Come aveva raccontato Bini Smaghi, ex membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea, tra l’estate e l’autunno del 2011, mediante leve economiche si è consumato un golpe di tipo nuovo.
In un grafico di Bloomberg la traccia di quegli eventi.
Che ci fosse stato un golpe delle istituzioni finanziarie europee l’aveva raccontato autorevolmente l’economista italiano ed ex membro del comitato esecutivo della Banca centrale europea dal giugno 2005 al 10 novembre 2011, proprio il giorno dopo la nomina a Senatore a vita di Mario Monti e sei giorni prima del suo incarico a Presidente del Consiglio, una tempistica che va inserita nella vicenda e della quale tutti i risvolti potrebbero non essere stati chiariti (in quei giorni Berlusconi premeva perché Bini Smaghi si dimettesse per consentire la nomina di Draghi a Presidente della BCE).
Il grafico è stato tratto da Bloomberg, quindi attendibile:
La linea verde rappresenta il Prodotto Interno Lordo (PIL, in inglese GDP), quella viola rappresenta il Debito Pubblico, e quella bianca i tassi di interesse dei BTP.
I valori riportati sull’asse orizzontale sono a partire dal Settembre 2011, proprio il periodo che va dal momento immediatamente successivo alla lettera che la BCE inviò al governo italiano (5 Agosto) e l’insediarsi del Governo Monti nel Novembre successivo. Come è possibile osservare, nel mese di Agosto i tassi di interesse iniziarono a salire (e con essi lo spread) in modo ingiustificato in contro tendenza ai valori del PIL e del debito pubblico che invece erano in un momento favorevole.
Successivamente si vede che i tassi segnano un doppio massimo rispettivamente nei mesi di Ottobre-Novembre per poi scendere bruscamente con l’inizio del Governo Monti che evidentemente dava un segnale che i “mercati” aspettavano per poi segnare un successivo massimo fino all’inzio del 2012 quando però viene a coincidere con l’inizio di una brusca discesa del PIL e un’impennata del debito pubblico. Ma cosa aveva chiesto la BCE al Governo italiano nella lettera del 5 Agosto? Eccone uno stralcio:
«Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un’azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell’area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell’euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l’Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.
Nell’attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure: 1.Vediamo l’esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita.
La BCE aveva in sostanza chiesto misure che rendessero il “bilancio sostenibile” accrescendo il potenziale di crescita e diminuendo il debito pubblico, inspiegabilmente quando gli indicatori economici mostrano che proprio quanto richiesto vira su valori negativi e significativamente peggiori rispetto al periodo precedente, la “fiducia dei mercati” torna a crescere. A meno di non voler ipotizzare che gli operatori economici siano inconsapevoli di quanto accade, si deve giungere alla conclusione che l’andamento dei tassi dei BTP, e quindi dello spread, non abbia le sue motivazioni negli indicatori economici.
Al contrario, dall’insediamento del Governo Monti in poi il PIL è andato sempre diminuendo e il debito aumentando ma lo spread è andato in contro corrente.
Si tratta di andamento evidentemente ingiustificato, i “mercati” premiano l’Italia quando gli indicatori economici virano su valori negativi, e questo obbliga a delle riflessioni. Quali erano le richieste della BCE? Le leggiamo nella lettera:
a) E’ necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C’é anche l’esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d’impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione.
La BCE ha imposto all’Italia un Governo non eletto usando un nuovo tipo di arma, lo spread, che appare avere un andamento irrazionale se riferito agli indicatori economici, appare invece razionale se riferito all’imposizione delle scelte indicate dalla BCE e che andavano nella direzione della svendita del patrimonio pubblico con le sue aziende più appetibili e il peggioramento delle garanzie per i lavoratori per ottenere una manodopera a basso costo per chi avrebbe comprato le suddette aziende.
Quello che apparentemente sembrava irrazionale è invece molto chiaro e razionale.
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26 commenti
Colleghi, sto post e’ un po’ che e’ fuori, il fatto che debba essere un caprone ignorante in Economia come me a fare il primo commento, forse rivela il perche’ funzionino i giochini del potere economico?
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Caro Enzo, si’ dal grafico non si trova il senso. Mi domando: esiste qualche metodo per cui quei parametri vanno in quel modo EPPERO’ si sta ristrutturando qualcosa che paghera’ dividendi in futuro?
E’ insomma possibile che stavamo come a dire aspettando troppo per il Pitstop, il che si’ ci stava facendo guadagnare posizioni ma a discapito di una strategia piu’ generale?
