra i diversi gruppi tassonomici stabilendo che quella che ha subito mutazioni non “deve” svolgere alcuna funzione. Siamo quindi allo stesso tipo di errore che sta all’origine del termine DNA spazzatura: quando non si capisce a cosa serve il DNA lo si classifica come spazzatura.

Ma questo modo di procedere, oltre ad essere inaffidabile in quanto cataloga come inutile quel che non si capisce, crea un paradosso logico a quella stessa teoria neodarwiniana che dovrebbe soccorrere, infatti conduce ad una contraddizione, come quella famosa conosciuta come paradosso del cretese che recita così: Epimenide cretese proclamava che tutti i cretesi erano bugiardi. Ma allora diceva il vero o diceva il falso Epimenide? Infatti, se diceva il vero mentiva, in quanto cretese, asserendo che tutti i cretesi erano bugiardi; quindi diceva il falso. Se diceva il falso, non mentiva, come cretese, quindi diceva il vero.

Allo stesso modo possiamo dire che per il DNA spazzatura vale la seguente antinomia neodarwiniana: l’evoluzione avviene per mutazioni casuali e selezione (neodarwinismo), ma al tempo stesso se un tratto di DNA presenta delle mutazioni casuali (come previsto dalla SM), anche senza conoscerne la funzione si ammette che non possa funzionare e deve essere considerato spazzatura,  quindi non si può dire che si tratta di evoluzione.

Si lascia a chi voglia cimentarsi coi paradossi la soluzione di questa nuova versione di quello del cretese, la certezza che resta è che non ci sono elementi per dire che solo l’8,2% del DNA svolge una funzione.

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Laureato in Biologia e in Farmacia, docente di scienze naturali Nel 2011 ha pubblicato "Inchiesta sul darwinismo", nel 2016 "L'ultimo uomo" e nel 2020 "Il Quarto Dominio".

56 commenti

  1. Quello che resta da stabilire è la percentuale di cervello che utilizzano questi ricercatori quando fanno queste affermazioni 🙂

    • Dipende, se i ricercatori ritengono giuste le premesse direi l’8,2%, se invece è un espediente per controbattere ai 440 allo direi 91,8%. 😉

  2. Giorgio Masiero on

    Dunque, se ho ben capito, questi “scienziati” hanno
    1) hanno messo a confronto il DNA di uomini, topi, conigli, cani e cavalli; e
    2) hanno definito codificanti solo le aree che si sono conservate uguali in tutte le specie, “intatte al riparo da pericolose mutazioni”, nel corso dell’evoluzione di queste specie dal comune antenato durata “100 milioni di anni”.

    Allora mi chiedo: se le differenze tra un uomo, un topo, un coniglio, un cane ed un cavallo non sono illusioni, a che cosa si devono le differenze?

    Logica vorrebbe, ma io non sono un biologo britannico purtroppo, che le “regioni intatte” (8%) provvedano alle funzioni comuni tra le 5 specie, mentre almeno una parte delle restanti (92%) siano funzionali alle differenze interspecifiche, per es., che so?, al fatto che i topi non amano il gin mentre i ricercatori britannici frequentano i pub.

    Non c’è che aspettare la prossima puntata della telenovela sul DNA spazzatura, con la controffensiva dei 440…

    • Ma che scherziamo?!?
      Guarda Giorgio che se usassero la logica dovrebbero arrivare alla conclusione che non è vero che abbiamo il 95% di DNA uguale al topo! Non sia mai…

      Intanto ecco la notizia spandersi senza un minimo di spiegazione critica sul Daily Mail:

      • Esagerano troppo spesso con i titoloni,proproiamente lo studio manco parla di dna spazzatura…

    • Eh Masiero,secondo quelli al dna sì non codificante,ma funzionale.
      Paragone impreciso,semplicistico etc..ma per capirci siam tutti(topi,banane?,scimmie,uomo,cavalli,mucche..)4 ruote e un motore poi c’abbiamo tutti optional che fan vedere un carroarmato piuttosto che un risciò..
      Però lo studio è incentrato unicamente,pare,a stabilire la percentuale a comune codificante proteine,ma che succede ad una specie che subisca mutazioni nel restante 92%?Se non funzionali son tutte neutre?
      Il restante 92% non influisce in alcun modo sull’8%?
      Cos’è l’8% senza tutto il suo complementare 92 %?
      Etc etc..
      Pertanto Enzo “tecnicamente” non so se sia corretta l’associazione con il paradosso del cretese:
      “Allo stesso modo possiamo dire che per il DNA spazzatura vale la seguente antinomia neodarwiniana: l’evoluzione avviene per mutazioni casuali e selezione (neodarwinismo), ma al tempo stesso se un tratto di DNA presenta delle mutazioni casuali (come previsto dalla SM), anche senza conoscerne la funzione si ammette che non possa funzionare e deve essere considerato spazzatura, quindi non si può dire che si tratta di evoluzione.”

