Un giorno al museo di Milano

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Continua il viaggio alla scoperta dei musei naturalistici d’Italia, è la volta di Milano.

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E non mancano le sorprese.

 

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Come per Totò e Peppino, anche io devo prepararmi. Si va a Milano. Dopo Roma, mi pare il minimo. Sì, ma che museo scelgo?

Una sbirciatina su Internet, vediamo cosa dice il sito dell’Associazione Didattica Museale:

 

Ragazzi, il museo naturalistico più grande e importante d’Italia! Vabbè, l’Associazione è di Milano, che altro potevano dire? Allora fatemi cercare meglio, voglio darvi solo il meglio. Ancora una veloce ricerca on-line ed ecco trovato il sito http://www.lascienzaneimusei.it che ripete queste due paroline chiave: il più grande e importante. Il sito fa parte di un progetto che coinvolge napoletani e cremonesi. Non conosco i secondi, ma i primi sì. Vado tranquillo.

Non so voi, ma io sono gongolante. Già penso di nascondermi dietro qualche diorama, per passare la notte al Museo e avere il tempo necessario di esaminarlo tutto. Le bandierine blu aspettano di essere piantate. Partiamo.

 

Eh ragazzi, il colpo d’occhio è notevole. Mi trovo davanti al più grande museo di storia naturale d’Italia. Vediamo cosa contiene.

Non voglio essere precipitoso, anche a Roma avevamo iniziato così. Ci sta, è una frasina di moda. Sta bene su tutto. Perché non mettercela? Dai, onestamente, chi direbbe che sopravvive chi non si adatta ai cambiamenti? E’ una frase di buon senso. Andiamo avanti senza mettere segni di matita sul compito che stiamo esaminando.

Le sale passano. Testuggini, il pesce Luna (lo vedremo ancora al museo dell’evoluzione a Bologna), il coccodrillo e bellissimi diorami con infiniti e suggestivi temi:

 

Poi c’è il giaguaro che si mangia il formichiere:

 

Insomma, ancora niente di succoso, ma ecco la svolta. Tra qualche fossile e qualche ricostruzione, ecco l’evoluzione dei molluschi. Vabbè, ma i reperti che mi mostri non dimostrano niente dell’evoluzione dei molluschi!

 

 

Però sono stati corretti, ogni bivio lo hanno disegnato tratteggiato (l’ho evidenziato con una macchia gialla per farlo risaltare meglio), cioè hanno ammesso che sono solo linee evolutive IPOTIZZATE. Bravi ragazzi, incominciamo bene. Forza che siamo ancora all’antipasto, tutti questi chilometri per vedere l’evoluzione dei molluschi su un cartellone?!

 

Ancora cartelloni purtroppo, però questo è di grande significato. Parla di quanto successo al British Museum di Londra: venne mostrato per anni l’esemplare di un uomo primitivo detto “di Piltdown” che poi si scoprì essere un falso.


Bravi ragazzi, ditele queste cose. Parliamo anche dei darwinisti furbetti che non avendo niente in mano, si son inventati il reperto. I discorsi mi interessano fino ad un certo punto, voglio vedere l’evoluzione al lavoro. Fatemi vedere qualcosa di inoppugnabile!. Va bene la storia che da un tocco di fascino e mistero, ma io cerco la sostanza.

 

Ancora cartelloni, uffa! Scusate, ma questo c’è finora. Scrivono la parola ipotesi, bravi. Però non siete tanto aggiornati, non dico tener conto di quanto emerso dagli scavi di Damnisi (che smentisce gli scenari evolutivi umani fino ad ora conosciuti), ma almeno accennarne…. Tanto preparati non vi trovo, una stella ve la levo.


Bene, entriamo nel vivo. Consiglio di proseguire solo a chi è pronto ad immagini scientificamente forti. Vedrete l’inimmaginabile.  E visto che alcuni di voi già li sento commentare: “Max esagera”, allora vi do un assaggio subito, e poi vediamo chi fiata ancora.

 

Le vedete anche voi le meches bionde sui due prodotti ultimi dell’evoluzione?

Ora senz’altro mi mostreranno anche le prove di questi passaggi, avranno fossili che peseranno macigni nella storia evolutiva umana, ma l’uomo evoluto me lo devi fare proprio biondo? Ma allora sei proprio darwinista fino all’osso. Una punta di colite inizia a farsi sentire.

