A lungo ritenuti un residuo dell’evoluzione gli organi “vestigiali” sono invece parti necessarie del corpo.
Un articolo con il quale recuperiamo il contributo del sito “evoluzione.tk” non più on line.
Qualche anno fa, nello stesso periodo di CS, nasceva un interessante sito sull’evoluzione dal titolo “evoluzione.tk”. Adesso Adriano, l’autore del sito si unisce a CS portando il suo contributo allo studio della critica alla teoria neo-darwiniana. Come primo passo recuperiamo alcuni importanti contributi non più disponibili online, cominciando da questo sui cosiddetti “organi vestigiali”.
ep
Organi vestigiali: una funzione per tutto.
Qualora le specie si fossero evolute cambiando forma e funzioni durante il corso dell’evoluzione, l’uomo, come tutti gli esseri viventi, dovrebbe possedere dei residui di organi non più funzionali. In passato vennero contate più di 180 parti del corpo definite “inutili”, molte delle quali in realtà fondamentali per la sopravvivenza dell’organismo, come ad esempio: le valvole delle vene, la ghiandola pineale, il timo, la tiroide e l’ipofisi. Tale argomento fu persino indicato come un’evidenza scientifica dell’evoluzione, e l’intera lista dei 180 organi vestigiali fu presentata come prova al processo Scopes Monkey Trial nel 1925.
Oggi questo elenco è finalmente sceso a 0, ma quasi l’intera comunità accademico-scientifica continua ugualmente a promulgare tale mito come una realtà inoppugnabile, un’evidenza della nostra parentela con antenati scimmieschi e rettili. Nella lista seguente sono raccolti tutti gli organi dei quali ancora oggi si sente parlare in termini di vestigia, ma che recenti studi hanno riabilitato.
Appendice: Questo organo funge da “rifugio” per i batteri commensali, germi simbiotici che migliorano la digestione e proteggono da agenti patogeni. Essendo quasi del tutto isolato dal resto del tubo digerente, in caso d’infezione, i suddetti batteri possono trovarvi rifugio per poi ripopolare l’apparato digerente una volta scongiurata l’epidemia.1 L’appendice come le tonsille e le adenoidi contiene linfonodi che aiutano la risposta immunitaria. Contribuisce alla produzione di Linfociti B e T.2 Nello sviluppo fetale, dall’undicesima settimana, inizia a produrre cellule endocrine che secernono ormoni peptidici ed ammine utili a regolare lo sviluppo del feto.3 Aiuta a sopprimere le risposte anticorpali umorali potenzialmente distruttive promuovendo al contempo l’immunità locale.4 In aggiunta l’anatomia comparata con i primati (fallace metodologia di stampo evoluzionista, in contraddizione con l’etichetta di “organo vestigiale” affibbiatagli) risulta appoggiare l’evidenza che tale struttura non rappresenti un residuo dello sviluppo evolutivo.1,5 Muscoli orripilatori: Questi muscoli svolgono un ruolo importante nell’integrità dell’unità follicolare6 e contribuiscono inoltre nel mantenere le ghiandole sebacee della pelle libere dal sebo.6,7
Piega semilunare: È quella parte della congiuntiva che deterge e lubrifica il bulbo oculare.8,9 La sostanza prodotta circonda eventuali particelle rendendole meno propense a graffiare l’occhio, e facilitando la loro rimozione attraverso le lacrime. Senza, i nostri occhi sarebbero più soggetti a lesioni ed infezioni. La mancanza di una membrana nittitante non ha alcuna importanza in merito alla sua funzionalità.9 Coccige: È un punto di ancoraggio per diversi gruppi muscolari. La sua rimozione causerebbe gravi difficoltà nello stare seduti o in piedi e nel partorire, oltre a fastidiosi disturbi di incontinenza.9,10
Denti del giudizio: La loro funzione è la medesima degli altri molari, ovvero quella di masticare il cibo. La mancanza e l’inclusione nei tessuti sono problemi dovuti alla degradazione delle popolazioni civilizzate, conseguenza di alimenti trattati con conservanti, coloranti, additivi, farina e zucchero bianchi e derivati. Questo adattamento vivendo una vita ricca di stimoli una dieta tradizionale.11 Tale fatto è stato verificato nell’esperimento dei gatti di Pottenger.12 Inoltre alcuni studi hanno evidenziato che i terzi molari qualora costretti a svilupparsi in uno spazio più ristretto tendono ad essere più piccoli. Negli esseri umani questa riduzione porta spesso ad agenesia per fallimento dello sviluppo (e quindi non per evoluzione)13, in quanto non vi è tendenza genetica verso l’eliminazione del terzo molare.14
Tonsille: Questi organi linfoghiandolari svolgono un ruolo importante nel sistema immunitario eliminando molti degli agenti patogeni che entrano nella faringe.2,15 Sono anche utili a riscaldare l’aria prima che arriva ai polmoni.
Capezzolo maschile: Similmente ai capezzoli femminili,16 contengono anch’essi abbondanti quantità di tessuto nervoso che li rendono un’importante zona erogena.
Muscolo palmare lungo: Il suo scopo è quello di prevenire il distacco o la rimozione della pelle del palmo inseguito a forze di taglio orizzontali, ancorandone i tessuti,17 contribuendo in aggiunta a ridurre la tensione sui principali muscoli flessori della mano, agendo come una struttura secondaria
di supporto.
Muscolo plantare: La sua funzione principale non è di tipo motorio (al quale contribuisce in minima parte) ma propriocettivo. Il compito di questo piccolo muscolo è infatti quello di fornire un senso cinestetico della posizione degli arti e della contrazione muscolare.18,19
Muscolo succlavio: L’azione che esercita deprime la spalla portandola verso il basso e in avanti, mettendola anche in condizione di trarre la clavicola inferiormente ed anteriormente. Il succlavio serve inoltre a proteggere il plesso brachiale sottostante, la vena ed i vasi succlavi da un’eventuale rottura della clavicola (l’osso umano più spesso fratturato).20
Muscolo piramidale: La sua funzione è quella di tendere la linea alba 21 e rafforzare la guaina del muscolo retto.22
Seni paranasali: Queste cavità sono polifunzionali e servono a far diminuire il peso delle ossa del cranio, ad incrementare la risonanza della voce, ad aumentare la resistenza delle ossa ai colpi facciali, ad isolare dagli sbalzi termici che dall’esterno giungono fino alla fossa nasale ed alle radici dei denti e alle zone attorno agli occhi, ad umidificare e riscaldare l’aria inalata per via del loro lento ricambio,23 a regolare la pressione dei gas intranasali ed a migliorare le difese immunitarie, infine contribuiscono anche al ciclo nasale.24
Quinto dito dei piedi: Questo dito fornisce maggiore larghezza al piede migliorando la flessibilità e l’equilibrio del corpo, e diminuendo la pressione plantare.
Peli (terminali e del vello): Il loro movimento viene trasferito ai nervi sensoriali all’interno dell’epidermide, migliorando il grado di percezione sulla superficie del corpo. Questa funzione è importante per avvertire e localizzare insetti pericolosi come zecche, pidocchi e zanzare.25 I peli hanno anche l’utilità di spargere gli oli prodotti dalle ghiandole sebacee in modo omogeneo sulla pelle, evitando che non si accumulino alla base dei pori. In più sono utili a trattenere il sudore contribuendo ad abbassare la temperatura quando si è sotto sforzo. I capelli proteggono da scottature e migliorano la termoregolazione. Le sopracciglia trattengono sudore e detriti in modo che non finiscano sugli occhi. Le ciglia proteggono l’occhio da impurità ed aiutano a percepire corpi estranei.
Organo vomeronasale (OVN): La sua stimolazione con quantità femtomole di Vomeropherins (soprattutto PH15, PH78 e PH84 nel maschio umano adulto e PH30, PH56 e PH94B nella femmina umana adulta) causa riflessi neurovegetativi rilevanti che diminuiscono la frequenza respiratoria, aumentano la frequenza cardiaca e modificano l’attività elettrodermica, la temperatura cutanea e l’attività -corticale. I recettori steroidei presenti nel vomeronasale α influenzano una buona varietà di aree ipotalamiche, modificando il grado di eccitazione ed il comportamento sessuale.26,27,28 L’OVN viene anche sfruttato da alcune case farmaceutiche, mediante somministrazione nasale di Vomeropherins, per alleviare i sintomi della sindrome premestruale e dell’ansia.
Punto di Darwin (Tubercoli di Darwin): Questo è un innocuo difetto congenito presente solo in piccola percentuale nella popolazione mondiale. È considerato come un organo vestigiale perchè viene trasmesso come carattere autosomico dominante e per il darwinismo questo suggerisce che in passato doveva avere una qualche utilità. Inoltre la sua espressività è variabile e rappresenta un caso di penetranza incompleta, il che in termini darwinistici rifletterebbe la sua natura non più vantaggiosa. In realtà esistono modalità autosomiche dominanti che non hanno alcuna importanza funzionale, come nel caso del “Picco della vedova” (una particolare attaccatura dei capelli) o risultano persino pericolose come per il morbo di Huntington. Ne consegue che esistono caratteristiche non funzionali pur avendo una posizione dominante. Il connubio tra questo tipo di carattere e l’estremo caso di penetrazione incompleta suggerisce che si tratta solo di una mutazione che non da luogo ad un recessivo unicamente per la sua dominanza. Il punto di Darwin è quindi solo un esempio di variazione naturale o, nel peggiore dei casi, un esempio di degenerazione genetica.
Muscoli auricolari: Il loro scopo è quello di aumentare l’afflusso di sangue nella zona adiacente all’orecchio, diminuendo così il pericolo di congelamento 29 e la conseguente frostbite di questo organo particolarmente sensibile al freddo.30 A parte l’uomo nel mondo animale esistano ancora molti organi la cui funzione è sconosciuta o controversa, ma è evidente che la ragione di questo sia attribuibile al grado di accuratezza degli studi anatomici e biologici fino ad oggi svolti, ovviamente concentrati sullo studio del corpo umano.
