In un’intervista pubblicata su la Stampa il fisico Elio Sindoni si pronuncia chiaramente scettico sullapossibilità che esistano altre forme di vita avanzate nell’universo. Resta qualche apertura verso l’idea della “panspermia“, cioè verso quella teoriaa che ipotizza l’origine della vita in altre regioni dell’universo, che riesce solo a spostare “sotto il tappeto” il problema dell’origine della vita che le attuali teorie non riescono proprio a spiegare.
Una sbavatura è anche presente nel passaggio in cui l’intervistatore afferma:
“Batteri a parte, l’eccezionalità della nostra specie viene spiegata con il «Principio antropico», che enfatizza «la mostruosa serie di accidentalità» – come scrisse Fred Hoyle – che conducono alla nostra esistenza. E’ la pietra tombale per qualsiasi ET?
«Le evidenze su cui si fonda il “Principio”, elaborato da molti grandi studiosi, da Brandon Carter a John Barrow, sono dati di fatto. Non c’è – come sospetta qualcuno – alcun sottofondo religioso».
E’ uno dei rari casi in cui scienza e religione non litigano.
«E’ così».
Qui purtroppo si manifesta il pregiudizio del conflitto tra fede e scienza, un pregiudizio duro a morire.
Al riguardo domani sarà affrontato lo stesso argomento analizzando un articolo pubblicato sulla rivista “Storica” del National Geographic.
Fatte queste dovute precisazioni l’articolo ha l’indiscutibile merito di interrompere una lunga serie di notizie in cui la pressenza degli extraterrestri veniva data qusi per certa, notizie alle quali recentemente aveva dato il suo rievante contributo anche uno scienziato del calibro di Stephen Hawking.