 

Di reperti ancora non se ne parla, adesso siamo all’identikit. C’è pù differenza fra un Watusso ed un Indiano d’America di quella che c’è fra questi tre personaggini di INDOVINA CHI.

L’attesa è finita, vedo dei reperti. Andiamo a vedere, sento che mi sto svegliando da un incubo. Sì, per passare ad un altro. La mia amica Lucy! Ve ne avevo già accennato qualche settimana fa.

 

Scandalizza che si parli ancora di queste cose come di fatti acclarati. Vabbè l’Espresso, ma il Museo di storia naturale di Milano. Dai! Altro che bigliettino per l’Arhaeopteryx come al Museo Civico di Roma! Per stare calmo mi consolo immaginando la lavata di testa che farò al responsabile di turno che incontrerò oggi al museo. Nel frattempo devo sottopormi al più classico dei lavaggi di cervello.

 

 

L’autore dei pannelli ormai è partito, chi lo ferma? Ovviamente non sono i resti dell’Australopiteco Lucy, quelli sono in cassaforte nel museo nazionale di storia naturale, ad Addis Abeba. Persino il museo etiope mostra al pubblico un calco, l’originale lo tengono al sicuro.


Notare tutti i pallini rossi che mostrano le vie ipotetiche del famoso albero della vita. Ma di che parliamo? E dove sono i reperti che confermano ciò che viene illustrato con così grande disinvoltura. Altro che Roma, altro che scienza. Altro che reperti. Speculazioni, ma tante

Evvai, oggi c’è il carosello della divulgazione LOW COST. Ora sfila l’uomo di Neandertal.

 

 

Il pannello dice che le caratteristiche anatomiche di Sapiens e quelle di Neandertal sono comuni, mentre i due crani – dice la didascalia del Museo – si allontanano profondamente l’uno dall’altro. Evidentemente, prima i due crani si erano parecchio avvicinati. Questo lo dico con certezza perché c’è scappato un figlio fra Neandertal e Sapiens. Come riportato l’anno scorso su PlosOne. Il maschio Sapiens ci avrà provato a negare tutto, ma è stato inchiodato dall’esame del Dna. Ma allora dopo tutte le speculazioni sulle ossa ritrovate, abbiamo un esame biomolecolare che mette pesanti dubbi sulle speculazioni fin qui fatte. Non sappiamo se il figlio ottenuto dal maschio Sapiens e dalla femmina Neanderthal, fosse o meno fertile. Ma a Milano sono rimasti parecchio indietro sulle scoperte fatte. Ma parecchio parecchio.

E chi lo dice, adesso, al Museo più grande e importante d’Italia?

Ma i consulenti del Museo non ci fanno mancare niente, i reperti continuano a dare nessuna prova dell’evoluzione darwiniana, ma i pannelli rivelano verità sconvolgenti:

 

Ma io lo sapevo, evvai!! Che modestoni, ottengono risultati così entusiasmanti e non lo dicono ai quattro venti? Una nuova strategia comunicativa. Sanno esattamente dove è nato il primo uomo.

Basta, chiudiamo baracca e burattini. Professor Pennetta, disattiva pure il sito e vedi se almeno quanto anticipato per i mesi da luglio a dicembre riesci a fartelo rimborsare. Tanto ora ci mostreranno i reperti che dimostrano dove siamo nati, sarà una pura formalità.

Hai voglia di cercare, niente! Eppure non c’è scritto “Qui sarebbe nato l’uomo” c’è proprio scritto “Qui è nato l’uomo”.

Ora, questo Museo ospita 300.000 visitatori all’anno. 300.000 visitatori all’anno, molti di questi appartengono a scolaresche. Ho assistito personalmente ad uno scambio di parole fra un papà e suo figlio, dove il primo – di fronte al dipinto con l’uomo biondo con le meches – diceva al figlio : “Vedi? Noi arriviamo da qui”. Mi sono morso il labbro per scaricare un po’ lo stress del colon trasverso discendente, gli spasmi di colite erano troppo forti e l’evitare di intromettermi nell’attività educativa di quel padre, mi ha dato il colpo di grazia.

Ma perché le boiate più incredibili vengono propinate ai nostri figli? Sembra sia una strategia. A settembre torneremo sull’argomento con una nuova inchiesta.