      distinguendo in funzionali codificanti e funzionali non codificanti..

      • Leonetto, mi sembra che il vero problema sia proprio nell’aver fatto l’equazione non so se serve a qualcosa=è inutile.
        Insomma, i ricercatori si sono regolati un po’ come quei bambini che smontano un giocattolo e poi non sapendo a cosa servano i vari pezzi li lasciano fuori sperando che funzioni come prima.

        Allora facciano una cosa, taglino il DNA spazzatura e verifichino se la cellula funziona come prima.

        • Ma il punto è..i ricercatori hanno davvero parlato di “spazzatura”,oppure hanno semplicemente fatto i par..li e di spazzatura han ricamato i giornali?
          Sbaglierò,ma mi pare la seconda.
          I ricercatori sembrano dire infatti in primis adottano una ‘loro’ deinizione di funzionalità,in secondo scindono questa in due componenti.
          Ed “introducono” e sviluppano il tema del turn over.
          Glissando su alcuni aspetti importanti vuoi perchè non è l’oggetto dello studio vuoi perché è meglio così.
          Un po’ è come dicessero,l’Encode ha detto giusto,ma l’ha detto male,è meglio prendere come esempio questo per spiegare bene certe cose..
          http://www.youtube.com/watch?v=JU-QZ7yoyd4
          così almeno i giornalisti posson fare i loro articoli.

          • Direi che i ricercatori hanno spinto fortemente affinché venisse data l’interpretazione che poi è apparsa sui giornali, nell’abstract leggiamo proprio all’inizio: “Ten years on from the finishing of the human reference genome sequence, it remains unclear what fraction of the humangenome confers function, where this sequence resides…”.

            A quel punto, preceduto da quell’8,2% il gioco è fatto. Questo però renderebbe l’episodio ancor più negativo perché sposterebbe la questione dall’errore di ricerca all’astuzia di un volgare marketing.

          • Beh quelle righe sono un’introduzione che introducono il fatto che su una certa cosa ci siano idee poco chiare,di fatto non dicono nulla..
            Già anche solo il sunto dell’autore fa avere le idee più chiare(beh nei limiti..)
            Certo per me qui l’errore,l’astuzia,quel che è è legata al marketing,lo studio è pressocché piatto..
            Arrivati in fondo non è che dica molto.
            Soprattutto non porta dire quello che scrive Masiero nè parla in realtà del dna spazzatura propriamente detto,ma come accennato rimaneggia una definizione operativa di funzionalità e ci imposta uno studio con annesso il concetto di turn-over.
            Di fatto i giornali non si sa di che studio parlino..

          • Cioè,mi pare questo un caso simile a quello dell’evolvibilità.
            Come i ricercatori che introdussero questo concetto andando quindi a limare su degenerazione etc..quì si va a limare sui dati dell’Encode.
            Hanno il gran merito di innalzare cattedrali,palazzi etc..peccato che però è tutta apparenza,set teatrali,solo cartone,dietro non c’è nulla..

  3. purtroppo finché continuerà a venire finanziata e pubblicata su riviste ad alto IF questa spazzatura (in questo caso il termine è corretto) non si farà più ricerca interessante e siccome i posti di lavoro vengono assegnati a chi ha più pubblicazioni (e si pubblica questa roba qua), la selezione umana dei cervelli nei laboratori sarà costituita da queste menti.. molto triste.

    • Virginia, in poche righe hai riassunto il problema della ricerca scientifica attuale. Penso che anche nella ricerca, come in altri ambiti, non ci saranno regole che possano cambiare certi difetti finché non si affermerà una visione diversa della relazione umana verso sé stessi e gli altri, quello che io chiamo il problema antropologico.