Riferimenti:
0 Horatio Hackett Newman, 1990, citato in The World’s Most Famous Court Trial: The Tennessee Evolution
Case, p. 268.
1 Biofilms in the large bowel suggest an apparent function of the human vermiform appendix. J
Theor Biol. 2007 Dec 21;249(4):826-31. Epub 2007 Sep 7.Biofilms in the large bowel suggest an apparent function
of the human vermiform appendix. Randal Bollinger R, Barbas AS, Bush EL, Lin SS, Parker W. Department of Surgery,
Duke University Medical Center, Box 2605, Durham, NC 27710, USA.
2 Localization of T and B lymphocytes in human adenoid, tonsil, appendix and Peyer’s patches.
Allergol Immunopathol (Madr). 1976 Sep-Oct;4(5):325-32. Mello JF, Levy S, Freire CA, Mendes NF. Allergol
Immunopathol (Madr).
3 [Endocrinocytes of the appendix in the human fetus]. Arkh Anat Gistol Embriol. 1988 Aug; 95(8):78-81.
Rabotnikova EL. [Article in Russian].
4 Functional histology of appendix. Arch Histol Jpn. 1983 Jun; 46(3):271-92. Bockman DE.
5 Scott, G.B., The primate caecum and appendix vermiformis: a comparative study, J. Anat. 131(3):549–563, 1980.
6 The contribution of the arrector pili muscle and sebaceous glands to the follicular unit structure. J
Am Acad Dermatol. 2004 Aug; 51(2):217-22. Poblet E, Jiménez F, Ortega F. Department of Pathology, Hospital
General Universitario de Albacete, Universidad Las Palmas Gran Canaria, Spain.
7 A study of the secretion mechanism of the sebaceous gland using three-dimensional reconstruction
to examine the morphological relationship between the sebaceous gland and the arrector pili muscle
in the follicular unit. Br J Dermatol. 2007 Aug; 157(2):325-30. Epub 2007 Jun 26. Song WC, Hu KS, Kim HJ, Koh
KS. Department of Anatomy, College of Medicine, Konkuk University, 322 Danwol-dong, Chungju, Chungbuk, 380-
701, Republic of Korea.
8 Gray and Goss 1972, p. 1065.
9 DO ‘VESTIGIAL ORGANS’ PROVIDE EVIDENCE FOR EVOLUTION? S.R. Scadding Department
of Zoology University of Guelph Guelph, Ontario, Canada N1G 2W1 Received August 14, 1980; March 9, 1981.
10 Gray e Goss 1973, p. 118.
11 LA DIFFERENTE INCIDENZA DELLE MALATTIE DENTALI E DELLE ALTERAZIONI
MAXILLOFACCIALI TRA POPOLAZIONI TRADIZIONALI E CIVILIZZATE di Andrea Di Chiara,
Odontoiatra Ortopedia Cranio-Cervico-Mandibolare e Terapia Ortopedica Dentale delle Disfunzioni Posturali.
12 GLI EFFETTI DI UNA DIETA A BASE DI ALIMENTI DENATURATI: I GATTI DI
POTTENGER – Traduzione e adattamento del Dr. Andrea Di Chiara.
13 Macho and Moggi-Cecchi, Ref. 17, pag. 156.
14 Taylor, MS, 1982. Aberrant maxillary third molars; morphology and developmental relations. In: Kurtèn (ed.), Ref. 5,
pp. 64–74.
15 Tonsils and Adenoids MedlinePlus.
16 An anatomical study of the nerve supply of the breast, including the nipple and areola. Br J Plast
Surg. 1996 Apr; 49(3):156-64. Sarhadi NS, Shaw Dunn J, Lee FD, Soutar DS. West of Scotland Regional Plastic and
Reconstructive Surgery Unit, Canniesburn Hospital, Glasgow.
17 Mc Grouther (1996) citato in Atypical Innervation Of Palmaris Longus – A Case Report. Chauhan, R.
Department of Anatomy, All India Institute of Medical Sciences, New Delhi- INDIA.
18 The plantaris and the question of vestigial muscles in man David N. Menton.
19 Moore, Keith L; & Dalley Arthur R (2008). Clinically Oriented Anatomy (6th ed.). Lippincott Williams and Wilkins.
Citato in Wikipedia (EN).
20 Subclavius muscle (anatomy) GPnotebook Dr James McMorran, Dr Damian C. Crowther, Dr Stewart
McMorran, Dr Clive Prince, Dr Steve YoungMin, Mr Jonathon Pleat, Dr Ian Wacogne.
21 Architecture and fiber type of the pyramidalis muscle. Anat Sci Int. 2008 Dec; 83(4):294-7. Lovering RM,
Anderson LD. Department of Physiology, University of Maryland School of Medicine, Baltimore, Maryland, USA.
rlovering@som.umaryland.edu.
22 Pyramidalis muscle (anatomy) GPnotebook Dr James McMorran, Dr Damian C. Crowther, Dr Stewart
McMorran, Dr Clive Prince, Dr Steve YoungMin, Mr Jonathon Pleat, Dr Ian Wacogne.
23 Anatomy of nose and paranasal sinus — Presentation Transcript Dr. Mohammed Faez.
24 JM Klossek, « La physiologie naso-sinusienne », dans Revue Française d’Allergologie et d’Immunologie Clinique , vol.
38, n o 7, 1998, p. 579-583. Citato su Wikipedia(FR).
25 Human fine body hair enhances ectoparasite detection Isabelle Dean and Michael T. Siva-Jothy
Department of Animal and Plant Sciences, University of Sheffield, Sheffield S10 2TN, UK.
26 The human vomeronasal system. A review. Ann N Y Acad Sci. 1998 Nov 30; 855:373-89. Monti-Bloch L,
Jennings-White C, Berliner DL. Department of Psychiatry, School of Medicine, University of Utah, Salt Lake City
84108, USA. lmonti@hsc.utah.edu.
27 The functionality of the human vomeronasal organ (VNO): evidence for steroid receptors. J
Steroid Biochem Mol Biol. 1996 Jun; 58(3):259-65. Berliner DL, Monti-Bloch L, Jennings-White C, Diaz-Sanchez V.
Pherin Corporation, Menlo Park CA 94025, USA.
28 The human vomeronasal system Volume 19, Issues 5–7, 1994, Pages 673–686. L. Monti-Bloch, C. Jennings-
White, D.S. Dolberg, D.L. Berliner Pherin Corporation, Menlo Park, California USA. Department of Psychiatry,
University of Utah, School of Medicine, Salt Lake City, Utah, 84108 USA.
29 Evolution Science Falsely So-Called 14th Edition.
30 Frostbite MedlinePlus.
© Evoluzione.tk
Immagine DNA V.1.0 by ~a-minus.
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73 commenti
Complimenti al sig. Adriano per l’articolo, di cui apprezzo anche i riferimenti bibliografici alla fine. Se non ricordo male, questo articolo era stato proposto tempo fa da un utente (non ricordo chi) in un suo commento ad un post di CS.
Volevo domandare se esistessero ricerche analoghe che rivalutassero la funzione degli organi vestigiali in altri organismi animali, e pure se le ricerche sulla rivalutazione degli organi vestigiali umani abbiano avuto una risonanza più o meno importante nella comunità scientifica (a giudicare dalla Wikipedia inglese, pare di no).
Comincio col ringraziare tutti, compreso Enzo (ritorno a darti ufficialmente del tu dopo tanto che non commentavo CS) che ha acconsentito alla pubblicazione dei miei vecchi lavori. Se non ricordo male lo studio degli organi vestigiali negli animali è ancora più insignificante che nell’uomo. Farò comunque qualche ricerca al riguardo.
@Adriano
La ringrazio dell’informazione.
Se lo desideri puoi darmi tranquillamente del tu. Come temevo non ci sono molte ricerche sugli organi vestigiali animali.
Grazie Adriano e benvenuto! Me lo ricordo questo articolo, quando lo lessi era il periodo in cui assaggiavo sia la cucina di Cs che quella di ‘tk’. A presto risentirci! Max
Grazie Max, sono contento di conoscerti. TK è il dominio gratuito delle isole Tokelau. Ai tempi era meglio che scrivere sul server di WordPress o simili con domini di terzo livello.
“Denti del giudizio: La loro funzione è la medesima degli altri molari, ovvero quella di masticare il cibo. La mancanza e l’inclusione nei tessuti sono problemi dovuti alla degradazione delle popolazioni civilizzate, conseguenza di alimenti trattati con conservanti, coloranti, additivi, farina e zucchero bianchi e derivati. “
Chiedo scusa, ma non ho capito. Questa frase non sembra in apparente contraddizione con la tematica portata avanti da CS/evoluzione.tk?
Se sono problema dovuti alla degradazione delle popolazioni civilizzate, allora vorrebbe dire che ci siamo “evoluti”, no? per di piu’ in un tempo molto breve visto che fino a 50-100 anni fa quegli alimenti non erano comuni nella dieta di dette popolazioni.
Qualcuno mi puo’ spiegare meglio?
Ciao Piero, provo a rispondere io, poi Adriano potrà ovviamente dire la sua.
Certe caratteristiche sono parte di un adattamento che non coinvolge delle modificazioni del DNA, si potrebbe trattare di un’azione epigenetica del tipo di quelle che faceva notare anche Piattelli Palmarini nel suo libro, in pratica in presenza di certe condizioni l’organismo reagisce adattandosi, e il cambiamento in certi casi è trasmissibile alla discendenza.
Come sa non e’ il mio campo, per cui chiedo, non avendo seguito con sufficiente attenzione i precedenti.
Ma quindi esiste un qualche altro meccanismo di trasmissione di “informazioni” alla discendenza senza passare per il DNA?
Ma questi meccanismi sono per ora solo ipotetici o sono gia’ stati identificati?
