Il cranio di Dmanisi mette in crisi le previsioni fatte sulla base della teoria neodarwiniana.
Ma anziché affrontare questa presenza ingombrante, su Pikaia si preferisce guardare altrove e fare le pulci ai titoli dei giornali.
“La Terra è rotonda” titola in modo sarcastico il sito Doppiozero in un articolo ripreso su Pikaia, un articolo nel quale si vuole evidenziare un “cattiva comunicazione della scienza”. La cattiva comunicazione cui ci si riferisce sarebbe quella riguardo allo studio diffuso nei giorni scorsi sul cranio ritrovato nella località di Dmanisi. Quello che si rimprovera alla stampa italiana è di aver scritto che la novità conseguente al ritrovamento sarebbe quella che l’Uomo “è nato da un’unica specie“:
Ci sono alcune ovvietà scientifiche che non dovrebbero più fare notizia. Nel 2013 un articolo che titola La Terra è rotonda dovrebbe presentare solo un contenuto ironico, sarcastico o polemico (come in questo caso). Stessa cosa dovrebbe succedere con il concetto banale che “discendiamo tutti da un’unica specie”, in quanto esito diretto del meccanismo di speciazione, descritto al pubblico da Darwin e Wallace a partire dal 1859, secondo il quale – semplificando – da una specie si generano due o più specie.
L’affermazione che “discendiamo da un’unica specie” dovrebbe insomma essere considerata un’ovvietà, secondo il principio fondamentale dell’evoluzione (non della teoria di Darwin) infatti andando indietro nel tempo si deve giungere ad un unico organismo primordiale denominato L.U.C.A. dal quale tutti gli altri sarebbero discesi:
Proprio come in un albero genealogico, dovrebbe essere chiaro oggi ai più che tutte le specie viventi sono imparentate l’una con l’altra e che andando a ritroso nel tempo tutti discendiamo, a vari livelli, da un’unica specie, fino a L.U.C.A – lo sconosciuto Last Universal Common Ancestor – la forma di vita alla base dell’albero evolutivo, da cui ogni forma di vita deriva.
In realtà l’errore della stampa (che non mi sarei mai aspettato di dover difendere!) è del tutto veniale, dai titoli si capisce che quel che si deve intendere è che anziché da un “cespuglio” evolutivo discendiamo da un unico antenato al livello della comparsa del genere Homo, cosa che si intravede nei titoli riportati:
Ansa.it (17/10/2013)Repubblica.it (17/10/2013)IlSole24ore.com (17/10/2013)Il Giornale.it (17/10/2013)L’Huffington Post (17/10/2013):Bene il titolo: “Dmanisi, l’evoluzione dell’uomo cambia grazie ad uno scheletro di 1.8 milioni di anni fa”. Ma l’attacco di nuovo ci svela: “L’uomo si è evoluto da un’unica specie. La stravolgente scoperta è stata fatta durante la ricerca nel sito archeologico di Dmanisi[…]”Il Fatto Quotidiano.it (17/10/2013)AGI.it (18/10/2013)L’Internazionale.it (18/10/2013)Wired.it (18/10/2013)Il titolista addirittura non ne è certo: “Tutti gli Homo derivano da un’unica specie?”Corriere.it (19/10/2013):“«Discendiamo tutti da un’unica specie» – Così cambia l’albero genealogico dell’uomo”. Interessante notare come il social tool del portale indica che il 76% dei lettori si sente “soddisfatto” dalla cosa.
Ma andando a vedere lo schema evolutivo comunemente accettato e proposto dallo stesso sito di Pikaia, è proprio vero che non si riteneva che gli Homo provenissero tutti da un’unica specie:
Lo stesso schema si può vedere meglio in questa versione dove si nota chiaramente che Homo rudolfensis era invece classificato come non discendente dagli Australopitechi:
Dagli schemi si vede come l’Homo rudolfensis aveva un’origine dubbia non era ritenuto derivare da Australopitecus afarensis, come invece avviene per H. habilis ed erectus, ma da Kenyanthropus platyops (che adesso dovrebbe essere invece del tutto escluso dalla linea di ascendenza degli homo). Appare quindi giustificato il fatto che i giornali abbiano sottolineato che discendiamo tutti da un’unica specie facendo riferimento non certo al lontanissimo L.U.C.A. ma ai primi/o Homo. Su Le Scienze viene indicato H. rudolfensis non più in dubbio come Kenyanthropus rudolfensis, ma come un’unica specie con H. erectus e H. habilis.