  4. il guaio di certa scienza utilitaristica è l’ansia nel voler stabilire a priori e con mezzi (mentali) e tecnici molto limitati, cosa sia una “funzione”. Partendo da presupposti sbagliati, si faranno disegni sperimentali sbagliati e si giungerà a conclusioni sbagliate. E fin qui, se il gioco avesse solo ripercussioni culturali sarebbe anche accettabile. Il guaio è che la scienza utilitaristica, poi, sulla base di questi assunti illogici, poi pretende di “mettere mano” su ciò che a torto ritiene manipolabile in quanto sdoganato dall’evoluzione e dalle prove di bancone… E questo si, non mi fa dormire la notte.

    • Virginia, anche questa volta in poche righe hai messo a fuoco un punto importante. Se si trattasse di semplici dispute accademiche potrebbe essere anche divertente starle a seguire come si seguirebbe un talk show, ma invece questo approccio finisce col ricadere nella vita pratica, e quindi anche sulla ricerca di nuove cure e sulla manipolazione genetica.

  5. che ne pensate di questo assunto alla base del disegno sperimentale?

    “We stress that this inference relies on the parsimonious yet not formally justified assumption that the total quantity of functional sequence in genomes remains constant over time and therefore across species, and within functional categories. “

    • La cosa più giusta di quest’affermazione è che l’assunto non è giustificato.
      In base a quale teoria o dato la quantità totale di sequenza funzionale dovrebbe essere costante?
      Si tratta di un’implicazione della SM? E se sì, mi piacerebbe saperne di più.

  6. tutti i loro disegni e conclusioni e speculazioni hanno di base questo perno. la Scienza assomiglia sempre più all’illusionismo

  7. @ Pennetta

    Buonasera.
    Avrei alcune domande, le rivolgo a lei ma sono generalmente rivolte ad altri se volessero intervenire.

    Non sono un biologo ma un chimico ( ci siamo già presentati) quindi presumo che mi sfuggano certi concetti:

    1 Leggo talvolta che abbiamo il 98% del DNA in comune con le scimmie antropomorfe, e l’80% con il topo (o la banana non ricordo).
    Posto che Svate Paabo ha mostrato che nell’uomo euroasiatico di oggi 1-4% del DNA è in comune con il Neanderthal,e da qui deriva che c’è stata prole feconda fra le due specie o varietà, come concilio il dato 98% scimmia 1-4% Neanderthal?
    Intendono 1-4% del restante 2%?

    2 Posto che alcuni geni possono essere trasferiti orizzontalmente attraverso virus che parti del DNA siano comuni non potrebbe derivare da trasferimenti orizzontali e non verticali?

    3 Quando formulano ipotesi di incroci fra due specie o varietà, poniamo ad esempio Denisova e Sapiens, riferendomi ad un articolo che appare su Pikaia e che mette in evidenza parti di DNA comuni tra tibetani e Denisova legate ad un gene che favorisce l’acclimatamento ad alta quota, queste parti in comune non potrabbero derivare semplicemente dal fatto che medesime condizioni portano a medesimi geni, poichè forse il meccanismo tanto casuale non è e quindi semplicemente si presentano medesime sequenze di DNA?

    4 Mi sono tradotto e letto l’articolo originale sull’ultimo antenato comune fra Neanderthal e Sapiens.
    Poichè sembra che la morfologia dentale indichi 1000000 di anni per l’ipotetico ultimo antenato comune, posto che mi sembra un lasso temporale discreto, e visto che incrociando le conclusioni di Paabo con quelle di questo articolo, e dando per buone le conclusioni del ricercatore del Max Planck Institute, l’incrocio fecondo fra le due specie o varietà dovrebbe essere avvenuto circa 50000 anni fa, cioè quando l’areale era comune, non era già trascorso un discreto tempo che avrebbe dovuto garantire la completa separazione fra le due specie?

    • Buonasera Henry, le domande sono pertinenti, cerchiamo di vedere come stanno le cose.

      1- La percentuale si riferisce alla quantità totale dei circa 3 miliardi di basi azotate, per poter rispondere alla sua domanda bisognerebbe sapere da chi ha fatto la ricerca se quell’1,4% è anche in comune tra scimpanzé e neanderthal.

