Numerose considerazioni sulle nostre recenti attività sono state espresse sul sito del prof. Daniele Formenti dell’Università di Pavia.
Considerazioni che offrono l’opportunità di fare a nostra volta delle osservazioni.
Voglio iniziare questa riflessione con una considerazione positiva, con il riconoscimento di un migliorato clima sul web riguardo i temi dell’evoluzione. Nello specifico va riconosciuto al prof. Daniele Formenti di aver trattato sul suo sito ANTI-EVOLUZIONISTI IN ITALIA?! la recente iniziativa di Verona in modo pacato, senza per questo rinunciare ad esporre con legittima fermezza le proprie critiche.
Tra i passaggi su cui mi vorrei soffermare iniziamo dal seguente:
Uno di essi (Enzo Pennetta N.d.r.) fino ad un anno fa si dilettava, anche dopo il lavoro, a divulgare le basi della teoria dell’evoluzione; qui un esempio della sua competenza nel far capire la selezione naturale, da lui dimostrata, come avviene su ogni testo scolastico serio, anche con uno dei tanti noti esempi di melanismo industriale, che oggi pochi contestano.
Questo punto mi permette di puntualizzare ancora una volta che per poter criticare il neodarwinismo bisogna conoscerlo bene, niente di strano dunque che nella preparaazione di un corso critico si fosse iniziato proprio dall’esposizione della teoria oggetto della critica.
Probabilmente la sua attività di divulgazione non aveva suscitato il successo sperato nel suo ambiente culturale, visto che è stato indotto a chiudere improvvisamente un intero sito web da lui dedicato all’insegnamento “cattolico” delle scienze (chimica, fisica e biologia), mai più riaperto nonostante le promesse. Probabilmente la nomina, avvenuta da pochi mesi, di W.Arber, un biologo molecolare, neodarwinista e premio Nobel, a presidente dell’Accademia Pontificia delle Scienze, ha reso superfluo il fatto che nel mondo cattolico si gestissero iniziative affidate a esperti probabilmente meno prestigiosi e qualificati.
La chiusura del sito insegnamentoscienze.it è stata in realtà motivata da ragioni molto pratiche, dal fatto cioè che esso era interamente gestito dal sottoscritto e ho ritenuto (probabilmente sbagliando) che nel momento in cui mi trovavo a gestire anche questo blog si sarebbe trattato di una dispersione di energie. E’ vero che avevo pensato di riversare tutti i contenuti di quel sito nel blog, ma trattandosi di un passaggio da Windows a WordPress la cosa è stata ben più difficile di quanto potessi pensare.
La critica al neodarwinismo che porto avanti non è poi in alcun modo collegata al personale orientamento religioso o ad un’appartenenza, la mia differenza di vedute con il Nobel, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, W. Arber, in questo senso mi è addirittura utile per confermare che non è l’aderenza ad un eventuale indicazione religiosa il motivo della mia azione.
E veniamo quindi ad un passaggio prettamente tecnico dell’articolo del prof. Formenti:
Era probabilmente inutile presentare in una pagina web interpretazioni, magari imprecise, degli esperimenti di R.Lenski che dimostrano l’evoluzione biologica, quando poteva certo farlo meglio Werner Arber, che con proprio con R.Lenski aveva coltivato migliaia di generazioni di batteri…
è possibile anche che qualcuno possa rimanere turbato dalle numerose citazioni dei lavori di Lenski e dei lavori in collaborazione fra Lenski e W.Arber (come “Genomic evolution during a 10,000-generation experiment with bacteria”, su PNAS). Se ho capito bene a Verona si dovrebbe continuare a criticare questo esperimento ….
Uno degli esperimenti che oggi costituiscono uno dei nuovi paradigmi del neodarwinismo è il già citato esperimento di Lenski che, come giustamente intuito dal prof. Formenti è uno di quelli sottoposti a critica. Nell’articolo viene indicato il link ad un articolo di W. Arber e Richard E. Lenski, pubblicato sul PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences of the United States of America), dal titolo Genomic evolution during a 10,000-generation experiment with bacteria, nel quale si sostiene proprio la verifica sperimentale delle previste mutazioni casuali che, introducendo nuovi caratteri, sarebbero all’origine dell’evoluzione nella teoria neodarwiniana.
L’esperimento, come indicato nel titolo, è stato condotto su 10.000 generazioni di E. coli, e ha dato come risultato un’ampio incremento di diversità genetica rispetto all’organismo iniziale, e questo sarebbe in effetti una conferma della teoria neodarwiniana che pone le mutazioni genetiche casuali all’origine dell’evoluzione delle specie. Ma proprio nelle conclusioni dell’articolo troviamo qualcosa che costringe a rivedere questo punto:
Non abbiamo ancora determinato gli eventi molecolari responsabili dei cambiamenti genomici rilevati nel nostro studio. Tuttavia, tre linee di prova suggeriscono che essi sono per lo più a causa dell’ IS, della trasposizione, e altri tipi di riarrangiamento cromosomico. In primo luogo, come sopra indicato, mutazioni puntiformi non sono abbondanti in queste popolazioni in continua evoluzione.
Viene dunque affermato che la grande varietà genetica riscontrata è dovuta prevalentemente a vari tipi di riarrangiamento cromosomico, da sequenze nucleotidiche che sono state spostate o moltiplicate, le mutazioni puntiformi non sono abbondanti…
Ma noi, e tutti gli altri esseri viventi, non siamo la ripetizione di una stessa informazione genetica che sia stata moltiplicata un certo numero di volte: non siamo dei frattali che ripropongono lo stesso “motivo” magari su scale diverse.
