Siamo arrivati alla settimana conclusiva della votazione per i “Macchia Nera Awards”, il concorso che premia i siti più apprezzati della rete.
Ma leggendo i candidati della categoria “Miglior sito Politico-d’Opinione” si capisce perché la rete va colpita e silenziata.
Ci siamo, tra poco più di una settimana sapremo quale sito ha raccolto più consensi nella categoria “Miglior sito Politico-d’Opinione”. Le ‘nomination’ sono 10 e quando sono andato a cercare tra queste quale votare mi sono trovato in serie difficoltà in quanto avrei dovuto dividere il mio voto tra ben quattro siti che meriterebbero di vincere.
Ma non è questo il fatto importante, quello che mi è stato subito evidente è il fatto che questi quattro siti esprimono un pensiero spontaneamente convergente e sinergico, sono siti che esprimono una nuova realtà della rete emersa negli ultimi tempi impensierendo i media mainstream e i loro finanziatori, esprimono quella realtà che è stata all’origine del voto sulla Brexit, della sconfitta di Hillary Clinton e della sconfitta del referendum costituzionale in Italia.
Infatti quando in rete hanno iniziato ad operare diverse realtà che con la loro professionalità si sono guadagnate la fiducia dei lettori, delusi dai grandi media riconosciuti sempre più come espressione degli interessi di determinati gruppi di potere finanziario e politico, e quando queste realtà hanno iniziato a convergere nei contenuti si è venuta a determinare una specie di “massa critica” che ha ribaltato il rapporto di forze in campo e uno sparuto manipolo di liberi pensatori è riuscito a pesare quanto e più di pubblicizzati professionisti dei media con a disposizione testate di grande rilevanza e consistenti mezzi economici, se mai la metafora di Davide e Golia è stata appropriata questo è il caso.
Macchia Nera è il nome del premio, non so quale sia stata l’idea all’origine di questo nome ma certamente in questo caso si rivela una scelta ispirata, infatti i mezzi tradizionali e chi sta loro dietro vedono questi siti allo stesso modo in cui Topolino vede il personaggio di Macchia Nera, leggiamo infatti su Wikipedia:
È un criminale che agisce in genere nella città di Topolinia motivato soprattutto dal desiderio di potere e di gloria, agisce principalmente da solo, oppure a capo di una banda i cui componenti non sono personaggi ricorrenti e spesso compaiono solo in una storia. A differenza di Gambadilegno, altro grande nemico di Topolino, è straordinariamente intelligente e astuto, spesso firma i suoi messaggi con una macchia d’inchiostro ed è in grado di costruire ogni sorta di armi e dispositivi tecnologici per realizzare i suoi progetti.
Ama utilizzare l’inganno e la manipolazione per raggiungere i suoi scopi, e spesso ha ordito piani per piegare altri personaggi, tra cui lo stesso Topolino, al proprio volere.
La descrizione di Macchia Nera combacia alla perfezione con quella data ultimamente ai siti di libera informazione accusati di diffondere “fake news”, ed ecco che quindi tutti i “Topolini” o le “Topoline” (absit iniuria verbis…) si sono messi alla caccia dei vari Macchia Nera tra i quali sentiamo di essere anche noi.
E allora votiamoli questi Macchia Nera del web, perché abbiamo scoperto che la manipolazione per raggiungere scopi non dichiarati e piegare gli altri al proprio volere non è Macchia Nera a farla ma Topolino.
Uno dei “Topolino” storici della scena italiana con uno dei suoi tipici amici.
Per poter votare più agevolmente riporto qui il link al sito di Macchia Nera Awards
Ma si può esprimere una sola preferenza, e allora per chi votare?
Nel mio caso conosco di persona, apprezzo e stimo tutti e quattro i candidati, Marcello Foa per “Il cuore del mondo”, Alberto Bagnai per “Goofynomics”, Lorenzo Vitelli e Sebastiano Caputo per “L’Intellettuale dissidente” e Claudio Messora per “Byoblu”, e allora, per non far torto a nessuno ho sguinzagliato i componenti della famiglia cosicché li ho votati tutti!
Un in bocca al lupo a loro da parte di tutti i grandi e piccoli “Macchia Nera”.
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4 commenti
Un fatto degno di Macchianera (cattivo di Topolino) è che è stata tolta per la prima volta la categoria “Miglior sito di Economia” dalla competizione.
Va segnalato che nel 2016 in questa vecchia categoria Goofynomics aveva vinto con grande distacco dal SOLE24ore rispetto all’anno precedente, in cui c’era già stato il sorpasso ma di minore entità… La motivazione ufficiale di questa esclusione? La categoria era poco (leggasi molto) rilevante.
Per il primo posto se la giocano dunque Goofynomics e Breaking Italy: il primo l’anno scorso nella sua categoria aveva ricevuto 23.831 voti, il secondo invece nella categoria attuale aveva raggiunto 24.957 preferenze.
Considerazione interessante la sua Luciano.
Effettivamente a parte la categoria “Miglior sito Politico-d’Opinione” il premio non sembra essere interessato alla promozione della libera informazione sul web, anzi la maggior parte dei siti segnalati non ha pretese intellettuali o di impegno sociale o politico.
La scomparsa della categoria “Miglior sito di economia” è una vera ‘macchia’ e il sospetto che sia stata eliminata per non ‘dispiacere’ a quelli del Sole 24Ore ha una sua credibilità. Da notare che invece è presente la categoria miglior sito LGBT, insomma economia controcorrente no, gay sì, e questa è una evidente concessione al politicamente corretto.
Ciò detto, credo che valga comunque la pena voltare i siti amici nella loro categoria.
Scusami Enzo ma fra gli sponsor vedo: Nescafè, Sammontana e Europe Assistance con il patrocinio del Comune di Milano.
Devo ammettere che non è molto, però non è neanche niente… non credi che questo possa legittimare forse il sospetto che quest’iniziativa possa essere un centro di monitoraggio della dissidenza (fra altri) che possa avere come finalità occulta l’identificazione della stessa per poi magari, verso altri canali, silenziarla?
Troppo complottardo secondo te? Che ne pensi?
Non sto dicendo che la penso così e che ne sono convinto, sia chiaro, ma solo che onestamente per un attimo mi è balenato il sospetto…
Personalmente non penso che le ditte sponsorizzanti pensino ad altro che a un ritorno d’immagine e quindi di soldi.
Però trovo che abbia un senso la tua ipotesi che un premio come questo possa risultare anche involontariamente utile a chi voglia farsi un’idea dei siti che fanno opinione e quindi studiare misure per contrastarli.