      2- un trasferimento orizzontale tramite virus andrebbe ipotizzato insieme all’esistenza di eventuali virus in grado di farlo e specie specifici per entrambi, sapiens e neanderthal, troppe ipotesi improbabili impossibili da verificare. Personalmente userei in questo caso il rasoio di Occam.

      3- Secondo la Sintesi Moderna medesime condizioni potrebbero portare a soluzioni simili, se portassero a medesimi geni ci troveremmo di fronte ad un’evoluzione non guidata da caso e necessità, quindi non darwiniana.

      4- Giuste considerazioni, se dopo 500.000 anni non era ancora avvenuta la speciazione come facciamo a dire che l’ultimo antenato comune era 1.000.000 di anni fa?
      E poi ci sono anche elementi che fanno pensare che i sapiens e i neanderthal non fossero che due sotto-specie di una stessa specie.

    • Henry ,banalmente per la 1) (senza entrare nel discorso speifico su quelle percentuali) non si tratta comunque della stessa cosa quella a cui si riferiscono le percentuali..

      la 4) ancor più banale,tutto dipende da cosa definisco come specie.
      È ovvio che se un semplice evento di speciazione allopatrica,per esempio,porta alla formazione di due popolazioni che individuo come specie diverse,non c’è nulla che vieti di pensare che se tornino in contatto non possano essere interfertili..

      • @ Leonetto

        “Henry ,banalmente per la 1) (senza entrare nel discorso speifico su quelle percentuali) non si tratta comunque della stessa cosa quella a cui si riferiscono le percentuali..”

        Ok, a cosa si riferiscono?

        • Il rapporto percentuale scimmia-uomo riguarda generalmente tutti gli uomini,neandrthal compresi,poi il resto son legami di genetica di popolazioni umane.
          Non è che uno scimpanzé è più umano di un neanderthal,che è tutto umano..
          La percentuale che oscilla ,a seconda dei metodi utilizzati,fra l’85 e il 98% di dna a comune fra
          scimpanzé e uomo inanzi tutto non avrebbero avuto senso prima del 2005 ,quando si avrebbero avute a disposizione le mappature dell’una e dell’altra specie.Invece furono fatte a partire dagli anni 70…
          In verità non è ancora stato compiuto alcun raffronto completo tra il DNA della nostra specie e
          quello degli scimpanzé,si sono usati alcuni metodi come l”’indel’ e simili,si fanno allineamenti etc..e si calcola la comunanza. Spesso e volentieri mancano le indicazioni su come siano stati ricavati gli allineamenti…
          Ma anche se avesse valore quella differenza di un 2- 4% si tratterebbe comunque di un bel divario di proteine funzionali differenti..
          Grossomodo tale comparazione mira a supportare una evoluzione delle specie animali che avviene per inserimenti e cancellature di pezzi di Dna, più che per sostituzione di singoli nucleotidi.

          Quindi quì vale un raffronto fra il dna umano e quello scimpanzé.
          Poi per il resto si va a ricostruire un ‘possibile’ percorso di “ibridazioni”,che porta a dire che un gruppo di sapiens che lasciò l’Africa o l’Arabia si “mescolò” con neanderthal e tracce se ne ritrovano in cinesi,francesi(ed altri europei),papuani etc..
          Cosa venne fatto,fu comparato il corredo genetico di cinque persone viventi scelte “a caso” da varie etnie con lo schema approssimativo del genoma dell’uomo di Neandertal estratto da resti fossili in miglior stato..
          Ebbene la comparazione dei dna non ha portato all’1-4 % di somiglianza..attenzione..

          Se ,per esempio diciamo che uomo (sapiens) e scimpanzé avevano a comune il 95% allora di quel restante 5% sapiens e neanderthal ne avevano un 1-4%..

          Capito?

          Non è che scimpanzé sian più uomini di un uomo..e che diamine 😀

  8. Caro Professore

    Qualche tempo sul sito EFFEDIEFFE ho visto un articolo che riprendeva uno studio di un esperto di computer science riguardante il famoso codice spazzatura.

    http://www.naturalnews.com/042260_genetics_myths_Human_Genome_Project_morphic_resonance.html

    Questo esperto aveva quantificato il contenuto informativo del DNA di una cellula umana a meno di 1GB. La cosa è sorprendente in quanto un progetto di un semplice tavolino comporta un dispendio Bytes che vanno dal disegno alle specifiche di costruzione ben maggiore di 1GB.
    Forse nel DNA nulla è spazzatura, anzi, forse qualche altra cosa è nascosto lì dentro.