Ma il meglio deve ancora venire, infatti ecco cosa si deduce da questa trascurabile questione:
Questa lista di titoli ribadisce un problema culturale curioso, e potenzialmente pericoloso: in Italia non si conosce la teoria dell’evoluzione.
Si evoca addirittura un problema “potenzialmente pericoloso”: in Italia non si conosce la teoria dell’evoluzione!
Ma si tratta di un problema pericoloso per cosa? Purtroppo di fronte ad una simile minaccia siamo lasciati senza ulteriori chiarimenti. Viene ricordata comunque l’importanza della teoria:
Sebbene sia una delle teorie scientifiche più importanti, verificate e semplici nella sua enunciazione formale, i suoi principi base non sono passati al senso comune….
Le conclusioni di Darwin (e Wallace) sull’origine della vita sono fra gli artefatti culturali più importanti che possediamo. La teoria dell’evoluzione ci aiuta a comprendere meglio la realtà in cui viviamo da molti punti di vista: scientifico, filosofico, sociale.
Dopo aver fatto la solita confusione tra teoria dell’evoluzione e teoria darwiniana, l’articolo scivola in un imbarazzante lapsus freudiano presentando la teoria stessa come uno degli “artefatti culturali più importanti“, una scelta di termine alquanto discutibile dato che un sinonimo di artefatto è “contraffatto“, scelta da cui deriva che la teoria darwiniana è una delle contraffazioni culturali più importanti, cosa sulla quale si può essere d’accordo. Una parte della contraffazione potrebbe ad esempio essere nel fatto, sempre taciuto, che proprio Wallace, coautore insieme a Darwin, una decina di anni dopo la pubblicazione riconsiderò la sua posizione e giunse alla conclusione che la specie umana non poteva essersi evoluta secondo le modalità previste dalla teoria stessa. Eloquente è al riguardo una lettera di Darwin che gli chiedeva di non “uccidere” la loro teoria, e le motivazioni erano di ordine biologico, non spirituale come si vorrebbe far pensare in ambito darwiniano.
La teoria di Darwin secondo l’articolo ci aiuterebbe infine a “comprendere meglio la realtà in cui viviamo da molti punti di vista: scientifico, filosofico, sociale“, cosa tutta da dimostrare, ma molto più realisticamente si tratta invece di una teoria che avvalendosi della qualifica di scientificità impone una lettura filosofica e sociale della società in cui viviamo, la lettura del darwinismo sociale.
Ma finiamo con l’esempio di buon giornalismo indicato in questo articolo ripreso su Pikaia, vediamo quindi cosa scrive il Guardian: “Skull of Homo erectus throws story of human evolution into disarray“, cioè “Il cranio di Homo erectus getta la storia dell’evoluzione umana nel caos“.
Seguendo un percorso serio si dovrebbe andare a fondo sull’entità dello scompiglio causato dal cranio di Dmanisi, uno scompiglio che mostra come un caso di presunta evoluzione graduale fosse invece un caso di perdita di informazione e impoverimento genico.
Un bersaglio grosso su cui puntare, invece sul portale dell’evoluzione si sceglie di fare le pulci ai titoli del giornali.
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36 commenti
Questo articolo di CS è d’ineccepibile “critica scientifica”.
