Il paragone della teoria darwiniana con un “muro” (identificata arbitrariamente con l’evoluzione tout court n.dr.) è stato felicemente avanzato dalla Dott. Mautino nel corso della conferenza tenuta nel giugno 2011 in Svizzera.
Vediamo adesso quali sono i mattoni di questo muro.
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L’iniziativa “Science for peace” ha previsto ieri a Roma una conferenza di presentazione della “Carta di Science for Peace” tenuta dai prof. Umberto Veronesi e Telmo Pievani.
Ma cosa ci possiamo aspettare veramente da iniziative di questo genere?
Perché un blog che si occupa di scienza dovrebbe affrontare le menzogne di Stato?
Il sottotitolo del libro “Inchiesta sul darwinismo” recita:”Scienza e potere dall’imperialismo britannico alle politiche ONU”, se si vogliono capire le strumentalizzazioni della scienza non si può restare nello stretto ambito della scienza stessa.
E allora un libro che parla di guerre coloniali nel XXI secolo trova spazio anche in un blog di scienza.
Su la Repubblica del 22 aprile è stato pubblicato un articolo intitolato “Se il destino non è più scritto nel DNA”.
Ma all’ipotesi non segue uno sviluppo completo dell’argomento, forse perché alcune delle conseguenze non sono gradite ai difensori del neodarwinismo.
Vediamo allora cosa porta alla luce la scoperta dei meccanismi epigenetici.
Finalmente potremo sapere con un semplice esame del DNA se “saremo all’altezza di Albert Einstein o semplicemente persone comuni”, almeno così ci assicurano.
Ma solo 5 anni fa allo stesso gene veniva attribuita la regolazione dell’altezza.
La domanda è questa: i ricercatori che hanno fatto la scoperta, quel gene ce l’hanno?
Sul blog di Luca Bellucci sul “Fatto Quotidiano” si parla di razzismo, e come di consueto si finisce per dire che l’approccio darwiniano sarebbe un antidoto ad esso.
E allora, come di consueto, ricordiamo che le cose non stanno esattamente così.
Nel decennale della scomparsa del grande paleontologo si moltiplicano le celebrazioni, ma di una parte importante del suo lavoro non si trova traccia.
Un parte per alcuni scomoda, da tenere nascosta.
Nella lettera aperta ai lettori di Pikaia, Telmo Pievani ironizzava sulle responsabilità del darwinismo nel razzismo e nell’eugenetica, ma tali responsabilità esistono e negarlo è fare del vero e proprio “negazionismo”.
Nella trasmissione “Che tempo che fa” del 17 dicembre si è parlato di razzismo, di episodi che riguardano il rapporto con gli immigrati.
C’è però anche una forma di razzismo più grave perché non riguarda il comportamento di singoli individui, ma quello di grandi società e dei governi.
Sarebbe un bel gesto di coraggio parlare quel tipo di razzismo.
Nel corso della trasmissione “Che tempo che fa” del 17 dicembre, il vicedirettore della Stampa propone l’insegnamento del darwinismo come rimedio contro il razzismo.
Ma non sa che è proprio il darwinismo all’origine del razzismo.
Dopo aver parlato della “damnatio memoriae” evoluzionista, affrontiamo ora l’altra faccia della medaglia:
l'”apoteosi” evoluzionista
La mostra HOMO SAPIENS al Palazzo delle esposizioni è titolata:la grande storia della diversità umana.
E infatti il pigmeo Ota Benga, fu trattato proprio come un “diversamente umano”
Dopo l’esclusione del video della presentazione del prof. De Lauri dal portale Pikaia, (di cui si è parlato in Pikaia: ilportale dell’epurazione?) diamo voce su queste pagine all’argomento sul darwinismo in Italia, proprio quello che è stato eliminato sul “Portale dell’evoluzione”.