Ora dovrei portarvi altri mille esempi di cattiva scienza, ma il rapporto odierno già ha superato i limiti di lunghezza e purtroppo di decenza. Dovrei mostrarvi tutti i pannelli dove si dichiara che dai pesci si è passati agli anfibi, poi ai rettili, poi agli uccelli (non manca il solito Archaeopterix) e dai rettili ai mammiferi. Sbagli se ti aspetti prove che ovviamente non vengono mostrate. Quale posto migliore per vedere delle evidenze, delle prove dei reperti? Su alcuni pannelli c’è un dito di polvere.

E ora, un evergreen:

Capite? E’ un vero e proprio anello di congiunzione. Roba da matti. Siamo sempre nel museo più grande e importante d’Italia. E deve essere CS a denunciare queste cose? Io ci manderei il Gabibbo!

Basta, ne ho viste troppe. Molte altre cose non ve le ho documentate, impossibile mettere tutti gli errori che ho trovato. Dimenticavo, tantissimi e bellissimi dinosauri, ma che ci faccio col dinosauro suggestivo se mi sbagli l’ABC della paleontologia?

Ma ora andiamo a cercare un responsabile scientifico. La colite non si fa sentire e il passo è sciolto, raggiungo velocemente la biglietteria. Come al solito, chiedo di parlare con qualcuno. Un ragazzo intorno ai trent’anni si presenta. Lavora per una cooperativa che offre i propri servigi al Museo.

Inizio con il solito Archaeopteryx (non c’è, in questi casi, molto tempo di argomentare. Se obbiettava lo rimandavo al Museo di Roma) poi gli parlo dell’errore marchiano di Lucy, e lì mi ferma. Mi mostra i palmi delle mani e li muove lentamente, poi mi dice: “Ha ragione”.

Ma come ‘ho ragione’, aspetto da un’ora di seppellirti con le idiozie che ho visto e tu mi blocchi al secondo punto con un “hai ragione” ? E no, così non si fa, ma devo cedere, ora mi tocca ascoltare.

“Guardi dobbiamo rifare tutte le sale e gli allestimenti”

Non vi nascondo che mi piacerebbe crederlo, ma ci sarebbe da mettere pesantemente le mani su molto del piano inferiore del Museo, possibile che lo vogliano fare? A loro dire, sì. Speriamo.

E quando chiedo :”Ma i bambini imparano gli errori che mostrate” la risposta mi fa sentire preso in giro, dice con voce rassicurante:

“Ma quando si fanno le visite guidate, vengono spiegate solo le cose vere”.

“E durante le visite senza guida? Nessuno mette in guardia dagli svarioni presenti!”

Aspetto i vostri commenti. Invito i lettori lombardi di CS a far sentire le loro proteste presso il Museo più grande e importante d’Italia.

Settimana prossima, jamm’a Napule

Per finire, so che non ci crederete, ma sul sito dell’UAAR si parla delle iniziative Evolutive del Museo:

 

Dove : Milano

Sito: non ce n’è uno proprio, si appoggia  a quello del Comune di Milano  3 stelle

Comunicazione: scolastica e arretrata. 3 stelle

Scienza: poca. belli i diorami e i dinosauri, basta. 2 stelle

Apertura mentale ed educazione : abbondante. 5 stelle

Riverenza psicologica a Darwin : abbondante. 2 stelle

Prezzo : 3 euro

Museo che vi sconsiglio vivamente se non per andare a protestare. Lombardi, fatevi sentire.

 

Max

 

P.S. : E adesso a mantenere una promessa. Le proteine antigelo! Ringrazio Sandro e Leonetto per i loro preziosi interventi. Leonetto, sempre tranchant! Grande!

La faccio breve, rimango a disposizione per ulteriori domande.

Pare che la nostra proteina assomigli al tripsinogeno.

Da quando si sono abbassate le temperature nell’Antartico (10-14 milioni di anni fa) a quando sono comparse queste proteine  (5-14 milioni di anni fa, tutti periodi da dimostrare ma prendiamo per buoni questi dati provenienti da neodarwinisti) sono trascorsi circa 5-10 milioni di anni.

Le mutazioni necessarie per passare dal tripsinogeno alla proteina antigelo sono tali da rendere il tempo necessario molto più lungo dei 5-10 milioni di anni dichiarati.

La teoria neodarwiniana non spiega – con le mutazioni casuali – la comparsa di queste proteine.

Inoltre ci si dimentica troppo facilmente che esistono delle proteine – presenti nelle nostre cellule -che contrastano con grande efficienza le mutazioni, sono le proteine proof-reading. Non sono fantascienza. Io le vendo.

