Sul Sussidiario: Darwin – Se il caso ha “creato” il mondo, perché siamo ancora qui?

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darwin sussidiario

Nella ricorrenza darwiniana i collegamenti tra la teoria scientifica e la società inglese dell’epoca.

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Un articolo di Elisabetta Sala pubblicato sul Sussidiario.

 

Darwin – Se il caso ha “creato” il mondo, perché siamo ancora qui?

Charles Darwin, buonanima, avrebbe compiuto duecentocinque anni il 12 febbraio. Certo il fatto merita menzione, considerando l’enorme impatto delle sue teorie sul mondo scientifico, filosofico, letterario. Ovunque celebrato come pioniere del progresso, paladino della verità scientifica contro ogni dogmatismo, egli era al tempo stesso molto umano e certo avrebbe profondamente disapprovato la strumentalizzazione del suo pensiero poi operata dai suoi seguaci: giacché il darwinismo sociale e l’eugenetica furono derivazioni malate dell’evoluzionismo. Cosi, almeno, recita la vulgata internazionale del politicamente corretto.

Per capire meglio, consideriamo un brano tratto dall’opera darwiniana di più vasto respiro, l’Origine dell’uomo (1871). Al capitolo quinto si trova questa importante considerazione:

“Tra i selvaggi, i deboli nel corpo o nella mente vengono presto eliminati; così che, normalmente, chi sopravvive esibisce uno stato di salute vigoroso. Noi uomini civilizzati, invece, facciamo tutto ciò che è in nostro potere per controllare il processo di eliminazione: costruiamo ospizi per gli imbecilli, gli storpi, i malati; istituiamo leggi che proteggano i poveri; e i nostri medici investono tutta la loro abilità per cercare di salvare la vita di ciascuno fino all’ultimo momento.

Abbiamo ragione di credere che le vaccinazioni abbiano preservato migliaia di individui che, per via della loro debole costituzione, sarebbero altrimenti rimasti vittime del vaiolo. Cosi i membri deboli delle società civilizzate propagano la loro stirpe. Nessuno che abbia presente l’allevamento degli animali domestici dubiterà che ciò debba essere altamente dannoso per la razza umana; ma, eccetto nel caso dell’uomo, quasi nessuno è tanto ignorante da permettere la riproduzione dei suoi animali peggiori”.

Qui c’è qualcosa che non va. Veramente queste parole uscirono dalla sua penna? La selezione naturale applicata alla razza umana sarebbe dunque un’idea sua, non dei suoi cattivi discepoli? Controllare per credere.

In parole povere, egli vuole dirci che:

1. I “selvaggi” sono più progrediti di noi e sono dunque da prendere come modello. Residuo illuministico e rousseauiano? E al mitico, utopico stato di natura che il nostro naturalista ci vorrebbe ricondurre? La sua fede cieca nel progresso sarebbe in realtà un cammino a ritroso?

2. I deboli vanno eliminati, e pure “presto”: alla nascita, se non prima. Sì all’aborto e all’infanticidio eugenetici in quanto migliorerebbero la razza. Perché

3. l’uomo à un animale come gli altri e come gli altri va trattato.

4. E, dunque,che differenza c’è tra un allevamento di cani o di cavalli e una famiglia umana? Nessuna.

5. Aiutare i deboli, i malati, i poveri, i disabili è un male. Malattie epidemiche come il vaiolo possono
essere un bene per l’umanità, in quanto eliminano gli individui “difettosi”. Igiene del mondo.

6. Anche offrire ai deboli assistenza sanitaria è un male: il progresso reclama le sue vittime.

I parametri validi per gli animali si dovrebbero applicare anche alla riproduzione umana: solo i migliori dovrebbero “produrre” figli. Solo cosi avremo una razza senza difetti.

Idee nuove, un po’ balzane, che il nostro partorì (forse come secrezioni del cervello) mentre si avviava verso la vecchiaia? Macché, nulla di nuovo: la riproduzione umana regolamentata (dallo Stato?) era già stata teorizzata quasi un secolo prima. E’ del 1798, infatti, il famoso “studio” di Malthus, pastore anglicano, il teorico della sovrappopolazione, che, tra le sue tante perle di saggezza, propose anche la limitazione della riproduzione tra le classi inferiori. Eccellente strumento per eliminare la povertà, quello di eliminare i poveri.

