Un test “creazionista”. Così a certe testate piacerebbe che fosse la critica al darwinismo.
Continua su diversi siti di divulgazione scientifica una distorta esposizione dei fatti riguardo il darwinismo.
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Non dubitando delle capacità degli autori emerge una consapevole deformazione dei fatti attuata per perpetuare la vulgata del pericolo creazionista.
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Siamo alle solite, ancora una volta su dei siti di divulgazione scientifica, caratterizzati da una particolare attenzione alle tematiche dell’evoluzione, è comparso un articolo che dipinge una visione parziale e deformata della critica alla teoria neodarwiniana. Il riferimento è all’articolo intitolato “Le nuove strade del creazionismo” pubblicato sul sito Scientificast a firma di Anna Rita Longo e ripreso dall’immancabile Pikaia:
Sotto il termine creazionismo è riunito un complesso eterogeneo di dottrine, che hanno in comune il fatto di rifiutare la teoria dell’evoluzione delle specie e ritenere, invece, che la biodiversità abbia avuto origine da un principio creatore dotato di intelligenza, che ha progettato gli esseri viventi nella loro estrema varietà….
Nell’ambito cattolico, invece, soprattutto a partire dal Concilio Vaticano II, si è registrato un sempre più diffuso consenso nei riguardi della teoria dell’evoluzione, di pari passo con l’accettazione della cosmologia del big bang, anche se si sottolinea – non senza una certa forzatura – come l’avvio del processo evolutivo non sia dovuto al caso ma all’azione della divinità trascendente.
L’autrice sembra non avere le idee molto chiare, prima afferma che il “creazionismo” è credere che la vita sia opera di un principio creatore, poi afferma che in ambito cattolico si è registrato un consenso nei riguardi della “teoria dell’evoluzione”, di pari passo con la teoria del big bang. Quanta confusione!
Se davvero fosse come dice, come potrebbe esserci un consenso cattolico ad una teoria che contrasta con la possibilità di un principio creatore?
E infatti le cose stanno diversamente, il creazionismo nega la spiegazione scientifica dell’evoluzione, mentre la posizione cattolica afferma che l’evoluzione non è in contrasto con la creazione perché la scienza e la religione si occupano di aspetti differenti del reale, infatti la scienza si occupa dei “come” e la religione dei “perché”
E quindi quando si parla di “forzatura” nel mettere insieme evoluzione e creazione si evidenzia solo di non aver capito l’argomento di cui si parla.
Un altro errore è quello di fare credere che la teoria del big bang sia una difficoltà per il pensiero religioso, cosa che si può affermare solo nascondendo che fu formulata dal sacerdote George Lemaitre e che Pio XXII ebbe a dire al riguardo:
(la scienza) ha seguito il corso e la direzione degli sviluppi cosmici, e come ne ha intravisto il termine fatale, così ha additato il loro inizio in un tempo di circa 5 miliardi di anni fa, confermando con la concretezza propria delle prove fisiche, la contingenza dell’universo e la fondata deduzione che verso quell’epoca il cosmo sia uscito dalle mani del Creatore.
Discorso del 22 novembre 1951
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Volendo fare vera informazione si deve dire che la teoria del big bang è nata in ambito cattolico e che nel 1951 il Papa ci vedeva una conferma al racconto della Genesi. E si dovrebbe anche far notare che il Papa accoglieva la teoria del big bang nel 1951, cioè 13 anni prima che venisse scoperta la radiazione cosmica di fondo a conferma della teoria stessa. E per la precisione bisogna anche aggiungere che l’astronomo ateo Fred Hoyle coniò il termine “big bang” in derisione della teoria di Lemaitre che era da questi stata denominata “teoria dell’atomo primordiale“.
E allora, di quale forzatura si parla? Il big bang è uno dei più grandi frutti della scienza in ambito cattolico.
L’articolo prosegue poi affermando che:
Il rifiuto della teoria dell’evoluzione permane, però, anche nel mondo cattolico, nell’ambito di movimenti particolarmente conservatori.
Non a caso nel corso dell’ultimo “Meeting per l’amicizia fra i popoli” di Comunione e Liberazione si è levato un grido di giubilo perché sembrava che l’antropologo Ian Tattersall avesse avallato una posizione antievoluzionista, mentre, in realtà, era stato semplicemente vittima di un tendenzioso fraintendimento.
