A seguito delle osservazioni fatte a CS sui dati forniti nell’articolo del prof. Franco Battaglia viene pubblicato questo articolo di approfondimento e la risposta del prof. Battaglia.
Prima di tornare sull’articolo del prof. Franco Battaglia è opportuno fare un aggiornamento della situazione sul tema dell’AGW in quanto in questi ultimi giorni sono stati pubblicati dei dati che rendono sempre più difficile sostenere che l’IPCC abbia interpretato correttamente quanto sta accadendo al clima del nostro pianeta. Dal puntuale Climate Monitor prendiamo due grafici che mostrano con grande evidenza il fatto che, al di là dei proclami, il modello del riscaldamento globale (GW) elaborato dall’agenzia ONU che ne indica nelle attività umane la causa (AGW) sta andando incontro ad una clamorosa smentita.
Nell’articolo “L’allarme climatico? Questione di animazione…“, del 17 ottobre viene proposto il primo grafico che proponiamo qui di seguito:
Si tratta di un’animazione che mostra le previsioni di 5 successivi report dell’IPCC rispetto al reale andamento delle temperature, come evidenziato dall’immagine sottostante:
Appare subito evidente come le temperature effettive siano nella parte bassa delle previsioni, al limite di una fuoriuscita. Nell’animazione sono state quindi inserite le frecce che mostrano la pendenza che dovrebbero avere le temperature per restare in linea con quanto pronosticato secondo i vari report:
E’ importante notare come le direzioni della previsione siano abbastanza in linea con la tendenza delle temperature fino al report del 2001, poi accade qualcosa. Le temperature non seguono la tendenza indicata dalle previsioni e per poter rientrare nei valori stimati per il 2035 dovrebbero a questo punto subire importanti accelerazioni evidenziate dall’inclinazione delle frecce rispetto alla direzione della linea delle temperature. Come già detto altre volte qui su CS, lo scostamento dal valore previsto in questa fase iniziale della previsione comporta una diminuzione della probabilità che la previsione iniziale sia giusta. Come si legge nel commento su CM, per rispettare le previsioni le temperature adesso dovrebbero davvero mettersi a correre:
…le temperature, non essendo aumentate negli ultimi 15 anni e più, per compiacere le previsioni dell’IPCC e dare al pianeta un grosso dispiacere dovranno veramente mettersi a correre.
Già, perché essendo comunque i valori indicati nei precedenti report diversi ma piuttosto vicini, la pendenza della curva che ci dovrebbe portare a quei valori non può che aumentare man mano che ci si avvicina alla scadenza di quel famoso metà periodo rispetto al 2035.
A conferma di questo arriva un secondo grafico introdotto con l’articolo “Errori in buona fede“ del 17 ottobre:
Questo grafico mostra il confronto (abbastanza impietoso) tra le previsioni di 90 modelli climatici usati dall’IPCC e i dati reali misurati da HadCRUT4 (temperature di superficie), e da UAH (temperature della bassa troposfera):
…i 90 diversi modelli climatici del progetto CIPM5, appunto quelli impiegati per la stesura delle basi scientifiche del nuovo report IPCC, e li ha messi a confronto con le osservazioni di due set di dati, quelli superficiali raccolti dall’Hadley Centre inglese e quelli troposferici ottenuti attraverso le sonde satellitari.
Per evitare problemi però, gli output dei modelli non sono stati raccolti in una nuvola con una bella linea che ne rappresenta la media, ma sono stati semplicemente rappresentati tutti, ognuno con la sua bella linea relativa alle temperature simulate.
Ancora dunque una conferma dell’errore della grande maggioranza delle previsioni dell’IPCC basate sull’ipotesi della causa umana del riscaldamento.
Sembra dunque sempre più probabile che nel futuro prossimo si possa giungere ad una imbarazzante smentita delle tesi dell’AGW proposte con tanta decisione dall’IPCC, un futuro preannunciato da alcuni segnali premonitori di un cambiamento di rotta, come l’articolo pubblicato su Sette il 9 ottobre scorso col titolo eloquente di “Lo strano caso dell’effetto serra“, nel quale leggiamo a conclusione che:
Nessuno nega che un problema di effetto serra esista. È che se lo si esagera e si prevedono catastrofi si finisce con il mettere in campo politiche di altissimo costo e inutili: ad esempio i sussidi a pioggia a fonti di energia pulita inefficienti, sussidi spesso accaparrati dalle mafie.