Di fatto, il parlamento inglese era molto sensibile a tutte le suddette idee “magnifiche” e “progressive” e ai tempi di Darwin si era già messo in moto da diversi anni in tal senso: per dirne una, nel 1834 aveva istituito le workhouses, case di lavoro coatto per gli indigenti, più simili a carceri che a ospizi. La novità interessante, rispetto a tutte le soluzioni precedentemente adottate per “soccorrere” i poveri, era che uomini e donne andavano rigorosamente divisi; compresi, ovviamente, i coniugi. Cosi si tentò di limitare la riproduzione degli “animali peggiori”.

Il nostro naturalista-biologo affondò dunque le sue radici in un terreno fertile, pronto ad accogliere la sua teoria rivoluzionaria, secondo cui il mondo non sarebbe stato creato da Dio ma dal caso, che però selezionerebbe le specie in modo intelligente, secondo un criterio che porta sempre al miglioramento.
Sinceramente, qualcosa sfugge.

E, comunque, se questi sono i padri della società moderna, tanti auguri a tutti noi.

Elisabetta Sala

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42 commenti

  1. Il messaggio che si recepisce farebbe finire al manicomio anche Freud . Articolo semplice , ma molto efficace. Complimenti all’autrice.

      • Grazie per aver inoltrato questo articolo, Enzo. Pochi giorni fa è stato proprio celebrato il “Darwin Day”, e scommetto che almeno l’80% (e non esagero) delle persone che nel mondo si sono unite a questo evento, non hanno mai letto nemmeno mezza riga delle opere del naturalista britannico…

        • Sei un vero ottimista Nicola!
          Io scommetterei che oltre il 90% di quelli che hanno in qualche modo festeggiato Darwin non hanno mai letto l’Origine delle specie.

      • Già, ottimo contributo anche su Darwin.

        Ed Elisabetta Sala è una che se ne intende assai di Inghilterra e cose inglesi.
        Consiglio a tutti i suoi libri su due orrendi re inglesi: Enrico VIII ed Elisabetta I.
        Leggendoli capirete perchè.
        Guarda caso però si sente sempre parlare dei cosiddetti “crimini” dell’Inquisizione cattolica, ma mai dei simpatici episodi di questi due farabutti protestanti, tiranni sterminatori, torturatori e conculcatori della tanto (oggi) idolatrata libertà di pensiero… Ma no, gli anglosassoni sono i paladini della libertà…

        Grazie ad Elisabetta per il suo lavoro di smascheramento delle enormi falsità inglesi.

  2. Uno dei dieci on

    Eccomi qui di nuovo… E vi prego di non biasimarmi troppo.

    Avete visto, immagino, che di là, sul blog di ocasapiens, Bonomo, Iovodivo e l’altri nick di cui su due piedi mi sfugge il nome, lanciano guanti di sfida “incompleti”. Sono disposti a confrontarsi civilmente ma non qui… Voi di Cs siete disposti a confrontarvi civilmente ma non là…

    Come la si può mettere?

    C’è qualcuno, qui su CS, che ha un blog o qualcosa di neutrale (ma esiste? mi chiedevo di là) in cui tutti quanti pacatamente, civilmente, senza offendersi, si possa dire la propria e soprattutto lo possa fare in modo costruttivo chi ha i numeri per dire, sull’evoluzione, cose di scienza?

    • Carissimo 1/10,
      dopo esserti esposto in quel dell’oca a difendere CS nonostante gli ultimi dissidi è stato da vero signore, e non si tratta di una presa in giro come qualcuno malignamente ha voluto insinuare.
      Mi è sembrato giusto che ci fosse una nuova possibilità e spero davvero che si riuscirà a restare sul terreno degli argomenti senza farsi prendere la mano.