Questo passaggio mostra come un altro errore che si continua a perpetuare sia quello relativo alla confusione (volontaria?) tra i termini “evoluzione” e “darwinismo“, una confusione che ha come risultato quello di far credere ai lettori che chi critica la spiegazione neodarwiniana dell’evoluzione stia negando l’evoluzione tout court. E per mostrare queste posizioni particolarmente “conservatrici” quale sarebbe l’episodio prova?
La prova del pericolo creazionista sarebbe la polemica seguita alle affermazioni di Ian Tattersall al Meeting di Rimini, una polemica nata proprio in replica a quanto scritto qui su CS, infatti nell’articolo apparso su Scientificast viene effettuato un link a quanto scritto al riguardo da Beatrice Mautino su Query.
E’ veramente incredibile come si faccia riferimento a Critica Scientifica senza nominarla, anche Scientificast evidentemente segue gli ordini di partito. E così, sempre senza nominare CS, l’articolo si avvia verso la conclusione indicando quale siano i soggetti più pericolosi:
Ma l’antievoluzionismo di matrice prettamente religiosa (o forse dovremmo dire più scopertamente religioso?) appare forse meno pericoloso di quello che si traveste di scienza.
Negli ultimi anni si è, infatti, assistito alla proliferazione di pubblicazioni e siti web che affermano di criticare la teoria neodarwinista su basi scientifiche, ma caratterizzati, in realtà, da una deprecabile autoreferenzialità e, di conseguenza, da nessuna argomentazione probante sottoposta a peer-review.
Purtroppo, però, agli occhi dei non addetti ai lavori, le loro argomentazioni critiche (si tratta della tipica “strategia del cuneo“) possono apparire credibili perché simulano, senza averne il rigore, il modo di procedere della scienza.
E dal momento che per comprendere le ragioni della scienza bisogna sobbarcarsi la fatica di studiare, mentre la pseudoscienza ne è la versione sensazionalistica e semplificata, queste argomentazioni, infondate ma di facile presa sul lettore comune, si vanno diffondendo attraverso le maglie della rete, esplodendo nei social network, nei forum, nelle community e creando, di conseguenza, un crescente movimento di opinione infondato quanto pericoloso.
Finalmente viene delineato l’identikit del sito pericoloso, quello che legge le peer-review analizzandone criticamente i contenuti. Per Scientificast i contenuti delle peer-review vanno presi in modo acritico.
La scienza per Scientificast è dettata dagli “ipse dixit”, guai a criticare sulla base di anni di studio, conoscenze certificate e uso della ragione.
Chi critica è un pericoloso eretico, va evitato e con lui non si deve parlare. Anzi non se ne deve neanche pronunciare il nome.
Questa situazione l’aveva prevista poco più di un secolo fa il grande Chesterton nel suo libro che si intitolava infatti “Eretici”.
Oggi quel libro è realtà, e noi siamo gli eretici.
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“Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate.”
G. K. Chesterton
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17 commenti
Sembra che tutto lo scritto, caratterizzato da un taglio eminentemente giornalistico, faccia da corollario all’inciso, riportato verso la fine, che copio/incollo di seguito: “Ma l’antievoluzionismo di matrice prettamente religiosa (o forse dovremmo dire più scopertamente religioso?) appare forse meno pericoloso di quello che si traveste di scienza. Negli ultimi anni si è, infatti, assistito alla proliferazione di pubblicazioni e siti web che affermano di criticare la teoria neodarwinista su basi scientifiche, ma caratterizzati, in realtà, da una deprecabile autoreferenzialità e, di conseguenza, da nessuna argomentazione probante sottoposta a peer-review.”
Lo si direbbe un articolo congegnato su misura per CS, articolo in cui, dopo aver citato i Testimoni di Geova, Harun Yhaya, Tattersaal, de Mattei, Comunione e Liberazione, il “Concilio Vaticano II”, il cardinale Schonborn – rigorosamente senza entrare nel merito delle questioni trattate -, il nocciolo della questione sembra concretizzarsi nel riferimento a quella “proliferazione di pubblicazionI e sitI web” (il risalto alla “i” del plurale finale è mio: qualI ? io ne conosco solo uno; se l’autrice, fra i tanti nomi fatti in precedenza, avesse indicato i siti di cui parla, i riferimenti del suo articolo sarebbero stati più chiari) “che affermaNO di criticare la teoria neodarwinista su basi scientifiche” – “affermano” ? fumus di pseudoscienza ? –
L’autoreferenzialità, di cui si parla subito dopo, contraddice la proliferazione esposta poco prima, in quanto, se per autoreferenzialità si intendono i richiami a quanto già riportato in CS, ciò è un chiara evidenza del fatto che altrove non è possibile trovare non già gli argomenti in quanto tali (essi fanno parte della conoscenza scientifica comune – o almeno lo spero, anche se su questo nutro personalmente qualche dubbio -), ma gli accostamenti che fra questi viene fatto.