Chiaramente e’ sempre possibile imbastire una risposta tipo “si’, e’ cosi'”, perche’ chiaramente e’ sempre possibile dipingere i bersagli attorno a dove e’ andata a ficcarsi la freccia, pero’ la domanda la dovevo fare d’obbligo.
Pero’ il mio pensiero principale su sta cosa e’ diverso, poiche’ non ho seguito minimamente la cosa al tempo, veramente zero, Notavo solo la cosa al livello di “clamore di beoti”, volendo. Eppure ho notato l’estrema velocita’ e accettazione con cui tutto e’ successo. Voglio dire, il mio modo di seguire le news e’ particolare: non seguo tanto i significati quanto la ricorrenza dei concetti. E ricordo che, rivisitando questa mia conoscenza delle news, mi ha colpito:
1) la relativa mancanza di polemiche, persino da parte del dimissionario Primo Ministro
2) la mancanza di qualche specifico costrutto mitologico nei giorni precedenti, qualcosa insomma di grave all’Orizzonte
Come vedere un castello che ha dimostrato resistenza a ben altri assedi, che crolla senza neanche essere stato a lungo sotto assedio. Una nuova arma? Quel che penso anche io, ma addirittura manco il castellano sembra essere stupito, se ne va via senza domandarsi troppo cosa sia successo. A giudicare dall’effetto e’ stato un colpo da un cecchino, ma gli attaccanti hanno solo frecce, come puo’ essere tutto questo?
Ho precisato che la mia conoscenza di questa news e’ molto particolare, magari e’ una mia visione. Ma il mio “stupore” non e’ ragionato, ricordo bene il mio pensiero “ma mi spieghi di cosa e’ morto, che mica lo capisco?”.
Fabio, per essere uno che si definisce ignorante in economia hai fatto un bell’interventone!
In realtà non è necessario essere degli esperti, qui si parla di grandi temi dell’economia ma i meccanismi base non sono poi così difficili.
Quali fossero gli strumenti di pressione è stato già detto, ne abbiamo parlato qui su CS in Byoblu: E’ stato un golpe:
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“No, non ci siam capiti, se voi non sosterrete il Governo Monti noi non compreremo i vostri titoli per due mesi e voi andate in fallimento”
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Sul versante personale il Premier era sotto attacco nelle proprie finanze, basta guardare cosa stava succedendo al titolo Mediaset in Borsa:
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Riassumendo, se il Presidente del consiglio non si fosse dimesso sarebbe passato alla storia sia come quello che ha portato l’Italia alla bancarotta che come quello che nello stesso tempo ha perso una fortuna e, forse, le proprie aziende.
I motivi per assecondare il ricatto secondo me quindi c’erano, ed erano proprio quelli che costituivano quella nuova arma di cui hai parlato, quelle che sembrano frecce erano invece dei grossi massi lanciati con le catapulte, sia verso lo Stato che verso le proprietà del singolo.
Il costrutto mitologico c’è stato: lo SPREAD, di cui molti hanno scoperto l’esistenza solo in quei giorni, e di cui i tg parlavano continuamente. Inoltre girava la voce che lo Stato non sarebbe stato in grado di pagare gli stipendi nei mesi successivi e che quindi era necessario spremere i cittadini fino al sangue.
Triste verificare come la stampa si sia quasi tutta comportata da stampa di regime.
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“Non sarà necessario che qualcuno combatta la proposta di una censura della stampa. Non c’è bisogno di una censura della stampa. Abbiamo una censura ad opera della stampa.”
(G.K.Chesterton)
Giovanni, come dicevo quelli sono i miei ricordi selettivi ma, in quei ricordi, lo SPREAD e’ stata la causa, non la mitologia. Cioe’ e’ entrato in scena come un Deux ex machina. Appunto senza costruzione.
Questo per i miei neuroni.
E mi domando: il regime. Condivido. Ma quale regime?
O, parafrasando Jovanotti:
-fermati, in nome di Dio
-quale dio, il tuo o il mio?