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Laureato in Biologia tanti anni fa, prima di mettere in piedi una scuola di sopravvivenza va a specializzarsi in terra d'Etiopia per poi tornare e istruire a dovere, insieme a Silvia, 3 piccole amazzoni. Dopo 13 anni in un'azienda di Biotecnologie come Specialist e Line Leader, decide di divertirsi come Direttore Marketing per un noto marchio di gioielli, in attesa di nuove sorprese all'orizzonte.

35 commenti

  1. Buongiorno, oggi non potrò intervenire molto perché, constatato quanto esposto al museo in questione riguardo all’origine dell’Uomo, mi adeguo al consigio di Max e sto provvedendo a chiudere “baracca burattini”…

    PS non potendo avere indietro i soldi per il sito penso di trasformarlo in un blog su qualche altro argomento, magari di cucina… 🙂

    • Non è un caso che un museo così importante e ben informato, collabori con l’UAAR.
      Senti Leonetto, mentre si sbaracca volevo chiederti se mi vendevi l’icona che usi per i tuoi interventi del Leonetto cartone animato. In una chat room ho trovato una che usava quella di Naná supergirl e volevo fare colpo. Dopo le prove schiaccianti trovate al museo, continuare con la critica al neodarwinismo sarebbe imbarazzante..
      Per il logo di CS, potremmo riutilizzarlo per il prossimo Blog : Cucina Sostenibile, così aiutiamo il pianeta che con tutti quei fornelli accesi aumenta il global warming, noi faremo solo piatti freddi!

  2. Giorgio Masiero on

    “Il museo naturalistico più grande ed importante d’Italia” come un monumento alla creatività e alla fantasia. Dai, Max, un po’ di comprensione…, troppo facile prendersela col povero sfruttato della solita cooperativa che tira il carretto! La confusione tra scienza e poesia può succedere quando a Milano i musei scientifici e d’arte hanno lo stesso direttore (Domenico Piraina), il cui massimo vanto è “l’aver portato per ben due volte, nel 2001 e nel 2012, in Italia le tele di Picasso”.
    Vogliamo scommettere sul tipo di laurea del dott. Piraina?

    • Escludo la laura in biologia, specializzato in Igiene. Polvere alta un dito dentro molte teche. E non penso si tratti di mancanza fondi nella ricca Milano. Prof Masiero, ora che chiudiamo, lei come si ricicla?

      • Giorgio Masiero on

        Mi pare che vogliate aprire un ristorante: potrei aiutarvi sul business plan e portarvi qualche sceicco arabo…, alla condizione che non serviate vini né maiale.

        • Va detto che quando porti le obiezioni, gli interlocutori che ho trovato ammettono l’evidenza. Però i visitatori entrano e imparano dove è nato l’uomo e altre fandonie simili. Per fare un paragone, come avere cibo avariato e cibo fresco e scegliere di dare ai figli il cibo avariato. Perche?

  3. Mi ha colpito il cartello che indica dov’è nato l’uomo, anche se non ho ben capito quali siano le prove. Secondo me la dimostrazione inequivocabile dovrebbe essere il reperimento di un cartello fossile con scritto “REPARTO MATERNITA'”. Ma allora mi chiedo: dov’è nata la prima ostetrica?

    • Ciao Giorgio P.,
      Spiazzante vedere queste sparate, senza reperti.
      Ma tu poni un grande quesito: è nato prima l’uomo o la donna (l’ostetrica) ?
      Questa volta è andata male, speriamo nel prossimo museo!

      • 😀 😀 😀

        E beh dopo il Quì è nato l’uomo…proprio preciso tipo “voi siete quì”.
        Cos’è un punto in Tanzania?Presumo sia il punto dove è stato rinvenuto il fossile più antico di Habilis,che volendo è un taxon dubbio nel senso che o andrebbe chiamato Australopithecus Habilis o ancor peggio bisognerebbe farlo dopo una scrematura di reperti alcuni dei quali appartengono ad altri taxon fra cui alcuni homo come erectus..
        A volerla dir tutta comunque ce ne sarebbero altri in Kenia più antichi senza contare ,anche dopo i fatti di Dmanisi etc.. che ci sono pure Cina e Georgia..fra l’altro l’homo georgicus è proprio datato come il primo habilis tanzano..