      Quello del terreno neutrale è un falso argomento, chi lo propone insinua che qui vengano censurati gli interventi che ci mettono in difficoltà, accettare la proposta sarebbe come riconoscere valida questa accusa.
      Inoltre ho tutto il tempo impegnato qui e davvero non posso mettermi a saltellare su un altro blog.
      E poi, quale sarebbe questo luogo perfettamente neutrale?
      No, chi ha qualcosa da dire può venire qui tranquillo che non lo censura nessuno, lo provano i recenti interventi di Gvdr che si è posto correttamente e altrettanta correttezza ha trovato.

      • Caro Enzo, Caro 1/10, come detto di la’ lo spazio neutrale per eccezione esiste ed e’ alla portata di chiunque voglia compiere una critica rigorosamente scientifica alla teoria dell’evoluzione.

        Sono le riviste scientifiche il posto dove tali critiche possono trovare eco e risposta.

        Se Enzo e egli altri non vi ricorrono, ne’ vi provano (se temono di essere censurate sulle riviste “della casta” non hanno che da pubblicare su peerj, biorXiv, faculty of 1000, dove la peer review e’pubblica e visibile a tutti), e’ affar loro (e ognuno ne trae le dovute conseguenze).

        Sui blog non si fa che spicciola polemica, come la faccio volentieri nei blog dei creazionisti, dei neofascisti, dei razzisti e di chiunque altro…

        • Gvdr,
          non mi sembra che le peer review siano un luogo dove si discutono le ricerche.
          Le ricerche le fa chi ha i mezzi, agli altri poi la possibilità di analizzare le conclusioni, sulla stampa o sui blog, ma non vedo questo spazio in calce agli articoli di Nature, PlosOne, ecc.

          • Falso. Nature pubblica analisi critiche dei suoi articoli chiamandole “Brief Communications Arising” (http://www.nature.com/nature/journal/v500/n7463/abs/nature12380.html) e “Replies” (http://www.nature.com/nature/journal/v500/n7463/full/nature12381.html). Anche Science, PlosONE e la quasi totalita’ delle altre riviste scientifiche pubblicano di sovente critiche, dettagliate e rigorose. Critiche che, ad esempio, mostrano i limiti metodologici e gli artefatti statistici (e ne sorgono dunque corrections e retractions). Quasi sempre gli autori le accettano di buon grado. Certo, devono essere dettagliate e rigorose (“do the math!”), non mumbling and rumbling.

            Falso, poi, che manchi lo spazio per i commenti. Vi sono sia su Nature che su PlosONE (e anche su Science, su PNAS e via dicendo)…

            Se avete delle critiche rigorose e dettagliate, con i conti fatti per bene e la metodologia chiara e comprensibile, pubblicatele. Altrimenti son chiacchiere da bar sport.

          • Quelle “Brief Communications Arising” sono tutt’altra cosa dalla critica che comunemente avviene nella divulgazione tutta, che riporta e discute sulle conclusioni,che partono appunto dalla ricerca.Quelle “Brief Communications Arising” sono delle contestazioni ai risultati,ai metodi utilizzati etc..di cui non è che si vadano a fare contestazioni,non si contestano mica le ricerche.È logico che essendoci ambiguità e libertà sull’uso di certi termini, poi chi riporta i risultati delle ricerche facendo divulgazione possa forzarle dicendo cose che in realtà non sono emerse.
            Anzi spesso e volentieri i ricercatori fanno abbondante uso di forse,ma,potrebbe ,insomma un largo uso del condizionale nelle conclusioni che spariscono velocemente in quanto riportano i vari media di divulgazione.
            È il paradigma con cui vengono lette tali ricerche e che spesso le guida che è oggetto della critica.

            Per il resto quoto quanto scritto da Masiero:
            http://www.enzopennetta.it/2014/02/sul-sussidiario-darwin-se-il-caso-ha-creato-il-mondo-perche-siamo-ancora-qui/#comment-23415

        • Giorgio Masiero on

          La critica, gvdr, ad una teoria scientifica si fa dove si crede e vi partecipa chi vuole. Per fortuna. Io la faccio quotidianamente nel mio lavoro di merchant banking, nella selezione di ciò che può meritare un investimento di capitali perché suscettibile di restituire un utile da applicazioni future.
          La critica può fare solo bene al progresso della scienza.
          Le vere scoperte poi, le rivoluzioni scientifiche, i cambi di paradigma, avvengono sempre, rigorosamente, fuori dai paludati, burocratizzati ambienti scientifici. Un collega mi ricordava proprio ieri che anche Krebs si vide rifiutare da Nature la pubblicazione della scoperta che gli avrebbe valso il premio Nobel…