L’articolo di Pikaia invece rivela:
1) freudianamente, il disagio psicologico che la nuova scoperta crea;
2) logicamente, l’inconsistenza, quando si mestano le acque per confondere ciò che il cranio di Dmanisi sembra confutare (i cespugli di fantasia) con … L.U.C.A.;
3) ideologicamente, la volontà antiscientifica di anteporre le proprie credenze ai fatti, persino ai fatti storici quando si arruola Wallace ai propri pregiudizi;
4) epistemologicamente, la solita confusione di Pievani tra scienza sperimentale e filosofia. E anche a sociologia, da oggi.
Il darwinismo di Pikaia quindi si autodefinisce come una visione “scientifica, filosofica e sociale”. Dov’è che ho già sentito queste parole? Ah sì, esattamente negli stessi termini Marx ed Engels definivano la loro concezione. Sappiamo com’è andata a finire.
Per fortuna della scienza, quella vera, ci sono al mondo anche scienziati (darwinisti e non) seri, che applicano il metodo scientifico (“la scienza progredisce scoprendo i suoi errori”), per cercare di trovare il reale, storico cammino dell’evoluzione, senza la tara di fette di lardo agli occhi.
Masiero, m’ero riproposto di non contestarla, ma è più forte di me…
Dopo quel che ha scritto a più riprese contro il darwinismo, Masiero, mi chiedo come faccia a riconoscere che possano esservi scienziati darwinisti seri… Se intendeva che la scienza progredisce scoprendo gli errori del darwinismo (o neodarwinismo), allora anche lei, fino a prova contraria ha pregiudizi notevoli, e può anche essere che la fetta di lardo sia così grande da coprire anche occhi insospettabili.
Ciò non toglie che, a livello generale, sono perfettamente d’accordo con lei: “la scienza progredisce scoprendo i suoi errori”. Legge o sente in giro un’affermazione più bella, rassicurante e pacificante di questa?
Se Lei, 1/10, avesse letto qualche mio articolo su TA si sarebbe risparmiato questo commento.
Il darwinismo è un contenitore dove c’è tutto e il suo contrario. Io uso 2 criteri per distinguere i darwinisti seri da quelli non seri. Il primo è se tirano o no conclusioni filosofiche dalle loro ricerche. Il secondo è se ritengono solo la contingenza e la selezione naturale all’origine delle specie.
Le devo specificare dove stanno i seri e dove stanno i comici?
Guardi, Masiero, un bel sofista è lei.
Mi irride, tra l’altro, con una classe che è pari alla sua cultura: interdisciplinare e immensa! Dopo avermi edotto sulle qualità negative dei darwinisti, mi dice anche le qualità dei darwinisti seri, per favore?
Resta poi il fatto, che un povero “utile idiota” come me, che sa leggere anche tra le righe qualche volta, non ha bisogno di prendere visione di tutta la sua “opera” per capire il suo pensiero di fondo, che s’è palesato anche nell’intervento citato.
Mi lasci, perciò, tutta la mia meraviglia, e mi consenta di annoverarla tra coloro che alla bisogna possono dire tutto e il contrario di tutto.
Allora Le farò, 1/10, degli esempi, come si fa con i bambini.
Greylines, che è un ricercatore che interviene spesso in questo sito e che si dichiara darwinista, non fa confusione tra scienza e religione (su questo ha rimbrottato nei giorni scorsi Odifreddi, se Lei Se n’è accorto, 1/10), né ritiene che il caso spieghi da solo l’abiogenesi e l’origine di tutte le specie. Per me è una persona seria e se Greylines vuole chiamarsi darwinista sono fatti suoi. Pensi, 1/10, che qualche giorno fa in questo sito Greylines ha detto in che cosa consiste per lui il darwinismo, e sia Pennetta che io gli abbiamo risposto che se è ciò che ha detto lui, anche noi tutti di CS siamo darwinisti! L’aveva letto, 1/10, e se non l’aveva letto, perché interviene a vanvera esponendosi alla solita brutta figura?
Un altro scienziato serio che si dichiara darwinista è mons. Facchini: anche lui non fa confusione tra scienza e religione e anche lui ritiene che il caso non spieghi tutto, il fenomeno umano per es.