Ma, in questo secondo caso, che affidabilita’ puo’ avere allora il test del DNA nell’identificazione di una persona?
Sono meccanismi che agiscono sul DNA variandone l’espressione, ti segnalo un paio di link interessanti, ma ovviamente potrai trovare molto più materiale:
http://www.lescienze.it/news/2007/03/20/news/una_nuova_memoria_cellulare-583159/
http://www.lescienze.it/news/2013/12/02/news/comportamenti_appresi_trasmessi_epigenetica-1911351/
Quoto Enzo. Ai tempi in cui ho scritto l’articolo si confondeva spesso microevoluzione con macroevoluzione. La perdita totale o parziale dei denti del giudizio era un “chiaro sintomo” del salto evolutivo verso il quale l’uomo si dirigeva o era giunto.
Segnalo questa ricerca sul tema dell’adattamento, a mio avviso molto illuminante: http://www.aipro.info/download.php?id=712&filename=10.pdf
Mi sa che le nostre nuove generazioni stanno facendo la stessa fine dei gatti dell’esperimento.
L’uomo ha anche perso la capacità di sintetizzare la vitamina C. Si potrebbe dire che ci stiamo devolvendo. Si teorizza che il gene per l’enzima GLO sia stato mutato da un retrovirus. Ma come mai nel tempo non abbiamo riacquistato quella capacità tanto utile, soprattutto una volta diventati onnivori?
Mi rendo conto che questo post è OT ma dato che il prof è un insegnante penso possa interessargli.
Lettera di Lizanne Foster agli studenti
Edit: Forse non è poi così Off Topic; la scuola moderna non è forse diventata un organo vestigiale?
Molto interessante Luca, non so come la pensi però mi sembra che sia la prof. a voler ridurre la scuola ad organo vestigiale…
Se vuoi analizziamo punto per punto.
Si, se ha tempo e voglia mi piacerebbe molto sentire la sua opinione su questa lettera.
Caro Luca M., in attesa che il prof. Pennetta risponda, provo io a dire la mia su questa lettera, “dal basso” dei miei ricordi ancora molto freschi della vita liceale, rispondendo ad alcuni punti.
“Mi dispiace che dobbiate venire a scuola così presto la mattina, anche se varie ricerche nel campo delle neuroscienze hanno appurato che il cervello degli adolescenti non funziona in modo ottimale prima delle dieci.”
Per favore, ho passato 13 anni di scuola iniziando le lezioni alle 8:00, non è una tortura, non è impossibile seguire, richiede solo un piccolo sforzo; li vogliamo trattare come bimbi questi adolescenti o li vogliamo far maturare?
“Mi dispiace che dobbiate chiedermi il permesso di uscire dalla classe per andare a fare pipì anche se avete già la patente, un lavoro part-time e state prendendo decisioni importanti per il vostro futuro dopo la scuola.”
Che c’entra il fatto che si è “grandi”? Quando si sta tenendo una lezione sarebbe bene uscire dalla classe se proprio necessario, o almeno senza perdere passaggi importanti. Proprio perché sono “grandi”, avranno imparato a trattenerla 😀
“Mi dispiace che ogni giorno siate costretti a stare seduti per sei ore anche se molti studi hanno dimostrato che stare seduti troppo a lungo danneggia sia le capacità cognitive sia la salute.”
L’intervallo a metà mattinata serve anche a questo, poi da seduti si prendono appunti e si svolgono esercizi; di nuovo mi sembra una premura eccessiva.
“Mi dispiace che siate divisi per età e costretti a procedere attraverso il sistema scolastico con i vostri coetanei come se l’età anagrafica avesse qualcosa a che vedere con l’intelletto, la maturità, le competenze o l’abilità.”
Questa obiezione la vedo un po’ grave, perché mi sembrerebbe terribile una scuola in cui gli studenti vengano in qualche modo smistati a priori, cioè all’inizio dell’anno scolastico (e non alla fine), in base a maturità e competenze a prescindere dall’età, quando in realtà mi sembra giusto che tutti i ragazzi ad una certa età siano indotti ad un certo livello culturale, di maturità e di competenza. Inoltre, se non viene su questi punti raggiunta la sufficienza, si viene bocciati e ci si ritrova con compagni di un anno più giovani…e quindi come vorrebbe questa professoressa!
“Mi dispiace che quelli di voi che incontrano difficoltà a scuola non ricevano il giusto sostegno perché finanziare i vostri bisogni non è tra le priorità dell’attuale politica economica.”
In generale sarei d’accordo, ma nel contesto di questa lettera suona un po’ ambiguo, non vorrà mica che a scuola si smetta di bocciare?
“Mi dispiace che dobbiate studiare materie che non vi interessano in un’epoca in cui la somma totale delle conoscenze umane raddoppia ogni dodici mesi.”
Questo è un po’ demagogico: 1) studiare anche le materie che non interessano è una prova di maturità, quindi dovrebbe essere quello che vuole anche tale professoressa, 2) è vero che le conoscenze aumentano sempre più, ma non vorrei fosse una scusa per togliere cose fondamentali come Letteratura, Matematica e Arte.
“Mi dispiace che vi facciano credere che per ottenere il massimo dei voti dovete competere tra voi, quando i progressi umani sono sempre stati frutto di una collaborazione che spesso a scuola viene considerata “imbrogliare”.”
Sono abbastanza d’accordo, basta che si precisi che la collaborazione debba essere tra studenti che sappiano prepararsi da soli le basi di un lavoro che può risultare formativo se svolto a gruppi (altrimenti tutti copiano dal secchione).
“Mi dispiace che siate costretti a usare dei libri di testo che contengono informazioni superate e troviate a scuola tecnologie obsolete della cui manutenzione nessuno si occupa.”
Sono d’accordo.
“Mi dispiace che quello che chiamano insegnamento personalizzato in realtà non lo sia affatto. L’insegnamento veramente personalizzato costa troppo, lo capite?”
Studiare al computer può essere utile talvolta, ma mi fido della vecchia lezione frontale, in cui una persona interagisce con altre persone e le informazioni non sono tutte a portata di click ma bisogna imparare a coglierle e a trattenerle.
“Ma, soprattutto, mi dispiace che il sistema educativo vi costringa a far parte di un’economia estrattiva quando il nostro ambiente, senza il quale non ci sarebbe nessuna economia, sta subendo una crisi climatica che ci imporrà una rapida riconfigurazione di tutto quello che stiamo facendo in campo sociale, politico ed economico, e per la quale siamo del tutto impreparati.”
Catastrofismo da Global Warming che si commenta da sé, inoltre noto che purtroppo la professoressa ha anche usato un “soprattutto” per questo punto molto discutibile.
Non so cosa sia, per mia ignoranza, la Strategia innovativa dell British Columbia.
Tutta la seconda parte della lettera la condivido, ma avrei preferito una più esplicita alternativa alla scuola attuale anziché la sviolinata agli adolescenti.
Caro htagliato hai ragione su tutto ls lettera è inquietante è il manifesto della lobotomizzazione dei giovani trattati da mentecatti fa tenere in un limbo di smemoratezzab e sedati in quanto considerati dei totali incapaci siamo dalle parti del male puro
Ciao HTAGLIATO, anch’io sono “fresco” di diploma, ma ho un’opinione molto diversa dalla tua riguardo la scuola, forse a causa del mio carattere “anarchico”.
Per me la sQuola è un centro di tortura legalizzato che ammazza la creatività e la vitalità dei ragazzi oltre a infarcir loro il cervello con nozioni errate e/o ideologiche. Almeno: io l’ho vissuta così.
Per favore, ho passato 13 anni di scuola iniziando le lezioni alle 8:00, non è una tortura, non è impossibile seguire, richiede solo un piccolo sforzo; li vogliamo trattare come bimbi questi adolescenti o li vogliamo far maturare?
Svegliarsi la mattina a un quarto alle sette per poter prendere l’autobus delle sette e dieci, stipati come bestie su scassoni inquinanti non aiuta certamente a farti amare la scuola; non so tu, ma io arrivavo intontito e anche leggermente incazzatino. Mi piacerebbe sapere se gli studi che cita la Foster siano corroborati da solide prove; se così è necessario agire di conseguenza. Non è certo lo svegliarsi presto la mattina a trasformati magicamente in una persona matura (tantomeno un pezzo di carta preso dopo un esamino: SIA CHIARO).
Che c’entra il fatto che si è “grandi”? Quando si sta tenendo una lezione sarebbe bene uscire dalla classe se proprio necessario, o almeno senza perdere passaggi importanti. Proprio perché sono “grandi”, avranno imparato a trattenerla 😀
Proprio perché si è capaci di trattenerla si è anche capaci di chiedere appunti al compagno che era presente mentre tu eri in bagno.
L’intervallo a metà mattinata serve anche a questo, poi da seduti si prendono appunti e si svolgono esercizi; di nuovo mi sembra una premura eccessiva.
Stare seduti concilia il sonno, questo è certo; le palpebre si abbassano, la testa poggia sulle braccia conserte sopra il banco e ronf ronf, si recupera il sonno perduto :-). Inoltre gli studenti sono tutti diversi: un mio compagno doveva disegnare durante la lezione per stare attento, e, ti assicuro, se veniva lasciato in pace a disegnare si ricordava tutto quello che era stato detto. C’è chi riesce a stare attento da seduto, chi no e chi deve correre e saltare.
Questa obiezione la vedo un po’ grave, perché mi sembrerebbe terribile una scuola in cui gli studenti vengano in qualche modo smistati a priori, cioè all’inizio dell’anno scolastico (e non alla fine), in base a maturità e competenze a prescindere dall’età, quando in realtà mi sembra giusto che tutti i ragazzi ad una certa età siano indotti ad un certo livello culturale, di maturità e di competenza. Inoltre, se non viene su questi punti raggiunta la sufficienza, si viene bocciati e ci si ritrova con compagni di un anno più giovani…e quindi come vorrebbe questa professoressa!