        È criptico..sarà come quando si va in gallerie d’arte moderna e la gente si chiede,si domanda riflette per scoprire che poi sta ammirando
        http://www.youtube.com/watch?v=hYXV_V02AbU
        la sora Longhi che si riposa le gambe..

        😀

  4. Mah,riguardo l’antigelo..il discorso sull’impossibilità temporale credo facesse più riferimento ai primi studi a riguardo :
    http://www.pnas.org/content/94/8/3811.long
    che non a successivi(si invoca la famosa accelerazione):
    http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3003108/
    Non liquiderei così la faccenda se proprio è necessario o c’è qualche interesse a dirne altro,anche se giustamente il problema temporale,banalmente ,riguarda già l’ultima fase di duplicazione del gene antigelo che già c’è funzionante,già lì c’è il problema,figurarsi prima..

    Il punto è che oltre a prime delezioni non si va, se non con congetture che formano una sorta di ragionamento circolare.
    A questo punto mi ricollego a quanto ho detto in merito nel mio commento precedente:
    http://www.enzopennetta.it/2014/06/turista-non-per-caso-il-museo-civico-di-zologia-di-roma-e-levoluzione/#comment-27344

    Infatti,giunti ad un certo punto, o avviene la classica “botta di c..lo” che termina il processo di delezione e fa sì che si formi l”antifreeze'(lo ammettono tranquillamente i ricercatori che esprimono con chiarezza il fatto che persista il problema di come si arrivi all’antigelo quando ancora non c’è il vantaggio evolutivo,ma non solo perché in questo caso specifico anche un beneficio iniziale di scarsa entità serve praticamente a nulla e quindi comunque non da vantaggio) oppure il processo è in qualche modo e misura una risposta a stimoli,a stess,una “capacità di adattamento”.

    La spiegazione neodarwiniana altro infatti non sembra che una delle ‘just so stories’,magari più mascherata,magari meno eccentrica o fantasiosa di altre,ma in fondo ha que lcarettere da storie proprio così.
    Infatti questa storia è leggermente meglio di alcune altre, perché qui i ricercatori conoscevano la funzione del gene che stavano studiando e, basati su studi precedenti, sapevano anche quali fossero gli amminoacidi nella proteina che erano importanti per quella funzione. Molti altri studi sono molto peggio, perché invocano la selezione naturale quando non sanno neanche la funzione che viene selezionata…

    Ma vediamo nel dettaglio ,cercando di semplificare e sintetizzare cosa avviene,o sarebbe avvenuto,step by step:

    -Step I)Si invoca un evento di duplicazione del gene ancestrale
    -Step II)Da 6 esoni bisogna arrivare a 2 esoni e si invoca la delezione successiva di 4 esoni e 4 introni nonché anche un’ulteriore porzione di un esone…
    -Step III)Si invoca una “selezione darwiniana positiva” che andrebbe ad ottimizzare la neo proteina spuntata
    Ossia,quando è necessario spiegare come un gene abbia acquisito qualche nuova funzione, o le differenze “evolute” da un altro gene, basta invocare la’ bacchetta magica’ della selezione naturale. Non c’è bisogno di dimostrare che non vi è alcun vantaggio per il nuovo gene, o che un percorso graduale di adattamento esista.
    -Step IV) Il gene antigelo AFPIII è ovviamente importante per questi ed altri pesci, in quanto hanno circa “30 geni AFPIII”,si invocano così molti cicli di duplicazione del gene AFPIII originale dopo che in primo luogo è avvenuta l’evoluzione di cui sopra..

    Visto che neodarwinisti,anche su queste pagine negano e gettano invettive quando si mostra che essi fanno tranquillamente ricorso ai botti di fortuna,non si può fare altro che sottolineare ancora una volta che anche in questo caso si parta dalla fortuna pura che l’iniziale gene SAS-B avesse una “funzione nascosta” etc etc..

    Ed allora valgono tutte le conclusioni che avevo proposto nello specifico quelle sull’adattamento.

    E non ho altro da dire su questa faccenda..

    • Grazie Leonetto x la tua risposta, esauriente e dettagliata come sempre.
      Ma allora me la vendi l’icona? O abbiamo motivi di tenere ancora aperto il blog?
      Visto il museo di Milano, mi si è gelato il sangue, prox volta mi porto la proteina antigelo!

