Così inizia la spiegazione che R. Dawkins fornisce dell’intervista di cui abbiamo parlato nel precedente articolo su CS: Richard Dawkins non sa indicare un solo caso di evoluzione…
Richard Dawkins continua a non indicare un solo caso di evoluzione avvenuta “sotto i nostri occhi”.
Il dibattito aperto sul sito UCCR ha portato nuove informazioni che aggravano i silenzi dell’intervista.
Il motivo del silenzio di Richard Dawkins davanti alla domanda: “Ci può fare un esempio di una mutazione genetica o di un processo evolutivo in cui si possa vedere un incremento di informazioni nel genoma?” posta dall’intervistatore sarebbe dunque da individuare nell’irritazione di essersi accorto di avere a che fare con dei “creazionisti”.
Visto che nella domanda si parla di “informazione”, la prima informazione che si può ricavare dalle prime righe dell’articolo pubblicato da Dawkins sul sito Australian Skeptics, è che il noto scienziato evoluzionista non si vuole confrontare con chi la pensa diversamente da lui. La cosa del resto sembra far parte di un modus operandi diffuso in ambito darwinista, solo pochi giorni fa anche noi segnalavamo questa tendenza a fare come se le critiche, e gli autori delle stesse, non esistessero, vedi CS-“Damnatio memoriae” evoluzionista.
Ma anche accettando questa discutibile motivazione mi permetto di fare alcune osservazioni sulla reazione di Dawkins alla domanda in cui si chiedeva di indicare anche un solo caso verificato di evoluzione con incremento di “informazioni nel genoma”. Premetto che si tratta in questo caso di osservazioni non scientifiche ma solo basate sull’ormai lunga esperienza nell’insegnamento.
L’espressione di Dawkins alla domanda non è, come lui dice di sorpresa e irritazione, somiglia molto invece a quell’espressione che ho visto molte volte ad esempio quando gli studenti all’esame di Stato non sapendo rispondere cercano nell’aria, a bocca socchiusa, come se la risposta dovesse essere lì da qualche parte, come si può verificare dal fotogramma riportato di seguito:
Poi volta la testa, si morde il labbro inferiore… chissà se altri docenti riconosceranno le stesse espressioni.
Ma queste, ripeto, sono solo impressioni soggettive.
Quel che invece è significativo nella risposta dello scienziato inglese è quanto egli afferma nel lungo articolo riguardo al rapporto tra informazione ed evoluzione, con particolare riferimento al seguente passaggio:
“Un errore genetico casuale (mutazione), la ricombinazione sessuale e il rimescolamento migratorio,tutti provvedono un ampio campo di variazione genetica:le possibili alternative.
Una mutazione non è un incremento nel contenuto di vera informazione, piuttosto il contrario, nell’analogia di Shannon, contribuisce ad aumentare la precedente incertezza.
Ma veniamo alla selezione naturale che riduce la “precedente incertezza” e quindi, nel senso di Shannon, conferisce informazione al pool genico”.
Innanzitutto usando la definizione di Shannon, possiamo escludere definitivamente la speciazione per poliploidia dai casi di evoluzione, infatti la ripetizione effettuata più volte della stessa parola non costituisce incremento d’informazione, come ad es. nella frase da lui riportata “Rover è un cane barboncino“, il termine “cane” non aumenta l’informazione della frase perché è già contenuto in “barboncino“. Nel caso della poliploidia la frase dovrebbe diventare “Rex è un cane cane barboncino“.
In secondo luogo, sempre secondo la definizione di Shannon, la comparsa di una nuova alternativa, aumentando i casi possibili per un determinato carattere, diminuisce l’informazione. Ma leggendo l’articolo si può verificare che è solo questa l’eventualità che Dawkins tratta, di fatto egli non prende neanche in considerazione l’ipotesi che compaia un nuovo carattere. La comparsa di un nuovo carattere inserirebbe invece vera informazione, come ad es. in “Rover è un cane barboncino nero“.