Giovanni, dimostri di parlare di qualcosa che non conosci. Il rischio di non pagare gli stipendi a fine 2011 era reale: immagina di avere un mutuo sulla casa e di avere uno stipendio familiare di 2.000 euro. Con questi soldi devi pagare la rata del mutuo di 700 euro, dare la paghetta ai figli di 300 euro e pagare tutte le altre spese della famiglia. Improvvisamente (lo spread!) la rata del mutuo anzichè 700 viene a costare 1600 euro (chiaramente esagero, ma è per rendere l’idea): che fai? Beh innanzitutto tagli la paghetta ai figli (nel caso dello stato, non paghi più gli stipendi), poi vedi come puoi arrangiarti con i 400 euro residui per gestire tutto il resto ma la situazione diventa davvero drammatica. Allora il punto è capire perchè aumenta lo spread, non affermare che la storia che lo stato non ha più soldi per pagare gli stipendi sia una bufala. E sul perchè lo spread si possono dare mille spiegazioni: senza entrare nello specifico sono convinto che considerazioni di natura economica reale si siano unite a considerazioni di natura squisitamente politica e di insofferenza nei confronti del governo Berlusconi. Per cui lo spread è effettivamente diventato anche un’arma per mandare a casa il presidente del consiglio democraticamente eletto dagli italiani. Si sono amplificate grandemente delle ragioni economiche reali, per piegarle ad un fine politico obiettivamente anti-democratico. Poi a mio parere bisognerebbe discutere anche di quanto rimanga della democrazia quando a candidarsi premier è una persona che detiene le uniche 3 tv private rilevanti del panorama nazionale ed un 50% dell’editoria, ma quello è un discorso che ci porterebbe troppo lontano.
Forse le vostre posizioni non sono così lintane come può sembare, se è vero che lo spread è un elemento reale è anche vero che in quel periodo fi “mitizzato” al punto che in molti ne parlavano e lo temevano senza neanche aver capito di cosa si trattasse esattamente.
Che ci fossero elementi per cui potesse anche salire è vero, ma il modo in cu avvenne fu artificioso e strumentale, che poi i provvedimenti presi da allora in poi siano tali da far migliorare la situazione nel lungo periodo è tutto da vedersi, io personalmente sono dubbioso. L’unica certezza che ho sul lungo periodo è quella di Keynes: “nel lungo periodo saremo tutti morti”…
Infine voglio evidenziare che non ho ma fatto il nome di Berlusconi perché non è importante che fosse lui o no il Presidente del Consiglio e ritengo che avrebbe dirottato il discorso verso dispute partitiche che generano solo confusione.
Bravo Enzo, anche io ho evitato di fare il nome, perche’ altrimenti si parte con l’ideologizzazione. L’ho fatto appositamente, non e’ stato un caso.
Comunque a me non risulta che sto mostro “SPREAD” fosse un mostro pericoloso gia’ conosciuto. Vedo che non si vuol capire quanto ho scritto. Ora se qualcuno mi vuol raccontare che c’e’ un indice che impazzisce in un mese, beh, allora preferivo quando non c’erano commenti a questo post, sinceramente.
Noto anche una spaventosa remissivita’ “molti lo hanno conosciuto in quel momento, lo SPREAD”. Cioe’? Esiste quindi un mostro che puo’ ammazzare il Governo (che io ho votato o meno) e io cittadino non so che il Governo della mia Nazione puo’ essere spazzato via da un, cosa? Da un evento di un mese se va bene?
Questo e’ asservimento mentale verso il misticismo! L’ennesimo motivo per cui questi giochini riescono.
Manca qualcuno che dica “e’ nella natura dello SPREAD apparire e scomparire” o qualche altra stupidaggine, in stile “Fisica da neomistici”. Faccio infatti notare che e’ la stessa tecnica che ha pervato la “scienza”. E anche li’, una pletora di pecore asservite pronte a dire “siii’ e’ vero”.
Anche un lampione puo’ cadere. Ma non accade che la mattina vedo la mia macchina con un lampione sfasciato sopra, peccato che la macchina e’ in mezzo ad un campo di grano e come mai scopro solo “a danno fatto” che c’era questo pericolo?
Il bello e’ che sta gente accetta di farsi raggirare ed e’ pure contenta, abbagliata dal “ah io sono intelligente, ho capito perche’ questo e’ successo”, senza dare alcun peso a “e come mai io elettore non ho mai saputo nulla di questi pericoli”?
Non ho pieta’ per sta gente che ad ogni Azzeccagarbugli sta solo a cercare di memorizzare l’arringa proferita, perche’ e’ piu’ appagante essere moderni e aggiornati piu’ che essere responsabili gestori della Res Publica che, come dice il nome, e’ di tutti.
