Su Science il primo dei dodici video finalisti
Il livello della cultura scientifica è insoddisfacente denuncia il prof. Garattini, ma secondo le tendenze della “moderna” didattica scenderà ancora.
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Se “Science” promuove il trionfo del kitsch anziché lo studio vuol dire che siamo solo all’inizio della discesa.
Solo pochi giorni fa il prof. Garattini lamentava un livello non adeguato della cultura scientifica nel nostro paese i cui programmi ministeriali darebbero troppa attenzione agli studi umanistici, come già espresso su CS su questo punto non si può essere d’accordo, il problema è infatti semmai l’opposto, cioè il tradimento dell’insegnamento della cultura umanistica, di cui quella scientifica è stata figlia. Degradato il clima culturale classico a favore di una comunicazione di tipo pubblicitario con aperture al kitsch, per la vera preparazione sia letteraria che scientifica non resta molto spazio.
Che però nella divulgazione scientifica si fosse caduti tanto in basso non si sarebbe potuto immaginare se non fosse stato per un meritorio articolo pubblicato su Le Scienze con il titolo di “Dance Your Ph.D.”: metti in ballo la tua ricercaDance Your Ph.D.”: metti in ballo la tua ricerca“, un articolo che è una vera propria finestra su un mondo sin qui insospettabile:
“Dance Your Ph.D.” è un concorso, giunto alla sua sesta edizione, in cui i partecipanti propongono una rappresentazione coreografica del proprio lavoro di dottorato. I vincitori, scelti da una giuria di scienziati e artisti, saranno annunciati il 21 novembre, ma chiunque può esprimere la propria preferenza collegandosi al sito di “Dance Your Ph.D.”
Siamo dunque giunti alla sesta edizione del concorso “Dance Your Ph.D.”, sponsorizzata nientemeno che dalla prestigiosissima rivista Science, un concorso che propone di mettere in forma di danza la propria tesi di laurea:
La domanda temuta. “Allora, qual è la tua ricerca per il dottorato?” Fai un profondo respiro e ti lanci nella spiegazione. Gli occhi delle persone iniziano ad essere velati…
In momenti come questi non vorresti poterti girare verso il computer più vicino e mostrare alla gente un video online della tua tesi di dottorato interpretata come una danza?
Adesso puoi farlo. E già che ci sei puoi vincere 1000 dollari, raggiungere una fama immortale come smanettone su Internet, e avere un riconoscimento da Science per i tuoi sforzi.
Una presentazione in grado di far rabbrividire, un’iniziativa che se proposta in sede di esame di Stato verrebbe valutata con il minimo dei voti in scienze da un tradizionalista come me e semmai valutata come saggio di educazione fisica. Ma l’attenzione dell’articolo di Le Scienze è rivolta, con un non celato orgoglio, in particolare ad un video italiano giunto tra i dodici finalisti, si tratta di un video girato alla Sapienza:
Tra i 12 finalisti in lizza per la vittoria, abbiamo scelto – con un pizzico di non celato campanilismo – una proposta italiana: “Generation and Manipulation of multiphoton quantum states of light”.
Un video ben girato nel quale si apprezzano moltissimo l’architettura razionalista della Sapienza, la freschezza dei protagonisti (ai quali va tutta la mia personale simpatia) e le capacità artistiche, ma siamo sinceri, con la divulgazione scientifica iniziative di questo tipo non c’entrano proprio nulla.
Propongo un esperimento: proviamo a divulgare gli argomenti proposti in modo tradizionale con lavagna e gesso e con i video poi verifichiamo quale comunicazione è stata più valida. Personalmente ritengo che l’unico video efficace sia il 10 che però più che una tesi di dottorato è una pubblicità progresso contro la perdita di sonno, cosa che personalmente ho trovato molto utile contro la cattiva abitudine di fare tardi lavorando al computer.
Quello che in definitiva si può constatare è che ancora una volta la divulgazione scientifica ha perso l’occasione di denunciare le cialtronerie per quel che sono, l’iniziativa dei video sponsorizzata da Science avrebbe meritato su Le Scienze un diverso commento, quello riservato alla proiezione della “Corazzata Potemkin” e che è meglio lasciare direttamente alle parole del rag. Ugo Fantozzi:
http://www.youtube.com/watch?v=0oAzaxWhRp4
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12 commenti
Lo scopo di queste iniziative è solo quello di dar spettacolo? O c’è qualcos’altro sotto? Servono forse a spiegare la scienza al popolo? Ad attrarre i giovani? Non capisco. Come si sta trasformando la nostra società? Siamo all’apice di una civiltà che ha esaurito la sua carica creativa e dove ormai è la comunicazione stessa l’oggetto della comunicazione? Forse si vuole rendere domestica e amichevole la figura dello scienziato, farlo passare per un innocuo simpaticone. Così quando ci dirà che la vita e l’uomo vengono dal caso e non hanno alcun significato sarà più facile credergli? Proprio stamattina leggevo un articolo di un certo Morelli, uno di quei santoni moderni che vendono guarigione e libertà, che indicava nell’anima (ovviamente il suo concetto di anima) l’entità da coltivare (ovviamente secondo i suoi insegnamenti) e quale chiave della felicità (ovviamente la sua idea di felicità). Aggiungendo come dato di fatto che siamo ormai liberi dalle religioni e dai loro diktat. Allora: o io ho ormai perduto il contatto con la realtà, oppure prima o poi inizierà davvero una violenta rivolta contro tutte queste filosofie che si illudono di prendere il posto che la religione ha nel cuore dell’uomo. Ma non prima di avere creato l’illusione collettiva di aver definitivamente superato la nostra storia, quei secoli bui in cui non ci eravamo ancora completamente affrancati da un’antica natura scimmiesca, quando eravamo succubi di insulse superstizioni su dio e l’aldilà. Su ragazzi, non vedete come ci siamo evoluti? Abbiamo finalmente capito la verità e, si sa, la verità rende liberi. O no?