La Foster non ha detto questo.
In generale sarei d’accordo, ma nel contesto di questa lettera suona un po’ ambiguo, non vorrà mica che a scuola si smetta di bocciare?
La Foster non sostiene questo. Inoltre io ho certe riserve sull’efficacia dello strumento “bocciatura”, lo trovo un trattamento nazi molto umiliante. Se lo studente viene bocciato è un fallimento della scuola e degli insegnanti, lui le cose non se le immagina (sento già il prof che corre a prendere il fucile :-)).
Catastrofismo da Global Warming che si commenta da sé, inoltre noto che purtroppo la professoressa ha anche usato un “soprattutto” per questo punto molto discutibile.È catastrofismo fino a quando la catastrofe non si verifica.
Luca, da quello che leggo vedo che tu hai una visione della scuola e degli studenti un po’ utopistica, io insegno da 30 anni e ancora ogni giorno comprendo un po’ meglio certe dinamiche. Allora procedo analiticamente:
1- Il fatto di iniziare la lezione alle 8 o alle 10 non deve essere confuso con i problemi dei mezzi pubblici. Se ipotizzassimo un inizio alle 10 dovremmo spostare l’uscita alle 15,30 – 17,30 del pomeriggio con la conseguenza di dover scegliere se studiare o avere una vita anche al di fuori della scuola. Sicuro che sarebbe un vantaggio?
Inoltre le prime ore del mattino sono le migliori in assoluto per la concentrazione mentale. Lo vedo negli studenti che ho davanti, è uno studio che porto avanti da molti anni…
Inoltre spostare l’entrata alle 10 significherebbe spostare l’ora di andare a letto all’una del mattino o peggio, chi la pensa diversamente non ha figli o si illude, basta pensare a quello che succede durante la vacanze, allora qual è il guadagno?
2- il permesso per uscire serve perché, sempre per esperienza diretta, solo il 10% delle uscite per fare pipì è per fare pipì, il restante 90% sono passeggiate, telefonate e sigarette, l’aula diventerebbe peggio di un vagone della metro tra gente che entra e che esce.
3- stare seduti davanti alla playstation riesce benissimo per molte ore, cos’è che succede, cambia la fisiologia tra lo studio e il gioco?
4- la divisione per età va benissimo, è la soluzione migliore possibile, te l’immagini le contestazioni di ragazzi e famiglie se le classi si facessero con altri criteri?!? Hai mai visto cosa succede nelle squadre di calcio quando il pargoletto non viene messo nella squadra dei migliori o lasciato in panchina?
Inoltre, una classe deve seguire uno stesso programma, che me ne faccio di uno molto maturo umanamente se non ha fatto gli studi propedeutici per quell’anno di corso? No, proprio non ci sono alternative.
5- sui soldi è una banalità che in quanto tale non necessita di commenti.
6- gli studi che si fanno servono a strutturare umanamente e cognitivamente, quindi avanti tutta col latino e il greco, la letteratura, la storia dell’arte, le scienze di base con qualche approfondimento sulle novità e la filosofia: chi esce con questa preparazione si metterà sempre “in tasca” quelli che pensano che si debba fare solo quel che è “moderno”.
Le materie non si possono scegliere, ad esempio chi inizia uno sport non può dire all’allenatore cose serve fare e cosa no.
7- Le tecnologie sono utili ma sono l’ultima delle priorità.
Il finale sulla crisi climatica poi mi fa venire l’orticaria… al resto non replico.
Non era certo mia intenzione dare lezioni a chi ha insegnato più tempo di quanto io abbia vissuto. Ho solo riportato la mia esperienza (molto negativa, da come si può ben vedere dal commento che ho lasciato).
Ciao Luca, scusa se ho dato l’impressione di una risposta polemica, di fronte non mi figuravo te ma la prof. canadese… 🙂
E comunque mi dispiace veramente quando sento l’esperienza di persone dalla mente vivace e interessate come te che hanno vissuto esperienze negative a scuola, non sai quanti ragazzi davvero ricchi di possibilità ho incontrato completamente delusi.
Il problema della scuola è solo un problema umano, dato un insegnate preparato, che ama ilproprio lavoro e ha a cuore i ragazzi si può fare un’ottima scuola anche in una capanna, il resto è in più.
Ho l’imbarazzante sospetto che la mia definizione di “vestigia” non sia la stessa di quella di Adriano.
Io intendo struttura vestigiale un organo, o più in generale un tratto (fenotipico), che ha perso la propria funzionalità ancestrale, ossia quella per la quale si è evoluto, ma è stato conservato, ossia non è stato oggetto di una pressione evolutiva sufficiente, nel tempo in cui si è esercitata, a determinarne la scomparsa. [1-2]
Credo sia questa la definizione corrente. E, importantemente, non impone che una struttura vestigiale sia forzatamente e completamente inutile. L’utilità per la fitness di un organismo di un struttura vestigiale varia, bensì, dall’essere un detrimento (se è correlata con altri tratti utili) all’essere neutrale, all’essere vantaggiosa, ma non adempiere la sua funzione ancestrale [1, pp 1131-1133]).
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Mi pare che Adriano faccia un esercizio di “attacco allo spaventapasseri”, nel momento in cui si sforza a ribadire che molti organi vestigiali non sono inutili. Nessun biologo evoluzionista sostiene il contrario.
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[1] Muller, G. B. (2002) “Vestigial Organs and Structures.” in Encyclopedia of Evolution. Ed. Mark Pagel, New York: Oxford University Press.
[2] Delahousse, B. and Meganck, M. (2009). Engineering in Context. Academica.
“Mi pare che Adriano faccia un esercizio di “attacco allo spaventapasseri”, nel momento in cui si sforza a ribadire che molti organi vestigiali non sono inutili. Nessun biologo evoluzionista sostiene il contrario.”
Mi fa piacere sapere che gli organi vestigiali non sono inutili, adesso allora lo facciamo sapere anche a Pikaia… 🙂
http://pikaia.eu/wp-content/uploads/2014/12/glossario.pdf
Non sono definiti dalla loro inutilità (che è poi una connotazione scivolosa, in biologia, perché confonde ciò che “non fa niente” e ciò che “non serve a niente”, come già dicevamo a riguardo delle sequenze non codificanti che fanno qualcosa ma non servono).
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La voce di Pikaia personalmente non mi piace. Anche organi non vestigiali sono il retaggio dell’evoluzione. E la funzionalità resasi marginale è quella ancestrale (stabilita attraverso analisi filogenetica comparativa). Per inseguire brevitas ed usare una terminologia semplice, credo che quella voce sia risultata poco rigorosa (del resto quello non è un testo di riferimento per qualcuno che intenda criticare la teoria dell’evoluzione).
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Speravo che la discussione, però, non fosse una gara a chi sbaglia più forte. Pikaia che propone una definizione approssimativa o Adriano che usa tale definizione approssimativa per fondare una critica alla teoria evoluzionistica?
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P.S. Enzo, una “Critica Scientifica” non dovrebbe riservare trattamenti di riguardo agli amici: tu sai che la definizione di Adriano è uno strawman, perché non la critichi?
Gvdr, apprezzo molto i tuoi contributi e i riferimenti che fornisci, però se ci pensi bene fare critica dell’informazione è un’attività che non può prescindere dalla stessa informazione che si trova pubblicata e con la quale ci si deve confrontare.
A questo punto il problema evidenziato dal glossario di Pikaia è che per organi vestigiali si intende generalmente proprio organi ormai inutili, e quindi nella realtà quello degli organi vestigiali non è uno strawman ma l’accezione corrente più diffusa (errata se vuoi, ma corrente).
Ma anche volendo tenere presente la definizione da te indicata come quella generalmente valida, l’articolo di Adriano resta corretto nei contenuti convergendo con la stessa affermazione che non si tratta di organi ormai inutili.
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Infine il fatto che gli organi vestigiali abbiano una funzione non li rende neanche più vestigiali ma semplicemente degli organi come gli altri, insomma tutti gli organi funzionanti essendo derivati da qualcosa di precedente dovrebbero essere definiti vestigiali!
Ma allora perché continuare ad usare tale termine? Ecco allora che questo articolo è comunque utile perché ha messo in evidenza il fatto che se gli organi vestigiali non sono inutili non è più necessario e non ha senso usare il termine “vestigiale”.
Come risultato non mi sembra poco.
E no, caro Enzo, la definizione è chiara: una struttura vestigiale non è più utile per la funzione per la quale era stata selezionata. Il che la rende diverse da un organo non vestigia. Il cuore sta ancora svolgendo la funzione per il quale era stato selezionato. I muscoli dell’orecchio, anche se utili per la termoregolazione, non svolgono più la funzione per il quale si sono evoluti ancestralmente, che era quella di muovere le orecchie. Insomma, Adriano fa un un buco nell’acqua. E se tu fossi onesto lo ammetteresti.
@ GVDR
Dire che una struttura è stata selezionata per una funzione è un terreno piuttosto scivoloso.
Posto che in un meccanismo a-finalistico le strutture emergono casualmente, si può successivamente proporre, che tali strutture si siano rivelate utili rispetto un certo contesto esterno, ma si possono rivelare utili anche in altra situazione.
Definire cosa sia adatto ed utile, scientificamente, è un terreno piuttosto sciviloso, perchè riguarda grandezze qualitative e non quantitative.
Detto questo, come le avevo promesso, le sue perplessità rispetto ai risultati del progetto ENCONDE per come qui esposte, et similia, le girerò a mio fratello che le girerà direttamente a coloro che si sono occupati del progetto.
@Gvdr,
sono onesto, per questo non posso ammettere quello che non è vero.
La totalità degli organi non può essere comparsa per la funzione che assolve attualmente, tanto che si è dovuto coniare il termine “exaptation” proprio per indicare gli organi manifestamente non selezionabili in origine e derivati da altri con funzioni differenti.