          Quanto a Darwin, la mia opinione sulla persona è più vicina alla Sua, con un’osservazione aggiuntiva tuttavia. Darwin fu una persona fondamentalmente buona, di idee sociali avanzate rispetto alla sua epoca, con qualche contraddizione e dubbio inevitabili in ogni persona. Ciò di cui Darwin non si rese conto, piuttosto, sono le conseguenze logiche, estreme, della sua teoria, che in pochi anni coerentemente i suoi ligi discepoli avrebbero tratte. Probabilmente oggi egli non si riconoscerebbe nell’antropologia neodarwiniana, però – a mio avviso – sbaglierebbe perché essa è la logica conclusione delle sue speculazioni.

          • sì Masiero,ma del resto 200 anni in cui si sono recepite certe cose dagli scritti di Darwin parlano da soli.
            Non è che si è estrapolato qualcosa ad hoc e lo si è sfruttato.
            Che Darwin mostrasse contraddizioni ed incertezza notevole nello scrivere non c’è dubbio,però certi concetti veicolati sono eccezionalmente chiari e non sono sensibili a interpretazioni soggettive.
            Lungi dal fare un processo a Darwin,invece negare quell’impossibile e fantasiosa “sacra causa di Darwin” e mostrare ciò che inequivocabilmentetrasmettono gli scritti di Darwin,a meno di volerli straolgere,strumentalizzare o a meno di non essere analfabeti funzionali.
            Non è un segreto Masiero che gli scritti di Darwin siano intrisi di malthusianesimo e spenserismo sociale.
            Proprio nelle righe successive a quello che si è riportato parla del povero esattamente negli stessi termini di Malthus.
            Così come anche il periodo precedente che inizia co nquanto riporta la sala,continua con quanto riporta gvdr e dsi conclude così:
            “Quindi dobbiamo sopportare senzalagnarci i sicuri cattivi effetti del sopravvivere dei deboli e del loro propagarsi; ma sembra che vi sia almeno un impedimento che opera efficacemente; cioè che i membri più deboli ed inferiori della società non si sposano così facilmente come i più sani, e questo ostacolo può essere indefinitamente accresciuto, sebbene sia forse solo una speranza più che non una certezza che i deboli di corpo o di mente siano per astenersi dal matrimonio.”

            non lascia possibili fantasie.Le ideologia,le speranze,i credo su certe tematiche sono quelli.
            Ciò non vuol dire che Darwin fosse Hitler..che c’entra?
            Che fosse più o meno mite e più o meno buono di indole,ma anche che non vedesse il male che c’era dietro certe affermazioni è indubbio,lo sottolinea pure nell’origine dell’uomo questo.

            Però i fatti son fatti.

          • Giorgio Masiero on

            Io non mi appassiono, Leonetto, ai pensieri intimi di Darwin. Quando li leggo, li contestualizzo in un’epoca in cui, in campo cattolico, c’era di peggio in termini di concezioni razzistiche e schiavistiche (per es. in Portogallo).
            Ciò che invece, secondo me, è giusto far rilevare a chi mette Darwin sull’altare è che la sua teoria, oltre a non essere scientifica, ha anche implicazioni pericolose sul piano sociale e antropologico, come si sta avverando da parte di coloro che non sono altro che i coerenti discepoli del naturalista inglese.

