Si è aperta oggi la Conferenza Rio + 20.
Pochi i leader e incerti i risultati, le premesse sono però chiare: chi è sottosviluppato resti tale. Per il suo bene ovviamente.
E mentre si addita nella CO2 l’immaginario nuovo nemico dell’umanità, si tace sulle conseguenze della scoperta di immensi giacimenti petroliferi.
Non se ne è parlato molto sui media, ma il summit sullo sviluppo sostenibile del pianeta che inizia oggi a Rio avrà in ogni caso delle ripercussioni sulla vita di miliardi di persone. Per avere un’idea sintetica di come stanno le cose basta ad esempio leggere il sintetico comunicato dell’AGI (Agenzia Giornalistica Italia) dal titolo RIO+20: al via il summit ‘verde’, pochi leader e intesa difficile.
Nel comunicato si trovano riassunte le posizioni dei paesi industrializzati e quelle de paesi poveri:
Oggi i tecnici dei diversi paesi, da giorni gia’ nella capitale brasiliana, si sono riuniti per analizzare il testo che dovra’ essere approvato entro venerdi’ e dal titolo “Il futuro che vogliamo”. L’intesa non appare facile: l’Europa si lamenta di non aver ottenuto impegni abbastanza stringenti dai paesi in via di sviluppo.
Come si legge esiste una divergenza tra Europa (e quel che in genere si riassume come “Occidente”) da una parte e paesi in via di sviluppo dall’altra, sugli impegni da prendere. Ma cosa vuole in sintesi il mondo industrializzato dai paesi in via di sviluppo?
La risposta è in poche ma significative righe:
…l’Europa propone un processo di transizione che porti verso un economia verde nei Paesi in via di sviluppo.
L’Europa vuole che i paesi in via di sviluppo utilizzino l’economia verde.
L’Europa vuole in pratica che i paesi in via di sviluppo non si sviluppino mai!
Sappiamo benissimo che l’economia verde non è sufficiente a soddisfare le necessità, e che non è neanche economica (vedi i generosi incentivi statali senza i quali non sarebbe redditizia), come possiamo pensare che essa possa andare bene per dei paesi poveri? Scartata l’ipotesi che qualcuno possa non capire questo, non resta che l’ipocrisia.
Ma poiché si parla di sviluppo sostenibile, dobbiamo segnalare che esiste una notizia che non troviamo citata mentre dovrebbe essere invece al centro del dibattito: la scoperta del più grande giacimento di petrolio del pianeta, ma dire grande non basta.
In realtà un nuovo enorme giacimento era già stato individuato anni fa ma solo recentemente è stato avviato lo sfruttamento negli USA, stiamo parlando del Bakken, uno dei più grandi del mondo, come riferito da Forbes: Tycoon Says North Dakota Oil Field Will Yield 24 Billion Barrels, Among World’s Biggest.
Ma non abbiamo fatto a tempo a comprendere l’enormità del giacimento di Bakken che dobbiamo confrontarci con una scoperta incredibilmente più grande: in Siberia è stato scoperto il giacimento Bazhenov, ben 80 volte più grande del gigantesco Bakken. Sempre riferito da Forbes: Meet The Oil Shale Eighty Times Bigger Than The Bakken. La notizia è stata ripresa da Climate Monitor in un interessante articolo intitolato Breaking news: Hubbert affoga nel petrolio!
E proprio in questi giorni il presidente dell’ Unione Petrolifera, Pasquale De Vita, ha dichiarato che la green economy non potrà che restare marginale almeno fino al 2035, così riferisce il Corriere della Sera in Sorpresa, il petrolio è un bene “rinnovabile”. Certamente sono da approfondire le conseguenze ambientali dello sfruttamento di questi giacimenti e bisogna tenere conto del fatto che le dichiarazioni di De Vita vengono da una parte interessata, ma ignorare per questo motivo l’argomento sarebbe davvero scorretto.