PS: ma sbaglio o lo SPREAD era poi risalito agli stessi valori EPPERO’ nessuno s’e’ dimesso? Nessuno che si sente ridicolo, mai eh?
http://www.soldionline.it/pictures/20130821/spread_roma_madrid.gif
Lo spread è banalmente la maggiore remunerazione che chi presta soldi richiede al debitore per compensare il rischio di non vedersi rimborsati i soldi dati a prestito. Questo vale per gli stati, ma vale anche per il singolo cittadino che va a chiedere un mutuo. Nel 2011 si è ingenerata una situazione di panico sulla sostenibilità del debito italiano (a seguito della crisi della Grecia) per cui gli investitori, per prestare il loro denaro, hanno iniziato a richiedere tassi di remunerazione sempre più alti allo stato italiano. Quelle preoccupazioni erano esagerate e non del tutto motivate sotto il profilo economico? Probabilmente sì, anche se un’Italia politicamente ingessata ed incapace di prendere qualsiasi misura impopolare nel breve termine (com’era quella del governo Berlusconi), se lasciata senza lo “scudo” della BCE, obiettivamente non è che facesse ben sperare. Cos’è cambiato oggi, considerando che si hanno da un lato dei fondamentali economici ancora peggiori e dall’altro uno spread invece bassissimo? Semplicemente è intervenuta la BCE che funge da garante per gli investitori: per loro il rischio è diminuito e quindi sono disposti a prestare i loro soldi anche a fronte di remunerazioni molto più basse. E la BCE a quali condizioni si è assunta questo ruolo di garante? A condizione che l’Italia (e gli altri “pigs”) faccia le ormai famose riforme strutturali e contenga il deficit/pil sotto il 3%. L’assunto è che le riforme nel lungo periodo porteranno ad una crescita economica, la quale – unità al proseguimento delle politiche di contenimento della spesa – porterà finalmente ad una progressiva riduzione del debito. E’ un assunto corretto? In Germania ha funzionato (negli anni 2000), ma non è detto che valga per tutti. Questa è materia controversa, oggetto di discussione tra diverse correnti di pensiero economico, ed è su queste fragili fondamenta su cui si regge tutto il palco.
Enrico, il peggioramento degli indicatori economici è stato un dato di fatto iniziato con i primo provvedimenti del governo Monti ed è proseguito fino ad oggi, che questo porterà in futuro ad una ripresa è da vedere (personalmente penso di no), quindi gli investitori scommettono su dati che peggiorano sperando in un futuro migliore anziché su dati migliori temendo un futuro peggiore… può darsi ma l’aumento dello spread che io sappia fu causato dalla vendita di BTP addirittura da investitori istituzionali italiani e dal mancato sostegno da parte della BCE che invece sosteneva quelli spagnoli greci ben più in difficoltà facendoli apparire migliori dei nostri, e quindi fu uno strumento politico, questo è il cuore del problema.
http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2011-09-05/fuga-rischio-vola-spread-220938_PRN.shtml
E comunque dalla crisi greca avevano da temere le banche farncesi e tedesche non quelle italiane, perché non è andato sotto stress lo spread tedesco e francese?
Sappiamo tutti che il salvataggio effettuato non è stato quello della Grecia ma quello delle banche tedesche e francesi.
Se la Germania non avesse avuto un trattamento di favore non sembra che se la sarebbe cavata tanto bene.
No non ci credo, voglio uscire! Voglio uscire (su Matrix, quando Morpheus riesce a spiegare a Neo cosa Matrix e’).
La cosa preoccupante e’ che questo matcha perfettamente col il mio cherrypicking delle news di quel periodo. Perche’ non mi convinceva neanche il comportamento nullo dei media, non ci credevo che i servi nostrani potessero aver cambiato padrone cosi’ compattamente e velocemente, non sono in grado di farlo.
Invece sono in grado di obbedire ai soliti padroni , qualora ordinassero la ritirata.
Quello che e’ successo quella volta e’ qualcosa di stranissimo. Lo stranissimo e’ quello che NON e’ successo, dati i personaggi ed attori in gioco. Non si e’ mai giocato cosi’ in Italy, questo e’ il fatto. Peraltro un gioco che si mostrava, da fuori, curiosamente fair play, ma quando mai da noi.
A questo punto la domanda e’ una (due, per par condicio)
1) dato che e’ stato un golpe, quali manifestazioni tipiche di un golpe riuscito si sono potute notare in Italy in quel tempo? Io non ricordo, lancio la domanda.
2) ipotesi opposta: nelle migliori delle intenzioni, a cosa serviva sostituire il Governo (tramite golpe)? Dati i grafici, dove era urgentissimo agire?
