“La lezione del Club di Roma”, si intitola l’articolo apparso il 1°marzo sul quotidiano La Repubblica in occasione del 40° anniversario della pubblicazione del libro “The Limits to growth”.
Ma più che il 1° marzo sembra che sia il 1° aprile: in un articolo dal taglio decisamente propagandistico si sfiora infatti il ridicolo.
“Non so quali congiunzioni astrali benedirono l’umanità in quel periodo: nel girodi pochi anni il mondo ebbe regali come …Limits to Growth che ad oggi è stato tradotto in 27 lingue e havenduto 12 milioni di copie…”
Addirittura le congiunzioni astrali vengono scomodate dal laicissimo quotidiano “La Repubblica” per spiegare il “regalo” della pubblicazione del libro “I limiti alla crescita” nel 1972.
Per chi non lo conoscesse, si tratta di uno studio finalizzato a dimostrare che il vero problema dell’umanità non è altro che l’umanità stessa, e che quindi la soluzione a tutti problemi economici e ambientali è la riduzione del numero degli abitanti del pianeta.
Ma questo l’aveva già detto Thomas R. Malthus alla fine del ‘700! Obietterà qualcuno.
E avrebbe ragione, il Club di Roma nacque a metà degli anni ’60 per far rinascere il malthusianesimo dalle ceneri in cui era stato ridotto da oltre un secolo e mezzo di fallimenti.
Il malthusianesmo aveva portato nell’Inghilterra dell’800 le idee sull’abolizione delle leggi di sostegno ai poveri, della negazione dell’assistenza sanitaria, e alla nascita delle politiche abortiste nei circoli “illuminati”. E proprio di persone “illuminate” doveva trattarsi, come Aurelio Peccei, il fondatore del Club di Roma:
Peccei era un illuminato dirigente Fiat, e in seguito Olivetti, classe 1908, che aveva ricevuto alla nascita gli straordinari doni della curiosità e della buona disposizione verso l’umanità.
Che in un certo senso Peccei fosse un “illuminato” potremmo forse prenderlo come un clamoroso scoop, ma che dalla nascita avesse addirittura una “buona disposizione versol’umanità” ci fa iniziare a pensare che su La Repubblica abbiano confuso il 1° marzo con il 1° aprile!
Nel caso in cui i lettori di Repubblica non conoscano Peccei, gli forniamo subito una “perla” del “Peccei pensiero” che farà riflettere sulle sue “buone disposizioni” e su quanto affermato nell’articolo:
Un altro comportamento aberrante della nostra speciela rende gravemente colpevole davanti al tribunale della vita. Si tratta della sua proliferazione esponenziale, che non si può che definire cancerosa.
A. Peccei, Cento pagine per l’avvenire – Mondadori, 1981
E così, preso cotanta “buona disposizione verso l’umanità”, Peccei si avviò ad elaborare uno studio per eliminarne una buona parte.
Ma su La Repubblica, non soddisfatti di aver descritto Peccei come uno ben disposto verso l’umanità, rilanciano magnificando i contenuti del libro “I limiti alla crescita”:
… il Club di Roma ragionava sul futuro del mondo, aveva una prospettiva di almeno 100 anni». Ebbene, quaranta di quegli «almeno 100 anni» sono passati e le cose sono andate esattamente come Peccei e gli altri avevano descritto.
Peccato che, contrariamente a quanto affermato, le cose non siano proprio andate come Peccei aveva descritto, la situazione da lui prospettata era molto più drammatica, nel 1969 venivano dati all’umanità solo 10 anni per prendere provvedimenti, tanto che l’allora segretario dell’ONU, U Thant, nello scrivere la prefazione usò le seguenti parole:
Non vorrei dare l’impressione di drammatizzare, ma posso solo concludere dalle informazioni di cui posso disporre come segretario generale, che ai membri delle Nazioni Unite sono rimasti forse dieci anni per accantonare le loro antiche questioni e avviare una partnership per frenare la corsa agli armamenti, per migliorare lo sviluppo umano, per sfidare l’esplosione della popolazione, e per fornire il necessario slancio per gli sforzi di sviluppo. Se una simile partnership globale non sarà forgiata entro il prossimo decennio, allora io sono molto preoccupato che i problemi che ho menzionato avranno raggiunto per noi delle tali vertiginose proporzioni da essere fuori della nostra capacità di controllo.
