Il 6 agosto 2011 sul quotidiano Avvenire è stato pubblicato un editoriale di M.A. Iannaccone sul libro “Inchiesta sul darwinismo”, nei giorni seguenti sul web sono comparsi dei commenti al riguardo, in particolare voglio soffermarmi su quelli pubblicati dal sito dell’UAAR e su quello del Prof. Formenti, del Dipartimento di Biologia Animale dell’Università degli Studi di Pavia, “Attacchi all’evoluzionismo”.
Innanzitutto devo premettere che in entrambi i casi si tratta di siti che sostengono posizioni contrarie alle mie e che non usano mezzi termini per contestare quanto non trovano condivisibile, ma si tratta di siti dei quali, per quel che mi riguarda, non posso che constatare, e conseguentemente apprezzare, un’equilibrata esposizione delle idee e, in generale, la mancanza di attacchi “ad personam”.
Cominciamo da quanto apparso sul sito dell’UAAR, nella pagina dedicata all’articolo apparso su Avvenire si può leggere un breve riassunto redatto da Raffaele Carcano. L’esposizione è asciutta e non si lascia andare a commenti, quello che però va fatto notare è che nell’articolo sembra che sia Iannaccone a fare certe affermazioni che invece sono contenute nel libro, andrebbe quindi precisato che non è verso l’autore dell’articolo che vanno eventualmente indirizzate le critiche, ma verso l’autore del libro.
Confesso che non ho letto tutti i commenti all’articolo (che al momento in cui scrivo sono arrivati a 98), ma da quello che ho potuto vedere in molti casi, si finisce proprio per fare confusione e attribuire a Iannaccone quanto invece è opera del sottoscritto.
Sul sito dell’UAAR i commenti, come dicevo, sono per lo più entro i limiti della normale dialettica, anche se a volte un po’ accesa e spesso va oltre il confine dello “sfottimento”, ma entro certi limiti fa parte del gioco e si può accettare anche quello.
Prendo spunto dall’ultimo intervento inserito al momento in cui scrivo per qualche altra considerazione:
ateo scrive:
Miei cari amici credenti, vedo che ai seri argomenti scientifici riuscite solo ad opporre chiacchiere senza alcun costrutto, se non proprio offese, di grazia, mi dite quale è l’alternativa al darwinismo?, alternativa, però, che non racconti miti e favole. Definite “bigotti scientifici” coloro che usano la ragione al posto delle favole, proprio voi che affrermate, tra le altre fanfaluche teologiche, che in un dischetto di farina secca c’è la reale presenza corporea, reale eh! lo dite voi!, di un tizio ebreo vissuto forse circa 2000 anni fa. Ma prendete la gente per deficienti cronici?
Ad “ateo” vorrei dire quanto segue:
– Quando obietti dicendo: di grazia, mi dite quale è l’alternativa al darwinismo? Ti rispondo che per indicare che una strada è sbagliata non è necessario mostrare quella giusta. In poche parole, se so che una certa strada si interrompe senza arrivare dove sono diretto, ho già gli elementi per dire che non è la strada giusta. Non sarebbe corretto affermare che tale strada va bene solo perché al momento non ne intravedo altre (si noti che non penso proprio a miti e favole e ad alternative creazioniste). Anzi, posso aggiungere che finché non si riconosce di essere su una strada sbagliata non si può iniziare nemmeno a cercare quella giusta.
– Affermi poi: Definite “bigotti scientifici” coloro che usano la ragione al posto delle favole.
Chiariamo bene che nessuno definisce “bigotti scientifici” coloro che usano la ragione al posto delle favole, il termine “bigotto” usato nell’articolo mi sembra indicare semmai coloro che ritenendo di fondare i propri giudizi sulla ragione, rifiutano di vedere i casi in cui è proprio la ragione a mettere in discussione le loro affermazioni.
– Infine riguardo al punto in cui affermi: proprio voi che affermate, tra le altre fanfaluche teologiche, che in un dischetto di farina secca c’è la reale presenza corporea, reale eh! lo dite voi!, di un tizio ebreo vissuto forse circa 2000 anni fa. Ma prendete la gente per deficienti cronici? Vorrei farti notare che riguardo alle affermazioni di “fede” nessuno pretende di dimostrarle come avverrebbe invece con una teoria scientifica e quindi non vengono proposti esperimenti verificabili e riproducibili, se ci pensi bene il paragone tra i dogmi di fede (di “fede” appunto, non scientifici) e le affermazioni di una teoria scientifica avviene tra grandezze incommensurabili, sarebbe dunque come voler confrontare litri con metri, cosa che ci viene insegnato di non fare sin dai primi anni di scuola, quindi direi che farebbe bene al dibattito abbandonare questo tipo di polemica.
Questo ovviamente è solo il mio pensiero, prendilo se vuoi come uno spunto di riflessione.
(Continua)
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