PS: vedi, molto alla carlona, che solo 15 dico 15 giorni prima i titoli erano al massimo, vedi che dalle stelle alle stalle in 15 giorni non esiste che possa succedere in Italy.
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Lo spread non ha nulla di mitologico: se si continuava sulla china intrapresa nel secondo semestre 2011 il costo degli interessi sarebbe stato davvero insostenibile, altro discorso che l’andamento dello stesso spread fosse largamente influenzato da ragioni che esulavano quelle puramente economiche. Il grafico Bloomberg è interessante ma poco significativo, perchè andrebbe specificato quanto meno 1) che le riforme strutturali (che sono il vero motivo alla base di tutto il casino successo nel 2011) portano effetti positivi nel medio-lungo termine e deprimono l’economia nel breve termine; 2) lo spread è sceso dal 2012 perchè la BCE ha intrapreso azioni (culminate con il recente annuncio del QE) per neutralizzarlo ed è chiaro a tutti che negli ultimi tempi non è stato più guidato dal libero mercato ma dalle pesanti manovre europee. Detto questo, che buona parte della sovranità nazionale se ne sia andata è purtroppo un dato di fatto: questo vale non solo sui temi economici, ma anche su quelli etici (a mio parere ancora più importanti, perchè – se non siamo miopi – stanno alla base di quelli economici) ecc.; dobbiamo chinare la testa e rassegnarci? Chiaramente no, però per carità non facciamo di Berlusconi una vittima sacrificale, perchè se negli ultimi anni effettivamente una vittima lo è stato, in passato con il potere garantitogli dall’essere al Governo ha accumulato denari ed impunità. In una lotta tra predatori finisce che magari prima si vinca e poi si soccomba; personalmente mi rattrista di più la sorte degli agnelli (non quelli della Fiat :D).
Sulla “mitizzazione” dello spread ho già detto sopra, riguardo al suo basso valore attuale va aggiunto che le manovre sono andate nella direzione della lettera dell’Agosto 2011 quindi non c’è motivo di fare pressioni, e che proprio il “bazooka” di Draghi ha l’effetto di abbassare il rendimento dei BTP acquistandone in quantità.
La domanda allora diventa quanto la situazione, i cui fondamentai sono ancora fortemente negativi in fatto di PIL (aumenterà?) e debito publico (se il PIL non aumenta con cosa si inverte la rotta?) attuale sia frutto di una bolla che nasconde i problemi, e quando questa bolla potrebbe scoppiare?
Ottimo articolo Enzo. Tutto ciò che hai raccontato avvenne, occorre ricordarlo, con la massima collaborazione da parte del Presidente della Repubblica…
Assolutamente d’accordo, Napolitano è stato una parte in causa determinante e personalmente non lo rimpiango.
Per me si confondono le cause con gli effetti e viceversa e si fa retrodizione, un po’ come avviene con la selezione naturale, ovviamente riavvolgendo il film tutto quadra.
La tempesta era attesa anche dalla parte dell’improbabile “vittima”: vincendo le elezioni nel 2008 disse “chi ce lo ha fatto fare di andare al governo quando in arrivo c’è una crisi economica ?”, in seguito il ministro Tremonti parlava del “prossimo mostro da videogioco” che si temeva e si tentava di evitare riferendosi alla possibile crisi del debito sovrano e alla battaglia speculativa sull’euro. I mostri sono puntualmente usciti fuori e un’economia come la nostra impreparata agli eventi estremi sopratuttto a causa di decenni di mancate riforme, ha subito pesantemente i colpi della crisi, ma con questi stravolgimenti politico-economici ha salvato il salvabile e ridotto i danni. Che dire a chi vede complotti “ad personam” ? “E’ l’economia di mercato (di cui l’ex-cav si è sempre proposto come paladino), bellezza” 🙂
Personalmente non lo vedo come un “complotto ad personam”; credo che se al posto di Berlusconi ci fosse stato un altro premier percepito come “fastidioso”, le cose sarebbero andate esattamente nello stesso modo. Quello che io ricavo dall’articolo, è un tema più ampio, che riguarda il concetto di “sovranità”. Quelle famose “riforme strutturali” di cui si parlava, non vengono decise tout court dai governi nazionali, ma devono sempre avere il beneplacito dell’organismo di controllo europeo. Questo meccanismo genera una situazione molto pericolosa per la democrazia; o fai le riforme che ti dico io, oppure ti minaccio utilizzando strumenti economico-finanziari (vedi