E si continua a sollevare il mostro, a dire che esiste una lobby del petrolio che vuole negare il climate change: quando in realtà la lobby vincente è quella e si nutre – denaro, carriere e Nobel – dell’allarmismo di Al Gore.
Dopo questo doveroso aggiornamento veniamo dunque a quello sull’articolo del prof. Battaglia.
Il 7 ottobre scorso è comparso su CS l’articolo intitolato “Il GW esiste ma l’AGW non esiste”, nel quale veniva riportato per intero l’articolo del prof. Franco Battaglia pubblicato sulla Bussola Quotidiana. Nei commenti venivano sollevate delle obiezioni da parte dell’utente “geoscience” che così commentava l’articolo del prof. Battaglia:
geoscience scrive:
8 ottobre 2013 alle 15:45 (Modifica)
[…]Entrando nel merito delle questioni scientifiche seguendo i suoi punti come li ha elencati:
1)beh non è proprio cosi. Possiamo dire con discreta sicurezza che l’ultimo periodo interglaciale, che ha avuto il suo picco 125000 anni fa è stato mediamente piu caldo dell’attuale. Questo lo sa qualunque studente di università (che si occupa di tematiche affini) e lo so bene io che su quel periodo ci ho fatto anni fa la mia tesi di laurea. Bisogna dire che il fatto che in passato il clima fosse stato piu caldo questo non esclude che attualmente l’uomo non possa “riscaldarlo”. Non prova alcunchè. Inoltre Battaglia si dimentica di dire che anche il livello del mare era maggiore all’epoca, di circa 5 metri. Quindi un mondo poco piu caldo (circa un grado in media) portò a un livello del mare maggiore di quello attuale e questo ci porta a pensare che al di la delle cause, se il clima si riscalderà, necessarimente il livello del mare aumenterà e quel dato paleoclimatico ci suggerisce di quanto.
2) dalla figura 2 non si evince nulla e a qualunque studente verrebbe rigettato il compito se portasse come riferimento un grafico di quel genere senza riferimenti nelle ordinate, senza fonte, senza capire la provenienza dei dati. E’ incredibile un modo di fare di quel genere. Comunque, pre chi un po mastica la materia, quel grafico non è cosi nuovo. E’ un grafico relativo a ricostruzioni delle temperature di tipo puramente qualitativo (quelle piu recenti sono quantitative) che fanno capo a Lamb e risalgono agli anni ’70-’80. Qual è il problema di questa ricostruzione? Che è qualitativa, senz’altro, che è vecchia, sicuramente, ma soprattutto è puntuale, fa riferimento a una zonda dell’Inghilterra centrale, non è cioè rappresentativa del globo o quantomeno dell’emisfero. Stranamente il Battaglia è andato a predenrsi una ricostruzione locale degli anni ’80 di tipo qualitativo, quando ce ne sono a decine molto piu recenti, complete e quantitative. A che gioco sta giocando?
3)Falso,. il riscaldamento comincia intorno a inizi dell’800 o fine del 700 grazie a una ripresa dell’attività solare (questo si), ripresa che si arresta a partire da metà novecento, proprio quando le T cominciano a schizzare in alto.
4)falso…la stasi che va da gli anni ’40 agli anni ’60 npn avviene in concomitanza con l’aumento esponenziale delle emissioni di CO2, ma prima (basta guardare un grafico delle concentrazioni di CO2). C’era si un aumento, ma ancora non esponenziale. Battaglia si è dimenticato di dire che la spiegazione di quella stasi c’è già da decenni e diversi articoli scientifici hanno mostrato le cause (sia naturali che antropiche).
5)la storia dell’hot spot equatoriale è storia vecchia. senza entrare nel merito dei dettagli tecnici è bene ricordare che l’hot spot sarebbe una prova di un riscaldamento (qualsiasi, sia naturale che antropico) e quindi, l’assenza di tale prova (sempre ci fosse davvero un’assenza) negherebbe semmai il riscaldamento, non l’impronta umana. Ma non mi sembra che Battaglia neghi un riscaldamento provato da ben 4 centri di elaborazione (due americani, uno giapponese, uno inglese) e due satelliti.