“E dal momento che per comprendere le ragioni della scienza bisogna sobbarcarsi la fatica di studiare, mentre la pseudoscienza ne è la versione sensazionalistica e semplificata, queste argomentazioni, infondate ma di facile presa sul lettore comune, si vanno diffondendo attraverso le maglie della rete, esplodendo nei social network, nei forum, nelle community e creando, di conseguenza, un crescente movimento di opinione infondato quanto pericoloso.”
Se si tratta di argomentazioni infondate, niente di più facile che entrare nel merito e dissolvere una volta per tutte loro e quel movimento di opinione, infondato quanto pericoloso, che creano.
Ed in un battito di ciglia, tanto più che “infondato” è ripetuto due volte in sole tre righe.
https://twitter.com/ARitaLongo
Certamente si tratta di un articolo rivolto a CS, lo prova il link a Query che a sua volta rimanda a noi.
Aggiungo che l’autrice cade nel paradosso di dire:
“E dal momento che per comprendere le ragioni della scienza bisogna sobbarcarsi la fatica di studiare, mentre la pseudoscienza ne è la versione sensazionalistica e semplificata, queste argomentazioni, infondate ma di facile presa sul lettore comune, si vanno diffondendo attraverso le maglie della rete, esplodendo nei social network, nei forum, nelle community e creando, di conseguenza, un crescente movimento di opinione infondato quanto pericoloso.”
Con quest’affermazione in pratica lei scredita se stessa, infatti se per “comprendere le ragioni della scienza bisogna sobbarcarsi la fatica di studiare”, lei stessa che è insegnante di lettere non avrebbe dovuto scrivere un articolo sulle ragioni della scienza, cioè su qualcosa che non ha studiato.
Il fatto, Enzo, che l’autrice dell’articolo sia un’insegnante di lettere e non di scienze, se puo’ giustificare le scemenze che scrive di fisica e biologia, aggrava la responsabilita’ dei suoi errori in epistemologia e … sintassi.
Che, per andare incontro ai suggerimenti di Pievani, non sia da segnalarla per un’ispezione del Ministero?! 😉
Che facciamo segnaliamo?
Perché un’ insegnante di lettere fa la divulgatrice scientifica?
E perché muove critiche a chi ha formazione scientifica che lei non ha?
E perché un’insegante di lettere fa errori gravi per un’insegnante di lettere?
Misteri..
Se i darwinisti hanno come argomenti quelli del calibro confusionale (logico, filosofico e scientifico, e perfino grammaticale) di questa signora, sono alla frutta.
Allora sono alla frutta.
Se l’articolo fosse apparso solo su Scientificast avremmo potuto pensare che si trattava dell’opinione della singola autrice, il fatto di vederlo su Pikaia ci dice invece che si tratta di considerazioni diffuse tra i darwinisti.
La novità rispetto a prima è che adesso c’è qualcuno che mostra agli altri l’inconsistenza di questi ragionamenti.
Perché, prof.Pennetta, non fate una bella “lettera aperta” (firmata da professori autorevoli del vostro giro) indirizzata al presidente della Sibe (prof. Maurizio Casiraghi), da divulgare poi nella rete. Se i rappresentanti della scienza ufficiale non vengono da voi andate voi da loro (come vi aveva suggerito anche il prof. Pievani).
Non restate ghettizzati nel vostro CS (qui passa il messaggio dell’autocommiserazione, del piangersi addosso), uscite dalla cerchia ristretta di questa finestra (anche se in realtà, ne sono certissimo, è seguita quotidianamente dagli addetti ai lavori), e scrivete un vostro “manifesto” composto magari da 3 domande chiave alle quali chiedete risposta e da una secca condanna del creazionismo.
Sarebbe un modo intelligente per uscire dallo stallo, per cercare di “stanare” coloro che ritenete i responsabili della mistificazione evoluzionistica. Una volta iniziato il dialogo, se i toni saranno quelli giusti non potrà che proseguire. Che ne dice?
Per esempio, per tagliare subito la testa al toro, potreste scrivere sulla “lettera aperta” e magari anche in apertura sul sito il motto:
“L’EVOLUZIONISMO E’ UN FATTO,IL CREAZIONISMO NO”
Con un premessa del genere, sfido ancora qualcuno a scambiarvi per creazionisti, le pare?