    • Buonasera Landuccio,
      secondo me anche se tutti i 3MLD di basi del DNA umano contenessero delle informazioni ci troveremmo davanti ad un programma che dovrebbe essere quanto meno, per così dire, ‘zippato’.
      Ma probabilmente si tratta di qualcosa di molto più complesso, di un programma che può essere letto in vari modi, lo dimostra ad es. il fatto che meno di 30.000 geni codificano per 100.000 proteine.
      Il funzionamento del DNA è molto più complesso di quello che sinora si era creduto, e dire che un tratto di DNA non serve a niente solo perché noi non sappiamo a cosa serva è un’affermazione preconcetta.

      • Piu’ che preconcetta direi (neo)positivista. E ricordo che e’ Feyerabend a parlare di neopositivismo.
        Voglio anche ricordare che appena scoperta la cellula, essa doveva essere sicuramente di funzionamento banale e quindi salutata come l’ultimo step prima di capire il meccanismo (in senso letterale) della vita.
        E invece era un pochino piu’ complicata la storia.

        Di DNA ne so ben poco, da informatico invece mi ha sempre colpito una cosa: ad un certo punto dell’evoluzione abbiamo un “robo” che legge il DNA, e il DNA che, come mi pare di capire da tutti i discorsi, sembra avere la sola funzione di essere letto.
        Praticamente abbiamo un lettore, e un floppy disc.
        E mi domando: ma come si guadagnava da vivere il lettore, quando il floppy disc non si era ancora evoluto a floppy disc. O, viceversa, come si guadagnava da vivere il floppy disc se non c’erano ancora lettori in giro…
        La domanda e’ sincera, magari esposta in maniera fantasiosa ma spero si capisca.
        Buona serata Enzo!

        • Si capisce la domanda Fabio, si capisce… anche se qualcuno fa finta di non capirla, per gli altri invece la risposta è che “l’origine della vita non c’entra niente con l’evoluzione”. Vabbè.

          Buona sera anche a lei!

  9. Sul Guardian uno dei ricercatori conferma che la Sintesi Moderna ha bisogno del “junk” DNA secondo i meccanismi delle mutazione casuale deve esistere una gran quantità di DNA che faccia oltretutto da base per la Teoria neutrale dell’evoluzione di Motoo Kimura:

    “Non siamo stati progettati. Ci siamo evoluti e che è un processo disordinato. Questo DNA è in realtà solo riempitivo. Non è spazzatura. Potrebbe tornare utile un giorno. Ma non è un peso.”

    • Giorgio Masiero on

      “Non siamo stati progettati”: ERRORE EPISTEMOLOGICO, uguale e contrario a quello dell’ID. Doveva dire: il metodo scientifico si occupa solo di cause materiali, non di quelle finali e quindi la questione se noi siamo stati o no progettati (da un’Intelligenza) esula dall’ambito del nostro lavoro, rivolgetevi altrove.
      “Ci siamo evoluti ed è stato un processo disordinato”: ERRORE SCIENTIFICO, il ricercatore ha confuso le assunzioni con i fatti. Doveva dire: la nostra specifica ricerca è partita da 2 assunzioni: 1) l’evoluzione di 5 specie (compresa Homo sapiens) da un comune antenato e 2) l’evoluzione per processo disordinato (darwinismo), non guidata da un meccanismo fisico.
      “Questo DNA è in realtà solo riempitivo”: ERRORE SCIENTIFICO. Di ciò che non sa, uno scienziato deve tacere.
      “Non è spazzatura”: ERRORE SCIENTIFICO, come sopra.
      “Potrebbe tornare utile un giorno”: ERRORE SCIENTIFICO, come sopra.
      “Ma non è un peso”: ERRORE SCIENTIFICO, come sopra.