          • Beh, concetto di intimità piuttosto esteso..vista la diffusione delle opere e il successo immediato fin da subito.
            Far notare quello che sottolinea in questo suo commento è essenzialmente ciò che facciamo e ciò su cui ha costruito il suo pensiero anche la Sala stessa.Almeno io credo si faccia questo.Così come credo che si sia sempre contestualizzato e parlato con causae cognitio.Poi certo si può farlo più o meno bene,ma è anche opinabile.
            Come ho sottolineato,le tematiche proprie del malthusianesimo e dello spencerismo evidentemente ben gradite a Darwin,oltre che essere per lui un semplice spunto,si ritrovano nelle sue 2 opere principali e vengono mescolate alla scienza,mascherate da scienza così come vengono veicolate le basi del razzismo scientifico,effetti del quale esistono tutt’oggi.
            Volevo far notare quello, sia in opposizione alla “sacra causa di Darwin”, sia a chi nega,perché quello fa,che certi messaggi non siano espliciti e evidenti implicazioni di quanto scrive nelle sue 2 opere e che queste siano sempre trasportate dal paradigma neodarwiniano che come ricordano Fodor e Palmarini va a permeare campi dalla psicologia,all’epistemiologia alla sociologia etc etc..
            ossia semplicemente non si vuole né strumentalizzare,né demonizzare,né fare altre cose contestabili.
            Semplice informazione.
            Credo masiero che si ritroverà d’accordo su questo.

          • Aggiungo solo che il messaggio dell’articolo della Sala è comprensibile e corrisponde ad un’ideologia che sul pensiero darwiniano si è appoggiata, ripeto, senza che questo ne fosse l’origine.

            Poi non ritengo nemmeno importante sapere se Darwin personalmente fosse d’accordo o no col darwinismo sociale, come è stato già detto da qualcuno quel che conta sono le ricadute dei suoi scritti e su questo mi sembra che nessuno abia nulla da eccepire.

  3. La maggiorparte dei neodarwinisti e fedele a Darwin non per ciò che insegna, ma per quello che forzatamente è stato messo lì a rappresentare.

  4. Dopo averne elogiato la traduzione, potreste chiedere all’autrice perché non ha tradotto anche il successivo paragrafo?

    “The aid which we feel impelled to give to the helpless is mainly an incidental result of the instinct of sympathy, which was originally acquired as part of the social instincts, but subsequently rendered, in the manner previously indicated, more tender and more widely diffused. Nor could we check our sympathy, even at the urging of hard reason, without deterioration in the noblest part of our nature. The surgeon may harden himself whilst performing an operation, for he knows that he is acting for the good of his patient; but if we were intentionally to neglect the weak and helpless, it could only be for a contingent benefit, with an overwhelming present evil.”

    Oppure questi altri?

    “The more efficient causes of progress seem to consist of a good education during youth whilst the brain is impressible, and of a high standard of excellence, inculcated by the ablest and best men, embodied in the laws, customs and traditions of the nation, and enforced by public opinion. It should, however, be borne in mind, that the enforcement of public opinion depends on our appreciation of the approbation and disapprobation of others; and this appreciation is founded on our sympathy, which it can hardly be doubted was originally developed through natural selection as one of the most important elements of the social instincts.”

    “Important as the struggle for existence has been and even still is, yet as far as the highest part of man’s nature is concerned there are other agencies more important. For the moral qualities are advanced, either directly or indirectly, much more through the effects of habit, the reasoning powers, instruction, religion, &c., than through natural selection.”

    “The moral faculties are generally and justly esteemed as of higher value than the intellectual powers. But we should bear in mind that the activity of the mind in vividly recalling past impressions is one of the fundamental though secondary bases of conscience. This affords the strongest argument for educating and stimulating in all possible ways the intellectual faculties of every human being.”

    • E che cambia?
      Doopo aver detto che per il sentimento,per la simpatia,con accezione greca del termine,che le persone “incivilite” hanno ostacolato l’effetto benefico della selezione,che invece viene mantenuto dagli allevatori scrive una speranza:

      “Quindi dobbiamo sopportare senzalagnarci i sicuri cattivi effetti del sopravvivere dei deboli e del loro propagarsi; ma sembra che vi sia almeno un impedimento che opera efficacemente; cioè che i membri più deboli ed inferiori della società non si sposano così facilmente come i più sani, e questo ostacolo può essere indefinitamente accresciuto, sebbene sia forse solo una speranza più che non una certezza che i deboli di corpo o di mente siano per astenersi dal matrimonio.”

      Ai periodi successivi si agganciano visioni precedenti e successive a Darwin del darwinismo sociale.

      Le altre parti,le ultime invece hanno toni evidentemente razzisti.