  5. Fa sempre ridere che se un neodarwinista,un museo,una rivista parli di anelli di congiunzione,di anelli mancanti tutto tace,ma se lo fa un antidarwinista ecco che iniziano a volare pomodori,uova marce,insulti etc..
    Se gli anelli non esistono come fa l’archaeopteryx a essere quello?

    Beh i cartelloni sono brutti e ricchi di errori,ma il museo avrà anche altro di bello fra diorami,reperti,campioni,calchi,fototeche,ricostruzioni etc..
    Diciamo che si va a giudicare in merito alle sale “dedicate” all’evoluzione o proprio all’intero museo?

    • Come dicevo, belli i diorami, ma il resto è scandaloso che ci sia e che nessuno lo corregga.

      • Ad ogni modo ricordo che al British Museum,mica un museino paesano,c’era una teca in cui stava una banconota con la faccia di Bossi(Umberto) e praticamente c’era scritto che era la moneta della Padania etc..ma non c’era scritto che non aveva validità,che era una sorta di Bison$
        http://www.youtube.com/watch?v=Shxiy7l5b_4
        Chi,non italiano,avrebbe potuto pensare che quì esistesse una nazione nella nazione con la propria moneta 😀

  6. “ma l’uomo evoluto me lo devi fare proprio biondo? Ma allora sei proprio darwinista fino all’osso.”

    (a buon intenditor…)

    Grazie a te, Max !

    • No, ma che dite… il darwinismo confuta il razzismo, non l’avete letto il libro “La sacra causa di Darwin”?
      Se l’uomo più evoluto è di fatto un wasp/arian biondo non è mica colpa sua!

      PS ma gli ultimi due sono:

      a- un maschio e una femmina di sapiens
      b- un maschio e un transgender
      c- lo stesso maschio prima e dopo il cambio di genere
      d- una femmina prima e dopo il cambio di genere
      e- un sapiens e un elfo
      f- un sapiens e il futuro prodotto dell’evoluzione umana (ma gli era finito lo spazio sulla tela e l’ha disegnato di fianco).

      • Secondo chi ha fatto il disegno solo gli ultimi due step prevedevano specie con Dimorfismo sessuale(manco troppo a vedere dai volti fra l’altro..)?

        Sono criptici quei cartelloni, non c’è niente da fare

        P.S.
        Stupendi i tre personaggi di indovina chi.

  7. alessandro giuliani on

    Caro Max ma il museo di cui parli è una sezione del mitico museo Leonardo da Vinci di scienza e tecnica o una cosa diversa ? I miei ricordi infantili erano a base di locomotive e bellissime auto d’epoca

    • Buonasera caro Alessandro. No, son due musei diversi. Io ho visitato quello in corso Venezia.

  8. Da napoletano ringrazio Max per il felice commento “Vado tranquillo” a proposito della presenza di napoletani. Non vedo l’ora della prossima recensione, a prescindere se sarà positiva no.

  9. Perdonate molto questa mia intrusione, ma cos’è questa storia della chiusura del sito?

    • Ciao Piero,
      Per chi è pigro a cliccare sul link, aggiungo la trama del film:

      Capitan Cosmo è un film per la Tv del 1991, diretto dal regista Carlo Carlei.

      Il film fu prodotto dalla RAI e realizzato in alta definizione. Fu l’ultima apparizione cinematografica dell’attore Walter Chiari pochi mesi prima della sua morte.

      L’anziano direttore del Museo di Scienza e Tecnica, De Nittis, sul letto di morte di un ospedale, in grave stato di incoscienza, immagina la lotta tra bene e male, rappresentati da un orribile mostro e da un simil superman con tanto di tutina rossoblu. Il film è in Alta Definizione

      • Mi aspetto una recensione anche del nuovo MUSE a Trento. Gli hanno fatto perfino un paio di servizi sulla tivvù pubblica … è costato un sacco di quattrini. Di sicuro non c’è il dito di polvere sulle teche dato che sono nuove anche se – temo – che si possano ritrovare diverse analogie con “l’uomo è nato qui” di Milano … 🙁
        In compenso hanno un sito tutto loro …
        http://www.muse.it/it/Pagine/default.aspx

        • Grazie Max T, per la segnalazione.
          Come preannunciato, la settimana ci sará un’altra chance per il nord, ma non sará Trento.

          Per le vacanze Natalizie non è detto che parta una nuova goletta per conto di CS, direzione Trento. Me lo auguro. È una cittá che ho visitato solo un paio di volte.

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