lo spread) come arma per mandarti a casa (non è un caso, dal mio punto di vista, che ora lo spread sia sceso ai minimi storici, pur con delle riforme strutturali attuate dal Governo italiano ampiamente discutibili da un punto di vista politico…). Il problema, secondo me, è più ampio, e sta nell’utilizzo di strumenti di natura non politica che decidono le sorti di un governo politico democraticamente eletto (Governo che può piacere o meno, ovviamente). Certamente, un ruolo determinante ha giocato la crisi economica che ha investito l’intero mondo occidentale (e non solo), ma le modalità con cui sono stette portate avanti certe scelte nella successione dei governi italiani sono, dal mio punto di vista, quantomeno discutibili. Il problema che io vedo, quindi, è di natura politica; o si decide di andare nella direzione dei famosi “Stati Uniti d’Europa” e quindi si ridiscute il concetto di sovranità nazionale (e non solo) in senso più ampio, oppure, se si riconosce tale sovranità agli Stati membri, non si possono decidere le sorti dei governi “al di fuori” dei governi stessi, perché questo pone un problema di legittimità. Spero di essermi spiegato e di non aver detto troppe banalità, in un commento è comunque difficile discutere in maniera esaustiva di concetti così ampi e complessi. 🙂
Chi partecipa al gioco dell’economia di mercato deve necessariamente sapere che i mercati finanziari reagiscono in modo spropositato a ogni notizia di tipo economico e deve necessariamente sapere che ci sono operatori dei mercati finanziari che sono giusto lì per speculare su questo. Se si partecipa al gioco del libero mercato internazionale bisogna necessariamente sapere che un Paese deve essere realmente competitivo nel lungo periodo e che con una moneta debole che svaluta a ogni piè sospinto impoverendo tutti, ma sopratutto le masse salariate, non si migliora il Paese, ma lo si va sopravvivere in attesa del colpo finale con la crisi peggiore. Chi poi aderisce a una moneta unica deve necessariamente sapere che dovrà rendere la propria economia competitiva almeno allo stesso livello degli altri Paesi dell’unione e che quindi dovrà affrontare riforme strutturali impopolari, ma necessarie se si fanno queste scelte. Non si può piangere poi accusando gli altri di complottare, ovvero lo si può fare, ma coprendosi ulteriormente di ridicolo, anche se questa può essere l’unica maniera per mantenere un minimo di base elettorale e di voce in capitolo nell’altro gioco, quello della democrazia parlamentare.
Concordo in pieno. Ci sarebbero mille discussioni serie che bisognerebbe fare sull’economia e – mi permetto di aggiungere io, anche se questa parola in certi ambienti è percepita come una bestemmia – sull’etica, prima di impelagarsi su discorsi complottistici, che per quanto in parte fondati, servono solamente a nascondere l’incapacità e l’inettitudine di chi ci ha governato e la feroce immoralità di chi si arricchisce solamente spostando dei denari. Sarebbero però discorsi noiosi e, soprattutto, scomodi. Che non accontentano gli appetiti di chi cerca lo scoop e di chi vuole una giustificazione teorica ai propri comportamenti immorali.
Muggeridge, e’ interessante che tu giustifichi che i mercati “reagiscano” in modo spropositato (con quindi effetti tali da abbattere un Governo legittimamente eletto) mentre dal post sembrerebbe non trasparire il suo simmetrico, cioe’ che i mercati AGISCANO in modo spropositato.
Scordandoti che anche per il, cosa?, mostro finanziario? esistono regole. ALTRIMENTI VOTEREMMO UNA MARCA E NON UN GOVERNO.
Tal quale a quando chiedo informazioni sulle stranezze cosmologiche, ottengo come risposta di nuovo la definizione, avulsa dai dati raccolti. Nulla in contrario se io avessi chiesto una definizione, ma se chiedo il perche’ i dati si discostano dal previsto, non e’ che mi si puo’ rispondere a capo con una definizione.
Veramente non abbiamo fatto passi dall’aristotelico (se e’ suo) “e’ nella natura della gallina attraversare la strada”, il che non spiega NULLA se non l’accettazione passiva di cio’ che viene ordinato di CREDERE.
http://www.tonicopi.it/frittomisto/filosofia/gallina.php
Enzo questo post e’ veramente una cartina tornasole!
E vorrei ora chiarire che non ho certo votato il dimissionario.
Stiamo infilando un record decennale dopo l’altro EPPERO’ lo spread e famiglia stanno bene.