      Non capisco la contestazione,se è tale,o forse dice che l’autrice si è limitata troppo?
      Non si sarà voluta dilungare più del dovuto…

      • Ma perché, anche lei, non prova a tradurre il paragrafo che le ho indicato? Devo farlo io?

        • Giorgio Masiero on

          Guardi, Gvdr, che qui conosciamo l’inglese e Le è stato risposto che tutto si tiene. Se Lei non è d’accordo su un punto specifico, perché non usa parole proprie, in italiano o in inglese, come preferisce?

          • “Non possiamo controllare la nostra simpatia [verso il prossimo bisognoso], nemmeno spinti dal freddo ragionamento, senza svilire la parte più nobile della nostra natura.” E ancora “se dovessimo intenzionalmente abbandonare al loro destino i deboli e i bisognosi, sarebbe solo per un vantaggio contingente, a scapito di un immediato e sconfinato male (an overwhelming present evil)”

            Per Darwin il nostro istinto ad aiutare il prossimo è frutto (“an incidental result”) dell’evoluzione (“sympathy … was originally developed through natural selection as one of the most important elements of the social instincts”). Deriva dagli “istinti sociali”, di cui ne è sviluppo e rafforzamento. I comportamenti cooperativi (vedi Nowak, Rand, …) sono hardwired evolutivamente nella “natura” dell’uomo e sono (lo dice proprio in quei paragrafi) distinzione delle civiltà evolute.

            Rifiuta anche quello che poi sarebbe chiamato, in malo modo, “darwinismo sociale” e difficilmente condivido il vostro giudizio di razzismo: non è infatti la selezione naturale, la genealogia e, in ultimo, la “razza” che forgia e determina “the highest part of human’s nature”, ma altri agenti sociali (l’educazione, in primis, le religioni, le abitudini, il “pensare”). Ecco perché è necessario che la società offra educazione a tutti (“This affords the strongest argument for educating and stimulating in all possible ways the intellectual faculties of every human being”).

            In conclusione, Darwin era razzista? Forse si, raffrontato ad uno standard liberale odierno; decisamente no, raffrontato ad un suddito di Sua Maestà dei suoi tempi. Aiutare i deboli è un male e bisogna eliminarli? Assolutamente no, stando alle sue parole precise e puntuali a riguardo!

            “Nor could we check our sympathy, even at the urging of hard reason, without deterioration in the noblest part of our nature.”

            Questo era nel paragrafo successivo a quelli che Sala ha deciso di tradurre!

          • Gvdr,
            i buoni sentimenti di Darwin verso il prossimo non contrastano con la sua visione razzista, il prossimo può bene essere della propria razza, e il fatto che tutti in Inghilterra fossero razzisti non cambia molto. La sua teoria infatti non ha determinato il razzismo e le politiche malthusiane, entrambe le realtà già esistevano, ma con un’operazione che si può spiegare bene in termini dei paradigmi kuhniani, Darwin li ha fatti diventare leggi di natura consolidandoli e rendendoli indiscutibili.

            Per conferma a questa visione basta vedere cosa ha prodotto la sua eredità.
            Ecco ad esempio un passaggio illuminante di un libro di inizio novecento:

          • Gvdr sa vero che non c’è bisogno di tradurre l’origine della specie né l’origine dell’uomo che fra un po’ sono liberamente leggibili anche in swahili?
            Non capisco perché quindi continua con questa cosa della traduzione…mah vabbèh..
            Come già le avevo risposto:
            http://www.enzopennetta.it/2014/02/sul-sussidiario-darwin-se-il-caso-ha-creato-il-mondo-perche-siamo-ancora-qui/#comment-23383
            Una volta che ha spiegato che il sentimento che spinge l’uomo incivilito ad aiutare deboli,malati,infermi etc.. è la simpatia, scrive quanto ho riportato nell’altro commento.
            Il discorso completo è quindi formato dalla parte iniziale(che è quella che riporta l’autrice dell’articolo)da una centrale che è quel periodo che ha riportato lei e poi dalla conclusione che ho riportato.
            Sarebbe stato erroneo aver riportato solo il pezzo da lei citato,perché allora sì che si sarebbe stravolto il senso,ma leggendolo tutto è inequivocabile,ed è proprio come è reso nell’articolo.