Tra i darwinisti non seri, invece, metto Odifreddi e Pievani, per fare due esempi, perché confondono scienza e religione, o scienza e filosofia. E metto anche Lei, se mi consente, perché ha dichiarato qui di essere diventato darwinista per dispetto a CS (e qualche giorno dopo ha portato un’altra versione!).
Sul “darwinismo” come teoria scientifico-filosofico-sociologica il mio giudizio è invece diverso ed è totalmente negativo. Perché? perché questa “teoria” dice tutto ed il contrario di tutto, dice che la vita sulla Terra è unica e dice che ci sono i marziani dappertutto, dice che Dio esiste e che Dio non esiste, dice che l’uomo è un evento eccezionale e dice che non siamo che un tipo di scimmia, ecc., ecc.
Darwinista non è la stessa cosa che darwinismo, quindi si possono esprimere giudizi diversi a riguardo dei due concetti, senza essere sofisti. Questo è elementare in logica, 1/10. La confusione la fa lei, quando vuole parlare (perfino in logica!) di cose che non sa. E sofista è Lei quando per spiegare il Suo darwinismo porta in due giorni due spiegazioni diverse.
Su una cosa Lei è cmq maestro: a dirottare la discussione dall’argomento dell’articolo del giorno (sul cui merito mai una volta Lei interviene) ad altri temi per Lei ancora più ostici.
Prof. bisognerebbe erigerle una statua alla pazienza… 😀
Esposto molto bene sig. Masiero.
Più tempo dedico alla questione evoluzione, più perplesso rimango a proposito del darwinismo. Il darwinismo è un’idea scivolosa e proteiforme, con la quale non si può discutete seriamente: appena messa in questione da una nuova obiezione, non si difende ma scappa cambiando identità e vantando vittoria.
Mi ricordo che John Angus Campbell avvertiva che lo “intelligent design” era la premessa fondamentale nella teoria di Darwin. Sono d’accordo, e arrivo al paradosso di che l’unica parcella della teoria Darwin che posso difendere mi fa integrare il gruppo dei peggiore nemici del darwinismo.
Beh Pikaia si associa al pensiero di Doppiozero,il merito primo va a Doppiozero.
Diamo a Cesare quel che è di Cesare.
Questa è bellissima!
Quel che è giusto è giusto… 🙂
@Masiero
“Sul “darwinismo” come teoria scientifico-filosofico-sociologica il mio giudizio è invece diverso ed è
totalmente negativo.
Perché? perché questa “teoria” dice tutto ed il contrario di tutto, dice che la vita sulla Terra è unica e dice che ci sono i marziani dappertutto, dice che Dio esiste e che Dio non esiste, dice che l’uomo è un evento eccezionale e dice che non siamo che un tipo di scimmia, ecc., ecc.”
E poi a far confusione sarei io? Lei mette insieme tutta la casistica umana e pretende di identificarla con la Teoria… Non c’è bisogno di aggiungere altro.
Non e’ la casistica umana, Uno, ma la casistica darwinistica, basta che ti leggi Monod e Kaufmann cosa dicono dell vita.
Io ho un’idea pura di darwinismo: l’insieme delle discipline scientifiche che, confrontandosi e integrandosi, procedono dirette nella direzione di sempre maggiori acquisizioni che consentono di correggere il tiro. Al di là delle affermazioni e conclusioni, sempre parziali, che possono fare e tirare gli operatori coinvolti nella ricerca. Se poi qualcuno vuol fare di tutta l’erba un fascio per screditare lo stato delle ricerche non è un problema mio.
L’esempio di questo articolo è emblematico: si tira in ballo pikaia, il darwinismo italiano, e tutto il darwinismo mondiale, per la pubblicazione di un articolo scritto da un signore che dice la sua. La nuova scoperta, ha detto Masiero dopo aver letto a sua volta l’articolo incriminato, ha creato disagio… E a chi? A tutto il mondo a tutto il mondo: sì, e io mi chiamo jocondor…
1/10, la sua idea di darwinismo è quella coesistenza di principi anche incompatibili che Piattelli Palmarini identificò in una dilatazione della teoria che finisce per farla scoppiare.