Non mi provocate, dopo aver devastato la vostra lurida amante, la “scienza” potrei prendermela con la vostra “economia” e ridicolizzare il vostro Dio cui e’ chiaro che alcuni pensatori hanno voglia di concedere OGNI arbitrio, come un ente sovrannaturale che ha necessita’ di esistere. Eh, e mica come fosse una delle tante attivita’ umane che deve essere valutata, criticata, gestita. REGOLE, altro che etica.
Non sono certo comunista, sono abbastanza per un libero mercato, ma questo non mi impedisce di avere un certo disgusto di fronte a chi si prostituisce per il puro ODORE dei soldi (fosse per i soldi, lo capirei).
Fabio, non so se ti riferisci anche ai miei interventi, se però da quello che ho scritto hai tratto l’impressione di un’accettazione passiva dell’esistente, vorrei fare una precisazione: all’università ho studiato economia e (forse anche per questo) ho maturato nei confronti della stessa un atteggiamento estremamente critico; ben lungi da considerarla un dio, penso invece che l’economia capitalistica globalizzata ed iper-finanziarizzata del giorno d’oggi (e questo vale a maggior ragione per i paesi anglosassoni) sia un sistema da contrastare con tutte le forze per la sua attitudine a concentrare sempre di più le ricchezze nelle mani di poche persone, lasciando nella miseria (o poco più) la maggior parte della popolazione. E sono anche convinto che, per quanto il capitalismo abbia dei lati maggiormente positivi rispetto all’improponibile comunismo, vi siano sistemi economici che gli sarebbero decisamente preferibili se solo i padroni del vapore non avessero l’interesse nel finanziarie (anche, se non soprattutto, a livello accademico) un visione del mondo che “giustifica” le loro sempre più crescenti ricchezze. Il punto, però, è che a mio parere per una rifondazione dell’economia servirebbe innanzitutto una rifondazione morale. Occorre variare gli assunti di partenza, se si vuole sviluppare un sistema economico che sia allo stesso tempo razionale ed eticamente più giusto. Ma parlare di questo è come bestemmiare, perchè nell’occidente materialista, che non crede più a niente se non alla soddisfazione hic et nunc dei propri istinti, qualsiasi richiamo ad un ordine etico che deve ispirare l’azione delle persone è visto con ribrezzo. Se c’è quindi una responsabilità dell’attuale stato delle cose, è quindi innanzitutto una responsabilità di tipo culturale, di weltanschauung, prima ancora che di lobby massoniche che governano in segreto il mondo (a meno di non ammettere che la visione culturale dominante è di stretta emanazione delle suddette lobby). Quanto è accaduto al governo italiano nel 2011, di fronte a simili questioni, è davvero un qualcosa di estremamente periferico ed irrilevante; date le premesse, direi anzi che è stato tutto perfettamente logico e conseguente. Bisognerebbe interrogarsi sulle premesse, piuttosto che concentrarsi sugli effetti minori; ma è un compito titanico, di cui ahimè quasi nessuno nel mondo occidentale (e la Chiesa è forse l’unico interprete di un certo livello rimasto sul campo) vuole farsi più carico.
Si’ quella frase (solo quella “regole, altro che etica”) era diretta a te 🙂 per essere sicuro che non passasse l’idea che la, chiamiamola, etica sia una specie di favore. Invece l’ho chiamata come si deve, “regole”, ed ho ricordato che l’economia e’ una attivita’ umana, non la padrona degli umani. Ma gia’ qui non era una critica a te. Ho voluto precisare, grazie per aver accolto bene la mia precisazione.
Non concordo sulla “bestemmia”. O, meglio, concordo che il tag “bestemmia” sia usato per evitare di parlare dei problemi. Infatti: come mai non si urla alla bestemmia in questo periodo di guadagni capitalistici e perdite socialiste, cioe’ come mai devo assistere a tutti questi interventi statali, anche nel cuore dell’Imperialismo, senza che i geni della finanza smettano di farsi riprendere su Class col pugno sotto il mento? Son bravo anche io a fare il capitalista se lo Stato mi paga i disastri che combino.
Tutto cio’ non ha senso.
Ancora meno senso ha il fatto che la percezione del fallimento dell’intera materia economica non venga finalmente affrontato. Non sta in piedi vedere questi decenni di “stupore” degli economisti. E torno coi paralleli: non sta in piedi vedere nella Cosmologia decenni di smentite, eppure continuare a vedere che parlano di certezza che non solo non ci sono mai state ma, anzi, sono state smentite dai fatti. Ma qui siamo alla fantasia al potere!