Non so perché, ma ho l’impressione che il futuro ci riserverà delle gran sorprese.
Caro signor G., certo che lei ha davvero una certa fissa, direi. Quali sono le sue paure? Che un giorno l’uomo affrancato da Dio torni a essere una belva? Ma non lo siamo già, in gran parte?
Riduzioni esemplificative a parte, d’accordo con lei che certi guru hanno rotto i menischi (e tra questi ci metto i guru di tutte le parrocchie), mi sa dire la sostanziale differenza tra me, che non credo in Dio e credo nell’Uomo e voglio e cerco il bene dell’Uomo (inteso nella sua complessità di anima e corpo e non solo nel materialismo del corpo), e lei, che crede in Dio e crede nell’Uomo e cerca il bene dell’Uomo?
Niente da aggiungere… solo problemi con click to edit
“Siamo all’apice di una civiltà che ha esaurito la sua carica creativa e dove ormai è la comunicazione stessa l’oggetto della comunicazione?”
Trovo interessante questa considerazione, la carica creativa si è esaurita anche perché non si è capito che per creare bisogna prima fare la fatica di lavorare e studiare, si scambia la creatività con il capriccio, anche i diritti si confondono con i capricci.
Riguardo al discorso sulla religione ricordo un passo di G. B. Shaw in cui diceva che l’uomo (siamo all’inizio del ‘900) si è “liberato” dalla religione però adesso è come un ragazzo scappato di casa che non sa cosa fare della propria libertà.
Se è così mi aspetto un epilogo da figliol prodigo. O almeno me lo auguro con tutto il cuore. E non dovrebbe mancare molto ormai: il patrimonio dei padri l’abbiamo praticamente tutto sperperato in frivolezze.
“…non si è capito che per creare bisogna prima fare la fatica di lavorare e studiare…”
Quando qualcuno cerca di convincermi dell’assoluta e prioritaria necessità che si insegnino le lingue straniere fin dai primi anni di scuola, io rispondo che prima di tutto ci si dovrebbe preoccupare che le nuove generazioni abbiano qualcosa da comunicare.
“La peculiarità della religione è fomentare l’obbedienza, non la morale autonoma basata su ragioni e sentimenti. E l’unica motivazione che in realtà toglie peso morale a un comportamento è l’agire per mera obbedienza… soprattutto se viene rafforzata da timori di punizioni divine o dall’attesa di ricompense celesti.”
Citato da “La vita eterna” di F. Savater
che vecchiume!Ma sai quanti miliardi di frasi puoi trovare contro i Credenti?Non basterebbero le biblioteche del Mondo intero.
Stò, hai ragioni da vendere, sono d’accordo con te… Ma, per contrappasso, cercavo di ribattere a una citazione del prof. Pennetta, ovvero:
“Riguardo al discorso sulla religione ricordo un passo di G. B. Shaw in cui diceva che l’uomo (siamo all’inizio del ’900) si è “liberato” dalla religione però adesso è come un ragazzo scappato di casa che non sa cosa fare della propria libertà.”
A una citazione senza grosse pretese contrapponevo una citazione dello stesso tenore. Tutto lì.
Ti voglio bene e ti abbraccio.
a scanso di equivoci…..anche io Ti voglio bene e Ti abbraccio.
Giorgio, ha centrato il nucleo del problema quando dice : siamo all’apice di una società che ha esaurito la sua carica creativa. Direi che in qualche modo e’ la conseguenza della frase detta da G.B. Shaw riportata dal Proffessor Pennetta. 1/10 hai una concezione della chiesa troppo arcaica, ti fai troppo influenzare da certi atei. La fede non è quello che dici , direi che sta agli antipodi del tuo ” pensiero religioso” . Buona serata .
@1/10,
la citazione di G. B. Shaw non era senza pretese.
Shaw non è un drammaturgo e basta, fu co-fondatore della London School of Economics e membro di spicco della Fabian Society, un’istituzione la prima che forgia ancora oggi le classi dirigenti occidentali e la seconda il movimento che sta alla base del Labour Party.
Fu anche un acceso darwinista.
Come vede, senza nulla togliere a Savater, un accostamento tra i due non ha senso.
E già che ci sono riporto esattamente la frase che ho accennato a memoria, nella sua versione originale è molto più drammatica di come l’ho riportata:
“Materialismo e Darwinismo insieme negavano la religione.
Non più Dio, non più causa non più ordine, per noi misterioso, dell’Universo – non più morale proveniente da questo ordine. Il moto e il caos.
Il primo effetto fu esilarante; provavamo il senso di libertà del ragazzo che scappa di casa quando ancora non è arrivato a sentire la fame, la solitudine e la paura.
Back to Mathusalem, 1920”
Un gigante, direi di non fare paragoni con l’intellighenzia contemporanea.