Qui nessuno fa di tutt’erba un fascio, si entra nello specifico e si argomenta, se ha obiezioni sarebbe interessante che fossero su specifici punti.
E’ abbastanza divertente che lei accusi l’articolo di “tirare in ballo” Pikaia come se fossi stato io nella redazione di Pikaia a mettere l’articolo per poi poterlo criticare!
Che Pikaia rappresenti il darwinismo italiano, e si ain perfetta linea con quello internazionale,è un dato di fatto viste le collaborazioni e la rappresentatività del responsabile del sito.
Il disagio da parte darwinista (nessuno ha usato la parola mondo, controlli pure, lei quindi ha fatto dell’ironia su qualcosa che si è inventato per poi poterla criticare!)è una cosa che si percepisce dall’intervista oggetto dell’articolo precedente su CS e da questo intervento su pikaia che se la prende coi giornali su fattori di lana caprina evitando di entrare nel concreto della scoperta.
Ma le pare possibile che Pievani non sia entrato e non entrerà nel concreto di questa scoperta, nota a lui e agli addetti ai lavori dal 2005?
L’unico peccato è che non ci entrerà confrontandosi con CS, e mi piacerebbe, ma non mi può far passare che uno che rappresenta il darwinismo italiano a livello internazionale, come lei stesso è convinto, non approfondisca questa importante scoperta.
Lo farà ai più alti livelli, come in effetti lo faranno gli scienziati coinvolti nella scoperta, senza porsi il problema se potrà determinare problemi al neodarwinismo o al darwinismo sociale che è estinto da un pezzo.
Del resto, voi stessi evoluzionisti antidarwinisti, non vi avvalete delle scoperte rese note dagli scienziati nell’ambito delle ricerche multidisciplinari che fanno parte integrante della sintesi moderna?
Veramente Pievani ha già detto anche se sinteticamente quello che pensa di questa scoperta, è stato riportato nell’intervista a Cronache Laiche di cui si parla nell’arto articolo.
E comunque non è di questo che stavamo parlando, ricordo che la question era l’aver “tirato in ballo” in modo ingiustificato i riferimenti rappresentativi del darwinismo italiano.
Mi sembra poco generoso, da parte di Pikaia e Doppiozero, prendersela coi giornali: tutti i titoli in cui la stampa generalista strombazzava anelli mancanti e vita da Marte sono già stati dimenticati? Ingrati..
In realtà qui non è in gioco la Scienza, ma il modo di divulgarla. Che dovrebbe essere scevro da pressappochismi e desiderio di scoop.
Vuol dire che Pennetta ci va giù tenero coi giornali e il loro modo di divulgare concetti scientifici? Chiude un occhio giusto per Respinti, ma sappiamo perché.
No, Uno, nel caso del cranio di Dmanisi, la stampa ha scritto esattamente quello che le hanno riferito i paleontologi degli scavi (se hai letto la relazione) ed e’ stata la divulgazione di Pikaia a rovesciare la frittata. E tu adesso segui a ruota.
beh, direi allora che a questa stampa che ha scritto esattamente quello che le hanno riferito i paleontologi degli scavi dovremo levare tanto di cappello… Per una volta non occorre approfondire, sappiamo tutto dai quotidiani, per filo e per segno.
Quel brutto e cattivo di Pikaia che rovescia le frittate, poi… Ci sarà pur qualcuno lo smaschererà!
1/10, ritengo che sia più grave spararle grosse da parte di scienziati che non riportare in modo lievemente impreciso una notizia, per cui sarebbe molto più importante se un sito come Pikaia o i loro amici del cicap si dedicassero a criticare certe stupidaggini come quella che “i veri marziani siamo noi”.
Io, per vocazione del sito, non ci vado tenero con nessuno, Riguardo Marco Respinti se vogliamo uscire dalle solite generalizzazioni, che gettano sospetti e poi sorvolano lasciando spazio all’immaginazione, le chiedo di indicarmi qualche suo articolo che lei ritiene che sia da criticare e lo prenderò in considerazione.