Tornando quindi alla domanda dell’intervista “Ci può fare un esempio di una mutazione genetica o di un processo evolutivo in cui si possa vedere un incremento di informazioni nel genoma?”, possiamo affermare che era dunque una domanda del tutto lecita.
E che tale domanda fosse posta in maniera “creazionista” o meno non doveva avere alcuna importanza: se Dawkins avesse conosciuto un caso da citare avrebbe dovuto farlo.
Il suo lungo intervento su Australian Skeptics, non fa dunque che confermare quello che già si era capito nell’intervista: Richard Dawkins non può menzionare un solo caso di processo evolutivo (avvenuto “sotto i nostri occhi”) in cui si possa vedere un incremento di informazioni nel genoma.
18 commenti
scusi Prof Pennetta,
credo manchi il link al dibattito sull’UCCR..non è che si potrebbe mettere?
Sarei molto curioso di scoprire come si riconosce chi fa una domanda dalla domanda…cioè da essa stabilire se è un creazionista evoluzionista,kleiniano,transumanista,raheliano,cattolico,ateo,agnostico etc..forse si può stabilire anche il colore degli occhi,il numero di scarpe,il CAP del comune di residenza,il titolo conseguito…sembra una barzelletta,mi immagino un ‘intervistatore:”profezor Dawkinz,cvi davanti a Dio,potrebbe fare ezempio di una qvalche mutazionen ghenetica o di uno processo ivolutivo in cvui si possa vedere uno incremento di informazzione in genoma,in qvesti 6000 anni in cvui siamo qui?”
Io dinnanzi a certe difese rimango basito…
E se adesso gli studenti si rifiutassero di rispondermi perché ritengono a loro parere che io faccia delle domande “creazioniste”?
E in tal caso, sulla base di questa motivazione, dovrei ritenerli giustificati?
Mi sa che qui nasce un problema, va a finire che toccherà ricorrere al TAR…
P.S.
Il link è stato sistemato
E allora da dove vengono i fossili dell’Homo sapiens? Certo che l’evoluzione c’è stata!
Certo che c’è stata!
Ma Tiziano, lei evidentemente non ha letto l’ultima parte dell’articolo dove si specifica a cosa ci si riferisse:
Richard Dawkins non può menzionare un solo caso di processo evolutivo (avvenuto “sotto i nostri occhi”) in cui si possa vedere un incremento di informazioni nel genoma
..lei evidentemente non ha letto l’ultima parte dell’articolo dove si specifica a cosa ci si riferisse:
Richard Dawkins non può menzionare un solo caso di processo evolutivo (avvenuto “sotto i nostri occhi”) in cui si possa vedere un incremento di informazioni nel genoma
Questo comunque lo sottoscrivo
Tiziano si riveda il concetto di microevoluzione e macroevoluzione,si legga le considerazioni fatte per esempio in questo blog,comprenda il concetto di ibridazione,selezione naturale mutazione specie ed analizzi ciò che dice il neo-darwinismo e alla luce di ciò visioni anche i dati fossili.
Lei può forse vedere una macroevoluzione,nell’uomo o in qualsiasi altro essere vivente,guardando quei fossili?o piuttosto sembrerebbe proprio di vedere che da un “protouomo” chiamiamolo così si sia generata la biodiversità umana,così come dal arcaico lupo grigio quella ‘canina’?
Si vedano anche gli studi sul KMer 1470 che da una sbagliata ricostruzione iniziale venne erroneamente classificato,alle considerazioni sul neanderthal,Floresensis,erectus,cro magnon,habilis,etc..
Dall’homo si va ad aun altro homo non c’è nessun passaggio visibile da un non-homo ad un homo.