Alla luce di tutto questo, come si può pretendere che i paesi in via di sviluppo rinuncino all’energia del petrolio in nome di una “maccartiana” caccia al nemico rappresentato dalle fonti energetiche che liberano CO2?
Non è moralmente accettabile che per evitare l’emissione di CO2, negli ospedali del Terzo mondo si debba scegliere tra il dare la corrente alle lampadine o al frigorifero con i medicinali (fatto realmente accaduto).
Staremo a vedere quali saranno le conclusioni del summit, ma due cose sono già è certe:
1-Gli abitanti del terzo mondo non devono ostinarsi a nascere.
2-Gli abitanti del terzo mondo non avranno il petrolio.
29 commenti
Prof cosa pensa dell’ecologia ?
Saró sintetico: ecologia sì, ecologismo no…
Ho capito, la ringrazio per la risposta. ‘Notte prof
Aggiungerei:
3- se i cattolici si ostinano a dire la Verita’ potrebbero fare la stessa fine.
Altra cosa:
non e’ che qualcuno, non molto continente, in verita’, ci avesse visto lungo, proponendo accordi economici con la Russia di Zar Putin? Chissa’ che queste notizie non se le siano scambiate in anteprima, qualche anno fa, visto che queste cose si annunciano solo a cose gia’ moooolto fatte?
Cosa ci sarebbe di diverso poi dal commerciare con lo Zar Putin, che fa ammazzare (dicono) i giornalisti scomodi, con il commerciare con l’Arabia Saudita dove anche una croce al collo di un turista puo’ costare una lama ben affilata al posto della collana? O con il Venezuela del dittatore Chavez che fa chiudere direttamente le Tv ostili?
Quello che e’ sicuro, e’ che l’anticomunista per eccellenza, in Italia, aveva piu’ nemici a Washington che a Mosca…
E per questo che e’ stato fatto fuori.
Toh… guarda un po’ cosa viene fuori…
http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1042077/Quando-Silvio-minaccio-i-tedeschi—-Porto-l-Italia-fuori-dall-euro-.html
Caro Piero, sai bene che alcune persecuzioni sono necessarie per il progresso dell’umanità…
comunque la Siberia è un territorio immenso, praticamente intatto, dalle risorse ancora tutte da scoprire. Salterà fuori di tutto da là sotto, è una cosa che si sa da decenni. Bisognerà vedere come riusciremo ad adattarci alle dure condizioni climatiche.
Nessun problema.
Non c’e’ il riscaldamento globale?
Staremo “da Dio” !!! 😀
‘The day after tomorrow” come no?
È giusto rispettare l’ambiente, è ingiusto rispettare l’inutile,a danno dell’uomo.
Piero bisogna vedere che accadrà a livello politico, che scelte si percorrono.
era una battuta, se non si era capito…
😀
Ironia su Ironia!! 🙂
Vi segnao un interessante opuscolo di Limes, una raccolta di articoli e analisi dal titolo “Russia Sovrana”, è molto interessante.
Io credo che la Russia debba diventare qualcosa di più che una semplice partner commerciale, conviene a noi e conviene a loro.
Mi suona molto strano dire questo, io che sono stato tirato su con un’impostazione anticomunista rigidissima e che avevo identificato la Russia come il nemico e l’America come il fratellone buono.
Oggi vedo ancora l’America come un fratellone, anzi come un Grande Fratello (in senso Orwelliano),
Questo pomeriggio discutevo della cosa con un amico e abbiamo convenuto che l’America persegue il proprio disegno egemonico ma mentre fino alla convertibilità oro del dollaro possedeva un potere economico monopolizzante, al giorno d’oggi le resta solo l’esercito, brutta cosa.
Eh sì, il nostro incontinente ex premier l’aveva vista giusta per quanto riguarda la Russia, ma è stato fatto cadere e non è un caso, rientra perfettamente nel domino iniziato con la rivoluzione arancione in Ukraina, la guerra di Georgia, le proteste in Russia, ed ora la guerra civile in Siria.