            Più che di cooperazione Darwin mette in risalto le qualità che fanno un’esercito compatto ed ordinato verso un’altro che non lo è.
            Parla di tribù che primeggia per qualità morali quali fedeltà verso i compagni,simpatia,obbedienza(ci sinsiste molto),patriottismo,coraggio.Il tutto in relazione al piacere della lode e al timore del biasimo.

            Ed inoltre all’interno della propria razza,della propria tribù.Gli altri incivilizzati rientrano nella lotta per la sopravvivenza del più adatto.
            Ha senza dubbio dato giustificazione scientifica alle teorie politico-sociali razziste già presenti.
            Qualità morali o istruzione o similia vanno a rappresentare anche un elemento che contraddistingue una maggior evoluzione.
            Dice infatti che per impedimenti ambientali,per selezione naturali alcuni popoli hanno avuto sì un incvilimento ma molto più ridotto ritrovandosi meno evoluti..
            Basta vedere nella stessa opera come parli di eschimesi,aborigeni,cinesi..
            Non c’è proprio possibilità di interpretazione è chiarissimo.

            Ora, ha un po’ deviato con questo discorso il punto precedente..ma non si capisce assolutamente dove sia la contestazione verso il pensiero espresso dalla Sala.
            Che come ha riportato Enzo, ed è stato mostrato, tiene perfettamente…

      • Leonetto! Sympathy e’ compassione (patire assieme), comprensione (feelings of pity and sorrow for someone else’s misfortune; understanding between people, common feeling; the state or fact of responding in a way similar or corresponding to an action elsewhere!) non Simpatia da camerati!

        Enzo! Ma dove sta scritto, in Darwin, che il prossimo e’ “quello della propria razza”?

        E poi, cos’e’ che le sfugge in “every human being”? Dov’e’ che Darwin afferma di limitare la sua compassione ai Caucasici o ai Britannici?

        O, ancora, dov’e’ che si legge in Darwin l’invito ad eliminare i piu’ deboli “e presto”?

        Suvvia! L’autrice ha voluto calcare la mano attribuendo a Darwin un razzismo belligerante e violento, inculcandogli la volonta’ di annientare i deboli e voi, ringalluzziti da ogni qualsivoglia critica a Darwin, avete abboccato senza critica.

        Vogliamo dire che Darwin fosse convinto che i Britannici e i Caucasici fossero migliori, piu’ civili ed evoluti delle altre popolazioni? Certo, e sbagliava largamente. Ma da qui a saltare alle conclusioni dell’autrice ci vuole male fede e scarso rigore storico!

          • Non si deve confondere il razzismo con lo schiavismo, anticamente gli schiavi erano di tutte le razze.
            Il razzismo è un’invenzione recente che, come ho già detto, fu recepita nella teoria.

            L’eliminazione del debole, del malato, attraverso le pratiche eugenetiche emerge dal passaggio riportato, ed è stata fatta propria dal cugino di Darwin, Francis Galton, dai suoi figli, dai libri scolastici dell’inizio ‘900, dalle pratice negli USA e in Germania, ed è stata poi confermata anche da Jacques Monod nel Caso e la necessità. Non credo che avessero capito male tutti…

          • Lei non risponde, Enzo.

            Qui non si parlava dell’uso che e’ stato fatto delle parole di Darwin (si potrebbe discettare allo stesso modo delle parole dei testi sacri o di quasi ogni testo storicamente rilevante), ma dei 6 punti affermati da Sala (e della vostra accettazione acritica di questi).

            Darwin dice, nel passaggio che le ho citato e in molti altri, che non possiamo trascurare, abbandonare, i piu’ deboli senza con questo svilire la parte piu’ nobile della nostra natura, forgiata dall’evoluzione. Tale compassione, per Darwin, e’ nei confronti di ogni essere umano. E non e’ una morale religiosa, ma una morale naturale, frutto dell’evoluzione degli istinti sociale. Dunque non c’e’ spazio in quelle parole di un trattamento men che “compassionevole” nei confronti degli altri. Altri che, ve lo concedo facilmente, erano visti come meno civilizzati. V’e’ in Darwin sia la condanna di ogni pratica violenta (ivi compreso lo schiavismo) nei confronti dei deboli sia l’invito ad uno sforzo educativo nei confronti di tutti.