Le cito qualcosa del Nostro, strombazzato qui su CS, come articolo promozionale, l’eco di un giornale amico di CS…
Menderl (n.d.r)… “Per caso, scoprì che il caso non esiste. Che le informazioni fondamentali della vita si trasmettono di padre in figlio secondo un andamento regolare e prevedibile; che OBBEDISCONO A UN DISEGNO INTELLIGENTE INVECE DI TURBINARE A CAPOCCHIA;”…
“i suoi incroci tra vegetali, operati mentre il mondo attorno non ne aveva la più pallida idea, INVENTARONO nientemeno che la genetica”
“La genetica è infatti il campo-base della vita… Può essere l’abisso terribile delle sperimentazioni disumane, ma è sempre più bello pensarla come l’ambito dove l’uomo può essere prossimo all’uomo, curando malattie turpi, debellando sin dal principio virus E ALTRE SCHIFEZZE SIMILI…”
Tutto normale per lei? Direi che basta, per non infierire.
Certamente il modo di comunicare di Respinti è colorito, sulle espressioni da lui impiegate e da lei qui riportate potrei certamente fare delle battute del tipo di quelle che riservai alla simpatica Beatrice Mautino del CICAP.
Va detto che Respinti non è un puro divulgatore scientifico, si interessa di scienze come uno dei vari argomenti che tocca (basta leggere la Bussola Quotidiana per constatarlo), per cui accolgo l’osservazione che non si esprima secondo i canoni della divulgazione scientifica classica ma forse neanche lo vuole.
L’unica cosa sulla quale dissento chiaramente e dichiaro per fugare ogni dubbio (ma non è una novità né tanto meno una sorpresa per nessuno) è la sua considerazione sulla teoria del disegno intelligente che non considero scienza sperimentale.
Del resto anche con l’amico Fratus su questo non siamo d’accordo, ma ciò non mi impedisce di apprezzare e condividere tutti gli altri argomenti sulla parte analitica del neodarwinismo sui quali concordiamo in pieno.
@Pennetta,
se lei mi contrabatte: “Il disagio da parte darwinista (nessuno ha usato la parola mondo, controlli pure, lei quindi ha fatto dell’ironia su qualcosa che si è inventato per poi poterla criticare!)è una cosa che si percepisce dall’intervista oggetto dell’articolo precedente su CS e da questo intervento su pikaia che se la prende coi giornali su fattori di lana caprina EVITANDO DI ENTRARE NEL MERITO DELLA SCOPERTA.”
io le ho semplicemente precisato che non è così.
Riguardo all’averlo tirato in ballo, mi sembrava chiaro, ma evidentemente non lo è, che l’ha tirato in ballo su una questione, anche lei ci casca qualche volta vero?, di pura lana caprina, quasi cashmire.
Guardi che lei ha scritto:
” E a chi? A tutto il mondo a tutto il mondo: sì, e io mi chiamo jocondor…”
Che allora devo prendere come una battuta, che però veramente con quella ripetizione di “a tutto il mondo” dava l’impressione di essere una critica specifica, direi che il suo è stato quantomeno un errore di comunicazione.
Non concordo poi sull’aver tirato in ballo Pikaia su una questione secondaria, il problema infatti è proprio che sono loro ad occuparsi di questioni secondarie evitando quelle scomode.
Infatti a me non importa granché dei presunti errori nei titoli dei giornali, quello che noto è una specie di sviamento del discorso su temi marginali evitando quelli importanti.
Chiaro che era un battuta, per enfatizzare all’eccesso quello che ho recepito come un’esagerazione…
Io mi chiedo, piuttosto, se non siano proprio i titoli stile scoop a banalizzare la valenza della scoperta… Ben venga allora la tiratina d’orecchi ai giornalisti superficialoni, in attesa di porre l’accento sulla vera questione in modo serio.
