Heinz Alfred Kissinger, nato a Fürth, 27 maggio 1923, è ancora tra gli invitati del club Bilderberg.
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Una presenza che significa continuità con le idee del kissinger report del 1974.
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Solo quattro anni separano le date di nascita di Kissinger e quella dello scomparso Giulio Andreotti, due nomi che hanno fatto la storia negli anni ’70, eppure mentre l’ex leader della DC era uscito dalla scena politica già da molto (come tutti i suoi coetanei), a 91 anni appena compiuti l’ex segretario di stato di Nixon è ancora un autorevole esponente del mondo politico.
Il suo nome è tornato alla ribalta per via della presenza al convegno annuale del Club Bilderberg che si svolge in questi giorni a Copenhagen, come risulta dalla lista ufficiale diffusa dalla stessa organizzazione. Secondo il Guardian la presenza di Kissinger sarebbe dovuta alla sua esperienza sulla Cina, come è possibile leggere nell’articolo “Bilderberg Group at 60: still keeping the things that matter private“:
Il vecchio Harry è arrivato insieme al suo caro e fidato amico, Klaus Kleinfeld, presidente e CEO di Alcoa, il terzo più grande produttore mondiale di alluminio. Sfortunatamente, non basta la luce del sole per penetrare l’oscurità di Kissinger, quindi non sarà una gran foto, ma e’ lui, proprio lui, a sinistra nella foto in basso. Riconoscerei quegli occhiali ovunque. Ne hanno viste di cose…
Henry, ovviamente, è un esperto della Cina, e Klaus Kleinfeld siede nel consiglio US/Cina; quindi, entrambi avranno parecchio di cui parlare con Cheng Li del Brookings Institute, un esperto di “sviluppo tecnologico in Cina”, secondo il suo profilo alla Brookings. Indubbiamente avrà un ruolo importante nel dibattito “Prospettive politiche ed economiche della Cina”.
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Certamente la Cina sarà un argomento centrale, il suo fresco accordo di fornitura trentennale di gas con la Russia ha mostrato subito quanto fosse autolesionista l’embargo imposto per la riunificazione con la Crimea, come riportato in un articolo del 21 maggio scorso su Repubblica:
Non è un caso se Bruxelles si è subito preoccupata di lanciare un messaggio al Cremlino. “La fornitura di gas all’Europa non deve essere interrotta, conto sulla Russia perchè mantenga i suoi impegni, è responsabilità di Gazprom assicurare le consegne di gas come stabilito dai contratti con le società Ue”: così il presidente della Commissione Josè Barroso in una lettera a Vladimir Putin.
Il presidente della Commissione ricorda anche a Putin che “la Ue si aspetta che la Russia attivi un sistema di allerta” che avverta con largo anticipo semmai le forniture dovessero subire interruzioni. “La Ue si aspetta che tutte le parti restino affidabili fornitori e partner di transito, perchè è anche nel loro interesse”.
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Ma dobbiamo ricordare che Kissinger rappresenta anche un segno di continuità col passato, rappresenta le politiche attuali di quell’Occidente che si riconosce nel gruppo riunito a Copenhagen e che sono la prosecuzione di quelle che lo stesso Kissinger seguiva negli anni ’70. In quegli anni, esattamente nel 1974, Henry Kissinger stilò un rapporto denominato NSSM 200, meglio noto come “The Kissinger report“, una relazione sulla sicurezza nazionale con particolare riferimento alla crescita della popolazione mondiale e alle misure neomalthusiane che si sarebbero dovute prendere al riguardo.
Da “Inchiesta sul darwinismo“:
Il primo tentativo di inserire le iniziative di birth control nella politica nazionale degli Stati Uniti era avvenuto alla fine degli anni ’60, quando il presidente Richard Nixon, definendo la crescita della popolazione «una delle più serie sfide al destino umano nell’ultimo terzo di secolo»18, aveva istituito una commissione sulla popolazione e il futuro dell’America guidata da John Rockefeller. Quando però dopo due anni di lavoro, nel 1972, i risultati vennero comunicati, il presidente li respinse ritenendo inaccettabili le proposte contenute, in particolar modo quella di decriminalizzare l’aborto.
[…]
Il rifiuto opposto da Nixon fu seguito da una nuova iniziativa coperta stavolta dal segreto di Stato. Uno studio da parte del National Security Council (NSC) sotto la direzione dell’allora segretario di Stato (l’equivalente del ministro degli esteri) Henry Kissinger (1923) che avrebbe ricoperto quell’incarico dal 1973 al 1977. Il documento denominato Nssm 200 (National Security Study Memorandum 200) datato 10 dicembre 1974, era soggetto a un’automatica riduzione del livello di segretezza e fu definitivamente desecretato nel 1980. Sul frontespizio riporta la seguente dicitura: National Security Study Memorandum NSSM 200 Implications of Worldwide Population Growth For U.S. Security and Oversea…
Tornando alla completa sovranità dei paesi riguardo all’attuazione del “Piano”, qualcosa lascia capire perché fra i tre punti contestati si tornava a insistere proprio sulla sovranità; si tratta di un passaggio che compare a pagina 7 del documento Nssm 200: «La conferenza per il Piano d’Azione Mondiale per la Popolazione (WPPA), raccomanda che i paesi che lavorano per colpire i livelli di fertilità dovrebbero avere la priorità nei programmi di sviluppo e nelle strategie sulla salute e l’educazione che hanno un effetto decisivo sulla fertilità. La cooperazione internazionale dovrebbe dare la priorità all’assistenza di questo genere di sforzi nazionali».
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Le politiche occidentali verso il Terzo Mondo sono da 40 anni orientate verso la riduzione delle nascite, la ricetta malthusiana, fatta propria dal Club di Roma, per mantenere di fatto i poveri nella loro condizione di inferiorità e i paesi industrializzati nella lori situazione di vantaggio. Oggi queste politiche hanno aggiunto un altro argomento tra i loro strumenti, la teoria dell’AGW, cioè del riscaldamento climatico causato dalle attività umane, che è anche uno dei punti all’ordine del giorno a Copenhagen. Che impedire lo sviluppo dei paesi poveri sia il vero fine della questione dell’AGW lo ipotizza anche il sito RT in poche righe dell’articolo “Bilderberg actually talks nukes, euro nationalism and… Barack Obama – leak“:
7. Climate change.
This is a regular topic for many high-ranking discussions, not only the Bilderberg conference in Denmark. People suspicious of the elites call climate change a euphemism for the artificial deindustrialization of some nations, with the goal of keeping the global economy under the control of transnational corporations and the expense of potential hubs of economic growth.
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Questo è l’AGW: un “eufemismo per deindustrializzazione artificiale di alcune nazioni“. Queste conclusioni sono oggi ancor più supportate dal recente clamoroso caso di cambiamento di schieramento di uno dei maggiori esperti di clima, di cui si è parlato in “Lennart Bengtsson: la climatologia è diventata una pseudo-scienza. (Il darwinismo neanche quello).“, e dall’altrettanto recente articolo del Wall Street Journal sull’artificiosità del consenso sull’AGW:”The Myth of the Climate Change ‘97%’“.
La riunione di Copenhagen è a porte chiuse, ma per capire qualcosa di quello che verrà detto non sarà necessario essere presenti.
E poi ci penseranno determinate testate giornalistiche a diffondere le indicazioni che ne scaturiranno.
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