Chi appoggia la Russia muore, perchè la Russia è l’unico giocatore non uniformato e quindi deve essere abbattuta (adesso che non c’è più l’alcolizzato che svendeva il paese).
La strada giusta era quella della transazione lenta di Gorbachov, ma dopo che l’anno defenestrato per dare tutto in mano al fantoccio Eltzin, Putin ha salvato il paese.
Non sarà un campione di democrazia, ma almeno dice pane pane e vino al vino, e poi, con che coraggio questa Europa e questa America pretendono di mettersi in cattedra a fare i maestri di democrazia?
Che dire, l’analisi non è “politically correct”… ma è corretta!
Il politically corect mi fa venire l’orticaria 🙂
Hehe…o sigh sigh..mah..
Con la “China’s African Policy” del 2006 man mano sembrava che il futuro dell’Africa anzichè essere nero fosse li li a diventare giallo..
E’ stata sancita,così, una stretta “cooperazione” a lunga scadenza ,fondata su appalti a molti zeri,molti zeri,per costruzione di infrastrutture e contratti energetici…morale della favola la Cina importa dall’Africa più di un quarto(e va crescendo)del petrolio che “deve” importare per il proprio fabbisogno..
La RpC si è insinuata in un giro petrolio-armi che vedeva già coinvolti USA e Francia…e così Ciad e Sudan,per esempio esportano petrolio,in considerevoli quantoità.La popolazione cosa guadagna?Morte e miseria.
Poi l’Onu interviene per scortare profughi in campi d’accoglienza,profughi che senza tutto questo sistema neanche ci sarebbero…
Costa d’Avorio ,Ciad,Sudan etc.. vengono depredati di ogni ricchezza e restano comunque senza servizi sociali di base, quelli sanitari, scolastici…si ritrovano ancora oggi sotto uno sfruttamento (neo)coloniale inaccettabile, ed un sistema di scambio economico equo ed onesto e una politica per lo sviluppo di certi Paesi è men che mai qualcosa all’orizzonte…
E’ evidente che fa comodo mantenere la situazione così.
Però ,tuttavia,almeno per quanto ho avuto modo di vedere, Enzo devo dire che comunque anche senza il petrolio ci sono possibilità economicamente valide e ad impatto minimo che potrebbero man mano favorire uno sviluppo di suddetti paesi(anche di quelli dell’America Latina)e aprire mercati etc..
Per esempio l’applicazione ed ottimizzazione di impianti solari termici a circolazione naturale per il riscaldamento di acqua calda sanitaria,la formazione di piccole attività imprenditoriali sostenibili con il coinvolgimento delle istituzioni locali (municipalità, organizzazioni sanitarie, scuole),sistemi di irrigazione localizzata, per le gestione dei vari piccoli orti nei vari villaggi e l’applicazione di un solare sostenuto e ‘povero’ per l’ampliamento e la massimizzazione del rendimento di serre,l’installazione di un numero esiguo di pannelli fotovoltaici grantirebbero l’illuminazione a diversi villaggi..la formazione delle popolazione locale su alcuni aspetti igienico-sanitari primari e sullo sviluppo endogeno di tecnologie appropriate per le comunità,circa una collaborazione fra villaggi al fine di ampliare sempre più reti economiche.
Insomma creare presupposti per partire verso un progresso verso uno “sviluppo”.Ma questo è per lo più tutto a livello di volontari ed alcune associazioni..Con molti fondi,invece, che sembrano riversari in presunti aiuti umanitari,si va a mantenere la situazione così com’è e si vanno ad alimentare i problemi come detto prima circa Cina etc..