            L’autrice vorrebbe, invece, attribuire a Darwin l’intento di eliminare (“e presto”) i deboli. E’ sbagliato. Questa e’ la conclusione che Sala trae dalla lettura parziale di quel brano, non quella che l’autore stesso trae!

          • “L’autrice vorrebbe, invece, attribuire a Darwin l’intento di eliminare (“e presto”) i deboli. E’ sbagliato. Questa e’ la conclusione che Sala trae dalla lettura parziale di quel brano, non quella che l’autore stesso trae!”

            Falso ,come mostrato sono esattamente le speranze di Darwin quelle di recidere i deboli.
            Chi ha riportato,e anche recepito evidentemente,una versione parziale sia del capitolo che dell’intera opera è evidentemente lei…

            Certo Darwin dice che non è possibile abbandonare i deboli ma parla di sopportazione,di danno da questa cosa,e spera che la selezione sessuale dia una mano ad eliminarli naturalmente.

          • @Gvdr,
            quello che ha riportato Elisabetta Sala è testualmente:
            “Abbiamo ragione di credere che le vaccinazioni abbiano preservato migliaia di individui che, per via della loro debole costituzione, sarebbero altrimenti rimasti vittime del vaiolo. Cosi i membri deboli delle società civilizzate propagano la loro stirpe. Nessuno che abbia presente l’allevamento degli animali domestici dubiterà che ciò debba essere altamente dannoso per la razza umana…”

            E mi sembra che tale affermazione non lasci dubbi.
            Che poi Darwin si commuova e difenda i deboli qualche riga dopo, dovrebbe semmai farla riflettere sulla contraddittorietà dell’autore.

        • Gvdr cosa significhi simpatia glil’l’ho detto nel primo commento in cui le ho risposto:
          http://www.enzopennetta.it/2014/02/sul-sussidiario-darwin-se-il-caso-ha-creato-il-mondo-perche-siamo-ancora-qui/#comment-23383
          (con accezione greca del termine avevo appunto scritto)
          Non ha capito nulla.
          Quelle cose le riporta chiaramente Darwin proprio in quel capitolo.Se lo legga prima di scriverci sopra.
          Ad ogni modo vedo che sorvola sulla conclusione in cui scrive chiaramente che i deboli,malati rappresentino un peso che però,sempre secondo Darwin,c’è speranza di debellare.
          La sympatheia darwin la spiega chiaramente come ciò che spinge all’unità della tribù nell’affrontare tribù rivali in cui prevalesse invece il menefreghismo del singolo,l’anarchia etc etc..

          o,se ti sembra più comprensibile,sempre come ho già scritto,e Darwin riporta,in rapporto al beneficio di ciò che genera lode e il timore del biasimo e della vergogna.

    • Buongiorno Gvdr,
      forse non ho capito bene cosa intende dire nel suo intervento quindi mi limiterò a fare delle osservazioni.

      I brani da lei indicati non annullano quelli riferiti né ci inducono a dargli un’interpretazione differente.

      Dopo aver dato un sostegno al razzismo e all’eliminazione dei deboli
      l’autore ci propone un’apologia della buona educazione e delle qualità morali. Egli è così il benvenuto alla fine di una lunga schiera di autori che fin dall’antichità lo hanno sostenuto.

      Quindi quanto da lei sopra riportato risulta ininfluente ai fini del discorso e il contenuto dell’articolo rimane confermato.

    • quell’articolo non ha molto senso..
      Ad ogni modo sull’uomo,se fosse sfuggito,abbiamo riportato conclusioni derivanti dalle varie scoperte,osservazioni alla luce delle recenti scoperte di Dmanisi.

  5. Infatti leonetto, l’articolo non fa che confermare quello che da tempo viene detto su CS , almeno in parte.

    • Direi che l’articolo in realtà, come le affermazioni dell’Accademia dei Lincei, è un po’ indietro, infatti (checché ne dica Micromega) anche il cespuglio non se la passa molto bene, ultimamente pare che sia stato pesantemente potato.

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