Scusa l’OT, ma sei lo stesso Giuseppe fisico che scrive su UCCR?
No.
Grazie, scusa 😉 .
La confusione è grandissima,ma abbiamo sempre precisato,noi come molti altri,anche ‘crezionisti puri’ (come suole dire Fratus)come Michele Georgiev o S.Bertolini.Non mancano anche articoli e commenti su CS a riguardo:
Un piccolo esempio
http://www.enzopennetta.it/2013/04/il-falso-dilemma-tra-evoluzione-e-creazione/
L”evoluzionismo” Giuseppe non è poi messo in discussione neanche da quelli,i creazionisti più amati dai neodarwinisti,che vorrebbero creare una creation-science(vedi answerin genesis)per esempio.Cosa che per esempio Michele Georgiev avesse sottolineato essere non-sense.
Infatti con ‘evoluzionismo’ si legge che si deve intendere :
L’insieme delle teorie scientifiche che ammettono la graduale mutazione delle specie viventi da forme primitive e rudimentali verso forme più complesse
Il fatto per chiunque sull’evoluzionismo è che sia un insieme vuoto al momento.
In verità neanche esiste un’ipotesi scientifica intorno all’argomento, ma si procede col vecchio obsoleto fallace paradigma.
Ricorderai anche Giuseppe:
http://www.enzopennetta.it/2013/04/il-rischio-del-ridicolo#comment-12450
e seguenti…
Poi,detto ciò, fra i creazionisti,quelli stile ‘Answer in Genesis”(quelle della creation science da cui prende le distanze anche Georgiev) negheranno la possibilità di individuare una simile teoria ,che quindi non esisterà etc etc..
Altri avranno posizioni più o meno variegate,avranno loro interpretazioni(rivedibili non nei basamenti ma nel contorno) riguardo la storia naturale che derivano dalla loro fede.Però sanno bene cosa sia una teoria scientifica,il campo della scienza galileiana e non negano a priori la possibilità di una teoria scientifica dell’evoluzione(nel senso di trasformazione graduale da una specie ad un’altra differente),ma non essendovi al momento fanno loro considerazioni.
Ma sono cose Giuseppe che son ben visibili ovunque,chi vuole comprenderle può farlo in facilità,il punto(saresti veramente ingenuo se pensassi diversamente)è che preferiscono scrivere,dire certe cose,perchè gli fa comodo così..
Si può fare qualsivoglia lettera aperta tanto poi certi commenti,certi articoli compariranno ugualmente,non cambia nulla…
P.S.
Fra l’altro la 5 è sbagliata..
” E DIO disse: «Ecco io vi do ogni erba che fa seme sulla superficie di tutta la terra e ogni albero che abbia frutti portatori di seme; questo vi servirà di nutrimento. E a ogni animale della terra, a ogni uccello dei cieli e a tutto ciò che si muove sulla terra ed ha in sé un soffio di vita, io do ogni erba verde per nutrimento». E così fu. Allora DIO vide tutto ciò che aveva fatto, ed ecco, era molto buono. Così fu sera, poi fu mattina: il sesto giorno.”
😀
Hai perfettamente ragione Giuseppe, ci si era anche pensato in precedenza, poi c’è sempre qualcosa di più immediato da fare.
Si tratta di mettercisi un attimo e fare questa lettera aperta, però la faremo, prometto.
Ringrazio per la segnalazione della ripetizione, che vedrò di eliminare. A tal riguardo, vorrei sottolineare che una svista stilistica (che non intendo nascondere o negare: non ho mai pensato di essere infallibile) non è un’anomalia sintattica o un errore morfologico.
Cordiali saluti.
Buonasera e benvenuta Anna Rita Longo,
innanzitutto voglio dirle che apprezzo molto il suo essersi messa in gioco intervenendo su questa pagina.
Non entro nella questione della ripetizione, che è certamente più che secondaria, ma visto che lei è qui le chiedo se vuole aggiungere qualcosa a quanto detto nel suo articolo o replicare alle osservazioni che sono state da me o da altri fatte al riguardo.
Ricambio i cordiali saluti
Sono d’accordo, signora, che la Sua svista letterariamente è stata solo “stilistica”. Usando il termine sintassi ho fatto quello che si fa in information technology (dove non si distingue tra grammatica, sintassi, ecc.) ed ogni errore, anche di ridondanza, è chiamato “sintattico”.