Se si volesse veramente aiutare quei Paesi si procederebbe finanziando e promuovendo quelle attività e quei progetti,anche come investimento su futuri mercati etc…
Ma evidentemente non è quello l’interesse.Va bene creare un presunto problema legato ad un sovraffollamento ed a una popolazione che “poverina” non può fare niente etc..Paesi che in tempi remoti hanno visto fiorire importanti civiltà ora non riescono a costrursi neanche un pozzo?Ma a chi la danno a bere?America Latina e Africa in primis ,ma non solo sembra proiprio si voglia stiano così e si faccia di tutto per approfittarne,altro che aiuti ed emergenze…
In Siberia chi ci va ad estrarre?Arriveranno Cinesi anche la…
Sarà il caso di andare a fare un corso di Mandarino vah…
D’accordissimo su tutto Leonetto, ottima l’analisi sul neocolonialismo, però prima di poter sviluppare i sistemi alternativi, che possono essere integrativi, si deve procedere alla realizzazione di centrali elettriche.
Senza questo passo quei progetti diventano solo dei miraggi.
Si..beh,da quanto ho potuto vedere direttamente ed indirettamente in effetti direi che,sicuramente,si possono fare ,e si fanno,e si progetta, cercando di farli a breve tempo,diversi interventi ‘ingegneristici’ e medici volti a risolvere problemi immediati specialmente volti a migliorare la situazione sanitaria e l’agricoltura locale in primis e a garantire un minimo di supporto energetico a villaggi.Però giustamente Enzo sa i cos’è?Viene la sensazione che sia come fare un castello di sabbia nel bagnasciuga..alla prima onda cade tutto.Ed allora si ritorna,si riparte intervenendo nuovamente dove già si era intervenuto e così via…
Perchè già anche solo l’acqua,considerando che ‘noi’ “costiamo” circa 16 litri d’acqua al giorno,in Africa in molte regioni non dispongono neanche della metà..
ONG e Governi hanno risolto qualcosa come l’1% di questo problema,per esempio,e basta.
Questo influisce sull’agricoltura sulla quale vanno ad influire alcune caratteristiche climatiche alle quali con sistemi arretrati(molto) non si può sopperire.
La maggior parte dei progetti mirerebbe intanto,per lo meno a risolvere i problemi primari suddetti,poi per l’intanto “industrialmente” e non vadano anche avanti a legna e carbone ,ma per il resto visto che si può intervenire e formare lo vedo appropriato,anche se è sudata al cosa e non solo per il caldo…
Certo i sistemi motorizzati a diesel e non danno un rendimento molto maggiore e nel caso dell’acqua la portata è molto maggiore se li si paragona a quelli solari.Però,se l’alternativa è avere 0,laddove si va ad avere 10 non è così male…
I sistemi solari, una volta installati, non necessitano di manutenzione giornaliera, settimanale, né
mensile. Il loro funzionamento e’ garantito a buone percentuali anche dopo diversi anni,almeno una 15ina-20ina,dalla costruzione.
La pompa sommersa,per esempio,non richiede manutenzione e si può prudenzialmente ipotizzare una sua sostituzione dopo 7-10 anni, pur essendo concepita per lavorare anche per più a lungo. I sistemi solari si mettono in moto automaticamente al primo sole e vanno in posizione di riposo automaticamente la sera.Si prevede anche a qualche batteria d’accumulo e già la realtà di villaggi cambia radicalmente.L’investimento richiesto inizialmente, certo, è più gravoso e i tempi sono più lenti,ma considerando l’interesse e i fondi è già un miracolo ciò che si fa e si cerca di fare.
Poi..giustamente però.. dopo un primo ,diciamo così, livello,non si può andare avanti,serve sicuramente un maggior apporto,che non possono dare ne certe associazioni ne tanto meno volontari..ne la popolazoione autoctona..in questo momento almeno se prima “non parta”.
Si possono mettere “a posto” villaggi,però poi per sollevare e stabilizzare il Paese serve di più,almeno per ora sicuramente.
Sicuramente dopo la prima fase di avviamento e formazione se arrivasse quella diciamo di “intervento” potrebbe prendere il via quella di sviluppo.