      6 proposizioni, 6 errori: povera biologia in mano a questi ignoranti di logica, filosofia e dello stesso metodo scientifico…

    • Vero quanto dice Masiero,ovvio,però ancora una volta va detto cosa realmente hanno detto con lo studio e quali ne sono le implicazioni e cosa invece gli è “stato fatto ” dire..
      Dalle dichiarazioni che fa Lunter è chiaro che abbia una certa ideologia che forse lo condiziona nelle sue considerazioni,anche senza forse,ma anche nell’intervista afferma tranquillamente che quel dna non è spazzatura..
      Ha anche spiegato che il discorso si sviluppa andando a fornire anzitutto un concetto di funzionale,divers da quello di Encode tanto per incominciare..
      Tanto più è possibile leggere la fin troppo moderata,frenata risposta di Kellis proprio in quell’articolo.
      Insomma ribadisco quanto ho detto:
      http://www.enzopennetta.it/2014/07/il-dna-spazzatura-e-il-paradosso-del-cretese/#comment-28832

      Ricerca,studio che è stato strumentalizzato e un po’ “stravolto”,ricamato dai giornalisti.
      Studio che potrebbe anche dirsi “inutile”,ma comunque va ,partendo da una comparazione di dati a cercare di dare un supporto a un modello molto simile alla teoria di Kimura.Insomma a un modello neutralista.O comunque ibrido ma sbilanciato verso uno neutralista.
      All’apparenza è un po’ come equilibri punteggiati,evolvibilità etc..sembra dare supporto,fare chiarezza(nello specifico rimodellando il concetto di funzionale e sviluppando il discorso del turn-over..),ma dietro l’apparato poi non c’è nulla,alla fine tutti gli interrogativi e i problemi son sempre lì.
      Un solito alza il tappeto e metti sotto la polvere..
      Ormai quel tappeto è diventato il K2..

      • Giorgio Masiero on

        Io non ho capito, Leonetto, la differenza tra dire “Questo DNA è solo riempitivo” e dire “Questo DNA è solo spazzatura”. Anche la spazzatura “non è un peso” e “potrebbe tornare utile domani”…
        A me questi ricercatori sembrano dei politici che dicono e non dicono, 1) perché non sanno nemmeno loro che cosa hanno trovato (tanto sono condizionati dai loro preconcetti da non saperli distinguere dai dati) e 2) per non mettersi troppo contro i 440, i quali senz’altro staranno preparando la versione 2 della loro storia…

        • Questa storia del DNA “riempitivo” si sta rivelando uno dei punti su cui la SM potrebbe avere seri problemi e, a mio parere, la fretta con cui si sono messi a pubblicare uno studio che smentisse le conclusioni del progetto ENCODE ne son un indizio.
          L’importante è dire con chiarezza che il caso inverso non diventerebbe una conferma dell’ID per non permettere che si attui la trappola dell’invenzione del nemico di comodo, quella che blinda le posizioni deboli (come si è detto in “Pardoxical thinking”).

        • Premesso che sono concorde sul suo paragone con dei politicanti..quello che emerge nello studio,cui è meglio fare riferimento per comprendere la cosa, piuttosto che rifarsi a interviste e giornalate,è che non si parla di dna spazzatura ,quindi per definizione ‘inutile’,ma si va scremare definendolo per così dire “diversament funzionale”.
          Il dna spazzatura è inutile per definizione,qui si parla di dna vincolato e funzionale.
          Una parte di esso mantiene il vincolo un altro può perderlo.
          Non viene detto che serve un ‘8% e il resto è spazzatura ,è un sovrappiù,è zavorra o altro..
          Semplicemente si dice c’è una piccola percentuale di dna codificante funzionale che si mantiene ,ben protetto e conservato (dai monotremi all’uomo in particolare)e poi c’è una larga parte di dna funzionale ma non codificante che è quello sostanzialmente su cui “poggia” l’evoluzione neodarwiniana sbilanciata sul modello neutralista.
          È uno studio complementare a quello sull’evolvibilità.
          In “soldoni” non dice poi molto,di sicuro non dice quello che gli viene fatto dire dai giornali e va contro e non va contro al progetto Encode.
          Quindi una robustezza che sarebbe più “compatibile”,minor rischio che si intacchi la fitness etc..Quello che è vincolato selettivamente è quell’8% guardanddo la cosa in un ‘ottica neodarwininana post-hoc,sul resto si può acquisire/perdere vincolo.
          Si ricavano dati e si da una lettura neodarwinista di quei dati.Fine.Non capisco il clamore dietro quello studio..
          Non ci sono spiegazioni,corroborazioni ne a monte né a valle di come si dovrebbero verificare certi meccanismi,si dice che se si sono presentati quello che vediamo può esserne compatibile..
          Sì vabbèh..O forse lo studio voleva cercare di portare elementi per quantificare meglio l’errore commesso facendo sperimentazione sui topi?