Le ribadisco che, a naso e buonsenso, Pievani ci tornerà sopra, dio se ci tornerà. E come potrebbe farne a meno?
Adesso una domanda:
ipotizziamo che davvero tutte le presunte specie di Homo si rivelino una bufalata e che davvero gli Homo finora battezzati siano varianti della stessa specie; se ne dedurrebbe che non ci sono cari estinti, che non ci sono stati cespugli con rami morti, che noi Homo sapiens altro non siamo che il risultato evolutivo di un unico genere e specie di ominidi che erano i nostri papà e mamma.
Bene: cosa cambierebbe per la teoria dell’evoluzione portata in palmo di mano dalla sintesi moderna?
E in ogni caso, non saremmo pur sempre figli anche di un altro genere e specie precedenti?
1/10, lei mi fa pensare che io scriva inutilmente.
Su tutte queste cose avevo già detto nel primo articolo di tre giorni fa.
Bene, allora aspetto che ci torni sopra, non chiedo di meglio…
No, Pennetta, lei non scrive inutilmente, anzi…
Non sono riuscito, nella semplificazione eccessiva, a rendere quel che intendevo con quelle domande, che la prego di non reputare sciocche:
ovvero, se la teoria neodarwinista crolla adesso per questa fondamentale scoperta, prima cosa c’era di diverso che la teneva ancora in vita? E se anche prima, per voi stava crollando o era crollata, cosa aggiunge di nuovo questa scoperta da farvi dire: “Ecco, l’avevamo detto”?
Non so ho reso l’idea…
So che Masiero, probabilmente come anche lei, stima i darwinisti seri, pur denigrando il neodarwinismo… Ebbene, pongo un’ulteriore domanda: cosa c’è di serio nei neodarwinisti seri che anche voi potete accogliere come fondamento scientifico? E se, come invece sospetto, non vi è nulla da accogliere, come possono essere stimati come seri? Solo per capire meglio.
Cosa teneva ancora in vita la teoria neodarwinista?
L’illusione di poter mostrare dei casi di evoluzione graduale per accumulo di mutazioni.
Adesso invece viene sempre più corroborata l’ipotesi opposta, che cioè le mutazioni casuali producano solo microevoluzione e che la selezione naturale ha il solo effetto di eliminare gli individui difettosi (il ruolo che le aveva assegnato Blyth da cui Darwin la riprese).
I meccanismi proposti dalla Sintesi Moderna e i suoi aggiornamenti portano solo ad una differenziazione come quella che avviene nella produzione di razze canine, come mostrato nel precedente articolo.
L’evoluzione non è graduale, della cosa si era già accorto Gould, ma si è cercato di metterci la classica “pezza” per salvare il neodarwinismo dicendo che è graduale in brevi intervalli di tempo.
Adesso che si sono eliminati una serie di “gradini” che permettevano con grande sforzo di definire graduale l’evoluzione umana, una onesta critica dovrebbe ammettere che siamo di fronte ad un salto inspiegabile secondo l’attuale teoria.
In poche parole: i meccanismi proposti dalla teoria neodarwiniana portano alla produzione di varietà (come le razze di cani) ottenute per selezione, o all’estinzione di quelle varietà ottenute con un grande impoverimento genetico, non all’evoluzione.
Quindi la teoria neodarwiniana spiega i casi di estinzione e impoverimento genetico e non spiega quelli di evoluzione.
Non mi sembra poco.
Grazie per la risposta.
“Quindi la teoria neodarwiniana spiega i casi di estinzione e impoverimento genetico e non spiega quelli di evoluzione.”
Spero che nessuno le voglia innalzare monumenti per la pazienza dimostratami, e soprattutto la ringrazio per i toni rispettosi, anche se dal suo punto di vista sono magari una crapa dura. E’ anche in questo modo che si conquista la stima o, al modo contrario, la disistima di colui con cui si discute o ci si confronta, siapure su piani di cultura e preparazione tanto diversi. Il rispetto viene prima di ogni altra cosa. Su questo sono molto fermo. Perciò tanto di cappello prima all’uomo Enzo Pennetta, poi al prof. Pennetta.