E allora torniamo a quanto ho affermato: se gli organi vestigiali sono quelli che hanno mutato funzione nel corso dell’evoluzione, a ben vedere la totalità degli organi attuali sono vestigiali.
Anche il cuore che tu citi come esempio, anche se ha una funzione uguale da milioni di anni, deriva in origine da cellule contrattili, cellule muscolari, che però originariamente dovevano avere una funzione differente.
@Lutman
Ha assolutamente religioso, “evoluto per” e “selezionato per” sono espressioni pericolose. Io le uso, con un certo abuso di linguaggio nella traduzione, al posto dell’inglese “selection for”. Quest’ultimo è gergo, ed è definito in modo rigoroso e totalmente a-finalistico: un tratto fenotipico (un organo, una struttura) per essere selezionata positivamente deve conferire all’organismo che lo ospita un vantaggio in termine di fitness (informale). Questo, a sua volta, significa che devono esistere dei processi fisici, durante il corso della vita dell’individuo, duranti i quali il tratto fenotipico adempie la sua funzione determinando una maggiore probabilità di successo riproduttivo (a livello della selezione). Si noti che i processi fisici non sono per forza esterni all’organismo (o all’individuo-livello di selezione). Ed è inoltre una cosa misurabile, anche in laboratorio, in termini di correlazione (con un po’ di attenzione) fra successo riproduttivo e presenza/assenza (o sviluppo) del tratto. Il classico esempio è la funzione del cuore, che è stato selezionato per pompare sangue, e non per fare rumore. Il riferimento è di nuovo Pigliucci&Kaplan.
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Ha fatto bene a chiedere, avrei dovuto chiarire prima. Per ENCODE: faccia pure, se è convinto di aver capito bene le mie perplessità. In realtà, quelli di ENCODE le conoscono già (non sono mie, in effetti, ma sono perplessità pubblicate da ben più rilevanti scienziati e che ENCODE, negli ultimi articoli pare avere capito e accettato).
@Enzo, il cuore è identificabile come cuore in, almeno, tutti i vertebrati. Non abbiamo alcuna difficoltà a classificarlo “cuore” anche se lo vedessimo sul tavolino anatomico di un laboratorio, quando non è nel suo contesto e non sta svolgendo alcuna funzione per l’organismo che lo ospitava.
In tutti i vertebrati il cuore esercita la stessa funzione.
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Il gruppo d’ossa delle balene, sono chiaramente identificabili come arti posteriori. Non abbiamo difficoltà a classificarli “arti inferiori” anche se lo vedessimo sul tavolino anatomico di un laboratorio, quando non è nel suo contesto e non sta svolgendo alcuna funzione per l’organismo che lo ospitava. In tutti i mammiferi gli arti inferiori svolgono funzione locomotoria. Nelle balene quella funzione è del tutto scomparsa o assolutamente marginale.
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Veramente non vede alcuna differenza fra i due casi?
@ GVDR
“Ha assolutamente religioso, “evoluto per” e “selezionato per” sono espressioni pericolose.”
Non religioso ma metafisico.
Risponde infatti alla domanda “perchè” e non “come”.
Rimane per me aperto il dubbio del “come mai” in biologia abbia avuto successo il concetto di “contingenza” quando questi meccanismi derivano da un principio di causa effetto, principio piuttosto condiviso nel metodo scientifico, tanto che come lei stesso dice sono verificabili sperimentalmente in laboratorio.
Secondo lei?
GVDR fammi capire, se Pikaia (e non solo lui) sbaglia non bisogna farlo notare? Che ragionamento è? Rabbrividisco. Qui ci bollavano come creazionisti pur non parlando di creazione. Tu così vuoi adoperare due metri e due misure. Non è tanto questione di non essere fessi ma di giustizia. La tua è una giustizia perversa.
No, suvvia Adriano, un minimo di sforzo nel leggere. Quando qualcuno sbaglia bisogna sempre farlo notare. Ma non si può prendere una definizione sbagliata come base sulla quale costruire una critica ad una teoria scientifica. Ed è quello che hai fatto tu, volendo smentire la teoria dell’evoluzione “perché le strutture vestigiali non sono inutili”.
E’ sufficiente consultare Wikipedia per avere un’idea su cosa realmente si intenda per organo vestigiale:
Sono considerate vestigia (dal latino vestigium, impronta, orma) quegli elementi di un organismo (per esempio l’uomo) che in esso persistono, ma che hanno perso del tutto la funzionalità che invece avevano in un antenato o nell’embrione.
http://it.m.wikipedia.org/wiki/Vestigia_(biologia)
Concorde alla loro totale inutilità è anche l’Enciclopedia Treccani:
Si dice di organo che in una specie è atrofizzato e non funzionale e che, al contrario, permane completamente sviluppato e funzionale in altre specie affini, come, per es., le ossa pelviche che persistono in alcune balene nonostante la mancanza degli arti posteriori.
http://www.treccani.it/enciclopedia/vestigiale/
Questo è un ottimo esempio del caos nel quale versa l’opinione pubblica a causa di questa scienza omertosa.
Mi sembra chiaro che Wikipedia non parli di “totale inutilità” ma di perdita della funzionalità che invece avevano in un antenato o nell’embrione. Sono due cose diverse. Confonderle vuol dire voler mischiare le carte in tavola.
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(Né wikipedia né la Treccani sono fonte primarie per la scienza)
No, Wikipedia è molto chiaro: Sono considerate vestigia (dal latino vestigium, impronta, orma) quegli elementi di un organismo (per esempio l’uomo) che in esso persistono, ma che hanno perso del tutto la funzionalità..
1 Se possedevano funzionalità in un antenato lontano non vuol dire che l’abbiano conservata anche adesso. La frase si aggancia chiaramente a quella da me citata.
2 Se tali funzionalità appartengono allo stato embrionale vuol dire che sono utili. Non è il caso di quelli da me citati e che gli stessi darwinisti utilizzano come evidenza di evoluzione.
Wikipedia e la Treccani rispecchiano la disinformazione generale, in linea col tema del discorso: gli organi vestigiali non sono prova di evoluzione. Un po’ di sforzo per leggere sarebbe gradito anche da parte tua.
Adriano, non è che a ripetere una cosa, questa diventa vera. Wikipedia specifica benissimo quale è la funzionalità che viene meno: quella che la struttura aveva in un antenati o nell’embrione. E aggiunge: “Un elemento vestigiale può non aver alcun ruolo nell’organismo, come l’epooforon nella donna, oppure può avere ancora qualche funzione, come i denti del giudizio[1], o ancora aver cambiato funzione, come il sacco vitellino nell’embrione umano.”. Non è arrivato nemmeno a leggere il terzo paragrafo?
Adriano, non è che a ripetere una cosa, questa diventa vera.
Il torto grida e passa avanti. Sono molto perplesso nell’appurare come le venga difficile accettare un’etichetta palesemente errata, quanto diffusa, solo perché proveniente dalla sua stessa scuola di pensiero.
Wikipedia specifica benissimo quale è la funzionalità che viene meno: quella che la struttura aveva in un antenati o nell’embrione.
La funzionalità viene meno in conformità con la prima dicitura, quindi siamo d’accordo sul fatto che risulti mancante. L’antenato possedeva dunque la suddetta funzione, mentre l’attuale forma no. Un organo utile durante la fase embrionale ha invece uno scopo durante la vita dell’individuo. E’ un nonsense considerarlo come vestigia in riferimento alla definizione generale scritta prima, ma è un errore di Wikipedia che si contraddice.
La struttura X esercita le funzioni Y_1, …, Y_m nell’antenato S_a della species S. Nella grande maggioranza delle specie S_o discendenti da S_a l’organo X esercita la funzione Y, ma non in S. In S l’organo X esercita per nulla (o marginalmente) le funzioni Y_1, …, Y_m (mentre esercita altre funzioni diverse da Y, come Z_1, …, Z_n).
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In lingua corrente: [La struttura X] ha perso [in S] del tutto le funzionalità [Y_1, …, Y_m] che invece aveva in un antenato [S_a].
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Non c’e’ nessuna parte della frase che imponga ad X di non esercitare un’altra funzione Z_i in S.
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A me pare lapalissiana la definizione, se veramente non la capisce non so come renderla piu’ immediata.
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E lei deriva la sua tesi, sulla non evidenziaita’ degli organi vestigiali, da una errata definizione di comodo. Questo non e’ intelletualmente onesto. E mi meraviglia che Enzo avvalli cio’.
Solo lei vede l’eventualità di una funzione secondaria e la mancanza di uso improprio di tale argomentazione nel testo citato. Lo dimostra anche un’altra frase scritta più avanti:
Oggi gli organi vestigiali sono interpretati come “relitti evolutivi” che erano funzionali negli antenati. Poiché la loro esistenza sarebbe difficilmente spiegabile nell’ipotesi di fissità delle specie, essa costituisce una prova dell’evoluzione.
We agree to disagree. A me questa frase, terza linea della definizione in Wikipedia lingua italiana, pare non lasciare alcun dubbio:
“Un elemento vestigiale può non aver alcun ruolo nell’organismo, come l’epooforon nella donna, oppure può avere ancora qualche funzione, come i denti del giudizio[1], o ancora aver cambiato funzione, come il sacco vitellino nell’embrione umano.” (grassetto mio)
Mi pare di aver già detto in un altro punto che Wikipedia si contraddica. D’altronde è scritta da più mani, e non è quindi impossibile ma anzi molto probabile che che risulti discordante. Ad ogni modo trovo che lei si sia fissato troppo su questo concetto. Mi pare stia facendo la figura di chi si arrampica sugli specchi, oltre ad avere i paraocchi (già solo la Treccani è un ottimo esempio di quale sia l’opinione più diffusa).
GVDR, stiamo ancora aspettando che lei dica che la definizione su Pikaia era sbagliata. Fino ad ora ha detto solo che: “non mi piace” oppure che è: “poco rigorosa”. Ce la facciamo a fare un ultimo piccolo salto “evolutivo”?