Ho dovuto sintentizzare al massimo, ma la quantità di errori e orrori direi, è davvero tanta.
da scienziato preferirei evitare di entrare nel merito dei complottismi politici, che poco mi interessano e su cui molto poco ho da dire.
E poi ancora:
per il punto 1 non ho confutato quello che dice Battaglia, piu che altro ho aggiunto un’ulterore informazione sul livello del mare. Per il resto ho dato una visione del problema diversa, facendo un discorso di logica.
Per le curve del livello del mare un articolo interessante è questo, li si trovano ulteriori riferimenti bibliografici:http://people.rses.anu.edu.au/lambeck_k/pdf/230.pdf
per il punto 2 dovrebbe essere il Battaglia a dare riferimenti di quel grafico…io ho fatto un’ipotesi a riguardo, pensando agli studi di Lamb degli anni ’70 e ’80. Il problema è che lui non ha dato riferimenti. Per le ricostruzioni piu recenti si veda ad esempio: Bradley et al., 1993; Mann et al., 1999; Esper et al., 2002; Moberg et al., 2005; Marcott, 2013. Giusto per citare quelle che ricordo a memoria.
per il punto 3:
http://profmandia.files.wordpress.com/2010/10/mann_temperature_reconstruction-e1287103622541.jpg?w=700Si vede chiaramente come il vero riscaldamento comincia a partire da inizio 800 in concomitanza con la vera e propria ripresa dell’attività solare, ripresa che si arresterà a metà novecento:
http://spot.colorado.edu/~koppg/TSI/TIM_TSI_Reconstruction.jpgDa metà novecento l’attività media solare è in legera diminuzione, mentre le T schizzano in alto. E’ il passaggio in cui l’influenza del sole sul clima diventa minoritaria, in quanto aumentano esponenzialmente i gas serra in atmosfera:
http://visuanalyze.files.wordpress.com/2013/01/imagen21.gif
per il punto 4:
http://www.c2es.org/docUploads/co2-temp.jpg
come si evince dal grafico la stasi avviene tra gli anni ’40 e ’60. L’aumento in quegli anni c’è, ma diventa realmente esponenziale con il boom degli anni ’60, proprio con la fine della stasi. E’ evidente.
Sui motivi di quella stasi:
http://www.iac.ethz.ch/people/wild/2006GL028031.pdfhttp://www.cgd.ucar.edu/ccr/publications/meehl_additivity.pdf
per il punto 5:
http://www.nerc-essc.ac.uk/~olb/PAPERS/tropical-tropospheric-temperature-trends.pdf
ma soprattutto:
http://www.climatescience.gov/Library/sap/sap1-1/finalreport/sap1-1-final-execsum.pdf
Il parere a riguardo del US CC Science Program che conclude:
“The potential discrepancy identified here is a different way of expressing the amplification
discrepancy described in Section 4, item (5)above. It may arise from errors that are common
to all models, from errors in the observational
data sets, or from a combination of these factors. The second explanation is favored, but the issue is still open.”Ovvero per i dati a lungo termine (in quelli a breve termine l’hot spot si vede) è probabile un errore strumentale.
Una soluzione:
http://www.geog.ucsb.edu/~joel/g280_s09/recent_atmosphere/allen_sherwood_ngeo08.pdfComunque ripeto che l’hot spot proverebbe un riscaldamento (che nessuno contesta), non prova l’impronta umana a quel riscaldamento. Un po come prendere un singolo ghiacciaio che sta fondendo. Tu sai che sta fondendo perche la temperatura aumenta, che lo faccia per cause naturali o per cause antropiche. Quindi Battaglia cosa vuole dirci? che non c’è stato proprio riscaldamento?
Ecco delle considerazioni per punti:
1) non ci sono in fondo particolari considerazioni da fare, non si parla di AGW (riscaldamento dovuto alle cause umane), quindi niente che non confermi la tesi contenuta nel titolo.
2) Riguardo al seguente grafico geoscience afferma quanto segue:
” dalla figura 2 non si evince nulla e a qualunque studente verrebbe rigettato il compito se portasse come riferimento un grafico di quel genere senza riferimenti nelle ordinate, senza fonte, senza capire la provenienza dei dati. E’ incredibile un modo di fare di quel genere. Comunque, pre chi un po mastica la materia, quel grafico non è cosi nuovo.