    • Già, vorrei che qualcuno fornisse una prova solida del fatto che quel che non si sa a cosa serve non serva effettivamente a niente.
      Fino a quel momento la riterrò una posizione preconcetta finalizzata a corroborare la SM.

    • Grazie Giuseppe,
      la tua segnalazione è davvero interessante, e dopo averlo letto devo dire che si tratta di un articolo che mi lascia molto perplesso.
      In pratica si effettua una correlazione tra esposizione a irraggiamento gamma dovuta ad un fenomeno di GRB (Gamma Ray Bursts), aumentato tasso di mutazioni ed esplosione del cambriano.
      L’esperienza ci mostra al contrario un danneggiamento del DNA per esposizioni di quel tipo, e comunque sarebbe allora verificabile con un esperimento su batteri o altri organismi se un’esposizione ai raggi gamma uccide o fa evolvere.
      Ho la sensazione che il tuo professore, che mi sembra che sia un astrofisico, sia stato influenzato dall’onnipotenza del caso tipica della SM nel formulare le sue conclusioni, e che coerentemente abbia sviluppato la sua ipotesi. Insomma, involontariamente ha dato una dimostrazione delle conseguenze assurde a cui conduce l’ipotesi neodarwiniana.
      Tu che ne pensi?

      • Mah, non saprei. Al di là della mia esperienza personale come studente, Ruffini lo conosco per via dei suoi lavori pionieristici sui buchi neri con Wheeler. Per quanto riguarda l’articolo in questione, non c’ho capito molto, quindi faccio mio il newtoniano “hypotheses non fingo”…

    • Giorgio Masiero on

      Da un lato, Giuseppe, si ipotizza un sovrairraggiamento eccezionale di origine extraterrestre per aumentare il numero delle mutazioni genetiche sulle specie marine allora esistenti, dall’altro si tira in ballo la protezione dell’atmosfera e dell’acqua marina, per diminuirne il numero. Un colpo al cerchio ed uno alla botte.

      Ciò che non si spiega, Giuseppe, ed è a mio avviso la lacuna fondamentale di questa teoria, è perché
      1) lo schermo dell’atmosfera terrestre e
      2) lo schermo dell’acqua marina
      avrebbero dovuto, attutendo l’intensità delle radiazioni,
      selezionare le mutazioni buone a danno di quelle cattive.

      • Non so cosa risponderle, a me sembra solo una congettura interessante e niente più…

        • Se ben ricordo lo stesso Schrodinger in “Cosa è la vita” che ispirò Watson e Crick, affermava che il materiale genetico non deve mutare troppo spesso per non deteriorarsi.
          Adesso il punto è proprio quello, basta accelerare il tasso di mutazioni per accelerare l’evoluzione?
          Sarebbe davvero interessante uno scambio di vedute al riguardo col prof. Ruffini, a maggior ragione per il suo alto livello come astrofisico.

      • Serendipity come di consueto Masiero…
        Il bello è che per astrofisici e paleontologi dell’Un.del Kansas raggi gamma potrebbero aver contribuito all’estinzione di gran parte della vita sulla Terra del periodo Ordoviciano ed altri..
        http://arxiv.org/abs/astro-ph/0309415
        In genere rappresenta n evento minaccioso anche schermati da atmosfera e acqua marina..
        Comunque non è nulla di nuovo questo eh,niente di sconvolgente e mai sentito..
        Rientra nella comune ipotesi della rarità della terra di cui parla un po’ anche Dawkins..
        http://it.wikipedia.org/wiki/Ipotesi_della_rarit%C3%A0_della_Terra
        Son cose che già le raccontavano Angela e Paone ..
        Il solito schema..una volta creatosi un nuovo equilibrio, per cui esistono solo poche mutazioni favorevoli il cui ordine di apparizione è stabilito dalla necessità, le possibilità di “ricamo” si moltiplicano e si assiste all’esplosione di un novo phylum evolutivo.
        A raccontarla va bene ..ma poi?
        L’unica corroborazione di certi meccanismi si trova nei fumetti di Stan Lee..anche con la drosophila non s’è cavato un ragno dal buco..
        http://www.enzopennetta.it/2013/11/le-scienze-evoluzione-senza-selezione-ma-e-un-esperimento-che-confuta-la-teoria-neodarwiniana/#comment-19871

