Sul clima le posizioni si fanno sempre più divergenti, entro pochi anni si saprà chi aveva ragione.
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E sapremo anche se è possibile o no che quando entrano in gioco interessi politico economici la scienza possa esprimere percentuali plebiscitarie a sostegno di un clamoroso errore.
“Sì stiamo cambiando il clima” conferma un articolo pubblicato su Le Scienze di Novembre riprendendo le conclusioni dell’IPCC presentate a Stoccolma lo scorso settembre. Gli scienziati dell’IPCC sembrano essere d’accordo sulle responsabilità umane con percentuali bulgare del 97%, salvo scoprire che il report dell’IPCC è scritto molto più da funzionari politici che da ricercatori (vedi Climate Monitor – La truffa dei report IPCC allo 0,0084%).
Ma sulla stampa generalista o specializzata nessuna critica viene mossa dagli esperti di clima a questo sistema e quindi a tutti gli effetti la credibilità del mondo scientifico viene spesa a supporto del surriscaldamento per cause umane. La perseveranza a pronosticare un futuro di catastrofico surriscaldamento è ancor più impressionante in quanto le previsioni sin qui fatte dall’IPCC sono prossime ad una catastrofica smentita, come si evince dal seguente grafico:
A meno di un brusco cambiamento di direzione nessuna delle previsioni dell’IPCC verrà rispettata, e nel metodo scientifico sperimentale la previsione è tutto. La tendenza di questi ultimi tempi è infatti in senso contrario, anche la copertura glaciale della calotta artica è in ripresa dai minimi degli anni scorsi (vedi CM):
E al tempo stesso anche l’attività solare si avvia verso una fase decrescente (vedi CM)
Specialmente nella parte finale di questo grafico si vede come una previsione di segno opposto a quella dell’IPCC venga effettuata con grande chiarezza: il ciclo solare viene previsto in forte calo. Paradossalmente un risultato, salutato positivamente dai fautori dell’AGW, come la riduzione dell’aumento delle emissioni di CO2 (Le Scienze–Emissioni globali, l’aumento della CO2 rallenta), smentirebbe le previsioni dell’IPCC anche in caso di ripresa brusca dell’aumento delle temperature. Infatti solo una brusca ripresa dell’incremento delle temperature potrebbe rimettere in gioco le previsioni dell’IPCC, ma secondo la teoria dell’AGW di fronte ad un calo delle emissioni (che comunque continuano ad aumentare) non è giustificabile un’impennata delle temperature.
E secondo uno studio pubblicato su Nature in realtà l’incremento di temperature dell’ultimo secolo va visto all’interno di una tendenza di lungo periodo all’interno di una glaciazione:
Secondo questo scenario inoltre la CO2 anziché aver nuociuto sarebbe stata un fattore che avrebbe permesso di contrastare la tendenza al raffreddamento e quindi risulterebbe ingiustamente “perseguitata”.
Un ruolo certamente positivo la CO2 l’ha invece svolto dal punto di vista delle coltivazioni consentendo un notevole incremento delle rese, ricordiamo infatti che come reagente nella fotosintesi clorofilliana essa è un forte fertilizzante:
Fig_1 il valore economico totale del beneficio diretto della CO2 sulla produzione di tutte le 45 specie di colture esaminate nel periodo di 50 anni tra il 1961 e il 2011
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Se quindi la teoria dell’AGW sostenuta dall’IPCC si rivelasse errata si sarebbero combattute con notevolissimo spreco di risorse economiche le emissioni di CO2 che al contrario avrebbero avuto un effetto benefico sotto ogni punto di vista.
Quando infine sarà chiaro quale modello sarà stato confutato avremo non solo l’esito di un esperimento che dichiarerà falsa una teoria sul clima. Avremo infatti anche l’esito di un metaesperimento sulla scienza, un esperimento che potrebbe dimostrare che la scienza può, su larga scala e per lungo tempo, interpretare in modo distorto i dati in base ad un preconcetto.
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