Poco rigoroso, abbastanza approssimativa, … Sono di formazione un matematico, quelli sono epiteti molto pesanti per me. Del resto non ho alcuna difficoltà, e anzi l’ho fatto svariate volte, nel dire che Adriano basa la sua critica su una definizione sbagliata (che è quella contenuta in un glossario di Pikaia).
GVDR, molto bene. A questo punto le chiedo se conosce altri siti o opinionisti o appassionati o studiosi che, come CS meritoriamente per prima e quindi io e lei subito dopo, si siano accorti che la definizione di Pikaia (ricordo, il portale dell’evoluzione) sugli organi vestigiali è sbagliata? Non le sembra curioso che nessuno se ne sia accorto prima? E che nessuno di Pikaia stesso se ne accorga? Dobbiamo ritenerlo un errore di “divulgazione” (poco più che un refuso) oppure un tentativo di strumentalizzare la definizione e la vicenda degli organi vestigiali a favore e supporto di una teoria?
Guardi, credo sinceramente che chi si occupa di biologia dell’evoluzione non si affidi ad un glossario (Sia esso di PIkaia o meno). Temo, semplicemente, che quell’errore sia passato inosservato.
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P.S. Non credo piu’ di tanto, ma qui siamo nel ramo delle opinioni, che vi sia un intento di strumentalizzazione. Quantomeno perche’ la definizione rigorosa non offre meno supporto alla teoria dell’evoluzione che quella non rigorosa di Pikaia. Credo sia piuttosto un errore determinato dalla ricerca della facilita’ di lettura, che nella scienza e’ spesso foriera d’orrore.
Vede GDVR, a furia di ricercare la “facilità di lettura” non si capisce più quale sia l’oggetto (o la teoria scientifica) che si vuole sostenere e quindi divulgare. Per “facilità di lettura” si continuano a spacciare per vere immagini come: “la marcia del progresso”. Oppure ci si dimentica di dire che la principale motivazione per Darwin in merito alla evoluzione della specie (la selezione naturale) non è più, ad oggi, la principale motivazione alla evoluzione della specie. Per “facilità di lettura” si sostiene che l’evoluzione graduale possa coesistere (nella stessa teoria) con l’evoluzione a salti, tanto sempre di evoluzione si parla. Non le viene il dubbio che questa “facilità di lettura” sia un ‘eccezionale e taumaturgico espediente per ostinarsi a non voler ammettere errori o dubbi o limiti profondi di una teoria?
“Per “facilità di lettura” si continuano a spacciare per vere immagini come: “la marcia del progresso”.” <- Mi trova del tutto d'accordo nel trovare una pessima abitudine usare quella immagine quando si parla di evoluzione. Dire che e' fuorviante e' il minimo. A dirlo sono per primi gli scienziati stessi.
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Non sono d'accordo che oggi la selezione naturale non sia piu' la principale motivazione alla evoluzione della specie. Essenzialmente perche' non c'e' UNA principale motivazione che possa andare bene per ogni linea evolutiva in ogni momento della storia. Stabilire quando e quanto e dove la selezione naturale sia stata predominante, e' un programma di ricerca aperto. Sappiamo (abbiamo forte supporto evidenziale) che la selezione naturale e' stata molto importante in molti lineages.
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"Non le viene il dubbio che questa “facilità di lettura” sia un ‘eccezionale e taumaturgico espediente per ostinarsi a non voler ammettere errori o dubbi o limiti profondi di una teoria" <- Certo, e come me tutti gli scienziati e filosofi che conoso nutrono costantemente dubbi circa le teorie che sviluppano e sulle quali lavorano. E una buona parte del lavoro e' concentrato proprio nel confutare le proprie teorie. Occorre farlo con rigore e sistema. Il peer review (per quanto sia uno strumento limitato), i workshops, le domande alle conferenze, le chiacchiere al caffe', le litigate al bar dopo le conferenze, servono proprio a questo. E' solo quando una teoria ha resistito a tutti i tentativi di distruggerla che acquista credibilita'. Per ora, i dubbi si sono dimostrati cattive formulazioni o problemi concettuali risolvibili. Ma se domani qualcuno dovesse dimostrare rigorosamente che la teoria dell'evoluzione fosse erronea e proponesse un modello migliore, non avrei difficolta' a dirmi in errore. Ostinarsi a reiterare vecchie criticate basate su concetti mal assimilati, invece, non e' utile a questo processo di costante revisione.
GVDR, molto bene. Siamo d’accordo che la marcia del progresso e’ quantomeno fuorviante. Non siamo d’accordo però che a dirlo sono per primi gli scienziati stessi. Tutt’altro!
Se infatti tale immagine continua a campeggiare nei musei di scienze naturali, nei libri di testo, nei manifesti di convegni o di eventi scientifici, nei principali programmi televisivi di divulgazione scientifica, vuol dire che la “maggioranza” degli scienziati ancora non se ne è accorta che tale immagine e’ quantomeno fuorviante. Di più, se lei ferma per strada 100 persone a caso, almeno 80 le diranno che tale immagine corrisponde a verità scientifica oramai acclarata e indiscutibile. Diciamo quindi che una minoranza di scienziati (seppur qualificata) e una minoranza nell’opinione pubblica (di cui io e lei facciamo parte) e’ al corrente che tale immagine sia quantomeno fuorviante. E’ d’accordo con me?
Mi puo’ mostrare in quali libri di testo c’e’ quell’immagine? Io qui ho potuto controllare solo libri di testo universitari (le varie edizioni di Evolutionary Analysis di Herron e Freeman e Evolution di Futuyma) e non l’ho mai trovata.
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Uno dei rebuttal piu’ famosi e’ in Gould (1989) Wonderful Life. L’hanno criticata Maynard-Smith, Szathamary, Coyne, e altri. Se pensa che gli scienziati dovrebbero essere piu’ vociferi nel chiedere di non usarla, posso anche essere d’accordo. Se mi dice che non lo fanno, mi e’ difficile crederle.
Mi pare che l’intervento dell’utente GVDR abbia posto attenzione sull’importanza di chiarezza e accordo nelle definizioni (in tal caso, di quella di vestigia).
In particolare, considerando che la Treccani ed ancor più Wikipedia non possano certamente rispecchiare una fonte rigorosa e dettagliata di informazione scientifica, ed ammettendo che un organo vestigiale (seguendo la definizione suggerita da GVDR) non debba considerarsi necessariamente inutile, in particolare considerando la fallacia dell’impiego del concetto di inutilità in biologia, ne vengono fuori tali questioni:
1) esiste un gravissimo iato tra la ricerca biologica “darwinista seria” (la definizione di vestigia di GVDR) ed i fulcri della divulgazione scientifica (la definizione di Wikipedia, Treccani, Pikaia), che riflette uno stato di ignoranza di questi ultimi che non prescinde da un’opera pseudoculturale di ideologizzazione, mercificazione e banalizzazione della scienza, come sempre osservato in CS. Dalla qual cosa, per operare una vera critica scientifica è importante tanto discutere le fonti “serie” tanto i loro riflessi nella divulgazione, per cui è lecita l’attenzione del sig. Adriano data alle definizioni di vestigia che si riscontrano su Wikipedia e Treccani;
2) riguardo al concetto di vestigia in sé, si può ammettere per definizione che un organo vestigiale possa essere anche vantaggioso pur non adempiendo alla sua funzione iniziale (non è più vantaggioso per la sua funzione iniziale). Ma a ben vedere non vi è alcuna ragione a priori nel considerare che qualsiasi organo non vestigiale abbia avuto una qualsiasi differente funzione in passato: le strutture biologiche sono un complesso divenire, e darne un’interpretazione funzionalistica riflette un’opera di categorizzazione deterministica che reputo desueta in biologia. Inoltre, dire che un organo sia stato selezionato per una funzione mi pare quasi teleologico, in contrasto con l’azione casuale della selezione naturale e di molte mutazioni genomiche. Come afferma il prof. Pennetta, cade quindi la necessità scientifica di definire la vestigia, e l’articolo del sig. Adriano si può considerare una critica alla definizione “divulgativa” della stessa che è anche in linea con la considerazione dell’inutilità di definire la suddetta categoria di organi;
3) sono in accordo con l’utente GVDR nel dover operare una suddivisione delle fonti (divulgative e professionali); dalla qual cosa, come ho già detto, ne vengono una critica scientifica alla divulgazione e una critica scientifica alla ricerca professionale (ambedue più o meno dipendenti da istanze ideologiche e/o para-scientifiche).
Dico questo, ovviamente, dal basso della mia ignoranza, ed accetto qualsiasi osservazione e chiarimento.
1) La definizione di Wikipedia (sia inglese che italiana) sono corrette (e basta leggerle per capire che non dicono ciò che vorrebbe Adriano).
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Non c’è alcun problema a fare le pulci alla divulgazione. Ma è un madornale errore voler basare una critica alla teoria scientifica sulle definizioni fornite nella sua divulgazione. Per criticare la medicina non posso basarmi su “siamo fatti così”. Quello è l’errore di Adriano (l’articolo era una critica all’evoluzione, non alla divulgazione).
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2) La definizione rigorosa si basa sulla capacità di biologi e anatomisti di riconoscere organi e strutture. Veda la risposta ad Enzo. http://www.enzopennetta.it/2015/03/lerrore-degli-organi-vestigiali/#comment-35429 Selezionato per” traduce “selectioned for”, che ha una definizione tecnica gergale, diversa da quella nella lingua comune. Vedi risposta a Lutman. http://www.enzopennetta.it/2015/03/lerrore-degli-organi-vestigiali/#comment-35428
@GVDR
Grazie della risposta.