Mi sembra che non siamo molto lontani nelle vedute.
Il fotovoltaico per risolvere situazioni locali in breve tempo e interventi strutturali come centrali e strade nel lungo periodo, ma da quel che sembra non si muove nulla di serio in nessuna delle due direzioni, e il motivo l’hai chiaramente esposto prima, si chiama neocolonialismo.
Un modo ingegnoso per fingere di aiutare e fare invece i propri interessi.
Ma attenzione, le stesse politiche distruttive che il FMI e la World Bank hanno usato per decenni verso il Terzo mondo adesso sono state applicate alla Grecia: dove si vuole arrivare?
Prof Pennetta ciò si chiama “Globalizzazione” costituitasi con l’ingresso della Cina nel 2001 al WTO sostanzialmente, perché prima era un’economia a trazione occidentale (principalmente americana, mentre oggi imperversa il caos e non l:ordine)
Le vecchie tradizionali politiche del FMI sono infatti divenute insufficienti da quando la Cina ha iniziato a portare avanti i suoi progetti in Africa, così è nata l’AFRICOM nel 2008 http://it.wikipedia.org/wiki/AFRICOM
Anche il recente intervento NATO in Libia sembra avere avuto tra gli scopi anche quello di estromettere la Cina da un’area di influenza che non le apparteneva storicamente.
“Un modo ingegnoso per fingere di aiutare e fare invece i propri interessi.”
Una definizione sintetica ed efficace che esprime con chiarezza ciò che è.
Vedo che la musica non cambia. Da Kyoto in poi, tutte le politiche anti- riscaldamento globale sono a scapito dei paesi in via di sviluppo, condannati a rimanere perennemente “in via”. Tra l’altro, non c’è alcuna prova che stiamo andando verso il riscaldamento globale, anzi casomai sarà il contrario, e che esso dipenda dalla CO2. In compenso, con le quote di CO2 sono stati fatti dei bei pacchetti che si possono piazzare sui mercati finanziari. E questo danneggia ulteriormente quei paesi, però fa felice il mondo della finanza! A che gioco stanno giocando gli ecologisti? Leonetto ha dato un ottimo consiglio: imparare il mandarino.
La Cina, approfittando della crisi economica, ha messo piede pure in Italia: ha già acquistato ben nove porti.
La notizia però viene accuratamente censurata da tutti i media.
Marco
Io ho collezionato tutte le 36 uscite del corso di cinese De Agostini! Quando sarà necessario comincerò a sfogliarle.
comincia da stasera.
E’ un consiglio.
😉
porca miseria.
36 fascicoli per il cinese.
Quanti sono i kanji? 36.000!
#beep# che compressione! 1000 simboli a fascicolo!
Quando per il francese e lo spagnolo ne facevano 108.
Si vede che alla De Agostini hanno avuto qualche soffiata e si sono affrettati!.
Sdrammatizziamo:
😀
http://www.youtube.com/watch?v=lgViBDymS-I
http://www.youtube.com/watch?v=xySwX-X8tVA
Puoi sempre provare cosi’, se non altro e’piu’ piacevole:
http://www.liberoquotidiano.it/news/esteri/1042907/Il-cinese–Si-impara-con-l-aiuto-delle-sexy-prof.html
Scusate se vado fuori tema ma ho appena trovato questa chicca che la dice lunga sul modo di fare informazione degli ecologisti. Viene commentato un articolo apparso sulla prestigiosa “Nature”http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1776960&codiciTestate=1&sez=hgiornali&testo=&titolo=Nature%20difenda%20tutti,%20se%20vuole:%20caffè,%20elefanti,%20soia%20e%20cattolici
Marco
Bellissimo articolo, soprattutto il finale “se vuole farsi paladina delle biodiversità (molto bene!), le difenda però tutte, con lo stesso impegno: caffè-elefanti-soia-salcicce-cattolici.”!!!