Sono proprio quelle mutazioni puntiformi a dover essere all’origine dei nuovi caratteri.
L’esperimento di Arber e Lenski, con le sue rare mutazioni puntiformi, diventa così una prova negativa per la teoria neodarwiniana.
5 commenti
Neanche gli scienziati che hanno condotto l’esperimento hanno concluso in quel modo che è stato riportato in lungo ed in largo,perchè dunque ostinarsi su certe conclusioni?
Rottura di meccanismi preesistenti,riarrangiamenti non mutazioni che aggiungessero del nuovo.
Si spera che non venga ancora riproposto questo esperimento come ‘prova’ del neodarwinismo,se così fosse è ovvio che in occasioni come quella di Verona si tornerà a spiegare perchè ciò non sia posibile mi sembra ovvio.
Ma al di la di Lenski ,io credo che la cosa peggiore sia come sempre avviene il cercare di ‘screditare’ la persona,di ”confutare” questa invece delle sue idee.
Già apprezzabile che nel mezzo della critica ad personam ci sia un vago tentativo di risposta su uno dei vari temi,ossia su Lenski ,anche se a dirla tutta sembra essere pù un rafforzamento sul discorso su Aber.
Sì, mi sembra proprio che l’aver indicato uno studio di Lenski-Arber sia già una possibilità di risposta alla “famosa domanda”.
Come si vede, quando le risposte arrivano è poi possibile mostrare le proprie ragioni, argomentare e aprire un vero confronto.
“Sì, mi sembra proprio che l’aver indicato uno studio di Lenski-Arber sia già una possibilità di risposta alla “famosa domanda”.”
Sembrerebbe essere veramente la risposta fornita ufficialmente,ma senza dire che lo sia, alla famosa domanda,ossia non ufficialmente.
Posto che se lo fosse non rispoderebbe alla domanda…allora la domanda è ancora senza risposta,almeno sembrerebbe..o no?
A tal proposito,e comunque in generale, mi viene in mente l’altra domanda che Palmarini gira al Pievani,ma non solo,che potrebbe affiancarsi ala famosa domanda(che dovrebbe essere provocatoria per qualcuno chissà perchè,come chissà perchè “We have the fossils,we win”dovrebbe essere uno slogan utile alla causa neodarwinista..):
“Se ogni spiegazione di un evento storico concreto richiede una massiccia ed inevitabile aggiunta di dati contingenti(occhio a questa parola su cui si è già detto anche su CS)e di processi idiosincratici,possiamo ancora dire che quella è una teoria valida?Possiamo dire che è una teoria?”
A me piacerebbe anche sapere,allora,cosa porta a concludere,ad affermare che :
“[..]Credo che avessero proprio ragione Gould e Lewontin nel 1979 a prevedere che la selezione naturale sarebbe stata ampiamente riconsiderata nel suo funzionamento come fattore non unico di cambiamento evolutivo,ma pur sempre “il più importante” ”
proff.T.Pievani
Come fa ad essere il più importante?Palmarini e Fodor praticamente in tutto in libro “Gli errori di Darwin” distruggono questo ruolo della selezione.
Continuare con insistenza su Lucy,sul microraptor e su Lenski e sul nylonase(alcuni fra quelli che tornano fuori più freqentemente)senza dire perchè le obiezioni su come questi vengano riportati e per spiegare cosa,siano sbagliate non cambia le cose.Non è che a riproporlo all’infinito le cnclusioni sull’esperimento di Lenski cambino.
Oggi sono in vena ‘Palmariniana’,ma mi sembrano efficaci alcune altre sue parole per chiarire un punto,parafrasando..se l’onere della prova ricadeva fino a ieri su chi sostenesse la fallacità e l’inefficacia del neodarwinismo oggi tale onere rivcade sicuramente su chi voglia sostenerne la validità”
Bè il punto è che il neodarwinismo è l’unico -ismo rimasto in scienza e per certi versi l’unico -ismo che ancora ci si ostini a sostenere.
Allora la questione non è da molto tempo più una questione scientifica, altrimenti non ci sarebbe nessun problema a studiare l’evoluzione in quanto tale facendo strada ad ipotesi, modelli di spiegazione che incorporino so che già si conosce sui vincoli fisici dello sviluppo, della modificazione fenotipica, dell’eredità epigenetica, del fatto che cambiando aminoacido per aminoacido tra una sequenza ed un’altra si incontrano molecole che non possono fare il folding e quindo lo spazio delle singole mutazioni non è continuo nel mondo proteico e così via.. Questo senza negare l’evoluzione che nessuno di noi in effetti nega, ma allora do dove viene questo livore ? Il punto è che si ha paura di ciò che questo potrebbe significare per una certa cosmogonia laica (timore infondato, non cambierebbe nulla e non a caso Arber è il direttore della pontificia accademia delle scienze)..forse cambierebbe di più per la già zoppicante biotecnologia a corto di risultati, insomma niente ‘gene therapy’ se i geni lavorano di concerto 8cosa per altro più che ovvia) e quindi neanche si evolvono in isolamento dagli altri…ma questo è un altro paio di maniche…
Almeno ha provato a darci una prova. Peccato che non sa che ci ha dato una contro di lui.