U THANT, 1969
La realtà è che la previsione malthusiana del Club di Roma fu un fallimento, come lo era stato il malthusianesimo originale di fine settecento: a 40 anni dalla sua pubblicazione la previsione di una bomba demografica si è rivelata errata. Al contrario, l’occidente è in crisi di calo demografico, e la fame nel mondo è dovuta solo alla speculazione finanziaria, non alla mancanza di alimenti.
Ma ciononostante alla fine dell’articolo di Repubblica, dopo aver fatto passare lo studio del Club di Roma come un semplice volumetto contro lo sfruttamento eccessivo delle risorse, viene fatta una proposta:
Ecco allora la mia proposta, pertutti i politici di oggi, e in particolare per quelli del nostro Paese: usiamo questo anniversario per rendere merito a quelle intelligenze e a quelle capacità di prospettiva. Rileggiamo quel volumetto, facciamolo entrare in tutte lescuole, riapriamo una stagione distudio e dibattito su quelle tesi, portiamole avanti, se riusciamo, di qualche passo. E soprattutto,variamo politiche che ne accolgano le istanze.
Non siamo d’accordo, quel “volumetto” è un pessimo esempio di scienza e un pessimo programma sociale.
Direi di non portarlo nelle nostre scuole, hanno già abbastanza problemi.
14 commenti
Bellissimo articolo.
Se ricordo bene, il libro conteneva anche previsioni sui tempi in cui si sarebbero esaurite numerose risorse minerarie: previsioni tutte smentite, almeno fino ad oggi. Sembrava che gli autori ignorassero che l’uomo sa trovare nuove risorse e modi più efficienti di sfruttare quelle conosciute, cioè che sa adattarsi.
Confermo, ricordi bene!
Dài, le congiunzioni astrali saranno state calcolate usando gli affidabili oroscopi del “Venerdì di Repubblica”… :;
Scherzi a parte, devo dire che un po’ di brividi questa volta me li hai dati, Enzo!
Michele, diamo a Cesare quel che è di Cesare, il merito è tutto di Repubblica…
Ma l’autore è Carlo Petrini bioeticista dell’ISS?
Cosa…? Un collega di Alessandro giuliani?!
Sul sito ISS, tra i mille incarichi leggo:
Dal 2002: Docente al Master in Scienze Ambientali, prima presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolororum e dal 2006 presso l’Università Europea di Roma
Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
Nomina dal Presidente della Pontificia Academia Pro Vita:
– Dal 2011: Membro corrispondente della Pontificia Accademia per la Vita
Siamo sicuri che sia la stessa persona?
P.S.
Grazie a Carlo per la preziosa segnalazione di questo articolo.
Non lo so ..chiedevo..
Quello ha ottenuto il Premio Internazionale Peccei per il libro “Bioetica, ambiente, rischio”.
Potrebbe essere, ma io non lo so,appunto per questo domandavo..
Domanda legittima e anche interessante, chissà se Alessandro ne sa qualcosa.
Vi rispondo da Lecce, dove sto ad un convegno scientifico..
Conosco Carlo Petrini ed è un gran bravo ragazzo che ha anche scritto cose molto negative sulla deep ecology..non credo sia lui, sinceramente non ce lo vedo a scrivere su Repubblica, magari può essere il Carlo Petrini patron di slow food e molto molto più accorsato e coerente con il Repubblica-pensiero…
Ma mi avete messo la pulce nell’orecchio, lunedi’ quando torno all’ISS glilo chiedo, caro Enzo noi invece ci vediamo dopodomani
Mi sembra plausibile la tua ipotesi, restiamo con la curiosità ancora qualche giorno.
Lecce mi piace tantissimo, ce li passerei anche io un paio di giorni ad un convegno!
Mi accontenterò di Trastevere… a dopodomani!
A scanso di equivoci…
La domada sull’identità era stata posta in virtù del fatto che,qualora fosse stata la stessa persona,sarebbe stato qualcosa di un po’ inaspettato e un po’ di sorpresa…ma a questo punto sicuramente non sarà la stessa persona..e se posso abbandonarmi ad un commento “meno male”.
Dicono sempre “Dovremmo essere 700 milioni!”
Pero’ ci si mettono sempre LORO in quel 700 milioni! 😉
Certamente!
Se non pensassero questo avrebbero già cominciato ad autoridursi i consumi e anche come numero per dare il buon esempio…