Spero di aver comunicato che in definitiva e’ possibile che abbiamo idee simili, solo che sono un po’ un formalista e tendo a bloccare l’uso improprio delle parole, perdonami se lo sto rifacendo 😉
Ok Fabio, sostanzialmente concordiamo. Sull’uso delle parole comunque, la mia scelta di parlare di etica era voluta, perchè – piaccia o meno – le regole (che sono necessarie in economia come in tutte le attività umane, ci mancherebbe!) derivano dall’etica e nel mio discorso volevo andare alle basi, perchè a mio parere è proprio dalle basi che di dovrebbe ripartire per rifondare l’economia. Per dire, se si ha l’idea che il giusto stia nella massimizzazione del profitto per chi possiede capitale, si potranno fissare tutte le regole che si vogliono, ma il risultato sarà inevitabilmente un aumento delle diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza.
Che poi posso concordare anche sul significato delle parole. E sul da farsi, mah io sono pratico e ignorante quindi inizio dal basilare: rendersi conto del problema e poi, una volta fatto (ma gia’ questo e’ impossibile, semplicemente perche’ non e’ un problema ma uno scopo voluto, la solita inversione causa effetto), rendersi conto di quanto tempo ci sia voluto per semplicemente iniziare, a rendersi conto del problema.
Che, con analisi trasversale, e’ esattamente quel che mi ha colpito dell’evento delle dimissioni: e’ come essere in una stanza con tante persone, tutti a guardare la TV. Ad un certo punto la TV trasmette in bianco e verde, e non solo il canale televisivo non offre spiegazioni (primo problema) ma non noto neanche alcuna reazione da parte di chi guarda (rendersi conto del problema), figuriamoci chiedere loro, se e quando si svegliassero, come mai fossero in catalessi davanto al cambiamento della TV.
Ecco, apparte che non saprei suggerire soluzioni economiche, comunque credo che, come succede in ogni processo che si voglia ottimizzare, parallelamente a rimediare al problema c’e’ da capire la sua genesi, per evitare il suo ripetersi, e c’e’ da verificare se si poteva prevedere, tale problema. E, se si’, perche’ non lo si e’ previsto. Partire solo con il rattoppare, magari senza aver ben chiaro il problema, lo ritengo un modo per creare, piu’ che eliminare problemi.
Nel mio lavoro questa e’ prassi, saro’ scemo io che chiedo questo a chi guadagna decine di volte piu’ di me per curare una cosa pure mia (la res publica).
All’epoca Berlusconi stava seriamente pensando di uscire dall’euro, per questo fu fermato. I successivi governi non eletti sono serviti e servono a guadagnare tempo e a svenare ancora di più gli italiani mediante un prelievo fiscale crescente (occorre pagare 85 miliardi di euro annui solo di interesse alle banche detentrici del nostro debito pubblico…). Una banca privata che ci stampa e ci presta gli euro che potremmo benissimo far stampare dalla nostra Zecca di Stato a costo zero, ecco il vero problema di cui si comincia seriamente a parlare in convegni in tutta italia. Sabato scorso ne ho seguito uno a Bologna, molto interessante, dal titolo “USCIRE DALL’EURO: PERCHE’, COME, DOPO ?”, relatori Prof. Claudio Moffa (Università di Teramo) e il Dott. Agostino Sanfratello (già assistente del compianto Prof. Giacinto Auriti). Era presente anche Paolo Tanga, già Direttore della Banca d’Italia, che ha fatto un breve discorso a sostegno delle tesi dei relatori.
https://www.youtube.com/watch?v=lsmVH4Ap3EM
Con la lira c’erano categorie di privilegiati che con la costante inflazione ci guadagnavano a spese della massa dei salariati, credo che queste categorie rimpiangano questo e vogliano assestare una grande mazzata al reddito da lavoro dipendente con l’uscita dall’euro. In pratica chi non viveva di redditi da lavoro dipendente non faceva altro che adeguare i prezzi di beni e servizi all’inflazione galoppante e non aveva problemi, chi viveva di reddito da lavoro dipendente arrancava dietro l’inflazione, impoverendosi di continuo. Tutto si può dire della Germania, ma non si può dire che abbia fatto politiche a danno delle classi lavoratrici e contro una più equa ridistribuzione del reddito. Noi invece siamo attirati dalle sirene che suonano sempre per accentuare le sperequazioni sociali e il bello è che ora lo facciamo con il favore di molte delle eventuali vittime di questo disegno che non hanno quel minimo di cognizioni economiche e di memoria storica per capire che con l’uscita dell’euro finirebbero massacrati.