E’ un grafico relativo a ricostruzioni delle temperature di tipo puramente qualitativo (quelle piu recenti sono quantitative) che fanno capo a Lamb e risalgono agli anni ’70-’80. Qual è il problema di questa ricostruzione? Che è qualitativa, senz’altro, che è vecchia, sicuramente, ma soprattutto è puntuale, fa riferimento a una zonda dell’Inghilterra centrale, non è cioè rappresentativa del globo o quantomeno dell’emisfero.
Stranamente il Battaglia è andato a prendersi una ricostruzione locale degli anni ’80 di tipo qualitativo, quando ce ne sono a decine molto piu recenti, complete e quantitative.
A che gioco sta giocando?“
Sorprendentemente quella figura che “sarebbe rigettata” se presentata ad un compito da uno studente è stata presentata nientemeno che dall’IPCC! (First Assessment Report (FAR): pag 202 ). E non è comunque risalente agli anni ’80 ma al 1990. Questo certamente non significa che non possa essere stata rivista, ma il prof. Battaglia poteva legittimamente riportarla come documento significativo.
3) Per quel che concerne i tempi del riscaldamento geoscience afferma:
Falso, il riscaldamento comincia intorno a inizi dell’800 o fine del 700 grazie a una ripresa dell’attività solare (questo si), ripresa che si arresta a partire da metà novecento, proprio quando le T cominciano a schizzare in alto.
A sostegno della tesi che sia la CO2 a causare l’aumento delle temperature geoscience riporta un grafico:
Da questo grafico si stabilisce però solo un complessivo aumento della CO2 insieme all’aumento delle temperature, analizzando però il periodo che va dal 1940 al 1975 si vede che mentre la CO2 aumenta le temperature addirittura diminuiscono. Ma anche volendo ignorare questa anomalia, una correlazione con le temperature non implicherebbe che l’una sia causa dell’altra, e in caso affermativo ci sarebbe ancora da stabilire quale delle due sia la causa e quale l’effetto.
E poi viene proposto l’andamento delle temperature e dell’irraggiamento solare:
Le argomentazioni di geoscience indicano che “il riscaldamento comincia intorno a inizi dell’800 o fine del 700 grazie a una ripresa dell’attività solare (questo si), ripresa che si arresta a partire da metà novecento, proprio quando le T cominciano a schizzare in alto“.
Ma a questo grafico si potrebbe opporre il seguente che mostra una situazione diversa:
Qui vediamo invece riportata una stretta correlazione tra attività solare e temperature, il grafico è tratto da un recentissimo articolo (febbraio 2013) intitolato “Solar irradiance modulation of Equator-to-Pole (Arctic) temperature gradients: Empirical evidence for climate variation on multi-decadal timescales” e pubblicato su Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics.
Per quanto riguarda infine il punto 5), quello riguardo gli hotspot tropicali, anche in questo caso sembrerebbe che non ci sia una grande chiarezza sulla situazione, anche negli studi linkati da geoscience si trovano degli elementi di incerezza:
(4) Comparing trend differences between the surface and the troposphere exposes potentially important discrepancies between model results and observations in the tropics.
• In the tropics, most observational data sets show more warming at the surface than in the troposphere, while almost all model simulations have larger warming aloft than at the surface.
http://www.climatescience.gov/Library/sap/sap1-1/finalreport/sap1-1-final-execsum.pdf (pag.10)
In conclusione le obiezioni agli argomenti del prof. Battaglia, presentati dall’utente geoscience come come “orrori”, non sembrano essere in grado di confutarli come nelle intenzioni.
Ma a questo punto non si ritiene di doversi sostituire ulteriormente all’autore dell’articolo in questione, il prof. Franco Battaglia, che meglio di chiunque altro potrebbe chiarire i punti indicati.
Si comunica quindi che il prof. Battaglia, contattato direttamente da CS, si è dichiarato disponibile a sostenere con tutte le precisazioni possibili gli argomenti contenuti nell’articolo, ma al tempo stesso non ritiene corretto confrontarsi con interlocutori che si presentino in forma anonima.
Se quindi l’utente denominato “geoscience” volesse confrontarsi con il prof. Battaglia sugli argomenti in questione dovrebbe prima accettare di mettersi in gioco apertamente.