  10. Mi scuso se intervengo OT, ma i commenti sono chiusi sotto il post al quale stavo rispondendo (quello del GW).
    Devo una risposta (anzi due) al prof. Pennetta.
    La prima è di scarsa importanza. Lei può credere quello che vuole, ma la composizione isotopica della CO2 atmosferica indica chiaramente l’origine antropica. Il link non glielo dò perché le voglio lasciare il piacere di scoprirlo da solo. Se non ci riesce di persona, si faccia aiutare…..

    La seconda è molto più importante, Lei dice:
    la lascio alla risposta che lei non vuole darsi: le previsioni dell’IPCC basate sulla teoria dell’AGW si sono dimostrate errate.
    Finalmente siamo arrivati al punto. A lei non interessa nulla della scienza, il suo atteggiamento anzi è profondamente anti-scientifico. La “risposta” lei ce l’ha già, predeterminata. Non importa se sia sostenuta o no da dati e ricerche rigorose. Si può sempre trovare qualche scienziato incompreso, un genio misconosciuto, che sostiene la sua idea preconcetta.
    Con questo, per il momento, ho concluso.

    • Giorgio Masiero on

      “A lei non interessa nulla…, il suo atteggiamento…”, ecc. Ma perché, Inox, non ci limitiamo a dire la nostra, senza ogni volta passare dal discorso al meta-discorso? dall’oggetto al soggetto, dall’articolo all’articolista?

      • Già, caro Masiero.
        Perché?
        Enzo Pennetta scrive:
        27 luglio 2014 alle 23:43

        Inox, lei sta veramente scadendo nella più sterile delle polemiche.

        Enzo Pennetta scrive:
        26 luglio 2014 alle 11:58

        Inox, lei (è rivolto proprio a lei) continua a portare falsi argomenti.

        Enzo Pennetta scrive:
        26 luglio 2014 alle 13:45

        Non c’è niente da fare, Inox non riesce a togliersi di dosso quel tono da sfida anziché di confronto.

        Enzo Pennetta scrive:
        26 luglio 2014 alle 11:33

        Inox, lei vuole fare caciara e stravolge quello che ho detto.

        Devo continuare?

    • Inox se lei ritiene che non abbia importanza che una teoria scientifica venga confermata o smentita dai fatti ci fornisce con questo la più lampante delle dimostrazioni che a lei della scienza e del metodo scientifico non importa nulla, lei è ideologizzato.

      Secondo, il suo rifiuto a fornire i link agli studi dimostra il permanere di un atteggiamento provocatorio che è incompatibile con lo stile di questo sito.
      Saluti

  11. ……se lei ritiene che non abbia importanza che una teoria scientifica venga confermata o smentita dai fatti….
    ???
    Dove avrei scritto una simile idiozia?
    Pennetta, lei sta continuando ad attribuirmi parole che non mi appartengono.

    • Inox scrive:
      “la lascio alla risposta che lei non vuole darsi: le previsioni dell’IPCC basate sulla teoria dell’AGW si sono dimostrate errate.
      Finalmente siamo arrivati al punto. A lei non interessa nulla della scienza, il suo atteggiamento anzi è profondamente anti-scientifico. La “risposta” lei ce l’ha già, predeterminata. Non importa se sia sostenuta o no da dati e ricerche rigorose. Si può sempre trovare qualche scienziato incompreso, un genio misconosciuto, che sostiene la sua idea preconcetta.”

      Non è uno studio di qualcuno ciò su cui si basa la smentita della teoria dell’IPCC, ma un semplice controllo sui dati che chiunque può fare.
      Ma poiché io sono “data driven” e lei “theory driven” questo è diventato un dialogo tra sordi, che senso ha?

  12. Che fa Pennetta, censura?
    Non le fa onore, comunque è la dimostrazione del fatto che lei non accetta voci critiche.

    • Le voci che smettono di attenersi ai dati e vanno insistentemente su affermazioni generiche con continui toni di sfida non sono voci critiche, ma sterilmente polemiche.
      Credo che entrambi abbiamo di meglio da fare. O io almeno sì.

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