Il passo è del tutto ipotetico e interpretativo alla luce della scienza.Se così non fosse vi sarebbe una qualche prova che lo spiegherebbe, vi sarebbe anche uno straccio di risposta a quella domanda a cui il proff.Dawkins non risponde…
Comunque,ora ho detto il tutto fin troppo sinteticamente,però ecco l’importante è comprendere il concetto,perchè dalla sua affermazione non mi sembra ‘estremamente’ preparato sull’argomento o quanto meno non le sono chiari alcuni concetti alla base per poter comprendere a fondo cosa dica il neodarwinismo,cosa sia provato cosa no,quali siano i problemi,se e quali siano i limiti di applicabilità etc etc..
Liquidare così cnon vuol dire nulla mi scusi..
Professor Pennetta-Leonetto:Io credo che i fossili preistorici siano le forme intermedie tra l’uomo e la scimmia, perciò il darwinismo è realtà, anche se da geologo ammetto di non essere preparato su questi argomenti!
…anche se da geologo…
Parente di Riccardo?
Guardi Tiziano che i fossili, anche se non quelli di ominidi, erano già presenti al tempo di Lamarck e Cuvier che fecero le loro teorie mentre C. Darwin non era ancora nato.
Come potrebbero dunque essere i fossili la prova dell’evoluzione secondo “caso e necessità”?
Se poi ritiene che siano le forme intermedie evidentemente non ha presente i grafici che li rappresentano.
Vada su questa pagina:
http://www.paleontologiaumana.it/cespuglio%20evolutivo.htm
Toverà due grafici, il primo ha delle linee tratteggiate che danno l’impressione delle forme intermedie, il secondo mostra come stanno in realtà le cose.
Dove sono le forme intermedie?
Il secondo grafico è molto ben esplicativo,credevo fra l’altro,ma forse no,linkato n qualche mio commento in altra discussione,comunque si nota fra le altre cose il distacco fra l’H.Habilis/rudolfensis dagli altri homo ossia visto che i nuovi fossili di Homo habilis portati alla luce da Tim White nel 1986, definiti OH 62,
rivelarono che l’Homo habilis possedeva braccia lunghe e gambe corte, proprio come le scimmie contemporanee. Questo fossile pose fine all’asserzione che l’Homo habilis fosse un bipede in grado di procedere in posizione eretta. Le dettagliate analisi condotte dall’antropologa americana Holly Smith nel 1994 rivelarono
che l’Homo habilis non era un “homo”, ma bensì una “scimmia australopitecina”,infatti leggiamo:
“Circoscrivendo l’analisi dei fossili a quei campioni che soddisfino tali criteri, i modelli di sviluppo dentale di australopithecinae gracili e di Homo Habilis rimangono classificati come scimmie africane. Quelli dell’Homo erectus e di
Neanderthal sono classificati come umani.”
[Fred Spoor, Bernard Wood e Frans Zonneveld, tutti specialisti di anatomia, giunsero alla stessa conclusione seppure con un metodo del tutto differente.]
Riguardo all’errata ricostruzione del KNMER 1470 il paleoantropologo evoluzionista J.E. C ronin scrive in riferimento a questa questione:
“… la sua faccia costruita in modo relativamente robusto, il clivus nasoalveolare piuttosto piatto (che ricalca il volto degli Australopithecinae), la
scarsa ampiezza massima del cranio (presso le zone temporali), i forti canini e i larghi molari (come indicato dalle radici rimaste) sono tutti caratteri
relativamente primitivi che imparentanol’esemplare con i membri del taxon A. africanus”
E tante altre cose…l’uomo è senza dubbio uno degli esempi più eclatanti di come non ci sia stata gradualità e di come non vi siano fossili a sostegno di tali pretese non scientifiche,e di sicuro non è affatto prova di nessuna mutazione,anzi fra l’altro è da metà anni 50 che proprio circa l’uomo si è potuto constatare che le stesse razze non esistessero…
(senza parlare delle “cattive” rappresentazioni dei vari ‘ominidi’)
Ma la ricerca di forme transitorie da un qualche teropode a un uccello non sono certo più fruttuose..anzi hanno avuto veri e propri buchi nell’acqua,lo stimato ornitologo Feduccia(evoluzionista) ha espresso il suo dissenso all’accanimento dei vari paleontologi &Co alla ricerca “della sacra lucertola piumata Maya” mostrando come qusto abbia portato anche al fiorire di vere e proprie “fabbriche” che producono falsi fossili come fu il caso dell’Archeoraptor..