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6 commenti
salve Pennetta,
sono stato fuori Italia questi giorni, motivo per cui non ho potuto rispondere alla sua richiesta. Sono ben disposto a discutere con Battaglia, sulle questioni da me riportate e non ho alcun problema a rivelare, in privato (ovvero a lei e al professore) la mia identità, ma preferirei rimanere come Geoscience qui in pubblico per motivazioni che potrò spiegarle via mail, eventualmente e che non sono legate assolutamente a lei e al suo blog. Del resto non ho deciso di scrivere su un quotidiano importante come “il Giornale” nè ho aperto dei blog tematici e quindi espormi a critiche evenuali, proprio perchè non credo diaverne le competenze specifiche. Quello che, infatti, vorrei fosse chiaro è che questa è una discussione tra gente non esperta in senso stretto, perchè nè io (come ebbi modo di dire in un commento) nè Battaglia ci occupiamo direttamente di clima. Io pesonalmente me ne sono occupato indirettamente diverse volte oltre ad aver seguito un percorso di studi che mi ha portato ad approfondire alcune materie specifiche.
Se ha modo di contattarmi via mail potremmo discutere meglio la cosa.
Intanto rispondo ad alcune dele sue considerazioni:
1) il punto 1 criticava la logica del ragionamento…dire che in passato ci sono stati periodi interglaciali piu caldi non è prova che l’uomo non possa aver avuto una sua influenza.
2)ho verificato ancora meglio la fonte ora che lei mi ha confermato la provenienza di quel grafico. Ebbene quel grafico è si di Lamb, ma addirittura del 1965 (probabilmente rivisto in quegli ann)! Ed è effettivamente relativo a una ricostruzione locale del centro dell’Inghilterra. Non ho mai detto che all’epoca non fosse un documento significativo. Ho solo detto che rispetto a una ricostruzione locale degli anni’60(!) con i metodi del tempo, sarebbe stato piu corretto riportare una su scala globale degli anni 2000.
Ho ragione a dire questo? Perchè francamente non capisco la sua giustificazione al Battaglia su un punto cosi evidente.
3)”A sostegno della tesi che sia la CO2 a causare l’aumento delle temperature geoscience riporta un grafico:”
No mi scusi, ho riportato quel grafico per mostrare come la CO2 aumentasse esponenzialmente solo dopo il periodo di stasi indicato dal Battaglia…e inoltre ho riportato diversi articoli che mostrano come la comunità scientifica ha dato una spiegazione per quella stasi, dovuta a un insieme di cause naturali (attività solare media costante) e antropiche (aerosol in grande aumento, soprattutto solfati)
4)”Qui vediamo invece riportata una stretta correlazione tra attività solare e temperature,”
grazie per l’articolo, io vedo qui una relazione con il gradiente di temperatura polo equatore, non con le T
globali. Non è cosi immediato il confronto con i due grafici. Ma appena ho tempo vedo di leggere meglio l’articolo di Soon
5)sugli hot spot, torno a ripetere, che non sono una prova dell’influenza antropica, sono un risultato (o dovrebbero essere) di un riscaldamento, che sia natuale o antropico. E il riscaldamento non viene messo in discussione da Battaglia.
I miei link chiariscono che in realtà nel breve sono stati rilevati, ma sul lungo periodo ci sono dei problemi, probabilmente dovuti a errori degli strumenti. La faccenda è in via di chiarimento, ma non c’entra nulla con l’eventuale influenza dell’uomo!
Buongiorno geoscience,
1) possiamo allora essere d’accordo che vale anche la logica contraria, cioè che se in passato ci sono stati periodi interglaciali più caldi bisognerebbe prima dimostrare perché questo attuale non può essere anch’esso di origine naturale.
2) Se l’IPCC ha prodotto un documento che lei ritiene insoddisfacente la gravità sta nei metodi dell’IPCC e non del prof. Battaglia che oltretutto di certo, a differenza del primo, non influenza le politiche dei governi.
3) Possiamo prendere atto del fatto che, secondo le motivazioni riportate, dopo il 1975 la produzione di aerosol si è quantomeno stabilizzata.
4) Anche su questo punto gli studi non aiutano ad arrivare a conclusioni certe.
5) Idem come sopra.
In conclusione, la tesi che il GW (che certamente esiste) sia di origine umana (AGW), non può allo stato attuale essere sostenuta con certezza scientifica e anzi dimostra delle evidenti debolezze proprio sotto tale profilo.