Ho ricontrollato le definizioni di Wikipedia e Treccani; effettivamente la definizione da Lei proposta corrisponde a quella della Wikipedia italiana: “un elemento vestigiale può non aver alcun ruolo nell’organismo […] o ancora aver cambiato funzione, come il sacco vitellino nell’embrione umano”. Similmente è anche nella Wikipedia inglese. Nella Treccani, invece, si dà la definizione proposta dal sig. Adriano.
Per quel che riguarda la divulgazione (mi ha fatto sorridere con l’esempio del cartone animato), credo esistano diversi tipi di divulgazione. La divulgazione ” infantile” è certamente diversa da quella operata e.g. da Dawkins, al quale è unanimamente riconosciuta una certa competenza in materia. La produzione di Dawkins rappresenta difatti una Summa delle idee e teorie dell’evoluzionismo darwiniano contemporaneo. Per la qual cosa, criticare (sempre nell’esempio) Dawkins equivarrà a criticare, appunto, un’insieme di interpretazioni dominanti che sono sintesi del vasto panorama di ricerca contemporaneo. Ammetto, ovviamente, che sia necessario anche criticare scientificamente anche gli stessi paper nel dettaglio (ancor di più, per giunta).
Su evidenze e interpretazioni di anatomia comparata non posso dir molto altro di quanto ho ipotizzato nel mio commento precedente, essendo completamente a digiuno in materia.
La ringrazio, comunque, per avermi distillato il dubbio (pare che i dubbi facciano più bene delle risposte talvolta, mh…).
* instillato (colpa del correttore)
“La produzione di Dawkins rappresenta difatti una Summa delle idee e teorie dell’evoluzionismo darwiniano contemporaneo.”
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La stupirebbe sapere quanto spazio e’ riservato a Dawkins in un testo a livello universitario di filosofia della biologia o biologia evoluzionista. Ne ho due davanti. Uno e’ Conceptual Issues in Evolutionary Biology, third edition, una antologia curata da Elliot Sober ed intesa per un graduate student (studente di laurea specialistica) in biologia o filosofia (uno dei classici del genere dalla prima edizione nel 1984). L’altro e’ il molto piu’ divulgativo Evolution, di Mark Ridley, edizione del 1997. Nel primo NON c’e’ UN passaggio da un opera di Dawkins, nel secondo c’e’ un passagio di una (1) pagina su 430 (circa sessanta autori diversi).
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I protagonisti del dibattito culturale sono altri: Sterelny, Godfrey-Smith, Kitcher, Pigliucci, Sober, Ruse, Coyne, Orr, Lewontin, Szathamáry, Lloyd, …
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Dawkins ha scritto cose importanti, scientificamente, a cavallo fra i ’70 e gli ’80 (The Selfish Gene (1976) e The Extended Phenotype (1982) ). Oggi e’ molto attivo nella divulgazione, in un modo che e’ spesso criticato da altri scienziati e filosofi (Vedi Sober stesso, o Ruse). Per cui non e’ vero che “criticare […] Dawkins equivarrà a criticare, appunto, un’insieme di interpretazioni dominanti che sono sintesi del vasto panorama di ricerca contemporaneo”. Criticare Dawkins significa crititare Dawkins. Lo fanno anche ricercatori di molto piu’ peso nel dibattito scientifico attuale.
Citavo a titolo paradigmatico Dawkins in quanto, non essendo ferrato nell’argomento, non mi venivano in mente personaggi del dibattito contemporaneo più eminenti o importanti. Grazie comunque dell’attezione (non dirò più nulla, così non farò altri guai, mh…).
Ma quali guai Alio!
Fai bene a citare Dawkins, ma allora possiamo sapere de Dawkins dice cose corrette o racconta balle?
Perché se dice cose corrette non fa altro che portare al grande pubblico la visione scientifica che attinge ai “piani alti”, se racconta balle non si capisce perché questo non venga chiaramente detto dai darwinisti seri avvisando così i suoi milioni di lettori di evitare le sue pubblicazioni.
E invece il suo pensiero è così autorevole e meritorio di essere portato al grande pubblico che su Le scienze vengono riportati automaticamente i suoi tweet.
Diciamo la verità, Dawkins esprime proprio il pensiero darwinista.
Ma chi l’ha detto che questo non avviene? Quando Dawkins la fa fuori dal vaso, nessuno gliele risparmia.
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Tanto per fare un esempio, questo e’ quanto dice l’ateo darwinista MIchael Ruse, un filosofo dell’evoluzione ateo e rispettato, un “evoluzionista serio” su Dawkins dalle colonne del Guardian http://www.theguardian.com/commentisfree/belief/2012/oct/02/richard-dawkins-humanists-religion-atheists
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In “Evidence and Evolution”, l’ateo darwinista Sober riserva una dettagliata criticata (che sono convinto ti piacerebbe) sulla tesi di Dawkins che evoluzionismo e religione sono incompatibili. Una critica serrata e’ riservata a Dawkins (e ai new atheists) nell’ultimo libro dell’ateo Frans de Waal “The Bonobo and the Atheists”.
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Qui l’ateo darwinista Pigliucci su Dawkins, dal suo podcast “Is Richard Dawkins really that naive?” http://rationallyspeaking.blogspot.co.nz/2009/04/is-richard-dawkins-really-that-naive.html
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Quattro esempi di critiche su giornali ad alta tiratura, libri specialistici, libri divulgativi e new media (blog e podcast).
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Detto questo, anche un tipo (che a me sta antipatico, ma ho problemi con chi si crede, a torto o a ragione, famoso) come Dawkins puo’ scrivere cose intelligenti e degne di essere lette e meditate (e nel passato l’ha fatto). Ma dire che non e’ criticato quando esagera e esce dal suo ambito di expertise, e’ semplicemente falso.
1) La definizione di Wikipedia (sia inglese che italiana) sono corrette (e basta leggerle per capire che non dicono ciò che vorrebbe Adriano). […] Quello è l’errore di Adriano (l’articolo era una critica all’evoluzione, non alla divulgazione).
Io ho citato esclusivamente la Wikipedia italiana, proprio come ho fatto con la Treccani (finita nel dimenticatoio). Come ho già detto l’errore c’è e si legge chiaramente. Nel mio articolo mi lamentavo di come i sostenitori del darwinismo, soprattutto in passato, volessero propinare gli organi vestigiali come una prova a sostegno dell’evoluzione al punto da utilizzarla come reperto al processo Scopes Monkey Trial nel 1925. L’etichetta era sbagliata allora come lo è anche ai giorni nostri. Prima voleva essere uno strumento d’offesa, oggi i più onesti si limitano a perpetuare un nome improprio (accompagnandolo magari da definizioni inesatte).
La definizione di Wikipedia (SIA inglese che italiana)
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“Sia” e’ usata congiunzione disgiuntiva correlativa. La definizione di Wikipedia, che la leggiamo nella versione in lingua inglese o nella definizione in lingua italiana, e’ corretta.
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Sia Wikipedia che Treccani non sono fonti autorevoli ne’ per la biologia, ne’ per la filosofia.
Per l’ennesima volta: quelli da me citati sono esempi che dimostrano quale sia l’opinione più diffusa, nata nel passato e purtroppo ancora comunemente perpetuata.
Per la wiki italiana vedi il mio commento sopra.
Non so se gvdr abbia dato uno sguardo al mio intervento sulla crisi di riproducibilità della letteratura scientifica alta (is the end of the science..) dovrebbe secondo me in quanto da matematico è naturalmente portato a sottovalutare l’erraticita’ e il lato oscuro e incontrollabile del mondo li fuori. Non ha alcun senso una teoria che abbia un lato essoterico divulgativo e perciò fallace e pecione e un lato esoterico per soli iniziati in cui ci sono le cose vere ma separate da una cortina per il volgo. Così ragionano i maghi non la scienza.
Caro Alessandro, hai presente quanto “woo”, quanti ciarlatani, guaritori, divulgatori bislacchi, pressapochezza e fuffa varia gira attorno alla fisica? E non solo alla “moderna” fisica quantistica (prova cercare su google “quantum healing”), ma anche alla più classica relatività Einsteniana. E ti sembra che, invece, la matematica sia trattata meglio nella divulgazione (a parte splendidi controesempi)? Giuro che se vedo un altro libro su “la matematica ovunque” che parla della “magica proporzione aurea” tanto amata da tutti i divulgatori (che sta alla matematica come Papetti al Coltrane di Live! at the Village Vanguard) comincio a declamare i paper di Erdös finché non mi portano via di peso.
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In realtà, c’è molta letteratura divulgativa di ottima fattura e grande rigore (l’enciclopedia curata da Mark Pagel ne è un esempio, e ne ho spesso citati altri. Purtroppo, però, è molto difficile (e non sempre ci si riesce) rendere comprensibile ad un pubblico di persone che non è disposto a studiare intensamente per almeno un paio d’anni, e che spesso non hanno strumenti concettuali scientifici e filosofici, una teoria complessa e ampia. Credo, e di nuovo questa è un opinione che mi sono fatto incontrando e parlando con i protagonisti, che chi fa divulgazione cerchi onestamente di perdere la minore quantità di contenuti possibili. Non sempre ci riesce…
Caro gvdr il punto veramente è un altro, per questo ti invitavo a dare un occhiata all’intervento dal titolo ‘is the end of the science (as we know it)’ pubblicato pochi giorni fa qui su CS, lì si parla di Science, Nature, PNAS..non di divulgazione. Poi è da capire cosa sia la divulgazione (che in sè è una brutta parola in quanto implica uno sversamento acritico dall’alto verso il basso di contenuti non discutibili).
Allora, negli Annali dell’Istituto Superiore di Sanità del 1938 Enrico Fermi ‘divulga’ a medici e biologi alcuni contenuti d’avanguardia della fisica del’epoca per convincerli che i traccianti radioattivi saranno in futuro uno strumento utile nel loro lavoro: non lo fa con supponenza o fornendo una ‘visione edulcorata’ della fisica ma semplicemente SI FA CAPIRE e quindi ammette la critica da parte degli ascoltatori.
