Dovremo abituarci a sentir parlare sempre più spesso di vita extraterrestre, non è una previsione difficile, basta leggere i quotidiani e registrare l’elevato numero di articoli che viene riservato all’argomento.
Questa volta però l’occasione è particolarmente interessante perché la notizia è che un noto biologo evoluzionista, Edoardo Boncinelli, recensisce il libro “Siamo soli nell’universo? Editrice San Raffaele pp. 180, € 17,50” del fisico Elio Sindoni.
L’inizio dell’articolo di Boncinelli lascia intendere che il biologo ritenga “probabile” l’eventualità che esistano altre forme di vita nell’universo:
“Alieni, istruzioni per un incontro
Le esplorazioni del fisico Elio Sindoni alla ricerca di altri mondi. Con rigore scientifico. Ecco perché l’esistenza di ET è probabile, ma il contatto molto difficile”
Che l’esistenza di altre forme di vita nell’universo sia probabile significa, etimologicamente, che si può provare e, nell’uso comune, che “è ragionevole supporla”.
Verso la fine dell’articolo però Boncinelli, con un apprezzabile senso di onestà intellettuale, si esprime con ben altre parole:
“Ma insomma gli extraterrestri esistono o non esistono, a prescindere dal loro livello di evoluzione e di civiltà? Non lo sa nessuno. Ci sono altrettante buone ragioni per pensare di sì come per pensare di no. A favore di una risposta positiva milita l’enormità di molti numeri. Le stelle presenti nell’universo sono un numero con più di venti cifre e una loro consistente frazione sembra avere pianeti intorno a sé. L’universo stesso ha più di tredici miliardi di anni e dovrebbe campare ancora almeno tre volte tanto, anche se il Sole non ne ha per più di quattro-cinque miliardi di anni. Possibile che in tutta questa abbondanza non ci sia spazio per la vita? Contro questa eventualità milita una nostra valutazione dell’improbabilità del fenomeno vita.”
Adesso, dopo poche righe, l’esistenza di forme di vita extraterrestre è invece definita “improbabile”.
Certamente la coerenza non sembra essere un punto di forza dell’articolo.
Inoltre l’incertezza non viene diminuita quando nelle parole successive viene esposta questa considerazione:
“Il numero di forme di vita possibili nasce quindi dal prodotto di un numero grandissimo per uno piccolissimo. Questa operazione non può dare meno di 1, perché noi esistiamo, ma può dare appunto soltanto 1 oppure 2, 5, 10 o anche di più.”
Insomma nell’universo o ci siamo noi, oppure c’è anche un altro pianeta abitato, o altri 4, 5, 9 “o anche di più”
Questo ricorda un vecchio scketch comico in cui un meteorologo faceva le previsioni in modo analogo: tempo sereno o nuvoloso, sono anche possibili delle piogge…
Meno male che c’è la scienza a darci certezze.
1 commento
Pingback: Critica Scientifica – di Enzo Pennetta » Blog Archive » Ceronetti risponde a Boncinelli: gli extraterrestri esistono (ma non sono quelli a cui pensi tu)