Confermo dunque pienamente la posizione sin qui espressa, che cioè non si possano prendere provvedimenti economici disastrosi per intere popolazioni sulla base di così deboli premesse (considerazione condivisa adesso, come abbiamo visto, anche sulle pagine del Corriere della Sera).
Riguardo al possibile confronto col Prof. Battaglia posso solo dire che rispetto la sua richiesta di riservatezza, ma devo subito aggiungere che sul punto dell’anonimato il Prof. è stato molto chiaro: non intende confrontarsi se non con un interlocutore riconoscibile.
1) sicuramente e infatti esistono decine di pubblicazioni relative alproblema di attribution del global warming. Ma rimane il punto… riferirsi al passato in senso assoluto non da alcuna prova di alcunché
2)no quello studio fu riportato nel primo rapporto IPCC del 1990 ed era uno dei pochissimi allora a dare ricostruzioni delle temperature. Successivamente sono uscite ricostruzioni migliori e piu complete prontamente riportate nei successivi rapporti. E’ un normale progresso scientifico…. Battaglia ha pensato bene di andare a ripescare un grafico del primo rapporto IPCC relativo a uno studio degli anni ’60 e non quelli dei rapporti IPCC piu recenti dove ci sono ricostruzioni globali e piu aggiornate. Ancora una volta, perchè?
3)la produzione di aerosol solfati, che schermano la radiazione è effettivamente diminuita dagli anni ’70, dopo le leggi anti inquinamento
http://www.greenenvironmentnews.com/feed_images/http_farm5.static.flickr.com41435446030630_6a9b42eee0.jpg
Ultimamente stanno aumentando molto nei paesi asiatici e alcuni vedono questa come una possibile causa del recente rallentamento del GW.
Per il resto non posso che ribadire quanto detto…non ho problemi a comunicare privatamente la mia identità a lei e al professore, ma preferisco non renderla pubblica. Se per il professore è un problema anche cosi mi spiace. Il suo articolo è comunque pubblico, per sua volontà e quindi è normale che lo si possa commentare e criticare.
1) La questione è provare che siano le attività umane ad essere la causa principale del GW, le temperature del passato provano che la situazione non è eccezionale e che chi sostiene la causa antropica ha l’onere della prova.
2) Certamente sono uscite altre pubblicazioni ma i risultati sono controversi, come già detto in un articolo del 19 aprile scorso. Non posso rispondere al posto del prof., ma direi che il grafico da lei contestato è comunque una prova che l’IPCC nel 1990 accettava quella ricostruzione che nessuno metteva in dubbio, e solo dopo sono iniziate quelle differenti e contestate come la seguente riportata nell’articolo sopra citato:
3) Il grafico da lei riportato mostra una riduzione delle emissioni di SO2 (e gli altri aerosol?) solamente in Europa e negli USA, mentre nel resto del mondo la produzione saliva decisamente, da quel che vedo se facessimo una media complessiva avremmo che la produzione totale ha avuto tutt’altro che una battuta d’arresto negli anni successivi al 1975 e al tempo stesso in questi ultimi anni nessun picco ulteriore dovuto alle emissioni asiatiche.
In conclusione restano solo una serie di argomenti che non riescono a dimostrare con rigore scientifico che siano le attività umane ad essere la causa principale del Global Warming.
Un elemento sicuro su cui basarsi sono i grafici che ho riportato all’inizio di questo articolo, voler persistere nell’opinione che le previsioni dell’IPCC, basate proprio sulla causa antropica del riscaldamento globale, siano confermate comincia a somigliare all’atteggiamento di chi spera ancora che la propria squadra di calcio che perde 3 – 0 all’85° possa comunque riuscire a vincere la partita.
Ci sono ancora rispettivamente una e due previsioni su 90 a tenere in gioco la possibilità che l’IPCC non abbia sbagliato completamente i modelli proposti.
E come sappiamo le previsioni nel metodo scientifico sperimentale sono tutto.
Restando nella metafora non resta che aspettare il fischio dell’arbitro, non dovrebbe mancare molto.
Per il resto rispetto le rispettive richieste di entrambi e non aggiungo altro.
al di la del gioco allo scadere…gli arbitri hanno lavorato male dando rigori inutili all,ipcc..a buon intenditore
Benvenuto alessandro, più che rigori inutili direi inesistenti, la metafora è chiara…