Questa magari qualcuno non la conosce:
http://www.focus.it/natura-e-ambiente/animali/Lo_scimpanze_e_un_uomo_o_il_contrario_C12.aspx
http://www.indiana.edu/~ensiweb/lessons/homin.ch.html
Secondo le regole moderne filogenetiche dovrebbero essere praticamente come dello stesso genere bonobo,chimps e umani…
Mi pare che in qualche stato dehgli USA siano state fatte leggi circa tale cosa che pongono gli scimpanzè sopra gli altri animali come diritti..ora non ritrovo la notizia…
Ad ognoi modo Tiziano prova a comprendere cosa sia da intendere in realtà con i vari concetti e cosa mostrino in effetti i dati che si hanno,poi valuta cosa sostiene il neo darwinismo..io non credo che potrai continuare a dire che esso sia una “realtà”…
@Professor Pennetta: A differenza di me lei è molto ben preparato su queste cose, perciò le voglio chiedere: com’è possibile che il nostro DNA sia così simile alla scimmia? Non abbiamo per forza un antenato comune se possediamo persino la stessa emoglobina? Non sono critiche, sono solo domande.
se e’ per questo, abbiamo molto in comune anche con le banane.
Che il nostro DNA sia simile a questo e quest’altro non significa pressocche’ nulla.
Ho chiesto al professor Pennetta e gli faccio anche un’altra domanda: come mai l’80% degli scienziati al mondo crede nell’evoluzione se è una teoria sbagliata?
Un altro che cade dalle nuvole? Quanti ancora ne troveremo?
@Tiziano
chiarisco ancora una volta che la mia posizione non è di contestazione al fatto che nella storia della terra si siano succedute diverse specie con un incremento di complessità (ciò che possiamo definire evoluzione), ma obietto che tale fatto sia spiegabile col meccanismo neodarwiniano per “caso e necessità”.
Che dunque il DNA di diverse specie mostri una somiglianza (perché soffermarsi su quella tra il DNA umano e quello della scimmia? E che dire del fatto che ne abbiamo la metà in comune col lombrico?)non è un elemento che rientra nella mia contestazione che, ripeto, è sul “meccanismo” con cui le specie si evolvono.
Nell’80% di studiosi che accettano l’evoluzione (come fatto) metta dunque anche il sottoscritto, non sono però tra quelli che credono all’onnipotenza del caso, cosa che ritengo più fideistica della fede in una qualsiasi religione.
Riguardo poi al perché la teoria neo-darwiniana si è così affermata nonostante il suoi limiti, non lo posso spiegare in poche righe essendomi state necessarie 216 pagine di libro per farlo.
Va bene professore, leggerò il suo libro e le farò sapere cosa ne penso!
Comunque mi fa piacere trovare uno scienziato che difende la sua fede con argomentazioni razionali e questo lo dico sinceramente, peccato che lo stesso non possa dirsi di altri!
La saluto cordialmente,
Tiziano.
Gentile Tiziano,
le sue considerazioni mi ripagano dell’impegno e delle ore di lavoro che comporta un’iniziativa come questa.
Mi permetta di aggiungere che sono altrettanto rari gli interlocutori che esprimono idee contrarie con la sua pacatezza.
Se leggerà il libro sarò qui per approfondimenti o chiarimenti.
Ricambio i saluti
Enzo Pennetta
Non è la natura che si evolve. È Dio che sviluppa la sua idea in tutti i dettagli.
Paul Claudel
(tratto dalla Bussola quotidiana)