Dunque un notevole ridimensionamento delle velleità scientifiche della teoria…
Da uomo onesto, che vorrebbe sempre anteporre la verità alle proprie pregiudiziali, mi aspetto che questo emerga al più presto. Per essere onesti intellettualmente, culturalmente, scientificamente… Mi pare necessario e, soprattutto, giusto.
Se ciò non avvenisse, mi verrà spontaneo chiedermi il perché; e in quel caso non mi basterà la teoria del complotto che vuole ancora imporre un certo modo di vedere le cose secondo il darwinismo sociale… Perdiana, ci sono state le rivoluzioni del nordafrica che hanno ribaltato regimi e convinzioni culturali radicatissime, volete dirmi che in questo campo, quello della scienza in ricerca, le cose non faranno inevitabilmente il loro giusto corso?
Sono convinto che la Scienza sarà la prima garante di se stessa, altrimenti di che Scienza si tratterebbe?
Caro 1/10, grazie davvero per le parole di apprezzamento nei miei confronti ma le assicuro che la disponibilità a rispondere, almeno per quel che mi riguarda, dipende molto dalla percezione dell’atteggiamento dell’interlocutore.
E in lei io vedo un sincero desiderio di saperne di più, e anche se a volte si ritorna più volte sullo stesso concetto non ravviso un’intenzione provocatoria in questo. E allora si può anche rispondere più volte sullo stesso punto, del resto nella giornata di un insegnante questa è la normalità, sapesse quante volte in una classe si deve tornare sullo stesso argomento.
Riguardo a quello che potrebbe succedere dopo aver scoperto che l’evoluzione umana non ha seguito i canoni del neodarwinismo non mi aspetto nulla di particolare.
Il fatto è che la teoria ha comunque nel fattore “caso” una specie di ammortizzatore in grado di assorbire tutte le difficoltà, dove il creazionismo ha un Dio tappabuchi il neodarwinismo ha un caso tappabuchi.
Ma non voglio fare pronostici, aspettiamo ancora un po’ poi verificheremo e discuteremo insieme su quello che verrà detto in proposito.
Che alla fine sarà la vera scienza ad affermarsi lo penso anch’io, solo non so quanto ci vorrà.
Al riguardo ripropongo una frase veramente pessimista di M. Piattelli Palmarini:
Bene,
anzi speriamo bene, nel senso che, al di là degli opposti schieramenti, alla fine prevalgano rispetto dell’altro, ricerca del vero, voglia di impegnarsi in questo da parte di tutti. E mi creda, non sono solo buone intenzioni le mie, ma vero desiderio che sia così, il che mi renderebbe felicissimo.
Intanto, grazie a CS, pur nel confronto duro e talvolta poco ortodosso, mettendoci tanto (poco) del mio, ma sempre con il cuore, mi sto appassionando all’evoluzione umana, anche per merito delle ultime scoperte che danno il senso pieno che il filone delle ricerche va avanti (ed è sotto gli occhi di tutti, nulla si può nascondere).
Sono sicuro che anche uno come Telmo Pievani su Pikaia non mancherà di dire la sua, e spero a beneficio della verità.
Ancora grazie e alla prossima.
Buona sera Proff. Pennetta, leggendo la frase che Lei ha postato relativa a M.Piattelli Palmarini sono rimasto scioccato, questo perché ho preso coscienza che in realtà parte della scienza manipola la “verità ” a proprio piacimento e faccio fatica a pensare che , sia tutto frutto di un marcato narcisismo di codesti uomini . In merito a questo le vorrei chiedere e in modo secco : cosa ci guadagnano questi pseudo scienziati ? Non si continua con questo atteggiamento ad allontanarsi sempre di più dalla verità ? Buona sera.
Buonasera Emanuele,
a domanda secca le rispondo in modo secco: ci si guadagna la possibilità di fare carriera.
Buona sera anche a lei.