Infiocchettare la matematica o la fisica con delle sovrastrutture può risultare fastidioso (e anche ame da fastidio) ma il punto non è questo: si può anche infiocchettare basta però che si trasmetta l’informazione corretta e verificabile e quindi mettendo il lettore nelle condizioni di comprendere in fondo di cosa si parli e quindi anche criticare .
Beh, su Science e Nature e similia mi pare che la fase divulgativa (giustamente fai notare che è cosa diversa dalla volgarizzazione, che pur può avere il suo ruolo) non mi pare sia mai fatta con sciatteria. Del resto, su quelle riviste non passerebbe un articolo che parlasse di strutture vestigiali come di qualcosa “totalmente inutile”. E, di nuovo, esempi di ottimi divulgatori (e bravi scienziati) esistono.
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Il problema, invece, della replicabilità è diverso. Non può esserci controllo della qualità scientifica di una pubblicazione se non c’è replicabilità. Ed è un problema importante. Nel gruppo di ricerca di cui faccio parte questo è un prerequisito di ogni lavoro (si pianifica PRIMA come verrà gestito l’accesso ai dati, il disclosure del codice, …). In genere, nella matematica dell’evoluzione, nella ecologia teorica, nella biomatematica ed in altri settori “poveri” (non girano gli stessi soldi che nella medicina, nell’economia, nell’ingegneria, in certa genetica orientata alla applicazioni mediche) esiste ancora una certa etica. Che dovrebbe essere presente anche altrove ma spesso la pressione commerciale vince.
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Io vedo di buon occhio iniziative di Open Access e transparent Post publication peer review (tipo il processo di pubblicazione di PeerJ e di revisione di PubPeer). Lasciare ai comitati redazionali la responsabilità di selezionare e vagliare le pubblicazioni si sta rivelando insufficiente. Credo sarà necessario un più attivo coinvolgimento della comunità scientifica. Ma ho più domande che soluzioni.
Caro Gvdr l’hai letto l’articolo ? Parliamo dell’NIH che si incazza proprio con i giornali importanti, leggilo dai, che ci metti ?
Guarda, per invogliarti ti aggiungo qui un pezzo preso proprio dal ‘articolo ‘In mezzo a un mare di falsi risultati’:
Amid a Sea of False Findings, the NIH Tries Reform – Research – The Chronicle of H… http://chronicle.com/article/Amid-a-Sea-of-False-Findings/228479/?key=QWJzKlRn…
As it happened, neurology researchers were ahead of the curve in
pointing out those problems. Scientists in Australia and Scotland
had begun documenting flaws in animal studies that had seemed
to support promising, but failed, stroke treatments. A similar effort
found parallel problems in spinal-cord research. And ALS
researchers, seeking a cure for Lou Gehrig’s disease, went back
and reproduced studies on more than 70 promising drugs. They
found no real effects.
“Zero of those were replicable,” Dr. Collins said. “Zero. And a
couple of them had already moved into human clinical trials,
which is like — oh, man. You’ve started maybe even putting
people at risk for exposure to a compound for which there is really
no compelling data that it was going to help. This can’t be.”
Armed with such data, Mr. Silberberg made a case for change. He
won over the institute’s director, Story C. Landis, who put her
grant reviewers on notice that higher standards were expected. But
it was clear to Ms. Landis that the problem wasn’t limited to
neurology; all of NIH needed to change. That culminated in a 2012
meeting with editors from journals like Nature, Science, and Cell;
financing agencies; and prominent reviewers. The first day,
everyone blamed each other. The second day, they started talking
solutions.
Caro Gvdr, l’etica non c’entra (quasi) nulla quanto ai settori poveri (dove anche io lavoro) la ripetibilità semplicemente non ha senso perchè uno descrive o dati statici e già controllati (come nel mio caso che lavoro su strutture di proteine depositate) oppure semplicemente fa dei modelli autoreferenziali che quindi (a meno di banali errori di calcolo) funzionano per forza, lo scienziato fa cioè delle ipotesi che poi sarà qualcun altro a vedere come funzionano in laboratorio e se gli sono di qualche utilità.. per cui l’onere della prova è di qualcun altro, ma ancora, leggi bene l’articolo che ho messo su CS, e vedrai che la mancanza di ripetibilità è una conseguenza della crisi di un paradigma…
Anche le analisi statistiche devono essere ripetibili, per essere patrimonio della cumunita’ scientifica. Questo significa, ad esempio, che i dati devono essere facilmente e fedelmente ottenibili (ergo, pubblicati open access da qualche parte, in un formato leggibile senza salti mortali) e il data flow e gli algoritmi usati disponibili (ergo, il codice deve essere pubblicato anche quello, o i metodi devono essere traducibili in codice senza ambiguita’).
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Ho letto l’articolo. Condivido alcune cose, non ne condivido altre (ne’ credo di essere particolarmente titolato a commentarle). Il mio professore di Storia della Scienza ripeteva che un cambiamento di paradigma che aveva bisogno di essere dichiarato non ha successo. Quei paradigmi che hanno successo, non hanno bisogno di profeti. Staremo a vedere.
Parlavo di realtà boccette liquidi pezzi di organo pazienti cioè materia su cui non abbiamo il controllo totale ma vedo che la materia sta svanendo e che non se ne riesce a comprendere la differenza con un data base il guaio è tutto qui tutto il resto come acutamente notava il prof.Califano è noia
Il resto è quello che fanno ricercatori come me e te, se capisco bene. E io son troppo giovane per dare consigli agli altri. Tu hai più esperienza e ne hai viste di più. Dunque mi occupo di quello che uno come me può fare per prevenire quella deriva. Tutti i tuoi paper sono ripetibili da chiunque? Hai sempre pubblicato i dati usati nelle analisi ed il codice usato? Probabilmente si, e dunque sei nella posizione migliore per chiedere a quelli che trafficano con “la materia” di essere altrettanto trasparenti e rigorosi.
@Gvdr, a me sembra di assistere ad una rappresentazione surreale.
Riepiloghiamo, qui viene pubblicato un articolo nel quale si afferma che non esistono organi “vestigiali” nel senso di residui ormai inutili e che chi afferma il contrario è in errore.
Tu intervieni dicendo che abbiamo ragione nella sostanza, non esistono infatti residui ormai inutili, ma abbiamo torto nel dire che da parte darwinista si vada affermando che questi esistono.
Allora ti faccio notare che questo è proprio quanto viene affermato sul sito Pikaia, cioè sul “portale dell’evoluzione”, che è il massimo riferimento della divulgazione sull’evoluzione in quanto diretto da Telmo Pievani che è a sua volta la massima autorità sul darwinismo in Italia (se non è lui mi indichi per favore chi lo è), la risposta anziché essere “grazie per aver contribuito a correggere un errore molto diffuso” è una reprimenda per aver confuso i veri scienziati (che non sono quindi quelli che scrivono su Pikaia o vi fanno riferimento) con quegli evidenti “peracottari” di Pikaia e dell’Enciclopedia Treccani.
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Quindi in conclusione, emerge come ha fatto notare Alessandro, l’immagine di una scienza fatta di insegnamenti essoterici con i quali si possono raccontare fanfaluche a milioni di persone, e insegnamenti esoterici riservati a quella ristretta cerchia che veramente sa di cosa si parli ma che non è interessata a quello che viene detto ai “babbani” che si informano al di fuori della suddetta cerchia e che anzi si irrita che detti errori vengano fatti notare.
Peccato non aver sentito il parere di Greylines…
Caro Enzo, io vedo nell’articolo tutt’altra ambizione, che non quella di far notare come un concetto scientifico rigoroso sia presentato nella divulgazione, spesso, in modo erronneo. Posso sbagliare, ma credo che L’articolo, come mi pare ben riassumere il tuo tweet, intenda dimostrare che “gli organi vestigiali non esistono” (falso, non esistono strutture che “non fanno assolutamente niente”, anche un brufolo fa qualcosa, al piu’ si dovrebbe parlare di strutture che non conferiscono un differenziale positivo di fitness all’organismo o al gruppo). Ancor di piu’, mi pare che l’obbiettivo, come si intende nei commenti di Adriano, sia quello di inferire che questa mancanza testimonia la fragilita’ della teoria evoluzionistica. Questo e’ sbagliato. Punto. Perche’ non ha validita’ un argomento che si basa su una definizione erronea. Se le premesse sono sbagliate, non si salvano le conclusioni.
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Se mi sbaglio, e se l’articolo puntava solo ad indicare la presenza, nella volgarizzazione della scienza, di una aporia concettuale, e richiamava l’attenzione su quella, beh, forse poteva essere espresso meglio, ma mi trovo d’accordo (l’avevo gia’ detto) nel fare le pulci alla divulgazione. E’ doveroso cercare di essere il piu’ possibile rigorosi (e in questo caso non credo sia fuori dalla portata dei comunicatori).
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Sulla “supremazia” di Pievani non mi pronuncio. Semplicemente, non lo so. Pievani mi pare piu’ impegnato nella divulgazione che nella ricerca scientifica, almeno ultimamente ,e mi vengono in mente altri nomi di italiani piu’ presenti in quello che leggo di solito(Pigliucci, Barbujani, Salemi, …) e tanti giovani (Serrelli, per fare un nome…) ma molti di questi, mala tempora currunt, non lavorano in Italia.
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Su essoterico e esoterico mi trovi, in parte, d’accordo. Sarebbe bello che tutti i lettori potessero attingere direttamente dai papers, senza bisogno di volgarizzazione (che e’ sempre un tradimento). Ma questo richiede un sforzo di vari anni, continuativo e specifico, che spesso e’ impensabile. Non succede solo nella biologia, ma anche nella fisica e nella matematica (ho mostrato vari esempi). Si cerca di fare il meglio possibile nel compromesso fra il rendere facilmente fruibile una divulgazione ed essere rigorosi e completi. Non sempre il risultato e’ soddisfacente.